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Il Tex Degli Esordi: Gli Elementi Di Un Mito


Guest Wasted Years
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Guest Wasted Years

Tutto nasce dal riascolto recente della canzone di Riondino : "le strade di Tex".

scendevano da Nogales
Traversavano L'Arizona
Tra formazioni montane
di alti pinnacoli

per deserti silenziosi
cactus polvere serpenti
cavalieri misteriosi
sulle rive del Rio Grande

generalmente i banditi
prendevano le scorciatoie
e spesso per disimpegnarsi
passavano a guado un fiume

Ahi le case sulla riva
ahi le splendide donne brune
che mentivano perchè amavano
perchè amavano i tagliagole

c'era sempre all'arrivo
una specie di Abilene
e i passanti in camicie
a scacchi bianchi e neri

Una spia dentro al saloon
la bistecca alta due dita
un telegrafista vile
ed il capo era un banchiere

[...]


Questo ascolto mi ha spinto a riflettere sulla apparente ripetitivit? e schematicit? delle prime avventure del ranger. Da un lato SB ci ha abbondantemente informato sulla scarsit? di fonti di ispirazione e di documentazione dell'epoca eroica degli inizi, in cui sia Galep che GLB dovevano fare acrobazie per trovare le informazioni da cui trarre ispirazione per testi e disegni, dall'altro lato il fatto che nelle storie vi fossero cattivi cattivi e buoni buoni, con qualche doppiogiochista al massimo, che i cinesi fossero sempre i cattivi, che vi fosse sempre il "padrone" di una città "che ne possiede mezza e l'altra metà che non è sua non val la pena di essere posseduta", insomma il fatto che Tex entrasse in un nido di serpenti per ripulirlo col ferro e col fuoco dava un fascino particolare alle sue storie e gli consentiva di incarnare una giustizia eterodossa e fuori dalla legge, che nel primo Tex è vista come "d'impaccio".

Le storie con il capo dei malviventi che infestano una città il quale invia qualcuno a "far fuori" Tex e Carson sono a bizzeffe, le storie in cui bisogna scoperchiare un pentolone in uno dei tanti villaggi della frontiera sono tantissime, lo sceriffo di solito sta dalla parte dei banditi oppure è onesto ma non conosce bene la situazione eccetera.


Gli avverbi che ho evidenziato in neretto indicano che anche David Riondino osservava degli elementi ricorrenti nell'universo texiano delle origini. Questi elementi apparentemente tanto semplici e ricorrenti sono ancora amatissimi e suscitano grande nostalgia nella vecchia guardia dei lettori texiani. Uniti ai grandi dialoghi di GLB secondo me hanno creato il mito di Tex.

Che ne pensate? Esistono dei chiari elementi ricorrenti ed intrecci base nella produzione di GLB oppure no? Come giudicate le prime storie del ranger? Qual'? la vostra opinione sulla nascia del mito di Tex e sulla sua prosecuzione oggià

Insomma questa discussione si propone di trovare la pietra filosofale, quel quid che ha fatto diventare Tex IL FUMETTO ITALIANO PER ECCELLENZA.

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Guest Colonnello_Jim_Brandon

Di temi ricorrenti nelle storie Texian se ne trovano a bizzeffe tanto nelle storie di GLB quanto nelle storie di Nolitta, Nizzi e Boselli. Sono veri e propri punti cardine, delle chiavi di volta che ogni autore utilizza per far "scattare" i principali meccanismi della storia. GLB, essendo stato il primo, ha avuto indubbiamente l'oneroso compito di "tracciare il sentiero", è stato lui il primo a definire quelli che poi, in linea di principio, avrebbero dovuto essere gli elementi principali della nuova serie western che aveva creato ( e della cui longevit? durava parecchio ). Questo piccolo incipit solo per dire che, nelle storie di GLBonelli, gli elementi ricorsivi ci sono eccome! Molte storie di GLBonellli, soprattutto le primissime, sono quasi una copia-carbone l'una dell'altra. Sono storie che contengono, come ha detto wasted, elementi tra loro molto simili, elementi che fanno si che esse si possano facilmente fondere/confondere l'una con l'altra... E' raro trovare, almeno nelle primissime storie degli elementi caratteristici in una storia compresa tra il numero 1 e il numero 30/35 è quasi improbabile. Anche la continuity della storia e la definizione dell'"universo texiano" è molto disarticolata, infatti può capitare di incappare in alcuni albi in cui il medesimo personaggio si ritrova con due nomi completamente ( o quasi ) diversi nell'arco di pochi numeri, prova questa che anche per il Grande GLB era talvolta difficile riuscire a distinguere una storia dall'altra. E' forse per questo motivo che il sottoscritto apprezza molto di più le storie di Nolitta/Nizzi e Boselli, nelle loro storie ci sono SEMPRE degli elementi unici, le loro storie possono essere tranquillamente ricordate ancorandosia ad un particolare comportamento o frase, le loro storie tendono ad essere UNICHE nella loro concezione. Certo, anche nelle loro trame ci sono dei piccoli elementi ricorsivi ( per fare un esempio, basti pensare all'uomo che origlia dietro la porta, elemento "TIPICISSIMO" delle storie Nizziane ), ma a contrastarli, a rendere unica la storia i sono sempre una lunga sequela di elementi. No, l'alchimia di Tex, la sua "pietr filosofale" per usare il termine di fresco conio wastediano, non risiede negli elementi ricorsivi delle storie di GLB, ma in qualcos'altro, come probabilmente la carica carismatica del personaggio, la sua abilità con la pistola, il suo gruppo di pards... o chissà...

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  • Rangers

Certo che nelle storie di GLB ci sono degli elementi ricorrenti, soprattutto nelle primissime storie, come ha detto il Colonnello prima di me. :DPerò questi elementi che si ripetono con l'avanzare della serie, sono stati utilissimi per tracciare il carattere di Tex, non solo un sentiero poi coltivato da altri autori. Il Tex di GLB è l'eroe, infallibile con la pistola, con il coltello, con il fucile, con arco e frecce, insomma quello che aveva in mano lo usava perfettamente. Raramente sbagliava mira, era insuperabile nelle sue cavalcate e micidiale nell'arte dei pugni. Insomma un Eroe vero e proprio, di quelli tipici della metà anni 40 e degli anni '50;nelle sue storie GLB era solito metterci i buoni (generalmente poveri), maltrattati e sfruttati dai cattivi di turno, che erano solitamente politicanti (descritti sempre come scaldapoltrone e burocrati, in grado di comandare dove passavano), oppure ricchi proprietari terrieri, la cui ricchezza se l'erano procurata sulle spalle degli altri. Oppure ancora Imprenditori di ogni tipo (petrolieri, pezzi grossi della ferrovia, commercianti di pelliccie, ecc). Senza dimenticarci degli indiani ribelli. Insomma la storia GLB era archittettata quasi sempre allo stesso modo, ma mi sembra sbagliato e ingiusto dire che le storie erano sempre uguali. Anzi, in questo ripetersi di elementi c'era una gran fantasia da parte dell'autore che lo portava a percorrere mille strade. I tempi erano pionieristici, ovviamente non c'era internet, gli unici mezzi dove poteva trarre ispirazione era il cinema, i romanzi e i fumetti dell'epoca. In quei periodi che ci sembrano così lontani, le storie contenevano al loro interno elementi talmente fantasiosi ed esaltanti, che a noi oggi possono sembrare ingenui, ma che nel risultato apparivano agli occhi dei lettori come dei capolavori. Provate a pensare ad un lettore (giovane o maturo) dell'epoca, che con pochi spiccioli (non avendo null'altro con cui fantasticare), poteva viaggiare insieme a Tex e a Dinamite, in ogni più remoto angolo del West, incontrando pericoli di ogni genere. Ovvio che l'architettura delle storie era ripetitiva, perchè tutto girava attorno al personaggio principale, che doveva alla fine sempre trionfare, non poteva fermarsi in un posto, non poteva farsi una famiglia, doveva portare in ogni luogo legge e giustizia. I lettori di allora quindi non cercavano altro, in quanto quello che leggevano già era di qualità molto elevata. Poi con l'avanzare della numerazione (e degli anni!), anche GLB si era accorto che i tempi erano cambiati e che era rischioso continuare con questo ripetersi che alla fine (forse) avrebbe avuto effetti negativi sulle vendite. Allora decise di portare nuovi elementi sulle storie, come esempio la storia del Passato di Tex, in cui veniamo a conoscenza della sua giovinezza, della sua famiglia. Oppure storie come Tra due Bandiere, in cui catapulta Tex all'interno della Guerra Civile. E di esempi se ne possono fare a bizzeffe; le storie acquistano sempre più intrecci, personaggi nuovi, meglio caraterizzati soprattutto queli cattivi. Ma sullo sfondo rimane sempre lui, l'Eroe Tex che non sbaglia mai, il portatore di giustizia.

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Quanto detto da Sam mi trova sostanzialmente d'accordo; anche se, per vari motivi ( IMHO in primo luogo per il fatto che "Tex" aveva in origine un'importanza secondaria rispetto ad altri progetti tanto per GLB che per Galep ) le storie iniziali del nostro ranger ( IMHO, per quello che ho potuto vedere, molto gradevoli e leggibili ma probabilmente non definibili come capolavori ). assumono soltanto gradualmente i caratteri citati dalla canzone di Riondino e da Wasted, questi sono stati essenziali per dare al personaggio la sua fisionomia tipica: quella di un eroe senza macchia e senza paura, difensore della Giustizia, sempre in rapporti un po' ambigui con la Legge e alle prese con nemici volta in volta feroci ( le gang di banditi ) potenti ( i ricchi "padroni della vallata" e "padreterni del paese", capaci di piegare al loro potere anche la Legge e i suoi spesso indegni rappresentanti ) o subdolamente fanatici ( le società segrete di cinesi ) e affiancato da partner fissi ( i quattro pards ). Il lettore ( aiutato dai brillanti dialoghi di Bonelli padre ) poteva così acquisire familiarit? e confidenza con l'ambiente ed il protagonista, arrivando anche all'identificazione con lui; e questa, per qualunque prodotto seriale ( si tratti di romanzi, fumetti o telefilm ), è una caratteristica pressoch? fondamentale per arrivare al successo. Una volta stabilita questa salda impalcatura ( traguardo che, in sostanziale accordo col Colonnello, penso sia stato sostanzialmente raggiunto già con "L'asso di picche" [ nn. 37 - 38 ] e "La gola della morte" [ nn. 39 - 40 ] ), GLB ha potuto iniziare a variare in maniera anche molto imprevedibile situazioni e ambientazioni, sperimentando all'interno della serie il filone esotico, quello magico e quello fantascientifico, talora contaminandoli tra loro e con le tipiche ambientazioni western, dando vita a capolavori e a storie dai caratteri unici e inconfondibili qualunque fosse la loro intonazione ( a parte forse il filone fantascientifico, che non mi pare sia stato particolarmente fecondo n° per GLB, n° per i suoi eredi ). IMHO, pertanto, Nolitta, Nizzi e Boselli hanno potuto valersi dell'esempio e del modello bonelliano anche nella loro ricerca di soluzioni stilistico - strutturali originali per ciascuna storia; semmai, specie per Nolitta e Boselli, il rischio è stato ( ed è ) quello di privilegiare le "varianti", rispetto alle "invarianti", cosa che poteva portare ad una certa distorsione del personaggio. Di conseguenza, la presenza dei caratteri tipici "bonelliani" in un congruo numero di storie texiane mi pare di notevole importanza per la prosecuzione delle fortune editoriali del nostro ranger nel prossimo futuro.

Modificato da Pedro Galindez
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Non c'è motivo, IMHO, di meravigliarsi del ricorrere di tematiche ed elementi determinati nel mondo di Tex. Qual è la serie, che sia di fumetti, di libri, di telefilm.... che non mantiene tali ricorrenze?Che il Tex degli esordi dovesse crearsi una personalit? propria è innegabile, e ne deriva che nei primi numeri sembri quasi non esserci soluzione di continuit? tra un'avventura e la successiva. In seguito non ci sono state modifiche sostanziali nel telaio delle avventure, a parte gli inserti del filone magico, importanti ma che - merita dirlo - sono numericamente ridotte rispetto al rimanente (e così deve essere, altrimenti verrebbe meno la componente western di un fumetto che al West è dedicato, e con grandi riferimenti alla storia di quel periodo). Rimangono quindi il vile telegrafista e il banchiere capo della gang, la spia nel saloon di Abilene e le donne ingannatrici... ma ogni personaggio e ogni tematica è diventato più definito.

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