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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [540/541] Puerta Del Diablo

    Un Nizzi in ottima forma anche per me, soprattutto se rapportato con le altre sue performance di quel periodo. Ma...non è tutta farina del suo sacco. A partire da questa storia, infatti, Nizzi si fa aiutare, per i soggetti, da Mauro Traversa, un ghost writer che non apparirà mai tra i crediti, anche perché la sua collaborazione non fu comunicata da Nizzi alla casa editrice. Nizzi aveva infatti paura che questa collaborazione potesse incidere negativamente sui già non buoni rapporti con Sergio Bonelli di quel periodo, e questo lo portò a fare con Traversa ciò che lui stesso ha spesso rimproverato alla casa editrice, in tema di mancata firma delle proprie storie nei primi periodi, quando si doveva gestire il subentro al vecchio Bonelli. C'è da dire, comunque, che questa collaborazione giovò all'autore modenese, perché oltre a questa storia l'accoppiata diede vita a qualche altra bella avventura, rendendo più dignitoso il congedo (temporaneo) di Nizzi dalla testata.
  2. Leo

    Il Miglior Amico Del Gruppo

    Il post di Ely era del 2016
  3. Leo

    [538/539] Colorado Belle

    Mi costringete a intervenire sempre, questo pomeriggio, sia tu che Diablorojo, andando a stuzzicarmi con le mie storie più amate. Colorado Belle per me è la terza storia in assoluto di Boselli, insieme alle pluricitate Il Passato di Carson e Gli Invincibili. Ci sono degli elementi, in questa storia, che me la fanno amare molto, dal rapporto padre-figlio tra Tex e Kit alla contrapposizione, sempre presente nelle pagine del ranger fin da GLB ma mai trattata con tanta maturità da un lato e delicatezza dall'altro, tra pragmatismo e fede, tra terra e cielo, tra male e bene; per non parlare dell'inquietudine delle prime pagine e della tristezza infinita delle ultime, due tipi diversi di emozione che aprono e chiudono una storia che, nel mezzo, si dimostra dura e spietata, con cattivi superlativi (e sono tanti ma tutti eccellenti) e un Tex e un Kit in grande spolvero, anche grazie alle grinte loro conferite da un Font in stato di grazia. Per tutto questo per me Boselli è semplicemente da 10.
  4. Bel post Diablo, e per due terzi condividiamo anche lo stesso podio! Solo che io ci metto Gli Invincibili al posto de La Grande Invasione, storia che pure ho amato moltissimo, ma la logica del podio purtroppo impone di fare delle scelte Le "marcelliane" sono a mio parere tra gli esiti più alti della produzione boselliana in particolare e texiana in generale. E per marcelliane non intendo solo le tre già citate, ma anche la storia di Mickey Finn e del Sergente Torrence (altra storia eccezionale) e I Sette Assassini, la cui idea di partenza può risultare indigesta (sette essere mostruosi, freaks nel corpo o nella mente) ma che durante la lettura ti incanta. In un'intervista che Boselli gentilmente mi concesse per un mio articolo su Il Passato di Carson, pubblicato su un Tex Willer Magazine di qualche anno fa, Boselli mi disse che la moglie di Marcello aveva cominciato a leggere le storie disegnate dal marito solo da quando lui realizzava le storie di Boselli. E questo nonostante il disegnatore avesse dietro anni di esperienza nel mercato internazionale! E come dare torto alla moglie del compianto artista, di fronte alla storia regina del Vecchio Cammello, a quell'autentico capolavoro con i cavalieri dell'Oca Selvaggia, alla splendida storia della Chain Gang? Una scrittura ispirata e splendidamente supportata a livello grafico che ha prodotto storie destinate secondo me ad essere per sempre annoverate nei capolavori non solo texiani ma del medium fumetto tutto! Come lettori di Tex, siamo stati fortunati che un giorno lontano di circa 60 anni fa, il fato ha voluto che un certo Mauro di nostra conoscenza frequentasse la stessa classe di Giorgio Bonelli, figlio di Glb: non può essere stata una mera coincidenza, ma una congiunzione astrale particolarmente favorevole perché Dio, o gli dei, vogliono bene a Tex
  5. Leo

    [139/141] Adios, Amigo!

    Ti stai perdendo qualcosa, fidati Passo e chiudo l'OT
  6. Leo

    [139/141] Adios, Amigo!

    Personalmente, trovo alcune sue storie celebrate dai più non confacenti ai miei gusti (vedi Tra due bandiere o Il figlio di Mefisto), e per l'appunto lo dico. D'altronde, siamo qui per parlare di questo. Non riaprire il flame pure tu però Per rileggere il centinaio d'oro ho messo da parte altre letture, soprattutto di libri. Finita questa scorpacciata, penso di fare una pausa per un po'. Devo però dire che rileggere il centinaio d'oro mi ha dischiuso altre riletture texiane da fare. In particolare: - Tra due Bandiere mi ha spinto a riprendere Missouri, che è ora sulla mia scrivania (Fuga da Anderville no perché la conosco a memoria); - La legge del più forte mi ha invogliato a rileggere la storia del Giudice Bean di Boselli, che ricordo non mi piacque e vorrei darle una seconda possibilità; - Sulle piste del Nord mi ha spinto a disseppellire Nei Territori del Nordovest, vero capolavoro boselliano da leggere e rileggere. Come si vede, Bonelli è stata un'autentica miniera d'oro per i suoi successori, e incredibilmente Boselli ci attinge ancora a piene mani a oltre settant'anni di distanza anche con il suo Tex Willer: c'è da dire, peraltro, che in questo caso la vena è sì quella bonelliana, ma l'oro ce lo sta mettendo tutto quel diavolo di un Borden...
  7. Leo

    [139/141] Adios, Amigo!

    Quale chat? C'è una chat di nizziani e me la sono persa?? A parte gli scherzi, cosa intendi per chat di nizziani? Non pretendo che tu legga i miei oltre 2000 post, anche perché spesso sono pallosi e rileggendo quelli di qualche anno fa mi chiedo come potessi scrivere in quel modo; però se lo facessi vedresti che tendo sempre ad evitare le polemiche, anche per rispetto degli amici moderatori; con Gilas mi sono fatto prendere la mano, ma sempre facendo una battuta ironica: comunque in effetti sui forum è meglio evitare l'ironia se non si riesce a manifestarla bene, perché qua scriviamo e non ci vediamo gli uni con gli altri né ci conosciamo, quindi se alcune frasi possono apparire provocatorie ritengo sia sempre meglio evitarle. Noi, qui a Lecce, con le mascherine usciamo ormai da un bel po', non senza preoccupazione in realtà, perché anche qua di assembramenti ce ne sono tanti. Certo, fossi al Nord come tanti dei pard qui presenti sarei ancora più preoccupato, anche se pare che in questa fase il virus sia diventato più gestibile. Posso chiederti in che zona risiedi?
  8. Leo

    [139/141] Adios, Amigo!

    Gli "altri utenti" sono sostanzialmente io, perché io mi sono lanciato nella lettura del centinaio d'oro in questo periodo e sempre io, su Gilas, ho fatto una battuta provocatoria in questo senso. Chiarito quel punto (ironia mal riuscita, visto che anche Carlo Monni me lo aveva rimproverato), ho continuato la mia lettura, impegnandomi a non fare più alcun parallelismo, anche perché, assodato che faceva incacchiare qualcuno (non solo Diablero ma appunto ancxhe Carlo), nel tentativo di evitare flame ho accuratamente evitato di riferire analogie e discrepanze tra i due autori. Ora, nel mio post su questa storia, quando ho parlato di "allungamenti di brodo" ho pensato alle tante volte in cui si usa questa espressione in questo forum per TANTE storie, e peraltro l'ho fatto senza voler sminuire la storia di GLB ma anzi per esaltarla. D'altronde, questo siparietto umoristico, insolitamente lungo, non è paragonabile a quello de La Rupe dei Diavolo, che non è solo insolito ma addirittura anomalo per la lunghezza, e posso capire che qualcuno non lo abbia apprezzato (non io comunque). Esattamente. Stimo Diablero, la scorsa settimana ci siamo anche "riappacificati", lungi da me voler nuovamente scatenare flame. Poi, perché "almeno speri" che nessuno voglia sminuire le opere di GLB? Posso davvero aver dato questa impressione? Te lo chiedo senza polemica, Mister P, solo per capire: la mia rilettura del "centinaio d'oro", davvero appagante, è accompagnata da miei post in cui credo di circostanziare ciò che mi piace e non mi piace. Certo, spesso sono critico, ma su singoli aspetti di una storia, non già per attaccare GLB. Io sono un mezzo fanatico boselliano, ma andate a rileggere ciò che ho scritto di Winnipeg, Alaska, Gli schiavisti e, ma purtroppo non è più possibile, Il Ritorno di Lupe: se una cosa non mi piace la dico. O devo dire che adoro Il Figlio di Mefisto solo perché qui tutti la considerano un capolavoro ed io un eretico per il fatto di detestare il vecchio stregone?
  9. Leo

    [139/141] Adios, Amigo!

    Io l'ho trovata lunga ma bella e non l'avrei accorciata nemmeno un po'. Nel mio post dico: " la storia fila che è un piacere, inframmezzando alle sequenze d'azione alcune scene che ho trovato inconsuete ma belle: - la scena del caffé di Carson: prende due tavole intere più una vignetta ed è totalmente inutile ai fini della storia. Oggi si parlerebbe di allungamento di brodo, ma la verità è che scene umoristiche scritte così felicemente sono sempre ben accette tra le pagine del nostro ranger;" Per "inutile" intendevo appunto ai fini della vicenda, ma per il resto si tratta di un alleggerimento come ne abbiamo visti tanti e che io sempre apprezzo. Stavolta mi era parsa inconsueta la lunghezza, e ho voluto rimarcare ciò non celando però il mio deciso apprezzamento. Quando ho scritto "oggi si parlerebbe di allungamento di brodo" intendevo "negli ultimi anni", non mi riferivo certo alla storia dell'ultimo mese. Avevo in mente altre sortite meno felici di Faraci, qualche "allungamento" di Ruju (peraltro gli allungamenti di quest'ultimo li ho sempre apprezzati) ed in generale tutte le volte in cui, in questo forum, si parla di "allungamento di brodo" (espressione letta decine di volte da quando mi sono iscritto ne lontano 2012). Intendevo che oggi si parlerebbe di allungamento non già per l'inframmezzo umoristico ma per la sua durata, e comunque ne ho parlato per confutare la tesi che lo sia. Io ho trovato la storia di Nizzi anomala anche nelle sue prime 40 pagine. Anche il flashback del cercatore d'oro è un po' troppo lungo, una "storia nella storia" che avrebbe potuto tranquillamente asciugarsi senza che la storia ne risentisse. Poi c'è troppo umorismo, che non serve ad alleggerire perché è riportato all'inizio: ciononostante, pur con tutte le loro lungaggini, io ho apprezzato quelle pagine che mi sono sì parse eccessivamente allungate (non si possono minimamente paragonare alle due tavole di questa storia) ma secondo me tradiscono un certo "piacere" di Nizzi per essere tornato a scrivere in Tex, e in questo senso mi è parso di ritrovare un vecchio amico. Capisco però che certe scene possano non piacere. Ciò che contesto a Diablero sono le espressioni "non hai capito", "usi i termini in modo distorto", ecc. Lungi da me però ri-alimentare flame, anzi è davvero l'ultima volta che ne parlo. Diablero a un certo punto scrive: "Io quando uso quella frase... poi me la ritrovo usata in modo caricaturale...volutamente distorto": a parte le parole poco carine (ma vabbe) che vuol dire "me la trovo distorta"? Non vorrei che qui avessi equivocato: io non l'ho attribuita mica a te, era un pensiero solo mio e ho spiegato sopra cosa intendessi. La storia è molto bella. Anche quella precedente (quella dell'assedio di Montales) era soprattutto azione, ma qui c'è una costruzione dei cattivi diversa, che mi ha permesso di apprezzare questa avventura enormemente di più di quella che l'ha preceduta. Cattivi non in gambissima ma con una cattiveria non comune, e che meritano una dura spazzolata per quanto fatto patire nella prima parte a Tiger, in una sequenza drammatica e bellissima. Anch'io ho riconosciuto Romolo Valli, e non un Romolo Valli qualunque, ma proprio il suo personaggio del "Dottore" (come in questa storia) in Giù la testa...
  10. Leo

    [139/141] Adios, Amigo!

    Prima dico cose illogiche e irrazionali, poi non ho capito il concetto, poi uso la frase in modo molto caricaturale e a rovescio, o forse volutamente distorto... insomma, sono tornato lo scolaretto che ha bisogno del professore che lo rimproveri e lo rimetta sulla retta via. A quando le matite rosse per sottolineare gli errori? Io vengo qui a scrivere anche in libertà e tendo a concentrarmi sul lavoro, ma mi sa che se continuiamo così dovrò prendere ferie dal lavoro per cercare di non scrivere qui cose illogiche e caricaturali. Nel frattempo vi chiedo di perdonarmi per la scarsa qualità dei miei post... Inutile ai fini della trama intendo inutile per lo svolgimento della vicenda principale. Poi lo so anch'io (perché non sono invece più uno scolaretto) che questi intermezzi servono in funzione di alleggerimento e quindi inutili da questo punto di vista non lo sono affatto, tanto che io li apprezzo molto, sia quelli di Nizzi che quelli di GLB, e infatti di questo in particolare mi sono definito nel mio precedente post particolarmente soddisfatto: ciò che mi ha veramente colpito è stata la durata del siparietto, perché a mia memoria un teatrino così lungo mi pare abbastanza infrequente. Nonostante ciò l'ho apprezzato e l'ho detto. Sarei stato io a riportare il thread su Nizzi? Quindi, oltre a quanto detto sopra, mi accusi pure di aver fatto polemica... ebbene, mi pare che il mio post, a differenza del tuo, fosse tutt'altro che polemico, e quando parlavo di "allungamenti di brodo" non mi riferivo solo all'ultima storia di Nizzi ma alle tante situazioni in cui, in questo forum e da parte di tutti gli utenti, si parla di allungamenti di brodo per situazioni simili: non esiste solo La Rupe del Diavolo, Diablero, sei tu che pensi sempre a quella Ciò che volevo rimarcare io era la bontà della scrittura di GLB, che mi ha fatto apprezzare una scena umoristica (che in verità apprezzo sempre) che però mi era parsa anomala per via della sua lunghezza. Comunque le prossime volte starò più attento a non urtare la suscettibilità di nessuno...
  11. Leo

    [139/141] Adios, Amigo!

    La storia parte in modo drammatico, con i nostri semi-appiedati nel deserto e con Tiger, in cui confidano per salvarsi, ammazzato di botte in un pestaggio tanto duro quanto indimenticabile: il navajo non ha nemmeno il tempo di parlare che immediata si abbatte sul suo capo una tempesta di colpi che urlano vendetta, tanto vigliacco è il pestaggio che il pard indiano subisce. Scena proprio per questo molto bella, intensa e adulta nella sua drammaticità e crudezza, che mette in risalto l'assoluta malvagità degli avversari che questa storia propone. In questi giorni, in un altro topic, si sta parlando del Texone di Kubert, e della scena iniziale con il tentato stupro e il massacro di una sfortunata famiglia. Fu, quella, una scena molto forte e tuttavia del tutto funzionale al suo scopo: materializzare cattivi veri, che il lettore odi profondamente, così che pregusti con gioia rabbiosa la scontata punizione che riceveranno dal ranger. Qui, pur non scappandoci il morto, ho avuto una sensazione simile: cattivi perfetti, ottimi bersagli di odio, non si vede l'ora che Tex e pards intervengano. In realtà, nel corso della storia, la banda di criminali che infesta questa storia non si dimostrerà all'altezza della propria cattiveria: sono più cattivi che furbi, e pagheranno cara questa loro debolezza con la rovina di tutti i loro piani criminosi. Nonostante la pochezza degli avversari, però, la storia fila che è un piacere, inframmezzando alle sequenze d'azione alcune scene che ho trovato inconsuete ma belle: - la scena del caffé di Carson: prende due tavole intere più una vignetta ed è totalmente inutile ai fini della storia. Oggi si parlerebbe di allungamento di brodo, ma la verità è che scene umoristiche scritte così felicemente sono sempre ben accette tra le pagine del nostro ranger; - il confronto tra Don Lopez e Rita: è bello tutto il dialogo, ma anche questo mi era parso un po' inutile, ai fini della storia. La conclusione dell'avventura, in cui l'intervento delle donne è decisivo, mi ha invece fatto ricredere sulla funzionalità di quel dialogo tra i due personaggi, che aveva per l'appunto un proprio scopo oltre ad essere, come già detto, particolarmente "gustoso"; - gli animali che fuggono nella foresta: ben tre vignette sono incentrate su diversi abitatori della foresta che fuggono terrorizzati alla vista di quel fuoco che distruggerà la loro casa: mi è parsa l'eco di istanze ecologiste che ho decisamente apprezzato. - la scena in cui i nostri, finalmente in quattro dopo il ristabilirsi di Tiger, cavalcano verso Helltown apparendo quasi come alfieri della Morte, la cui ombra, con tanto di cappuccio nero e di falce, li sovrasta nel cielo ad accompagnarli idealmente nella loro missione di giustizia. Infine, sottolineo una stranezza di sceneggiatura: Tex e Carson che, per parlamentare con i banditi, si portano imprudentemente a tiro degli avversari: una leggerezza, che peraltro Carson rimprovera a Tex in un modo che mi ha strappato un sorriso, che a mio parere fa apparire il ranger un po' troppo piccione.
  12. Leo

    [137/139] Il Ritorno Di Montales

    Non c'è dubbio che i nomi siano molto evocativi: anch'io adoro le storie messicane. Alla lunga, quello che mi ha tradito è stato il canovaccio, che ho trovato un po' prevedibile e poco appassionante.
  13. Leo

    [137/139] Il Ritorno Di Montales

    Vedo che la storia ha mietuto commenti entusiastici. Io invece alla lunga mi sono annoiato: soggetto scarno, solo azione, ripetuti assalti, qualche "bang bang" di troppo, passaggi lenti. Da qui in poi, come giustamente osservato da Ymalpas, purtroppo Montales avrà sempre più la funzione di pretesto, anche se le sue successive presenze mi sono particolarmente care perché incastonate in due delle storie più belle della saga del ranger: I Cospiratori e L'Uomo con la frusta. Questa, invece, che ricordavo poco, mi ha lasciato abbastanza indifferente.
  14. Leo

    Il Texone Di Kubert. Censurato ?

    Che voi sappiate, questo albo ha avuto fortuna in America?
  15. Leo

    [135-137] Diablero!

    Pur non ritenendo questa storia un capolavoro, è indubbio che si tratti di un'avventura indimenticabile, per la presenza della bellissima Mitla e del mistero che muore con essa. La prima parte è un bellissimo horror: la sagoma di una bellissima donna che si staglia nella luce della luna, occhi malvagi che si celano nell'ombra, lugubri ululati. Timore della notte che si avvicina, cavalli che nitriscono nell'oscurità, e sempre quell'incessante presenza sonora che riempie la notte del suo urlo ferino. Causa di quel lugubre mistero è un'entità dalle sembianze angeliche: occhi e capelli corvini, incarnato meraviglioso, sguardo seducente e fiero: è Mitla, una delle creature più affascinanti del vecchio GLB, dalla bellezza altera e dagli arcani poteri. Chi è Mitla? All'apparenza una giovane e bellissima ragazza, in realtà una donna dai poteri misteriosi, che riesce a dominare sui lupi e i pipistrelli, a evocare illusioni come il vecchio Mefisto e a tramutare il fratello, grazie ai semi del fiore nero, in una terrificante creatura oscura e votata al male, avida delle vite degli uomini. I suoi poteri sono notturni e si riducono con la luce del giorno, come nella classica tradizione di vampiri e altre creature delle tenebre. C'è una ragione per cui sono nella sierra dell'hueso: Mitla vuole fare degli esperimenti con la "yerba del Diablo" che evidentemente si trova solo lì. Inoltre, suo fratello il Diablero deve mietere vite umane. Non sappiamo a che scopo, ma sappiamo che deve farlo. Quando Guaimas attacca gli apaches, Mitla, con i pugni serrati sul seno, in preda a un parossismo di rabbia, urla "Uccidi, Guaimas! Uccidi!" e davvero si stenta a capirne le motivazioni che non risiedano nella pura e semplice brama di uccidere, nel desiderio perverso di mietere vite umane di cui è preda un'anima nera celata dietro un angelico viso. Prima della sua ultima notte, l'impressione è che la ragazza, oltre che lupi e pipistrelli, possa dominare con la mente anche i serpenti: certo, nel tempio è sempre attenta a non scivolare, ma la distanza dai rettili non sembra tale da impedire un morso dei fatali animali: se questo non accade, è per una forma di "rispetto" che questi hanno verso la donna, sicuramente indotto dai poteri della mente di Mitla. Se l'ultima notte, al contrario, accade l'irreparabile, non è solo perché la ragazza scivola e inavvertitamente schiaccia il serpente: a mio parere, a condannarla è lo stato di concitazione in cui essa si trova: suo fratello è morto, e per la prima volta Mitla è costretta a fronteggiare uomini che le sanno tener testa, che non cedono alle sue illusioni e continuano imperterriti a braccarla. Non è la caduta a causare la rovina della donna, ma la sua mente alterata che, in condizioni di soggezione, non riesce a dominare come dovrebbe gli elementi animali attorno a sé. La sua cattiva magia, che le aveva sempre consentito di signoreggiare sulle forze della natura, si indebolisce a causa di uno stato emotivo provocato dalla presenza insolita di quegli avversari inarrestabili. Non è una fatalità a provocare la morte di Mitla: chi uccide la ragazza è la presenza di Tex e pards, la loro caparbietà, la loro terribile tenacia. E vederla morire, nonostante tutto, fa male al cuore, perché anche noi lettori, avvinti dal suo fascino e dal fascino del male, avremmo sperato nella salvezza di uno dei più bei personaggi sì di Bonelli, ma anche del gigantesco Letteri di questa storia.
  16. Leo

    Claudio Nizzi

    Mi fa piacere che le due storie cui si sente più legato siano per i Texoni Fiamme sull'Arizona e per la regolare Fuga da Anderville. Siamo sulla stessa lunghezza d'onda, anch'io la penso così. Forse Fiamme sull'Arizona la considero ex aequo con La Grande Rapina: due Texoni consecutivi a mio parere semplicemente superlativi, i migliori di una collana pur ricca di grandissime storie.
  17. Leo

    Il Texone Di Kubert. Censurato ?

    Finalmente si è aperto. Scene molto crude, assolutamente non da Tex. Per il resto, spero abbia avuto successo negli Stati Uniti perché la storia, per testi e disegni, meritava molto. Sembra che anche Kubert abbia apprezzato molto la storia. Grazie nk
  18. Leo

    [64/65] Mexico

    E' un post che mi trova perfettamente d'accordo. Sulle rondini sono ben di più, ho usato l'espressione per richiamare poi la "primavera" boselliana. Se Nizzi abbia diffuso alcune delle assurdità che si dicono su Bonelli per tirare acqua al proprio mulino non lo so. So invece di non essere per nulla d'accordo con la lettura che lui ha sempre dato (e dà tuttora) del Tex boselliano.
  19. Leo

    [64/65] Mexico

    Il taglio è diverso, come diversa è la quantità. Agli inizi della sua carriera, Boselli ne ha proposti davvero tanti, segno che aveva una predilezione per un certo tipo di figure che GLB invece non aveva: non che non sapesse usarli (anzi ha dimostrato di saperlo fare fin troppo bene) ma preferiva proporre storie con cattivi più facilmente riconoscibili, anche forse per venire incontro a un pubblico più corposo in termini numerici ma magari meno sofisticato. Comunque, quali che fossero le motivazioni, due o tre rondini (come questa storia, Lucero, Il cacciatore di taglie) non fanno la primavera boselliana: dimostrano solo che GLB era quel narratore di razza che nessuno di noi si è mai sognato di mettere in discussione, e che sapeva scrivere storie varie e avvincenti con tutto un ventaglio di characters che riusciva a far muovere al meglio, divenendo punto di riferimento per tutti i suoi successori, il più immediato Nizzi e il più lontano Boselli (dove gli aggettivi "immediato" e "lontano" non sono da intendersi in termini esclusivamente cronologici ma anche di taglio, di stile).
  20. Leo

    [134] Gli Sterminatori

    Potrebbe assolvere a quel compito, ma a me non pare nemmeno una storia di Tex. I cattivi se la cavano tutti, nonostante all'inizio della storia si macchino dell'uccisione di diversi Ute. Tex lo sa ma non ne fa mai cenno e la sua punizione è davvero poca cosa, non da Tex.
  21. Leo

    [134] Gli Sterminatori

    Storia veramente scialba, anche se disegnata in maniera semplicemente superlativa. Ci ho messo un po' a leggerla solo per gustare quegli splendidi disegni, immortalati su tavole dalla struttura atipica e anche per questo entusiasmanti. Peccato, davvero, che la lettura dei balloon non sia minimamente all'altezza dell'opera grafica, mi sa di spreco. Peraltro, sempre a proposito di Galep, segnalo la bellezza della copertina di Condor Pass e in generale delle copertine di questo periodo. Questo è il centinaio d'oro anche delle copertine galleppiniane.
  22. Leo

    [131/134] Lo Sfregiato

    Una storia anomala in quanto divisa nettamente in due tronconi, con una prima parte che è una storia di indiani (Comanches attaccati da speculatori terrieri) e la seconda che invece tratta di un attacco a una carovana. L'esile filo che le lega è la bella figura del cattivo Trenton, un duro molto apprezzabile. A mio parere decisamente più riuscita la prima parte; la seconda perde molta tensione e IMHO costringe a una lettura un po' stanca e non entusiasmante.
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