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TWF - Tex Willer Forum

pecos

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Messaggi pubblicato da pecos

  1. Allora, visto che negli ultimi post siete riusciti anche a dialogare, vi faccio una proposta: invece di andare avanti a forza di ban e sospensioni, perché non provate a mettere una pietra sopra il passato e a iniziare a confrontarvi con pacatezza? Siete entrambi, in modi diversi, utenti importanti per il forum, voci che arricchiscono la comunità, dispiacerebbe molto doversene privare.

     

    Diamine, Tex non ha mai rifiutato di stringere la mano a qualcuno con cui aveva fatto a pugni fino a pochi minuti prima!

    E visto che paga Tim Birra, tutti al banco!

     

    • +1 2
  2. Just now, Leo dice:

     

    Ma non a caso Boselli lo ha richiamato. È una storia non priva di difetti, ma nella sua semplicità si fa leggere bene, appassiona. Anche la scena iperdilatata, molto anomala, io l'ho vista quasi come un indugiare di Nizzi su determinati tormentoni per assaporare il piacere di essere tornato a casa, e in questo senso tutta quella sequenza mi è piaciuta. La verità è che Nizzi, non l'ultimo bollato di oltre dieci anni fa, ma questo vecchietto "ritemprato" da una lunga vacanza texiana, potrebbe - chissà- regalare ancora qualche soddisfazione, e al di là di questo conosce perfettamente Tex, ed è evidentemente uno dei pochi che può ancora scriverlo: Boselli queste cose le sa, non lo ha richiamato per carità.

     

    Io per la verità sono un po' scettico per ragioni di età, ma se il vecchio leone desse ancora qualche zampata delle sue ne sarei felice, e sono in fin dei conti contento che Borden gli abbia dato questa possibilità. 

     

    Boselli sa anche quanto è vario il pubblico di Tex. Abbiamo visto che questa storia ha addirittura avuto recensioni entusiaste. Sono esagerati quei lettori che hanno ritenuto questa storia migliore di altre più recenti, anche dello stesso Boselli? No, hanno gusti diversi, evidentemente cercano dalla lettura di Tex qualcosa di diverso, un tranquillo bagno rilassante in acque conosciute. Boselli invece è un mare tempestoso, non sai mai dove ti porta, è naturale che la sua scrittura possa non piacere per niente a qualcuno.

    Borden sa bene che tra i lettori di Tex ci sono gli uni e gli altri, e sa bene che, richiamando Nizzi, accontenta una - credo vasta - fetta di pubblico.

    • +1 1
  3. Non avevo lasciato alcun commento all’ultima storia di Nizzi perché l’ho letta con estremo ritardo (gli albi li aveva comprati mio padre, e non ho potuto recuperarli per tutta la quarantena :(). Visto l’andazzo di questo thread, però, ero anche piuttosto restio ad iniziare la lettura, mi aspettavo una... “nizzata” :lol:

     

    E invece… e invece devo dire di essere uscito tutto sommato soddisfatto dalla lettura. Non è mica una brutta storia, sapete. Certo, non è nemmeno indimenticabile; ma è una storia piacevole, che soddisfa il palato, anche abbastanza “ricca”: la critica maggiore che avevo rivolto a Nizzi per le ultime sue storie, dopo il suo ritorno, era la piattezza totale delle sue sceneggiature, la banalità, la totale mancanza di interesse, mentre qui, al contrario, da lettore non mi sono annoiato.

    Non ci sono nemmeno questi grossi difetti - sì, la scena delle mutande è effettivamente scritta male, si notano interventi a posteriori per aggiustarla un pochino ed è una nota stonata. L’altra sequenza che ho trovato decisamente riuscita male è quella iniziale, con il pranzo al ristorante: troppo dilatata, pagine e pagine sprecate solo per arrivare a fare una battuta finale che non fa nemmeno ridere. L’ho trovata forzata, inserita a bella posta per mettere un po’ di bistecche e patatine, come quegli sketch del cabaret che si mettono solo per far colpo sul proprio pubblico affezionato.

    Però, per il resto, la ritengo un grosso passo avanti rispetto alle altre due storie, L’assedio di Mezcali e Un capestro per Kit Willer. Se nelle prossime storie Nizzi alzasse ancora un po’ di più l’asticella potrei dirmi quasi contento del suo ritorno.

  4. Sentite, passare il sabato sera a riprendervi come dei bambocci non ne ho voglia.

    Quindi datevi una calmata e dateci un taglio immediatamente.

    Quello che vedo è l'ennesima discussione interessante che avete mandato in vacca.

     

    Mi approprio delle parole di Leo che ancora una volta si dimostra il più ragionevole:

     

    <span style="color:red;">4 minuti fa</span>, Leo dice:

     

    Sulle frecciatine, non che Diablero in passato non ne abbia fatte (o meglio, non frecciatine ma espressioni urticanti nei confronti degli utenti, il sottoscritto ne sa qualcosa) ma stavolta Valerio anche a me avevi dato l'impressione di rivolgerti a Diablero con certe espressioni sarcastiche sugli antinizziani. 

     

    La verità è che, come detto fino alla nausea, siamo in un forum in cui non si parla de visu e non ci si conosce di persona. Si dovrebbero evitare le espressioni provocatorie e stavolta anch'io ho avuto l'impressione che ci siano state. Meglio evitarle, sennò si scatenano i flames e si sporcano le discussioni. 

     

    Quindi Valerio, inutile che fai il santarellino, solo nelle ultime 24 ore hai lanciato due frecciatine a Diablero, e lo hai fatto anche nei giorni scorsi.

    E tu, Diablero, davvero non hai altro da fare che sputare fiele su Nizzi in una discussione intitolata "Il Tex di Boselli è veramente Tex?"

  5. Io nei post del nostro nuovo amico ho trovato un po' di "confusione" tra quelle che sono le caratteristiche del PERSONAGGIO Tex, e lo STILE dei vari autori. Che lo stile e il modo di costruire le storie di Boselli siano assai diversi da quelli di chi lo ha preceduto sulla testata, non penso che nessuno possa negarlo; le sue storie sono senza dubbio meno lineari e più ricche di personaggi, per rimanere a due delle caratteristiche più evidenti. Ciò non toglie, ovviamente, che non esistano storie di Boselli più "classiche" da questo punto di vista , o non significa che in GLBonelli la telecamera fosse sempre fissa su Tex e gli intrecci ridotti all'osso; tutt'altro.

     

    Sono discorsi che periodicamente ritornano sul forum da parte dei lettori insoddisfatti e nostalgici del "vecchio" Tex. E posso capire che la scrittura di Boselli possa non piacere a qualcuno proprio per le caratteristiche precedenti: è, in fondo, una questione di gusti. Ma non solo: credo che nei "vecchi" lettori entri in gioco anche una componente affettiva, che ci porta ad amare più di altre le storie lette da bambini, e per forza di cose a non ritrovare quelle emozioni nelle nuove storie. Io me ne accorgo tutte le volte che prendo in mano qualche vecchio Tex.

    Ai lettori che fanno questi discorsi suggerisco sempre di rileggersi "La lunga pista", una delle storie più classicamente western di Boselli, un gioiello. E di Tex Willer cosa ne pensi?

     

    Quello che non condivido del tuo discorso è invece quanto affermi riguardo alle caratteristiche del personaggio Tex, e alla sua invincibilità che sarebbe venuta meno nelle storie recenti. Anzitutto, non è pensabile che Tex non venga mai messo in difficoltà: sai che noia altrimenti! Nelle storie deve sempre emergere la sua superiorità di fronte a qualunque avversario, ma non devono nemmeno mancare i momenti in cui è in difficoltà; l'importante è il COME, per dire, cade in un tranello o viene catturato. Gli esempi nelle storie di GLB sono innumerevoli. Questo tipo di critica mi sembrerebbe più coerente se fosse stato fatto per autori come Nolitta o il Nizzi della fascia 500, ma non credo che si possa dire una cosa del genere del Tex di Boselli.

    • +1 1
  6. <span style="color:red;">14 ore fa</span>, FranAur dice:

    una delle ragioni fondamentali stava nell’invincibilità dell’eroe. O meglio, non nel fatto che Tex alla fine vince sempre, questo è ovvio e succede a tutti i protagonisti di fumetti d’avventura, altrimenti la saga finirebbe. Ma piuttosto nel fatto che in qualsiasi situazione, anche nelle più difficili, Tex o i suoi pards si dimostrano sempre e comunque più “forti”, più in gamba, superiori ai nemici. Tex non è Zagor, non è Dylan Dog, non è Mister No. Il suo tratto distintivo sta nell’essere sempre e comunque superiore

     

    Ehm... onestamente trovo queste affermazioni piuttosto singolari. Il Tex di Boselli non sarebbe superiore ai suoi avversari? Non so che storie hai letto negli ultimi vent'anni...

     

    Forse questo discorso avresti dovuto con Nolitta, o con i cinturoni slacciati e le botte in testa di Nizzi...

     

    <span style="color:red;">14 ore fa</span>, FranAur dice:

    Ne “La vendetta delle ombre” ad un certo punto i 4 pards si trovano tutti, contemporaneamente, in balìa dei nemici. Tex narcotizzato, Carson avvelenato, Tiger sopraffatto dai ragni “ombra” e Kit catturato nella stanza degli specchi. Questa situazione, tutti e 4 i pards sotto scacco contemporaneamente, nei Tex “classici” non si sarebbe mai verificata. Nel caso che uno o più di loro finissero catturati o sopraffatti dal nemico, almeno uno ne restava libero per salvare gli altri, e “riscattare” in certo qual modo, agli occhi del lettore, la loro sconfitta.

     

    Porti come UNICO esempio una circostanza che è successa UNA SOLA VOLTA nella storia, nell'ultimo texone, e che probabilmente proprio per quanto è singolare non si ripeterà mai. Che senso ha un confronto di questo tipo?

    E se ammetti che anche nelle storie classiche a volte alcuni dei pards - Tex stesso, in alcuni casi - erano in difficoltà, addirittura catturati... beh dov'è la differenza con il Tex di Boselli?

     

    Sarò limitato io, ma il tuo discorso non lo capisco proprio. O si portano degli esempi concreti (ma non uno solo, per giunta poco significativo come quello sopra), o questi rimangono discorsi astratti che hanno poco a che fare con la realtà. Su questi temi ho sempre la stessa impressione, che alcuni lettori abbiano accettato dei luoghi comuni che hanno iniziato a girare sui forum, come quella che Boselli avrebbe stravolto Tex.

  7. <span style="color:red;">4 ore fa</span>, Gunny dice:

    Per carità Leo, devi capire che mica ce l'ho con te o con gli altri. Effettivamente quei termini che ho citato mi pare strano vederli in un commento su una storia di Tex. Ma è ok. Solo che a me non piace andare così a fondo. Ma ripeto, è una cosa mia, si è acuita col tempo a partire da quando a scuola mi (ci) costringevano a considerare il significato pure delle virgole leggendo Dante o Manzoni. E' una cosa che non riuscivo e tuttora non riesco a concepire, non solo per i classici ma anche per i libri di Lee Child, per fare un esempio. Semplicemente perchè non capisco come mai un lettore non possa semplicemente dire "bellissima storia, mi sono divertito!" o "sono stato in tensione per tutta la lettura" ecc. Così come non concepisco perchè ogni storia (in generale, dal fumetto al romanzo) debba avere una morale (e sto lasciando da parte i vari "simbolismi", "retoriche", "messaggi", ecc.) invece che essere "usufruita" per quello che effettivamente le parole dicono (e i disegni mostrano).

     

    Effettivamente, dall'altro lato, quasi vi invidio per la solerzia e l'impegno che ci mettete nello scrivere le vostre recensioni 😄

     

    Ok, questo è legittimo. Ma da come avevi scritto il post precedente, lasciavi intendere che chi cerca di fare una critica che vada al di là delle sole emozioni personali, e metta invece in luce aspetti di qualità della scrittura o eventuali errori di sceneggiatura, si fa solo delle pippe mentali e non si goda le storie.

     

    Guarda che io leggendo una bella storia me la godo come qualunque altro lettore, mi diverto se mi fa divertire - durante la lettura di questa storia mi sono entusiasmato, l’ho pure scritto nella chatbox arrivato a metà albo.

    Ma DOPO la lettura, uno può anche cercare di andare più a fondo, confrontarsi con altri lettori - ad esempio discutendo con Leo ho analizzato meglio un punto della trama che alla prima lettura avevo sottovalutato. È anche questo il senso del forum; anch’io pur nelle mie scarse qualità di critico letterario cerco di mettere in luce qualche aspetto che mi ha particolarmente impressionato, con l’idea che possa far piacere anche agli altri forumisti.

     

    • Grazie (+1) 1
    • +1 1
  8. <span style="color:red;">23 minuti fa</span>, Gunny dice:

    Che vuoi farci, Mauro, evidentemente l'utente del forum è cronicamente incapace di godersi semplicemente la lettura di una bella storia senza doverci pontificare su come un professorone. Leggo fiumi di parole, leggo di imborghesimento e spazio vitale, per una storia che meriterebbe soltanto di essere letta e apprezzata se non altro per il lavoro di entrambi gli artisti (sceneggiatore e disegnatore). Non vi piace? Amen. Vi piace? Meglio così. Ma qui non si tratta di studiare Dante, Petrarca o compagnia bella.

     

    Ma non pensi che una storia a fumetti possa anche avere qualche valore aggiunto che val la pena di sottolineare? Guarda che anche i fumetti sono letteratura.

    E credo che sia gratificante anche per gli autori leggere commenti che ne mettono in luce pregi (e magari anche difetti) al di là del mero mi piace/non mi piace.

  9. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

     Una curiosità che forse neanche Monni e Ymalpas sanno. La storia da taluno  citata in questa discussione per analogia, "Luna insanguinata", non era stata originariamente pensata per Mastantuono, bensì per Carnevale. Sergio Bonelli voleva assolutamente Carnevale su Tex per un Texone. Sottoposi a Sergio due soggetti, "Luna insanguinata" e "Dark Carnival" (sì, Sergio leggeva i miei soggetti, specie se erano storie importanti). Io preferivo il secondo, ma lui scelse il primo. Scrissi per Carnevale tutta la scena del FBack iniziale con Tex giovane, il rapimento, lo stupro ecc.. Però Carnevale, dopo qualche mese di tentativi, rinunciò. Sergio approvò che passassi la sceneggiatura di Luna insanguinata a Mastantuono, con il tacito accordo che, se Carnevale fosse tornato sui suoi passi, allora gli  avrei dato Dark Carnival. E così è stato.

     

     

    Ah, non c'entra niente. Ma ieri sera ho visto Jo Jo Rabbit. Sapevo che aveva preso l'Oscar per la sceneggiatura. Già. A parte l'incertezza tra il comico, il grottesco, il realistico e il tragico (dev'essere un genere nuovo, il genere misciagumone), la storia è piena di buchi logici. Non buchi, più, diciamo, voragini!

    E ha vinto l'Oscar.  La sceneggiatura.😶

     

    Beh, il pubblico del cinema è certo più di bocca buona degli amici del forum, questo è certo.

     

    L'ho citata io Luna Insanguinata! 

    Quindi non era un accostamento campato in aria, dai :D

     

    Le storie hanno alcuni aspetti in comune, secondo me.

    Poi probabilmente le altre cose che ho scritto nel mio commento sono stupidaggini :D

  10. Vengo infine a commentare anche la storia ideata da Boselli, dopo essermi soffermato in un post precedente sul lavoro di Carnevale ed aver risposto ad alcune critiche su presunte incongruenze. Ovviamente ci sono SPOILER in tutto quello che segue.


    Questa è anzitutto una storia d’atmosfera. Regnano ad ogni pagina sensazioni di inquietudine e di paura: il terrore negli occhi di Dorado, le premonizioni di Madame Zara (una dama di picche tra le sue carte è decisamente evocativa per noi lettori texiani). E soprattutto il buio delle anime dei maggiorenti della città - l’oscurità è oscurita della coscienza e della ragione; le “ombre” che accompagnano l’Indian Carnival diventano una raffigurazione delle tenebre dell’ignoranza in cui vivono i cittadini di Cedar Grove, legati al loro orticello e chiusi, impauriti di fronte all’altro, al diverso della cultura indiana.
    Mi ripeto, onore al merito di Carnevale perché il lavoro che ha fatto nel riprodurre quell’atmosfera per immagini è strepitoso.


    Al di là della sceneggiatura coinvolgente, ricca di colpi di scena e di trovate ad effetto (momenti memorabili: Tex sul letto avvolto dai serpenti; la cattura di Kit e di Tiger, il duello inedito con i pard che non si reggono in piedi), vorrei soffermarmi un attimo sugli aspetti più “fantastici” della storia. Qui l’elemento fantastico è gestito con parsimonia - non siamo di fronte ad una storia del filone di Mefisto, o a una stirpe dell’abisso per rimanere ad una delle storie più recenti; qui gli elementi soprannaturali sono dosati e non sappiamo quanto siano solo frutto di suggestione, o se ci sia qualcosa di davvero magico e misterioso in ciò che accade. 
    L’unico episodio davvero al limite, in fondo, è il fenomeno dell’ipnosi collettiva finale, che ho trovato un po’ estremo; ma, di nuovo, non può anche questo essere spiegato razionalmente? Oltre ai poteri ipnotici (che in un fumetto vanno accettati!), non possiamo pensare che il pubblico sia rimasto scioccato e paralizzato nel vedere fianco a fianco una donna bellissima e una orribile vecchia megera?
    Infine, cosa sono le ombre che vediamo stagliarsi nel cielo in varie circostanze? Sono un trucco di Shado, un gioco di luci, o sono davvero gli spiriti dei Kedaghe portati dal vento d’autunno? Lo sceneggiatore lascia il lettore con il dubbio se quello che ha visto sia davvero frutto di eventi soprannaturali.

     

    È una “cattiva medicina” che rimanda evidentemente ad un’altra delle storie recenti più riuscite di Boselli, Luna Insanguinata (e non è un caso forse che le due storie abbiano in comune anche la presenza di Silent Foot, che diventa così una sorta di personaggio-chiave nelle storie che coinvolgono aspetti legati allo spiritualismo indiano).

     

    E come in Luna insanguinata, il punto non è tanto la realtà dei presunti fenomeni soprannaturali, quanto la reazione davanti ad essi dei personaggi, che dividerei in due gruppi:

    - da un lato ci sono quelli che hanno familiarità con la cultura indiana (Silent Foot ed il vecchio Wahayo), o chi comunque appartiene a una cultura emarginata (madame Zara): questi ne hanno un rispetto quasi reverenziale, sanno solo che bisogna starne alla larga;
    - dall’altro lato ci sono i bianchi, che dall’alto della loro cultura “”superiore” sono comunque preda dell’ignoranza e superstizione, che li porta alla follia: la follia suicida di Dorado, la follia omicida dei pezzi grossi della città.

     

    Infine, alcuni personaggi da ricordare:

    1) Come Leo, ho trovato straniante ed inaspettata la scelta di far fuori subito il cacciatore di taglie, che sembrava dover diventare il classico comprimario boselliano, un po’ grigio ma alla fine non cattivo. Così ci è stato presentato, conoscendo Borden avrei scommesso che alla fine si sarebbe alleato con Tex, e invece…

    2) Madame Zara: gran bel personaggio, che non mi dispiacerebbe rivedere in qualche comparsata futura. Un punto che non ho capito della trama è però come sia finita per unirsi all’Indian Carnival: sbaglio o non è spiegato?

    3) Sui pezzi grossi della cittadina mi sono già dilungato in altri post, ma ribadisco come diano una rappresentazione impietosa e perfetta di una cultura ed un modo di pensare che, anche oggi, devono far riflettere.

     


    Per me questo è un texone da 9 (fors’anche 9 e mezzo).

     

    Ah, ora cerco di recuperare anche Bradbury!

    • +1 2
  11. Beh non voglio convincerti @Leo :smile: Però mi piace discutere con te perché sei uno che tiene il punto e argomenta sempre con concretezza e ragionevolezza. E anche questa volta hai messo in luce un aspetto a cui non avevo prestato attenzione alla prima lettura, che mi ha portato ad approfondire alcuni punti chiave della trama. Ma, più ci penso, più mi convinco che la sceneggiatura (riguardo a questo aspetto) stia in piedi alla grande :D

     

    59 minuti fa, Leo dice:

    Qui torniamo alla sospensione di incredulità, ma le storie che piacciono a me ne richiedono poca, e posso assicurare che Borden spesso, spessissimo, fa in modo che tutto sia sostenibile, con situazioni che si attaglierebbero non solo al fumetto ma anche alla realtà.

     

    È chiaro che innanzi tutto abbiamo a volte un atteggiamento un po' diverso davanti alle storie; io sono più "di bocca buona", mi faccio andare bene situazioni al limite mentre tu sei molto più attento alla verosimiglianza. Però per dire, mentre trovo coerente questa storia, ho fatto più fatica a digerire l'albo Netdahe, dove

     

     

    i soldati di Atwood si bevono tutto quello che il colonnello dice loro e accettano di sparare sul gruppo di Tex senza una minima verifica. 

     

     

    Cita

    Sono passati anni, sono lacerati dal rimorso. Non sono più quei pionieri che lottavano per il loro "lebensraum" (il loro spazio vitale); non si contendono più la terra, non sono esasperati dalla vicinanza con quell'elemento estraneo. Si sono anche imborghesiti, possibile che non riescano a sopportare un circo itinerante che di lì a qualche giorno se ne andrà da qualche altra parte?

     

    Questo è il punto, per me sono ancora più marci di prima, proprio perché hanno paura che qualcuno di estraneo possa distruggere il giardino dorato che si sono costruiti (con il sangue innocente). Non sono lacerati dal rimorso; lo sarebbero se fossero pentiti di ciò che hanno fatto, ma sono invece convinti di aver agito per il bene. È questo che li rende odiosi, più odiosi di Shado ed il suo circo.

     

    Cita

    (per inciso, il discorso dello sceriffo è piaciuto molto anche a me, è una perfetta giustificazione di certi sentimenti umani ancora attuali, come ben dice Piombo Caldo, il razzismo, la paura del diverso, ecc.;)

     

    Questo l'ho trovato estremamente attuale. Lo farei leggere nelle scuole.

     

     

    Cita

    L’unica forzatura per me è il fatto che il giorno dopo tutti si recano allo spettacolo come se nessuno si sia accorto di quanto accaduto durante la notte. 

     

    Come dice Leo, nessuna forzatura in questo. In fondo, i famosi maggiorenti sono ormai un gruppetto sparuto: lo sceriffo, il banchiere, il dottore, il proprietario dell'emporio... La metà degli uomini lanciati all'assalto del circo proviene da un ranch vicino - il cui proprietario è un altro dei partecipanti al vecchio massacro - quindi anche qui nessuno della città avrebbe potuto accorgersene...

     

    32 minuti fa, navajo warrior dice:

    il veleno dei serpenti che stecchisce al volo qualcuno mentre altri hanno tempo di fornire lunghissime spiegazioni,

     

    Anche qui, l'azione del veleno dipenderà da quanto il serpente ne ha iniettato nella vittima, per quanto tempo uno è stato morso... Lo stesso Carson si salva perché il serpente che lo ha morso aveva già svuotato la sua riserva di veleno...

     

    Cita

    con i cittadini che vanno in massa al circo senza chiedersi dove sono finiti una trentina di loro

     

    Vedi sopra.

     

    Cita

    con uno dei colpevoli (lo smilzo) che alla fine non paga alcuna conseguenza

     

    Colpevole? Lui è colpevole solo della vendetta verso gli autori del massacro, non partecipa al piano criminale di sterminare tutti i cittadini, anzi prende parte attiva per impedirlo. Un po' come nell'altro texone "La cavalcata del morto".

     

    Cita

     con l'improvvisa pazzia di Shado che prima non ne aveva mostrato nulla

     

    Beh insomma... non direi che Shado prima fosse sano di mente. Ma perché poi pazzia?

     

  12. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Leo dice:

    In quella cavalcata lo sceriffo fa vedere a Tex un feticcio trovato due mesi prima (o giù di lì) in una casa isolata nella prateria del Kansas. Tex, di rimando, espone il suo, trovato accanto a un cadavere nel sud dell'Oklahoma. Perché mettere in correlazione questi due eventi con la parata circense?

     

    È Tex che li mette in relazione e con questo getta la pulce definitiva nell'orecchio dello sceriffo. La supposizione di Tex non è campata in aria, è arrivato al Dark Carnival seguendo una pista ben precisa (il biglietto trovato da Madame Zara, l'incontro con Wahayo...). Per Tex è chiaro che gli omicidi hanno a che fare con il Dark Carnival, e dopo la cavalcata lo è anche per lo sceriffo.

     

    <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Leo dice:

     

    Poi si recano presso l'accampamento del "carnival": ne restano inquietati, vedono che sono tutti indiani, e da qui immediatamente pensano che quelli siano venuti lì, dopo vent'anni, per vendicarsi di un massacro che, per quanto ne sanno i maggiorenti di Cedar Grove, non ha avuto superstiti.

     

    Ma ammettiamo ancora che questi sospetti potessero balenare così velocemente nella mente di gente che ha la coscienza sporca: non vuoi fare nulla per accertartene? Preferisci partire al massacro? Va bene il razzismo, però qui c'è un fulmineo salto alle conclusioni e un decisionismo a mio parere troppo sproporzionato rispetto a ciò che, fino a quel momento, è solo un sospetto, e pure vago.

     

    Ci sono tre elementi che, a mio avviso, rendono questo aspetto verosimile (in un fumetto ovviamente: parliamo sempre di situazioni al limite, c'è comunque una buona dose di esagerazione, ma credo sia naturale in una storia di avventura):

     

    Primo: i due ranchers sono stati uccisi in quella che sembra, a tutti gli effetti, una vendetta indiana. Gli altri maggiorenti hanno la coscienza sporca e iniziano a cagarsi sotto.

     

    Secondo: l'omicidio dei due rangers è direttamente collegato al Dark Carnival, Tex ne dà una conferma allo sceriffo.

     

    Terzo: questa gente aveva già una volta massacrato una tribù innocente. Per quale motivo? Cito lo sceriffo: "Non c'era stato un vero motivo per scatenare tutto ciò... tanti piccoli incidenti... La diversità tra noi e loro... La verità, alla fine, è che noi volevamo essere padroni a casa nostra e che quella ci sembrò la soluzione migliore." E, nonostante il rimorso, rimangono convinti di essere nel giusto e di aver agito per il bene della comunità. Ora si trovano su una crisi di nervi (l'omicidio dei due ranchers ha riportato a galla la vecchia storia), si sentono di nuovo minacciati da un mondo, quello della cultura indiana, che nella loro ignoranza vedono solo come estraneo, come un pericolo per la pace della loro comunità. Se già una volta di fronte a tutto ciò non hanno esitato a massacrare donne e bambini, cosa gli impedirebbe di rifarlo con i freaks del carnival?

     

     

  13. Forse il motivo per cui Leo ha percepito un'incongruenza è che, quando i maggiorenti della città decidono di attaccare l'indian carnival, noi lettori ANCORA NON SAPPIAMO (anche se lo sospettiamo) cosa avevano fatto i due ranchers e perché temono così tanto l'arrivo del circo... quindi può sembrare a una prima lettura una reazione spropositata quella di attaccare in massa il carnival.

  14. On 20/6/2020 at 19:09, Leo dice:

    lo sceriffo della città mette in collegamento il feticcio di morte rinvenuto qualche mese prima nella casa di Collins e Meade con quello strano circo: ma, a parte il fatto che entrambi gli elementi hanno a che fare con gli indiani, non è un po' troppo forzato che un duplice omicidio di alcuni mesi prima sia messo in correlazione con una parata circense? Su quali elementi?  E' possibile che, sulla base di un legame così labile, i maggiorenti della città decidano di punto in bianco di massacrare i componenti del "carnaval"? Questo per me è un punto incerto della storia.

     

    Il punto sollevato da Leo è, in effetti, un po’ forzato. Devo ammettere che durante la lettura non ci avevo fatto caso - quando una storia mi prende, fatico ad accorgermi di possibili “buchi” come questo, che invece mi sono evidenti quando le sceneggiature sono mediocri. Forse è un mio limite o un modo diverso di approcciarmi alla lettura da quello di Leo, che invece è sempre molto attento a questi aspetti.

     

    Ma ora che mi ci fai riflettere… sì, è forzato, ma a mio avviso ci può stare, non è poi così inverosimile.

    Non dimenticare che siamo di fronte ad una comunità profondamente razzista e chiusa, che guarda con sospetto e paura la cultura indiana. Poco tempo prima due membri della comunità erano stati assassinati con segni che rimandavano evidentemente alle tradizioni dei nativi (il feticcio, e le “ombre” viste dai sopravvissuti).

    Mi pare evidente che i membri della comunità non abbiano potuto fare a meno di mettere in relazione questo evento al massacro di tanti anni prima, di pensare che qualcuno sia tornato in cerca di vendetta… certamente i loro nervi erano già piuttosto scossi. L’arrivo di un carnival degli odiati nemici - un carnival così inquietante - li ha esasperati.

    La cavalcata con Tex e Carson, in cui lo sceriffo viene a sapere che anche loro avevano trovato un feticcio di fianco a un cadavere, che anche loro sospettavano che qualcosa di losco si celasse tra i carri di Shado, non ha fatto altro che confermare i suoi sospetti (è solo DOPO la cavalcata che lui e i maggiorenti della città decidono per il secondo massacro).

     

    Questa è gente che già una volta si è resa colpevole di un eccidio sanguinoso ed insensato, che odia a morte gli indiani perché, fondamentalmente, ne ha paura: ha paura delle loro tradizioni, ha paura che possano “contaminarli”, che possano introdurre qualcosa di diverso nella loro comunità. Nella loro ignoranza, sono convinti di meritare quello che hanno costruito (il loro “sogno”) e di doverlo difendere da un nemico che è prima di tutto un fantasma, un’ombra della loro coscienza. Le parole dello sceriffo sono chiare: è tormentato da quello che ha fatto, ma allo stesso tempo non c’è pentimento, rimane convinto di essere nel giusto. A mio avviso Borden è stato bravissimo nel dipingere il pensiero di questa gente.

     

    Comunque devo ancora scrivere il mio commento dettagliato alla storia, ma devo trovarne il tempo!

    • +1 1
  15. 1 ora fa, ciro dice:

    Pecos dice: 

     

    "Non so a cosa si stia dedicando ora Carnevale, non credo che sia stato arruolato nello staff di Tex dopo questa prova - e mi sorprenderebbe se lo fosse: per quanto autore di una prova di così alto livello, il suo tratto è stato valorizzato da una storia a tinte horror, gotica, notturna; una storia su misura per una guest star prestata per una volta al western, ma che non vedrei bene ad illustrare storie più classiche (come era accaduto per Roi, ai tempi del suo texone)."

     

    Carnevale , sta disegnando una storia breve a colori per Tex , testi di Boselli per un futuro Color - titolo provvisorio: La casa del Giudice 

     

    Grazie, non lo sapevo. Ovviamente mi farà grande piacere rivedere Carnevale su Tex.

    Ritengo però che, se la prossima storia (o le future) avranno un'ambientazione più classicamente western e a tinte meno horror, dovrà modificare un po' il suo stile e renderlo meno "cupo". Non che non ne sia capace: ne sono una prova ad esempio le tavole dello scontro con Dorado nel pueblo. Ma, appunto, nel texone le tavole di questo tipo sono davvero poche.

  16. Un texone, a mio avviso, di grande livello, che conferma come questa collana sia quella che sta dando maggiori soddisfazioni ai lettori. Giusto per limitarci agli ultimi anni, abbiamo avuto una infilata di storie a cui non esito a dare almeno 9 come voto medio - Rotundo, Andreucci, Majo, Zuccheri, e infine, al culmine, Villa (lascio fuori dall’elenco il solo texone di Faraci e Breccia, negli ultimi anni l’unico per me mediocre sia dal punto di vista dei testi che dei disegni).

     

    Oggi la serie continua con questa nuova fatica di Boselli, qui affiancato da un Carnevale maestoso.

    Voglio partire in questo primo post proprio a commentare i disegni, che ancora una volta colgono in pieno lo “spirito” dei texoni, quello di vedere artisti esterni allo staff cimentarsi con un’avventura del nostro ranger. Qui la storia è tagliata su misura per lo stile del disegnatore, un artista horror per una volta in trasferta nel vecchio West; e il disegnatore, a sua volta, fa un lavoro incredibile nel visualizzare l’atmosfera immaginata da Boselli: le praterie sconfinate e desolate del Kansas, battute da un vento implacabile… la lenta fila dei carri del Dark Carnival che le attraversano… l’inquietudine delle “ombre” che si riflettono nel cielo… ma anche tutte le scene notturne, dallo scontro nel trading post abbandonato alla lunga notte che occupa buona parte della seconda parte del racconto.

     

    Alcune vignette mi hanno colpito molto per il taglio “cinematografico” e le inquadrature con cui ha giocato Carnevale: penso alla scena dei due ragazzini che trovano il volantino dell’Indian Carnival, o alla scena nel labirinto degli specchi (un classico, ma realizzato magnificamente). E ancora: la follia negli occhi di Dorado, la recitazione dei personaggi nei (pochi) momenti più rilassati (Tex che si arrotola una sigaretta… a proposito, ne fuma diverse in questa storia).

     

    Non so a cosa si stia dedicando ora Carnevale, non credo che sia stato arruolato nello staff di Tex dopo questa prova - e mi sorprenderebbe se lo fosse: per quanto autore di una prova di così alto livello, il suo tratto è stato valorizzato da una storia a tinte horror, gotica, notturna; una storia su misura per una guest star prestata per una volta al western, ma che non vedrei bene ad illustrare storie più classiche (come era accaduto per Roi, ai tempi del suo texone).

     

    Io mi metto nei panni di Borden; mi immagino di aver ideato la storia, scritto la sceneggiatura prefigurandomi le varie scene come immagini nella mia mente… e poi avere in mano le tavole di Carnevale. Penso che sia emozionante per uno scrittore vedere le proprie idee prendere vita dalle mani di un artista.

     

     

    Ci risentiamo più tardi per un commento anche alla storia.

  17. Just now, Leo dice:

     

    Brutta domanda, caro pard 

    Non trovo più gli albi!!! E nemmeno l'Oscar Mondadori che avevo acquistato anni fa perché non trovavo più gli albi. Per una congiunzione astrale sono incredibilmente riuscito a perdere per due volte consecutive In nome della legge, prima come albi e poi come Oscar Mondadori! :azz::craniate: 

     

    :lol2: 

    e non è nemmeno una storiellina di poche pagine... :laughing:

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