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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 15/12/2019 in tutte le sezioni

  1. In generale, sai che trovo questa argomentazione, diffusissima nelle discussioni su Tex... totalmente assurda? Che importanza ha "lo spazio" fisico delle vignette dato a Tex? Le storie le leggiamo, o contiamo "le vignette con la faccia di Tex" e vediamo se ce ne sono di più o di meno? Quindi, "il figlio di Mefisto", dove Tex appare appena dopo un centinaio di pagine.. sarebbe una schifezza? Le pagine dedicate agli intrighi di Yama, pagine sprecate? Per me invece sono pagine appassionanti che ti tengono incollato alla pagina... Io ho una mia spiegazione per questa e altre "teorie su come deve essere una storia di Tex", che ho già esposto altre volte: il pubblico dei lettori di Tex è un pubblico in un certo senso traumatizzato, da anni ed anni di storie in cui il loro eroe veniva ridicolizzato, bastonato e deriso. Questo ha portato ad un sacco di conseguenze diverse per lettori diversi (alcuni si sono rifugiati in un ostilità talebana ad ogni storia che non sia di G.L. Bonelli, altri pur di negare la realtà si sono messi a negare l'evidenza di quello che leggevano, raccontandosi cose assurde su come anche il Tex di G.L. Bonelli venisse ridicolizzato ogni volta...) e in generale, la FIDUCIA dei lettori negli autori è crollata... mentre si cercava ostinatamente di salvare il ricordo delle cose buone fatte di Nizzi e Nolitta. Quindi si è diffusa questa "ideologia" strampalata secondo cui il problema non erano autori "sbagliati" su Tex, ma "singoli errori" che facevano. Quindi il Tex boccalone di Nizzi sarebbe pure andato bene, per queste teorie, il problema era che... era in poche vignette. Era in troppe vignette. C'erano pochi indiani. C'era troppo Kit. C'era poco Kit. C'erano troppe parole. Ce n'erano poche. Poche patatine fritte, con più patatine fritte le storie di Nizzi sarebbero state bellissime! E mille altre "teorie letterarie su come si fa una storia di Tex perfetta" Tutte, partono dall'idea base "perchè le storie di Tex siano belle, devono essere come dico io". Poi, ovviamente, se ti fanno la storia esattamente come dici tu... ti annoi perché è la solita minestra! (Tito Faraci per me è stato un po' una vittima di queste teorie. Mi ricordo che venne, anni fa, ad una pizzata di un forum texiano... e tutti quanti per tutta la sera continuavano a dirgli queste cose, a dirgli cose tipo "a noi basta che in una storia di Tex ci siano sparatorie e patatine fritte" con lui attento che sembrava prendesse appunti mentali, e io che speravo tanto che fosse solo cortese e non desse retta a quelle sciocchezze... poi dopo lessi le sue storie ed erano praticamente fatte solo di patatine fritte e sparatorie... Io NON VOGLIO UN AUTORE CHE SCRIVE QUELLO CHE GLI DICO IO. A che mi servirebbe? Se fossi capace di scrivermi una storia bella di Tex da solo... perchè dovrei pagare i soldi dell'albo in edicola? Se pago un albo (e quindi pago gli autori) è perchè so CHE SONO PIÙ BRAVI DI ME A FARE STORIE DI TEX. Quindi, mettermi a dirgli "metti più Tex, meno Tex, voglio più vignette con Kit, voglio più indiani, etc."... mi sembrerebbe di essere il classico vecchietto che rompe le scatole nei cantieri ai muratori che stanno lavorando! (se invece NON HO quella fiducia in un autore.... allora preferirei stesse lontano da Tex, non è che penso che sarebbe capace di fare storie bellissime se solo seguisse i miei consigli...) Insomma, stare a giudicare le storie dal numero di vignette con Tex mi pare assurdo (anche perchè in base a questo criterio, in generale le storie di G.L. Bonelli, che dedicava ampio spazio ai "cattivi", sarebbero tutte peggiori di quelle di Nizzi e Faraci che stanno molto più attaccati a Tex e che spesso non usano nemmeno Kit o Tiger). La storia la si giudica per quanto ti appassiona, per le emozioni che ti dà, non contando le vignette con il bilancino! Infatti non sta fermo. Era dai mormoni, che si offrono di dargli un rifugio sicuro, ma lui per non metterli in pericolo non sta fermo. Potrebbe fermarsi più vicino, ma per non essere raggiunto, non sta fermo e va a cercare il rifugio costruito dal suo vecchio amici sulle montagne. Arriva alle montagne, dove pernotta una prima notte, ma visto che all'aperto rimarrebbe congelato, il giorno dopo non sta fermo e va nel rifugio a cui era diretto. Visto però che ha visto inseguitori nella vallata, convinto (a torto) che cerchino lui, non sta fermo, e spiega a Dinamite che potranno fermarsi una sola notte per non farsi raggiungere. Il giorno dopo spia gli inseguitori per vedere se continuano ad inseguirlo (finchè non smettono è costretto a continuare a spostarsi anche lui rischiando di rimanere congelato), li vede travolti dalla frana, non sta fermo e va a soccorrerli. una volta soccorsi, non sta fermo lì perchè sta arrivando una bufera, e cerca di tornare alla capanna. Non ci riesce e deve rifugiarsi in una grotta. Ma non sta fermo nemmeno lì, quando l'agente Pinkerton gli racconta del rapimento della ragazza, decide, QUELLA NOTTE STESSA, di andare a liberarla. Insomma, mi dici quando Tex sarebbe rimasto fermo in questa storia? Il tempo massimo in cui non ha cambiato posizione sono le 6-7 ore in cui ha dormite nella prima capanna e forse le 4-5 in cui ha cercato di dormire all'adiaccio il giorno prima. Per tutto il resto della storia si sposta in continuazione senza mai rimanere fermo. O forse intendi dire "perchè non si teletrasporta a valle fra una pagina e l'altra? Faccio questa battuta perchè poi... insomma, ho capito, il problema è che in questa storia sono sempre nello stesso, e CONTEMPORANEAMENTE che continuano a teletrasportarsi in posti diversi... Cioè, i banditi rapiscono una donna, per ottenere un riscatto, con tanto di messaggio al padre. Il padre porta i soldi del riscatto, con delle guardie armate. Chi ci sarebbe di troppo? Cerco di fare qualche ipotesi... 1) la ragazza è di troppo. Secondo te funzionerebbe meglio come storia se il padre portasse il riscatto senza nessun rapimento... 2) Il padre è di troppo. I soldi dovrebbero arrivare da soli, e i Pinkerton arrivare per caso. Così sì che sarebbe "verosimile" 3) I banditi sono di troppo. La ragazza dovrebbe essere lì da sola, a far fare una passeggiata al padre che fa poco moto e sta ingrassando... 4) I Pinkerton sono di troppo, il padre doveva andare ad affrontare i banditi da solo! Sai la storia come sarebbe stata più bella? (e molto più corta: Tex incontra un ghiacciolo e si chiede cosa ci faceva lì. The End) No, aspetta, ho capito... È DI TROPPO TEX! Visto che l'unico che non ha davvero ragioni di essere lì (I pinkerton non cercavano davvero lui), se non c'era per te era molto meglio! Èh sì, l'idea che una capanna di montagna, costruita per dare rifugio ai minatori quando arrivano le tempeste di neve, resista alle tempeste di neve è totalmente irrealistica... (detto questo, effettivamente le finestre con i vetri non ci dovevano stare... ) Guarda, a parte gli scherzi: il gradimento di una storia è una cosa personale, e quindi ci credo benissimo che questa storia ti sia parla la peggiore di borden. Però le argomentazioni che hai portato mi lasciano, come hai visto, davvero perplesso...
    2 points
  2. Da una rapida ricerca su internet sulle c.d. 'log cabin', che a quanto pare nelle aree più rurali era la prassi comune tanto che vox populi che lo stesso Lincoln sia nato e cresciuto in una di queste nel gelido (in inverno) Illinois, pare che le finestre fossero in effetti una o due e venivano 'pensate' anche e soprattutto in relazione al camino ed all'orientamento del sole nel corso dell'anno (immagino prevalentemente verso sud o, se due, est-ovest). Il materiale di copertura pare fosse comunemente 'greased paper' (benchè nelle foto delle log cabin d'epoca sopravvissute si vedano finestre con vetri, spesso con telai veri e propri, ma non è dato sapere se siano originali o di montagna) in quanto i pionieri raramente avevano vetro a disposizione. Ciò non toglie però che in una log cabin di montagna dove si scatenavano dei veri e propri e frequenti blizzard, mettere della 'carta ingrassata' a chiudere la finestra equivaleva, dal punto di vista dell'isolamento termico, praticamente a lasciare la finestra aperta. Ottimo se non hai un firgorifero, pessimo se vuoi sopravvivere all'inverno. Quindi, o il battente era interamente in legno, oppure del 'vetraccio' come detto sopra, soprattutto se la capanna era pensata per rimanere in pianta stabile (e questo richiedeva di solito l'opera di più di una persona), ad esempio per i trapper che intendevano passarci più inverni o per chi faceva il boscaiolo di professione, magari con una piccola famiglia al seguito, il 'vetraccio' di cui sopra poteva essere una soluzione. Per come è stata presentata nello speciale, dato anche il soffitto piuttosto alto (per forza di cose, una persona da sola non riusciva a costruire un muro ed un tetto più in alto di quanto possa arrivare con le braccia a posare i tronchi), sembrerebbe una capanna 'in pianta stabile', ovvero del secondo tipo. Questa pare risalire al 1846, anche se le finestra paiono fin troppo 'moderne' e sono state probabilmente quasi tutte aggiunte in seguito https://theoldhouselife.com/2019/06/20/chestnut-log-cabin-and-a-farmhouse-on-29-acres-in-va-mountains-269900/ 1837: https://www.ozarksalive.com/sos-for-181-year-old-ozarks-log-cabin/
    1 point
  3. Non confondere l'appassionato con il collezionista compulsivo che vuole tutto di tutto, sono due cose molto diverse . Io mi ritengo un appassionato ma a comprare l'edizione limited non ci ho nemmeno pensato ed ho comprato quella da 34,90 solo perché non ho avuto la pazienza di aspettare febbraio ed un po' anche perché mi faceva piacere avere un'edizione di pregio con le tavole a grandezza originale ma se avessero trovato il modo di pubblicare il Texone regolare a novembre probabilmente avrei resistito alla tentazione. Quanto alla ventilata edizione blu, per me dimostra solo come la SBE non sia abituata ad operazioni di questo genere: nel suo DNA c'è la vocazione ad accontentare il maggior numero possibile di acquirenti. Una vera edizione limitata deve essere unica. Mi fa sorridere il fatto che sostanzialmente tutta questa discussione nasce dal fatto che per una volta nella vita Villa ha consegnato il suo lavoro in anticipo sulla scadenza prevista . Avesse portato le ultime tavole in redazione a metà settembre o più avanti, niente di tutto questo sarebbe successo... o meglio: sarebbe successo probabilmente in occasione di Cartoomics con il texone già in edicola da una o due settimane e tutto sarebbe stato diverso.
    1 point
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