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Serie tv: va in onda quando dicono loro all'orario che dicono loro. Come il cinema. Decidono loro. Streaming: te lo vedi quando vuoi tu, con l'apparecchio che decidi tu (smart tv, tablet, smartphone), dove vuoi tu, in casa come sul cocuzzolo della montagna. Se vuoi ti fai una maratona di binge watching e ti spari di fila gli episodi di un'intera stagione. Decidi tu. Inoltre, diverse di queste serie in tv (ovvero, in assenza di una connessione internet) non sono mai passate, passano esclusivamente in streaming (con una connessione internet) Le smart tv per definizione richiedono una connessione internet, non l'antenna del condominio. Fruizione diversa. ps "The editor is in" era praticamente una serie di documentari (spacciati come 'live action', in realtà un'interazione con dei 'cartonati') con dentro autori e collaboratori Bonelli, retroscena e 'making of', non una serie tratta da storie apparse nelle varie testate. Un prodotto per 'già conoscitori', se non veri e propri nerd, inutilmente autoreferenziale. ps2 già che ci sono aggiungo altra 'serializzazione' di successo, stavolta cinematografica, tratta od adattata da romanzi in tempi recenti: - Harry Potter. A me il maghetto ed Hogwarts non dicono assolutamente nulla e non mi interessano per niente, ciò non toglie che il successo di romanzi e libri a livello mondiale sia innegabile. - The Hunger Games.
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E' quello che fu fatto con Supergulp Fumetti in tv. Non fu un granchè.
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Questione di opinioni. E' una serie nota a livello mondiale. 6.9 per Imdb 83% su Rotten Tomatoes Ah, dimenticavo un altro esempio di cinematografia di successo tratta da un fumetto: Asterix.
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Già fatti in altro messaggio Il Trono di Spade ed il prequel in corso House of the Dragon, seconda stagione appena finita e terza e quarta a seguire The rings of power, attuale prequel del Signore degli Anelli, seconda stagione in corso Bosch (sette stagioni) e Bosch Legacy (seconda stagione in arrivo), The Lincoln Lawyer (terza stagione l'anno prossimo) tratti dai libri di Michael Connelly. Uno spinoff tratto dai libri di Bosch ha già avuto semaforo verde per la produzione. Intervista a Michael Connelly https://www.krqe.com/entertainment-news/ap-author-michael-connelly-proud-that-bosch-has-become-longest-running-streaming-character/ Reacher, dai libri di Lee Child (non i tre film di Tom Cruise, che non c'entrano niente), terza stagione in arrivo Dark Winds, storia 'navajo' con la terza stagione in arrivo l'anno prossimo, anche questa tratta da un serial cartaceo. In italiano, Petra (con la Cortellesi), tratta dai libri di una giallista spagnola, terza stagione in corso di realizzazione Potrei metterci anche il francese Lupin, liberamente ispirato ai romanzi di Maurice Leblanc (non ai cartoni di Monkey Punch con Gighen Ghemon Fujiko e Zenigatta), quarta stagione già confermata. E sicuramente ce ne sono molti altri non a mia conoscenza. EDIT: come dicevo in post precedente, stanno producendo una serie italiana su Sandokan riprendendo lo sceneggiato degli anni 70/80. Aggiungo anche la recente trilogia cinematografica su Diabolik, per dire che dai fumetti (o dalla narrativa 'popolare' come nel caso di Salgari) si può sempre prendere (o riprendere) spunto.
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Il film lo proiettano al cinema nei giorni e negli orari che ti dice il cinema. Decidono loro. Lo streaming te lo vedi ovunque in qualsiasi momento con qualsiasi apparecchio - a casa con la smart tv, fuori casa su un tablet od uno smartphone. Decidi tu. Infatti ho premesso "fatto da chi lo sa fare" diversi messaggi fa. Ma sarebbe un progetto destinato principalmente a chi il cartaceo non l'ha letto, dato più o meno per scontato che chi Tex già lo legge lo guarderebbe comunque. Foss'anche solo per storcere il naso.
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Ripeto, non ho parlato nè di tv classica nè di pubblicità e nemmeno di Marvel (che fa quasi solo cinema) come esempi. Ho parlato di streaming 'estratto' da prodotti cartacei, che hanno anche avuto successo ed hanno indirettamente 'spinto' gli andamenti dei cartacei da cui provengono. Pensare che sia uno 'spreco' e rimanere solo dentro il fumetto appare come una mancanza di orizzonte, rimanendo nel solito orticello.
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Ma infatti io non ho parlato di serie tv ma di streaming che è cosa abbastanza diversa. E se solo cinque o dieci su cento 'visualizzatori' si incuriosissero per il fumetto il risultato sarebbe raggiunto.
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Eh si mi sono venuti in mente subito dopo A proposito, lo scopo dello streaming - dando per scontato che, più o meno, i 'già lettori' di Tex lo guarderanno - è quello di acquisire 'nuovi' lettori (i dieci su cento 'incuriositi' di cui sopra), passando da un medium che in questo momento è quello più diffuso nelle classi di età che Tex non leggono o che non conoscono. Tornando in topic con la discussione, in prospettiva raccontare come Tex sia diventato un Texas Ranger (ed incontri 'ufficialmente' Carson) sarà inevitabilmente uno degli snodi fondamentali della narrazione seriale. Cioè, la bibliografia texiana offre spunti per almeno duecento stagioni, per dire.
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Fondi in cassa alla SBE vuol dire consentire che le pubblicazioni continuino e che i prezzi non aumentino. Se vuoi leggere un tuo Tex, scrivi un soggetto e prova a proporlo.
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Tom Clancy - Without Remorse e Jack Ryan (discutibili, ma che han riportato ad un interesse per l'allora autore di Caccia a Ottobre Rosso) Reacher (assolutamente fedele all'originale in tutto il suo non politically correct, dopo i film un po' sconclusionati di Tom Cruise) Bosch e Bosch Legacy, e Lincoln Lawyerì, dello stesso autore Michael Connelly Per venire ad un esempio 'italiano' (anche se tratto da gialli spagnoli), "Petra" con la Cortellesi è molto cupo e poco 'corretto'. La Marvel fa prodotti soprattutto per il cinema non per lo streaming, per il quale fa invece serie brevi 'collaterali' e che non sono strettamente basate su 'fumetti'. Il che non vuol dire che il giorno dopo ci sia la corsa all'edicola, ma se su cento spettatori dieci si incuriosiscono il risultato è raggiunto. La 'serializzazione' è possibile se fatta bene, e qualcuno che la sa fare in giro c'è. Oltretutto - come succede da anni nel mondo musicale, dove non conta più (principalmente) il ricavo dal disco o dal tour in concerto, idem per il calcio - i soldi veri si fanno con il merchandising, e nel caso di libri e fumetti questo sicuramente può includere il cartaceo. Se poi la serie in streaming 'decolla', sono bei soldoni anche per i diritti di licenza (Montalbano docet). Un'intervista a Michael Connelly, autore di "Bosch" e "Lincoln Lawyer": https://www.krqe.com/entertainment-news/ap-author-michael-connelly-proud-that-bosch-has-become-longest-running-streaming-character/ Due gravi dimenticanze: - Il signore degli Anelli, con l'attuale prequel alla sua seconda stagione in streaming - e ovviamente Il Trono di Spade, con l'attuale prequel House of the Dragon la cui seconda stagione in streaming è appena terminata. Infine, anche la serie 'navajo' Dark Winds, terza stagione in streaming l'anno prossimo, è basata a sua volta su un libro.
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Faccio una considerazione molto banale. Questo forum: qualche centinaio di iscritti e a occhio circa una ventina di partecipanti 'abituali'. Quanti si dichiarano scontenti dell'attuale gestione Bonelli: quattro, forse cinque. Pagina facebook di Tex Willer: 34mila follower e svariate centinaia di questi che partecipano più o meno abitualmente. Nei commenti dell'ultimo mese, forse un paio si dichiarano in qualche modo 'scontenti' di una storia, nessuno manifesta, appalesa o dichiara l'intenzione di abbandonare la lettura di Tex, per qualsiasi motivo. Nessuno fa considerazioni di qualunque tipo su aumenti di prezzo degli ultimi anni o di quelli futuri. Il massimo della 'lamentela' è nella riproposizione di storie non inedite.
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Lo "zoccolo duro" rimane ma è fisiologicamente in lento ed inevitabile esaurimento "per motivi di età", ed il processo è e sarà irreversibile. I numeri di chi 'abbandonerebbe' Tex 'per protesta' sono, per citare Mark Twain, 'fortemente esagerati', perchè a chi compra Tex da decenni non interessa nè chi scrive le storie nè un aumento di prezzo. Una storia può non piacere, ok , c'è sempre la prossima che sarà migliore o, almeno, diversa. Ma non perchè l'ha scritta Tizio invece di Caio. Il 'sabotaggio' intenzionale - a partire dalla Coca Cola capitalista per eccellenza, e gli esempi sono centinaia - non ha mai ottenuto un risultato che sia uno. Ripeto ancora una volta... oggi come oggi per interessare 'nuovi' lettori bisogna accedere al medium visivo del momento, ovvero lo streaming. Non è un caso che le serie western degli ultimi anni siano apparse sulle varie piattaforme (e non in tv nè al cinema). Prendiamo per esempio "I giustizieri di Vegas": la sceneggiatura è praticamente già scritta per una miniserie di tre o quattro episodi di durata standardi di quaranta-quarantacinque minuti circa. E dal seguire lo streaming all'approdare al cartaceo, anche solo per curiosità, il passo è breve. ps tra qualche mese uscirà il remake di Sandokan... così, tanto per dire. Anche se sulla Rai, ma lo metti anche su Rai Play e potendolo vedere quando vuoi moltiplichi le visualizzazioni.
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I bambini non leggono più fumetti (nemmeno più Topolino ormai) Gli adolescenti ed i giovani - se leggono - leggono solo 'giapponese' Non è Tex ad essere diventato un fumetto 'per adulti' ma i bambini ed i ragazzini di ieri - degli anni 40, 50, 60, 70, 80 del secolo scorso - ad essere cresciuti insieme a Tex e quindi - consapevolmente od incosapevolmente - a cercare 'altro' oltre a 'sock thud bang bang arrgh'. Inevitabilmente, queste generazioni stanno man mano esaurendosi: questo è l'UNICO motivo per cui col tempo le vendite calano, non immaginari 'dissidi' da parte di immaginarie 'legioni' di lettori con chi scrive questo o quest'altro numero od episodio di Tex. GLB intrecciava anche lui ogni tanto Tex con 'la Storia', ma si prendeva tutte le licenze ed incoerenze che voleva (e la cosa andava bene a tutti). Boselli con TW cerca in qualche modo di conciliare il Tex 'primitivo' di GLB inserendo con maggior frequenza elementi di verità storica e personaggi realmente esistiti. Absit iniuria verbis, GLB era più 'salgariano' (l'avventura per l'avventura, l'azione immediata; più 'spontaneo' anche a costo di risultare incoerente), Boselli è più 'dumasiano' (il 'romanzo storico', o feuilleton; più 'costruito' e cercando di essere più possibile coerente). D'altra parte, se ad un certo punto le due versioni del 'giovane Tex' presentano elementi di inconciliabilità quando si incontrano ed incrociano, una delle due deve 'cedere'; Boselli ha ovviamente scelto di sfrondare la sua versione degli elementi inconciliabili (pochi, peraltro, nel complesso) presenti in quella di GLB; l'alternativa sarebbe stata di fermare tutto e non andare oltre, oppure di limitarsi a ridisegnare pari pari le strisce di GLB (cosa che non avrebbe nessun senso).
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"La parola amore suona come il canto di un pettirosso alle orecchie di Lilyth ma essa non l'ha mai intesa dire da labbra di uomo" Grazie per avere postato l'immagine, che conferma esattamente quello che dicevo. E certo, contestiamo GLB in base alle 'tesi' personali. Vabbè.
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Sei mai stata adolescente? Sai che negli adolescenti ed almeno fino a vent'anni circa il lobo del cervello che identifica la 'saggezza' non si e ancora completamente formato? Quante adolescenti si prendono cotte clamorose per il primo figaccione che passa o che gli viene proposto senza nemmeno avere la più pallida idea di chi sia? Ecco la risposta (se proprio una bisogna darla, a quella che era una 'opera' destinata ai ragazzi e che si poteva quindi permettere tutte le licenze poetiche che voleva) a quelle che oggi possono sembrare assurdità. ps dobbiamo proprio scomodare Romeo e Giulietta con due famiglie che si odiano visceralmente? West Side Story? Gli 'star crossed lovers' è uno dei topoi più sfruttati di tutta la narrativa mondiale e vogliamo fare le pulci a GLB che ne propone una sua versione? Essù.
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Proprio così, con le stesse parole testuali di Lilyth poche vignette dopo firmate GLB. Che ne abbia già sentito parlare da Tesah è sicuro Che Tex ci metta un po' a 'convincersi' e a ricambiare è altrettanto sicuro Ma che Lilyth lo salvi per 'sentimento' (chiamatelo come vi pare) e non per 'calcolo' o per 'interesse' è altrettanto sicuro.
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Lo sai che non è lo sceneggiatore ad ideare la storia?
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Ecco magari se non si spoilerasse per chi non l'aveva ancora letta, sarebbe meglio...
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In sintesi: siamo d'accordo di non essere d'accordo su nulla (o, quantomeno, su molto poco). Perchè io scrivo pere e tu capisci banane, e tu scrivi mele e io probabilmente capisco cocomeri. Ritornerò sul discorso (più in tema) una volta che l'albo sarà uscito.
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Beh, come anche frank_one sopra, dissento anche io su questo punto: l'analisi è razionale e quindi ritorna al raziocinio, l'empatia è la capacità - istintiva, o se vogliamo innata, e non 'razionale' - di comprendere lo stato d'animo altrui, umano od animale che sia, e renderlo, in misura parziale e a volte totale, proprio. Da wikipedia: "Nell'uso comune, empatia è l'attitudine a offrire la propria attenzione per un'altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. La qualità della relazione si basa sull'ascolto non valutativo e si concentra sulla comprensione dei sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro. Il contrario di 'empatia' è 'dispatia' ovvero l'incapacità o il rifiuto di condividere i sentimenti o le sofferenze altrui". Definizione 'comune' che ricade proprio nel rapporto che l'animale "domestico" (in senso lato, includendo quindi anche il cavallo per il cowboy) ha con il suo umano di riferimento. Del resto, nel regno animale esistono 'società' basate sia sulla necessità: la caccia come attività di gruppo per tutelare sopravvivenza del gruppo: es. lupi, leoni, grandi felini in generale, così come anche la struttura 'difensiva' delle sardine che roteano vorticosamente tutte insieme per rendere più difficile l'attacco dei predatori, la formazione in stormo degli uccelli nelle grandi migrazioni, persino le api nell'alveare). Queste 'attitudini' sono tornate anche di beneficio all'uomo, pur non essendo rimaste 'essenziali', ad esempio, al cane: cani da caccia che cacciano 'in muta' come i beagle nella (ormai, fortunatamente, obsoleta) caccia alla volpe, o i cani da caccia al cinghiale che lavorano in gruppo per mettere il cinghiale all'angolo in attesa del cacciatore col fucile. Sono tutte attività 'sociali', prendendo come esempio il cane che è l'animale 'sociale' per eccellenza. L'empatia, in particolare nella sua declinazione di 'epimeietica' (ovvero l'istinto a prendersi cura dei cuccioli, a volte anche e persino di altre specie), è un elemento non-razionale ma istintivo (-patia = pathos = sentimento) che ha oltretutto trovato una sua 'famosa' applicazione nella 'pet therapy', e gli animali più presenti nella pet therapy - non credo sia un caso - sono i cani e, giustappunto, i cavalli. Ora, se gli animali non 'possiedono' il raziocinio*, certamente sono empatici, quindi sono in grado di capire lo stato d'animo - anche - dell'umano di riferimento. Seguendo questo ragionamento, se ne deve concludere che l'amicizia (quella disinteressata, spontanea, forgiata anche dalle reciproche esperienze e dalle esperienze in comune) non è raziocinio (quella è l'amicizia 'per interesse', precipua solo dell'uomo) ma, principalmente, empatia, e questa non è 'esclusivo privilegio' dell'essere umano. Esistono dimostrazioni di amicizia (e non è possibile definirla altrimenti) tra uomo ed orso o uomo ed elefante, è chiaro che è possibile tra l'uomo ed altri animali spiccatamente empatici come cane e, rimanendo in tema, cavallo. A maggior ragione in un contesto come quello di Tex in cui Dinamite - il primo vero pard - appare persino nella primissima vignetta, sullo sfondo del 'per tutti i diavoli che mi stiano ancora alle costole?". Su questo specifico albo poi tornerò quando sarà stato (ri)pubblicato, per non spoilerare chi non l'avesse ancora letto. *benchè, secondo Pratchett in "Pyramids", uno dei più grandi matematici e filosofi del suo tempo fosse un cammello, ma su Discworld le regole sono molto diverse...
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Come detto, gli animali possono comprendere lo stato d'animo del loro umano di riferimento come e meglio di un altro umano: empatia, appunto. Dal punto di vista del raziocinio sicuramente si. Ma un essere umano non è fatto di solo raziocinio: l'uomo non è solo 'pollice opponibile'. E' (anche) l'empatia che lo spinge ad essere 'sociale' ed a formare una società, non il (solo) raziocinio. Dal punto di vista dell'empatia - che pure è una delle 'migliori' caratteristiche dell'essere umano - molti animali riescono a comprendere lo stato "d'animo" (e sottlineo: "d'animo") come, di più, e meglio, di tanti esseri umani, così come noi umani riusciamo - se lo conosciamo - a comprendere anche lo stato d'animo del proprio animale domestico (e, spesso, anche del selvatico).
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Un cavallo non ha raziocinio nel senso che attribuiamo all'uomo: un cavallo non si pone le domande sull'esistenza, al massimo aspetterà l'ora del fieno o della biada e di trottare un po' in giro, o di passare l'estate allo stato brado in montagna (pratica diffusa in Alto Adige con gli Avelignesi, i cavalli con la chioma bionda). Non ci sono dubbi tuttavia che - come tutti gli animali che da decine di migliaia di anni convivono con l'uomo a vario titolo, da quelli di utilità (cane 'da lavoro', cavalli 'da tiro', l'umile asino o il suo cugino mulo), da 'fattoria' (mucche, capre, pecore) e ovviamente da 'compagnia' (il cane carlino, per quanto 'perculato', secoli e secoli fa era già ritratto in compagnia degli imperatori cinesi) - il cavallo, per chi ci convive e ne conosce i caratteri fondamentali - diventa un compagno e, in molte situazioni, si comporta come si comporterebbe un amico umano: a furia (ah ah ah) di vivere con noi da decine di migliaia di anni, anche 'loro' hanno imparato a comprendere molti dei nostri stati d'animo e quindi, come un amico-umano dotato di empatia (e non tutti lo sono...), reagiscono di conseguenza: se il suo 'umano' è triste, felice, pensieroso, preoccupato, stanco, rilassato, impegnato, il cavallo - così come, molto spesso anche il cane, idem il gatto (questo ultimo, tuttavia, spesso se ne frega), si dice anche il maiale, il pappagallo, e vari altri - 'reagisce' a questo stato d'animo. L'essere umano è una cosa, l'animale un'altra (e quindi non si sta affatto 'umanizzando'), ma tra i due può esistere, e spesso esiste, un rapporto di empatia e di reciproca comprensione, esattamente come tra due amici-umani.
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Dal punto di vista della 'cultura' western, un cavallo era molto di più di un amico, era tutt'uno con il cavaliere come un moderno centauro. Nel west senza cavallo nel mezzo del nulla eri già il prossimo pasto degli avvoltoi. Non è un caso che quasi tutti i modi di dire tipici del west, molti dei quali ancora usati oggi, includono il cavallo od al cavallo fanno riferimento.
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Se nelle copertine è quasi sempre stato rappresentato in maniera uniforme - marrone con striscia bianca verticale sul muso - in alcune delle sue apparizioni veniva descritto come 'cavallo bianco' tout court, e in bianco e nero, non essendo nero (come Diablo di Kit), 'appariva' bianco.
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Forse erano le tue aspettative più alte del previsto, credo.