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Letizia

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  1. Ah, ho capito. Una copia si può definire anastatica solo se esiste la tecnologia che può modificare il formato. Cioe, io prendo la mia copia [pseudo]anastatica, gli stacco la copertina cartonata... et voilà... la mia copia pseudo ridiventa anastatica come per magia. Ora ci provo (la mia copia è spillata, quindi basta rimuovere la copertina che è su cartoncino e mettercene una - identica - su carta). Ti faccio sapere.
  2. Pensa che volevo venderti (a prezzo di costo) la mia Mano Rossa anastatica. Ma ci ho ripensato: non voglio certo che tu mi faccia causa. P.S. Non leggo Zagor e non conosco né l'edizione Zenith né quella Mercury. Se poi dovessi credere a tutto quello che mi dicono, sarei una terrapiattista. Infine vorrei fare una piccola considerazione. Ho espresso un parere su come mi sarebbe piaciuta un'edizione Book: identica all'originale, senza correzioni di testo e disegni (e quindi anastatica, perché la Treccani dà al tremine questo significato) e apriti cielo. È successo di tutto. Sono stata accusata praticamente di blasfemia. Se prendo un biglietto da 500 euro e lo metto in una cornice di legno con tanto di vetro, cessa di perdere il suo valore? Se prendo un albo di Tex anastatico e lo brossuro, perde la sua qualità di anastatico? A me sembra una potente ca...stroneria.
  3. Sì. Quindi, no, La Mano Rossa non può avere un'edizione anastatica perché non è fedele all'originale. Sì, anche se ritengo che non avverrà mai: il formato a striscia è obsoleto e poco pratico. Ma va? No non si potrebbe: sarebbero solo ristampe, ma non certo anastatiche. La Mano Rossa senza gli scagnozzi, senza Tesach e Tesak, senza Tex Killer e non ambientata nel 1898 non è e non sarà mai un'edizione anastatica: non è identica in tutto e per tutto all'originale. E questo non è un dato soggettivo ma oggettivo. Se si cambia il significato alla parola anastatico (si veda a tal proposito la definizione che ne dà la Treccani che ho riportato sopra), allora il dato diventa soggettivo e possiamo stare ore e ore a esprimere opinioni contrastanti.
  4. Intanto cominciamo a stabilire cosa si intende per anastatica, al di là del significato etimologico, che comunque riporto: anastàtico agg. [der. del gr. ἀνάστατος «rimosso»; cfr. l’ingl. anastatic] (pl. m. -ci). – Di un tipo di riproduzione litografica di opere stampate tipograficamente, nella quale si fa il trasporto direttamente dallo stampato alla pietra(*) per ottenere una nuova matrice: riproduzione, copia, stampa anastatica. [Esistono altri due significati, uno relativo alla meccanica e uno all'agraria, per cui non pertinenti]. (*) si parla di matrice in pietra perché nella definizione si parla di litografia: oggi le matrici non solo non sono in pietra ma non sono neanche analogiche. Quindi se dico: "prendere una stampa, da questa ricavare una nuova matrice e, con la nuova matrice, riprodurre una copia identica all'originale", so quel che dico. 1) Intanto per anastatica intendiamo ovviamente una copia, dell'originale, ma pur sempre una copia. 2) Poi per anastatica intendiamo una copia della prima edizione, perchè solo la prima edizione, essendo quella originale, è l'unica che può garantire l'assenza assoluta di alterazioni; certe volte si garantisce che una copia è identica all'originale, in buona fede, convintissimi che lo sia e invece non lo è (manca per esempio la notizia della morte di Lilyth, una bazzecola). 3) Infine per anastatica intendiamo ovviamente fedele all'originale, non alterata; se la copia è stata modificata per eliminare errori anche pacchiani, non la si può considerare anastatica ma solo molto fedele all'originale. Quindi "copia fedele della prima edizione originale". Il formato può essere considerato requisito indispensabile per definire anastatica una riedizione? Direi proprio di no, a differenza delle tre caratteristiche citate che invece lo sono. E questo perché non esisterebbero copie perfettamente identiche all'originale e quindi niente anastatiche. Quindi La Mano Rossa non può avere copie anastatiche (non è una prima edizione e non esistono garanzie di assenza di modifiche, e ce ne sono). Se si vogliono fare copie anastatiche, si deve partire dall'edizione originale in strisce. E se vogliamo fare i pignoli, le uniche vere anastatiche dovrebbero essere in formato a striscia.
  5. Cioè, fammi capire. Io prendo una versione anastatica, ci metto un vestitino e non è più anastatica? Anastatica, almeno io credo, significa: prendere una stampa, da questa ricavare una nuova matrice e, con la nuova matrice, riprodurre una copia identica all'originale. Il termine "identica" si riferisce solo alla stampa. Se la stampa orinale era su pergamena e la copia anastatica è su carta o su tela, si tratta sempre di stampa anastatica. Se l'originale era spillata e l'anagrafica è cucita con spago, si tratta sempre di copia anastatica. Addirittura le anastatiche dovrebbero avere, secondo te, il formato a striscia. Diciamo allora che è anastatico tutto ciò che non è stato alterato, né nei testi né nei disegni. Vogliamo trovare un sinonimo tipo maparlacomemagni visto che anastatica è un parolone cui ognuno dà l'interpretazione che vuole? Sovrapponibile.
  6. Perdonami tu, ma io una anastatica cartonata ce l'ho. Me la sono fatta. Ho uno scanner A3 e una enorme pazienza. Una volta realizzate le scansioni delle striscie e unite a tre a tre, il più era fatto. Realizzare su un cartoncino bianco preso in una vecchia cartoleria le quattro pagine di copertina fronte/retro è stato uno scherzo. E mi ritrovo un'edizione unica spillata e rilegata in tipografia. Come l'ho fatta io, la poteva fare anche la SBE. D'accordo sarebbe costata troppo Ma dire che non è possibile mi sembra troppo. Sì, sono brava, ma non esageriamo.
  7. È proprio così, ci manca solo una virgola prima di Dinamite.
  8. A parte il colore del completo di Master, parlavo della colorazione in generale, più curata e sfumata (la camicia di Tex che non è gialla canarino e ha sfumature arancioni). Ma anche il colore di Master mette più in risalto il doppio bavero che quasi sparisce nella versione stampata. Sarà poi che a me i manichini in blu non piacciono, cos'ha di brutto un completo color tabacco?
  9. È una copertina. Deve colpire. Deve essere riconoscibile in mezzo a tutte le altre, deve saltare all'occhio. Ho usato apposta i colori RGB invece dei CMYK che sono più naturali. Se avessi voluto realizzare un'immagine stile manifesto, avrei usato colori CMYK, meno saturi, avrei eliminato il cerchio e usato un colore tinta unita molto chiaro per lo sfondo, probabilmente il bianco.
  10. C'è anche un'altra possibilità: siamo sotto Pasqua e in questo periodo, lo sanno tutti, simo tutti buoni. Dal 22 in poi, sono aperte le "danze". Pazientate ancora una settimanina e poi... fuoco sul pianista. Che bravo Villa con i colori!!!
  11. Hai visto, @borden? Stavolta nessuna critica, tutti commenti positivi. ............... che abbiano tutti paura di te?
  12. Ancora più strano. È vero che le tue due immagini (nel tuo post), ingrandite con un clic, sono nitide. Ma se le ingrandisci con il tablet con due dita (come ho fatto io), le tue sono sfuocate nel tuo post e non lo sono (le tue stesse due) nel mio. Mah! Per quanto riguarda invece la differenza, io ci vedo solo le chine più rimarcate, come se avessero creato due (o più) livelli delle sole chine e li avessero uniti con l'opzione "moltiplica". Lo si può notare benissimo nelle pallottole nel cinturone di Tex. Evidentemente le chine erano sbiadite e le hanno scurite senza badare troppo all'effetto "ingrossamento". Volendo con photoshop si possono fare anche cosette come questa.
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