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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 22/06/2022 in tutte le sezioni

  1. Non ho commentato la storia perché come sempre mi accade, se la storia mi piace e non trovo in essa niente di anomalo, mi viene difficile scrivere delle righe di semplice approvazione. A me, parlando in generale, la storia piace soprattutto criticarla, ma qui c'è poco o niente da mettere all'indice. Prima di leggere Bedlam pensavo che il finale sarebbe stato pilotato, cioè era chiaro per me che gli amici di Frisco avrebbero risolto in qualche modo la situazione, poi invece mi sono dovuto ricredere, Tex e Carson si sono tirati fuori da soli dai guai. E Yama ha fatto una figura davvero misera, ma ci sta perché è nel DNA del personaggio, dello sfigato Blacky lanciatore di coltelli nel carrozzone ambulante della madre. Piccolo colpo di genio di Boselli è stato semmai di inserire nella storia la piccola infermiera Ruth, lei si diabolica, satanica, senza scrupoli, lei si degna aspirante al ruolo di ''figlia'' di Mefisto, anche se non potrà mai esserlo dal punto di vista biologico. E il finale è stato bellissimo, con lei che si mette pienamente in luce e mantiene quello che prometteva sin dalle prime pagine. E Mefisto che si trascina dietro il figlio, perché anche se è un gran coglione gli è pur sempre figlio (e la lettura dello speciale Le origini del male conferma questo aspetto dell'importanza degli affetti cari per l'antagonista di Tex) è un aspetto che Boselli ha introdotto e che trovo azzeccato, perché conferisce un gramo di umanità a un personaggio che è prima di tutto un megalomane. Tre albi perfetti per me, e complimenti ai fratelli Cestaro, con Raul avevo avuto anche uno scambio di battute quando la storia era stata affidata a loro ormai molti anni fa, non ce li vedevo a disegnare Mefisto e invece il cieco ero io: bravissimi, cupi, gotici, a loro agio in una storia tenebrosa che così poco spazio concede alla luce. Stanno disegnando se non ricordo male una storia breve proprio con la nemesi di Tex che leggeremo l'anno prossimo e sono curioso di sapere di cosa parlerà.
    2 points
  2. Dove l'avrei scritto? A me pare di aver scritto altro, forse non sono stato chiaro... mi pare di aver descritto Dampyr come una serie interessante, "spesso appassionante", ma altrettanto spesso presentava quei blocchi di pagine con quelle scene a base di "arghh! È invincibile!" Ahhh" che trovavo (e trovo) molto noiose. Non una serie fatta solo di quello (se fosse così l'avrei mollata molto prima e non l'avrei ripresa), ma una serie che mi piazza "quello" per pagine e pagine in mezzo a cose che mi interessano molto di più. Ma mi pareva fosse chiaro che consideravo quelle scene un "intrusione" nel fumetto (ipotizzando che capitassero quando borden era in ritardo con le pagine), per quanto frequente e fastidiosa. Paradossalmente, direi che trovo Dampyr una serie molto bella, tranne quando si combattono i vampiri! Quando ho mollato la serie non si sapeva ancora praticamente nulla della storia dei Maestri della Notte, ho visto dalle storie recenti che adesso si sa anche la loro backstory e da dove vengono, ma all'epoca non c'era ancora nulla: si vedevano questi essere invincibili, invulnerabili e potentissimi che per qualche strana ragione ammazzavano in maniera molto teatrale, allungando quasi per gioco uccisioni che non erano mai minimamente in dubbio, dato che a parte il Dampyr non c'era assolutamente nulla che potesse minimamente impensierirli. Che ci sarebbe stata prima o poi una spiegazione del perchè un maestro della Notte non andasse a bersi il presidente degli stati uniti in diretta TV (vista la loro teatralità) lo davo per scontato. Solo che anche se c'è una spiegazione, non cambia il problema immediato: che erano scene ripetitive. Poi ovvio che entra in scena la sensibilità personale, per certi lettori magari erano un appuntamento ripetitivo ma godibile come le scene con bistecche e patatine su Tex, mentre a me davano sì la stessa reazione, ma non positiva...
    1 point
  3. Anch'io non ho parlato di incongruenze, solo della storia che si arruffa un po', scelta legittima ma, visti gli attori messi in campo, avrei magari preferito qualcosa di più affascinante e meno "terreno", se capite cosa intendo. Che poi a me ste benedette incongruenze non farebbero manco storcere il naso più di tanto, soprattutto se servono per portare avanti una grande storia, alla fine va sempre bene la risposta di John Ford alla domanda di un giornalista puntiglioso sul perchè in Ombre Rosse gli indiani non fermano la diligenza semplicemente sparando ai cavalli: "perchè sarebbe finito il film".
    1 point
  4. @borden la prossima volta che li senti, puoi dire a quelli de "lo Spazio Bianco" di usare meno frasi in grassetto? Rende gli articoli difficili da leggere e troppo "roboanti" (e purtroppo non è un difetto che hanno solo loro, ormai in rete gran parte degli articoli li scrivono così...) A parte questo... La cosa che mi lascia perplesso, di quello che per me è un chiarissimo errore, è che... era davvero evidente, e al tempo stesso era facilissimo correggerlo! Non so come hai descritto la scena in sceneggiatura (a proposito, perchè dopo la pubblicazione delle storie non posti le foto di qualche pagina di sceneggiatura, per vedere il "dietro le quinte", tipo bonus dei DVD?), se il disegnare così le cinghie l'hai scritto tu o se è un iniziativa dei Cestaro, ma... come è possibile che NESSUNO (non i due fratelli e nessuno in redazione) abbia notato che Tex poteva tranquillamente sfilare la mano? Bastava (1) allacciare la cinghia attorno al polso di Tex e (2) far vedere la cinghia non fissata al tavolo ma scorrere in un foro ed essere fissata dietro (in un punto ignoto che non vediamo). in maniera che (A) Tex poteva allungare la cinghia quanto voleva, la mano non si sfilava, e (B) la cinghia era complessivamente più lunga, quindi allungarla di 15 cm era un allungamento del 10%, non del 300% come se fosse un elastico... Sarebbe rimasta l'improbabilità di avere comunque un simile allungamento e Mefisto che lascia lì il pugnale, ma lì l'errore è di Mefisto, non degli autori! (in realtà lo sappiamo tutti perchè Mefisto non uccide Tex: se Tex muore e la serie finisce, dove va Mefisto? Rimane disoccupato...) A parte questo, sul giudizio in generale dei vari albi, non sono molto d'accordo con il giudizio quasi generale sul secondo albo. Il primo mi era piaciuto molto. La maniera con cui introduceva Mefisto prima facendo vedere cosa aveva creato, mostrandolo solo alla fine della "visita guidata all'inferno" del nuovo dottore. Sul secondo albo... uffah, mi tocca fare uno dei soliti rimandi tipo "ah, quando c'era LUI" parlando del Mefisto di GL Bonelli. In generale, Mefisto agiva come nel primo albo di questa storia: l'horror era anticipato più che mostrato. Prendiamo come esempio l'arrivo di "Otami" al campo Seminole in Tex 93, da pagina 72: Prima vediamo Mefisto compiere il rito. Sappiamo che vuole spaventare i Seminole, ma non ci vengono fatte vedere subito allucinazioni e visioni, prima vediamo Mefisto evocare "colui che ha mille facce mille forme e mille nomi". Anche quando l'evocazione riesce, la figura di "Otami" non appare in mezzo al campo a fare "bubusettete!", arriva in mezzo alla foresta, e si avvicina a piedi. Ora, normalmente sceneggiare così sarebbe un errore: se applicata ad attività "normali", sono lungaggini, come in uno Zagor recente dove devono usare un albero abbattuto come ponte e ci fanno vedere Zagor andare a sfrondare i rami per quasi due pagine... sono "allungamenti del brodo", di solito "pagine inutili" che "allungano" una scena (o un idea) per macinare più pagine con meno idee. Ma nell'horror no. Nell'horror l'anticipazione è una parte fondamentale, e vedere il demone che si avvicina piano piano al campo indiano non è inutile. Anche l'arrivo di "Otami" nel campo è anticipato da "portenti", il bastone dello stregone si spezza, un lampo squarcia il cielo, i tizzoni si muovono da soli... e solo dopo arriva il demone. Alla fine il demone che fa? Parla per tre pagine dettando le condizioni imposte da Mefisto. Avrebbe potuto farlo direttamente Mefisto apparendo al campo per tre pagine. Invece fra evocazione, cammino, scena vera e propria, soccorso di Otami (quello vero) provato dalla sua esperienza, etc occupa 18 pagine. Di ci nemmeno una è sprecata, e anzi l'anticipazione è più importante ed emozionante della scena dell'apparizione al campo indiano. E Boselli non fa così? A volte sì, e a volte no. Prendiamo Dampyr. Da lettore, spesso Dampyr è appassionante, e altrettanto spesso è frustrante. Prima di tutto c'è un problema dato dal livello di potere degli antagonisti: non so se poi, nei numeri che non ho letto, venga spiegato come mai esseri così ultrapotenti non abbiano semplicemente conquistato la terra in cinque minuti, ma quando lessi i primi 50-60 Dampyr all'epoca, quello che appariva era che fossero semplicemente invincibili, e ogni singolo scontro con gli esseri umani era un semplice giocare del gatto con il topo: magari il Maestro della Notte mandava, bontà sua, qualche servitore a macinare pagine e a farsi ammazzare, ma poi arrivava lui ed essendo invincibile e invulnerabile (immune anche a qualunque debolezza da vampiro e a qualunque arma umana) quando arrivava lui... le scene erano sceneggiate praticamente con il copia-incolla cambiando alcuni dettagli: pagine e pagine di "ahhh" "aiuto!", "è invincibile" e di gente che muore una dietro l'altra con il cattivo che fa battute standard da cattivo invincibile... somigliava a certi horror anni 80 con avversari assolutamente invincibili tipo Freddy Krueger. Ti prende quando lo vedi (o lo leggi) la prima volta. Alla seconda è già tutto spaventosamente noioso e ripetitivo. Non parliamo della quarantesima. In quasi ogni singolo albo. Salvo poi rovesciare il tutto appena arriva il Dampyr. E si ripete la stessa scena a parti rovesciate, a quel punto gli "arghh!" "ahhh" "ohhhh" "uhhhh" "ehhh" "ihhhh" sono dei poveri vampiri massacrati. Qui si va oltre al cliché e alla ripetitività, pareva che ci fosse quasi ogni albo una scena tipo quella di Daitarn III, "E ora, con l'aiuto del sole vincerò" e vai di 5 minuti di filmato che riciclavano ogni puntata pari pari per risparmiare... Quasi ogni albo. Perchè poi c'erano gli albi che, o non seguivano questo clichè o che lo relegavano a dettaglio parlando d'altro, tipo i primi di Praga. E insomma, era un altalena: il primo numero di Dampyr credo sia stato fra i "primi albi" Bonelli quello che di gran lunga mi è piaciuto di più nonostante presenti la solita scena (ma non era ancora "solita"), il secondo non mi è piaciuto per niente ed era il primo in cui gli "ohhh" "ahhh" "ehhh" erano decisamente eccessivi, così come le frasi fatte. Poi con gli albi successivi dopo due-tre albi di "ohhh" "ahhh" "ihhhh" dedicevo di smettere, e zack, arrivava un albo bello, decidevo di proseguire, ed erano di nuovo "ohhh" "ahh" "ihhh".. E mi sono reso conto che davvero pare che Boselli abbia questa strana forma di scrittura schizofrenica, che io interpreto così (la differenza nella scrittura è evidente, le motivazioni ovviamente sono mie pure illazioni malevole...): a volte ci sono cose che gli interessano e allora l'horror e l'atmosfera la costruisce davvero, con tutti i tempi giusti, lavorando molto sul non far vedere, sull'anticipare, etc. Non ricordo benissimo i vecchi albi quindi ne prendo uno più recente, quello su Robert E. Howard (il primo, "i sussurri nel buio") dove l'horror è "fuori scena", non si vede, si immagina o appare nei suoi racconto, o è "là fuori" fra i campi, avvertito più che visto. Ecco, io una serie così me la comprerei subito ad occhi chiusi, e infatti ero tornato a comprare Dampyr. Ma nei numeri successivi (spesso scritti da altri, eh. ormai la serie è impostata così) pagine e pagine di noiosissimi "ahhh" "urghhh" "ma è invincibile!!" "spara spara!", che io interpreto invece così: "cheppalle, il disegnatore ha finito le tavole, devo mandargliene altre entro domani, che faccio? Ideona, facciamo quindici pagine di "ahhh" "urghhh" "ma è invincibile!!" "spara spara!" che me lo levano dalle scatole per un mesetto e per un po' sono tranquillo". Ecco, io nel secondo albo io ho trovato uno stacco di questo tipo. Nel primo albo, prima la lunga "introduzione" al manicomio e infine a Mefisto. Alcuni l'hanno trovata noiosa, io l'ho trovata perfetta. C'era una immagine iconica di "big bad" da ricostruire, dopo la macchietta della Mefistolata. Bisognava far dimenticare il vecchietto demente e un po' buffo che si nascondeva in un retrobottega. Quindi, prima mostri l'impero del male che si è costruito, le sofferenze delle vittime (che già fanno capire che questo Mefisto non è buffo e neanche simpatico), l'ambiente sinistro che non è un retrobottega, e poi mostri solo alla fine Mefisto, pericoloso e sicuro di sè. Anche la preparazione del primo attentato ai pards, è quasi eccessiva (nel promettere cose tipo che i pards non sarebbero tornati vivi in città) e un po' arzigogolata (perchè droghe?), ma il tempo per preparare il tutto se lo prende... fino a pagina 68. Cosa succede a pagina 68? Nulla di eclatante, anzi, una cosa che se non fosse per il proseguo della storia, sarebbe irrilevante, e che diventa una specie di confine fra due parti solo per un piccolo dettaglio. Devlin ha allucinazioni. Solo che le ha da Dampyr, non da Tex. Invece di proseguire sulla strada della "sinistra quasi normalità" da Tex, qui Boselli ricorre alla "scrittura stenografica" di Dampyr, per cui usa una speciale macchina da scrivere che deve avere un tasto "attaccano innumerevoli mostri e fa aaaaa!" tipica di Dampyr. L'assalto a Devlin non ha nulla di peculiare, è un semplice "attacco di orde di mostri standard". È questo che lo rende peculiare: gli attacchi di mostri standard non sono tipici di Tex o di Mefisto. il fatto di non avere nulla di peculiare la rende peculiare nel contesto di una storia di Mefisto. Meritava quella singola vignetta una maggiore originalità? Onestamente no, chissenefrega, per una vignetta vanno benissimo anche i mostri standard. Il problema non è questa vignetta in sè, è questa vignetta come punto cardine in cui cambia TUTTA la magia della storia... il successivo scontro fra Tex, Carson e il "Macellaio" per me è fatto benissimo finché non entra in ballo la magia... perchè quella che arriva, di nuovo, non è magia peculiare, ma "mostri standard". il "macellaio" che sale le scale con la frase tipica da b-movie horror, l'apparizione "bubusettete!" alle spalle di Tex a pagina 87, il Tex che si gira e, oh che sorpresa, è un mostro (pagina 99), è tutta roba stra-telefonata che si è già stra-vista in un sacco di b-movie horror. Pare presa da uno dei Dampyr "ahhh ohhh ehhh". Ovvio che questo è "scrivere bene" per gli "autori moderni", ti citerebbero orgogliosi persino il film esatto da cui hanno preso la tal scena, con la faccia da "sono stato bravo, eh? L'ho fatta uguale uguale!", e da un Recchioni non mi aspetterei nulla di più. Non riuscirebbero nemmeno ad immaginare una maniera diversa di sceneggiare. Ma da Boselli, che considero l'ultimo vero "narratore" in forza alla Bonelli, vorrei avere qualcosa di meno "moderno" e più adatto a Tex. Mica la luna, eh, come ha fatto fino a quel momento nelle pagine fino alla 68 mi andrebbe benissimo. Forse, specialmente in una storia "importante" come questa, non è un problema di "produrre pagine in fretta" come (sembra a me) su certi Dampyr (oltretutto, con la velocità dei Cestaro, non penso mettano troppo in ansia Boselli... magari lo fanno all'opposto, è in ansia che facciano in tempo a finire la storia), ma piuttosto un problema di "tempi narrativi": lo sceneggiare la magia con la preparazione e anticipazione adeguata abbiamo già visto che può portare tre pagine fino a diventare 18 pagine. Tutto il finale qui è concitato, quindi da qui forse l'uso dell'horror "stenografico" con il tasto "inserisci mostro che fa bubusettete". Però... il mettere Tex in un mondo di pura allucinazione (che richiede fra l'altro che poi lo stesso Mefisto lo liberi masochisticamente) è stenografia, una paginetta per lui e una vignetta per carson, evvia. E poi di nuovo uhhh, ahhhh (pagina 33 del terzo albo), e poi la concitazione già descritta... io non dividerei fra due albi buoni e uno no. Dividerei fra una prima fase, che comprende il primo albo e il secondo fino a pagina 68, che è vun ottima storia di Tex, e da lì in poi, è un ottima storia di Dampyr (ottima perchè oltre al solito banalissimo ah ohhh uhhh dei mostri capitano anche interessanti cose non magiche tipo i forzuti)
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