C'è, a mio giudizio, un vizio di origine nel ragionamento di @JohnnyColt.
Se ben ho capito la sua teoria, la Bonelli Editore dovrebbe differenziare il proprio mercato di riferimento, smettendo di essere quasi esclusivamente produttore di fumetti, e iniziando a dedicarsi quindi anche a film, serie tv, libri, videogiochi, giocattoli, abbigliamento, articoli di cancelleria, complementi d'arredo, tutto a marchio Tex, Dylan Dog, Dampyr et cetera, secondo l'opportunità.
Secondo la sua prospettiva, tale strategia garantirebbe vita e salute alla (ormai divenuta ex) casa editrice, che invece rischia di morire presto, se continua ad occuparsi solo di fumetti.
Ora, questo discorso sarebbe interessante se questo fosse un forum di soci, fornitori e creditori della SBE.
Ma questo è un forum di appassionati di Tex.
Per quanto mi riguarda, e con tutto l'affetto che posso nutrire per la SBE, l'unico interesse è per i fumetti di Tex.
Ora, come possono incidere le strategie prefigurate da Johnny Colt sulla mio interesse per il fumetto Tex? Se dovessimo basarci sull'esperienza dei fumetti americani (che io non conosco, ma su cui mi pare che ci sia un certo accordo tra i partecipanti al forum), la mia esperienza di fruitore di fumetti non dovrebbe subire un miglioramento significativo.
E nemmeno sarebbe scongiurato il rischio di chiusura del fumetto, visto che la mancanza di sceneggiatori adeguati, o anche il difetto di rimuneratività della produzione di fumetti, potrebbe comunque portare la nuova Bonelli Enterprise Co. a non mandare più Tex in edicola, visto che ci sarebbero comunque settori di attività molto più remunerativi a cui dedicarsi.
Ma a me non interesse la serie tv su Tex, non voglio fare colazione con la tazza di Dylan Dog, né indossare il pigiama con il viso di Julia.
In questi termini, allora, il dibattito - pur in astratto appassionante - in concreto mi lascia indifferente