Partiamo dall’unica parte emozionante di quest’albo: le ultime due pagine, che vedono un Tex malinconico, aggirarsi insonne per il bivacco notturno, dopo aver narrato una pagina del suo passato ai pards che ora dormono beati, mentre lui, ormai solo, ripensa a Lilyth, con struggente nostalgia. Due pagine veramente riuscite, sia nei testi che nei disegni.
Peccato solo che le 108 precedenti non siano minimamente all’altezza, anzi sono talmente piatte e banali da far cadere le braccia.
Il soggetto: Tex e Lilyth si recano a trovare frate Venancio (ex maestro di Lilyth da bambina) che ormai morente vorrebbe rivederla. Durante il tragitto vengono braccati da Cuervo Malo, apache ribelle nemico dei Navajos e anche dei frati. Cuervo Malo attacca la missione, rapisce Lilyth e Tex ovviamente la salva.
Ora, a parte l’eccessiva semplicità del soggetto, sorgono spontanee subito alcune domande:
1) Come si legge nel n. 7 "Il patto di sangue", Lilyth è stata educata dalle suore della missione di Alamosa. Come mai in quest'albo le suore diventano frati?
Ora, qui non è tanto un problema di mancanza di rispetto della tradizione ma piuttosto di buon senso (quando mai le bambine/ragazzine, soprattutto se indiane, venivano lasciate a studiare in una missione di frati, ossia di soli uomini?) e soprattutto per quale motivo non mettere una suora sul letto di morte e sostituirla invece con una sorta di “secondo padre” per Lilyth (lo dice lei stessa)?... Mah!
2) In ogni caso non si capisce neanche - almeno io non ho capito - perché utilizzare l’espediente del frate morente (Tex e Lilyth potevano recarsi alla missione per qualsiasi altro motivo) se poi l’incontro tra lei e padre Venancio è inesistente e totalmente privo di pathos (tre vignette mute, visto che il frate non riesce a parlare, che non dicono niente né sul piano emotivo né su quello narrativo), anzi padre Venancio morirà successivamente durante l’attacco indiano e noi neanche lo vediamo, lo veniamo a sapere solo dopo, da Lilyth: “Inutile tornare alla missione... fra’Venancio è morto durante l’attacco degli Apaches.” Amen.
3) Ancora sul soggetto: questo è un albo celebrativo, che vede il ritorno della moglie mai dimenticata di Tex, che non era mai riapparsa prima in flash-back, mai coprotagonista, l’unica donna che Tex abbia veramente amato, ecc. ecc. e Nizzi cosa fa? Tra tutte le centinaia di trame possibili la fa andare in un monastero a rivedere un frate in punto di morte? Boh...
4) Non basta: a un certo punto si viene a sapere che anche Cuervo Malo da bambino ha studiato dai frati, solo che era stato preso a nerbate da loro nella schiena per il suo comportamento irrispettoso (evvabbè, si vede che tutti i capi indiani, Navajo e Apache, all’epoca mandavano i loro figli nelle missioni...), cosicché la storia diventa quasi un confronto fra l’allieva prediletta del frate (Lilyth) e la pecora nera poco studiosa (Cuervo Malo).
Sorvoliamo poi sui troppi bang bang bang della trama, sul personaggio non proprio indimenticabile dell’antagonista (che oltretutto quasi ruba la scena a Lilyth per tutto il tempo), tralasciamo anche la sequenza del salvataggio di Lilyth costruita in modo ridicolo (Tex che non si accorge dell’ovvia trappola, lei che se la dorme invece di cercare di avvertirlo, Cuervo Malo che aspetta mezz’ora prima di saltare fuori e sparare a Tex ignaro), lasciamo perdere anche i dialoghi stereotipati e totalmente artificiali dei personaggi, e veniamo al punto centrale: Lilyth e Tex.
La storia è riuscita a trasmettere il loro amore? È riuscita a dirci qualcosa di più su Lilyth come personaggio? In entrambi i casi la risposta è no: non basta un bacio nel finale per trasmettere passione, così come non sono sufficienti i pochissimi dialoghi a farci conoscere meglio il carattere e la psicologia di Lilyth, che da quest’albo non viene fuori affatto. Non bastano due o tre colpi di fucile per renderla coraggiosa e intraprendente, se poi per tutto il resto della vicenda non fa che essere spaventata e dire che ha avuto paura, ripetendo ogni tanto "oh Tex”, e obbedendogli senza un minimo di autonomia.
Insomma, questa non è una storia che “tutto sommato si lascia leggere”, come si dice di solito solo perché scorre bene, c’è molta azione e rivediamo vecchi personaggi del passato (Lilyth, Freccia rossa, Dinamite), questo è un albo tirato via e svogliato, con dialoghi banali, un’operazione vintage che trasmette ben poco al lettore, se non - come si diceva - nelle ultime due pagine dove finalmente compare un po’ di sentimento, in cui Tex, rimasto solo nella notte, pensa: “E' passato tanto tempo, ma il ricordo dei brevi anni trascorso insieme a lei è rimasto sempre dentro di me, dolce e malinconico... incancellabile...”