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TWF - Tex Willer Forum

jack65

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  1. jack65

    [604/605] Attacco Alla Diligenza

    Come rovinare una bella storia.
  2. jack65

    [18] [Almanacco 2011] La Città Del Male

    Compagni! Compagne! Lavoratori! Studenti! Studenti-lavoratori! Fancazzisti!Non lasciamo solo il coraggioso compagno Ymalpas in questa fondamentale battaglia proletaria!Avvaliamoci orsè del sacrosanto diritto costituzionale allo sciopero!Boselli ti sta sulle balle per le trame troppo complesse e per i troppi personaggi, tanto che ti ci vorrebbe un riassunto ogni cinque pagine per non bestemmiare?Nizzi ti sta sulle balle per le trame da bambino di quinta elementare, tanto che quando le leggi provi un'irresistibile impulso alla defecatio intestinalisèSei stufo di questo Tex che non tromba ormai da cinquant'anni?Allora segui deciso il compagno Ymalpas nello sciopero del commento!Qualunque cosa significhi, seguilo! Non ti chiedere perchè-chi-dove-quando, seguilo!Questa è una battaglia sociale, una battaglia per la libertà!Questa è la direttiva del Partito, del tuo Partito!Saluti proletari. :shock:
  3. jack65

    Tex E La Politica

    ... e io non condivivo nulla di quello che dici te -ave_ 'Tex dev'essere per forza inquadrabile in schematismi destra-sinistra, perchè le cose si classificano "da sè" in questo modo, anche solo come orientamento?Grandi proprietari terrieri=cattivi, ergo concezione rousseauviana, mi sembra una deduzione sbagliata da una premessa sbagliata. Che Tex accetti l'equivalenza selvaggio=buono, pur in uno stato pre-civile, non mi sembra per nulla vera. Tex è un individualista, agisce individualmente su azioni individuali considerate criminose, non ha una prospettiva n° una coscienza sociale, indiani esclusi, forse. Il cosiddetto bene comune in Tex è la somma di singoli beni individuali, indiani esclusi, senza alcuna prospettiva comunitaria che non sia quella di eliminare il male, individuale anche questo, che minaccia una comunit?. La giustizia di Tex ?, oltre quella legale, quella "naturale" di riparazione del torto e eliminazione del male al fine di ristabilire i diritti "naturali" che sono sommamente individuali, non è per nulla una giustizia "sociale", e poi Tex non odia gli individualisti, odia quelli che non rispettano le regole, ma per il resto, ognuno è padrone e sovrano della propria vita e delle proprie scelte individuali, la giustizia è strumentale alla libertà intesa come la poteva intendere un'americano di 150 anni fa. I discorsi sarebbero lunghi, ma Tex opera davvero per il bene comune, quindi a discapito del possibile bene individuale, limitandolo se necessario, solo quando si trova fra i Navajos.(se poi vi sembra che l'attuale sinistra parlamentare difenda i deboli e gli oppressi, sia egualitaria e antimilitarista, beh, allora buona camicia a tutti. Consigliatemi il vostro pusher, che voglio divertirmi anch'io _ahsisi ).
  4. jack65

    Tex E La Politica

    Tex non mi sembra n° di destra n° di sinistra, n° rivoluzionario n° conservatore, n° reazionario n° progressista, che abbia una concezione rousseauiana della società civile non saprei dire con sicurezza ma opterei per il no, e non soggiace al mito del buon selvaggio. Cercare l'ideologia comunista in Tex mi sembra come cercare il Santo Graal. Tex è un individualista che non tratta mai, o quasi, temi sociali, non ha una consapevolezza di questi ultimi, eccezion fatta per gl'indiani, anche perchè il sistema industriale americano ancora ad ovest non esisteva ai suoi tempi, forse va inquadrato in una filosofia radicale della libertà e dell'individuo, e come riferimento, per vedere la radice comune e l'enorme distanza che li separa, prenderei Jefferson, quindi dietro di lui Locke e il liberalismo classico. Parentesi "comunista". Il gesto di riconoscimento dell'AIM, American Indian Movement, era ed è il pugno chiuso, come il saluto comunista. I Lakota stessi raccontano che il gesto risale a Toro Seduto, che avrebbe detto, ai tempi di Little Big Horn:"Prima eravamo divisi, così (braccio con mano aperta e dita separate), ora siamo uniti, così" (dita chiuse a pugno, come il saluto comunista). Che i comunisti abbiano preso esempio da Toro Seduto? O viceversa? :shock:
  5. jack65

    [18] [Almanacco 2011] La Città Del Male

    Nettamente superiore a Faccia di Cuoio, perchè sia stata dirottata sull'almanacco al posto dell'altra è un mistero della fede. Questa mi è piaciuta, sono soddisfatto, una buona storia e un Tex in netta ripresa e in netto miglioramento, anche se per me manca ancora qualcosina al 100% pieno.
  6. jack65

    Il Tex Del Primo Centinaio

    il Tex ruspante dei primi numeri a striscia va apprezzato perchè è un personaggio ciclonico che esprime tutta la strabordante fantasia di Bonelli, con situazioni al limite dell'impossibile e dell'incredibile, pistole che non si ricaricano mai, indiani che adorano idoli di pietra, che inventano trabocchetti meccanici, con personaggi che sembrano presi da altri generi letterari avventurosi dell'epoca, è una testimonianza dell'evoluzione di un personaggio che entrer? nel cuore di lettori sempre più numerosi. Tante storie di questo primo centinaio, però, vuoi forse per il limite del formato, sono dimenticabilissime per non dire peggio, pubblicate oggi farebbero ridere. Il personaggio Tex assume una forma definitiva, o meglio stabile, per me verso il numero 80, dovrei rivedermelo, e con la storia di Mefisto e baron Samedi siamo già nel periodo classico. L'irruenza e la prepotenza del Tex un po' superman di tanti di questi albi non mi è mai andata troppo a genio, però era un personaggio che usciva letteralmente dalle vignette, le sparatorie, i dialoghi, le scazzottate, sembrava di viverle in diretta partecipandovi, questa era l'impressione che avevo da ragazzo. Tante situazioni impossibili, come i dinosauri, la città di Nostradamus, Ma Shai, lo stesso Mefiso, Padma, i Figli della Notte, sono colpi di genio straordinari, al di l' del giudizio sulle singole storie. Mi sono sempre rimaste impresse certe tribù indiane, sembrano sospese dalla storia, selvagge, quasi primitive, libere dal sistema delle riserve, eppure sembrava davvero di essere l', niente città, solo montagne, altipiani, hogan o addirittura wigwam, totem, stregone, capo, guerrieri, e pedalare. Non si poteva chiedere, tranne le dovute eccezioni, troppa elaborazione a queste storie, che verr? dopo, soprattutto col cambio di formato, erano semplici e dirette, con trame quasi elementari, e soprattutto erano supportate spesso e volentieri da disegni chiari, limpidi, dal tratto leggero, almeno dopo la cinquantina. La cosa che mi attraeva di più in Tex, a parte l'atmosfera western e l'eroe, era l'ironia, che mi è sempre piaciuta fin da bambino. Insomma, sembrava tutto, in questo primo centinaio, spontaneo e istintivo, con i suoi pregi e i suoi difetti. Oggi vedo e penso si veda benissimo che ogni storia è molto costruita, che è molto meno istintiva di allora. Comunque non apprezzo molto il tentativo di ritornare a questo Tex qui, o meglio il tentativo di inserire qualche atteggiamento o episodio che può sembrare riconducibile al primo centinaio, vedi l'episodio degli indiani nella storia di Loman, per esempio, lo vedo un corpo estraneo in un contesto completamente diverso.
  7. forse mi sono spiegato male. certo che anche in Boselli ci sono "abitudini e procedure consuete", ogni scrittore le ha o le dovrebbe avere."Abitudini consolidatesi nel passato" forse sarebbe stato più comprensibile. Come secondo Bauman la società pre-globalizzazione si basava su abitudini consolidate (vedi posto fisso, che permetteva una progettulit? di vita a medio elungo termine), e oggi QUESTE abitudini sono venute meno (vedi flessibilit?) e le procedure sono in continuo e vorticoso cambiamento, l'analogia con Tex è che con Glb (che era tutt'altro che statico, sia chiaro), ma anche con Nolitta e Nizzi, certe procedure narrative consolidate, che potrebbero essere clich? marrativi alla "bistecche e patate", lo SBATACCHIO sorridente esteso e vissuto, richiami temporali come "nel frattempo", "intanto", le chiacchierate al bivacco, i pensieri lungo una cavalcata solitaria, l'assoluta centralit? texiana, per usare una tua terminologia, e tanti altri, QUESTE procedure si attenuano o vengono meno, cambiano i riferimenti che non si rifissano, per il momento, ma rimangono fuide, "liquide". Le situazioni boselliane cambiano o cercano di cambiare continuamente, tanto che il lettore può fare fatica a disabituarsi alle procedure "solide" del passato e ad abbracciare quelle "liquide" di oggi, "liquide" perchè in continuo mutamento. Anche se non ci capisco nulla, il tuo discorso sulla pittura mi trova d'accordo, è proprio un discorso di rapporto fra tradizione e contesto storico mutato.
  8. messaggio di MODERAZIONE signori, quando siete un po' scazzati, pensate al vecchio jack, pensate che potete sempre infamarlo sempre e comunque, in pubblico e in privato, pensate a me in funzione antistress, come a una spugna. Se non funziona neanche questo, magari pensate a Ruby, che è anche meglio _ahsisi
  9. cos'hanno in comune un autore come Boselli e un filosofo come Zygmunt Bauman°Fatti i dovuti paragoni, secondo me questo. Citazione di Boselli da questo forum: "La costruzione e l'intreccio delle mie storie sono sempre differenti. Colorado Belle è diversissima da Il passato di Carson e da I giustizieri di Vegas (e le prime due sono anche piuttosto originali). Che c'entra se ci sono i banditi? O i banditi o gli indiani! Non si scappa! (più o meno). Lo "schemino" citato da Nizzi invece riassume un INTRECCIO SEMPRE UGUALE!! Ma se accosti Gli Invincibili a Matador o a Gli assassini o a Bufera sulle Montagne Rocciose o a Terre Maledette o a Eroe per caso(tutte storie di banditi) le troverai così diverse che più diverse non si può."Citazione di Bauman da "Vita liquida":"Una società può essere definita liquido-moderna se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure.""Sceneggiatura liquida", o "liquido-moderna"? Nel senso che le trame, gli intrecci, i cambiamenti di scena, le situazioni, sono così veloci e così diversi da storia a storia che ai lettori mancano dei veri e propri punti di riferimento, come potevano essere le banali bistecche e patate, non ci sono procedure e abitudini consuete, come nella società liquida di Bauman. Da questo può derivare un certo senso di spaesamento nella lettura, oppure al contrario ci si può esaltare al massimo per le novità in serie. Ho detto una cavolata? Probabilmente sè, ma chi aveva mai parlato nel mondo di "sceneggiatura liquida"? _ahsisi Mi smentirete in due secondi.
  10. Quoto questa frase di Claudio Nizzi per descrivere quella che è un'evoluzione nel modo di raccontare che impedisce per molti versi di riavere il nostro Tex "picchiatore". Non è un problema solo delle storie di Mauro Boselli, ma ci sono personaggi come per esempio il Jack Loman di Ruju verso il quale Tex non usa volutamente il metodo - duro. Rientra nella categoria anche il Ryan o il Jackson dell'ultima storia. E che dire del marcio Lansdale che Manfredi lascia artefice del suo destino nelle pagine finali de "La grande sete" è Anche ne "I giustizieri di Vegas" la sensazione che sceriffo e sindaco siano "grigi" permane fino a tre quarti della storia, anche davanti a pesanti indizi. Con GLB il diablero era il diablero.Mah, non sono mica tanto d'accordo, nemmeno con Nizzi. D'accordo sulla storia di Tex, non sull'essenza. Col grigio sarà anche spiazzato, ma solo perchè non glielo si è quasi mai fatto affrontare. Non è psicologicamente costruito per il grigio? Mica sarà immutabile. Se per GLB tutto era o bianco o nero, ecco, io con vedo in questo un dogma inossidabile. Sono un estremo fautore del grigio, coi tempi moderni Tex dovr? affrontarlo sempre più spesso, così mi auguro, ma bisogna farglielo saper affrontare. Il problema è che qui non gli si fa più affrontare, da picchiatore, da re dello SBATACCHIO, nemmeno il nero. Perchè Loman come lo vogliamo considerare? Parte bianco, diventa grigio, ma finisce nero. E viene sbatacchiato? No, gli si urla solo contro. E Rucker? Chi più nero di lui? Ma niente SBATACCHIO. E il colonnello di Cuba, quello del duello finale? Non è tutto nero?Jackson° E? grigio? Andava sbatacchiato?Brown e Mather? Grigià Forse, ma nerissimi nel profondo. In questo caso lo sbatacchiamento sarebbe stato stonato, avrebbe rovinato la fiesta finale. Mica deve sempre sbatacchiare tutti, ma qualche volta, e anche di più, ci starebbe bene, come un cazzottino al barman, allo stalliere, al cameriere, al portiere, un minisbatacchiamento, tanto per non perdere le buone maniere. E quando sappiamo che uno sbatacchiamento c'è, ma non ce lo fanno vedere, è una sorta di coitus interruptus, voglio godere fino in fondo ma ?.
  11. @ MonniMontales: la vicenda mi sembra inverosimile, in primis Montales neofuorilegge, tutta la storia dell'oro ritrovato anni e anni dopo l'inondazione, alcuni colpi a effetto, tipo la ragazza che appare come un fantasma e il gobbaccio di Notre Dame, la troppa facilit? con cui Tex risolve la situazione (ricordo male o ci sono anche i soldati di Montales pronti a intervenire? Forse dico una bischerata.)Deadwood: di fronte a un inizio scoppiettante nel primo albo, secondo me perde smalto andando avanti, gli antagonisti sono insignificanti e sono caricati anche del sospetto di aver scatenato la guerra delle Black Hills, davvero troppo, gli indiani comandati da una bianca non mi sfagiolano molto, Buffalo Bill scompare. Cuba: il compagno di Tex che piange per l'affrancamento degli schiavi dopo essere stato un tormentone per tutta la storia mi sembra troppo sdolcinato. Patagonia: detto anche nel commento, Tex che cambia bandiera schierandosi apertamente con gli indios contro l'esercito argentino, sparando e ammazzando i soldati, non mi ricordo di averglielo mai visto fare, per lo meno in maniera così aperta e diretta. Diciamo che è una risposta a una domanda che mi ponevo da una ventina di anni.@ Pacocerto che siamo nel campo dei gusti personali, ?involuzione? è un giudizio, altrimenti dovrei usare il termine ?diversit??, neutro, riguardo il modo di scrivere e di rappresentare Tex oggi rispetto a ieri.?Evoluzione vs ?involuzione?.?Eccessivo superomismo dei comprimari? vs ?valore aggiunto di personaggi antagonisti o alleati?. Sul fatto dell'alternanza storie semplici-storie complesse, a parte che per me Deadwood è semplice e Vegas complessa, m?interessa di più che siano belle storie, anche tutte semplici, ma che mi prendano e mi coinvolgano, cosa che ultimamente, a parte gli antropofagi, non è successo.
  12. Io invece vedo una certa involuzione di Boselli grosso modo da due anni a questa parte, nella combinazione di questi due fattori:rappresentazione di Tex e svolgimento delle storie. Dopo Bourbon Street, che mi era piaciuta molto, la storia sul Montales guerrigliero mi ha deluso, quella sui Jayhawkers mi ha fatto incazzare perchè dopo il racconto il tutto si risolve in dieci pagine o quasi, Deadwood prometteva benissimo poi mi si è dimostrata inferiore alle premesse, e qui cominciano i miei dubbi sulla rappresentazione di Tex, Vegas così e così, discreta, il texone su Cuba non esprime tutte le sue potenzialità e si perde un po' nel sentimentalismo sdolcinato, Faccia di Cuoio non ne parliamo, mi sembra la storia più brutta scritta dall'autore, l'unica insufficiente di tutto il gruppo. La storia più bella dell'anno trascorso mi sembra proprio il n. 600, un gioiellino veramente. Se rivado a due anni fa trovo Patagonia, che mi sembra non solo un capolavoro come storia ma anche l'unica vera, grandiosa, innovazione del carattere di Tex da trent?anni a questa parte. una delle storie che mi fecero smettere di leggere Tex all'epoca fu proprio quella sui Ghundar, una vera e propria cagata, insieme a quella sui dinosauri nella stiva di una nave, due delle peggiori che abbia mai letto. Ah, c'è anche Rakos, bel trio di ciofeche. Però se Nostradamus venisse scritto oggi mi piacerebbe lo stesso, del resto mi è piaciuta la storia di Silver Bell e anche quella sovrabbondante degli uomini-giaguaro. D'altra parte una tribù di indiani antropofagi coi dentini da vampiro mi sembra su questo filone fantastico, o no?, e mi è piaciuta parecchio, più della famosa storia con l'alieno, tanto per intendersi. Le lamentele di oggi per le traiettorie balistiche? Se è cambiato Tex da trent?anni a questa parte, con una maggiore aderenza alla realtà storica, tanto che non vediamo più, per esempio, i totem negli accampamenti delle tribù del sudovest, perchè non dovrei cambiare io nei metri di valutazione ed essere sempre ingenuo e di manica larga come allora? Più esigenti nella produzione di un fumetto, più esigenti nella sua fruizione. Se quando avevo dieci anni un totem fra i Navajo non mi faceva altro che piacere, oggi forse mi farebbe buttare la storia nel cestino.
  13. questo il Tex che era questo il Tex che vorrei. Sempre. _ahsisi Tex ( ai pards ) - con calma, se proprio non se ne può fare a meno, mano ai fucili Winchester calibro '45 ad acqua che non volevo assolutamente comprare per non causare perdite di vite umane... Tex ( ai banditi ) - Voi, signori banditi, gentilmente, se non vi dispiace, gettate le armi, per favore, o, tempo di scaricare per terra il mio abominevole strumento di morte inizier? a mostrarvi il mio distintivo di ranger, parola di Tex Willer! Un bandito è lei è un grosso maleducato! bang bang Carson è per dindirindina... senti che miagolio questo fucile ad acqua! Tex - Fermo tu, nativo messicano forse affetto da diabete per un'alimentazione sregolata, o ti metto a dieta! bang bang Carson - Uno di questi giorni ci faranno santi, o per lo meno membri onorari di una confraternita di frati. Kit Willer - hey zio Kit, ti piacciono i miei fuochi d'artificioè Broommg!!!.... Carson è ragazzo non troppo beneducato! Non si usano i petardi insieme alle pistole ad acqua, mai, qualcuno potrebbe farsi male... bang bang Tiger - Che poderosa sensazione di felicit? diffusa e condivisa percepisco nei vostri occhi sulfurei! Carson- signor bandito, stia attento... questo gavettone è volato vicino! Tex - non vorrai mica che il tuo corpo violi le leggi della fisica e della biologia, uomo attempato che dimostra la sua età... prima o poi bisogna pur perdere il nostro elemento fisico.. Carson è modera il linguaggio! ( al bandito ) lei mi sembra un po' impertinente, sa, ora le mostro come lei possa usare in modo più appropriato e civile quel fucile ad acqua! bang bang Un bandito - bengentile! Carson - (un gavettone gli sibila vicino ) accipicchiolina, se il gentile bandito qui presente conoscesse un po' la balistica e avesse considerato l'influsso del vento i suoi proiettili ad acqua sarebbero volati due dita sotto, le mie membra sarebbero stese per terra e la mia anima sarebbe in attesa di volare verso la sfera celeste...
  14. come evidenziato dall'esempio di Ym, il linguaggio è l'elemento chiave che può far diventare esplosiva anche una banale sparatoria o una conversazione al saloon. Avendo riletto poco tempo fa i numeri 101-160, risalta proprio l'enorme differenza col Tex di oggi, anche se una storia non è così esaltante bastano quasi solo i dialoghi a farti venir voglia di girare pagina per sapere cosa verr? dopo. Eppure ogni tanto, se non negli stessi termini, riemerge un'incisivit? che sembra perduta. Penso alla storia del sergente Torrence, che mi ha sempre esaltato e ricordato spesso nel linguaggio i tempi andati, se non altro nel trattamento verbale riservato al capo dei cacciatori di taglie. Da questo punto di vista sembra che si siano fatti dei passi indietro, nel linguaggio e nelle reazioni di Tex, tanto che a tratti, e purtroppo sempre più spesso, sembra di avere di fronte un personaggio depotenziato, svirilizzato, se non l'ombra di se stesso. Ho paura di trovarmi di fronte piano piano allo stesso trattamento riservato a Nathan Never, dove progressivamente quelle che erano state le caratteristiche salienti del personaggio per un ventennio, che fra l'altro non hanno niente o quasi in comune con Tex, sono state lasciate da parte fino a farlo diventare una pastetta, una pseudo ameba informe. Comincio a temere questa cosa, e per me il Tex di Ruju, che a voi è piaciuto tanto, mi sembra un grosso passo in questa direzione, oltre il linguaggio, verso lo stravolgimento totale del personaggio.
  15. ve la svelo io l'essenza di Tex, si fa per dire. Tex è il maestro, il campione dello SBATACCHIO, nel senso che davvero le suona ai nemici, non con le pistole ma con i cazzotti, e si diverte parecchio a SBATACCHIARE i nemici, il novanta per cento delle volte con leggerezza, con non chalance, senza incazzarsi e divertendosi. Questo succede(va) negli interrogatori più o meno legali, nelle violazioni di domicilio illegali, nelle risse, e anche semplicemente quando un pirlino qualsiasi gli faceva saltare la mosca al naso, portiere, barman o altro. Per non parlare di fiammiferi fra i piedi, di formiche rosse e altro. In questo senso la battuta di GLB contiene un grosso nucleo di verità, pur essendo una battuta. Oggi c'è al massimo un cazzotto, un cazzottino, e poi si cambia scena. Portieri rompicoglioni non subiscono nulla, pistole puntate contro neanche, Loman e Rucker vengono presi a parole, volendo anche con Jackson si vorrebbe parlare, si lascia campo a lord Hodson per fare a cazzotti in un saloon. A forza di fare 1+1+1+1 i conti si fanno grossi. Il campione dello SBATACCHIO si sta forse rammollendo? Questa situazione la sto notando nell'ultimo anno, ma se una rondine fa primavera non è un buon preludio per il futuro. Senza approfondire, su altre caratteristiche, anche se non in tutte, Tex mi sembra rimasto sostanzialmente lo stesso. Ci sono poi i campioni di BATACCHIO, come Rocco Siffredi, che invece dei cazzotti usano tre lettere di meno ma non per questo sono meno efficaci, entrambi SBATACCHIANO di brutto, Rocco le donne, Tex gli uomini, ma è ormai noto che quest'ultimo è gay da almeno trent'anni. Fra le argomentazioni del buon don Fabio, ce n'? una che proprio non capisco, anche se la ripete ottomila volte. Abbi pazienza, ma non ci arrivo. Che vuol dire? Che le sequenze mute hanno sostituito, o quasi, il linguaggio come motore della narrazione, o ne hanno quasi preso il campo' Non credo voglia dire questo, detta così sarebbe una grossa cazzata. E allora che significa? Che un autore ha usato una sequanza di vignette mute in una storia (una sola, a quel che mi ricordo)?Baster? anche leggere, ma che significato bisogna dargli?Detta in questo modo sembra davvero una mitizzazione, altro che analisi testuale. Se poi vuol dire altro sono tutt'orecchi. Per la questione azione/introspezione, mi limito a una sola cosa. Dubito fortemente che se Diablero uscisse ora si potrebbe scriverla senza un minimo approfondimento della figura di Mitla, e penso che anche il buon GLB sarebbe d'accordo su questo.
  16. jack65

    [603] Faccia Di Cuoio

    ma qualche guizzo, ogni tanto, a Tex bisognerebbe farglielo fare. Fra la noia generale, un cazzottino al portiere rompiballe mi avrebbe ringalluzzito, una reazione alla pistola puntata anche. Bisogna distinguere fra ciò che fa Tex (o ciò che ?) e come si rappresenta quello che fa. Il cazzotto nella prigione "?" Tex, ma come viene rappresentato? Non farcelo vedere al 99% toglie parecchio gusto. Stesso discorso per la semiscazzottata al saloon. Gli altri due casi, invece, portiere e pistola spianata, incidono su quello che Tex "?", su quello che "fa", e in confronto a come siamo abituati a conoscerlo mi sembra che manchi qualcosa, quel guizzo, quel tocco di arroganza e d'imprevedibilit? che in questa storia ci sarebbero proprio stati bene. Stesso discorso per il duello forzato di Vegas: non ci riconosco tanto Tex. Col portiere poi è Carson a rispondere, non è la prima volta che ultimamente f? una figura migliore di Tex, a volte in singole circostanze, a volte nel corso di tutta la storia.
  17. jack65

    [603] Faccia Di Cuoio

    il vero mistero di questa storia è capire perchè il buon Sam Stone insista a chiamarla "Faccia di CUIO". Gli è rimasta una "O" fra le dita?Oppure lapsus freudiano di una "L"?Per me è la seconda. ::evvai::Frammento semiserio a parte, a volte penso di cambiare mestiere, o di andare in esilio, perchè non è possibile che debba sempre essere il bastian contrario della situazione. Questa storia pensavo avrebbe preso in generale al massimo qualche sufficienza, ma nemmeno tante, e invece no, mi sbagliavo, avrà standard e aspettative troppo alte, ma questa mi sembra, a memoria, la storia più brutta scritta da Boselli. Se "più brutta" non piace posso dire la "meno riuscita", la "più scialba", il discorso non cambia, e la sufficienza non gliela posso dare. Non ho mai aspettative per una storia di un albo secco, ma tanto bella quella del 600 quanto brutta questa. Già l'antefatto mi ha annoiato a morte. Già a spiegare per filo e per segno e già qui sbadigliavo. Che c'è dopo' Qualcuno ha visto un Tex carismatico, per esempio quello di pagina 43, che Già prima sbadigliavo, figuriamoci ora, rischio di addormentarmi. Ancora più carismatico è il Tex di pagina 49-50, dove Di fronte ad un simile carisma, rischiavo di svenire. Meno male che di fronte al Azione finora poca, potrebbe ringalluzzire il tutto Tex addirittura intuisce la soluzione, lo vediamo E allora ditelo, no? Non volete proprio farmi divertire. Da qui in poi la scena si movimenta, si esce un pochino dal torpore, vediamo ancora una volta il carisma di Tex in azione quando in pratica Sono quindi estremamente d'accordo con questo: Nella resa dei conti con Faccia di Cuoio, un Tex sempre più carismatico vuole Ma è il finale a regalarci due vere chicche. Dei personaggi, niente di rilevante, Faccia di Cuoio potrebbe essere interessante, ma non è approfondito, ed è troppo buono, vedi Tex timbra il cartellino ma niente di più. Se ci si accontenta va bene anche questo qui. Io avrà anche standard troppo alti, ma qui mi sembra di essere veramente sotto il minimo. C'è un'ultima cosa che sta diventando ripetitiva:come nella storia di Tenebres e in quella con Calamity Jane, anche qui Chiudo con una bestemmia: nonostante tutte le bambinate presenti, mi sono divertito di più, poco in generale, ma un po' di più, con Ukasi che con Faccia di Cuoio. Alla faccia degli standard troppo alti.
  18. jack65

    [603] Faccia Di Cuoio

    Mi dispiace ma non mi è piaciuta. Non entro nei dettagli. Vista la copertina, dalle prime pagine si capisce già molto, la storia nel complesso è abbastanza fiacca, lenta, verbosa, macchinosa, in certi punti anche inverosimile, con pochissima azione, potrebbe sembrare un giallo ma manca di ritmo e suspance, fra i troppi personaggi non c'è uno che lasci il segno, anche Tex e Carson sono anonimi e si (dis)perdono nel mucchio, col primo che in almeno due occasioni è così remissivo da sembrare un pappamolle, almeno per come siamo abituati a conoscerlo. Dopo tanti sbadigli, verso la fine la storia si tira un po' su, c'è un po' di azione, i nostri si attivano un minimo, tanto per timbrare il cartellino. Troppo poco per meritare la sufficienza.
  19. jack65

    I Viaggi Di Tex

    per motivi familiari, anche se non succeder? mai, mi piacerebbe vedere Tex in Indonesia, in particolare a Giava, ma anche la vecchia idea della Tigre Nera nel Borneo non sarebbe male. Tex alle prese col colonialismo, ecco cosa mi piacerebbe vedere, Asia o Africa non importa. Certo che anche in Europa sarebbe parecchio attizzante. Comunque se la storia vale la pena, possono mandarlo anche sulla luna.
  20. La ?scientificit?? di una critica letteraria è ben diversa da quella di una scienza naturale, prima di tutto perchè il ?fatto? letterario è ben diverso da un fenomeno naturale, se ogni opera letteraria fosse analizzabile scientificamente in modo univoco non si capisce perchè dopo più di 2000 anni si discuta ancora oggi di Platone. Il mondo fisico, i fenomeni naturali, hanno nelle varie scienze moderne criteri condivisi di analisi, ognuna con le proprie premesse, ma il metodo scientifico è uno, unico e consolidato, per tutte. Per un'opera letteraria si può parlare al massimo di interpretazione, e in un senso molto particolare si può parlare di criteri ?scientificiò di analisi. Il metodo scientifico si basa su premesse (metodo ipotetico deduttivo, matematizzazione della natura, esperimento, verificabilità delle conclusioni derivate dalle ipotesi, avalutativit? assiologia, e altro) che non possono essere messe in discussione, altrimenti ci si pone fuori dalla scienza (il creazionismo, il disegno intelligente, la fisica aristotelica, sono ipotesi alternative parallele che si basano su altre premesse, quindi sono considerate fuori dalla scienza così come la conosciamo). Invece un'analisi letteraria non ha un unico metodo, ha mille criteri interpretativi, sono proprio questi, le singole premesse, che possono essere messi in discussione, in questo campo la scientificit? al massimo può essere nella rigorosa delimitazione-definizione del o dei criteri di analisi e del campo d'indagine, nella loro rigorosa applicazione alla materia da analizzare, oggetto dell'analisi, e nella mole di argomentazioni che le giustificano. In questo secondo senso un'analisi scientifica di un testo letterario, ma anche di fenomeni storici, politici, sociali, è possibile. Uno studioso italiano ha cercato di separare il Socrate storico da quello letterario basandosi sulle particelle introduttive al discorso diretto e indiretto della lingua greca nei dialoghi platonici. Gli autori del ?Libro nero del comunismo? analizzano i regimi comunisti in base alle conclusioni del processo di Norimberga. Studiosi più o meno seguaci della ?più grande scrittrice fiorentina? analizzano l'Islam sulla base della distruzione delle torri gemelle e su alcuni controversi versetti del Corano. Questi esempi sono criteri ?scientificiò di analisi? Fior di studiosi ancora si scannano sulle premesse metodologiche di queste interpretazioni, della serie ?la tua non è una indagine scientifica seria, la mia è migliore della tua?, cosa che per una qualsiasi legge scientifica naturale non si fa assolutamente, perchè il metodo è già consolidato ed accettato. Questo per dire che la ?scientificit?? di un'interpretazione letteraria è un va costruita volta per volta e caso per caso. E non è per niente ?oggettiva?. Questa pappardella per dire che la pretesa di don Fabio di un'analisi scientifica di alcuni criteri o cardini del Tex glbonelliano non è campata in aria ma è da prendere sul serio, con la distinzione che ho fatto sopra sulla ?scientificit??. Ha estrapolato alcuni aspetti formali, che riguardano cioè la modalit? di scrittura, del Tex glbonelliano - rapporto scenico con altri personaggi, rapporto azione-introspezione (o psicologia), rapporto dialogo-altri sistemi narrativi - e non sostanziali, non trattano delle caratteristiche o qualità fondamentali del personaggio, e ne ha tratto delle conclusioni, ossia centralit? narrativa pressoch? assoluta di Tex, azione dominante sull'introspezione, dialogo come forma narrativa esclusiva. Queste conclusioni divengono criteri di analisi per la produzione boselliana. E? qui che la cosa non mi torna tanto. La domanda corretta, ?scientifica?, ?oggettiva?, avalutativa, per il criterio fondamentale, la centralit?, forse dovrebbe essere: che rapporto scenico ha il Tex boselliano con gli altri personaggià Se invece ci si chiede, partendo dalla conclusione di un'altra analisi, se il Tex boselliano è centrale, avendo come modello quello bonelliano, per me già si insinua una valutazione soggettiva. Tanto più che i ?fatti? glbonelliani di centralit? eccetera diventano valori narrativi formali più o meno assoluti coi quali decidere come Tex deve essere raccontato in maniera corretta. La categoria di centralit? narrativa, partita da un orizzonte neutro di rapporto scenico Tex-personaggi, mi sembra scivolare non nel ?mi piace-non mi piace?, ma su un piano valutativo. Ossia, non osservare come si scrive Tex ma valutare e/o prescrivere come lo si deve scrivere in modo corretto, originale, tradizionale, puro, ideale eccetera. Occhio, può essere ?scientifico? anche questo modo di procedere, qualora se ne abbiano ben chiare le premesse, ossia osservare un ?fatto? dal punto di vista di un ?valore? (etico, economico, giuridico, narrativo, come in questo caso, eccetera). Cosa fanno in sostanza gli autori del ?Libro nero del comunismo?? O Todorov in ?La conquista dell'America?? Fanno proprio questo, col secondo che mi sembra molto più consapevole dei primi del criterio adoperato. Per me don Fabio scivola da un primo piano neutro-scientifico a un secondo piano implicitamente valutativo, che va benissimo, ma che va reso esplicito. Quindi, viste le sue premesse e i suoi criteri, che sono per me valutativi, o per lo meno lo diventano, non per questo non possono dare un'analisi scientifica. Per questo per me bisognerebbe verificare se: 1 è i tre criteri siano ben definiti in modo tale da non creare ambiguit? (definizione il più possibile univoca); 2 è i tre criteri siano stati applicati coerentemente all'oggetto di analisi, cioè alla produzione boselliana.(Lasciamo perdere una terza possibile verifica, quella di tutti i libri e i saggi d'interpretazione e analisi letteraria, cioè 3 è le argomentazioni, le prove a sostegno delle ipotesi, bisognerebbe citare episodi di decine e decine di storie.)Siccome penso di avere già fracassato abbastanza i cosiddetti e potrei tirarla ancora per le lunghe, invece salto a più pari alle conclusioni in modo stringatissimo.1 è definizione univoca. La cosiddetta centralit? va definita meglio, a volte si parla di ?assoluta? centralit?, non è cosa da poco, cambia tutta la prospettiva. Bisogna stringere il campo. Per la prevalenza dell'azione, se questo significa (Monni) ?in GLB la psicologia dei personaggi emergeva attraverso le loro azioni e non le loro riflessioni?, la definizione mi sembra corretta. Per quanto riguarda il dialogo, se questo significa è il linguaggio come motore narrativo?, la definizione mi sembra corretta. Ma è un cardine glbonelliano? O non piuttosto di tutti gli autori che si cimentano coi fumetti? Non lo so, lessi una storiella di 30 pagine di Ken Parker senza neanche una parola, ma poi, esistono fumetti senza dialoghi? Forse solo un fumetto porno ne potrebbe fare a meno, per il fiki-fiki bastano le immagini e qualche ansimata ogni tanto.2 è applicazione al Tex boselliano. Senza una più stretta definizione, senza stringere un po' il campo, la centralit? è una categoria troppo vaga, e come tale risente di valutazioni soggettive (per me Tex qui è centrale, per te no, o viceversa). Il criterio centralit?, e si torna al primo punto, andrebbe definito attraverso altri criteri (presenza effettiva o statistica intesa come numero di pagine, punto di vista narrativo, azioni risolutive, azioni più eclatanti, punizione dei nemici, e chissà cosìaltro), e mi sa che si farebbe notte, però forse bisognerebbe provarci. Senza delle specifiche, l'applicazione al Tex boselliano è per lo meno controversa e discutibile. Ecco il ?casino? venuto fuori. La prevalenza dell'azione mi sembra applicato coerentemente, se il valore è questo, la conclusione ?scientifica? è che Boselli non lo rispetta in poche o molte circostanze, secondo le opinioni, ma il criterio funziona, senza arrivare all'estremizzazione di Cheyenne ?credo che il Tex dell'azione sia stato anche troppo rimpiazzato dal Tex del pensiero?. Sul dialogo vedi sopra. Inoltre il fatto che Boselli abbia usato sequenze mute in una sola storia è motivo per contestarne il primato? Se il dialogo è un termine di valutazione, oggettivo o no, chi lo disconosce, chi ne fa spesso a meno, fra gli autori di Tex? Nessuno, e una singola eccezione non fa testo. Per ora. Insomma, accettando i tre cardini, ?scientificamente?, per come la penso io, il dialogo non mi sembra valido, la centralit? potrebbe essere resa interessante e feconda se aggiustata, l'azione mi sembra il migliore e il più centrato anche nell'applicazione. Metterli in discussione, o non accettarli, è un altro paio di maniche, ed esula dal mio discorso. Poi, che io sia d'accordo o no con le conclusioni di don Fabio su GLB e Boselli, è un altro discorso. E il ?mi piace è non mi piace? è un altro discorso ancora.
  21. jack65

    Tex E La Politica

    a volte anch'io mi sono chiesto se Tex potesse essere un artefice, un complice, anche se inconsapevole, del genocidio degli indiani. La logica texiana è sempre stata quella di punire l'ingiustizia e il crimine, indipendentemente dal colore della pelle degli artefici, quindi su un piano di responsabilità individuale verso le azioni incriminate. Tex non ha mai trasceso questo piano di analisi, quindi non si è mai posto una visione, anche sociale, più ampia, ma ad un semplice cowboy non so se questo si possa chiedere. Rimane quindi secondo me sempre una profonda ambiguit? nell'atteggiamento da tenere, per esempio, di fronte alle ribellioni indiane, che avevano una sua logica ed erano da un punto di vista etico anche giuste. Ribellioni violente, sia chiaro, segnate dal sangue, ma pur sempre frutto di una violenta reattiva in risposta a una violenza ben più grande, attiva e costante. Si può quindi pensare che Tex in realtà sia al servizio del genodicio quando stronca le ribellioni, mentre dall'altra parte lo vediamo in moltissime occasioni farsi portavoce dei diritti degli indiani. Ecco l'ambiguit?. Ma se cerco d'inquadrare Tex nel contesto storico reale, quest'ambiguit? svanisce. Tex opera, vive, quando le guerre indiane sono quasi tutte finite, quando quasi tutte le tribù sono costrette nelle riserve, e allora ecco l'atteggiamento base di Tex, visto il contesto storico: il realismo. Tex sostiene la pace e il sistema delle riserve, perchè le vede come l'unico baluardo possibile per le tribù ai fini di conservare, con evidentissime limitazioni, la propria cultura e le proprie tradizioni. La riserva e la pace sono vita, al di fuori c'è solo la morte. Visto poi che le rappresaglie dell'esercito colpivano indiscriminatamente anche tribù che non c'entravano niente, ecco che risulta perfettamente comprensibile come Tex contribuisca, se si vuole, alla politica repressiva, proprio per evitare danni maggiori alle tribù. Anch'io ho fatto spesso il paragone cowboy=israeliani-indiani=palestinesi, come l'articolista, paragone da utilizzare e che può funzionare da un punto di vista etico assoluto, per poter vedere chi ha "ragione" o sia nel "giusto" sul piano dei principi. Ma il paragone, nei fatti concreti, non funziona molto, epoche e situazioni diversissime, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Ma con "Patagonia" si d' risposta ad un interrogativo quasi nascosto, inconscio: come si comporterebbe Tex all'inizio di un processo di colonizzazione e/o assimilazione e/o sterminio, senz'altro violento?Mi pare che la risposta sia ovvia, io l'ho paragonato a un mujaheddin, a un combattente per la libertà. Ci sarebbe tanto da dire, passo oltre. La visione di Tex dell'articolista non è completamente sbagliata, secondo me è stato visto con occhio un po' troppo militante, anzi con l'occhio del militante, che va benissimo ma che per un fumetto è forse un po' troppo forzata. Estrapolare alcuni comportamenti del personaggio di fantasia Tex e domandarsi che conseguenze avrebbero se applicati alla Palestina reale di oggi mi sembra abbastanza assurdo. Cosè come mi sembra assurdo pensare a un Tex di destra o di sinistra, prendendo questo o quell'atteggiamento per schierarlo da una parte o dall'altra. Lasciamo perdere poi cosa significhino oggi destra e sinistra, verrebbe il mal di testa. Mi sembrerebbe invece molto interessante fare un confronto a grandi linee fra Tex e il pensiero liberale, il cardine della nazione in cui fumettisticamente questo si trova a vivere e di cui incarna alcune aspirazioni, negandone con ugual forza altre. Ma di questo non mi ritengo troppo capace. Per il momento.
  22. jack65

    [601/602] I Giustizieri Di Vegas

    su baciespari. L'educazione secondo Tex Willer:"Prenderne a calci uno per educarne cento."Autori, vediamo di metterne un paio a albo, intesi?"Carson, protagonista di scene annacquate"?"... lontano parente del popolare "Carson" amato un tempo anche dai giovanissimi"?e' vero, lontanissimo parente del ciccio mangione e pure macchietta dell'ultimo Nizzi. A'ridatecelo. Su Cocco Bill. Kit spaccamaroni? Anche se fosse, un po' lamentoso in effetti lo ?, meglio spaccamaroni che deficiente come nell'almanacco. Sul linguaggio qui gli do completamente ragione. Tex effettivamente è un po' in sordina, non "spacca", nemmeno nel duello.
  23. jack65

    [601/602] I Giustizieri Di Vegas

    (ho inviato questo messaggio ieri, primo pomeriggio, sembrava andato a buon fine ma oggi non lo ritrovo. Boh. Provo a rimandarlo) Niente emozione e niente tensione prima del duello, qualcosina sè, ma poco, l'impressione è stata di una certa freddezza, freddezza preparatoria.
  24. jack65

    [603] Faccia Di Cuoio

    ti lamenti? :shock:
  25. jack65

    [603] Faccia Di Cuoio

    mi ricorda un almanacco di Nizzi di qualche anno fa, col dottore incappucciato che ammazza e scalpa per vendetta degli apache, mi sembra. Sarà mica una fotocopia? Penso proprio di no.
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