MAL DI TESTA
Perché ti viene.
Perché la trama è intricata, la storia è complessa. Ha ragione Diablero quando dice che c'è bisogno di una seconda lettura, perché i personaggi sono tanti, tanti sono i fronti, tante le situazioni. Stupisce come Boselli riesca a tirare tutti i fili senza perderne nessuno, anche se due volte si è un po' perso:
1) Pag.166: Eva chiama il giornalista Karl Wagner "papà", ma all'inizio della storia era suo zio;
2) Pag.173: Tex dice a Carson che ha assaltato Camp Verde perché non poteva lasciare il padre di Konrad nel campo di prigionia; ma ad essere prigioniero era il padre di Klaus, non di Konrad.
Questo per dire che quando una trama è zeppa di personaggi può capitare di imbrogliare la matassa. Ma al cospetto di un intreccio così intricato, non saranno questi due peccati veniali a non farci levare il cappello di fronte alla mente che ha generato questa stupefacente avventura. Stupefacente, sì, lo dico dopo il perché.
APPAGAMENTO
Leggevo leggevo leggevo, ma ero sempre all'inizio. Prima a pag.30, poi a pag.40... ma cosa mi succede? Solitamente, le storie di Tex le divoro. Com'è che questa la leggo in maniera serrata e sono ancora lì? Succede che questa storia è densa. Densa di balloon, e questi densi di parole. Verbosa? No. Piena, ricca, tanta. Copiosa di dialoghi, di confronti, di personaggi che dicono la loro. Storia densa e colma, è un bicchierone traboccante di nettare appagante e squisito. La doppia narrazione contribuisce a rendere fluida una trama che di per sé non lo è; poi questa confluisce in un unico alveo e lo fa in modo naturale, perfetto, come un meccanismo di precisione che scatta quando deve farlo, non un secondo prima né un secondo dopo. E l'appagamento sta lì, nel vedere che nonostante la densità tutto funziona a meraviglia, tutto gira come deve, e gira attorno a un contesto storico ben ricreato, credibile, avvincente. La guerra civile è uno sfondo perfetto per le storie di Tex, ma è un tema già sfruttato. Renderlo nuovamente originale, farci leggere del nuovo, beh, quello è stupefacente. Lo è davvero.
EMOZIONE
C'è chi lo sta definendo un CARSONONE. Ebbene, questo inventore di neologismi ha ragione. E Carson se lo meritava, noi carsoniani ce lo meritavamo. Dopo Il Passato di Carson, questo ulteriore dono di Boselli rende quest'ultimo l'autore "definitivo" di Carson. Carson, creato da GLB e valorizzato (ma non sempre) da Nizzi, solo con Boselli diventa un protagonista a tutto tondo, solo con lui raggiunge picchi simil-texiani. Un'operazione analoga la fece anche con I Giustizieri di Vegas, come se volesse dire a tutti che Carson è affar suo, un affare di cuore, che lo renderà sempre più grande, che non è un'eresia farlo, ogni tanto, più texiano dello stesso Tex.
Bello il dialogo su una possibile sfida giovanile, significativo il riconoscimento di Tex all'amico di "essere in gamba ma di avere la testa sulle spalle" (in occasione del rinvio voluto da Carson dell'attacco a Camp Verde), magnifica, perfetta, sublime tutta la gestione del personaggio lungo l'intero arco della storia.
E poi quella frase smozzicata di Kate: cosa voleva dire, a Carson? Che la ragazza si sia invaghita del baffo e pizzetto bruni che campeggiano sul rude volto di un uomo giovane ma già maturo e navigato come il nostro? Diavolo di un Boselli, vecchia volpe... a stuzzicare questi bambinoni cresciuti che non siamo altro nascondendo poi la mano...
E ancora, quella vignetta a Shilo. Fino a oggi, mai avremmo immaginato che Tex e Dick mentre salutano Rod sulla sua tomba potessero aver incrociato le loro piste con quella di Carson. All'inizio mi era parsa un'esagerazione. Poi, però, guardate bene: saranno davvero Tex e Dick? Potrebbero essere chiunque. Una soluzione molto delicata, quella di Boselli: non è detto che le loro strade si siano incrociate per davvero, ma butto lì questa suggestione, quel tramonto, quel pazzesco tramonto di Dotti. Che questo sole morente di Dotti si fonda e confluisca in quello di Galep, Boselli non lo dice. Lo pensiamo noi, sognatori. Ma lasciateci sognare...
STUPORE
Stupefacente. La perfezione dei meccanismi, la gestione della densità, la capacità di emozionare. Dopo aver polverizzato tutte le statistiche, e a dispetto della carta d'identità, questo nostro caro forumista se ne esce con un'altra prestazione da campione, con un'altra opera di valore eccelso, con l'ennesima prova che ci sono vene che non si inaridiscono, e che anzi trovano sempre il modo - misterioso, sorprendente - di rigenerarsi, di risplendere. Trovano il modo di stupire.