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<span style="color:red">35 minuti fa</span>, Jeff_Weber dice:
Tarquinio a mio parere è spanne sopra Polese che tollero con difficoltà. Anche nel suo periodo migliore sfigurava nel confronto con altri disegnatori.
Tra i due anche io preferisco Tarquinio.Quello che trovo comprensibile, da un punto di vista “umano”, sono le motivazioni alle “lamentele” di D’Antonio, almeno come descritte nel vecchio post di @Diablero.
Lavorare con qualcuno che non segue le tue direttive e fa di testa sua è decisamente fastidioso, aldilà delle qualità tecniche.
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<span style="color:red">5 ore fa</span>, Diablero dice:
La vecchiaia incombe implacabile: non mi ricordo più dove l'ho letto...
Grazie @Diablero, ti capisco perfettamente riguardo alla vecchiaia
Nel frattempo ho ripescato casualmente un tuo post nel thread su Gino D'Antonio che accennava all'argomento (senza ahime citare la fonte), attribuendo la cosa alla "disobbedienza" del discolo Tarquinio che non rispettava alla lettera le indicazioni dello sceneggiatore...
Il 16/7/2020 at 00:00, Diablero dice:Ma la Storia del West è una serie molto più "personale" (e sì, molto più "D'autore" se ci ragioniamo in questi termini). richiedeva una conoscenza notevole sia della storia americana che dei meccanismi del fumetto d'avventura (e quindi praticamente la poteva scrivere solo D'Antonio), e richiedeva ai disegnatori una fedeltà assoluta riguardo alla documentazione e alle indicazioni dello sceneggiatore (da qui cose strane tipo il lamentarsi di Tarquinio, che era un disegnatore migliore di Polese per esempio, ma non di Polese...).
Motivazione che personalmente trovo comprensibile.
Grazie ancora
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Finalmente sono riuscito a leggerla e sono davvero soddisfatto, un’ottima storia "extralarge" in equilibrio tra ricostruzione storica e fantasia, piena di colpi di scena e disegnata molto bene.
Vediamo cosa ho apprezzato particolarmente:
- Le pagine in cui viene ricostruito il massacro di Galeana*, che introduce perfettamente il pugno di pellerossa “sconfitti” della banda Querquer/Kirker e senza premere troppo sul pedale dello splatter comunica benissimo la ferocia della mattanza.
- Il rapporto di stima e rispetto, sempre però sottilmente attraversato da una corrente minacciosa, tra Tex ed i 3 indiani, in particolare Idquahon, nonché i suoi conflitti “morali” all’idea di tradirli (come evidenziato dal fatto che Tex giustifichi con i suoi salvatori il supplizio a cui è stato sottoposto). Tra l’altro la scena finale mi ha ricordato il bellissimo “Manituana” di Wu Ming, un libro a cui sono molto affezionato.
- La visione “non buonista” e non politicamente corretta che @borden ha dato delle parti in conflitto, evidenziando l’ottusità e la pretesa di superiorità di alcuni degli uomini bianchi ma riconoscendo il tentativo di integrazione (o patto di non aggressione) messo in piedi da altri e ben descrivendo le ragioni degli indiani e i tentativi di Cochise di evitare la guerra ma senza mai nascondere la crudeltà e la ferocia di alcune loro azioni.
- I dilemmi e le difficoltà, a volte quasi insormontabili, in cui si trova Tex lungo tutta l’avventura, che secondo me raggiungono l’equilibrio perfetto nel delineare un personaggio “superiore”, che brilla per capacità e valore ma non è infallibile.
- La gestione di trame parallele interessanti e movimentate, che si incrociano (a volte per poi separarsi nuovamente) in maniera molto naturale, un marchio di fabbrica boselliano.
- Il finale catartico. La vendetta doveva essere affidata agli apaches e doveva essere efferata. Tex non poteva farci nulla ed è giusto così.
Passando ai disegni, prova decisamente di alto livello da parte di De Angelis**, ormai sempre più a suo agio con il West, che a mio avviso va in crescendo all’interno della storia, riuscendo a caratterizzare bene i molteplici personaggi (soprattutto indiani) e facendo un ottimo lavoro sia nelle scene di battaglia corali che negli scontri più rarefatti (il duello a fucilate del secondo albo è tesissimo).
Per concludere, anche senza fare classifiche l’ho trovata un'altra avventura-gioiello da aggiungere ad una collana che francamente fino qui non ha sbagliato un colpo.
Attendo con ansia il cartonato (in B/N mi raccomando!)… anche se i cliffhangers saranno meno efficaci.
* Capisco perfettamente che visivamente la scena ricordi le “nozze rosse” del Trono Di Spade, il mio occhio ha fatto lo stesso paragone, ma da vecchio snob la mia testa ha pensato ad altre situazioni simili raccontate in passato (ad esempio il massacro dei capi mercenari nell’Anabasi).
** Un paio di vignette non mi hanno convinto, ma 2-3 vignette in un lavoro di oltre 370 tavole non cambiano certo il mio giudizio.
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Il 17/7/2020 at 21:44, Dix Leroy dice:
In preventivo c'erano 30 volumi:
15 a ridosso della Prima Guerra Mondiale, 5 in piena guerra e i restanti ambientati tra gli anni venti e il 1940.
Pat Mc Donald avrebbe dovuto imparare a guidare l'aeroplano per assistere al passaggio dall'impero cinese alla repubblica,
il Giappone in guerra con la Russia, la guerra italo-turca, la Libia e il Dodecaneso, i Dardanelli e la rivoluzione in Messico, i marines a Vera Cruz,
gli emigranti italiani, la guerra in Bolivia e Uruguay, l'Abissinia, La guerra di Spagna, la Legione Straniera, il Riff...
Arrivo in enorme ritardo a questa discussione, ma sono sicuro che esiste da qualche parte una dimensione in cui D'Antonio ha completato queste storie (magari ne ha aggiunte altre) e spero vivamente di trovare il passaggio per entrarci...
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Grazie @Diablero, interessantissimo post (nonostante io non abbia preso il volume
)
<span style="color:red">4 ore fa</span>, Diablero dice:E D'Antonio non ero contento dell'arrivo di Tarquino.
Questo non lo sapevo, puoi per favore darmi qualche dettaglio in più? Grazie!
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Grande storia, appena ripubblicata nella "Nuova ristampa" (questa settimana è uscito "Gli eroi del Texas").
Anche io aspetto una qualsivoglia versione in volume unico, preferibilmente in B/N, ma forse ci sarà da aspettare ancora un po'... speriamo non troppo.
Nel frattempo potrei accontentarmi de "I lupi rossi"
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<span style="color:red">32 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:
Vero, anzi proprio in questi giorni sui social, lo stesso Frisenda ha dichiarato di aver concluso e consegnato le tavole dell'opera.
Grazie @Condor senza meta!
Questo mi fa davvero piacere, spero che il volume esca presto
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Storia che all’epoca scatenò uno spaventoso flame
, soprattutto nel mese intercorso tra il primo e il secondo albo, che portò ad una “auto-sospensione” di @borden che se ne andò sbattendo la porta stanco delle critiche, invero ripetute “a disco rotto”, di alcuni forumisti (aveva ragione Vico, la storia si ripete).
Sullo (scarso) merito della diatriba, che occupa la maggior parte della pagine del thread, non mi esprimo, preferisco parlare della storia, che a me è piaciuta molto a livello di sceneggiatura ed ha fatto impazzire a livello di disegni, ora proverò a spiegare perché.
- Tex e Carson sono dannatamente in parte e la loro gestione del Giudice Bean l’ho personalmente trovata ottima. Non ho visto “deferenza” nel primo albo, più l’assecondare con ironia uno svitato salvo bloccarlo in maniera decisa ogni volta che le sue stramberie rischiano davvero di fare danni, ma allo stesso tempo ho visto il “rispetto affettuoso” per la sua folle cotta per l’attrice.
- Il personaggio Lily Langtry, che poteva “zuccherare” la storia, è gestito dal Bos con sapienza, e il sogno finale è un tocco delicato ed ironico azzeccatissimo.
- C’è un sacco di azione, e anche se gli avversari non sono forse dei pesi massimi sono davvero tanti e Moon in particolare è sgusciante come un serpente.
- Frisenda. Frisenda. Frisendaaaaa! Se non sono bastati Ken Parker, Magico Vento e Patagonia questa prova è un altro motivo per amare Frisenda.
Come sempre strepitoso nel gioco dei bianchi e dei neri, delle ombre e delle luci, guardi le sue tavole e senti la polvere in gola, vedi gli insetti che svolazzano intorno ai bandidos sudati, le pallottole che trapassano i corpi portandosene dietro un pezzetto.
In questa occasione, il suo West non è pulito, non è quello dei film classici, ma non è nemmeno quello scanzonato e iperbolico degli spaghetti western, di Tarantino (regista che amo incondizionatamente) o Lansdale (di cui Frisenda in seguito illustrerà una storia di Deadwood Dick), quanto piuttosto quello del capolavoro “Gli spietati” o della serie TV “Deadwood”. Realistico, sporco, polveroso, violento ma non eccessivo.
Mi manca Frisenda, dov’è Frisenda? (avevo letto da qualche parte che stava disegnando per la Bonelli una riduzione del “Deserto dei tartari” di Buzzati, spero sia vero).
In sintesi: ottima storia, fantastici disegni, una pacchia.
P.S.
Ho anche la versione cartonata “costa rossa” a colori e, nonostante uno sforzo apprezzabile in fase di colorazione, a mio avviso i disegni ne risentono. Se avete perso la versione in B/N tra pochi mesi sarà possibile ritrovarla in Tutto Tex.
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1971 ("Sulle piste del Nord" e "Il figlio di Mefisto" una dietro l'altra, solo a pensarci mi commuovo)
1965
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Come ho già scritto in occasione di "Ritorno a Red Rock" non sono affatto anti-Ruju (anzi semmai il contrario) e scrivere "ritorni" non è facile*.
Questa nella mia personalissima opinione non è, sotto tutti gli aspetti, all'altezza della storia "originale" di Wolfman, ma è decisamente meglio di "Red Rock" e resta una prova oltre la sufficienza sia a livello di sceneggiatura che dal punto di vista grafico (in quest'ultimo caso forse non aiuta l'ambientazione "non invernale").
Di per sè il ritorno di Wolfman, utile a farci sapere come se la cavano alcuni personaggi (fin troppi, quando ho visto il barista a pagina 32 sono sobbalzato, dato che sembrava morto stecchito a pagina 92 de "I difensori di SilverBow"**) pare quasi un pretesto collaterale allo sviluppo di una nuova ed articolata trama gialla, il cui fulcro (e questa a me è parsa un'ottima trovata di Ruju) è lo sfruttamento da parte del classico capitalista dell'Est dei filoni auriferi presenti nei dintorni del villaggio (il collegamento è con lo sfortunato Pruett del numero 684), con conseguente trasformazione di Silver Bow in centro di attrazione per minatori, disoccupati e cercatori di fortuna.
Certo, personalmente qualche "imperfezione" l'ho trovata:
delle modalità con cui Wolfman sopravvive non parlo neanche (ma nessuno in Tex cerca mai i cadaveri dei cattivi?), Carson appare nuovamente in ombra, lo scontro finale nella miniera non è dei migliori ed è rivelato eccessivamente dalla copertina, ma tutto sommato anche questa storia si è fatta leggere facilmente e la valuto positivamente.
Riguardo ai disegni... Del Vecchio è sempre Del Vecchio.
Sta facendo ottime cose sulla "Tex Willer" e anche in questa occasione ha i suoi momenti, ma ogni tanto qualcosa mi è sembrato un po' "tirato via", pur valutando la sua prova positivamente l'ho trovata meno incisiva di altre volte.
In sintesi, un discreto riempitivo per la serie regolare in attesa della Tigre Nera, ma la storia del 2017 era superiore.
Questa però fornisce sicuramente altri elementi a coloro che da qualche tempo pongono il quesito "è proprio necessario far ritornare antagonisti non di primo piano?", ma questo è un altro discorso.
*
O forse si, vista la quantità dei medesimi
... diciamo che scrivere ritorni di buon livello non è affatto facile.
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Si, lo so, forse era solo gravemente ferito e poi quando leggo un fumetto devo sospendere l'incredulità e bla bla bla, tutte obiezioni che conosco, ma resto della mia opinione, il ritorno del barista è una cazz..., ahem, è un'errore o quantomeno una scelta evitabile.
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(lunga) premessa:
Mi accorgo sempre più spesso di leggere ormai Tex, e per qualche strano motivo solo Tex (non mi accade con altri fumetti o libri), in due passaggi.
Il primo passaggio è più veloce, direi da lettore “puro”, in cui mi lascio portare dalle sensazioni e dalle emozioni che la lettura mi suscita.
Questo non significa affatto “farsi andare bene tutto”, perché le sensazioni ed emozioni di cui sopra includono anche il fastidio, la noia o l’irritazione a fronte di palesi buchi di sceneggiatura, incongruenze, “tamarraggini”, eccesso di stereotipi, soluzioni affrettate o “telefonate”.
Solo che il tutto avviene in maniera istintiva nel corso di un'esperienza “spensierata”, che cerca solo il piacere della lettura.
Il secondo passaggio, che in genere non è una rilettura completa ma si concentra su alcuni passaggi e situazioni specifiche, è fatta più razionalmente, direi quasi da “cercatore di errori” ed è molto meno soddisfacente.
Devo ammettere che questo è un tratto che si sta acuendo con la frequentazione del Forum e non sono sicuro che mi faccia piacere…
Ma torniamo alla storia in questione, che ho letto per prepararmi al ritorno di Wolfman pubblicato pochi mesi fa, storia che sinceramente mi è piaciuta e mi ha fatto passare un paio d’ore piacevoli.
La trama “gialla” relativa all’omicidio di Justin Lang tiene quasi fino alla fine, Ruju copre bene le carte ed offre diversi potenziali candidati credibili prima di arrivare alla soluzione.
La vendetta familiare come motivazione per un soggetto come Wolfman mi è parsa valida. E' vero che poco prima sembrava voler ammazzare lui stesso il fratello, ma proprio perchè è "suo" fratello lui può farlo, gli altri no.
La configurazione di Silver Bow, vicinissima ai boschi e circondata da terreno più elevato, crea tensione in modo naturale, l’ambientazione innevata è sempre una delle mie preferite e i personaggi di contorno sono ben delineati.
Il finale per noi lettori abituati hai ritorni è abbastanza aperto*** (in Tex quasi nessuno muore cadendo da un dirupo o nell’acqua, ormai lo sappiamo) e Carson forse è un po’ sottotono, ma tutto sommato l’unica cosa che non mi è piaciuta è che le poche brave persone di Silver Bow che decidono di aiutare Tara vengono sterminate (tranne lo sceriffo Pete), mentre la folla di vigliacchi che vogliono cedere al ricatto di Wolfman ad un certo punto sparisce dalla scena e (teoricamente) e si suppone che i codardi siano tornati a vivere felici e contenti come se niente fosse.
Riguardo ai disegni, a me Font piace e qui a mio parere ha dato una buonissima prova, confermandosi perfettamente a suo agio nelle storie “nordiche”.
***
Ad esempio @Il dottor Sandoral lo aveva anche scritto, con quasi 6 anni di anticipo
Il 10/11/2017 at 14:56, Il dottor Sandoral dice:Ah, visto il finale, aspettiamoci uno scontato ritorno in futuro del brutale uomo-lupo.
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Senza in apparenza nessun motivo specifico ho fatto una gran fatica a finire la rilettura di questo Texone, che ha fatto da “tappo” ad altre storie Bonelli per più di due settimane.
La storia è abbastanza complessa, il disegnatore mi piaceva, ma non sono mai riuscito a prendere il ritmo giusto.
Sotto l’aspetto della sceneggiatura ho apprezzato la presenza di un avversario “sveglio”, sempre capace di anticipare le mosse dei Rangers, Carson e Tex ben definiti e i molteplici “twist” che hanno reso la storia tutt’altro che piatta.
Allo stesso tempo sono presenti alcuni degli elementi che sono ormai considerati classici difetti nizziani: un paio di casuali origlioni (in particolare il commerciante messicano che spunta fuori all’improvviso), i nostri eroi che si fanno un sorprendere qualche volta di troppo e il fatto che sia qualcun altro a salvarli in una situazione che si è fatta ormai disperata.
Ma mentre gli elementi sopra indicati tutto sommato in questa circostanza non hanno inficiato il mio piacere per la lettura, quello che mi ha lasciato perplesso sono stati i “fili pendenti” lasciati dal finale: che fine ha fatto Ojo Blanco? Come è andata a finire realmente con la cricca di Tucson?
La parte grafica mi è piaciuta, per anni ho apprezzato i Texoni in particolare per la possibilità che offrivano di vedere rappresentazioni diverse da quelle classicamente bonelliane e questa non fa eccezione, il West di De La Fuente è caldo è polveroso come piace a me, i paesaggi efficaci, le scene dinamiche e in particolare le sparatorie sono ben realizzate.
In sintesi una sceneggiatura molto professionale, con qualche spunto interessante, supportata da disegni di buonissimo livello, nel complesso assegnerei un 7,5.
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Concordo con @ymalpas
1972 (che per i miei gusti è imprescindibile)
1980
Ma la seconda annata è stata una scelta difficile.
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1967
1973
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Gran lavoro @Ymalpas, grazie!
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41 minuti fa, borden dice:
Ordinare gli arretrati sul sito?...
Ne approfitto per elevare una lode al servizio clienti, che trovo davvero molto buono e di grande disponibilità e cortesia.
Recentemente per errore ho inserito in un ordine un paio di albi che già avevo (ricordatevi sempre di pulire la wishlist!
) e mi hanno permesso di sostituirli con altri due dello stesso prezzo (per motivi contabili naturalmente) con un velocissimo scambio di mail.
E l'imballo generalmente è ben fatto, decisamente meglio di quelli di Amazon e affini*.
* Nella mia esperienza personale la Panini protegge i volumi come se fossero nitroglicerina e la Cosmo non è molto distante, ma la Bonelli fa la sua buonissima figura.
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1 ora fa, Gunny dice:
Io sarei disposto a pagare pure il doppio per un cartonato (non dico Texone perchè il b/n forse non gli dona) di Simon Bisley.
Dopo Dylan Dog/Batman è ora di un crossover Tex/Lobo!
P.S. O sarebbe meglio Tex/Slaine?
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1969 a occhi chiusi
1999 perchè ho un debole riguardo "Sulla pista di Fort Apache"
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Mi sono trovato in difficoltà con l'ultima domanda.
Sono stato così tanti anni senza leggere la collana "regolare" che non me la sono sentita di scegliere la risposta numero 3,
anche se ci sono molti albi di Tex che sono legati a ricordi della mia infanzia ed adolescenza (un esempio? Il Giuramento
).
Certo quelli sono anni formativi ma, vista la mia "storia di lettore", affermare di essere stato "accompagnato negli anni" non mi sembrava corretto,
mi è sembrato più onesto votare l'ultima opzione.
<span style="color:red">18 minuti fa</span>, ymalpas dice:Mettere insieme delle domande che siano nell'ordine originali, accattivanti e intelligenti non è per niente facile e lo stesso vale per le opzioni
Credo che un sondaggio "onesto" come quello che proponi (e non "pilotato" per avere le risposte che si vogliono, come sono ad esempio molti sondaggi politici) sia davvero difficile da costruire, probabilmente ancor più le opzioni che le domande, figuriamoci farlo periodicamente!
Motivo in più per ringraziarti, mi sembra un ottimo modo per misurare la temperatura del forum.
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53 minuti fa, ymalpas dice:
pipistrelli loquaci
Quando è successo ho smesso di leggere la serie regolare di Tex per 37 anni,
non credo che potrei letteralmente sopravvivere (per motivi anagrafici) ad un altro pipistrello parlante...
Per il resto, riguardo al genere "fantastico" non ho preclusioni a priori, ne sono derivate storie memorabili e altre meno riuscite, alla fine a mio parere la valutazione va sempre data alla singola storia, senza paletti pregiudiziali.
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<span style="color:red">29 minuti fa</span>, Diablero dice:
ma nemmeno evito un albo che avrei comprato: sono abbastanza indifferente
In effetti la domanda si prestava ad interpretazione, io l'ho votata perchè leggo Dampyr e questo mese Dampyr avrà la copertina "ricalcante", ma l'avrei preso lo stesso e non aggiungerò acquisti "solo per la copertina"...
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<span style="color:red">20 ore fa</span>, marco6691 dice:
Non ho ancora cominciato la lettura di Tex Willer
Mi scuso per l'OT.
Mi permetto di consigliarti di Iniziare a leggerlo quanto prima,
la qualità media della serie è decisamente alta, con un Boselli ispiratissimo e scatenato che ha sfornato a ripetizione grandi storie, intervallate da avventure scritte da altri sceneggiatori e meno legate alla continuity ma decisamente piacevoli, il tutto supportato da un gruppo di disegnatori capaci di garantire una forte coerenza grafica alla serie, che ha una segno distintivo forte e riconoscibile.
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Personalmente, come scritto nell’apposito thread, non è mai stato “Boselli contro GLB” o “GLB intoccabile”*.
A ruoli invertiti, se Boselli avesse scritto “Il giuramento” e 50 anni dopo GLB (mediante suggerimento di Frediani
) avesse “resuscitato” Higgins, avrei fatto le stesse critiche.
Se fra 30 anni un altro sceneggiatore dovesse dirmi che Donna Parker non è figlia di Kit Carson, ma di Clemmons (o di un agente di commercio a cui Lena si è concessa una sera che si sentiva sola ed aveva bevuto troppo) e giustificasse la cosa dicendo che Boselli non ci ha fatto vedere Lena Parker e Carson a letto insieme e non ci ha mostrato l’esame del DNA, reagirei allo stesso modo, perché sull’argomento a mio parere parlano le espressioni e i comportamenti di Lena nel “Passato di Carson”.
Boselli è un grande sceneggiatore e ha scritto dozzine di storie memorabili (a puro titolo di esempio “Patagonia”, “Cercatori di piste”, “Luna Insanguinata”, “Giovani assassini”, “El Supremo”, “Alla ricerca delle navi perdute” e via discorrendo, senza contare quelle su Zagor, Tex Willer, Dampyr e Le Storie), gioielli narrativi con finali emozionanti e pieni di pathos.
Se qualcuno (tranne ovviamente Boselli medesimo) decidesse di alterarne il senso e/o il finale lo criticherei allo stesso modo.
Ci sono storie che sono perfette così, indipendentemente dall’autore, e non dovrebbero mai essere “disturbate”.
Opinione personale ovviamente e più che legittimo pensarla diversamente.
* Nella mia “prima iterazione” ho smesso di leggere Tex proprio dopo una storia di GLB (il pipistrello parlante che si convoca imitando Cab Calloway in “Minnie the moocher” per me fu veramente troppo
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Non ho ancora letto la storia ed è molto probabile che come “storia a sè” la commenterò positivamente (Villa!
), ma qui voglio dire la mia riguardo al "flame" che impazza da diversi giorni, ovviamente senza nessuna intenzione di far cambiare idea a qualcuno.
Chi legge i miei post sa che non sono un “conservatore” o un seguace del culto di GLB e che in passato ho smesso di leggere Tex per oltre 30 anni, ma giusto per non essere accusato di essere anti-boselliano la mia opinione su Boselli, oltre che in molti threads delle sue storie, la trovate qui:
Dunque, più leggo i commenti più mi convinco che il vero ragionamento da nerd sia quello di andare a ripescare un “personaggio minore” (la definizione non è mia, io non la condivido) che per tutti i lettori di Tex (tranne Frediani
) era morto e sepolto nel deserto dopo una giusta agonia e che era parte integrante di un finale unanimemente considerato iconico e marchiato a fuoco nella mitologia texiana (una storia, come ho già scritto, ristampata in cartonato esattamente 12 mesi fa) aggrappandosi al pretesto che “GLB non ci ha fatto vedere il cadavere, se non voleva che tornasse doveva farlo ammazzare da Tex”.
Questa è l’epitome del comportamento nerd, quello di chi pensa di dimostrarsi più furbo o intelligente degli altri trovando il “cheat” di un videogioco per vincere le partite online contro i suoi amici.
Boselli non ha bisogno di difensori, ha spiegato chiaramente le sue motivazioni, che in sostanza sono “In quanto curatore del personaggio, oltre che sceneggiatore, faccio quello che ritengo meglio per la mia azienda”, motivazioni che sono assolutamente legittime.
In compenso quelli che si stanno arrampicando sugli specchi per trovargli (a Boselli) giustificazioni che vanno ben oltre la normale sospensione dell’incredulità, giustificazioni di cui lui NON ha bisogno (perché ha tutto il diritto di fare quello che vuole, essendo il curatore) si stanno invece dimostrando più realisti del re.
Higgins è morto nel "Giuramento", potete negare l’assurdità del suo ritorno quanto vi pare, e se non avete capito quel finale, il suo significato simbolico, il suo struggente romanticismo, la poesia e l’arte che c’era nella soluzione che “non mostrava”, non posso che dispiacermi per voi.
Trovo molto più onesto scrivere “chissenefrega del giuramento” che costruire arcane spiegazioni, quelle sì da veri nerd, a supporto del famigerato ritorno (peraltro smontate punto per punto da forumisti molto più preparati di me).
Nessuno cambierà mai idea, ed è rispettabilissimo non dare importanza a "Il giuramento" e valutare la storia solo per il suo svolgimento, ma non tentate di spiegarci "come" Higgins possa essere ancora vivo, perchè Higgins è morto, lo sanno tutti i lettori di Tex (tranne Frediani
) dal giugno del 1969.
Scusa @Leo se ti rubo qualche riga...
Il 14/9/2023 at 20:34, Leo dice:E non lo dice un nerd che sacralizza Il Giuramento, che grida alla lesa maestà, che protesta alterato per l'oltraggio al Vate. Lo dice un lettore amareggiato che vuole coerenza nell'epopea, lo chiede un lettore romantico che si è emozionato allo spezzarsi di una vecchia arma conficcata in una dura pietra da anni, lo pretende un datato texiano che SA che in quel momento, su quella roccia, gli dei sono intervenuti sulla lancia perché i colpevoli sono tutti morti. Perché chi doveva pagare ha pagati. Tutti.
È troppo? È da nerd? Perdonami, Mauro, ma credo proprio di no.
Per chiudere, visto che siamo in tema, ecco i miei “giuramenti”:
1. Non acquisterò mai più un albo in cui appaia il nome di Frediani come soggettista o sceneggiatore
2. Non acquisterò, io che compro tutto doppio e amo il B/N (e Villa), il volume cartonato de “La cavalcata” che uscirà il mese prossimo (qualcuno la riterrà una soluzione tafazziana, ma l’unico modo concreto che ho per manifestare il mio dissenso è quello economico, quindi stavolta le 20 carte me le tengo in tasca, e magari le uso per comprare il brossurato di “Quartiere cinese” che sta per uscire…).
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MIGLIORE ANNATA DI TEX (QUARTI DI FINALE)
in Sondaggi Texiani
Posted · Edited by Augustus McCrae
Ovviamente siamo più che mai nell'ambito delle opinioni personali:
1971
1972
1973
1969
Menzione d'onore per 1967 e 1994 ("l'anno dei 4 sceneggiatori"
)