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TWF - Tex Willer Forum

Laramie

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  1. Aggiungo un po' di pepe alla questione, pur rischiando l'OT. Avete notato che dopo il famoso incidente sugli sci, databile tra il 1974 e il 1975, GLB non scrive quasi più per Galep? Mi spiego: "Cacciatori di scalpi" è proprio del 1975, quindi probabilmente è una storia già scritta o addirittura già terminata al momento dell'incidente. "Tex 200" e "Tex 300" sono due albi celebrativi che era ovvio avrebbe fatto Galep. "I figli del sole" è una storia di Yama, anche qui era ovvio che avrebbe dovuto farla Galep. L'unica storia che sembra riallacciare la vecchia coppia al di là di quelle che dovevano "per forza" fare insieme è "L'aquila e la folgore", peraltro una delle mie storie preferite del celebre duo (forse un po' troppo lunga, ma ok). Per il resto Galep ha disegnato storie di Nolitta prima e Nizzi poi. Con GLB quasi solo storie "obbligate", mi si passi il termine. Mi sembra molto improbabile che i due avessero litigato (colleghi affiatati per decenni e poi uno scaxxo da anziani? Possibile, eh, però insomma...), così come faccio fatica a immaginare Sergio Bonelli che dice "adesso questo me lo prendo io". Uno dei tanti misteri di quel periodo destinato a rimanere insoluto, credo.
  2. Bellissima e iconica storia che ho finito di rileggere proprio oggi. Mi stupisce che questa storia non sia annoverata tra i classici di GLB perché per me è stata una lettura affascinante. Tex si trova ad affrontare una minaccia inaspettata: Sagua, figlio di Zhenda e Freccia Rossa, fomentato dalla madre punta a spodestare Aquila della notte e a diventare il nuovo capo dei navajos. Una storia ricca di scene iconiche una dietro l'altra, ma tutte inserite in pieno nella trama e rese epiche dalla capacità di scrittura di GLB. L'oscuro inizio, la battaglia di Pueblo Bonito, il viaggio di Kit Willer e Big Elk, l'attacco al ranch, la controffensiva di Tex e dei navajos e, infine, l'epico finale dove svetta la figura di Sagua, personaggio tridimensionale che sembra uscito da una tragedia di Shakespeare. Ai disegni troviamo la coppia Galep/Gamba in ottima forma. Molto suggestivo l'inizio con gli oscuri presagi di Ta-Hu-Nah e l'introduzione di Zhenda, fino a tutti gli snodi chiave. Difficile trovare dei punti deboli per i disegni realizzati da questa coppia molto affiatata. A breve mi metterò sotto con il seguito. Non ricordo quasi niente perché saranno quasi 20 anni che non la riprendo in mano. Nel frattempo posso dire di aver speso benissimo il tempo che ho dedicato a questa storia.
  3. Una storia della fase calante di GLB, a tratti anche noiosa, ma che, nel complesso, non mi è affatto dispiaciuta. Soggetto classico e raccontato con il consueto mestiere, perlomeno fino alla conclusione dove si assiste all'inverosimile scena di Rick Roswell che spinge uno dei malcapitati operai giù per una scalinata senza essere visto da nessuno. Che il colpevole fosse lui era evidente anche al più distratto dei lettori (mentre all'interno della storia Tex deve indagare su una dozzina di lavoranti, ci sta che non individui subito Roswell anche se qualche dubbio sul ricco finanziatore gli viene), ma che riesca a farla franca in quel frangente è davvero assurdo. Finale, ehm, "nolittiannizziano" che chiude una storia tutto sommato più che sufficiente. Un onesto Letteri disegna una storia che sembra concepita apposta per lui. Professionista di prima grandezza.
  4. La copertina mi ricorda moltissimo quella de "La vendetta delle ombre", il Texone di Massimo Carnevale, però è bellissima lo stesso. I disegni interni sono molto curati e la vicenda si preannuncia interessante. A questo punto, come ogni anno, tocca appostarsi fuori dall'edicola sin dall'alba.
  5. Spero che la motivazione sia meramente redazionale (ad esempio per via dei tempi di lavorazione, ecc.), o comunque per ragioni pratiche e non per eventuali polemiche che possono esserci state per la lunghezza delle storie. È vero che si possono fare ottime storie anche solo con due albi a disposizione (vedi alcuni Speciali), o addirittura con uno solo, però è innegabile che le storie più apprezzate di questa serie siano quelle dai quattro albi in su e che queste lunghe avventure siano un po' la cifra stilistica di Tex Willer e che contribuiscono a differenziarla dalla serie classica. Auspico quindi un ripensamento, sia pure a partire dal 2025.
  6. Non mi ricordo la storia, credo sia "Vigilantes", ma ce n'è una in cui Tex lascia che i cittadini lincino a morte uno o più banditi. A dirla tutta un po' ci prova a fermarli, ma poi non ricordo se il sindaco o lo sceriffo gli dice di lasciar perdere e lui, pur con reticenza, accetta e lascia fare.
  7. Ben mi sta che ho risposto senza prima andare a controllare, chiedo venia In effetti è lo stesso Kirker a confessare apertamente a pag. 63 e durante la lettura dell'albo avevo anche avuto pietà (si fa per dire) per il poveretto per il modo in cui si è scavato la fossa da solo.
  8. Sulla questione di Cochise concordo, anche se è spiegabile, pur con un po'di sforzo. Tex fa il nome di Kirker, il quale alla fine è quasi un calco fonetico dallo spagnolo all'inglese (Querquer si pronuncia "kerker") e Cochise, essendo persona intelligente, nonché pacifista e non violenta, si dice "Uhm, gli altri li ammazzo, ma questo lo lascio in vita che voglio vederci chiaro". Poi, nello spazio bianco tra una vignetta e l'altra (semi cit.) Tex gli rivela che Kirker e Querquer sono la stessa persona. È un'arrampicata sugli specchi degna dell'Uomo Ragno, però per me fila. Riguardo alla questione tortura, io la vedo nell'ottica del Tex giovane: è un eroe in divenire, quindi magari è proprio la morte atroce di Kirker (che di certo non è stata né rapida né indolore) a far nascere in lui il rigetto per simili pratiche.
  9. Mi sono letto il nuovo albo sia appena uscito che dopo aver ripreso in mano tutti i capitoli precedenti. La sensazione è stata quella di "leggere un film", se mi si passa l'espressione. La ritengo un'ottima storia, come quasi tutte quelle di Tex Willer, sicuramente fra le migliori fra quelle scritte da Boselli (seconda solo alla saga dei Seminoles). La narrazione segue prima un solo snodo narrativo, poi due, poi tre, poi sostanzialmente due nei capitoli finali fino alla conclusione. A ogni linea narrativa è dedicato il giusto spazio e il fatto che più di un punto (la guerra degli Apache e la ricerca di Felix Ward) sia rimasto in sospeso è in linea con lo stile narrativo del Tex giovane. Tra l'altro mi sembra che in Tex Willer Boselli riesca ad essere più conciso e andare dritto al punto di ciò che vuole raccontare nonostante le centinaia di pagine a disposizione. Per dire, sia nella quadrupla "Alla ricerca delle navi perdute" che in "Sierra Nevada" ho avuto l'impressione che tagliuzzando un po'alcuni passaggi si sarebbe potuto ottenere un risultato migliore. Qui no, affatto. Al contrario, forse alcuni passaggi del numero conclusivo avrebbero reso meglio con qualche pagina in più a disposizione (più che altro la fine di Kirkner) e, soprattutto, non ho avvertito il senso di allungamento durante i capitoli precedenti. Leggo che dopo questa ci sarà una doppia di Rauch: ci sta che a una saga lunga e impegnativa si alterni una vicenda più breve per rifiatare. Ciò non significa che sarà per forza meno bella, sia chiaro. De Angelis ottimo come sempre, ormai sempre più inserito nel mondo del West al punto che potrebbe fare qualsiasi cosa. Mi piacerebbe vederlo alle prese con i pittoreschi costumi di Comanche e Sioux, sono convinto che ne uscirebbe qualcosa di memorabile.
  10. È uscito un brossurato Mondadori diversi anni fa che racchiudeva questa storia suppongo in versione tagliata. Era un ciclo di brossurati dedicato alle storie con El Morisco simile a quello che la SBE sta facendo uscire ultimamente su Mefisto. Presumo che la storia pubblicata fosse quella tagliata. Forse, e dico forse, una volta finito di ristampare le storie di Mefisto pubblicheranno quelle su El Morisco.
  11. Non so veramente cos'altro aggiungere di mio a questa storia leggendaria, forse la vetta più alta della coppia GLB-Galep (vetta raggiunta qualche tempo dopo con "Il figlio di Mefisto") e dell'intera produzione texiana. In senso astratto la potremmo quasi considerare come la storia finale di Tex nel senso che potrebbe benissimo fungere da avventura conclusiva della lunga saga del ranger: una storia che riallaccia i fili del passato e porta la conclusione nel presente con Tex che raggiunge livelli di spietatezza mai vista né prima né dopo. Di fatto tutto l'ultimo albo è una lunga preparazione di un omicidio volontario a sangue freddo (per motivi tutt'altro che futili, sia chiaro), laddove in altre storie ai cattivi era pur sempre stato lasciato uno spiraglio di possibilità di salvezza. Qui no, Tex organizza tutta la messa in scena dell'omicidio di modo da infliggere le peggiori torture psicologiche al suo nemico e fa di tutto per non lasciargli scampo. Non vi è dubbio che se Brennan si salvasse dagli squali ci penserebbero Tex e i pards a saldargli il conto a suon di piombo. È un Tex dal cuore indurito che non si fa commuovere dalle grida di terrore dell'uomo, mentre Carson sarebbe quasi per non tornare indietro e magari limitarsi ad arrestarlo, fosse anche per farlo andare sulla forca. Almeno morirebbe in modo pulito, invece Tex lo placca subito ricordando lo scenario di morte che Brennan ha inflitto ai navajos e così lo lascia morire divorato dagli squali. Intendiamoci, il mio non è un discorso del tipo "che brutto questo Tex così cattivo". Al contrario, com'è affascinante questo Tex così gigantesco e con la personalità che traborda dalla pagina. Un Tex capace di lasciar divorare un uomo dagli squali, ma al contempo di unirsi a dei criminali, ladri e assassini e di lasciarli andare con le tasche piene di soldi senza per questo risultare incoerente. E proprio perché Tex raggiunge livelli di durezza mai visti, questa storia si potrebbe benissimo collocare alla fine della saga del ranger ed essere una sorta di capitolo finale scritto "in anticipo" (un po' come il numero 100 di Dylan Dog che di fatto è il finale della serie pur essendo seguito da oltre 300 numeri). Capolavoro indiscusso sotto ogni aspetto, dai testi ai disegni.
  12. Per quel che mi riguarda, ben venga una possibile, ehm, "Bonelli's cut" (intesa come SBE, dato che Sergione non può avere voce in capitolo) di questa storia. Poi io non so quali ostacoli legali o tecnici ci possano essere per un lavoro di questo tipo, così come non so che mercato avrebbe l'operazione (oddio, hanno fatto una versione credo a esagono, o qualcosa di simile, de "La valle della luna", quindi...), mi limito a esporre un'opinione esclusivamente da lettore. Onestamente non so se IO la comprerei perché non ho un gran ricordo di questa storia, ma data la natura dell'operazione avrebbe senso caricarla anche sull'app digitale (ma questo è un discorso a parte). Discorso analogo per la storia di Zagor di Capone e Gamba che non venne mai pubblicata pur essendo già conclusa (e Gamba sarebbe campato ancora una ventina d'anni continuando a lavorare per Bonelli, idem Capone).
  13. Su questo la pensiamo uguale. Una delle mie storie preferite del vecchio Bonelli è "L'aquila e la folgore" che non è che abbia chissà quale intreccio, per cui... Il discorso sulla storia del banchiere è una (grossa) semplificazione che ho usato per indicare un tipo di storia molto basilare che una fetta di pubblico apprezza pur senza presentare alcunché di interessante (che ne so, un nemico carismatico, una scena particolare, qualche divertente scambio di battute, qualsiasi cosa) e sottolineare che chi è chiamato a occuparsi della testata deve fare i conti con questa cosa. Vado parzialmente O.T. per indicare che anche il cambio di curatore su Dylan Dog in favore di una scelta, almeno in apparenza, più conservatrice, va in questa direzione. Poi è chiaro: quasi tutto ciò che è uscito dalla penna di GLB tra il 1969 e il 1975 si può riassumere in tre righe, ma è ugualmente il pozzo delle meraviglie.
  14. Fra i lettori di Zagor (30.000 persone se va bene) c'è una varietà di opinioni elevatissima: chi vuole solo, o quasi, storie realistiche, chi vuole storie realistiche, ma principalmente con trapper e trafficanti di whisky, chi storie fantastiche, ma non fantasy, la fantascienza va bene, ma guai a metterci Atlantide, chi vuole storie horror, ma senza splatter, eccetera. (Ma alla fine si può sapere COSA VOGLIONO i lettori di Zagor???) Battute a parte, non oso immaginare su Tex, una vastità di opinioni ancora più elevata per la legge dei grandi numeri. Non esiste IL lettore, esistono I lettori, ognuno con le proprie preferenze, anche le più inspiegabili (esiste gente che NON apprezza "Il giuramento", dalla serie "essi vivono") Boselli ha il compito mastodontico di tenere insieme tutti, ma non può farlo con tutte le storie, purtroppo. Come ho già detto nel topic dedicato a "La grande congiura", certe storie hanno un pubblico, finanche numeroso. Nel merito della storia in questione, Tex è ANCHE questo. È ANCHE la storia da due albi (e a volte sono anche troppi) con il banchiere malvagio che spadroneggia in città. Le storie epiche da tre/quattro albi e quelle più piccole, ordinarie, si alternano da sempre. Tex è sempre stato sia le une che le altre.
  15. Stima imperitura per la coltissima citazione ❤️
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