Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    1249
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    83

Messaggi pubblicato da Condor senza meta

  1. E' vero che la tecnologia è entrata di forza nel processo creativo dei fumetti, ma un conto è usare un pc come strumento per realizzare la propria opera (cercando sempre di far prevalere il proprio stile ed evitare l'omologazione e l'appiattimento che la grafica digitale comporta se non la domini a dovere) un altro è creare una sequenza narrativa con una "macchina" che saccheggia letteralmente sul web l'opera e l'intelletto altrui creando un puzzle di segni freddo e non del tutto amalgamato. 

     

    Uno sceneggiatore avrà pure la possibilità di crearsi la sua storia da solo, ma quante volte il talento di un disegnatore è riuscito a rendere immortali e poetiche alcune scene che senza il suo contibuto di anima, non sarebbero state tali? Riuscirà mai una macchina a far questo? Magari in futuro sì, ma credetemi la cosa mi mette una tristezza immane poichè giudico il primo passo verso il declino definitivo dell'umanità quello di rinunciare all'unicità di ogni essere umano, affidando il tutto all'omologazione razionale e gelida delle intelligenze artificiali. 

    • Grazie (+1) 2
  2. Nel preciso istante in cui i fumetti non saranno più realizzati dai disegnatori in carne e ossa e affidati alle AI, smetterò di leggerli e acquistarli.

    Ma ciò vale per ogni forma d'arte, poichè reputo che dietro ogni opera di un autore c'è immaginazione, emozione, passione coltivata con anni e anni di sacrifici, sogni, anima, un messaggio da veicolare ai simili. Tutta l'essenza degli esseri umani in pratica.

    Niente di tutto ciò può essere sostituito da una macchina, per quanto intelligente. 

     

     

    • Mi piace (+1) 1
    • Grazie (+1) 2
  3. Personalmente ritengo che (anche se consapevole che la storia non è di certo il massimo e che Nizzi ormai da tempo sia alla frutta), fra tutte le sue ultime storie del cosiddetto "Nizzi bis", questa sia quella che più delle altre meritava la regolare.

     

     "L'assedio di Mezcali" e la "Rupe del Diavolo" sono inferiori in qualità, ma a parer mio, sono state realizzate da disegnatori che davano più garanzie dinanzi al giudizio dei lettori tipici della testata. Alessandrini è un grandissimo professionista, ma con una cifra stilistica particolare che magari non accontenta tutta la platea "classica".

     

    Ripeto, non è certo una storia indimenticabile (scorciatoie e sbavature ce ne sono eccome) ma scorrevole e piacevole sì, e se son finite nella programmazione episodi sciapi (se non irritanti) come il Monaco Guerriero, il Pistolero vudù, Il breve riempitivo di Ruju dei gemelli e tante storie senza mordente di Faraci, non vedo perchè si dovesse gridare allo scandalo se ci finiva pure questa.

     

    Poco importa in fondo, ormai Nizzi rappresenta il passato, e spero che si possa tornare a leggere tante altre belle avventure futuro. Mauro d'altronde è una garanzia, Ruju sembra in ripresa e confido in Rauch e Giusfredi per un onesto turnover. "L'ottimismo è il profumo della vita" (cit.) :D  

    • Mi piace (+1) 1
    • +1 1
  4. <span style="color:red">17 ore fa</span>, borden dice:

    Dovremmo esserci

    :ok: Grazie per la risposta Mauro.

     

    Un gran colpo per l'organizzazione riuscire a portare due artisti del vostro calibro e prestigio alla rassegna.

    Spero proprio di riuscire a fare una capatina quest'anno! :)

     

  5. <span style="color:red">3 ore fa</span>, Barbanera dice:

    Caro Condor, amigo...è la stessa "scorciatoia narrativa" che Glb tira furi dal cappello nella migliore sua storia (a mio modesto parere) "la cella della morte".;)

     

    Ciao Antonello, in primis ancora congratulazioni per il tuo secondo soggetto (l'esordio è una stupenda soddisfazione, ma quando si riesce a bissare, è ancor più significativo e denota che la stoffa c'è e sono davvero molto contento per te).

     

    Per ciò  che riguarda  la scorciatoia narrativa (termine più adatto rispetto a quello scritto da me), ben lungi dal voler rinfuocare le vecchie e solite polemiche (non vorrei che parta il solito mantra) , ho specificato che non è una sola prerogativa di Nizzi e in ogni modo la mia non voleva essere una critica ma una constatazione personale. In fondo ci può stare in un'opera di fantasia uno snodo così per rendere più avvincente la scena del recupero. Nella realtà, così come fatto notare giustamente da @Carlo Monni , certi incartamenti senza prove fisiche e confessioni dirette, erano buone solo per poterci rullare il tabacco. :D

    • +1 1
  6. <span style="color:red">6 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

     

    Fotocopie o scansioni del memoriale? Quanto costavano per pagina nel vecchio West ? :blink:

     

    Ovviamente si scherza :P

    Stesso valeva per gli avvisi di taglia, ma non credo che strappandone uno decadeva "la caccia" :D

    Lo so, stiamo spaccando il capello in quattro, per un dettaglio anche poco influente ai fini narrativi, ma mi andava riportare la discussione su binari più consoni alla storia, poichè era da un po' che perdurava l'OT. :D

  7. Per ritornare in topic, una delle "forzature" narrative che trovo nella storia (e non è la prima volta nè per Nizzi che per altri autori) quella del presunto memoriale che ricatta il villain di turno.

     

    Come ogni volta reputo un po' "elementare" che basti recuperarlo per dormire sogni tranquilli.

    Mi spiego: visto che un documento tale è di cosi tanta importanza, non capisco come mai non sia riprodotto in tot copie, e distribuito a tot notai, rendendo difficile il recupero dei malviventi (magari anche con l'ordine di pubblicarlo al primo tentativo di furto).

     

    Onestamente un "ricatto" così labile contro un pezzo grosso, pare il minacciare un elefante con uno stuzzichino. :D

  8. <span style="color:red">42 minuti fa</span>, Leo dice:

    Il cui modo di leggere, lo ribadisco, merita rispetto. Qua dentro li si tratta come lettori scadenti, ci si arrabbia addirittura perché c'è gent(aglia) che apprezza un maxi ignobile come quello disegnato da Alessandrini o altre storie dell'innominabile. Storia, quella dell'ultimo Maxi, che molti hanno trovato godibilissima, e proprio questo apprezzamento non dice che certi lettori sono gente da ospizio, come pretenderebbe Diablero col suo solito sarcasmo fuori posto, dice invece che Tex è anche questo, è una buona storia western, dei dialoghi divertenti, delle situazioni scoppiettanti. 

     

    Tex è anche questo, è anche il Tex di Nizzi. A prescindere dalle singole storie - molte delle quali, dell'ultimo periodo, illeggibili - i lettori riconoscono un certo modo di scrivere, uno stile, che bene o male ha caratterizzato decenni di letture texiane. Alcune delle quali, lo ribadisco fino alla nausea, straordinarie, come quella Fuga da Anderville che ormai sembra diventata la madre di tutte le ciofeche solo perché Tex strilla (come un gallinaccio, si aggiunge sempre), e la si accusa di lesa maestà perché Tex sarebbe sconfitto; senza considerare la bellezza di tutta la sceneggiatura, le emozioni che ha saputo suscitare in tantissimi lettori. Emozioni che qui vengono calpestate, in nome di una logica che si pretende ferrea e inattaccabile, che vuole che Tex non debba mai essere gabbato, nemmeno se la vicenda è costruita in maniera tale che la sconfitta appaia come inevitabile. 

     

    Perché il primo Nizzi non è stato solo il "bagno caldo" di cui lui stesso parla; è stato La Congiura (con un Barbanera sbagliato, si dice ormai, una commediola è diventata qui dentro), è stato Furia Rossa, è stato Un ranger del Texas (uh, Tex di nuovo gabbato, che scandalo), è stato L'uomo senza passato (ma è tutto di Villa, il merito), La leggenda della vecchia missione (dozzinale), La tigre nera, Sioux, Fiamme sull'Arizona, La grande rapina, i Cospiratori, l'uomo con la frusta (copiata male da Il grande intrigo, si dice ora). Nizzi è stato tutto questo, è stato molto amato per come ha saputo scrivere Tex, per la sua versione del personaggio, e tutto questo non è cancellabile. Non lo cancelleranno i suoi detrattori a prescindere, e non lo cancellerà neanche lui stesso, pur con tutte le boiate che dice nelle interviste su se stesso numero uno e su Boselli signor nessuno.

    Condivido in toto il tuo intervento pard.

    In effetti la tendenza di classificare la platea in lettori di serie A e serie B, l'ho notata spesso anch'io e ammetto che mi infastidisce un po'.

    Sia chiaro, in fondo m'importa poco, visto che non esiste alcuna legge insidacabile che può giustificare una simile catalogazione e ognuno è libero di leggere come meglio crede senza dover dar conto ad alcuno, ma il clima così diviene pesante e le conversazioni ne risentono, perdendo interesse e in un Forum questo non è positivo, a mio avviso.

     

    Come scritto nella mia ultima recensione, ritengo che l'imparzialità debba essere alla base di ogni giudizio, così come non sarà un parere (anche "autorevole") a farmi cambiare idea sulle bellissime storie di Nizzi da te citate. Magari sarò uno di quelli che "non sa leggere le storie" ma dormirò lo stesso! :D

     

    E questo non significa essere "Nizziano" ebete, visto che tutto il piattume prodotto nella sua fase decadente è stato da me giustamente criticato e il suo atteggiamento di shit nei confronti della saga e del curatore, ampliamente biasimato. Ma per quanto il recente Nizzi (autore e uomo), possa stare sulla pancia, non è corretto cancellare con un colpo di spugna ciò di buono che è stato fatto nel suo periodo d'oro. Lo trovo poco corretto. 

     

      

    • Mi piace (+1) 2
    • Grazie (+1) 1
  9. L'Italia, quel magico paese composto da poeti, navigatori, commissari tecnici e sedicenti curatori. :P:D

     

    Continuo a pensare che fin quando ragioneremo solo da lettori, non potremo mai avvicinarci alle reali dinamiche di una casa editrice. Se i numeri danno ragione a chi deve prendere le decisioni per arginare la grave crisi di vendita, evidentemente chi è in errore siamo noi, che quasi abbiamo la presunzione di insegnare il mestiere a chi di dovere. 

     

    Richiamare Nizzi è stato un errore? Forse!

    Far scrivere Faraci su Tex non ha dato i risultati sperati? Vero.

    Ruju sceneggia a ritroso per il colpo d scena? E se anche fosse!

    Zamberletti non doveva finire sulla regolare? Vero pur questo ma come coprire l'eventuale buco di quei mesi?

     

    In fondo cosa deve fare l'attuale curatore per accontentare tutti, resuscitare con una seduta spiritica il vecchio Bonelli?

     

    P.s. Forse sarò strano io, ma di solito mi incazzo per cose più serie e non certo per la qualità non eccelsa di un fumetto.

    Come ogni opera, una storia può riuscire o meno e anche se un autore non riscontra più il mio gradimento, non intento una crociata contro chi lo produce. Qualità poi che è pur sempre soggettiva, poichè spesso quello che non piace a me, aggrada una buona fetta di persone, quindi di cosa si sta parlando? Onestamente credo che a furia di criticare la Bonelli, la cosa ci stia sfuggendo di mano. 

     

    P.s.2 Meno male che Nizzi si sia tolto spontaneamente di torno, così almeno potremo tornare a discutere di altro pacificamente su questo forum. :D 

     

    • +1 2
  10. Premessa: non ero affatto sicuro che questo maxi valesse la spesa, difatti fino all’ultimo sono stato indeciso se comprarlo o meno.

     

    Sapendo che ogni volta che si parla di Nizzi sul Forum bisogna usare i piedi di piombo, prima che io possa essere nuovamente etichettato o classificato “guelfo o ghibellino” (non sarebbe la prima volta e temo che non sarà nemmeno l’ultima) torno a specificare che, pur essendo cresciuto con le sue storie e averlo ammirato molto nel passato, sono il primo a riconoscere la sua inarrestabile involuzione creativa degli ultimi  decenni e non ho mai lesinato le mie critiche in proposito quando il livello delle trame ha toccato punti molto bassi, d’altronde se si vuole giudicare un’opera d’arte, l’imparzialità deve essere l’unica rocca salda che non deve venire meno per essere credibili.

     

    Come già avuto modo di dire in precedenza, purtroppo noto che difficilmente i giudizi e i toni si mantengono tali da garantire un confronto pacato e costruttivo quando si discute del “famigerato” autore in questione: onestamente reputo decisamente fuori luogo alcune posizioni estremiste (sia “pro” che “contro”) come è piuttosto fastidioso essere delegati in una presunta fazione, se si esprime il proprio punto di vista; come se in fondo fosse un’offesa avere dei gusti che possano portarti ad apprezzare storie di tizio o patenti che denotino meriti ed elogi se si approvino storie di caio.

    Continuo a sostenere che la soggettività è il fulcro su cui ruota ogni punto di vista e che se non si torna ad avere rispetto e comprensione del parere altrui (soprattutto quando diverge dal proprio) non ha più tanto senso provare a intavolare conversazioni sul Forum: si finisce solo col litigare o insultare velatamente gli interlocutori che possiedono punti di vista non condivisi.

     

    Chiusa la parentesi (spinosa lo ammetto, ma bisogna sempre avere il coraggio di dire ciò che si pensa) torno a dedicarmi all’albo in questione, che in fondo rappresenta il nocciolo del topic.

     

    Ho fatto bene a spendere il deca per questo maxi? Si!

    La storia non è un capolavoro ma è onesta e scorrevole.

    Anch’io credo che rappresenti la migliore partorita nel periodo del “Nizzi bis”.

     

    L’autore mi ha dato l’impressione di chi, sapendo di avere ospiti a cena, decide di cucinare le pietanze che sa far meglio per non sfigurare. Magari in alcune portate manca un po’ di sale e in altre la cottura non è perfetta, ma nel complesso i manicaretti si presentano bene e soddisfano i palati dei presenti. Qualche critico potrà legittimamente muovere l’appunto che la cucina sia poco innovativa e non all’altezza degli Chef Gourmet, ma le ambizioni ai fornelli non erano rivolte alla valutazioni stellate e l’esito è comunque accettabile.

     

    Non è certo la prima volta che si tocca l’argomento della congiura e del tentativo di impadronirsi dei giacimenti della riserva Navajo: Nizzi in passato si è spesso cimentato con merito su questi soggetti e ci riprova per questa lunga storia affidata agli inconfondibili pennelli di Alessandrini.

     

    La sceneggiatura non è male e l’episodio scorre fluido non annoiando il lettore.

    Non mancano le scorciatoie narrative e i “casi fortuiti” che incanalano i nostri lungo gli snodi della vicenda, ma rispetto ad altre recenti prove poco riuscite dell’autore, stavolta la coralità del complesso attenua il senso di disturbo di queste sbavature. Potrei aggiungere che uno spunto così importante meritava più epicità e pathos in alcune scene, ma credo che Nizzi abbia di proposito appianato il tutto e con molto mestiere abbia reso accettabile l’esito finale. Buona la soluzione della divisione dei compiti tra i pards, discreti i dialoghi e un’azione dei nostri alquanto consona e scevra di eccessive piccionaggini.

     

    Una lettura d’evasione soddisfacente che ti tiene incollato alle pagine e si fa apprezzare. A mio avviso la miglior prova di Nizzi da Athabaska Lake a questa parte.

     

    Considerato il livello onesto della prova e la garanzia di tradizionalità dello stile (che parecchi lettori sul web ammettono di apprezzare) è un peccato che lo sceneggiatore abbia chiuso malamente con la redazione.

    Utile sarebbe stato nel turn over, dove il suo classico manierismo avrebbe potuto alternare le storie più ambiziose di Borden e quelle regolari di Ruju, appagando diverse tipologie di palati (non a caso Mauro aveva avallato il suo ritorno dopo dieci anni di silenzio), purtroppo il carattere non proprio tenero e la presunzione di ritenersi il solo detentore del verbo texiano lo ha portato alla sua biasimabile uscita di scena e a noi lettori non rimane che prenderne atto.

     

    Scusandomi per la mia consueta mancanza di sintesi, riassumo il mio giudizio: storia che mi è alquanto piaciuta e che ben lungi da poter essere annoverata tra i capisaldi della serie, fa la sua onesta figura e poteva pure apparire sulla regolare (si è visto ben di peggio in passato).

     

    Alessandrini è un grandissimo professionista dallo stile inconfondibile e parecchio imitato da alcuni colleghi (Torti, Filippucci, De Vescovi etc.). Tuttavia, al netto di una prova decorosa e positiva, continuo a trovarlo non indicatissimo per una saga come Tex, anche a causa del tratto grottesco e quasi caricaturale delle sue figure (che ha fatto la ricchezza di MM ma non è eccessivamente azzeccato per una saga più classica come quella del ranger). Non mi hanno convinto troppo le fattezze dei pards, con Kit troppo simile al padre e un Tiger alquanto sgraziato. Anche Parker sembra più un Java dimagrito che un indiano e Lola è la copia sputata della svampita Angy. Comunque è un autore che merita la mia stima, poiché ho sempre ripetuto che preferisco uno stile personale e riconoscibile, seppur sintetico, a uno dettagliato e ricercato ma al contempo freddo e anonimo. Il mio voto finale è 7

    • Mi piace (+1) 2
    • +1 1
  11. 1 ora fa, Grande Tex dice:

    io non capisco perche tutti abbiano questa idea che Nizzi voglia fare dispetto a qualcuno

    Secondo me é molto più semplice: quando non si hanno più idee si finisce per scrivere male anche se ci si mette di impegno.

    Concordo, in effetti l'autore ormai si è inaridito da tempo. Ripeto quello che ho scritto in un recente commento: ogni volta che il discorso verte su Nizzi si tende a snaturare la conversazione estremizzando all'eccesso le posizioni.

     

    Ormai, dopo un lustro presente sul forum, ci ho fatto il callo alla cosa e ho perso interesse a seguire queste accese (e in fondo sterili) querelle. 

  12. La grandezza di un narratore è quella di riuscire a coinvolgere il lettore e appassionarlo anche quando lo spunto di soggetto è alquanto basilare.

    A mio avviso Bonelli non ha rivali su questo aspetto, visto che riusciva a elevare qualsiasi trama, con il suo stile innato e tanta fantasia.

     

    Come tante prove del periodo "Frecce Nere" non brilla per complessità di intreccio, ma la sceneggiatura è brillante e la tensione narrativa molto accattivante.

     

    L'autore ripesca i Figli del Sacro Bisonte e crea un seguito molto carico di azione e pathos.

    L'incipit con la strega ai margini della riserva che predice il futuro ai tre pards è già un tocco di classe, una di quelle sequenze che, senza ben capire il perchè, ti rimangono impresse nelle memoria e provano la grandezza di colui che le ha concepite.

     

    La storia preosegue con il lungo assedio degli indigeni che operano sotto l'effige del Bisonte e le difficoltà dei nostri, costretti ad asseraggliarsi dentro la Tigre di Pietra, in attesa dell'arrivo di Kit con i rinforzi.

     

    Davvero ben escogitata la doppia minaccia, visto che, oltre agli indiani, Tex e Tiger e i tre cercatori di tesori, dovranno vedersela con una misteriosa minaccia che giace tra le acque della cisterna del tempio. Un tocco di esotico a tinte horror che aggiunge tensione alla già carica vicenda e che svelerà la presenza (improbabile ma a effetto) dell'anaconda tra i mendri della pozza. 

     

    Il finale appare un po' velocizzato, ma non inficia la buona riuscita dell'episodio. Da notare, come stavaolta Tex e Tiger riescano a tirarsi fuori dai guai senza l'aiuto dei Navajos, giunti sul luogo dello scontro ad assedio finito. Storia molto godibile e che, rispetto ad altre del periodo, regge molto bene il confronto col tempo.

     

    Molto ben assortito e ormai affiatato il duo Galep-Gamba ai pennelli. Come di consueto un'elevata resa e perfetta sintesi di tratto che coniuga dinamismo e buona capacità narrativa. Particolare l'effetto notturno creato nelle ultime strisce: semplice ma davvero efficace. Il mio voto finale è 8

  13. Storia che reputo di grande spessore.

     

    Nizzi in quegli anni era ancora ad alti livelli, ma purtroppo sul forum si tende sempre troppo spesso a dimenticarli quei periodi.

     

    P.s.  Mi spiace per il nostro buon Diablo, ma se alcuni episodi non li rilegge da oltre trent'anni, il suo giudizio in proposito è poco affidabile :P :D

  14. <span style="color:red">53 minuti fa</span>, Il Berna dice:

    P.S. so che probabilmente la risposta è "la pubblicità", ma recentemente ho comprato alcuni numeri di Topolino per mio figlio. Foliazione cospicua,stampa a colori, prezzo di molto inferiore a un Bonelli.

    Magia nera?

    Ti sei risposto da solo, a mio modo di vedere. Gli introiti pubblicitari aiutano ad assorbire i costi di produzione, e già negli anni '80 (ovvero quando compravo Topolino anch'io) erano più le pagine dedicate alla pubblicità che quelle alle rubriche. 

  15. A mio avviso le fazioni fra "Pro Nizzi" e "contro Nizzi" non potranno mai venirsi incontro per un semplice motivo: i favorevoli non riconoscono il palese crollo dell'autore nella seconda fase di carriera, i contro vedono solo quello e dimenticano gli anni importanti che coincidono con il centenario 300.

     

    Quando si parla di Nizzi si estremizza sempre al massimo e ciò non permette un dialogo tra le fazioni e i flame sono sempre dietro l'angolo; in effetti non succede per nessun altro autore della saga e alla lunga stufa. 

     

    Permettetemi, ma il fanatismo (di qualsiasi fazione) non è affatto positivo e porta solo allo scontro e non al confronto.

     

     

    • +1 1
  16. La tolleranza, questa dote ormai sconosciuta! :mellow:

     

    Se un autore non piace, lo si ignora lasciando l'albo in edicola. Ma se lo stesso autore ad altri utenti garba (anche per ragioni che non si riesce proprio a comprendere) perchè etichettarli e fare infinite filippiche? Si accusa pure il curatore che avalla la pubblicazione di albi che svariate decine di migliaia di lettori accolgono con piacere: sbaglio o qualcosa sta sfuggendo di mano? 

     

    Sia ben chiaro, di difendere Nizzi non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello, visto che sono il primo a criticarlo quando lo ritengo necessario e anch'io lo reputo un autore ormai alla frutta, ma personalmente biasimo l'atteggiamento di sminuire il parere di chi non la pensa come me. Il mondo è bello perchè è vario e ognuno di noi dovrebbe farsene una ragione. 

    • +1 2
  17. Scrivo questo commento dopo parecchi giorni che ho letto l'episodio, quindi non riuscirò ad articolare una recensione molto dettagliata stavolta.

    Per una volta, suppongo, sarò più telegrafico del solito, magari per il sollievo degli utenti che mal digeriscono i miei commenti poco sintetici. :D

     

    A dire il vero, mi è rimasto poco in testa di ciò che ho letto a distanza di giorni e questo per me è sintomo di una prova non esaltante e poco ambiziosa.

     

    Un'indagine breve (troppo facilmente il nostro si ritrova sulla giusta via), la solita decisione risolutiva di Tex che punisce i colpevoli che si sono intascati l'oro, facendo ricadere la colpa sul malcapitato proprietario di diligenze e parecchie scazzottate.

     

    Il ritmo è piacevole, la lettura pure, ma in effetti l'episodio sembra più che altro un funzionale riempitivo, che si divora voracemente ma lascia poca sostanza.

    Storia comunque dignitosa e scandita sempre dalla buona verve di Bonelli in cabina di regia e Galep ai pennelli.

     

    Ci stanno in una longeva saga prove con meno pretese ma tutto sommato riuscite, però personalmente preferisco soggetti più articolati e respiri narrativi più ampi. Il mio voto finale è 6

  18. <span style="color:red">4 ore fa</span>, borden dice:

    Confesso che la mancata ristampa in occasione del film mi ha irritato e amareggiato. La considero un’occasione gettata al vento. Non posso essere il solo a credere nel personaggio, ti pare? Mah! 
     

    Anche "sottigliezze" simili dimostrano come in Bonelli non si abbia più alcuna voglia di osare con gli altri personaggi e si punta solo sull'usato sicuro (Tex) per spingere a manetta e tenere botta con le vendite, anche a costo di sovraesporre il prodotto e danneggiarlo nel lungo periodo. 

     

    Il film è un buon prodotto e meritava più considerazione (anche con una campagna pubblicitaria più adeguata a cui potevano fare seguito, ristampe mirate per valorizzare una saga di valore e ultraventennale), ma evidentemente ormai per alcuni contano solo medagliette, minicopertine e figurine. 

     

    Comprendo la tua velata amarezza Mauro: non è per nulla semplice lavorare e spendere la propria passione con l'andazzo decisionale che spira in via Buonarroti da tempo. :unsure:

  19. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Juan Ortega dice:

    Ricordo che anche il suo Texone subì parecchie critiche, alcune proprio feroci. Alessandrini io lo vedo un pò come Diso, legato indissolubilmente al personaggio di cui è simbolo; quando cambia soggetto perde parecchio.

    Infatti, oltretutto il suo stile molto caricaturale e minimale, non lo vedo adattisimo alla saga del ranger. Un po' la stessa pecca che riscontro in disegnatori come Torti e Filippucci (che vuoi o non vuoi influenze Alessandrine ne hanno), tuttavia gli ultimi due mi convincono di più su Tex. Impressioni mie personali ovviamente.

    <span style="color:red">2 ore fa</span>, Juan Ortega dice:

    Troppi concerti, caro mio:P:D

    Beh l'ultimo non potevo di certo perdermelo e, visto la magnificenza dello show, ho fatto bene a fare nuovamente una capatina a Milano, dopo dodici anni dal suo scorso concerto.

    Un artista immenso che riesce sempre a commuoverti, sia per la celebre storia che si porta dietro (come cofondatore di una delle band più influenti di tutti i tempi) e sia per il suo carisma e potere comunicativo impareggiabili.

     

    Le sue idee possono anche non essere comprese e condivise da tutti (e ribadisco "comprese" poichè chi lo critica sconosce completamente le sue origini e i suoi ideali pacifisti), ma ci mette sempre la faccia e l'anima e, onestamente, sono pochissime le rockstar che riescono a muovere una fiumara di fans tale a quasi ottant'anni. :Ave:

    • Mi piace (+1) 1
  20. <span style="color:red">4 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

    Il maxi l'avrei acquistato comunque, ma la copertina con i 4 pards è forse la migliore di tutte le testate bonelliane di questo strano mese. La lettura di questo albo può aspettare, continuo in questi giorni di festa la mia terza esperienza con le storie di GL Bonelli, sebbene piuttosto a rilento. Vedo che anche tu sei in modalità "rilettura" dei classici.

    Io a dire il vero sono rimasto indeciso fino all'ultimo se prenderlo. Nizzi ormai non mi dà tanta fiducia e Alessandrini, sebbene su MM lo apprezzi, non lo vedo adattissimo al west. Tuttavia alla fine ho ceduto, ma è ovvio che prima prediggo altre letture. Sono curioso della nuova storia che porta il secondo soggetto del nostro caro pard @Barbanera:clapping:

     

    In quanto alla rilettura degli albi classici di Bonelli, ogni tanto è doveroso e fantastico "tornare alla fonte". Purtroppo anch'io sto procedendo troppo lentamente fra impegni e altre letture, ma mi sto divertendo tantissimo a rileggerle e recensirle. :)

    • Mi piace (+1) 1
  21. IMG20230407213530.jpg

    Come ottimizzare al meglio il weekend pasquale.

     

    P.s. Alla fine ho ceduto e acquistato pure il maxi. Spero che almeno meriti una sufficienza. Le minicopertine sono davvero poca cosa, ma in fondo chi se ne frega: possono marcire nel cassetto, a me interessa solo passare qualche ora in compagnia del mio eroe preferito.

  22. Più aumentano i prezzi e meno saranno i lettori (occasionali e non) che acquisteranno gli albi. 

    Più diminuiscono gli acquirenti e più l'editore dovrà puntare sullo zoccolo duro di fan per fare numero e introiti, moltiplicando in eccesso le uscite e limando i costi (e aumentando i prezzi ulteriolmente se necessario).

    Più aumentano le uscite e maggiore è il rischio che la qualità delle storie cali.

    Calando la qualità, altri lettori datati potrebbero decidere di smettere, complicando ulteriolmente l'emoragia.

    Più cala il numero di lettori e più si dovranno trovare escamotage di marketing (figurine, carte da gioco, medagliette, covercard, mutande con logo) per acchiappare i collezionisti e fare cassa, scontentando in par tempo altri fans storici, con conseguente necessità di aumentare nuovamente il prezzo di copertina e riniziare daccapo.

     

    Purtroppo è un circolo vizioso che promette poco per il futuro.

    Qui tutti teniamo alla Bonelli, ma onestamente le recenti strategie appaiono poco lungimiranti e aldilà di vendite "dopate" per qualche numero con gadget, rischiano di rivelarsi improduttive (se non addirittura dannose) per il futuro. Si sta tergiversando senza grandi stimoli, temendo di dover gettare prima o poi la spugna? Il fumetto è davvero destinato a soccombere?  

×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.