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Don Fabio Esqueda

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Tutto il contenuto pubblicato da Don Fabio Esqueda

  1. Sul primo punto sono perfettamente d'accordo. Nel momento in cui si giudica è del tutto ovvio porsi su tale prospettiva. Non esisterebbe la critica. Sul secondo punto, evito proprio di commentare. Difendo le mie idee (convinto che abbiamo una validit? oggettiva. Cosa che, ripeto, fa chiunque sostiene una tesi in qualsiasi ambito: storiografico, geologico, letterario, etc. etc.) in modo deciso, se le ritengo valide. Essere decisi significa forse essere sprezzante? Scherziamo? Quando mai sono sprezzante? Infine, sulla caratterizzazione psicologica. Spiegami UN PERSONAGGIO UNO che sia ben caratterizzato in "Caccia infernale". Io vedo solo nasi adunchi e mezzi scalpi, classiche toppe che fan vedere il buco di una caratterizzazione psicologica nulla.
  2. Ho solo due domandine brevi brevi, poi giuro che torno sul letto di Didone:I) Cosa c'entra la recensione de "I berretti verdi" con questa discussione?II) Se non hai accusato Carlo Monni di malafede, allora cos'hai fatto? Gli hai porto i complimenti per l'acribia e l'onest? intellettuale dimostrate?N. B.: dico queste cose non avendo (finora) apprezzato la storia. Il mio non è un attacco alle tue idee, ma soltanto una constatazione del fatto che i modi, talvolta, risultano irritanti. La recensione a "I berretti verdi" era stata terreno di scontro, in quanto mi hai accusato di averla denigrata in quanto esponeva idee diverse dalle mia. Al contrario, l' ho denigrata sul metodo. Il tutto per dire che non ho mai pensato di sottomettere nessuno alle mie idee. Ma siam matti?Non ho accusato carlo di malafede! Semmai di quel pregiudizio di cui lui accusa sistematicamente i critici di Boselli, anche quando tale posizione è solidamente argomentata ( sia condivisa o meno), come -se permetti- io faccio regolarmente. Io non parlo mai a vanvera, caro Virgin. Leggo, rifletto, confronto le mie idee con quelle altrui e poi scrivo. Privo di pregiudizio alcuno, se non quelli, fisiologici e inevitabili, che ci derivano dall' empiria (se vedo cento vacche nere, mi vien da pensare che sia tale la centounesima). Nella fattispecie, sono sicurissimo che Carlo è sincero. Tuttavia, non so che farci, resto convinto (a prescindere dalla sua buonissima fede) che se avesse visto la firma Nizzi il suo commento positivo (pur se non entuasiastico) non sarebbe stato tale. Non so che farci, penso così.
  3. Son tutti calcoli che stiam facendo a caso. E francamente non penso che il numero delle copie vendute dipenda da Nizzi, Boselli, Faraci o Manfredi. In ogni caso, non vedo cosa c'entri il discorso sulle vendite con la ragionevolezza di ogni posizione, che sia la mia e di Anthony o quella di Carlo. Non ha ragione chi ha i numeri dalla sua parte.
  4. Non ho proprio accusato nessuno di malafede. Tanto meno chi non la pensa come me. Giusto per farti un esempio, la recensione che mi avevi proposto di "I berretti verdi" l'avevo definita spazzatura non perchè esprimesse un giudizio opposto al mio, ma perchè semplicemente non parlava del film. Era fuori tema.
  5. Non ti sto assolutamente accusando di malafede, Carlo! Semplicemente ho la sensazione che quando la firma è di Borden ormai tu non riesca a vedere i pur lampantissimi difetti bensì solo i rarissimi ( qui) pregi, mentre tendi a fare il contrario con Nizzi. Non è malafede. Sto rileggendo "Sulla pista di Fort Apache" (non perchè volessi fare un confronto ma perchè è una delle storie che leggo con più piacere). Ha un enorme pregio: i personaggi si sviluppano con la storia. Le figure (poche e buone) sono tutte funzionali alla narrazione, che non può prescindere da alcuna di esse ( Quincannon a parte, che è solo un omaggioal western classico di Ford ). Dicesi coralità d'azione. In "Caccia infernale", a parte le totali assurdit? (alleanza con la banda Cunningham con tanto di complimenti al prode Parkman; assurda metamorfosi dello stesso Parkman da ufficiale supponente e incapace in massacratore di indiani) e le clamorose debolezze nella caratterizzazione dei personaggi ( ma Revekti, tanto evocato, che ?? Laredo è pervenuto? Eppure era stato un bel personaggio), succede l'esatto opposto: quanti personaggi non hanno alcuna funzione narrativa? Quanti personaggi sono privi di una reale caratterizzazione psicologica, sostituita con una facile ed esagerata caratterizzazione fisica? E Tex, che nella storia di Ortiz era il re dell' Arizona, duro, combattivo, stratega, qui esiste? Chi ?? Si può definire protagonista solo perchè uccide un (nullo) nemico? No, il protagonismo è ben altro. E sè che gli ingredienti per una storia da film ( a proposito di quanto scrive Lupo Che Corre: son d'accordo sul soggetto-base. Totalmente in disaccordo sulla sceneggiatura.) c'erano tutti. Non so se avete letto "Cuore di tenebra" di Conrad e visto "Apocalypse Now" di Coppola, ma poteva essere un grande modello su cui sviluppare il rapporto Tex/Revekti. Borden ha scelto diversamente, inserendo un milione di personaggi macchiettistici senza esplorare quelli che potevano ( e dovevano ) essere interessanti: Tex, Revekti, Laredo, Tiger, Parkman, Mazay e Goyaklee. Punto. Peraltro, bella coincidenza che Tex, Laredo e Parkman si ritrovino esattamente sullo stesso campo di battaglia. Unico pregio, un bel Tiger.
  6. Suppongo che tu abbia volutamente esagerato Don Fabio, altrimenti sarebbe davvero un'espressione un po' forte Non ho per nulla esagerato, Cheyenne. E' proprio quello che penso. E' una critica forte, ma non mi sembra n° astiosa n° irrispettosa.
  7. Francamente, trovo fastidiosa questa affermazione che tieni a ripetere ogni volta. Fastidiosa e inutile ai fini della discussione. Chi se ne frega del fatto che tu potrai goderti Tex e noi no? Significa forse che per questo la tua posizione abbia maggiore valore di quella altrui? In ogni caso, detto con tutta onest?, sarei curioso di sapere se avresti espresso questa soddisfazione se "Caccia infernale" l'avesse scritta (identica) Nizzi. Io penso che avresti lanciato i soliti strali. Magari mi sbaglio.
  8. Beh, se anche vi son stati casi simili, ciò non significa che l'inettitudine di Tex in "Alto tradimento" lasci davvero un po' con le braccia aperte. E tuttavia in Nizzi non vedo lo snaturamento di Tex (inteso come universo narrativo del fumetto, non come singolo personaggio) attuato sistematicamente da Boselli. Da un lato, un autore spremutissimo da anni e incapace di uscire dallo schemino, dall'altro un autore che, scientemente e in pieno vigore artistico, se ne frega di come Tex è stato pensato da GLB e scrive una roba tutta sua (che a me non piace per nulla). In altre parole, in Boselli vedo il dolo. Vorrei tuttavia specificare il senso del mio giudizio nell'intervento precedente sulla capcit? di Borden di creare bei comprimari. Di belli ne ha creati eccome, se pensiamo ad esempio allo stesso Laredo in "Sulla pista di Fort Apache". In altre circostanze, tuttavia, in modo un po' furbesco, ne ha creati altri il cui scarso spessore è stato mascherato da caratterizzazioni fisiche eccessive (banda Cunningham doceat) .
  9. Paco, rispetto ovviamente i tuoi gusti, così come di tutti coloro che apprezzano questo (non)Tex. Secondo me una storia del genere merita 3 (tre). Di quali protagonisti stiamo parlando? E' una storia senza protagonisti, con un'accozzaglia di personaggi eccessivi nella presentazione fisica quanto nulli sul piano della caratterizzazione psicologica (alla faccia di chi sostiene che Boselli sia un maestro nel trattegiare comprimari). Le assurdit? sono in bellissima vista, ma si sa che non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere. E sè che il soggetto, reso spurio da Cunningham, Minnesota, Longway e compagnia, poteva essere interessante, con un Tex/Willard contro Revekti/ Kurtz. Peccato che Revekti, con tanto alone di mistero evocato, sia un personaggio nullo. E Tex? Ancora con 'sta solfa che basta essere abile con la pistola per essere protagonista? Non è forse la logica narrativa a stabilire un protagonista? Poi, sai che abilità con quella lancia, dopo che (chissà perchè) Carver si è immolato a vittima sacrificale. E poi, diciamocelo: questo Tex tiene compagnia? Io sono abituato a quattro amici che scherzano tra loro e col lettore. Ne ho le scatole di questo Tex gelido e barocco, in nime della sceneggiatura che deve sorprendere. L'altro giorno leggevo "Sulle piste del Nord" : quanto calore umano, quanta semplicit? nel raccontare la storia di un gruppo di amici prima ancora di una rivolta indiana sobillata da loschi affaristi. E quanta distanza dal Tex di oggi.
  10. Carlo, checch? tu ci creda, io non ho nessuna idiosincrasia preconcetta nei confronti di Borden, così come nei confronti di Nizzi e qualsiasi altro autore. Ho la sana abitudine di leggere prima di commentare. Mi sembra tuttavia che tu abbia il preconcetto opposto: non si potrebbe spiegare altrimenti il tuo ritenere normale che Tex si allei con torturatori di indiani. Non oso pensare quali sarebbero stati (giustamente) i tuoi commenti se la stessa cosa l'avesse scritta Nizzi. Sarebbe stata quasi più normale un'alleanza con Revekti, che in fondo non commette le stesse atrocit? della banda Cunningham. E Laredo e Tex che fanno i complimenti a Parkman° Anche apprezzando lo stile di Boselli ( che, piaccia o non piaccia, è tutto fuorch? texiano ), non si può non vedere la totale sconclusionatezza di questa storia. Quanto al paragone col peggior Nizzi, non è IMHO attuabile. Da un lato, un autore rimasto fedele alla texianit? ma svogliatissimo, annoiato e annoiante. Dall'altro, un autore che scrive quello che pare a lui, cercando spesso di compiacere il lettore e fregandosene della scritta Tex. Non so cosa sia peggio.
  11. Paco, onestamente mi sembra impossibile difendere la storia più assurda in sessantatre anni di storia texiana. Ma ti sembra che Tex possa mai allearsi, sia pure per un fine di sopravvivenza ( che poi, un bowie nella schiena te lo può sempre piazzare), con un personaggio come Carver? E la stretta mano finale tra Laredo e Parkman, che non solo ha partecipato a un bel massacro di Pima ma ha anche ucciso un indiano a sangue freddo? Ragazzi, siam pazzi? Qui non smacchiamo mica giaguari ! Adesso mi prendo "Sulle piste del Nord" e mi leggo un po' di sano Tex, non quest'assurdit? totale che assomiglia a Tex quanto io al nonno di Toshiro Mifune !
  12. Comecomecome? Una volta che siamo d'accordo vuoi rileggerla e poi magari cambiare parere? :malediz... Unione secondo me perfettamente riuscita... anzi, ti dir? di più, il rapporto fra Tex e Carson anche per me è goduria pura. Fosse solo quello, la storia sarebbe eccezionale, ma purtroppo c'è lo sfondo in cui qualcosa stona, almeno secondo me, come ad esempio gli snodi narrativi estremamente forzati come nel peggior Nizzi. Quando, in una storia dalla tessitura così semplice, non sarebbe stato difficile disporre gli eventi con maggior cura. Anch'io trovo ci sia troppa disinformazione in merito per potersi esprimere... ma farà la cosa indecente. Che bello! Mai fatto cose indecenti in vita mia! haha Mah, gli snodi narrativi non mi son sembrati tanti forzati... mi è sembrata un po' forzata la retorica di Tex, questo sè. Quanto all'acqua, io non condivido assolutamente la tua scelta, Virgin. Non andare a votare significa non esprimere le proprie idee, che possono consistere anche nel 'non so' della scheda bianca. E' vergognoso che taluni politici, invece che sostenere le ragioni del NO (che pure potrebbero essere valide), invitino il cittadino a non usufruire di un diritto e a non adempiere un dovere. Lo può fare la Chiesa, che (sulla carta, purtroppo per lo Stato Liberale) è separata dallo Stato. Ma che lo faccia lo Stato stesso è veramente un qualcosa di vergognoso, oltre che di vigliacco ( se le idee si ritengono valide si difendono, non si cerca la scappatoia del 50% -1 )!
  13. Ho appena completato la lettura. Devo dire che, pur non mancando spunti interessanti e talora anche divertenti (l'icomprensione tra Tex, Tiger e Laredo a riguardo di Carson nel secondo albo), "Caccia infernale" è secondo me di livello assai mediocre. Una prima riflessione (più tardi interverr? in modo esaustivo su tutto) si pone proprio su Revekti, su cui sono in disaccordo con Sam. L'alone di mistero che si crea intorno a un personaggio, di cui conosciamo all'inizio solo il nome enigmatico ('il diviso'), mi aveva incuriosito, facendomi andare con la mente addirittura a Kurtz di "Cuore di tenebra". Nel secondo albo lo vediamo per poche pagine, presentato fisicamente in un modo che colpisce l'occhio (un po' meno il cervello). Tutte queste premesse per cosa? La nulla caratura psicologica del suo personaggio fa crollare il senso della storia. Capitolo centralit? di Tex. Non ho mai pensato che il protagonismo di un personaggio si determini sulla base del numero delle pagine in cui compare. Ci sono protagonisti che possono comparire anche in una sola pagina. Tuttavia, non è certo questo il caso: il nostro ranger si inserisce in una storia da cui è avulso, in cui peraltro non è semplice individuare un protagonista, tanto sgangherato ne appare il filo narrativo. Troppi personaggi, mai curati ( facili menomazioni fisiche suppliscono a tale carenza; ma la pezza fa vedere il buco) in profondit?, salvo Parkman nei primi due albi. La metamorfosi dell'ex tenente da inetto ufficiale (peraltro ravvedutosi nel finale di "Sulla pista di Fort Apache") a massacratore di donne e bambini è ancora più folle della sua riabilitazione (con tanto di promessa di aiuto per rientrare nell'Esercito) da parte di Tex. Ugualmente assurda l'alleanza tra Tex e Carver. I dialoghi, che paiono limati all'inverosimile, sono sempre privi di naturalezza e fluidità. Infine, su Ginosatis. Personalmente mi piace l'abbondanza di china, sulla quale Ortiz aveva costruito il (a mio giudizio) suo capolavoro grafico su Tex, "Sulla pista di Fort Apache". Il tratto non è uniforme: sembra che vi sia un modello diverso per ogni elemento della tavola. Ad esempio, Rupert è marcelliano, mentre Tex è villiano ( assomiglia a tratti anche a Charlton Heston, per la verità). Si genera uno strano melting-pot che, tuttavia, IMHO, non riesce a diventare autonomo dai modelli di riferimento ( un po' come invece era riuscito a Suarez). Il terzo albo, peraltro, sembra essere calante rispetto ai primi due. Più tardi intervengo in modo più approfondito .
  14. Mi toccher? rileggerla una terza volta, a questo punto !Acqua a parte ( P. S. Sono orientato a votare scheda bianca. Nonostante mi stia cercando di informare, ho troppo poche conoscenze per capire quale sia la scelta migliore. Unica cosa indecente è l'astensione, che poi astensione non ?, bensì diserzione. ), il riferimento all'esimio Cavaliere è del tutto evidente. Tuttavia, credo Manfredi si sia semplicemente divertito a sbeffeggiare il personaggio, senza avere in mente una storia prettamente politica. Direi più storica, casomai, secondo una tendenza più tipica del western tardo che della tradizione classica (in cui l'inserimento della Storia è in chiave elegiaca più che storiografica). In generale, è tipica del western tardo la tendenza al realismo contro l'epopea. Il modo in cui sono mostrate figure come Swilling o gli indiani agricoltori certamente si riallaccia a tale modello, contrariamente a Tex, che ne è stato quasi sempre estraneo (nonostante non siano certo mancati, anche con GLB, temi ad esso vicini). In ogni caso, mi sento di confermare anche l'idea di Paco di un connubio tra tradizione (amicizia dei due pards) e innovazione.
  15. Io adoro (ehm, adoravo) Tex per queste sue semplicit?. Chi se ne frega se Lylith è un nome navajo, l'importante è che abbia un nome esotico! Come si chiama Montalesè Montales e basta. E Gros-Jean° Idem. Cosè Tiger Jack è Tiger Jack, nonostante non mi sembra esistano tigri in Arizona ! I nominativi inventati da GLB son belli per questo: sono adatti ai personaggi nonostante siano irrealistici. Quant'? fico Rayakura ( "Assedio al posto n.6", ndr), nonostante sia un nome da samurai ?
  16. Paco, non fare di tutte le erbe un fascio. I detrattori di Boselli (che io, pur critico sul taglio della scrittura di Borden, non penso affatto di essere) hanno punti di vista differenti e una testa autonoma. Personalmente apprezzo molto la Storia in Tex: Storia che peraltro è stata inserita forse più da Nizzi. "Buffalo Soldiers" e "Missouri" non mi son piaciute, ma non perchè mi sia sgradito l' intervento del 'West reale' nella finzione texiana. Bonelli o Boselli? In effetti, è quello che ho pensato anch'io. Mi sembra un'ottima analisi. L'apologia dell' acqua pubblica nell'arringa finale di Tex mi è tuttavia sembrata forzata sulla bocca di Tex; il quale, pur avendo ideali illuministi, resta uomo d'azione più che pensatore rousseauiano. Se è vero che con Boselli i pards agiscono in modo molto più indipendente ( secondo il modello del primissimo Tex, in cui tuttavia Carson è un collega prima ancora che un amico), mi sembra che il tradizionalismo si fermi qui. Non mi sembra che nel primo centinaio Tex sia sovente estraneo alla logica narrativa, come, piaccia o non piaccia, accade spesso nelle storie di Borden. Il formato a striscia richiedeva peraltro la totale predominanza dell'azione sull'introspezione psicologica, ancor più che nel secondo centinaio. Guardate le statistiche sui morti ammazzati fornite da Paglieri e vi accorgerete che nel primo centinaio sono il quadruplo rispetto non dico al Tex boselliano ma al secondo centinaio. I personaggi contorti di Borden, piaccia o non piaccia, sono del tutto antitetici alla tradizione (per favore non mi si venga a citare Lucero e le eccezioni che certamente ci sono: qui si parla di analisi generali ) e alla tradizione specialmente del primo centinaio.
  17. L'intervento di Sandro è ricco di spunti. Ho letto due volte "La grande sete" ma dovrei rileggerla una terza. Se ben ricordo, in prima lettura la storia mi era piaciuta molto, in seconda meno. Vero è che Tex e Carson sono i due vecchi volponi di GLBonelliana memoria: si respira la loro amicizia ( e di questi tempi è una notizia, ahimè) , con i due pards che si ( e ci ) fanno compagnia. Tuttavia, sotto il profilo del taglio narrativo, le scelte sono molto diverse : si respira un'atmosfera crepuscolare (resa anche dall'abollizione della didascalia, scelta antitetica al western classico e a Tex, che in buona misura a tale modello si rif?) e al contempo realistica ( Lansdale/Berlusconi a parte, buoni e cattivi si confondono). Per certi versi, sembra una storia di Ken Parker, molto più di quanto abbia fatto IMHO lo stesso Berardi in "Oklahoma", che ho riletto giusto ieri e mi sento di definire una storia texiana al 100 %. Ad ogni modo, mi sarà utile una terza lettura per poter esprimere le mie idee in modo più dettagliato ed esaustivo.
  18. Quantomeno, è un problema anche mio!La copertina di "Massacro!" più la vedo più mi sembra di Sommer !
  19. Mah, non si può escludere che si sia dedicato a qualche copertina! Non so, a me sembra indubbiamente Sommer...
  20. Il disegno sembra di Galep, tranne Tex, che mi sembra di Gamba!La copertina dedicata a "Massacro" mi sembrerebbe invece di Sommer (se non è lui, è un clone) !
  21. Una curiosità: James McParland compare anche in "La valle della paura", l'ultimo romanzo di Conan Doyle dedicato a Sherlock Holmes, pubblicato nel 1915. Nonostante il suo personaggio corrisponda alla figura reale dell'agente irlandese, la vicenda narrata è fittizia. Il detective di Baker Street torner? dodici anni dopo in un'ultima raccolta di racconti.
  22. Don Fabio Esqueda

    Estetica Del Nemico

    Beh, Sam, ma qui io non sto parlando di bellezza o bruttezza ( come ha fatto Ymalpas, che vorrebbe Salma Hayek su Tex...vecchio sporcaccione ! ). Comunque, non è un discorso contro Boselli: continuo a citare Thunder & Co. perchè mi sembra siano i personaggi più paradigmatici per il mio discorso!
  23. Don Fabio Esqueda

    Estetica Del Nemico

    Di che caratterizzazione parliamo, Lupo'Di un robusto sostrato psicologico o di una caricaturale descrizione fisica ?
  24. Don Fabio Esqueda

    Estetica Del Nemico

    Ma questo è un altro discorso, e la risposta è no, anche per me!Io non chiedo di leggere più spesso storie con questo genere di personaggi, anzi! Possono sorprendere e aumentare il livello di una storia se usati poco, altrimenti il livello lo affossano! Lo so che è un altro discorso!In ogni caso, personaggi come Thunder IMHO sono solo caricature (mentre mi sembra che tu e Jack abbiate detto che non sono caricaturali ) che a me fanno schifo non dico per una storia ma per una paginetta. Specie in un fumetto fantasiosissimo ma mai eccessivo, anche nelle storie più horror come "Il figlio di Mefisto". Ripeto, benissimo quando una caratterizzazione fisica al limite si accompagna a una caratterizzazione psicologica di ferro ( El Muerto ); malissimo quando l'eccesso serve a coprire il nulla (nanetto, killer ciechi, gobbi e mezzi scalpati ).
  25. Don Fabio Esqueda

    Estetica Del Nemico

    Io invece non concordo per nulla! Thunder e soci per me valgono il nano del ritorno del Morisco ( altra boiata pazzesca). Jack ha ragione nel dire che, con una miriade di personaggi, spesso si è obbligati a ricorrere a patetici trucchetti quali il mezzo scalpo, la gobba, la statura di un metro e uno sputo, i due mastini, il naso adunco, di modo da nascondere la loro nullit? psicologica. La mia domanda, allora, ?: c'è proprio bisogno di inserire tale miriade in una STORIA DI TEX è Non bastano i quattro pards e qualche altro personaggio di spessore? Bisogna sempre raggiungere i trecento personaggià Non so voi, che tanto apprezzate il Tex di oggi, ma io ho tanta nostalgia del vecchio Tex, più caldo, accogliente, semplice. Nel fondo, più genuino.
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