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San Antonio Spurs

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Tutto il contenuto pubblicato da San Antonio Spurs

  1. Sono stato direttore di una rivista a carattere nazionale per una dozzina d'anni. Veniva stampata a Bologna nella notte fra domenica e lunedì e poi inviata alla distribuzione. Il martedì mattina la si trovava a Bormio, a Reggio Emilia - 70 chilometri di distanza - solo il mercoledì. All'epoca imparai che quello della distribuzione è un mondo a sé, con tempi e regole differenti e impossibili da cambiare perché quello che l'editore manda viaggia secondo la singola convenienza: ho un camion quasi bello pieno per Ghiofano e allora ci metto anche questi; ho un camion mezzo vuoto per Roccacannuccia e allora aspetto per ottimizzare. Parliamo di settimanali e mensili, che per quello che riguarda le riviste comporta cifre di diffusione anche gonfiate ma di vendita spesso irrisorie. Insomma, capita che ci si deva adeguare e che qualcuno di noi sia più fortunato, ma come diceva un mio amico: a Bari il sole sorge prima che a Torino, ma tramonta prima. Che c'entra? Niente, dovevo solo trovare una scusa per sviare dal fatto che non sto più nella pelle. Ma grazie agli amici che confermano quanto sia straordinaria questa storia, fino all'epilogo.
  2. L'uscita di scena per pazzia è già stato usato al termine della seconda apparizione di Mefisto, sarebbe un deja vu che non mi aspetto da Boselli, ma potrebbe anche essere un colpo di scena inatteso proprio per quello che ho appena detto. Però perché Dickart Sr dovrebbe essersi riciclato in direttore di manicomio non mi "sconficchera". A che pro?
  3. Allora: nel 1968 - parliamo della cronologia del mensile come lo chiamiamo adesso - Bonelli Sr. "ammazza" Mefisto. Poi, come per Arthur Conan Doyle con Sherlock Holmes, dopo una trentina di numero è costretto a furor di popolo a giustificare un seguito ed ecco la comparsa di Yama, ripetuta. Poi Bonelli Jr "ripesca" Mefisto e lo propone in un'altra avventura dal finale aperto. So che noi texiani siamo divisi su pericolosità e fascino di padre e figlio - io tifo Mefisto - e immagino che il pargolo Blacky vada solo in letargo. SPOILER PER CHI LEGGE ANCHE ZAGOR Come il barone Rakosi nell'ultimo numero. Però, ripeto, anche la Tigre Nera alla fin fine la sua dipartita l'ha fatta, così come El Muerto, che mi pare di capire sia uno dei nemici "preferiti" di Tex. In ogni caso, vada come vada, di Yama non dovremmo sentir parlare più per un bel po' di albi/anni.
  4. Sondaggio preventivo, se vi va: Yama si spiaccicherà inesorabilmente da qualche parte come la Tigre Nera oppure farà una fine aperta a qualsiasi possibile sviluppo futuro? L'unica idea certa che ho è su come verrà accolta questa domanda.
  5. San Antonio Spurs

    Villa dopo Galep

    Può essere stato un fattore importante anche l'età di Villa, che garantiva e ha garantito una lunga continuità per le copertine
  6. San Antonio Spurs

    Villa dopo Galep

    Gracias. Il "si dice" se non è vero è verosimile.
  7. Se qualcuno ha già trattato l'argomento chiedo scusa e lo prego di ripetere la risposta: come e perché fu scelto proprio Claudio Villa per sostituire Galep nelle realizzazioni delle copertine?
  8. Di questa, il secondo personaggio da sinistra nella terza vignetta
  9. Sono d'accordo con Paco, ma è pur vero che copertina e vignette in anteprima le possiamo vedere sul sito della SBE. A proposito di vignette, nell'ultima proposta sempre sul sito della SBE, Yama appare a cinque cavalieri, perché c'è anche un indiano sconosciuto. Speriamo che non faccia la classica brutta fine alla Matewa nella storia degli uomini giaguaro.
  10. Premessa: ho dato a me stesso del pignolo e non ho richiesto la patente del professore, quella sì sarebbe stata buffa (non so importare le faccine e dunque non ne metto), ma spiego, per far capire, o ribadire, come tutto quello che ho notato nasce dall'attenzione per il prodotto, altissimo, altrimenti avrei tirato stancamente via. Nessuno di quelli è un errore, infatti iio non l'ho scritto e ho perfino aggiunto quello che aveva detto e avrebbe commentato GLB in materia: i passaggi sono fra una vignetta e l'altra, non sempre collegate con il tic tac di un cronometro. Per l'ultima tua osservazione, accetto il rilievo, ma mi mancava qualcosa e del resto non è che un tifoso possa sostenere a priori che un allenatore sbaglia. Al massimo può pensarla diversamente, nel rispetto dei ruoli e delle competenze (sono un rompiscatole, lo so, altrimenti non avrei fatto il giornalista, di mestiere). Alla prossima tazza di caffè nero bollente. Non so quasi chi o costa l'UBC e il mio post è nato e si è sviluppato senza nessuna polemica, anzi partendo da ben precisi presupposti positivi e credo che questo Borden lo abbia immediatamente capito e, che dal suo ruolo e per le sue competenze, mi abbia dato la giusta risposta. Ci tenevo io alla replica; dei che così fra un po' mi tolgo l'attributo di "Timido pubblicatore"! Chi o cosa sia, volevo dire.
  11. Ancora perle. Prima vignetta di pagina 7: Carson tiene il medaglione esattamente con l'albero bruciato dietro. Quinta vignetta di pagina 7: tre pard discutono e il quarto, Tiger in primo piano fa come da sentinella. Quarta vignetta di pagina 22: sontuosa la comparizione di Shakti in un lungo corridoio con alle spalle uno spazio di luce. Ancora luce nella pagina seguente: quella della prima vignetta come se un occhio di bue circondasse dall'alto la figura di Yama. Magistrali i chiaroscuri successivi: bianco sempre dietro a Yama e grigio nell'altra parte della vignetta. Pagina 29: terza e quarta vignetta, Tex fuma ma la sigaretta passa dalla mano destra alla sinistra, dove resta nella successiva per tornare a destra nella terza di pagina 30. Da pagina 38 in poi: i pard a colloquio con El Morisco ma Tiger Jack, come in altre situazioni, sempre in piedi. O nella stanza non ci sono abbastanza sedie o il Navajo è allergico a quelle sedute come Carson lo è ai treni. Pagina 65, il demone - chiamiamolo così - che appare e parla a Yama - mi fa molto Ufo Robot Goldrake o Jeeg, fate voi, la mia conoscenza è superficiale. Estrema cura dei particolari di Civitelli: a pagina 100, panoramica dei tavoli, Kit è l'unico che ha ancora la forchetta nel piatto; pagina 104, ultima vignetta, la posata è ancora lì nella stessa posizione. Però, nella terza vignetta di pagina 105 i bicchieri di birra sono solo due, manca quello di Tex, mentre nella seconda e terza di pagina 105 lo stesso regge la tazzina con la mano sinistra e nella quarta, in stile sigaretta, cambio di mano. Così è per il biglietto nelle mani di Kit nelle prime due vignette di pagina 107. Come avrebbe detto, giustamente GLB, c'è tempo fra una vignetta e l'altra, a giustificare i cambi di mano. Infine, dove sono i pard a pagina 107 visto che sono sotto un portico che nelle prime immagini del ristorante non esisteva? Pignolerie, mie, che non inficiano l'altissimo giudizi sulla qualità del prodotto, semmai riconfermano l'ammirazione e l'attenzione che merita questo secondo albo, come del resto il primo.
  12. Scusate ma nel mio intervento precedente quel figlio di mille puzzole del correttore automatico ha stravolto in parte la comprensione del messaggio, che correggo e ripropongo così: Altre notarelle sparse. Magistrali le pagine da 17 a 21, con la tempesta di sabbia che davvero invade la scena con un grigio che spero nella futura versione a colori della serie di Repubblica resti invariata perché non è bianco e nero, ma grigio assoluto. Pagina 23: Shakti porta un anello all'anulare della mano sinistra, solo una curiosa coincidenza (non è certo cattolica) che però mi dà l'assist per una domanda: Kit, Kit Willer, cresciuto come si sa bene anche in una missione, è di religione cattolica? Preciso che saperlo non cambia niente nella mia vita di texiano. Pagina 24: una delle vignette forse più rare o addirittura uniche, divisa a metà fra i personaggi, con replica di rarità nella quarta della pagina successiva: Tex in mezzo a Shakti e Yama. Forse sono espedienti già usati in precedenza, in ogni caso la bravura di Civitelli è riconfermata. Pagina 33: onomatopea Waammp, mai letta ma efficace. Il bello di questa serie è - anche - una continua scoperta di particolari...
  13. Altre notarile sparse. Magistrali le pagine da 17 a 21, con la tempesta di sabbia che davvero invade la scena con un grigio che spero nella futura versione a colori della serie di Repubblica resti invariata perché non è bianco e nero, ma grigio assoluto. Pagina 23: Shakti porta un anello all'anulare della mano sinistra, solo una curiosa coincidenza (non è certo cattolica() che però mi dà l'assist per una domanda Kit, Kit Willer cresciuto come si sa bene in una missione è di religione cattolica, immagino. Preciso che non mi cambia niente nella mia vita da texiano. Pagina 24: una delle vignette forse rare o addirittura anche divise a metà fra i personaggi, con replica di rarità nella quarta della pagina successiva: Tex in mezzo. Pagina 33: onomatopea Waammp, mai letta ma efficace. Il resto a domani
  14. Chiedo scusa se qualcuno lo ha già fatto notare, ma ho scoperto che Shakti (o Sakti) è il nome di una divinità indu con molte caratteristiche peculiari riferite alla femminilità e addirittura con rovesciamento dei ruoli classici uomo dominante-femmina sottomessa e di questo particolare ringrazio Borden, che certamente sapeva e che sulla "nostra" Shakti ha certamente costruito una parte da non comprimaria. Già che ci sono, sottolineo la ripetizione del gesto sul volto di pagina 23 e 110: non so se in Tex e per Tex si sia mai potuto usare il termine "sensualità", ma qui Civitelli ha davvero proposto un paio di vignette capolavoro e indotto al gesto inconsulto. Non mi sono mai preoccupato di immaginare Tex e i suoi interpretati da attori veri, soprattutto dopo l'unico, fallimentare film con il povero Giuliano Gemma. Però adesso mi trovo invece a pensare a chi potrebbe interpretare Shakti. Ed è una ulteriore conferma che la storia prende, eccome.
  15. San Antonio Spurs

    [Texone N. 09] La Valle Del Terrore

    Probabilmente qualcuno l'ha già ricordato, che sono 20 anni dall'uscita di quel capolavoro disegnato da Magnus: 1996. 2016 alla fine nel migliore dei modi per quello che riguarda i tratti dei "Nostri", visto il lavoro di Civitelli nei primi due albi della storia del ritorno di Yama e il rammarico è immaginare che cosa avrebbe potuto produrre Roberto Raviola in una storia "fanta", la soddisfazione è di aver visto, prima ancora che letto, quel Texone
  16. Dei quattro cavalieri del titolo tre mi sembrano montare ronzini o esserlo loro stessi, dopo l'eliminazione di Avendra ci rimangono l'inconsistente Rinchen il fricchttone pre rasta Lefeuvre e l'Hayden chiamato giusto perché un altro occidentale ci voleva. Non credo, a due terzi della storia, che nessuno di loro sarà rivisto, perché in fondo sono assistenti - uso terminologia cestista- dell'head coach Yama.Tre Dambo per Mefisto, più o meno; più accurati ma meno muscolosi. Mentre Kamal conquista la fiducia e c'è da credere che l'eredità se la sia già guadagnata per gli albi dopo il prossimo quello della rinnovata sconfitta di Yama. Infine, Shakti: difficile prevedere la sorte, non credo alla prigionia alla Lily Dickart, né al ravvedimento e nemmeno alla morte prematura magari fra le braccia di Kit. Morale: l'attesa per il terzo albo della storia è spasmodica e questo va a lode di chi l'ha ideata, sceneggiata e disegnata.
  17. Shakti è nettamente la più bella figliola vista da molti decenni
  18. E con queste parole, perfette, aggiungo un elemento al mio precedente giudizio: la voglia spasmodica di sapere che andrà a finire. Timbro di qualità. Ricordo che nel 1990, quando in Italia andavano in onda le puntate di Twin Peaks e non c'erano tutti i mezzi di informazione di adesso, chiamai il corrispondente USA del io giornale dell'epoca per farmi dire chi era l'assassino di Laura Palmer. Me lo disse, lo scrissi in un articolo (di basket!) e Sorrisi&Canzoni si arrabbiò molto. Quindi, io rapirei Boselli o Civitelli e chiamerei Carlo Monni a difendermi per il crimine, motivandolo dal fatto che 28 giorni per conoscere la fine della storia sono una tortura ;-)
  19. Il confine fra storie insufficienti, sufficienti, belle, bellissime e da 10 e lode per me è rappresentato dalla voglia di rileggerle più volte, anche a distanza di tempo, cercando magari nuovi particolari. In questa e nello specifico nell'ultimo albo, trovo che Civitelli dia il meglio di sé nelle tavole di azione e in quelle con effetto notte, ma i suoi chiaroscuri restano impagabili.Segnalo alcune vignette da lode: la quinta di pagina 73, con El Morisco che ha decisamente paura; ultima vignetta di pagina 85: dovrebbe essere noto ai pard che le pallottole non servono contro le visioni, e va bene, ma se guardate la traiettoria dei colpi nessuno di quelli sparati dagli infallibili avrebbe colpito Yama che si protegge comunque con il coltellaccio; dei quattro "nostri" Tex è l'unico che si presenta con cinturone e fondine , della serie "Non fidarti mai, non si sa mai"; infine, non ho mai capito perché Tex&Co tengano i cappelli in testa anche quando sono al ristorante o in qualsiasi posto chiuso, non devo certo celare calvizie, non ne faccio una questione di educazione ma a che serve lo Stetson e/o cugini vari calcati fra una bistecca alta tre dita o davanti ad Ely Parker? Come fare la doccia con il calzini, anche se il riferimento di base è altro
  20. Storia in crescendo e con una costante: lo splendore dell'opera di Civitelli. La Dark Lady Shakti nella quarta vignetta di pagina 23 è da podio nella intera saga dell'eterno femminino texiano. C'è solo una cosa che ancora non mi torna: perché le Forze del Male o chi per loro va a ripescare Blacky? E con quale scopo, considerando che il mondo è grande e i quattro pard ne occupano una porzione sì vasta ma minoritaria? Perché allora i quattro cavalieri sarebbero loro, considerati gli unici al mondo a poter sconfiggere il male. Risposta presunta (da me): Blacky/Yama è un predestinato che prima di dominare il mondo intanto vuole vendicarsi ed eliminare i suoi antichi nemici. Concludo e ripeto: albo molto avvincente e avvolgente, bravo Borden, bravissimo Civitelli, con il top raggiunto all'ultima vignetta: il Carson con occhio sinistro chiuso a rappresentare, come meglio non sarebbe stato possibile fare, la determinazione del vecchio cammello.
  21. ma torno indietro, all'albo precedente, riletto come prequel: da pagina 84 in poi Tex e Kit scappano nella notte senza che nessuna se ne accorga, poi, da un'altura vicino al villaggio vedono che un gruppo di cavalieri va al loro inseguimento e si mettono a correre piedi con una corsa presunta di tre miglia. Impresa surreale che infatti viene interrotta da uno scivolamento dell'arroyo. Poi la ricomparsa su due cavalli non loro che si presume, vedi prima vignetta pagina 93, siano stati rubati ad una sorta di retroguardia del gruppo selvaggio inseguitrice. Poi si intuisce, ma chiedo conferma, che i due pard cerchino di raggiungere le colline con un percorso alternativo. Curioso che anche nel Ponte della Battaglia ci sia stata una curiosa e un po' improbabile prova podistica notturna di rilievo di uno dei nostri.
  22. "L'inferno che urla" è uno dei titoli più belli degli ultimi tempi. Per intanto.
  23. Caro Carlo, di quel numero 100 ricordo la trepida attesa scandita dalle quarte di copertina dei mesi precedenti. Gran bella storia, anche se oggi mi fa sorridere il fatto che Jim Brandon sia in divisa e Gros Jean vestito come se la temperatura anziché a +40 fosse a -20. Febbraio 1969...
  24. In realtà Jim Brandon compRE ANCHE NEL NUMERO 100
  25. Riflessioni a sangue freddo. Il mescalero senza volto: bella storia, bei disegni ma una vocina interna mi suggerisce un chissà perché: in bianco e nero sarebbe venuta meglio. Rio Quemado: tema già affrontato altre volte, ma non è una critica; al contrario è un elogio a Borden per come la sviluppa e la concentra. Il finale, con la riunione fra babbo, mamma e figlio mi ha ricordato quello di "Cuore Selvaggio" di David Lynch. I disegni di Dotti hanno un che di spigoloso, anche qui è più elogio che perplessità. Mi diverte molto il Carson della seconda vignetta di pagina 37. Un cavallo di pezza: premessa, scherzo. Barberi ha fatto poca fatica per i dialoghi di questa storia. In realtà proprio l'assenza di fumetti nell'accezione originale dell'uso allarga lo schermo sulle profondità di Venturi. E'una storia breve perfetta in quanto tale, avete presente "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"? Scarno ma efficace. Essenziale Amici per la morte: la storia che è mi è piaciuta di meno per la legnosità dei personaggi e per un tex quasi irriconoscibile e con caratterizzazioni al limite del grottesco. Chupacabras: horror alla Dylan Dog e probabilmente è già stato rilevato. Boh? Il tratto di Rubini mi convince il giusto, sono d'accordo con chi sostiene che non era una storia "allungabile. Nella mia mania delle fisionomie, nella terza vignetta di pagina 131 il conducente mi ricorda Charles Bronson.
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