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paco ordonez

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Tutto il contenuto pubblicato da paco ordonez

  1. paco ordonez

    Il Mercato Di Tex

    Onestamente non so quanto un modo migliore di pubblicizzare possa servire: i dati di Dylan Dog, se è vero che è continuato a calare nonostante tutta la campagna mediatica del "rilancio" recchioniano, lo confermerebbero.
  2. paco ordonez

    Il Mercato Di Tex

    Se mi dite che è un calo normale, mi tranquillizzo. Se poi addirittura il calo si è fermato, allora non c'è nessuno più felice di me D'altronde credo che, con la qualità media secondo me molto alta del Tex mensile attuale, sarebbe una cosa del tutto meritata! Più preoccupante il calo di Dylan Dog, o sbaglio?
  3. paco ordonez

    Il Mercato Di Tex

    Rivedendo il topic pagine addietro, si dice che tra dicembre 2011 e gennaio 2012 Tex era a 210.000 copie. Comunque sia, fisiologico o meno, un calo di ventimila o trentamila lettori in pochi anni non è un minimo preoccupante?
  4. paco ordonez

    Il Mercato Di Tex

    D'accordo Natural, 180.000 copie è una bella cifra, ma vorrei capire l'entità del calo...
  5. paco ordonez

    Il Mercato Di Tex

    Scusate, forse ricordo male, ma fino a un paio d'anni fa Tex non era a 210.000 copie o 220.000? Sarebbe un calo enorme!
  6. paco ordonez

    Il Tex di Manfredi

    Uno dei commenti più sensati e normalmente "texiani" che abbia letto in questa discussione - che poi dovrebbe essere una cosa ovvia e scontata, questa, ma a quanto pare così non è Qualcuno dovrebbe dirlo anche a Manfredi (magari è già stato fatto, boh) e a qualsiasi autore più o meno "grande" che voglia scrivere Tex (forse pure a qualche lettore).
  7. paco ordonez

    Il Tex di Manfredi

    Forse ho idee preconcette, ma di sicuro come avvocato difensore tu eri e resti inimitabile, Carlo Comunque d'accordo, uno sceneggiatore fisso di Tex che, per un motivo o per l'altro, decide di non scrivere niente con Kit e Tiger a voi sta bene: ne prendo atto, anche se non me ne capacito
  8. paco ordonez

    Il Tex di Manfredi

    Faraci finora storie coi 4 pards insieme non ne ha scritte. Nizzi: è vero, la gestione del quartetto è stato il problema principale del suo periodo migliore su Tex, ma non dimentichiamo che egli è stato l'autore di un capolavoro come "Furia rossa". Manfredi: ok, ho fatto una supposizione indimostrabile, la ritiro: Manfrefi è felice come una pasqua di scrivere Tex! Rimane il problema oggettivo di uno sceneggiatore di Tex che rifiuta uno dei capisaldi assoluti del fumetto: i quattro pards! Se per voi questo non è almeno un po' problematico, allora comincio a pensare che io da vent'anni leggo un Tex diverso dal vostro.
  9. paco ordonez

    Il Tex di Manfredi

    Eh infatti, fortuna che c'è Boselli! A me pare un fatto lapalissiano: se a prescindere non vuoi scrivere storie con Kit e Tiger, a prescindere non puoi scrivere Tex (almeno in pianta stabile).
  10. paco ordonez

    Il Tex di Manfredi

    Ah bene, grazie a Manfredi per la concessione Impressioni personali: Manfredi non è entusiasta di scrivere Tex. Aggiungo: tutto ciò va benissimo (niente quartetto e altre fisime autoriali del genere) se Tex lo scrivi saltuariamente, ma se poi diventi una "colonna" dello staff tipo Ruju, allora devi, con un po' di umiltà verso il personaggio che scrivi, adeguarti. Dico questo perché trovo inaccettabile che uno scrittore in pianta stabile di Tex decida di non scrivere storie coi quattro pards solo perché non può giocare al rivoluzionario. Senza dire, poi, che per ora Manfredi si è rivelato bravo (ma non sempre) solo col "Tex sbirro" in storie cittadine: ma le storie di Tex hanno anche altri canovacci.
  11. paco ordonez

    Il Tex di Manfredi

    Io vorrei che un autore che scrive Tex in pianta stabile si adeguasse un minimo al mondo di Tex, a prescindere dal fatto che si chiami Manfredi o Frank Miller. Questo minimo sono: i quattro pards, i navajos, Aquila della Notte, i comprimari storici. Se un autore non può adeguarsi a questo minimo, un po' di dubbi a me vengono.
  12. paco ordonez

    Il Tex di Manfredi

    Ok, e non potrebbe fare un passo indietro e, insomma, adeguarsi un po' al personaggio, specie ora che lo scriverà di più? E, ribadisco, non si tratta solo di Kit e Tiger.
  13. Ieri leggevo da qualche parte (non ricordo dove, mi sembra che la notizia la desse Carlo Monni) che Manfredi, messi da parte i suoi progetti personali, dovrebbe dedicarsi maggiormente a Tex. Ecco, di per sé è una buona notizia, perché Manfredi è un ottimo sceneggiatore e ha già scritto storie bellissime. Però c'è un però, anzi due: innanzitutto mi auguro che Boselli con lui si comporti da vero curatore e non lasci passare altre velleità autoriali del calibro di "Oro nero"; e poi spero che, a maggior ragione ora che vedremo sue storie, Manfredi (anche con un po' di umiltà) si ricordi finalmente che Tex ha altri due pards, che non è solo un ranger, che ha tanti comprimari storici... che, insomma, Manfredi decida di mettersi del tutto "al servizio dell'Eroe" (senza per questo, ovviamente, snaturarsi).
  14. La prima cosa che mi viene da dire dopo la lettura è che questo albo consacra definitivamente Seijas come uno dei più importanti interpreti del Tex contemporaneo. Al di là della bellezza, della classicità, del dinamismo e dell'eleganza del tratto, basta vedere la "recitazione" del suo Tex per convincersi di questo: per me, in quanto interprete del personaggio e del fumetto "Tex", Seijas è per me oggi sullo stesso livello di un Civitelli o di un Ticci. Per quanto riguarda la storia: albo bruciante, con un Tex cazzutissimo e perfettamente centrato da Manfredi che credo accontenterà tutti. Una bella parte è anche riservata a Carson, che tra l'altro stavolta ha più dubbi, è più riflessivo, e forse intuisce qualcosa in più di Tex. L'albo e molto scorrevole, ma credo che la vicenda sia più complessa di quel che sembra... Insomma, se la seconda parte sarà dello stesso livello della prima, perdonerò volentieri Manfredi per il brutto passo falso di "Oro nero".
  15. il rispetto è nel commentare una storia dopo averla letta: rispetto per gli autori della storia e per gli altri utenti del forum.
  16. Leggere 40 pagine (nemmeno quelle iniziali) di una storia di 330 ma sentenziare comunque su un forum: non aggiungo altro...
  17. Ecco, che Tex non fumi più è una bugia, chiunque legga gli albi attuali se ne può accorgere - compresa l'ultima tripla. Allora quel che è ovvio pensare è che da parte di alcuni ci sia ignoranza (gente che legge Tex e parla lo stesso) o malafede. Stesso dicasi, ripeto, per il Tex "picchiatore": dal n.600 in poi si può fare un bell'elenco.
  18. Tex spaccone? Eccovelo nei dialoghi col colonnello dei rangers. Tex e gli interrogatori "alla Tex Willer"? Eccovelo nell'ultimo albo. Io davvero non capisco questa levata di scudi contro Boselli - e non potrebbe essere altrimenti, dato che (a giudicare da quel che leggo su internet) spesso viene da "appassionati texiani" che le storie manco le leggono.
  19. paco ordonez

    [Maxi Tex N. 20] Il ponte della battaglia

    "al confine tra il bene e il male" a me puzza di soprannaturale, anche se dalle pagine in anteprima non si direbbe. Comunque 320 pagine di Ruju (praticamente una tripla!) si comprano!
  20. paco ordonez

    [Color Tex N. 09] La Pista dei Sioux

    La colpa credo sia dei committenti (Sergio Bonelli Editore), alle cui richieste la GFB ovviamente si adegua.
  21. Certo che uno è libero, come un altro è altrettanto libero di dire quello che ho detto io.
  22. Tripla che, per me, si presenta come l'ultimo capolavoro di Boselli su Tex, storia degna di stare sullo stesso piano delle avventure boselliane più celebrate.C'è tutto quello che è tipico di Boselli: grandi personaggi, molto complessi e sfaccettati; salti temporali e di ambientazione; una trama complessa e imprevedibile; un utilizzo dei Quattro Pards eccellente. Il primo albo e mezzo è pura epica western, uno di quei grandi film holliwoodiani di un tempo con le guerre tra soldati e indiani; poi c'è l'intermezzo della parte centrale del secondo albo: qui i toni diventano lirici; assistiamo ai riti indiani entrando, per quanto un fumetto lo possa concedere, dentro la cultura e le tradizioni del popolo Kiowa (bellissima la vignetta in cui il nipote di Lone Wolfe veglia sulla tomba del nonno, con Tex a guardarlo con la sigaretta mentre gli altri dormono). Alla fine del secondo albo i toni e le ambientazioni cambiano ancora: non più le praterie erbose e i riti indiani, ma la violenza del Messico coi villaggi polverosi e i bandoleros che la fanno da padrone; dai film di John Ford si passa direttamente allo spaghetti western. Infine, forse anche più inaspettato, il dramma psicologico, la fine di un uomo d'onore divorato dalla follia – o, forse, dai fantasmi dei propri stessi rimorsi.Un tour de force narrativo esemplare, che, se ce ne fosse ancora bisogno, dimostra che Boselli è il miglior sceneggiatore attuale di Tex nel pieno della sua maturità artistica. Insomma, una avventura con la A maiuscola, che personalmente sfoglierò e rileggerò con molto piacere, anche per via dei bellissimi disegni di Biglia, che realizza un esordio sulla serie regolare memorabile. Ecco, non per far polemica, ma io davvero le critiche che si sono lette a Biglia le trovo incomprensibili: un disegnatore che esordisce sulla serie regolare con una storia tanto difficile (i continui cambi di ambientazione e i tanti personaggi non sono solo un tour de force narrativo, ma anche grafico!), riuscendo a centrare alla grande caratteristiche e fisionomie di tutti i protagonisti (compresi i Quattro Pards, visualizzati magnificamente!), merita solo applausi – ecco, scambiare la sua pulizia grafica, la sua essenzialità tutta al servizio della narrazione e dei personaggi, per un deprimente “tirare via”, è un errore macroscopico.Personalmente non vedo l'ora di rivederlo su Tex – e per fortuna, oltre che bravo, Biglia è anche veloce.
  23. Tutto vero, purtroppo. Però Frediani non ha colpe. La SBE è verticalmente strutturata e i vertici hanno stabilito che quella pagina, un tempo appannaggio indiscusso degli arretrati, fosse da dedicare, appunto, a delle news di cui al lettore texiano non può fregare un accidente. Beh, non conto il numero di volte che, da ragazzino, mi segnavo sui doppioni i numeri che avevo e con avidità guardavo a quelli che, non crociati, mancavano alla mia collezione. E' una cosa che mi ha accomunato con migliaia di altri lettori, la pagna arretrati era una sorta di memoria storica. Poi Sergio ha pensato a qualcosa come "la posta" con i lettori, una pagina di dialogo dove raccontare, quando occorreva, i retroscena dell'albo che si aveva tra le mani o di albi che erano in edicola mesi prima. Possiamo immaginare oggi una "posta" direttamente gestita da Boselli che ci parla della sua storia in edicola, che dà voce al disegnatore, sarebbe una pagina da leggere con avidità. Invece abbiamo questa paginetta insulsa, ci mettessero almeno le forbicine, la si ritaglierebbe dall'albo perchè disturba solo vederla. Concordo Ymalpas, infatti ho parlato (e ribadisco il concetto) di una mancanza di rispetto della Bonelli verso i lettori della sua gallina dalle uova d'oro... cioè, volevo dire: lettori di Tex, scusatemi.
  24. Appena finito di leggere, e a caldo dico che questa è una delle storie più belle di Boselli, uno dei suoi capolavori. Disegni di Biglia bellissimi. Copertina di Villa capolavoro a sua volta. Però ci tengo a dire una cosa, prima di scrivere una "recensione" lunga: dopo aver letto questo terzo albo, l'inutile pagina curata da Graziano Frediani mi sembra ancora più insulsa. Invece di dire qualcosa su questo colonnello "Mano Cattiva", sul fatto che gli eventi narrati in questa storia (compreso il finale!) sono ispirati a fatti realmente accaduti, il Frediani si perde nell'ennesima fastidiosa campagna pubblicitaria. Questa è una mancanza di rispetto verso i lettori di Tex: meglio subissarli di pubblicità (Julia, Zagor, Dylan Dog, chi più ne ha più ne metta) che proporgli un piccolo approfondimento che avrebbe permesso loro di gustare meglio la storia narrata da Boselli (mica tutti i lettori vanno sui forum o sul web). Lo "stile Bonelli", il rispetto per i lettori che contraddistingueva questa Casa Editrice, per me è un lontano ricordo.
  25. paco ordonez

    [Texone N. 31] Capitan Jack

    Scusate, la storia a cui facevo riferimento era "Nuvola Bianca", seguito de "Le colline del vento". Ricordavo male il colore
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