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TWF - Tex Willer Forum

Laramie

Cowboy
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    Sono fatto di libri, fumetti, cinema e musica in percentuali variabili.
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    Francesco

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    Tiger Jack
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  1. Laramie

    [Maxi Tex N. 06] Rio Hondo

    Quasi in contemporanea con l'ultimo Maxi di Nizzi, ho deciso di rileggermi il primo, il quale ormai risale a ben 22 anni fa 😱 Il soggetto è praticamente identico: gli allevatori di una piccola località sono tiranneggiati da un profittatore privo di scrupoli che vuole impossessarsi dei loro ranch. La storia in quanto tale è godibile, anche se la durata extra large mette a dura prova l'esilità del soggetto provocando qualche sbadiglio. Con il senno di poi sono ben visibili tutte le storture del Nizzi del periodo, anche se il mestiere c'è ancora e si vede. Tex alterna momenti di calma, quasi come se avesse la pressione bassa (a proposito, ma quanto è quieto il Tex di Nizzi?) a puri scoppi di isteria quando litiga con lo sceriffo. Il cazzottone alla stella di latta prezzolata arriva, ma il Tex di Bonelli gliel'avrebbe rifilata pagine prima. Carson è una pura spalla comica e il suo ruolo è quello di puro supporto senza guizzi di nessun tipo, buono solo per scambiare battute. Kit Willer fa una figura migliore e va bene, ma Tiger Jack letteralmente non pervenuto. Se escludiamo qualche cattivone spedito nei pascoli del cielo, il suo apporto alla vicenda è zero. I cattivi sono dei farabutti qualsiasi, ma il rapporto padre-figlio che si viene a creare tra i due Bascom è molto interessante. Premio "gegno dell'anno" a Bascom padre e a Donovan per inventarsi le cose più strampalate per non compromettersi e poi mandano tutto in vacca ordinando un assalto diretto contro un tribunale, oooooookkk. Bene Mac Coy e Harry Bascom, un po' più defilata Anne Mac Coy, anche se in alcune vignette emerge un caratterino niente male. Miss Herrero vince il premio "bad girl" della storia. Quindi sì, una storia che era già trita e ritrita 20 anni fa, ma che va sempre sul sicuro e alla fine, pur con tutti i suoi difetti e i suoi limiti, posso dire che mi è piaciuta a patto che la si accetti così com'è, ovvero un'avventura western senza pretese se non quella di intrattenere il lettore. Bene Repetto. Stile classico e d'annata che ricorda un po', con le debite distanze, il primo Ticci.
  2. Laramie

    [Maxi Tex N.33] La città che scotta

    Vi dirò che a me "La città che scotta" è piaciuta un botto. Certo, è una storia di ordinaria amministrazione, niente che non sia già stato visto e rivisto, però oh, considerato le ultime prove di Nizzi (e per "ultime" intendo quelle uscite da fine anni '90 in poi" questa è grasso che cola. Un Tex solido e granitico che gioca al gatto con il topo con i cattivi di turno e che conduce abilmente il suo piano con un unico scivolone che nell'economia del racconto non fa gridare allo scandalo. Tutti e quattro i pards presenti, ognuno con un lavoro da svolgere, un cattivo odioso, la giusta dose di sparatorie. Nessun origlione (o meglio, l'unico che c'è fa anche la figura del fesso, quasi come se Nizzi avesse voluto ironizzare su questo punto), nessun cinturone slacciato dal primo che passa, nessun Carson che fa la figura del vecchio scemo, nessuna pausa pranzo fuori contesto ad ingozzarsi di bistecche e patatine. Io ci ho ritrovato le atmosfere di quei film western di una volta con John Wayne. Mi azzardo a dire che se Nizzi avesse mantenuto più o meno questo livello nel corso degli anni, a quest'ora i forum dedicati a Tex avrebbero molti thread in meno e discussioni molto più corte 🤣 Riguardo a Torti, penso di essere fra i pochissimi che apprezzano il suo tratto, perlomeno per come lo ha declinato sulle pagine di Tex, infatti qui mi è piaciuto un sacco. Un west polveroso, figlio dell'interpretazione di Ticci con qualche spruzzata del Fusco più grottesco. Magari è un'impressione mia, ma le storie che Nizzi ha scritto per Torti sono le migliori tra quelle pubblicate dopo il suo ritorno, o perlomeno sono quelle prive dei proverbiali difetti della sua scrittura. "L'alleato misterioso", su soggetto di Civitelli, è una storia di una sessantina di pagine che diventa prevedibile dopo pochissime scene a causa di un'incauta frase dello sceriffo. Io non so se Serra l'abbia voluta inserire per fornire volontariamente un indizio al lettore prima della fine o se ha pensato che nessuno se ne sarebbe accorto, fatto sta che mi ha bruciato la sorpresa finale. E pazienza. Sceneggiatura in linea con le ultime dell'autore sardo (che ormai risalgono a diversi anni fa), cioè con dialoghi brevi, secchi e maggiore spazio al disegno. Forse, data la brevità del racconto, si poteva fare qualcosa in più. Alla fine è una storia breve che poteva essere senza infamia e senza lode, ma l'effetto spoiler le ha fatto guadagnare un'infamia. Il problema è che non trovo la lode. I disegni della Mandanici belli, ma non ci vivrei.
  3. Laramie

    [Maxi Tex N.33] La città che scotta

    E vabbè, mi accontenterò, nel caso, di una bella storia. Riguardo alla storia principale che dà il titolo all'albo, boh, è il classico canovaccio nizziano visto 719632574 volte, ma non è detto che sia un male. I disegni di Torti mi piacciono e in altri tempi lo avrei visto bene sul mensile. Diciamo che se nel caso di Serra confido in una bella storia, nel caso di Nizzi SPERO in una bella storia.
  4. Laramie

    [Maxi Tex N.33] La città che scotta

    Antonio Serra, che per me è un genio assoluto, che si cimenta con il western??? Un Maxi da comprare solo per questo. Chissà se l'"inquietante segreto" cui si fa cenno è legato a qualcosa di fantascientifico...
  5. Laramie

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Osservazione giusta, allora riformulo: alla base c'è un dramma psicologico che sfocia immediatamente nel disturbo psichiatrico 😝 Comunque mi sono accorto che non ho parlato dei disegni di Font, rimedio subito. Personalmente, al netto di qualche sbavatura più che comprensibile, ho trovato il segno di Font galvanizzato da questa storia, evidentemente l'aveva sentita in modo particolare. L'ambientazione canadese, poi, si sposa benissimo con il suo tratto attuale. Ora io non sono assolutamente un esperto di disegno, ma mi viene da pensare che l'ambientazione innevata gli sia più congeniale rispetto a quella tipicamente western dove invece, per rendere al meglio, occorre abbondare con segni e dettagli e più abbondi più incappi nelle sbavature, ecc. Anche in "Fratello di sangue", che era ambientato nella prateria e con molte vignette "spoglie", il suo segno mi era sembrato in netto miglioramento rispetto alle sue prove più recenti. Font fa 78 anni nel 2024, quindi non so per quanto tempo intende disegnare Tex, però credo che affidargli questo tipo di storie sia il modo migliore per chiudere la carriera in bellezza.
  6. Laramie

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Sì sì, ho usato un'espressione un po' colorita per dire che più che con un "dramma psicologico" abbiamo a che fare con dei disturbi psichiatrici 😅 Ecco, Rauch potrebbe essere il famoso "terzo uomo" in pianta stabile con Giusfredi e, spero, Barbieri a fare da special guest. Su Zagor è il miglior autore attualmente presente per distacco, almeno secondo me. Sto leggendo la sua saga su Britannia e le storie successive dell'anno scorso e sono nettamente le migliori storie pubblicate da ANNI a questa parte. Su Tex forse ha bisogno di ancora un po' di rodaggio, ma la strada è quella giusta. (a scanso di equivoci, qualcuno potrebbe rinfacciarmi che ho avuto da questionare con Rauch in occasione della sua storia pubblicata sul Magazine dell'anno scorso "La palude del morto". A parte che poi abbiamo avuto modo di chiarirci di persona a Collezionando 2023, quella disputa ideologica non c'entra nulla con l'opinione, altissima, che ho di lui come sceneggiatore)
  7. Laramie

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Arrivo un po' tardi, as usual, ma arrivo. Dopo aver letto il primo albo ero convinto che avrei massacrato il secondo, invece devo ammettere che, tutto sommato, mi è piaciuto abbastanza. Nota bene: "tutto sommato" vuol dire "al netto di tutte le cose che non funzionano" e ce ne sono parecchie. Però, ehi, siccome il tutto vale sempre di più della somma delle parti, ecco che alla fine sì è rivelata una lettura piacevole. Sicuramente non è fra le storie più riuscite di Ruju e alcuni passaggi estremamente raffazzonati (il modo in Big Frank fugge e la risoluzione della morte della fidanzata di Lagarde) lo dimostrano alla grande. È vero, Boucher alla fine si rivela un banditucolo di mezza tacca, ma meglio così. Io stesso temevo una sua evoluzione sadico/sanguinaria alla Artiglio d'Orso o Wolfman, felice di essere stato smentito. Un piccolo appunto sul presunto "dramma psicologico" di Lagarde evocato da alcuni: regaz, non c'è nessun dramma psicologico! Un dramma psicologico sarebbe "mi è morta la fidanzata e io mi arruolo nelle giubbe rosse per dimenticare e finisco ucciso perché non so elaborare il lutto". Qui abbiamo uno che vede e parla con i morti, l'unica soluzione è chiamare la neuro. L'impressione è che Ruju, avendo dovuto aumentare la produzione sia a fronte del numero di albi sempre maggiore sia in seguito all'abbandono di Faraci ormai qualche anno fa, stia arrivando un po' con il fiato corto e che manchi almeno un terzo autore stabile (non "una tantum" alla Giusfredi o Rauch) che possa dare respiro a lui e a Boselli. Ah, giusto, tra le scene da "maccosa...?" ci infilo anche il Tex scimmia che sale su un albero alto 20 metri e arringa gli indiani dall'alto.
  8. Laramie

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Ci arrivo un po' lungo, ma ci arrivo. E arrivo con un bel "boh". Onestamente questo primo albo non mi ha detto molto. Se le scene di Tex e Carson sono normale amministrazione (fatta bene, sia chiaro), tutta la vicenda di Louis procede stancamente e non mi acchiappa del tutto. Il vero abisso l'ho trovato nella scena del campo Blackfoot con Louis che si finge (?) mezzo indemoniato per far fuggire il vecchio. Boucher mi ricorda alcuni dei personaggi che su Tex speravo di non trovare mai più e che invece Ruju sta ripetendo in continuazione. Non solo Wolfman, non solo Bear Claw, adesso ci si mette pure questo Boucher, spietato all'inverosimile che fa massacrare prigionieri inermi e ringhia e agita il pugno contro gli uomini che gli chiedono cosa fare. Un 6+ di incoraggiamento confidando nella seconda parte.
  9. Laramie

    Razzie Awards texiani - Prima fase

    Mi ero completamente perso questo sondaggio, meno male che è stato prorogato! Tre scene sono troppo poche, comunque provo a rispondere: 515 - Il lungo viaggio: Tex e Carson salvati dai topi 597 - Il ponte di roccia: il trucco di Ukasi 560 - Moctezuma: Tex salvato dalla vecchietta Fuori concorso: Aryman in ogni scena in cui appare.
  10. Laramie

    [596/597] Oltre Il Fiume

    Non so cosa mi abbia spinto a riprendere in mano questa storia e non so neanche che utilità possa avere questo mio commento ORA, fatto sta che ormai sono qui. In "Oltre il fiume" Nizzi sbaglia praticamente tutto a partire dalla riproposizione di Cane Giallo, qui descritto come un credulone che si fa infinocchiare da un Ukasi qualsiasi, per poi passare allo svolgimento che è tutto in tono minore: è minore la banda radunata da Cane Giallo (ma ve le ricordate le orde urlanti che assediavano il Devil Pass nella storia di GLB e Ticci?), è minore il piano bellicoso, è minore la reazione dei pards. Tex in particolare è del tutto spento, privo di guizzo e di vitalità. Il suo contrattacco è debole e senza nerbo, persino Carson (il Carson di Nizzi) appare più energico rispetto al titolare della serie. Qualche piccolo sussulto nei consueti tiri al piccione durante la battaglia al fortino e l'assedio sul ponte di roccia non bastano a salvare la baracca. Lo svelamento del trucco di Ukasi è una trovata terribile perché in questo caso la sospensione d'incredulità crolla come una vetrina centrata da un autotreno. Passi per la suggestione, ma com'è possibile che 1) Ukasi non sbagli mai un colpo, 2) non si vedano mai macchie di sangue o fori di proiettile, 3) tutti quelli colpiti muoiano sul colpo, neanche mezzo minuto di agonia e 4) Cane Giallo non si sia mai posto uno straccio di domanda? I disegni di Ortiz sono, purtroppo, in calo tremendo rispetto alle sue prove precedenti. Il decadimento del segno del maestro spagnolo si era già fatto sentire in precedenza, ma è con questa storia che diventa evidente. Insomma, un disastro. Una delle peggiori storie della saga di Tex e della produzione di Nizzi, praticamente impossibile da salvare.
  11. Laramie

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Mi ritrovo con pagine e pagine di topic in pochi giorni e penso "Caspita che forumista scarso che sono, arrivo sempre alla fine"! Ad ogni modo, io apprezzo moltissimo le capacità di analisi che hanno alcuni, nonché determinate competenze, ma mi sento affine ai discorsi di @Leo per il semplice fatto che dice una verità incontrovertibile: di fronte a un'opera di finzione, ogni persona reagisce, o meglio fornisce una lettura dell'opera del tutto individuale. Non sta scritto da nessuna parte che: 1) ci sia un'unica lettura possibile. 2) ci siano letture giuste e letture sbagliate. Nel caso della scena del ristorante, mi sento di dire che sì, se fossimo nella realtà storica e la analizzassimo da un punto di vista logico-razionale, il comportamento di Tex è molto discutibile, il modo in cui mette a repentaglio la missione è evidente. Di certo non ha avuto una bella pensata e qualcun altro, nella realtà storica, avrebbe lasciato Tom fuori dal saloon e, di fronte alla rabbia degli abitanti, avrebbe detto "Quello è il mio negro (ops), lasciatemelo stare che mi deve fare da appoggio per salire a cavallo". Oppure poteva dire "Quello è il mio negro (ops), lo tengo con me per evitare che se ne vada troppo a spasso a infastidire la brava gente come voi". Quindi sì, sul piano logico-razionale anche secondo me la scena è problematica, ma magari per qualcun altro non lo è sulla base di modi di vedere le cose diversi dai miei e che portano a notare cose che io, dal mio angolo di mondo, non avrei notato. Non c'è nulla di strano: per caso voi non avete mai compiuto un'azione che, a vostro avviso, è perfettamente logica e che per qualcun invece è una totale idiozia e viceversa? Ma come funziona questa scena sul piano della rappresentazione storica? Io in questa scena ci ho visto sempre e solo la volontà di dare una patina di verosimiglianza storica alla storia mostrando una qualsiasi comunità rurale del sud verso la fine della guerra civile. (disclaimer: io NON sto dicendo che Nizzi ha passato mesi sui libri di storia a documentarsi sulla guerra civile perché non lo so. Diciamo che non credo. Credo però che un minimo si sia documentato perché leggendo "Alabama" di Alessandro Barbero, il quale invece sì che si è documentato per mesi o addirittura anni, esce fuori un ritratto del sud degli USA molto simile a quanto messo in scena nel frangente della locanda) Cosa viene rappresentato nella scena? Una popolazione sfinita, a un passo dalla sconfitta, che ha visto morire i propri giovani a centinaia di migliaia, che si sente derubata in casa propria da qualcuno che sta a mille miglia di distanza e che non sa nulla di come si vive al sud. Io quella scena la trovo interessante PER QUELLO e, a mio avviso, fornisce una rappresentazione piuttosto verosimile di quello che era il clima politico/sociale al sud. La stessa scena ambientata PRIMA della guerra sarebbe stata molto diversa perché l'odio razziale nei confronti dei neri è esploso proprio con la fine del conflitto e poi con la fase successiva. Non che prima i neri se la passassero bene, tutt'altro, ma l'odio, l'odio etnico che avrebbe portato al Ku Klux Klan e ai linciaggi era ancora di là da venire. E sul piano della crescita dei personaggi proposto da @Leo? Prima di questa scena Tom è un remissivo, praticamente senza volontà propria, risponde "Sì padrone" a chiunque. Qui ritrova la propria dignità di essere umano, agisce, è presente e questa sua crescita culmina con il suo sacrificio molte scene dopo (la morte di Tom, l'ho detto in un mio precedente commento eoni fa, è problematica per il modo in cui Nizzi la gestisce e secondo me gli è riuscita male, ma è, appunto, una questione di metodo). Quindi no, non esiste una lettura unica. Di fronte a un'opera, il fruitore la esperisce a modo proprio e, per quanto a volte certe letture sembrino incredibili anche a me, si arriva a conclusioni diverse a seconda della persona. E qui veniamo al secondo punto: un conto è il confronto che, tradotto, significa dire "io da questa scena, da questa storia ho tratto questo, mi ha lasciato indifferente, mi ha stimolato una riflessione, ho scritto una lettera di insulti a Nizzi", e si confrontano le varie esperienze dei singoli lettori. Un altro conto è cercare di far prevalere le proprie visioni su quelle degli altri e insistere ad oltranza anche quando è chiaro che non c'è punto di incontro (tra "Tex si comporta da idiota" e "Tex si comporta da genio" che punto di incontro ci può essere) e arrivando anche alle velate offese. Su quest'ultimo punto non faccio nomi perché ognuno sa di casa propria, però trovo divertente un insolito paradosso: nel thread dell'attualità, dove si parla di cose che condizionano la vita di ognuno di noi (i femminicidi, il bonus edilizio, le politiche del governo, i migranti) si è quasi sempre tenuto un comportamento estremamente civile anche su quelle questioni dove è facile, oltre che comprensibile, accalorarsi, mentre nei topic dedicati a Tex, che sono il cuore del forum, ma si parla pur sempre di qualcosa legato ai fumetti, ho letto commenti al limite della denuncia (ne ricordo uno diretto a Nizzi particolarmente colorito). Ora io non propongo di invertire l'attitudine, ci mancherebbe, però inviterei a prendere maggiore ispirazione dalle nostre discussioni sul bonus 110.
  12. SPOILER SPOILER SPOILER Il quarto e ultimo albo mi ha soddisfatto, l'ho trovato una giusta conclusione per la saga della Tigre Nera. Unico neo veramente vistoso per questo quarto capitolo è che la ridda di doppi e tripli giochi, di gente che sa, ma non dice, di gente che appare e scompare è davvero eccessiva. Il finto prigioniero, per esempio, mi suona come un personaggio introdotto in modo molto intrigante, ma del quale Boselli a un certo punto non sa più cosa farsene e se ne disfa in fretta e furia. Tuttavia, lo ripeto, un buon albo per una buona conclusione. La storia nel complesso mi è piaciuta e la metto, come gradimento, al pari del primo capitolo (fare meglio del secondo e del terzo non era difficile). È una storia piena di ambienti e situazioni diverse, capovolgimenti di fronte, battaglie, intrighi e personaggi ben tratteggiati. Promossa, quindi, anche se vale lo stesso discorso che farei su altri recenti tour de force boselliani: fra il secondo e il terzo albo avverto una vaga sensazione di "lungaggine" che mi stona e mi fa pensare che con mezzo albo in meno sarebbe venuto fuori un capolavoro. Non saprei indicare delle scene specifiche, è proprio una sensazione che avverto leggendo il secondo e il terzo albo di queste mega saghe (vedi le navi perdute e la quadrupla sulla Mefisto family). Allo stesso tempo mi rendo conto che questo è il metodo di lavoro nel fumetto seriale: una volta che la scena è scritta e disegnata non si può tornare indietro, tocca per forza andare avanti. Mi riprometto di rileggere tutta la quadrupla in un colpo solo, magari fra qualche mese, per vedere l'effetto che fa. Al netto di questo, confermo quanto ho detto: una bella storia di Tex fuori dall'ordinario, magari non un capolavoro, ma di sicuro una di quelle che si fa ricordare per le sue peculiarità.
  13. Non credo proprio che sarà così. Che sia una frecciatina (anzi, frecciatona) inconsapevole o volontaria (io propendo per la seconda) all'ormai ex collega mi sembra palese dato che anche in questo forum si è sollevata più volte la questione della profezia. Poi è chiaro che ognuno la pensa come vuole, ma, per me, questa storia è un "What If" (chi vuole può definire "What If" la storia di Nizzi, sia chiaro), ovvero "Cosa sarebbe successo se Bonelli e Tarquinio avessero finito la loro storia?", peccato che è troppo lungo e nessuno intitola un volume in questo modo (a meno che questo uno non sia Lina Wertmuller).
  14. Al di là della qualità altissima del volume (si rassicurino i dubbiosi, è davvero un'opera di pregio), mi sta davvero sorprendendo, come già evidenziato da @Diablero, la fallace comunicazione della Bonelli in merito a questo albo. In nessun post sulla pagina Facebook viene detto che la storia è incompleta (ok, viene detto nella conferenza punblicata online, ma quanti se la vanno a vedere?). Una roba senza senso: il libro è uscito in anteprima ed è stato in vendita per GIORNI (per inciso, allo stand di Lucca c'erano un paio di ragazze gentilissime che mi hanno spiegato vita, morte e miracoli del libro incluso il fatto che la storia fosse incompleta e che la seconda parte sarebbe uscita prossimamente, ci mancava solo che mi leggessero il libro ed ero a posto), c'è già chi lo ha comprato e lo ha letto (IO), che sia un incompiuto è stato detto ESPLICITAMENTE alla conferenza di Lucca pubblicata online, ma il grosso della comunicazione omette completamente questo dettaglio. Ma perché????? Io posso capire che non l'abbiano voluto rivelare fino al giorno X, ma ormai non possono latirare ulteriormente.
  15. @DiableroMi dispiace fortissimo deluderti, ma quelle che si vedono nel video NON sono le tavole della storia pubblicata. Può essere che si tratti di un albo di Storia del West con in mezzo il ku klux klan o lo schiavismo in generale? Sono un po' indietro con la lettura dell'edizione a colori. E comunque, visto che l'avete voluto voi...
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