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TWF - Tex Willer Forum

Juan Ortega

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Messaggi pubblicato da Juan Ortega

  1. <span style="color:red;">13 minuti fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

    Ma com'è che sta cosa proprio non mi prende:dubbioso:

    Ma neanche un po'.:(

    Forse sono vecchio.:old:

    Temo di essere vecchio pure io allora :old::old:

     

    <span style="color:red;">31 minuti fa</span>, Letizia dice:

    Come si dice crossover a tre, ternover?

    Credo che il termine corretto sia "UnGranCasino".

    <span style="color:red;">32 minuti fa</span>, Letizia dice:

    Se poi nel frattempo Flash fa un crossover con Arrow, avremo addirittura un tessover.

    :D penso che la catena possa andare avanti ancora un pò...

  2. Finalmente sono arrivato alla fine della rilettura di questo centinaio che, purtroppo, si chiude con uno dei capitoli meno piacevoli.

    Vuoi per la storia in sé e per l'obbiettivamente scarsa qualità dei disegni, vuoi perché è l'ultimo Tex del grande Galep.

    Già si accetta con tristezza ed amarezza che un grandissimo come lui arrivi alla "fine della pista" (morirà poco dopo la pubblicazione di questo numero), ma c'è anche un grande dispiacere che ci arrivi con disegni che, secondo me, hanno poco a che vedere con le tante splendide tavole che ci ha regalato in passato.

    Non starò qui a discutere se sia stato giusto congedarsi con i lettori con quest'opera (è successo e basta) ma resta un pò di rammarico perché, come nel caso del "Medaglione spagnolo", finisce la grande epopea di uno dei "padri" di Tex con una storia oltremodo deludente.

    Restano comunque ancora validi i suoi cavalli e la dinamicità del suo tratto ma l'incertezza di molte tavole e alcune figure umane un pò sghembe mostrano senza pietà che l'età e relativi acciacchi (nel caso di Galep decisamente seri) presentano sempre il conto.

    Purtroppo anche se cambia la firma dello sceneggiatore, anche questo numero celebrativo finisce per essere una storia prescindibile e poco ispirata.

    Colpa anche di un Nizzi arrivato alle soglie della famosa "crisi" che mi sembra non si sforzi molto di arricchire la trama con i suoi proverbiali spunti narrativi; anche perché in più occasioni aveva dimostrato di cavarsela egregiamente anche con storie brevi.

    L'unica cosa che non si può scordare di questo albo è il commosso saluto di Galep sulla copertina (sembra Tex ma in realtà è proprio lui!).

    Saluto senza lacrime come si conviene al più famoso dei Rangers!

    E' un "Adios Amigos!" da vero uomo del West.

    • +1 1
  3. Bravo @Leo hai la capacità di sintetizzare magnificamente un discorso complesso e semplice allo stesso tempo.:Ave:

    Personalmente le emozioni che mi hanno sempre suscitato le storie di Tex di GLB non le ha mai raggiunte nessun'altro.

    Ma capisco che, come scrivi tu, le emozioni non nascono con la bacchetta.

    Siamo diversi con gusti diversi: è la nostra natura.

    <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Leo dice:

    O forse no, perché hanno conosciuto prima il Tex 2.0 di Boselli, o il Tex 1.5 di Nizzi.

    Questa è una vera chicca poi!!!

    Per curiosità: a quello di Nolitta che definizione dai?

    <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Leo dice:

    Il confronto tra Nizzi e Glb sulla guerra civile, per me, è stravinto dal primo.

    Condivido in pieno.

    Ma, forse, è l'unico in cui può risultare vincente in modo così netto.

     

     

    • Grazie (+1) 1
  4.  

    <span style="color:red;">52 minuti fa</span>, Diablero dice:

    E fa impressione pensare che sono già passati vent'anni...

    Vero... impressione e anche un pò di malinconia.

     

    <span style="color:red;">53 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Contiene anche il trailer del libro che ha scritto su GLB (l'ho ordinato ma devo ancora andare a ritirarlo)

    Anch'io: devo passare da Alessandro Distribuzioni appena ne avrò la possibilità.

    Grazie della dritta.

  5. Essendo cresciuto con il Tex di GLBonelli non ho avuto tantissime difficoltà a stilare la mia TOP5 di Nizzi.

    Pur apprezzando le sue storie non ho quel rapporto affettivo che invece vedo che molti altri utenti hanno.

    Se la classifica dovesse riguardare GLB sarei sicuramente anch'io in grandissima difficoltà.

    Quindi ci sta che magari la TOP5 diventi una TOP10 oppure che ci sia una classifica dei "fuori serie".

    A tal proposito inserisco la mia degli special:

    1) La ballata di Zeke Colter

    2) L'ultima frontiera

    3) Tex il grande (ecco qui c'è un rapporto anche affettivo)

    4) Rio Hondo

    5) Fiamme sull'Arizona

  6. Finito l'estenuante tour-de-force della lettura di questa storia, sono stato tentato di ridurre il mio commento così: "un polpettone indigeribile".

    Devo dire che raramente ho desiderato arrivare alla fine di una storia come successo in questo caso, trovo che il brodo sia stato allungato all'inverosimile.

    Ma sarebbe troppo ingeneroso da parte mia bocciare senza appello l'enorme sforzo di Nolitta che, nonostante le ripetute lungaggini e alcune scelte narrative un pò discutibili, azzecca un soggetto molto interessante. D'altra parte quando c'è di mezzo El Morisco io mi diverto sempre, dato che lo trovo un personaggio interessante; peccato Eusebio (che adoro) sia stato subito sacrificato all'inizio dell'avventura.

    Però non posso sorvolare sulla pesantezza dei dialoghi, la ripetizione di certe situazioni come ad esempio gli assalti degli uomini giaguaro (una mattanza di rurales devastante), l'eccessiva enfasi drammatica (i toni di commiato per Matewa li ho trovati esagerati).

    Tex non sembra Tex: sempre teso e nervoso, a tratti isterico, poco ragionatore. Quando arriva a minacciare lo strambo frate di torturarlo (??!!) con tecnica Apaches non ci volevo credere. Ma quando mai? Credo che si sarebbe potuta trovare un'altra soluzione narrativa più consona al nostro Ranger.

    Non ho mai fatto mistero della mia ammirazione per il Tex di Nolitta ma questa storia la trovo esagerata, mi ha messo veramente alla prova e, confesso, in diverse pagine ho fatto una lettura velocissima per arrivare al termine dell'albo.

    Ho notato anch'io qualche segno di declino nelle tavole di Letteri, in particolare quando entra in scena Kit: i particolari di alcune sequenze sono proprio tirati via.

    Probabilmente anche lui non ne poteva più.

    Ma i suoi disegni restano più che buoni ed è anche grazie al suo gradevole tratto che non ho abbandonato la lettura (cosa successa solo una volta in passato).

    Sarei tentato di dare la sufficienza solo per l'enorme stima e affetto che provo per Nolitta e Letteri ma sarebbe poco coerente con i voti dati ad altre storie molto più meritevoli di questa.

     

  7. On 13/5/2010 at 14:33, virgin dice:

    Una storia veramente incredibile, in quanto vi convivono il bene e il male del Nizzi degli ultimi quindici anni. Le sensazioni iniziali sono pessime: Tex e Carson sono la solita coppia di beoti neanche tanto svegli che sparano in continuazione frasi banali e farraginose e che invece di seguire il percorso pensiero ---> azione seguono il ben più contorto passaggioTex pensa una cosa ---> Tex la dice ---> Carson gli chiede di rispiegargliela ---> Tex la rispiega ---> i due agisono ---> Tex spiega di nuovo ciò che hanno appena fatto. Insomma, la storia è scritta male, svogliatamente, e si vede che Nizzi aveva già sviluppato un certo rifiuto verso il personaggio, tanto che le cose migliori si vedono quando i nostri rangers levano le tende e si lascia spazio ai personaggi della carovana, delineati con pochi tratti, ma in modo molto convincente. Insomma, molto veri e reali, soprattutto nel caso del capofamiglia quacchero e della coppia costituita da Erik e dalla ex-prostituta (in particolare quest'ultima, come acutamente fatto notare da Paco, è un personaggio di eccezionale profondit?, nonostante non se ne conosca nemmeno il nome). Sembra di guardare un buon vecchio film western, quando i sentimenti dei personaggi erano affidati alle sfumature della recitazione invece che ai dialoghi... e bisogna ammettere che De La Fuente, del quale amo quasi soltanto le storie urbane, in questa storia è un maestro nel far recitare i personaggi. Poi tornano in scena i due pards e la storia crolla di nuovo, ma il personaggio di Saguaro interviene ben presto a tenere in piedi la trama, inserendo l'interessante dibattito sulla giustizia e la vendetta che contribuisce a dare a questo episodio una sufficienza afferrata per i capelli. Il paradosso è che, se non ci fossero Tex e Carson, la storia sarebbe decisamente di ottimo livello...

    Letta oggi.

    Leggevo i commenti precedenti per evitare di ripetere cose già scritte da altri e ho trovato il commento di Virgin.

    Ecco, lo ripropongo perché penso esattamente le stesse identiche cose.

    In sostanza: buono il contorno (a tratti buonissimo) malino la pietanza principale.

  8. <span style="color:red;">10 ore fa</span>, Leo dice:

     

    Per la Grande Rapina, un capolavoro western più che una storia di Tex, non ho messo in classifica La leggenda della vecchia missione. E non c'è nemmeno Furia Rossa. Odio @Juan Ortega per la rabbia che sto vivendo in questo momento. 

    Era da un pò che ci pensavo: lo faccio o non lo faccio?

    Ho pensato: @Leo approverebbe quindi postiamo!!:D

    <span style="color:red;">10 ore fa</span>, valerio dice:

    Menzione speciale per la Ballata,  vincitore della sezione "corti", diciamo.

    Assolutamente! Io non l'ho messa solo per le ridotte dimensioni e ho preferito premiare le sceneggiature di più ampio respiro.

    Ma a livello emozionale entrerebbe di diritto nella TOP 5!!

    • Haha (0) 1
  9. Mamma mia che storia... difficile trovare le parole adatte per commentarla.

    Non ricordandola minimamente deduco che è la prima volta che la leggo: considerando che l'albo riporta come anno 2003 (colleziono TuttoTex) la mia è una discreta vergogna.

    Credo che Nizzi qui tocchi l'apice delle sue doti di sceneggiatore.

    Forse solo la splendida "Fuga da Anderville" può rivaleggiare ad armi pari con questa storia.

    Il racconto nel lungo flashback di Tex ha dei tempi perfetti, ogni situazione si incastra con la successiva alla perfezione.

    Il sanguinario Tiger è caratterizzato senza inutile enfasi ma come un "semplice" indiano che, rapito del suo affetto più caro, non è disposto a tollerare niente e nessuno lungo la sua disperata rincorsa.

    E, soprattutto, non è disposto a perdonare: non ci può essere pietà nel cuore di una "Furia Rossa".

    L'incontro con Tex è asciutto, senza convenevoli banali: anche qui trovo Nizzi molto abile ad evitare le trappole della retorica, specie quando Tiger è costretto a mettere abili "civili":

    "Ti stanno a pennello! Come ti ci senti?"..."Legato"... "Ci farai l'abitudine".

    Miglior dialogo non era possibile!!! Asciutto e conciso come si conviene a due veri guerrieri.

    Il triste epilogo era scontato, facilmente intuibile dai primissimi dialoghi di Tex, ma non per questo appare meno crudele.

    Trovo bellissimo anche il percorso di redenzione del triste Navajo, molto profondo, assolutamente non scontato.

    Il suo isolamento sulle montagne innevate gli restituisce la gioia, o meglio, la volontà di vivere e di essere quel taciturno pard di cui gioisco ogni volta che fa la sua presenza nelle storie di Tex.

    E il finale è l'ennesimo tocco d'artista di Nizzi.

    Alla fine del lungo racconto immagino un Tex "sfinito" per aver rimembrato quel lontano e terribile passato, Kit Willer scosso per il ricordo della madre appena evocato nei fatti narrati e Tiger Jack con un tumulto nel proprio cuore facilmente comprensibile.

    E allora chi ci pensa a riportare tutti al presente?

    Il caro vecchio Carson ovviamente!

    "Ehi gente, si può sapere cos'è quell'aria da funerale che avete tutti quanti? Non mi sembra il caso di intristirsi per avvenimenti che ormai appartengono al più lontano passato..."

    "E tu passami quella borraccia, satanasso! La stai covando come se fosse uno stramaledetto uovo di gallina!"

    La retorica è dietro l'angolo, il patetismo e la malinconia sono sullo sfondo.

    Ma Nizzi è bravissimo nello starsene alla larga e sembra quasi ammonirci mentre ci asciuga la lacrimuccia: "Ehi ragazzi, niente svenevolezze!".

    I disegni di Ticci? Suvvia, occorre dire qualcosa sul maestro senese?

    Posso solo azzardare che le sue tavole contribuiscono a rendere ancora più indimenticabile questa "Furia Rossa".

    • +1 2
  10. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, JohnnyColt dice:

    Che male fa un dimile thread? Si sta parlando tranquillamente, educatamente e senza spalare letamai fumanti su nessuno.

    Nessun male, ci mancherebbe altro!

    Ho trovato la battuta di Loriano molto spiritosa, tutto qua.

    E direi anche appropriata al tema del thread.

  11. <span style="color:red;">12 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

    Che dire poi dei suoi cavalli! Ho sempre trovato straordinaria la maestria con cui riusciva a disegnarli, in pose dinamiche da urlo ed elegantemente tratteggiati.

    Verissimo, i cavalli disegnati da lui sono inimitabili!

    Istintivamente penso al cavallo con lo scimmione sopra (quello della "Voce misteriosa"): impareggiabile Galep

    <span style="color:red;">14 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

    Per non tacere delle sue splendide storie marinare: Lotta sul mare è un capolavoro, con i suoi velieri splendidi e sfondi oceanici da ammirare e studiare.

    "Lotta sul mare".... ti piace vincere facile eh?:D

    A parte le battute in quelle tavole ti sembra di essere in mezzo alle onde, nell'infuriare della tempesta.

    E, a proposito di velieri, quello con Yama? Vabbè...

    Ripeto che non sono un estimatore del suo tratto, ma su certe cose era imbattibile. E poi a livello affettivo non ha rivali.

  12. Storia che personalmente ritengo superiore alla precedente del Cobra Galindez.

    Nizzi è veramente bravo a ideare una storia che include tanti personaggi e situazioni differenti, amalgamandoli benissimo.

    Un merito particolare all'autore è per come ha saputo sempre tenere al centro della vicenda Tex e Carson, nonostante fossero presenti antagonisti (Galindez), comprimari interessanti ("frate" Venustiano in primis) e fidati amici (Cochise) dalla grande personalità. Anche sui dialoghi (ma qui Nizzi è maestro) il livello è alto, con un Tex spumeggiante (splendido il "teatrino" con l'ufficiale dei rurales).

    Sarebbe potuto bastare questo per valutare positivamente questo albo.

    E invece cosa tira fuori dal cilindro Nizzi?

    Un finale da brividi con una vera e propria invenzione narrativa!

    E non poteva esserci punizione migliore e diversa per un vile traditore, oserei dire un traditore seriale per come si è rivelato sia nella prima storia che in questa.

    E di scheletri (letteralmente!) nell'armadio ne aveva tanti.

    Su Fusco cosa si può dire? Eccellente, con lui si va sempre a colpo sicuro.

  13. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, pecos dice:

    Tra i disegnatori classici, Nicolò su tutti.

    Ma tutti i disegnatori storici (Galep, Letteri, Ticci, fino a Fusco e Civitelli, finanche il poco ricordato Muzzi) rimangono sempre irraggiungibili per qualunque disegnatore successivo. Perché le loro tavole, oltre alla bellezza estetica, portano con sé un carico emotivo che rende la rilettura delle loro storie non un semplice intrattenimento, ma un tuffo nel passato e nei ricordi.

     

    Tra i disegnatori successivi, metto al primo posto Marcello (aiutato dal fatto che ha potuto disegnare le migliori storie post GLB).

    Nello staff attuale, Biglia, Andreucci e Dotti.

    Condivido in pieno, in particolare la motivazione sui disegnatori storici, mi ci ritrovo completamente.

    Aggiungo tra gli ultimi disegnatori Laura Zuccheri, i suoi disegni nel Texone mi sono piaciuti moltissimo!

  14. @MacParland

    Il tuo post mi è piaciuto: chiaro, senza politically correct, molto coraggioso.

    E che mi sento in larghissima parte di condividere.

    Neanch'io sono un fan di Galep, tutt'altro. E non per gli sfondi ma quanto proprio per lo stile che non è di mio gradimento.

    Ricordo che, da piccolo, quando andavo a pescare i Tex dal negozio di fumetti usati cercavo sempre quelli con Letteri, Ticci o Nicolò (il mio preferito) mentre evitavo il più possibile quelli con Galep.

    Ma lui è il creatore grafico di Tex e, almeno per me, va oltre qualunque classifica.

    C'è riconoscenza, gratitudine, rispetto per il grandissimo professionista.

    Pensa che per mio suocero (amante di Tex ben prima che lo diventassi io) esisteva praticamente solo il Tex di Galep e nelle storie in cui non c'era lui (chiunque fosse lo sceneggiatore) storceva sempre un pò il naso.

    E quando si parla dell'ultimo Galep mi torna sempre in mente la toccante intervista presente in "Tex disegni e disegnatori" (a cura di Francesco Bosco) rilasciata poco prima della sua morte.

    Si può leggere tutta la sua tristezza, venata di malinconia, nel dover abbandonare la sua creatura, il "suo" Tex.

    Nell'elencare i suoi guai fisici cita, oltre agli occhi come prontamente riportato da Diablero, un mal riuscito intervento alla cervicale che ne limitò la funzionalità della mano destra: immagino che goduria per un disegnatore.

    <span style="color:red;">44 minuti fa</span>, MacParland dice:

    Tex ha una faccia da scemo (che è ripresa in parte dal volto di Cooper) e gli altri pards non sono tanto migliori.

    Qui, anche se non condivido, mi hai fatto sbellicare dalle risate:lol2: 

    Anche se su Kit Willer non posso proprio darti torto: l'effetto in alcune storie è quello un pò di uno scimmione!

     

    P.S.

    Toglimi una curiosità: ma sei veramente giovanissimo come mi sembra di aver letto in altro post?

    • +1 1
  15. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, Diablero dice:

    Mentre forse proprio "l'eccesso" di questi aspetti caratteriali in Letteri potrebbe essere una delle spiegazioni della sua mostruosa produttività, non un disegnatore velocissimo ma un disegnatore che disegnava tutto il giorno

    In realtà, da quello che afferma sempre la figlia Virginia, pare che fosse la notte il momento privilegiato per disegnare, con jazz e bossanova in sottofondo.

    Si potrebbe dire una specie di Diablero...

    • Haha (0) 1
  16. Incomincio a nutrire forti dubbi sulla mia reale capacità di valutare le storie di Tex, considerando che preferisco questa alle tre precedenti ("Thonga il tiranno", "La pistola nascosta" e "Oltre la frontiera") per me decisamente deludenti (chi più chi meno) ma per tanti altri invece decisamente riuscite (leggendo i commenti e guardando i voti).

    Sarà la forzata clausura di questi tempi che mi rende un pò di gusti difficili e insofferente?:mellow:.

    Qui, in una storia abbastanza semplice e lineare, tutti i pezzi del puzzle si incastrano bene, con un Carson in grande forma e non sacrificato sull'altare di quello che ha sempre bisogno delle spiegazioni di Tex anche per le cose di ben facile comprensione.

    Trovo che Nizzi confezioni anche dei personaggi credibili (positivi e negativi) e le varie situazioni che si susseguono nella storia hanno sempre una logica ben precisa.

    Non un gioiello ma una storia che ho letto con assoluto piacere.

    Se posso muovere una piccola, piccolissima critica è per la presenza del figlio del colonnello che mi ha ricordato l'odiatissimo "piccolo Lord".

    La sua esclamazione alla vista della stretta di mano tra il padre e Tex mi ha fatto istantaneamente cariare i denti:D

    Cosa dire dei disegni di Galep? Mi limito col dire che non li ho apprezzati.

    Ma è l'ultimo Galep e, come nel caso delle ultime storie pubblicate di GLB, il giudizio sarebbe senz'altro ingeneroso.

     

    • +1 1
  17. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, valerio dice:

    Ma perchè Letteri non parlava con gli sceneggiatori? C'erano stati dei litigi all'interno della Bonelli? Si sapeva che il carattere del grande disegnatore fosse difficile, ma non pensavo arrivasse a questo punto di misantropia.

    Se ricordo bene, nel libro di Guarino, Nizzi si sofferma anche sul fatto che non volesse fare nemmeno le foto di gruppo con tutti gli autori e disegnatori durante le Fiere o nei ritrovi, e che se ne tornasse da solo in albergo.

    Deve essere difficile andare d'accordo con un tipo così, io almeno non ci proverei neppure.

    Comunque tutto MOLTO interessante.

    In "Tex secondo Letteri", volume  che consiglio a tutti, la stessa figlia Virginia ne tratteggia il carattere di certo non facile:

    "Papà era un perfezionista. Riservatissimo. Molto discreto. Molto "low profile", poco comunicativo. Ma soprattutto una negazione in termini di marketing personale. Non ha mai avuto la pazienza di promuovere sé stesso. Viveva nel suo mondo e scendeva ben poco sulla terra.[...] Aveva un intuito ed una sensibilità quasi mistici. C'era in lui anche un lato oscuro. Un lato malinconico, solitario, molto inquieto con il quale era praticamente impossibile stabilire un contatto. Non era un padre convenzionale e forse era anche un pò assente. Viveva in questo suo mondo che non riusciva e non poteva trasmetterci".

    Da queste parole deduco che, sì, non fosse proprio facilissimo andarci d'accordo.

    Mi ha colpito tanto il suo amore sconfinato per la musica, specie il jazz e la bossanova, come afferma sempre la figlia:

    "penso che la musica sia stata, davvero, l'unica cosa che riusciva a penetrare questa personalità chiusa".

    Per me rimane un personaggio estremamente affascinante, nonché disegnatore eccelso.

    • Mi piace (+1) 1
  18. <span style="color:red;">6 ore fa</span>, Diablero dice:

    Due storie che, nonostante il lavoro di redazione...  davvero, non erano pubblicabili.

     

    Due storie che, secondo me, non avremmo mai visto pubblicate, se Nizzi non avesse puntato i piedi per non lavorare più con Letteri....

    Il sunto, alla fine dei conti, è proprio questo: storie che forse sarebbe stato meglio evitare di pubblicare.

    Soprattutto perché portano la firma di GLB che, all'interno di questa faida, mi sembra che non centri nulla.

    Mi viene però un dubbio: non è che anche Letteri avesse poca voglia di lavorare con Nizzi?

    Sempre dal famoso "Tex secondo Nizzi" si fa riferimento a lamentele di Letteri arrivate direttamente in redazione, probabilmente all'attenzione di Sergio/Canzio.

    <span style="color:red;">1 ora fa</span>, valerio dice:

    Comunque questa guerra tra Nizzi e Letteri a suon di pappagalli e bestiacce varie è stupenda:D

    Non so se sia meglio ridere o piangere!

    Al posto di un duello sulla main street (come si converrebbe ad un fumetto come TEX) si è scelto di sfidarsi a suon di falchi, pappagalli e gatti... rido che è meglio:D

  19. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, Leo dice:

    Sono solitamente tollerante con chi non la pensa come me, tranne con coloro che non ritengono Fuga da Anderville un capolavoro. Quelli li bannerei col piacere sadico della Santa Inquisizione verso i suoi malcapitati imputati. :D

     

    Detto ciò, qual è l'unico capolavoro per te?

    Faccio retromarcia: "Fuga da Anderville" è un capolavoro!! :D

    A parte le (sciocche) battute la considero una storia con la S maiuscola.

    Perché non capolavoro quindi?

    Perché per me ce n'è uno solo, ovvero "In nome della legge", alias "La cella della morte".

    GLB + Nicolò al massimo della forma. Di più non potrei chiedere ad una storia di Tex.

     

     

     

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