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Don Fabio Esqueda

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Tutto il contenuto pubblicato da Don Fabio Esqueda

  1. Don Fabio Esqueda

    [600] I Demoni Del Nord

    Parentesi dinamitarde a parte, eccomi a commentare questo nuovo capitolo di Tex nel Grande Nord. Primo elemento di discussione: il soggetto, assai ricco, avrebbe meritato uno spazio più ampio per il suo sviluppo. Questa strana tribù antropofaga rimane a noi totalmente sconosciuta ( anche nel nome) : è un gruppo di persone, tutte uguali nell'aspetto esteriore, mancante di una minima identit?. E' una scelta stilistica cui, a mio giudizio, Boselli è stato costretto più di quanto l' abbia ricercata : troppo poche centodieci pagine per una storia che avrebbe potuto riallacciarsi al filone bonelliano di 'Sulle Piste Del Nord' . Con il soggetto tipicamente bonelliano ( pensiamo anche a Tex 200 o alla seconda avventura di Mefisto) della tribù primitiva, sorprende una sceneggiatura più nolittiana di Nolitta. Incredibile in tal senso la prima parte, specie nella scena che si apre a pagina 25: frequenti esclamazioni e soprattutto punti di sospensione, dialoghi lunghi cui partecipano anche personaggi secondari. Inoltre, i tre giovani Dogrib che assaltano la comitiva dei nostri mi han ricordato tanto Hayoka, figlio di Ska-Wom-Dee, e i suoi amici Sioux in ' Assalto Al Forte' , ma anche i due ragazzotti che cercano di eliminare Tex e Carson all'inizio di ' Golden Pass' . L' attacco di un gruppetto di giovani 'teste calde' ai nostri è del resto un topos nolittiano , se pensiamo anche a 'Missione Suicida' , ' Contro Tutti' e ' Il Cowboy Senza Nome'. Come in tutti i casi suddetti, anche qui Tex perdona i malintenzionati (fiducia che risulter? ben riposta, così come per Hayoka) . Ciò detto, è una sceneggiatura non priva di certi difetti tipicamente boselliani (sento stucchevoli i consueti complimenti ai pards, specie se da parte di Lontra, sul punto di essere mangiato; le scene di battaglia sono eccessivamente movimentate ) ma anche ricca di pregi, capace com'? di trasmettere una sensazione di mistero, di paura primordiale nel lettore. Pur non caratterizzati ( o forse proprio per questo) , questi 'guerrieri della nebbia' incutono davvero timore. In tal senso, ottima la scelta della gamma cromatica, tutta composta da tonalit? fredde ( ad eccezione del rosso fuoco delle giubbe dei Mounties, che spicca assai ) e piuttosto adatta ai disegni di Ticci , il cui tratto, specie nella versione sintetica attuale (da me poco gradita), si addice di per sè poco al colore . Ottimamente gestiti, peraltro, i quattro pards, tutti in gran forma, mentre la presenza di Jim Brandon sembra utile solo a giustificare la venuta in Canada del nostro quartetto. Belle certe atmosfere nebbiose ( specie nella scena del massacro all'avamposto rievocata da Lontra ), che mi han fatto pensare alla splendida scena iniziale di 'Patagonia' . Finale forse un po' affrettato, ma era inevitabile con così poco spazio. In sintesi: Soggetto : 8Sceneggiatura: 7,5Disegni: 6,5
  2. Don Fabio Esqueda

    [600] I Demoni Del Nord

    Beh, la teoria non contraddirrebbe solo Nizzi e quant'altri, ma anche Howard Hawks, John Wayne e Walter Brennan in 'Un Dollaro D'Onore' , se non Boselli stesso! Credo tuttavia che la spiegazione sia la seguente: la dinamite, in 'I Demoni Del Nord', esploderebbe anche se colpita con un'arma da fuoco, ma non al solo passaggio delle persone. Nel nostro caso, tuttavia, si ricorre alle freccie incendiarie in quanto i candelotti son stati nascosti e sono invisibili agli occhi dei pards, impossibilitati al tiro preciso. Devo essere sincero, non sono un grande esperto di armi!
  3. Beh, è una storia che, per quanto insolita e dominata da un senso di mistero, non ha nulla di irreale o fantastico n° di anacronistico. Purtroppo credo che di 'strani incontri' ne vedremo ben pochi di qui in futuro.
  4. Non concordo su mezza parola, tranne sul fatto che, in 'Odio Senza Fine', storia atipicissima rispetto al Tex bonelliano, il protagonista è Lucero più che Tex, il quale è inserito, peraltro, nella storia molto più di quanto lo è in 'La mano del Morto' . Mitla, Diablero, Cane Giallo , El Muerto (per citare un personaggio di ben altro spessore rispetto al sopravvalutato cane Giallo) sono alti antagonisti, ma sempre antagonisti. Il tema portante è solo la vendetta di Calamity Jane, e non a caso il percorso è segnato alla 'Pollicino', con cinque carte al posto dei sassolini. Infine, non serve che il protagonista compaia sempre e ovunque, affinch? sia tale. Ad ogni modo, non siamo Off Topic, ma Off Off Off Off Off Topic: suggerirei di spostare gli ultimi interventi qui : http://www.texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=2025 e proseguire la discussione l'... P. S. Il mio discorso non è assolutamente fazioso ! Letture alla mano, il Tex di Boselli ha, a mio giudizio, di tex solo cappello, Colt e Winchester. Toh, anche gli stivali e la camicia gialla. Per il resto, è un altro personaggio e un altro universo.
  5. Ma che significa, Paco?Il motore su cui si muove una vicenda non è la totalit? della vicenda stessa. Ci sono temi che esulano dal 'percorso principale' , digressioni e quant'altro. Nell' 'Iliade' c'è un passo splendido con Ettore, Andromaca e Astianatte, che vive di vita propria; ma la scia su cui ruota il racconto è l'ira di Achille. Scia che è qui costituita da MJC e dalla sua vendetta, intorno alle quali girano Tex, Carson, congiurati, nani e ballerine: e non a caso, i nostri seguono la vicenda tramite le cinque carte. E come si fa a dire che l'inseguimento di Tex e Carson costituisce la trave portante è Lo dice il nome stesso, 'inseguimento' . Sono disposto a riflettere su tutto, ma non sul ' 2+2 =4 ' .
  6. Che si vede in circa trenta pagine su 330! Bel protagonista! Borden PS Per la serie "volersi arrampicare sugli specchi pur di dimostrare i propri pregiudizi" E' un caso strano, interessante, di protagonista di cui scopriamo l'identit? solo alla fine della storia. Tuttavia, il personaggio, pur risultando ignoto, è presente dall 'inizio ed è il motore della trama. Tex , Carson e Kit si limitano a inseguire (affannosamente) la trave portante della vicenda, che è costituita dalla sete di vendetta di Calamity Jane, certo non da Tex. Credo che ciò sia assolutamente indiscutibile, a meno di non ammettere il dubbio cartesiano, per il quale non posso affermare di avere cinque dita in una mano.
  7. Don Fabio Esqueda

    [Maxi Tex N. 14] La Belva Umana

    Mi trovo, per una volta. tra i primi a commentare. In sintesi: Soggetto:8Sceneggiatura: 7,5Disegni: 6,5
  8. Ovviamente concordo con Anthony : le storie di Boselli, nel 90% dei casi, non hanno Tex come protagonista: curioso, sulla copertina vedo scritto 'Tex' . Ne 'La mano Del Morto' il protagonista non è , in tutta evidenza, il nostro ranger, bensì il misterioso vendicatore ( SPOILER : Calamity Jane ) . Ciò detto, andrei a parlarne nell'apposito Topic su 'La serie e i personaggi' ... qui siamo Off Topic...
  9. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 12] Gli Assassini

    Concordo totalmente ! Allo stesso tempo, 'Gli Assassini' mi sembra un po' un'eccezione a questa regola ( che dovrebbe essere invece l'eccezione! ) boselliana. Certamente Mitch è un personaggio centrale, ma è solo coprotagonista con Tex ; il quale ha una motivazione forte per mettersi alla caccia di Boydon & Co., ovvero vendicare Kit e Tiger, lasciati in fin di vita dalla congrega di giustizieri. Dunque, Mitch affianca Tex senza oscurarlo, anche se i flashback soggettivi ( molto leoniani e molto poco western ) vertono alla tendenza opposta.
  10. Sul punto della necessit? di tale incremento numerico dello staff di disegnatori, ho già avuto modo di discutere con Carlo Monni. Io , numeri alla mano, non capisco questa prospettiva. Poich? i texoni e gli almanacchi dovrebbero essere la sede per sperimentare un tratto grafico 'esterno' allo staff, l'aggravio sui disegnatori dovrebbe consistere solo sul Maxi, che equivale a tre albi regolari. Quindi si passa da dodici albi mensili a quindici. Se lo staff del passato era composto da una decina di disegnatori (all'incirca) , l'equazione dovrebbe essere questa : 10: 12 = x : 15 x=12,5 , approsimato a 13Non voglio dire che i disegnatori in eccesso non siano bravi, ma che siano troppi perchè ci si possa affezionare al loro tratto come ci siamo affezionati a Galep, Ticci, Letteri, etc... Quanto all'incremento dello staff degli sceneggiatori, al di l' del valore di molti scrittori che sono approdati, o potrebbero farlo, su Tex, esiste un problema di uniformit? del personaggio: tante visioni diverse portano, inevitabilmente, a un Tex troppo eterogeneo, tra storia e storia . Serve, a mio giudizio, un nuovo Nizzi : ruolo in cui vedo bene Ruju.
  11. Sandro, credo vi sia un errore: gli esterni furono girati in Spagna, come, del resto, quasi tutti gli spaghetti western. Sono quasi certo di questo: se non sbaglio, vi è un'intervista dello stesso Tessari in cui racconta i luoghi delle riprese, che aveva già visitato più volte in occasione delle sue opere precedenti...
  12. Ho votato 'mediocre'. Cerco di spiegare le mie ragioni in modo, quanto più, sintetico. Due sono i vettori della mia critica: il livello medio delle storie e le scelte editoriali sciagurate, che poi si riflettono sulla qualità delle storie stesse. Partiamo dal secondo punto. Non comprendo il senso di suddividere in un numero fisso di albi le storie. Forse non lo comprendo perchè non esiste. Uno dei motivi per cui mi sento legatissimo a 'Tex' è proprio il suo essere un fumetto dal fascino antico: come 'Zagor', differiva dalle serie più recenti proprio per il numero variabile delle pagine; il che creava suspence, in quanto non si sapeva quale fosse il tempo di lettura per giungere alla fine. Invece ora è tutto prestabilito: se siamo a pagina 90, sappiamo già che, in breve tempo, si giunger? alla conclusione. Manie modernizzatriciò Per me solo omologatrici e insensate. Non solo questo. Il proliferare di pubblicazioni texiane ( texoni, almanacchi, maxitex ) ha portato quest'ultime a perdere il loro scopo originario, che consisteva nel fornire interpretazioni originali di Tex ( a livello letterario e/o grafico ) che non rientrassero nei canoni tradizionali. Allo stesso tempo, ha portato la stessa serie regolare a perdere il suo ruolo di 'garante della texianit?'. Lo staff di disegnatori texiani consta ormai di più di venticinque elementi: troppi, per quanto tutti, a prescindere dai gusti personali, autori di valore. Il 'Tex' classico contava su un ristretto nucleo di artisti ( Galep, Letteri, Ticci, Nicol', Muzzi, Fusco, in seguito Civitelli, Blasco e Villa ) : ciò faceva sè che un autore comparisse almeno in una storia ogni venti-venticinque albi al massimo. Ne conseguiva un sentimento, una sensazione di familiarit? con un tratto; ci si sentiva a casa, e leggere Tex era come stare con molti amici, di nome Aurelio, Giovanni, Guglielmo, Erio, etc. Quel che capita ora, al di l' di qualche meteora ( Spada, Milano, Santucci , Bianchini e non so chi altri) , è semplice: quel sentimento 'casalingo' non è più possibile trovarlo, in quanto la rotazione tra disegnatori è molto più ampia e può capitare di ritrovare lo stesso artista a cinquanta albi di distanza. Se ciò è valido dal punto di vista grafico, lo è anche dal punto di vista letterario: la rotazione tra più sceneggiatori ( Boselli, Nizzi, Faraci, Ruju,Segura, Manfredi ) fa sè che il personaggio Tex perda un'identit? fissa, che si 'frammenti' in molti Tex diversi senza una regia comune. In tal senso, urge, a mio avviso, scegliere uno sceneggiatore principale, che indichi il DNA del signor Willer Tex. In tal senso, mi sembra che il più indicato sia proprio Ruju, che mi ha sorpreso in modo assai positivo con 'La Prova Del Fuoco' : un Tex purissimo. Al contrario, Boselli mi sembra lo sceneggiatore in assoluto meno adatto a ricoprire tale ruolo: ciò a causa di una tendenza eccessiva allo sperimentalismo, irrispettosa di un personaggio ( o meglio di un 'universo' ) che vive da decenni su regole precise, la prima delle quali la centralit? del personaggio. Siamo alle solite: mi accuseranno in tanti di essere un conservatore. Io invece credo di essere un saggio: si deve rinnovare ( o anche stravolgere, se necessario) quando è intelligente e utile farlo; si deve conservare quando lo è altrettanto. Ciò detto, in sintesi, ritengo che la politica editoriale della SBE stia portando una colonna come Tex ad essere un cantiere per esperimenti, che andrebbero svolti altrove. Dopo questa parentesi, vengo a giudicare la qualità delle storie: giudizio che, inevitabilmente, non può essere separato dalle mie considerazioni espresse sopra. E' un giudizio che non può essere positivo, purtroppo. L' ottima formula del precedente centinaio ( Nizzi, custode dell'ortodossia texiana, al timone; Boselli 'seconda punta', in grado di scrivere storie interessanti secondo un modello anti-texiano, ma senza incidere sulla linea generale dell' universo del nostro ranger ) è venuta meno per una serie di concause: in primis, il crollo vertiginoso della qualità delle storie nizziane ( alcune onestamente non pubblicabili: ' I Fratelli Donegan', 'L'Artiglio Della Tigre' , 'La Banda Dei Messicani' , 'Oltre Il Fiume' ) e il conseguente passaggio di consegne con Boselli nel ruolo di primo sceneggiatore: ruolo che, come detto, trovo del tutto non adatto e non confacente allo stile dell'autore milanese. Non mancano certo storie di alto livello: 'Lo Sceriffo Indiano', 'La Prova Del Fuoco', 'L'Ultima Diligenza' , 'Ritorno A Culver City' , 'Un Treno Per Redville' ,'Colorado Belle' , senza contare due texoni di qualità come 'Il Prezzo Della Vendetta' e 'Patagonia' ( nonostante alcuni miei dubbi su quest'ultima ). C'è pure un autentico capolavoro, ' Documento D'Accusa' , storia lirica sulla quale la retorica anti-nizziana è solita ululare. Ciò detto, è la linea generale a non convincermi. Da un punto di vista grafico, ho già espresso in precedenza il mio parere negativo sull'incremento numerico dello staff. Devo aggiungere , da un punto di vista emotivo, che non sempre riesco ad innamorarmi dei nuovi disegnatori . Sono cresciuto con Galep, Ticci, Letteri , Villa, Civitelli , etc. : l'ultimo a sentire mio è Ortiz , attivo nell'ultimo centinaio con Nizzi, Faraci ( in una sola occasione ) e, sui maxitex, con l'amico Segura: curiosamente, lo trovo un autore più adatto a Boselli ( memorabile la loro accoppiata in 'Sulla Pista Di Fort Apache' e 'La Miniera Del Fantasma') . Ciò per dire che son troppo legato alla vecchia generazione perchè possa sentire la nuova leva intimamente legata a Tex. Ciò detto, col tempo, non escludo affatto che possa succedere. In tal senso, il talento visionario di Venturi e Frisenda, la plasticit? di Garcia Sejias, la durezza dei Cestaro ( e mi fermo qui, ma i talenti non mancano) sono davvero un'ottima base per il futuro del nostro Mr. Willer. Senza dimenticare un certo Claudio Villa, che sforna copertine splendide ('Deadwood' e 'Il Ponte Di Roccia' sono straordinarie) . A presto e buone letture a tutti!
  13. Mi togli le parole di bocca!
  14. Piero, stai scambiando scelte stilistiche per errori di colorazione!E comunque, se togli a una copertina il fascino, non vedo cosa dovrebbe rimanere...
  15. Cosa si intende per errori di colorazione?In ogni caso, rispetto le tue idee ( ci mancherebbe altro) , ma mi sembrano folli... Quelle tonalit? astratte per me sono una meraviglia ( ma pensiamo al Tex bianco di 'Spettri ! ', vergognosamente deturpato nelle ristampe... ). Poi, mi piacerebbe capire perchè Sergio Bonelli abbia così in odio la camicia rossa di Tex, molto più figa di quella gialla... Ultima cosa: non so se avete dato un'occhiata alla colorazione del cielo di ' Il Cerchio Di Sangue' nella versione NR : Tex trasformato in 'Blade Runner' ... Che vergogna.
  16. Evito di commentare i continui scempi alle copertine di Galep onde non incorrere in procedimenti giudiziarii per minacce nei confronti della Bonelli . Mi concedo solo di condividere in pieno il discorso di Paco sui colori.
  17. Non è vero, li leggo sempre con grande interesse !Sono sempre interessanti e pertinenti; secondo me, quando ti fai prendere la mano dalla tua parte di tifoso texiano, tuttavia, calano di capacità critica e, quindi, di qualità . Ciò detto da uno che ti stima molto ( avercene di 'colleghi' come te! ) . Nella fattispecie, mi sembra che tu mi stia rispondendo in modo un po' affrettato: chi ha mai detto che si debba essere d'accordo con tutto quanto detto dai recensori? Sarebbe folle. Il voto è basso? Lo è per te. Lo è anche per me, ma che significa?Avrà diritto Loi di pensare e giudicare come preferisce? Siamo sicuri che il suo sia un voto 'preassegnato' , un giudizio acritico? Mi sembra che , invece, le osservazioni siano pertinenti, seppur, da parte mia, raramente condivise. Inoltre, come ho fatto notare prima, le eredit? boselliane di Ruju sono valutate in senso negativo ( eroicit? esasperata) : il che non mi sembra un' operazione filo - boselliana. A leggere le vostre repliche alla recensione di UBC, avevo pensato a una totale bocciatura: invece, mi sembra che, seppur con delle riserve, sia una promozione. Non vi sembra frutto di un giudizio acritico considerare , o far passare, quanto scritto da Loi come una stroncatura?
  18. Vorrei segnalare questa interessantissima ( a mio parere ) recensione . http://texunofficialsite. interfree.it/recensioni/tex458. html
  19. Leggi bene quel che ho scritto, Paco: la sindrome UBC è , ad esempio, nel far passare per bocciatura il giudizio di Loi, nel suo fulcro positivo. Che poi gli attacchi contro Nizzi siano di pessimo gusto ( e sintomo di ignoranza texiana ), sono il primo a dirlo; il che non legittima un giudizio acritico ( nel senso etimologico del termine di' privo di analisi' ) sugli interventi di Feltrin & Co. Quanto alla 'sindrome-capolavoro' , secondo me ne sei gravemente afflitto: non è un bene, impedisce di vedere pregi e difetti di una storia, una valutazione attenta e analitica. Detto con la massima simpatia, Paco !
  20. Onestamente, io invece credo che vi sia un fondo di verità nelle parole di Jack65, per quanto siano espresse con un tono ingiustificatamente aggressivo. La recensione di Loi, che, per quanto (poco) ho letto su UBC, mi sembra un critico molto più serio della Feltrin (che mi è anche molto antipatica), a me non pare affatto negativa. Vengono rilevati sè dei difetti (che condivido solo in parte), ma si parla di una trama che regge, di personaggi secondari solidi, di una 'non disprezzabile dose di crudezza' . Da notare che Loi valuta in negativo l'influenza di Boselli su Ruju, addebitando all'autore milanese una certa tendenza ad esasperare l'eroicit? di Tex: critica che, peraltro, condivido nel modo più assoluto. Tra i successori di GLB, solo l'influenza di Nolitta sull'autore sardo è valutata in chiave positiva. Leggendo la maggior parte degli interventi precedenti, sembrerebbe invece che l'analisi di Loi consista in una totale bocciatura. Fermo restando che, se la storia fosse stata scritta da Boselli, nessuno sarebbe andato a pescare il 'quien sabe? ' finale come un difetto (chissà perchè) , forse un po' di sindrome UBC c'è.
  21. Ti dico onestamente quel che penso, caro Paco. Mi sembra che, un po' da tifoso texiano, tu difenda qualsiasi storia. Come si fa a dire che non è una storia difficile da leggere? C'è da diventare pazzi, specie nel terzo albo. Non è una storia piacevole, non ti fa compagnia, non scorre. Io non capisco l' 1 di Legend, ma capisco ancor meno gli otto ( otto) 10 che son stati assegnati a questa storia. Sommiamoci pure gli orrendi ( con il massimo rispetto per l'autore) disegni di Font, spiegami il tutto. Talvolta mi sembra che i voti vengano assegnati come ai bambini alle elementari: mai insufficienze, altrimenti gli alunni ( specie se presenti sul forum) ci rimangono male. Bah.
  22. Quoto, non ho capito neanch'io i motivi del tuo giudizio. Potresti essere più chiaro? Innanzitutto un benvenuto a Legend Of The West !In effetti, credo che sarebbe utile e interessante un commento più ampio, articolato e organico, in modo che diventi il motore per un'ampia discussione... L' 1 sembra anche a me un po' esagerato, anche se devo dire che è una trama complicatissima e pesante.
  23. Don Fabio Esqueda

    2 - Tex Willer Magazine

    Ciao Sam e ciao a tutti !Forse siete già in tanti - e tutti preparatissimi - ma , dal quarto numero, mi piacerebbe partceipare anch'io all'iniziativa della rivista. Mi accontenterei anche di un 'cantuccio', due pagine dedicate a un piccolo argomento, pur di darmi da fare qui. Non so se è lo spazio giusto per proporsi, ma io ci provo!Quanto alle parole di Winsor, posso solo dire di essere veramente contento che si sia unito al forum, così come per KitWiller79, Lenny Nero e alcuni altri nuovi utenti. Era un bel po' di tempo che non emergevano 'colleghi' con così tante cose da dire , e con così tanto interesse verso il nostro amato Aquila Della Notte !
  24. Conosco anch'io quella spassosa intervista ( credo che l'intervistatore fosse un giovane Vincenzo Mollica) . Concordo con Winsor e Capelli D'Argento su tutto: benissimo qualche allusione in stile- Mamie, malissimo vedere uno dei pards appena uscito da una trombata. Malissimo. In un mondo senza pudore, Tex si è sempre distinto in tal senso: ben vengano le tradizioni, quando son positive. E datemi pure del calvinista !
  25. Dopo aver sentito un po' di pareri, mi sento di intervenire anch'io su questa storia, che coincide con l'esordio di Pasquale Ruju sulla serie regolare. Il mio giudizio è molto positivo: storia solida, dura, texiana al 100%. Tex centralissimo, assoluto protagonista; Loman, figura caratterizzatissima ( splendida la scena in cui, apparsogli il figlio, si rende conto della sua pazzia) , è un vero antagonista, così come lo sono stati, in passato, memorabili personaggi come Lucero ed El Muerto. Interessanti personalit? anche il taciturno mezzosangue Due Corvi e McDormand, figura violenta, sgradevole già nell'aspetto. Di fondo, è un'apologia di una Giustizia che si pone agli antipodi della Vendetta. La caccia di Loman si rivela insensata ( difficile capire se il ranger sappia la realtà sull'uccisione del figlio, se stia dando la caccia a chi ritiene i colpevoli o a sè stesso: propendo per la seconda ipotesi) , la scia di sangue è stata inutile, come inutile è la Vendetta. Fortissima l'analogia con 'Bravados' , film del 1958 di Henry King. Il protagonista, interpretato da un grande Gregory Peck, si mette alla caccia di un quartetto di criminali che crede responsabili dell'omicidio della moglie. Dopo averne catturato e barbaramente ucciso tre, scopre dal quarto bandito l'innocenza riguardo l'assassinio della moglie, rendendosi conto di come la sua sete di vendetta fosse insensata. E' un monumentale Tex che dichiara: 'C'è un confine che ci divide dai fuorilegge a cui diamo la caccia. Un confine sottile, a volte. Ma quel confine non deve essere mai superato!' (pagina112 del primo albo). E' la summa de 'La Prova Del Fuoco': puro Tex. Laddove Loman rappresenta l'uscita dai binari, il nostro Willer è il baluardo della Giustizia : comprende lo stato d'animo dell' amico (che rimane tale per tutta la storia, come l'epilogo dimostra), ma non può accettarne il comportamento. Mentre Loman è divorato dai sentimenti , Tex è il campione della lucidit? e della freddezza: si può, a mio giudizio, ravvisare dunque una certa similitudine con il rapporto tra Tex ed El Muerto: il primo impassibile, il secondo, come scrive nel bellissimo intervento sugli albi di 'La Repubblica' Luca Raffaelli, conscio di essere comunque sconfitto, anche in caso di una vittoria nel duello, e per questo divorato dall'angoscia. Tutta la storia fila che è un piacere: dialoghi veloci ma sostanziosi, presenza breve ma significativa di Carson, sensazione di un clima familiare ( grazie anche, come sottolineato da Ymalpas, alle belle scene di vita quotidiana nella riserva) . Non manca qualche stranezza, a dire il vero. La vacanza di Carson ( è andato a sciare ad Aspen° ) ; la banda di McDormand che spara in aria perchè non riesce a cavalcare; la traiettoria impossibile della fucilata di Loman al figlio; Mc Dormand che comincia a tremare di fronte a Loman; Due Corvi che va a rifugiarsi nella riserva Navajo, a casa di uno dei suoi inseguitori. Ok, tutto vero, ma per me son dettagli irrilevanti su una storia di altissimo livello. Capitolo Garcia Sejias, che non avevo visto in precedenza su Tex. Prova maestosa: disegni pieni di movimento senza essere sintetici, caldi, con una resa perfetta dei personaggi. McDormand sembra lo Sceriffo di Nottingham del Robin Hood disneyano!Ed è perfetto Tex, eroe duro ma non superuomo, secondo il modello cui mi sento vicino. Mi sono pure innamorato dell'indianina che porta da mangiare a Carson!In definitiva... Soggetto: 9Sceneggiatura: 9Disegni: 9
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