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Mi scuso per l'OT. Mi permetto di consigliarti di Iniziare a leggerlo quanto prima, la qualità media della serie è decisamente alta, con un Boselli ispiratissimo e scatenato che ha sfornato a ripetizione grandi storie, intervallate da avventure scritte da altri sceneggiatori e meno legate alla continuity ma decisamente piacevoli, il tutto supportato da un gruppo di disegnatori capaci di garantire una forte coerenza grafica alla serie, che ha una segno distintivo forte e riconoscibile.
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Personalmente, come scritto nell’apposito thread, non è mai stato “Boselli contro GLB” o “GLB intoccabile”*. A ruoli invertiti, se Boselli avesse scritto “Il giuramento” e 50 anni dopo GLB (mediante suggerimento di Frediani ) avesse “resuscitato” Higgins, avrei fatto le stesse critiche. Se fra 30 anni un altro sceneggiatore dovesse dirmi che Donna Parker non è figlia di Kit Carson, ma di Clemmons (o di un agente di commercio a cui Lena si è concessa una sera che si sentiva sola ed aveva bevuto troppo) e giustificasse la cosa dicendo che Boselli non ci ha fatto vedere Lena Parker e Carson a letto insieme e non ci ha mostrato l’esame del DNA, reagirei allo stesso modo, perché sull’argomento a mio parere parlano le espressioni e i comportamenti di Lena nel “Passato di Carson”. Boselli è un grande sceneggiatore e ha scritto dozzine di storie memorabili (a puro titolo di esempio “Patagonia”, “Cercatori di piste”, “Luna Insanguinata”, “Giovani assassini”, “El Supremo”, “Alla ricerca delle navi perdute” e via discorrendo, senza contare quelle su Zagor, Tex Willer, Dampyr e Le Storie), gioielli narrativi con finali emozionanti e pieni di pathos. Se qualcuno (tranne ovviamente Boselli medesimo) decidesse di alterarne il senso e/o il finale lo criticherei allo stesso modo. Ci sono storie che sono perfette così, indipendentemente dall’autore, e non dovrebbero mai essere “disturbate”. Opinione personale ovviamente e più che legittimo pensarla diversamente. * Nella mia “prima iterazione” ho smesso di leggere Tex proprio dopo una storia di GLB (il pipistrello parlante che si convoca imitando Cab Calloway in “Minnie the moocher” per me fu veramente troppo )
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Non ho ancora letto la storia ed è molto probabile che come “storia a sè” la commenterò positivamente (Villa! ), ma qui voglio dire la mia riguardo al "flame" che impazza da diversi giorni, ovviamente senza nessuna intenzione di far cambiare idea a qualcuno. Chi legge i miei post sa che non sono un “conservatore” o un seguace del culto di GLB e che in passato ho smesso di leggere Tex per oltre 30 anni, ma giusto per non essere accusato di essere anti-boselliano la mia opinione su Boselli, oltre che in molti threads delle sue storie, la trovate qui: https://texwiller.ch/index.php?/topic/5528-le-storie-di-mauro-boselli-meglio-di-quelle-di-glb/&do=findComment&comment=196340 Dunque, più leggo i commenti più mi convinco che il vero ragionamento da nerd sia quello di andare a ripescare un “personaggio minore” (la definizione non è mia, io non la condivido) che per tutti i lettori di Tex (tranne Frediani ) era morto e sepolto nel deserto dopo una giusta agonia e che era parte integrante di un finale unanimemente considerato iconico e marchiato a fuoco nella mitologia texiana (una storia, come ho già scritto, ristampata in cartonato esattamente 12 mesi fa) aggrappandosi al pretesto che “GLB non ci ha fatto vedere il cadavere, se non voleva che tornasse doveva farlo ammazzare da Tex”. Questa è l’epitome del comportamento nerd, quello di chi pensa di dimostrarsi più furbo o intelligente degli altri trovando il “cheat” di un videogioco per vincere le partite online contro i suoi amici. Boselli non ha bisogno di difensori, ha spiegato chiaramente le sue motivazioni, che in sostanza sono “In quanto curatore del personaggio, oltre che sceneggiatore, faccio quello che ritengo meglio per la mia azienda”, motivazioni che sono assolutamente legittime. In compenso quelli che si stanno arrampicando sugli specchi per trovargli (a Boselli) giustificazioni che vanno ben oltre la normale sospensione dell’incredulità, giustificazioni di cui lui NON ha bisogno (perché ha tutto il diritto di fare quello che vuole, essendo il curatore) si stanno invece dimostrando più realisti del re. Higgins è morto nel "Giuramento", potete negare l’assurdità del suo ritorno quanto vi pare, e se non avete capito quel finale, il suo significato simbolico, il suo struggente romanticismo, la poesia e l’arte che c’era nella soluzione che “non mostrava”, non posso che dispiacermi per voi. Trovo molto più onesto scrivere “chissenefrega del giuramento” che costruire arcane spiegazioni, quelle sì da veri nerd, a supporto del famigerato ritorno (peraltro smontate punto per punto da forumisti molto più preparati di me). Nessuno cambierà mai idea, ed è rispettabilissimo non dare importanza a "Il giuramento" e valutare la storia solo per il suo svolgimento, ma non tentate di spiegarci "come" Higgins possa essere ancora vivo, perchè Higgins è morto, lo sanno tutti i lettori di Tex (tranne Frediani ) dal giugno del 1969. Scusa @Leo se ti rubo qualche riga... Per chiudere, visto che siamo in tema, ecco i miei “giuramenti”: 1. Non acquisterò mai più un albo in cui appaia il nome di Frediani come soggettista o sceneggiatore 2. Non acquisterò, io che compro tutto doppio e amo il B/N (e Villa), il volume cartonato de “La cavalcata” che uscirà il mese prossimo (qualcuno la riterrà una soluzione tafazziana, ma l’unico modo concreto che ho per manifestare il mio dissenso è quello economico, quindi stavolta le 20 carte me le tengo in tasca, e magari le uso per comprare il brossurato di “Quartiere cinese” che sta per uscire…).
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Le storie di Mauro Boselli meglio di quelle di GLB?
Augustus McCrae replied to ymalpas's topic in La Serie e i Personaggi
La mia opinione è che il paragone non abbia alcun senso e non trovo adatto il parallelo Messi-Ronaldo. Gli ultimi due hanno giocato negli stessi anni, contro gli stessi avversari, nelle stesse “ere” tecnico-tattiche, con la stessa medicina sportiva e gli stessi metodi di preparazione. Paragonare GLB e Boselli è come paragonare Valentino Mazzola e Johan Cruijff o quest’ultimo e Zinedine Zidane, epoche diverse e troppo differenti le condizioni di contorno. GLB ha iniziato a scrivere Tex in un mondo che, solo per restare al western, non conosceva (e non avrebbe conosciuto per un bel pezzo) Blueberry, Comanche, Ken Parker, Jonah Hex, Magico Vento, Bonanza, Ai confini dell’Arizona, Alla conquista del West, Deadwood, Sergio Leone, il western all’italiana, il revisionismo pro-indiani, Quentin Tarantino, Larry McMurtry, Cormack McCarthy, Joe Lansdale. Un mondo senza Internet, Google, Wikipedia, forum e social media. Un mondo culturalmente meno “ingolfato”, un pubblico meno smaliziato, una società che dopo gli anni tremendi della guerra e le fatiche della ricostruzione voleva divertimento, passatempi per distrarsi, serenità, gioia di vivere. Boselli ha scritto e scrive in un mondo che ha letto, visto e sentito tutto, dove ci si può autopubblicare in 5 minuti (come ha dimostrato recentemente un certo gENERALE, la minuscola è voluta), che ha o crede di avere le informazioni a portata di clic, dove tutti si sentono in diritto di discettare su qualsiasi argomento (prima lo facevano solo per la nazionale di calcio ) spesso con toni arroganti e maleducati, un mondo che sovente camuffa l’ignoranza e l’analfabetismo funzionale sotto lo slogan “l’ho visto su Internet”. Il paragone è impossibile, le loro opere si possono solo contestualizzare al loro tempo. Ho iniziato a leggere con Tex, sono quindi debitore a GLB, creatore di un personaggio mitico e autore di decine di storie memorabili la cui lettura ha punteggiato la mia infanzia e parte dell’adolescenza. Da lettore “maturo” sono sempre stato contrario a metterlo su un intoccabile piedistallo, anche se non ho mai pensato che la sua scrittura fosse semplice o le trame ingenue, semplicemente credo che scrivesse molto “di getto”, a volte con grande successo, a volte meno. Certo, all’occhio del lettore “moderno” ci sono innegabili incongruenze o ingenuità nel complesso delle sue opere ma lui è stato la scintilla che ha fatto partire tutto e rilette oggi molte delle sue storie rimangono memorabili capolavori e sorprendono per freschezza, ritmo, brillantezza dei dialoghi, capacità di sorprendere, pathos, mentre altre fanno la loro solida, onesta figura e poche risultano ingenue o scontate. E' vero, se ne fregava della continuity, ma chissà, forse aveva ragione lui... Mauro Boselli è semplicemente il motivo per cui ho ripreso a leggere Tex (anche se di recente mi ha fatto arrabbiare ) ed è chiaramente un autore che sento molto affine alla mia sensibilità fumettistico-letteraria, sicuramente più di GLB. Tra lui e GLB c’è quasi mezzo secolo di differenza, mezzo secolo in più di produzione fumettistico-letteraria-cinematografica di cui nutrirsi e da cui trarre spunto, con prospettive diverse, sensibilità che cambiano, richieste dei lettori che cambiano, tecnologie a contorno che cambiano. Ovviamente lo stile è diverso, non solo (a mio parere) per la maggiore complessità delle trame o per il numero di personaggi secondari, ma proprio come è naturale per la diversa sensibilità, la diversa attitudine personale dello sceneggiatore. Boselli ha ereditato un personaggio mitico e questa eredità ha onorato ed onora con grande amore e rispetto, sia per il creatore che per il personaggio stesso (almeno fino a qualche settimana fa ). Boselli è infallibile o esente da critiche? Certamente no, chi lavora sbaglia e l’estro non è lo stesso tutti i giorni, ma ci ha regalato delle storie eccezionali e anche in questo periodo di “eccesso di ritorni” il suo lavoro resta mediamente di buonissima qualità, in particolare sulla serie Tex Willer, dove a mio parere ci ha regalato una serie di autentici gioielli. E poi diciamola proprio tutta, così come GLB ha creato moltissimi personaggi ma ha raggiunto l’apice con Tex, se uno vuole veramente scoprire cosa sa fare Boselli deve leggere Dampyr dove libero da “debiti” può dispiegare la sua erudizione e la sua fantasia senza vincolo alcuno (con risultati spesso spettacolari). Concludendo il mio sproloquio (dovevo rifarmi non potendo ancora commentare “La cavalcata” ) parliamo di due giganti, due colonne del fumetto italiano, godiamoci le loro bellissime storie senza fare classifiche, lasciandoci solo andare al piacere di leggerli. P.S. Ma… secondo voi è più forte Hulk o la Cosa? -
Ciao @valerio, il tuo si che è un ritorno gradito! Sto veramente soffrendo, vista la vivacità della discussione, ma come ho già scritto voglio dare un giudizio completo solo dopo aver letto la storia, quindi mi toccherà mordere il freno ancora per un pezzo (sono lontano da casa, dove l’albo mi aspetta beffardo, custodito dal mio edicolante…). Piccola nota, esattamente un anno fa è uscito il cartonato de “Il giuramento”, e nonostante fosse a colori (e non nel mio amato b/n) l’ho immediatamente acquistato, perché è una storia a cui sono molto legato per motivi personali. Sara per questo che mi prudono le dita dalla voglia di scrivere un commento?
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Premessa, non ho ancora letto la storia, non potrò farlo prima di un mesetto, ho già capito che avrò due valutazioni, una sulla storia (e i disegni) a sè stante ed una al "concetto". Seconda premessa, sarà una coincidenza di pubblicazione dovuta ai "tempi di chiusura" dei disegnatori, ma i ritorni e le resurrezioni o semi-resurrezioni stanno diventando inflazionate (e adesso parte la Tigre Nera!). Riguardo ad Higgins, copio e incollo da Bonelli Digital Classic la sinossi di Tex 106 "La paga di Giuda" (l'albo che chiude la storia "Il Giuramento"): "Braccati da Tex, che adesso rievoca il passato, i vili responsabili della strage dei Navajos e della morte di Lilyth, finirono tutti all'inferno; soltanto Brennan riuscì a svignarsela." Ora, si è deciso che il finale "aperto" permetteva a qualcuno di cavarsela perchè non si è visto il cadavere? Benissimo, legittimo. Tex doveva ucciderlo? Va bene, è colpa sua (io trovo che il finale di GLB fosse ancora peggiore che essere "rapidamente ucciso"). La scelta narrativa ci deve piacere per forza? No, grazie. Si, ho letto e commentato quella storia di recente, criticando proprio (in maniera perlopiù ironica) la "resurrezione", e lo stesso avevano fatto altri prima di me nello stesso thread (ma con meno ironia, qualcuno era proprio arrabbiato ). Mi sono indignato? No, perchè era una storia di Nizzi, sarebbe stato superfluo Non sono indignato nemmeno per il ritorno di Higgins, non grido certo alla lesa maestà e non mi piacciono le guerre di religione, ma anche senza aver letto la storia mi limito a trovarla una scelta discutibile, che personalmente non apprezzo. Poi, ripeto, leggerò la storia "per il suo valore in sè", cercando di rimanere obiettivo nella valutazione, ma questo è un altro discorso.
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Letto nel cartonato, che con il suo formato particolare e mantenendo il B/N valorizza i disegni di Civitelli. Encomiabile impresa di Boselli che, come ha dichiarato anche in questo thread, ha provato a mettere ordine negli ondivaghi poteri di Yama e lo ha fatto attraverso una buonissima storia, con un incipit davvero bello, un sapiente uso di tutti i pards, un’adeguata dose di rimandi ed omaggi alle storie precedenti (la mano scheletrica della prima tavola mi ha davvero messo in una macchina del tempo ) e un calibrato alternarsi di scene d’azione e momenti più di atmosfera, il tutto rinforzato dalla partecipazione come guest star del grande Morisco e dell’altrettanto gradito (da me) Eusebio. Comprendo il senso di alcune delle critiche espresse nel thread, non ritengo questa storia perfetta ma credo che soffra in particolare di un problema non banale, già segnalato ad esempio da @Diablero e che vale per tutte o quasi le storie “magiche”: più rendi potente l’avversario, più devi inventare una soluzione arzigogolata per evitare che gli eroi soccombano. Questo nella maggior parte dei casi comporta che anche una storia che procede in maniera entusiasmante possa arrancare un po’ nel finale, con conseguente effetto “souffle sgonfiato” sui lettori. Nell’occasione specifica Boselli se la cava bene, sia pure in un finale leggermente troppo frenetico, in cui la sorte è decisamente dalla parte dei pards, ma tutto il percorso per arrivare alla fine è avvincente, senza sbavature e ottimamente costruito. Grandissima poi la vignetta del Mefisto in camice e penna d’oca, fantastico “cliffhanger” per la storia che all’epoca era futura e su cui abbiamo scritto tanto l’anno scorso… 😊 Passando ai disegni… Civitelli strepitoso, e lo dico nonostante il mio feeling con lui sia sempre duplice. Come mi è accaduto nell’ultima avventura mefistiana anche qui trovo che, a causa del suo tratto pulitissimo, i suoi mostri se esposti “en plein air” facciano un po’ troppo cartone animato giapponese, risultando poco “paurosi”. D’altro canto il suo favoloso uso del puntinato unito alla maestria nella gestione del netto contrasto bianco-nero (che volente o nolente mi fa sempre venire in mente Frank Miller) mi manda in brodo di giuggiole. L’ingresso in scena di Yama, il tornado, la morte della sventurata Myriam (che a me era simpatica), la sparatoria al buio nel saloon, le tempeste di sabbia e sale ed anche alcune scene inquietanti più di “atmosfera” che di “svelamento” sono scene stupende e mi sono trovato più volte nei giorni posteriori alla fine della lettura a riprendere in mano il volume per lustrarmi di nuovo gli occhi con codeste meraviglie. In sintesi una gran bella storia, magnificamente disegnata, assolutamente un caposaldo nella produzione dell’ultimo decennio.
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[Cartonato 75 anni di Tex] Ombre di morte
Augustus McCrae replied to ymalpas's topic in Le storie inedite
Fatta salva la pretestuosità di alcune critiche all'iniziativa che si sono lette in questo forum, il punto è proprio questo, dare per scontata un reazione gioiosa ed entusiasta alla notizia e implicitamente intendere che chi non lo fa non è "un vero texiano". Alcuni di noi (oltre al sottoscritto posso citare @gilas2 e @MacParland, che lo hanno scritto in questo thread) non provano un'emozione così forte, senza per queste criticare l'evento o le motivazioni. Allora chi non legge Tex Willer, o il Color, o i cartonati alla francese, o le strisce anastatiche, non è un "vero appassionato"? Mi ricorda vecchie diatribe sul genere "Non ti piace la canzone X (oppure l'LP Y) e allora non sei un vero fan del cantante/gruppo Z". Non siamo tutti uguali. -
Universo Tex/Zagor: Che ne pensate?
Augustus McCrae replied to MacParland's topic in La Serie e i Personaggi
Cosa ti aspetti dai secchioni? -
[Cartonato 75 anni di Tex] Ombre di morte
Augustus McCrae replied to ymalpas's topic in Le storie inedite
Sono d'accordo sulla pretestuosità di alcune critiche, soprattutto considerando che il volume non è ancora uscito (ma pare sia ormai la consuetudine, basta leggere il thread riguardo il cartonato alla francese di prossima uscita per averne un altro esempio), ma allo stesso tempo non cadiamo nell'eccesso opposto, cioè quello di negare il diritto di critica oppure di rifugiarsi in una specie di "settarismo" che si occupa di rilasciare presunte patenti di texianità. Io, come qualcun altro, credo di aver manifestato il mio agnosticismo in merito al volume in maniera civile e con il massimo rispetto per coloro che lo attendono con trepidazione, emozione che posso perfettamente comprendere e che non intendo sminuire minimamente anche se questa particolare occasione "non mi scalda". Mi fido di Boselli e di conseguenza mi aspetto un volume di elevata qualità editoriale, che una volta pubblicato (e sfogliato) finirò poi magari anche per comprare, ma cosa ci posso fare se Tarquinio non mi entusiasma? Devo farmelo piacere perchè altrimenti non sono abbastanza appassionato? P.S. Opinione personalissima, ma ho sempre pensato che se "La storia del West" invece di validi professionisti come Tarquinio e Polese fosse stata affidata a Ticci ed Albertarelli, tanto per fare due nomi, il risultato sarebbe stato ancora più grande, ma siamo ovviamente nel campo dei gusti personali... -
[Cartonato 75 anni di Tex] Ombre di morte
Augustus McCrae replied to ymalpas's topic in Le storie inedite
No, la cosa lascia del tutto indifferente anche me. Intendiamoci, non ci trovo assolutamente nulla di scandaloso, non mi sogno minimamente di accusare la Bonelli di "spremere i lettori". Questa è una proposta per superfans, cacciatori di rarità, cultori di GLB interessati a capire la sua "arte sceneggiatoria" o magari fans di Tarquinio. Per tutti loro questa è una notizia stratosferica ed è giusto che la cosa sia proposta nella veste artistica migliore e più ricca di contenuti possibile (di conseguenza il posto giusto è la libreria/fumetteria ed il volume avrà un prezzo adeguato). Credo che le parole di Boselli spieghino perfettamente il significato e il target dell'operazione ed anche le motivazioni della collocazione "extra" edicola. Il paragone che mi auguro per gli acquirenti è quello musicale, con i vari "forgetten tapes", "hidden gems" e "lost sessions" (che spesso registrano performances improvvisate o particolarmente riuscite, oppure jam sessions con ospiti inattesi, quando non momenti di cazzeggio significativi) più che con la letteratura (dove in genere le opere che vengono "ri-scoperte" erano state ritenute dall'autore incomplete, non abbastanza valide o erano un campionario di spunti per altri soggetti). -
[Tex Willer N. 47/49] Ai confini della Louisiana
Augustus McCrae replied to MacParland's topic in Tex Willer
Lettura scorrevolissima, ritmo serrato, dialoghi stringati e tanta azione, Rauch se la cava molto bene in una storia senza particolare impatto sulla “continuity”, piacevole intermezzo tra due storie molto “dense” che aggiunge ulteriori punti alla reputazione texiana dello sceneggiatore. Buoni i personaggi di contorno (ho gradito in particolare Lagrange e Ballard), chissà che loro o i caddo non finiscano per rivedersi più avanti, mentre è purtroppo uscita troppo presto dalla storia la “brava ragazza” Katy, che così bene si è comportata in una potenziale situazione imbarazzante. Diverso il discorso riguardo ai disegni, con Atzori autore di una prova decisamente discontinua. A fronte di una buona dinamicità e di alcune buonissime tavole, in particolare nei campi medi e lunghi, ci sono primi piani con linee decisamente “grosse”, anatomie sproporzionate e vignette che sembrano tirate via di fretta quando non decisamente sbagliate (vedere la già citata vignetta di pagina 30 del numero 48, con Tex in versione Linda Blair nell’Esorcista, oppure il fucile senza calcio). In sintesi, giudizio complessivo positivo con l’augurio che Rauch prosegua sulla buona strada e Atzori riesca ad essere più “positivamente omogeneo” nelle prossime prove. -
Premessa, leggevo Zagor da bambino, ho smesso di leggerlo ben prima di interrompere la lettura di Tex, e contrariamente a quanto avvenuto con Tex non ho l’ho mai ripresa, se si escludono le edizioni brossurate/cartonate di un paio di storie che ho amato profondamente (“La marcia della disperazione”, “Odissea americana” e altri)*. Da bambino ho sognato questo cross-over (parola che all’epoca non esisteva, ne deduco che forse ho avuto una visione… ), da adolescente e poi da adulto l’interesse in merito è scemato, ma alla fine sono davvero contento di averlo letto. Boselli è stato molto bravo a presentare i due personaggi senza cadere nei cliches tipici dei cross-over marveliani, per intenderci niente Aquila della notte contro Spirito con la scure, e già questo per me è un grande risultato. Contrariamente all’invasato youtuber secondo me la storia si legge e si comprende benissimo anche senza aver letto le due precedenti avventure zagoriane. Certo, chi le ha lette (io l’ho fatto grazie alle GSB) ha delle informazioni in più e incassa probabilmente un pugno nello stomaco alla notizia della morte di Lupo Grigio, ma nell’albo c’è tutto quello che serve per capire. La differenza di carattere e soprattutto di maturità (al momento dell’incontro) tra i due personaggi è ben evidenziata, personalmente mi è piaciuto lo Zagor riflessivo e dubbioso mentre ho sempre qualche problema quando Tex si comporta troppo da spaccone** (ma il ragazzo si farà), e l’assenza di Cico*** ha sicuramente aiutato a calare il tutto in un atmosfera più “texiana” (o forse ha ne ha diminuito la “zagorità”, lascio ai vari contendenti del thread la soluzione ), ottima infine la resa della sfortunata figura del “vero” agente indiano Bob Neighbors. Una buonissima prova di Piccinelli è il perfetto supporto a quanto raccontato. Terminata la lettura dell’albo, leggendo i commenti precedenti sono rimasto colpito da quello di @waco dolan che ha immaginato l’incontro tra i due mitici eroi come l’immagine gemella di un incontro simile tra “le anime” di GLB e Sergio. So che qualcuno (molti?) non saranno d’accordo, ma nonostante i due creatori avessero sempre rifiutato l’idea di un incontro tra i loro eroi, credo che ad un’ipotetica lettura di questa avventura entrambi avrebbero sorriso annuendo con approvazione. * Così mi sono perso tutta la "rinascita", ma per fortuna anche Altrove e Zagor “vero inviato di Manito” (ma davvero? se è così sospendo la mia sospensione dell’incredulità ) ** Ogni tanto mi sembra di leggere Tex “malgrado Tex”, è l’unico personaggio “bauscia” che riesco in qualche modo riesco a reggere, nella vita reale detesto gli sbruffoni… *** Personalmente l’idea che nel prossimo incontro ci sia Cico, e soprattutto che canti, non mi fa per niente piacere, però mi rincuora l’assenza del Going Going
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[Speciale Tex Willer N.04] Mefisto: Le origini del male
Augustus McCrae replied to MacParland's topic in Tex Willer
Uno speciale che ha ricevuto delle critiche, in particolare per la quasi totale assenza di Tex e per la motivazione fornita agli altalenanti poteri di Steve Dickart/Mefisto. Nessuna delle due cose mi causa particolari reazioni negative: è vero che Tex appare in 3 vignette, ma l’ultima per me è fantastica, lo coglie sulla soglia del saloon nel momento in cui sta per entrare a tutti gli effetti nella storia di quello che sarà il suo più mortale nemico, finora mai incontrato “di persona”*, mentre la spiegazione riguardo ai poteri può non piacere o non convincere, ma ha una sua logica, perlomeno nel senso che la parola “logica” può avere in un fumetto (o letteratura/cinema) di ambito avventuroso). A me, contrariamente ad altri “Speciali”, questa “divagazione” è piaciuta moltissimo. Dentro ci sono Barnum e i suoi freaks, la fotografia di una società in radicale cambiamento (l’Est più “civile”, le attrazioni di massa, le prime forze di polizia, il West più ruspante e pericoloso dove la ballerina Lily rischia di essere importunata sul palco), due personaggi principali che rappresentano due diverse malvagità (bello il tragico inserto sul collegio femminile e altrettanto vedere Dickart “sognante” all’idea di diventare presidente del nuovo stato, altro che magia nera ) e due personaggi secondari, tra cui il “buono” della storia, che fanno una brutta fine (ma quanto era fesso Tayman?). Aggiungiamo che il lettore affezionato trova tutti i riferimenti del caso (a “Pinkerton Lady”, alla storia di Cortina, a quella di GLB…) senza che questo appesantisca la lettura o renda l’albo non fruibile ad un lettore “occasionale”… … E poi parliamo dei disegni di De Angelis, che qui è semplicemente perfetto in quella che a mio avviso è la sua prova più “compatta” degli ultimi tempi**. Grande espressività dei personaggi, magnifica gestione del chiaroscuro e la chicca delle pagine “riassunto” (38,89,94), davvero una prova superba. Ottimo speciale, bene bravi bis. * Ma quanto è stato bravo Boselli in “Pinkerton Lady” a scrivere una storia che vede sostanzialmente a confronto Tex e Mefisto senza che i due si incontrino mai di persona? Una prova di fantasia ed equilibrismo (tra novità e rispetto della tradizione) da applausi. ** Non ero rimasto così soddisfatto, e lo avevo scritto, per “Atascosa Mountains”. -
[Tex Willer N. 41/46] I Guerriglieri di Juan Cortina
Augustus McCrae replied to MacParland's topic in Tex Willer
Grazie Carlo, il mio abbaglio era più suggestivo ma sono contento di essermi sbagliato, mi sono affezionato ai due compadres -
[Tex Willer N. 41/46] I Guerriglieri di Juan Cortina
Augustus McCrae replied to MacParland's topic in Tex Willer
Continuo l’affannato inseguimento nel tentativo di mettermi in pari con il giovane Tex, imbattendomi in questa ottima avventura, riuscita miscela di fantasia e realtà (più che “verità”) storica. Nel turbinare di personaggi reali ed inventati*** Boselli è bravissimo a dipingere con ritratti in chiaroscuro anche i protagonisti positivi, ad esempio Cortina e Faver, mettendo in evidenza non solo gli aspetti eroici ed onorevoli, ma anche le contraddizioni, le debolezze ed i pregiudizi. In compenso, mentre gli slanci di un adrenalinico Tex non sempre ottengono i risultati sperati, mettendolo anzi a volte in situazioni quasi disperate, per tutta lo storia il nostro giovane eroe non perde la bussola morale rimanendo sempre un faro di giustizia e tolleranza (probabilmente sono condizionato, ma nei dialoghi ho trovato alcuni “messaggi” particolarmente attuali). Bello rivedere Pedro e Miguel, con il primo che funge da spalla principale al protagonista (quasi un po’ Carson ed un po’ Cico), mentre il secondo conferma la sua solidità ed il suo valore, dimostrato dal suo ruolo come uno dei principali collaboratori di Cortina. Mi inquieta, riguardo al futuro dei nostri due amici, l’apparizione finale al momento dei saluti con Tex di una misteriosa e indefinita figura a cavallo, che ricorda fin troppo la Sinistra Mietitrice, temo che Boselli ci abbia voluto dare un antipasto di funeste vicende future. Passando alla parte grafica, egregia performance di Brindisi, a mio parere riuscitissima sintesi tra essenzialità e dettaglio, con un tratto molto western che ben sostiene scene di massa, paesaggi magistrali e bellissime sequenza notturne, il tutto sposato ad una grande leggibilità e costruzione delle inquadrature. E finalmente, con mia grande soddisfazione, le mani sanguinano quando le pallottole fanno saltare le pistole e il nostro buon Tex, suonato come un tamburo, porta i segni del “trattamento centrifuga”, senza mostrare i superpoteri wolveriniani delle ultime storie (unica parziale eccezione il volo dal lucernario, dove tra vetri acuminati e altezza della caduta se la cava decisamente a buon mercato ) In conclusione, gran bella storia, ottimi disegni, aspetto con ansia il cartonato… *** Pur sapendo di far arrabbiare @borden e @Diablero, io leggo le storie solo una volta che si sono concluse (e di solito in forte ritardo). In questo caso, se avessi adottato la lettura mese-per-mese mi sarei assolutamente perso nella marea di personaggi e non avrei ricordato nulla da un albo all’altro. Sono filosoficamente a favore della modalità “tanti personaggi”, trovo che aggiunga spessore e sapore alle storie, ma ancor di più questo mi obbliga alla lettura “tutto insieme”, l’unica che mi permette di tenere i vari personaggi sotto controllo… la memoria non è più quella di una volta -
Da chi NON vorreste fosse disegnato un Texone?
Augustus McCrae replied to Doudou's topic in Sondaggi Texiani
Un Multiverso! ARGH! -
[Romanzi a fumetti 17] La fonte della giovinezza
Augustus McCrae replied to MacParland's topic in Le storie inedite
Carlo, sono assolutamente d'accordo con la tua definizione e in ogni caso aspetterei a fasciarmi la testa senza aver letto la storia. Devo ammettere nello specifico che la mia preoccupazione, totalmente astratta e priva al momento di qualsiasi elemento concreto, riguarda la possibilità in futuro di cross-over che prevedano, per avere a disposizione la totalità di una storia "regolare" (cioè che appare negli albi mensili), la lettura di albi di collane diverse*. Aborro ("aboVVo") questa consuetudine dei comics d'oltreoceano, una delle più squallide trovate di marketing mai viste nel mondo del fumetto (ma ormai diventata la norma in quei lidi). E' uno dei motivi, insieme alla decerebralizzazione cinematografica e alla "moltiplicazione degli universi/dimensioni" (sovente solo una scusa per "pareggiare le quote"), per cui ho smesso quasi completamente di leggere comics. Mi fido di Boselli, penso che finchè sarà lui il curatore di Tex queste cose non avverranno... e spero di avere ragione! * Praticamente il concetto delle "medaglie" applicato alla sceneggiatura -
Storia più breve del solito e seconda apparizione consecutiva di Pat Mac Ryan, In perfetta continuità con la conclusione della storia presente nella prima metà dell’albo (il finale di Golden Pass). Sia pure in un numero limitato di pagine Boselli tratteggia un’avventura interessante, che presenta almeno uno spunto peculiare (l’uso di Novak e Pat come “pards attivi” al posto di Kit, Tiger e dell’assente Carson), un Tex tostissimo ma al contempo fallibile e un bell’avversario crudele la cui vigliaccheria viene ben mostrata alla fine. Peccato per il finale affrettato e un po’ supereroistico (vedi Pat e Tex in versione Hulk), ma in ogni caso la storia si legge con piacere. Qualche nota volante: - Mi ha fatto molto piacere rivedere i sopravvissuti della bellissima “Cercatori di piste”. Ho temuto durante tutta la storia per la vita del buon Novak! - Mi è piaciuta assai tutta la sequenza iniziale, con l’apparizione degli yaqui (o meglio di quell’accozzaglia "mista" di tagliagole) durante la caccia di Kit & Friends e il loro soggiorno al villaggio yavapai. La tensione è palpabile, ci si aspetta da un momento all’altro il casus belli che scateni un putiferio ed i dialoghi tra Tex e Narvaez, sempre in bilico tra falsa diplomazia e provocazione, non fanno altro che alimentare questa tensione, gran pezzo di bravura di Boselli. - Kit non fa una gran figura (evviva!) e inoltre si conferma la regola: se sei amico di Kit Willer stipula una buona assicurazione sulla vita. Il ragazzo porta una sfortuna pazzesca a chiunque gli sia vicino, in pratica diventare suo amico equivale a suicidarsi. Sarà per quello che non lo sopporto? - La questione “donne prigioniere degli indiani” viene qui trattata in maniera edulcorata (lo so che devono venderle come schiave e quindi non trattarle troppo male, ma quando mai i predoni si fanno scrupoli a “provare la merce”?). Boselli affronterà il tema con ben altro realismo in seguito, in quella grande storia che è “Luna insanguinata”. - Passando ai disegni, Marcello resta una sicurezza ma questa dal mio punto di vista non è una delle sue prove migliori, pur rimanendo ben sopra la sufficienza. Il calo era probabilmente iniziato e a questa storia seguirà solo "La grande invasione" (dove, se ben ricordo, ci furono interventi di correzione). Concludo con una personale ossessione: pur comprendendo gli argomenti di chi invece li valuta positivamente (la storia deve svilupparsi secondo i suoi ritmi, lo sceneggiatore non deve essere limitato e così via) mi hanno sempre infastidito gli albi “spezzati”, e questo è ancora più vero oggi, probabilmente perché nel recupero degli arretrati non sopporto di avere delle storie incomplete, così mi è toccato spesso comprare albi “di chiunque” a cui non ero particolarmente interessato solo per avere la storia completa…
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Continuo il recupero dei miei decenni “lontano da Tex”, con la piacevolissima lettura di questa avventura dalla genesi particolare. Sceneggiata inizialmente da un Sergio Bonelli-Nolitta per sua stessa ammissione a corto di idee (il primo albo infatti “non va da nessuna parte” e il ritmo è lento, ma in compenso alcuni dialoghi sono divertentissimi) per un Galep purtroppo ormai consumato dai problemi di salute, la storia finisce in un cassetto, per finire poi tra le mani di uno scoppiettante Boselli che praticamente riparte da zero (aggiungendo e sviluppando tutti i personaggi di contorno), e viene ridisegnata ex novo da Ticci. Dal secondo numero la storia decolla, spiccanoper me il bellissimo rapporto di complicità tra Carson e Mamie, il ritorno di un Pat Mac Ryan suonato e pasticcione più che mai (soprattutto nella parte comica dovuta a Nolitta), personaggi secondari interessanti e ben definiti (in particolare a me sono piaciuti la già citata Mamie, il sergente Buster e il banchiere “grigio” Grayson) e tanta, tantissima azione, sia pure contro avversari forse non irresistibili, ma in compenso autentici farabutti e numerosissimi! Molto buoni i disegni di un Ticci solidissimo, tanto che appena terminata la lettura della storia poi l’ho “riguardata” tutta daccapo per godermi un’altra volta la parte grafica. In conclusione, Tre albi e mezzo che, dopo una partenza lenta, prendono un gran ritmo quando le redini le afferra Boselli, ottimamente illustrati da un artista fenomenale e che senza far gridare al capolavoro lasciano veramente soddisfatti. Ecco, 4-5 storie così al mese potrebbero convincermi a non lamentarmi della iper-produzione…
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[Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch
Augustus McCrae replied to MacParland's topic in Tex Willer
Hai perfettamente ragione, errore mio, ricordavo di averlo sentito "personalmente" pronunciare durante un'intervista a De Mita (che ovviamente ne faceva una citazione) e ho confuso la fonte originale (sia perchè nel 1959 non ero ancora nato sia perchè non ero uso frequentare i congressi della DC, ma solo i Comitati Centrali del PCUS ). -
[Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch
Augustus McCrae replied to MacParland's topic in Tex Willer
Procedo con la scorpacciata di Tex Willer, con l’obiettivo di mettermi in pari in tempo per la fine della attesissima (almeno da me) storia di Boselli/Gomez. Esordio nella serie di Giusfredi, che scrive un’avventura decisamente apprezzabile ma dal finale piuttosto concitato, forse anche per la difficoltà oggettiva di portare a compimento nell’ultimo albo due trame in versione “convergenze parallele” (grazie De Mita). Mi è piaciuta molto la parte di storia dedicata a Carson, ho apprezzato in particolare la figura di Lillian, mentre Hutch mi sta sulle scatole e Tex è in una versione leggermente “esagerata” per i miei gusti crepuscolari… In ogni caso una promettente prova per un autore che viene spesso criticato per le scene “tamarre” (cosa che in quota parte condivido) e per la sua scrittura “postmoderna” (cosa che condivido meno, nel senso che ognuno è figlio in gran parte dei suoi tempi culturali, e Giusfredi beato lui è abbastanza giovane da essere per forza postmoderno, anche se i riferimenti “classici” nella sua scrittura ci sono e sono ben visibili). Secondo me il fatto è semplicemente che Giusfredi è toscano ed interista, quindi “bauscia al quadrato” (lo dico da interista, non da toscano), probabilmente si sforza anche per controllarsi, ma non sempre ci riesce, per questo trovo le sue “scene tamarre” inevitabili… Passando ai disegni, apprezzo Valdambrini anche per i suoi lavori su altre collane, ma qui pur all’interno di una esibizione complessivamente positiva (e che migliora con il passare degli albi) ho trovato troppe cose “stonate” per essere completamente soddisfatto: dalle armi che cambiano dimensione, alla rappresentazione completamente sballata di Arkansas Joe, fino al Cangrejo-Charles Bronson-Pedro Pascal che mi ha fatto proprio tenerezza e ad alcuni errorini stridenti (vedi la questione-fondina già commentata da @San Antonio Spurs). Resta comunque una prova valida, ulteriore conferma di una omogeneità stilistica all'interno della collana che ha finora mantenuto un livello medio decisamente alto. Punto dolente, e mio personale leitmotiv-lamentoso, si conferma (ahimè) la tendenza eccessiva a far saltare le armi dalle mani senza spappolare le stesse (o colpire la canna dei fucili, anche quella cosa statisticamente rara nella realtà), per non parlare di Tex in versione Wolverine: torturato e malmenato per ore dai carcerieri torna in cella senza uno strappo nella camicia, una striscia di sangue dal naso, un labbro tumefatto… e questo superpotere è condiviso, dato che Hutch si becca una pallottola nel braccio la cui ferita si rimargina tra un albo e l’altro (forse perché è passato un mese tra la pubblicazione dei due? )… Questa forzata sospensione dell’incredulità comincia a diventare davvero estrema, non so se “ingenua” (per scelta, rifacendosi all’atmosfera “spensierata” degli anni ‘50) o semplicemente “sbadata” (cosa che sarebbe più irritante). In ogni caso, al netto delle mie limitate critiche, Tex Willer si conferma dal mio punto di vista un'ottima serie... almeno fino all'inizio del 2022 (non vedo l'ora di affrontare Cortina e Cochise ). -
[Tex Willer N. 34 / 36] Atascosa Mountains
Augustus McCrae replied to Sam Stone's topic in Tex Willer
Buon esordio nella collana di Rauch, con una storia classica ma piena di ritmo e di azione (come tipico di questa serie dagli albetti "compressi"), è evidente che l'autore conosce benissimo la materia. De Angelis, che seguo dalle prime prove su Nathan Never, torna in collana dopo un paio d'anni confermandosi su un buonissimo livello (anche se personalmente, nel complesso, ho trovato questa storia leggermente inferiore rispetto alle sue due precedenti). Con il terzo albo la serie compiva 3 anni, fino a quel momento raggiunti con con un livello medio decisamente alto. Concordo con quelli che hanno fatto notare le troppe pistole saltate senza mutilazione delle mani o i poteri di rigenerazione delle ferite decisamente poco credibili, ma per ora riesco ancora a sopportarlo... -
Procedo nelle riletture con il secondo Texone che, dopo quello di Galep, non rispettava la presunta logica del disegnatore esterno, ora divenuta rarità (garantire 224 pagine in tempi ragionevoli è probabilmente troppo impegnativo per quasi tutti gli autori “moderni” che sono esterni alla Bonelli). Il soggetto è classicissimo e rileggendo con occhi innocenti l’albo la mia sensazione era che Nizzi avesse sceneggiato con mestiere, pur senza originalità, anche inserendo alcuni tocchi brillanti (l’agente indiano che rivela le informazioni “a puntate”, la lucertola e il cappello). Ora, dopo aver letto sul thread il post di @MisterP riferito alla somiglianza sospetta con un’avventura di Blueberry, mi domando se tali “tocchi” fossero farina del sacco nizziano o vadano invece attribuiti a Charlier… In ogni caso quello che sostiene il volume, e lo rende una lettura molto piacevole, è la prova di Ticci, che forse potrà non aver gradito il formato ma, all'interno di una prestazione già scintillante, lo ha usato benissimo per regalarci alcune vignette “extralarge” che lasciano a bocca aperta. Sintetizzando, un albo di buon livello impreziosito da ottimi disegni, che non finirà nell’elenco dei capolavori ma merita assolutamente di essere (ri)letto. P.S. Come già accaduto rileggendo "La grande rapina", è stato molto piacevole rileggere il redazionale vergato da un giovin Boselli...
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E hai perfettamente ragione ho verificato la versione Bonelli Digital Classic e l’incongruenza è stata corretta (probabilmente già nelle ristampe). io ho riletto la storia nella sua ormai ingiallita edizione originale da edicola