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[Magazine N.9 - 2023] La palude del morto - La strada del male
Augustus McCrae replied to MacParland's topic in Almanacchi
Ottima storia di Rauch, bella atmosfera, buon ritmo, personaggi secondari ben definiti (per quanto possibile nell'ambito di 78 pagine), conclusione che non lascia fili sospesi. Mastantuono non sbaglia un colpo e anche in questa storia ci regala un gioiellino. Buona la "breve" del Bos (che ovviamente si gusta meglio se si "conosce la materia") che chiude alcuni intervalli nella continuity e, credo, sia il trampolino per una futura storia più lunga. Cestaro più "sintetici" rispetto alla tripla del 2022 ma sempre ottimi. Redazionali decisamente stringati e "meno utili" del solito, ma corredati da alcune ottime illustrazioni. In conclusione, nello stesso albo due dei miei disegnatori (o team di disegnatori) preferiti, a supporto di due buonissime storie, non poteva che piacermi. E se posso capire le obiezioni sollevate riguardo al prezzo praticamente doppio rispetto a "sole" 110 pagine di fumetto vero e proprio, il fatto che entrambe le storie siano decisamente di alto livello rende lo "sforzo" economico sopportabile... -
Minicopertine con soggetto "Tex": quali albi comprerete?
Augustus McCrae replied to PapeSatan's topic in Sondaggi Texiani
Non per polemica, ma solo perchè il sondaggio mi ha costretto a pensare alle mie scelte, ci vorrebbe anche la risposta "Quella che capita/mi da l'edicolante"- 46 replies
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Con mia sorpresa vado un po' controcorrente, forse proprio perchè Burattini non è uno sceneggiatore che si accorda particolarmente ai miei gusti ed avevo quindi delle aspettative piuttosto basse. Sorvolando sui pastori accademici, il primo numero prometteva bene e metteva sul fuoco molti elementi, forse troppi per gestirli in modo ottimale in una storia di "solo" 220 pagine. Nel secondo non ci sono, a mio parere ovviamente, errori o mancanze tali da gridare allo scandalo, solo una soluzione estremamente "semplice" e lineare, senza particolari guizzi, un pochino "piatta" per l'esordio di un autore così esperto (che ha dimostrato comunque di conoscere la materia "Tex"), il che non ne fa una storia "brutta", la lettura è scorrevole e tutto resta sopra la sufficienza, grazie anche all'apporto dei disegni di Rubini, che si conferma un valente acquisto dopo la grande prova nella storia dei Seminoles (che per qualche strano motivo in un commento precedente avevo posto in Louisiana invece che in Florida). Certo, El Morisco è un po' sprecato e i chupacabras constringono ad un anormale consumo di pallottole, ma non ci sono patatine o bistecche, l'uso dei pards è adeguato, i limitati cliches non scivolano mai nella macchietta. Semmai io soffro un po' di "rigetto da eccesso di magico/horror", non mi sono ancora ripreso dalla scorpacciata mefistiana e tutto sommato su questo filone mi basta e avanza Dampyr, meno male che probabilmente la storia con l'alieno sul Monte Reiner uscirà l'anno prossimo... In sintesi tutto sommato una prova onesta, di una "medietà" che io trovo "accettabile" in un fumetto seriale così longevo, arricchita da un comparto grafico di ottimo livello (cosa che trattandosi di un fumetto non è secondaria). Posso comunque comprendere che altri avessero (e abbiano in generale) aspettative più elevate, non pensavo di essere un lettore di bocca buona, anzi tutt'altro, ma questo forum mi ha definitivamente fatto cambiare idea... Voto complessivo 7 (sceneggiatura 6 disegni 8)
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Letta per la prima volta (all'epoca dell'uscita originale avevo mollato Tex da anni). Storia spartiacque (nuovo centinaio, nuovo copertinista, maggior rotazione degli sceneggiatori causa crisi nizziana) che mi ha fatto uno stranissimo effetto, da una parte in senso positivo non vedevo l'ora di scoprirne la fine, dall'altra alcune cose mi suonavano stonate. Partiamo dalla sceneggiatura dell'ottimo Decio Canzio ("Un uomo un' avventura" è una collana che sta nel mio personale olimpo fumettistico) che giudico molto buona ma con delle "smagliature". Ottimo l'inizio (la scena del "ferimento a morte" di Scofield è notevole, trasmette tutta la disperazione del "morire soli"), gradevolissima la presenza di Stracci (a mani basse il miglior personaggio della storia), calibratissimi e di effetto gli interventi silenziosi dello ieratico "Guardiano di Klaatu", molte situazioni interessanti e ben risolte, come ad esempio la mappa da interpretare o la trovata della nave incagliata nel ghiaccio. Allo stesso tempo dall'altra parte c'è un Carson decisamente sottotono, quando non macchiettistico, alcune incongruenze tra quello che si vede nelle vignette e il "risultato finale" (la ferita di Carson alla coscia, ma anche quella di Ralph Murphy alla testa), ma soprattutto la strana fascinazione di Tex (e alla fine, con un repentino cambio di giudizio, anche di Carson) per l'insopportabile, odioso, nerissimo, irredimibile mascalzone Nick Calavera. Mi piacciono gli antagonisti malvagi, quelli che speri di veder schiattare malamente (che gioia quando la freccia finalmente lo "secca" definitivamente), mi piacciono anche gli antagonisti "grigi", che mostrano un lato umano, ma che Tex trovi simpatico un farabutto falso e voltagabbana (altro che "codice d'onore"!) che ha tentato almeno 3 volte di ucciderlo in modo spietato, con cui ha scambiato pugni, pistolettate, fucilate e colpi d'ascia, mi sembra decisamente eccessivo... Passando alla parte grafica, strepitosa prova di un sintetico (e direi "ticciano) Fusco, che si mantiene ad altissimo livello per tutte le 250 pagine circa della storia, rappresentando con maestria sia i paesaggi che le diverse condizioni atmosferiche e le espressioni dei personaggi. Eccellente esordio di Villa alle copertine, con nota particolare per quella del 401. Nel complesso per me un 8,5 arrotondato ahimè ad 8 per la mancanza dei mezzi voti.
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Su, mettiamo il sondaggio, così ci si sfoga per bene... Io sono stato in dubbio fino alla fine sull' acquisto di questa doppia, lo sceneggiatore non è nelle mie corde mentre il disegnatore decisamente si (vedi la fantastica prova Tex Willer/Louisiana) e mi sono convinto per quest'ultimo. Leggerò i due albi nel weekend, in sessione unica come al solito, nel frattempo mi sono già gustato come anticipazione i pastori messicani consulenti dell'Accademia della Crusca, che al momento è una delle cose più (tristemente) divertenti dell'anno...
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[576/578] Omicidio In Bourbon Street
Augustus McCrae replied to ymalpas's topic in Le Storie dal 501 al 600
Lunga storia in tre albi che parte da un buon soggetto e si sviluppa bene in uno scenario perfetto (New Orleans e il bayou circostante), mescolando il giallo (gestito "onestamente" da @borden, gli indizi per il lettore ci sono tutti) e la vena orrorifica/esoterica. Gran girandola di comprimari più o meno importanti, un aspetto della scrittura di Boselli che io apprezzo molto, a partire dall'ottimo Carfax e alcune scene davvero classiche (l'assedio nella Maison è mirabile, ma tutta la parte con i Choctaw "subacquei" e i loro inquietanti e letali dardi avvelenati è incalzante). Sorvolando sulle varie critiche alle "piccionaggini" di Tex e Carson (aspetto che non mi tange, probabilmente sono uno dei pochi che non legge Tex "per merito di Tex", e se gli eroi non si cacciano nei guai come fai a scrivere storie per 75 anni?), il finale mi è parso un po' troppo rapido e non mi è piaciuto per nulla il clima da "tarallucci e vino" dell'utlima tavola con l'astuto Lagrange e la sua banda di canaglie. Fino a mezz'ora prima ti volevano impiombare e ora ti fidi a cavalcare con loro nella palude e a tollerarli con la pseudo minaccia che "saranno sempre sotto controllo"? Si, sono simpatici, però... mah! Passando alla parte grafica, è vero che il livello scende con il passare degli albi, ma tutto sommato il fatto che questa resti l'unica prova del duo Santucci-Bianchini (lo metto in quest'ordine dopo le recenti rivelazioni che attribuiscono al primo la maggior parte dell'opera) è un peccato, il potenziale c'era sicuramente. In sintesi, voto complessivo 8.* * Uso una "scala ridotta" dal 4 al 9, quindi è innegabile che la storia mi sia piaciuta, anche se non la reputo sicuramente la migliore di @borden -
Ti ringrazio per la stima (ricambiata) e il "like", meno per avermi ricordato quanto in fretta passano gli anni (la "prima" italiana di Cuore e batticuore" è del 1981)
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La serie TV “Hart to hart” (in italiano “Cuore e batticuore”) con Robert Wagner?
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Ehi, Augustus McCrae è un capitano dei Texas Ranger! (Sto scherzando ovviamente, non contestando la tua opinione)
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Ho trovato interessante piuttosto interessante*** L'unica domanda a cui ho tentato di non rispondere (senza poterlo fare purtroppo) è la numero 18, quella sui periodi di @borden. Sono passati 29 anni dal "Passato di Carson", quanto siamo più smaliziati noi lettori? Quanto più abituati a vicende e "metodi" di scrittura che prima di Boselli non ci erano familiari? Quanti altri momenti "che trovata geniale, io questo non l'avevo mai visto!" ci siamo bruciati in questi anni? Avrei preferito ci fosse una risposta che permettesse di "non rispondere" e nello specifico ho votato a favore dell'ultimo periodo più che altro per provocazione. Il semplice fatto che il Bos sia ancora capace di regalarci delle sorprese e dei "non déjà vu" (come la strepitosa storia delle Navi Perdute) in una serie che ormai comprende, compresi i collaterali, un migliaio di numeri è elemento degno di grande rispetto. Ovviamente tra i "personaggi tratti da famosi romanzi popolari" ho votato... per me stesso *** Anche se avrei preferito ci fosse la risposta "Nessuno dei precedenti/Non sarei interessato" in tutte le domande Ovviamente prima intendevo scrivere "Ho trovato il sondaggio piuttosto interessante" A quanti post bisogna arrivare per poter correggere i post oltre i 5 minuti?
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Scusate la domanda, per poter esprimere “elettronicamente” il voto è obbligatorio votare in tutte e 3 le categorie? Grazie P.S. Come non detto, “campo obbligatorio”… peccato
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Mi scuso per aver generato un simile "flame". il mio innocente commento originale (1 febbraio) esprimeva come sempre una mia opinione e non voleva certo dare la stura a quanto è seguito, su un argomento fra l'altro che essendo legato al gusto personale non ha una fine, tanto nessuno cambia idea. Andava in questa direzione, quella della difesa del gusto personale e della "inesistenza" di una verità assoluta su simili questioni, anche la mia successiva risposta a @Letizia, e dato che non mi interessa portare altri sulle mie posizioni (non sono un testimone di Geova e nemmeno uno a cui piace fare il primo della classe) personalmente la questione per me si è chiusa lì (in sintesi: a qualcuno piace il colore, ad altri il bianco e nero, per altri ancora dipende dai disegni). Faccio solo notare che questo thread ha già dovuto accollarsi una lunga divagazione riguardo la velocità delle canoe e la percentuale di attrito delle acque dei fiumi canadesi, credo che l'ottimo lavoro di Ruju e Mastantuono non si meriti altre battaglie filosofico/scientifiche... Mi associo quindi alla richiesta di @Diablero riguardo allo spostamento di tutti gli OT in un altro thread.
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Prima domanda: e anche se fosse? Seconda domanda: se il diritto alla propria opinione è inalienabile, che senso ha supporre che dietro un'opinione ci sia per forza qualcosa di "negativo" come il ribrezzo (che deriva dal disgusto) o la paura? Non può essere semplicemente una preferenza artistica? Deve avere sempre una motivazione in qualche modo riportabile alla sfera psicologica? In ogni caso voglio rassicurarti, nessuna idiosincrasia verso il colore e nemmeno in generale verso il colore nei fumetti, ad esempio, altra opinione personale, apprezzo molto i cartonati alla francese di Tex o decine di fumetti americani (il resto della popolazione mondiale ha il diritto di pensarla diversamente, senza ricevere da me alcuna critica). Trovo però, opinione personale, che i fumetti "nati" per essere pubblicati in bianco e nero molto spesso perdano qualcosa nella versione a colori, perchè si perde sovente una parte importante del lavoro del disegnatore. Ad esempio la versione cartonata a colori sia di "Matador" che di "Nei territori del Nord Ovest" secondo la mia opinione personale è "meno affascinante" della versione originale in bianco e nero (e a mezzatinta, grigio, tratteggiato, ombreggiato). In entrambi i casi il colore a mio parere appiattisce il disegno, oltre ad essere "innaturale" (nel senso che non sono gli splendidi acquerelli di Lele Vianello, è una colorazione molto più "semplificata"). Oppure, altro parere personale, Breccia ha fatto un bellissimo lavoro con il colore in "Snakeman" (che nasce per essere pubblicato a colori) ma il suo Alvar Mayor è più bello nella versione originale in bianco e nero. Ad altri saranno piaciute di più le versioni a colori, e va bene così, perchè quando si parla di gusti ognuno ha diritto al suo, senza per questo far passare gli altri per "strani" (meno sensibili alle bellezze del mondo, amanti del grigio e delle ombre).
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Aiuto per iniziare la lettura di Tex Willer
Augustus McCrae replied to slv396's question in Domande dei lettori
Posso confermare che in Bonelli Digital Classic Tex c'è, anche se ovviamente i numeri "freschi" sono indietro di qualche mese. Ad oggi sono disponibili: Tex (fino al 744 Il Trionfo di Mefisto) Tex Willer (fino al 49) Texoni (38, tutti quelli usciti fino ad ora) Speciale Tex Willer (Fino al 4, manca Rancheras) Maxi Tex (Fino al 31, I quattro vendicatori) Tex Romanzi a Fumetti (15, Fino a Yellow Bird) Color Tex (21, fino alla Gazza Ladra) Tex Classic (fino al 148) Tex Magazine 8 (fino al 2022, quello con Montales) Almanacco del West (22, serie conclusa) Super Tex (fino al 12) Tex Willer Extra (fino al 7) -
Disclaimer: tutto quel che segue è un’opinione personale. Ma che bellezza, ma che piacere. Letta come al solito tutta d’un fiato dopo aver atteso di avere la storia completa... mi sono proprio divertito. Soggetto e sceneggiatura hanno tutto, l’ambientazione canadese, la “Storia”, un cattivo cattivissimo, un personaggio femminile scintillante, i 4 pards al completo (e Carson in gran spolvero), comprimari per cui provare empatia, violenza a volontà, inseguimenti, scazzottate, sparatorie, un buon ritmo… Non so, e francamente non mi interessa, dove si collochi come “valore” all’interno della produzione di Ruju, questa per me è semplicemente una bella storia punto e basta. E poi ci sono i disegni. Semplicemente strepitosi, Mastantuono fa mirabilie con i neri e con il tratteggio, ci regala “semi-splash pages” favolose, caratterizza i personaggi splendidamente (si, anche quando li disegna lombrosianamente come Bailey e Warberg, con quest’ultimo in particolare che sembra uscito dal Dick Tracy di di Chester Gould). Un capolavoro di espressività e dinamismo. Sono sempre stato un suo fan ma nell’ ottima scuderia di disegnatori texiani lui in questo momento è il mio preferito. Mancano i difetti? No, certo che no, difficile che accada in 330 pagine, soprattutto se esaminate con il microscopio, ma sono veramente delle quisquilie. Personalmente mi piacerebbe non vedere più duelli al coltello almeno fino al 2028 e qualche ferita di striscio in meno non guasterebbe, ma d’altra parte stiamo leggendo una serie periodica che ha passato da anni il numero 700 e riguardo alla salute dei protagonisti sappiamo già come va a finire (a questo servono i comprimari), se voglio un finale veramente inatteso mi rileggo la Trilogia di Marsiglia di Izzo o l’ultimo libro di Hans Tuzzi… Altre cose mi lasciano totalmente indifferente: le canoe troppo veloci/troppo lente, Kircher che spara a Bailey invece che ai pards, Tex che arriva sempre al momento giusto per salvare la situazione e così via… Sono un lettore ingenuo e quando leggo un fumetto o una storia di avventura sospendo l’incredulità, altrimenti mi dedico ad un libro di storia o di true crime. Per concludere un’ottima prova dei due autori, che a mio giudizio ha tutto per meritarsi tra qualche anno una ristampa in altro formato (ma NON a colori!). Voto 9 (Ottima).
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[435/437 ] Wild West Show
Augustus McCrae replied to Pedro Galindez's topic in Le Storie dal 401 al 500
Una storia ben scritta e con diversi punti interessanti (la fuga dal carcere, la banda del Maestro, Carson e Annie Oakley, New Orleans, il circo di Buffalo Bill), che purtroppo a mio parere non sfrutta tutto il suo potenziale, in parte a causa di un finale un po' troppo inverosimile e in parte perchè condizionata dal reparto grafico, con Letteri in calo soprattutto nell'ultima parte. Intendiamoci, niente di scandaloso e tutto ben sopra la sufficienza (il mio voto è stato 7), resta una lettura piacevole e paga forse anche il fatto di essere preceduta da un'ottima storia e seguita da uno dei capolavori della saga. -
Forse il tuo esempio è ironico (e questo renderebbe superfluo il mio commento) ma anche se Fantozzi ci ha suggerito il contrario, "La corazzata Potëmkin" rapportato al suo anno di produzione (1925) e ai mezzi tecnici dell'epoca (per non parlare dei significati, ma questo aprirebbe un altro capitolo) è un capolavoro e Ėjzenštejn è un genio. Non è un caso se un riconosciuto maestro come De Palma lo ha omaggiato nel bellissimo "The Untouchables - Gli intoccabili" quasi ricalcando frame per frame una sua famosa scena. La critica è uguale in tutti i settori (arte, cinema, letteratura, sport), per un'ampia percentuale di "esperti" vale il vecchio detto "Quelli bravi fanno, gli altri diventano critici".
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[431/435] La Strage Di Red Hill
Augustus McCrae replied to bressimar's topic in Le Storie dal 401 al 500
Finalmente l’ho letta, meglio tardi che mai. Storia dalla gestazione decisamente particolare, sia perché è l’ultima interamente firmata da Nolitta sia per le tristi circostanze che portarono all’avvicendamento artistico tra Giolitti e Ticci. Decisamente lunga e classicamente “nolittiana”, piena di dialoghi anche introspettivi e con un finale malinconico che non può non lasciare l’amaro in bocca. Graficamente mi ha colpito, considerando l’età e le condizioni di salute, la qualità del lavoro di Giolitti che, a parte il tasto dolente riguardante i volti dei pards (tutti ma Tex in particolare), riempie le scene con una quantità di dettagli ed un grande dinamismo, dall’attacco all’accampamento alla scazzottata nel saloon. Un vero peccato che le circostanze gli abbiano impedito di concludere la storia, con conseguente subentro (anche con alcuni “inserti” che testimoniano una parziale “riscrittura” della storia e che a me sinceramente hanno un po’ “stonato” per la stridente differenza stilistica) di Ticci, il quale conclude l’avventura da par suo omaggiando così nel migliore dei modi il suo vecchio maestro. Mi ha colpito meno, pur all’interno di un giudizio positivo, il lavoro di scrittura. Lo spunto è molto interessante, con i nostri sotto copertura, l’ambientazione canadese, la migrazione dei sioux, Jim Brandon in versione vigilante. Il pathos è innegabile, il finale concitato e tragico. Ma anche sospendendo l’incredulità, come d’obbligo, per la “fortuna” che arride come sempre ai pards (Tex e Tiger sono gli unici a sopravvivere al massacro, Carson se la cava con la solita pallottola di striscio, Ducaux non riconosce Tex) non mancano anche i punti dolenti. Ho trovato sopra le righe la quantità di siparietti pseudo comici in una storia così drammatica, non ho gradito Carson in versione alcolista e non mi è piaciuta in toto la gestione del rapporto che Tex ha con Ska-Wom-Dee: prima sembra “usarlo”, poi si produce in quella che risulta più una fuga che un commiato di fronte all’enorme tributo di sangue (sia personale che come capo tribù) pagato dal sioux e infine fa la figura dello sprovveduto per non aver intuito quale sarebbe stato il ringraziamento della corona britannica agli indiani. I poveri sioux che pensavano di aver trovato un po’ di respiro finiscono “cornuti e mazziati” e dubito avranno molta voglia di rivedere Aquila della Notte. Tirando le somme una buona storia, che chiude sostanzialmente se non tecnicamente l’epoca di Nolitta come sceneggiatore di Tex in modo assolutamente degno. Il mio voto complessivo è stato 8. -
Premessa: come quasi tutti sono a favore di una "limitazione" delle uscite, ho votato in tal senso nel sondaggio, certe cose non mi piacciono affatto (vedi raddoppio degli Speciali Tex Willer e dei Maxi, oppure la reiterazione dei "Bis" sulla regolare), senza per questo mettere in dubbio la professionalità delle persone che lavorano in Bonelli e personalmente da anni seleziono cosa comprare senza vedere nelle mie scelte nulla di drammatico. Detto questo alcune delle cose che leggo mi lasciano perplesso. La Bonelli è un'azienda, non un'ente di beneficenza, che opera in un mercato capitalistico e che ha come scopo il lucro. Qualsiasi piccolo imprenditore o commerciante può spiegare che, anche se è più importante avere "margine/profitto" (più introiti rispetto alle spese) che "fatturato", quest'ultimo è lo stesso importante, soprattutto per i riflessi a livello di rapporti con le banche (es: concessione di prestiti per nuove iniziative, vedi la produzione di film). A questo aggiungete che il numero di lettori è perennemente in calo, per svariati motivi (le nuove generazioni non leggono o leggono cose diverse, i vecchi lettori salutano pian piano la compagnia e vanno a suonare l'arpa in Paradiso, il western non è di moda e così via). Io non credo che in Bonelli pubblichino all'infinito collane in perdita (e la chiusura di tante di esse lo dimostra), quindi anche le cose "meno gradite" e più contestate (Color, Maxi, Magazine, Cartonato, Speciale Tex Willer) in qualche maniera devono generare un minimo profitto o quanto meno avvicinarsi alla parità altrimenti... chiudono! Qualcuno pensa davvero che la Bonelli possa decidere di eliminare, non per motivi economici ma nel nome della qualità e del piacere dei lettori, una certo numero di copie vendute (leggi "fatturato e "profitto") nella speranza che questa rinuncia possa essere compensata da un aumento delle vendite delle collane rimanenti? Oppure stiamo suggerendo alla Bonelli una "decrescita felice" della serie "Si è vero perdi fatturato, perdi profitto, ma vuoi mettere la qualità del prodotto"? Mi sono perso la notizia del cambio di natura giuridica in ONG? Come ha spiegato @Diablero (e non solo lui) chiuderanno qualcosa quando ci perderanno dei soldi, perchè il mondo in cui viviamo funziona così in qualsiasi settore e nel frattempo la "potenziale spremitura" difficilmente si fermerà. A me, da vecchio appassionato ed ex-frequentatore di stadi, il campionato di calcio dal venerdì al lunedì e con tutte le partite ad orari diversi, fa schifo. Ho smesso di abbonarmi, non ho il pacchetto Calcio di Sky, dopo un periodo di prova ho disdetto DAZN e adesso nel tempo lasciato libero dalle partite leggo Tex, o un libro oppure guardo una serie TV. Non si ferma questa valanga senza una "vera rivoluzione", non c'è riuscita nemmeno una pandemia (da cui dovevamo uscire tutti "migliori", come dimostra chiaramente Putin). Noi nel frattempo lamentiamoci, auguriamoci che la Bonelli sappia limitare l'iperproduzione e soprattutto non compriamo tutto se non vogliamo farlo.
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Filosoficamente (o se preferite eticamente) @Diablero ha ragione, credo che questo non sia nemmeno in discussione. Solidarizzo quindi con la sua "indignazione", capisco il suo "ironico" sfogo, anzi io amplierei il topic a "La lussuria sfrenata dei markettari per le markette in qualsiasi ambito della società" (guardate quanti iscritti ci sono a "Marketing e comunicazione", come se servissero 10 markettari a fronte di un solo ingegnere, medico, operaio specializzato o conducente di mezzo pubblico e non il contrario). Ma questa cosa non cambierà come, per rimanere nelle cose che mi fanno "arrabbiare ardentemente", non cambierà l'atteggiamento da "colonizzati culturali" che porta ad usare anglicismi, spesso errati o fraintesi, al posto di parole che esistono nell'uso comune italiano (o a storpiare un latinismo, come il "vairus" di Di Maio o il "plas/mainus" di qualche altro genio). A me le patacche salvo rarissime eccezioni non piacciono (ma non scandalizzano), la proliferazione delle testate texiane mi piace ancora meno, ma personalmente dubito che parlarne e "lamentarsene" serva a fermarle. Di conseguenza alla prima cosa cerco di reagire in modo zen e alla seconda lasciando le pubblicazioni che non mi interessano (e le loro patacche) in edicola. La "politica della patacca" porterà la Bonelli verso vette di vendita inimmaginabili? Ad un aumento dei prezzi? Alla chiusura delle serie meno vendute? Alla chiusura totale? Comunque vada pazienza, la Bonelli non è un ente di beneficenza e io non sono obbligato a comprare i suoi prodotti. Scegliere le cose per la loro "qualità" e non per l'ossessione/compulsione della "collezione" è sempre la scelta migliore. E se per qualcuno la "collezione" di Tex è solo un "investimento", allora si merita le patacche e altre 20 nuove serie di Tex...
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Ma c'è un'opinione che si può esprimere senza farti arrabbiare? Da dove arriva tutta questa intransigenza? @Angelo1961, come OGNUNO di noi, ha tutto il diritto di esprimere la sua opinione (come ce l'hai tu, come ce l'ho io, come ce l'aveva SAS qualche giorno fa riguardo alla collana Tex Willer), senza dover ricevere in risposta le tue faccine arrabbiate. Io apprezzo Bacilieri, di cui ho appena acquistato "Venere Privata" (dal bellissimo libro di Scerbanenco), e allo stesso tempo Breccia mi piace moltissimo. I gusti son gusti, dov'è il problema?
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Il sacco di pagine colorate è probabilmente dovuto alle impostazioni che non bloccano le finestre di pop-up pubblicitario. In ogni caso, la pagina "giusta" è quella di Media Fire con in alto il simbolino rosso del PDF con il nome "Tex_Magazine_21" e il pulsante per il download (che a dire il vero a me parte da solo, non devo nemmeno cliccare). Il documento è corposo (circa 250 MB) e ci mette qualche secondo a scaricarsi.
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Grazie @ymalpas, a te e a tutti coloro che hanno contribuito a questo numero, davvero un bel regalo di Natale! Non è necessario essere sempre d'accordo al 100% con gli autori, le cose che contano sono la passione e la competenza che emergono dagli articoli, i diversi "angoli di visuale" che spesso permettono di scoprire cose che non si erano notate, oppure invitano a leggere le stesse cose da un diverso punto di vista. Numero scaricato, sono pronto ad attaccare la lettura...
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[556/557] Morte Nella Nebbia
Augustus McCrae replied to Mister P's topic in Le Storie dal 501 al 600
Ma che bella storia! Premetto che Kit Willer è di gran lunga il pard che meno gradisco, mi sta antipatico da quando bambino tormentava Carson, ma in questa storia è personaggio centrale e non sfigura. Il prologo, molto bello, acquista senso nella struttura circolare della storia, il doppio inseguimento contemporaneo ha momenti epici, il lungo finale chiude in maniera soddisfacente l'avventura. Oltre ai nostri, tutti in ottima forma (anche Carson, pur se in un ruolo temporalmente limitato) brillano tre notevoli comprimari, ciascuno dei quali ottimamente caratterizzato. Bronco Lane è un personaggio "redento". Muore da eroe, confermando che l'amicizia di Kit Willer porta una sfiga tremenda, ma è tutto il suo comportamento durante la storia a parlare di un giovane uomo che ha fatto pace con se stesso e cerca la "tranquillità" (per quanto altri possano avanzare ancora sospetti). Dispiace che la sua strada finisca qui e questo di solito significa che il personaggio ha funzionato. Wade Catlett è una figura interessante di personaggio "grigio". Un antipatico cacciatore di taglie che a mio avviso non si redime mai completamente, ma in qualche modo accetta la lezione rifilatagli da Kit con "sportività", dimostra di essere in gamba durante l'inseguimento, si comporta in maniera "umana" quando rinuncia alla taglia su Bronco e fa una brutta fine (sapientemente orchestrata da Boselli, il "non detto" in questo caso è più raggelante dello "spiegato"). Hugh Langdon è nero come l'inferno, un fantastico "cattivo" facile da odiare, un fanatico religioso che a lungo andare si dimostra (come tutti i soggetti in questione) uno squallido mascalzone che usa la sua presunta rettitudine per commettere soprusi e trarne benefici. Alla fine dispiace che se la cavi "così bene", l'impiccagione sarebbe stata una punizione migliore (per non parlare di una lenta scuoiatura apache). All'inizio avrei preferito una manciata di pagine in più per inquadrare meglio la questione della rapina, poi ripensandoci ho cambiato idea. Carson che sbuca in mezzo al gruppo di gringos fuggiti in Messico risolve bene, in sole 4 pagine, la situazione. Riguardo alla parte grafica, la "questione Font" è sempre la stessa, è decisamente un artista "divisivo" (come il Mastantuono della storia in corso ora sulla regolare) e le opinioni variano di conseguenza. Ribadisco come già detto altre volte che a me piace, qui parte alla grande e anche se sulla lunga distanza forse c'è un lieve calo i paesaggi e le atmosfere (la pioggia, la nebbia, le ombre) sono uno spettacolo. Davvero una gran bella storia, che rileggerò sicuramente. Nel sondaggio ho votato 9.