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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 23/09/2020 in tutte le sezioni

  1. La scrittura di Nolitta era molto basata su quel continuo rollercoaster di emozioni, dalla comicità al dramma e viceversa, con protagonisti non solo fallibili ma emotivi, tesi, sempre sull'orlo di una crisi di nervi, e spesso ridicolizzati. (per esempio, nella citata in precedenza storia "La marcia della disperazione"... la scena in cui Zagor si fa catturare in maniera ridicola perché crede che nel cespuglio ci sia l'ennesima nobildonna in cerca di avventure romantiche con il selvaggio uomo dei boschi, e si prende invece un pugno in faccia. E subito dopo questa scena buffa... c'è la descrizione di cosa faranno a Zagor e a Cico e poi la scena delle formiche rosse. E più in generale, la storia "bara" parecchio con le aspettative del lettore. Porta Zagor al completo e totale fallimento, a perdere la fiducia degli indiani, che lo tortureranno per vendetta, e il suo sacrificio serve solo a salvare un branco di assassini che ha cercato di ucciderlo e ha fatto strage di indiani. E poi subito dopo... il trionfo di Zagor, e le conseguenze delle azioni dei nobili si ignorano tranquillamente. Scena esaltante, potente, emozionante... e se ci pensi un attimo, totalmente assurda. Se si poteva ignorare la morte dei nobili, perchè Zagor ha passato tutto quel tempo ad ammazzare indiani che erano dalla parte della ragione, per salvarli?) Non è una cosa unica, anzi, mi guardavo recentemente una video-analisi dell'ultimo film Marvel, "Avengers Endgame", e utilizza pesantemente lo stesso "trucco", passando continuamente da momenti comici a momenti drammatici, facendo arrivare la vittoria proprio nel momento in cui la sconfitta pare inevitabile. Se si riesce a farlo bene, con i tempi giusti (e Nolitta in questo era bravo), lo spettatore è talmente preso dalla vicenda da non fare alcun caso alle incongruenze e alle illogicità (tipo il fatto che Zagor per sfuggire ad indiani a piedi... mandi via i cavalli per fare un diversivo e fugga a piedi). La scrittura di GL Bonelli era molto meno "emozionale" (anche se non sempre - vedi "il giuramento"), ma molto più "solida". Mentre rileggendo dopo anni le storie di Zagor di Nolitta, e facendo più caso alle incongruenze rimango magari deluso, rileggendo GL Bonelli invece mi capita di trovare dettagli, sfumature che non avevo colto in prima lettura. Ma il punto fondamentale qui non è tanto chi sia meglio, ma il fatto che erano scrittori agli antipodi, e che davvero Nolitta era inadatto a scrivere Tex. il suo Tex diventa umorale, isterico, fallibile e a volte ridicolo proprio come Zagor... Qualche post fa quando ho parlato delle differenze nel "mondo" di Tex e Zagor, la discussione poi si è fissata sugli aspetti "fantasy", ma non è solo quello il problema. Basta vedere "la marcia della disperazione" per vedere come il MONDO sia totalmente diverso nelle due serie. Le tardone si sarebbero ammassate su Tex? Tex avrebbe totalmente perso il suo prestigio perchè si sarebbe fatto fregare da tre scalzacani? Tex sarebbe stato sconfitto totalmente più volte, venendo salvato da una ragazza? (vabbè, se è il Tex di Nolitta o di Nizzi la risposta alle ultime domande è "sì, spesso"...) Per non parlare dei protagonisti. Che Zagor sia più "fallibile" di Tex è chiaro a tutti. Ma forse non tutti si rendono conto QUANTO sia "più fallibile". Tex sa scagliare la scure meglio di Zagor. La usa pochissimo, ma quando la usa, come nel texone di Villa, non sbaglia mai. Zagor sbaglia spesso. E quella è la SUA "arma tipica". Figuriamoci con pistole e fucili, Zagor non arriva ad un avversario di Tex di media bravura. A pugni? Zagor viene sconfitto a pugni molto frequentemente, anche se ha una capacità di "incassare i colpi" che lo fa riprendere in fretta senza grossi danni. "come fa Zagor, descritto da Nolitta come uno che ha una forza e un agilità non comuni, a essere meno bravo di Tex a botte?". Eh, non è il PERSONAGGIO, è il MONDO. Zagor, per quanto sia agile e forzuto, incontra spesso gente più forte di lui. Tex no. in alcuni post precedenti ci si dispiaceva del fatto che forse vedremo uno Zagor vecchio. invece, pensandoci, questo è l'elemento che potrebbe rendere sensato il cross-over. Uno Zagor giovane non ha molto senso che faccia un team-up con Tex. In una storia di Tex, sarebbe meno utile di un Gros-jean, che sa sparare meglio, o di un Pat McRyan, che fa meglio a pugni. Tex segue meglio le tracce, ha più prestigio fra gli indiani (non ha bisogno di ingannarli con trucchi da baraccone), spara meglio, sa usare meglio la scure... in un team-up ambientato nel mondo di Tex, Zagor sarebbe superfluo e ben poco utile. Se invece si alterano le cose per metterlo alla pari, rischia di venire una di quei team-up di plastica, finti e artificiali, dove i protagonisti si mettono le pattine e ti annoi dalla prima all'ultima pagina. Ma avere uno Zagor vecchio... potrebbe permettere di inserire uno Zagor più debole di Tex, "mascherando" la sua debolezza con la vecchiaia (quindi, senza bisogno di mostrare che era sempre stato più debole), ma al tempo stesso dare un senso alla sua presenza con la sua fama, e giustificando il fatto che attorno non ha più il suo solito mondo buffo o tragico a pagine alterne... Vabbè, queste sono solo congetture, aspettiamo la storia. Ho abbastanza fiducia in borden, e nel fatto che se fa dopo anni questo "cross-over" sia perchè ha avuto una buona idea per farlo, e non sia una cosa "comandata dall'alto" come il fantomatico crossover fra Zagor e Flash (non invidio lo sceneggiatore di quel cross-over, la cosa più logica sarebbe disegnare Zagor sempre fermo immobile per 94 pagine mentre Flash risolve tutto in un decimo di secondo...)
    1 point
  2. Letto il n. 112. Mamma mia. Se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo freschi. Meno male che mi sono ripresa subito dallo choc da copertina e che ho saltato pari pari la fine della storia precedente. Ma poi le cose non sono andate meglio. A parte la farsa penosa di Cico, cominciamo subito con Zagor che sa che il prossimo plenilunio è fra tre giorni ma ignora che è già primavera (meno male che non si dimentica che deve difendere gli oppressi e punire gli aggressori); si continua poi con lo stregone occhialuto professore universitario in cerca di un barometro per finire poi con la furbata di Zagor che passa la notte dentro un tronco cavo per poter stupire i poveri e ingenui sachem uscendo da una fitta nube di fumo che avrebbe potuto nascondere anche un elettrotreno. E non vi dico la delusione quando il nostro eroe, dopo aver accettato la sfida del capo kiowa fulminandolo con un'occhiata terribile, ci ripensa roso dalla curiosità di conoscere i motivi della sfida. E finiamo in bellezza: dopo un bel volo tra le liane, il nostro novello Tarzan, con il suo fedele amico Cico pié veloce, si mette in marcia, a piedi ovviamente, e in una sola giornata raggiunge il lontano forte Trust. E' vero che è troppo presto per catalogare la storia ma, se questo è il prologo e se il seguito è un capolavoro, mi domando: ma perché non hanno cambiato l'antefatto adeguandolo al resto della storia e hanno invece lasciato questa ciofeca?
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