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TWF - Tex Willer Forum

Leo

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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [Speciale Tex Willer N. 01] Fantasmi di Natale

    Ma in realtà la baracca è abitata solo dal fantasma del vecchio... gli altri sono tutti lì per quella specifica occasione, non già per viverci. Il vecchio la terra' magari in buon ordine, fa parte questo aspetto dell'elemento sovrannaturale che caratterizza tutta la storia
  2. Leo

    Sentieri di carta nel West

    In effetti è gustoso. Anche Calegari non mi ha deluso!
  3. Ho acquistato questo tomo di 600 pagine che non conoscevo, nonostante sia uscito nel 2017. Ho subito letto la prima intervista a Sergio Tarquinio, storico disegnatore de La Storia del West, che sto apprezzando in questi mesi grazie alla ristampa If-Bonelli. Ebbene, tra le tante cose - tutte interessanti- che il disegnatore cremonese riferisce, ce n'e' qualcuna che riguarda il nostro Tex, che mi piace riportare in questa sede. Io non amo particolarmente Tarquinio, perché trovo i suoi disegni qualche volta sproporzionati. Il disegnatore, peraltro, confessa in questa intervista con grande sincerità che il fumetto era per lui solo un lavoro dal quale trarre sostentamento, ma in effetti non ci si e' mai "impegnato" davvero, preso com'era dalla passione per la pittura. Sergio Bonelli bocciò alcune sue tavole per Tex, ma non perché non ci avesse profuso impegno. Secondo la versione di Tarquinio, il suo tratto era troppo accurato, troppo moderno per potersi candidare ad affiancare Galep. Bonelli voleva invece che Tarquinio si avvicinasse di più allo stile del creatore grafico, ma secondo Tarquinio questo avrebbe significato per lui tornare troppo indietro, ad un West vecchio, che a suo dire non era apprezzato, oltre che da lui, nemmeno da Muzzi, Corteggi e da Gino D'Antonio. Mi è dispiaciuta questa critica da parte di addetti ai lavori di questa levatura. A suo dire, nemmeno Muzzi si impegnava troppo perche troppo preso dalle bocce! (Pare fosse un campione di bocce) e comunque non ha avuto parole lusinghiere nemmeno per lo stesso Tex, probabilmente per un certo senso di superiorita' autoriale di uno che ha fatto La storia del west e non certo un fumetto che ambisse solo a essere popolare come il nostro. A parte questi opinabili aspetti, e' stata una bella e corposa intervista, in un libro che ne contiene oltre 40, concesse da tutti i più grandi autori western italiani, tra cui Boselli e Nizzi. Se Roberto Guarino, che so essere frequentatore di questo forum, ritiene che non debba riportare nulla qui di quanto scritto nel libro, mi asterro' dal farlo per il futuro. Altrimenti, non mi dispiacera' riportare qui e la' qualche spunto riguardante Tex, come in questo caso.
  4. Leo

    [710/711] L'assedio di Mezcali

    Ma nemmeno io mi aspetto un intervento di Boselli, ero solo ironico. Peraltro, in questa storia Bulder aveva due cavalli, quindi era in vantaggio rispetto a Carson, per cui si può perdonare a Nizzi la figura di piccione fatta fare al Vecchio Cammello. Poi, è vero che Nizzi spesso ha riservato a Carson e agli altri pards brutte figure, ma io non dimentico che devo a lui il mio amore per il vecchio reprobo, fin dalla prima storia che ho letto, l'eccellente La leggenda della vecchia missione.
  5. Leo

    [710/711] L'assedio di Mezcali

    Beh, è il curatore no? Ma comunque hai ragione, ho messo le faccine nel mio post per far capire che ero fondamentalmente ironico. Non è un errore quello di Nizzi, ma una legittima scelta narrativa. Io peraltro amo l'autore di Fiumalbo, ma a volte bistrattato troppo il mio Carson. E poiché da anni sono abituato al vecchio Cammello di Boselli prima e di Ruju poi, non vorrei che con Nizzi si facesse un passo indietro. Per stavolta passi
  6. Leo

    [710/711] L'assedio di Mezcali

    Nizzi ha scritto per ora una buona storia, ma non ha perso l'abitudine di far fare figure barbine al Vecchio Cammello. Io capisco che per il curatore non deve essere semplice sindacare una scelta di un decano come il Claudio nazionale, però per favore Mauro, se puoi intervenire, male non faresti
  7. Leo

    [Speciale Tex Willer N. 01] Fantasmi di Natale

    A me invece è piaciuto molto, tanto che sarei felice se lo ripetessero altre volte. Il problema è il pretesto: in questo speciale, la bicromia era funzionale a far comprendere al lettore di stare leggendo una storia nella storia (un po' come nei film che si svolgono tra passato e presente, con il passato che viene proposto con una diversa fotografia così da far capire allo spettatore lo stacco rispetto al presente); nei prossimi episodi difficilmente assisteremo nuovamente a storie che avranno bisogno di questo escamotage. Che però, ripeto, a me è piaciuto molto.
  8. Senz'altro è giustificato, ma non ce li vedo, i due, a scambiarsi simili "effusioni" (passami il termine inappropriato). Avrei preferito qualcosa di ironico, tipo una risposta di Tex sul fatto che sarebbe andato a portargli i fiori sulla tomba e altre simili amenità. poi è anche una questione caratteriale, probabilmente: mi imbarazzerebbe dire qualcosa del genere a qualcuno di molto vicino, sono fatto così...
  9. Leo

    [710/711] L'assedio di Mezcali

    CONTIENE SPOILER Io non la definirei "storia senza pretese". Ha la pretesa di essere una solida storia western, di mettere alla prova i tanti personaggi e di rivelarne, nel secondo albo, la vera natura, di eroi o di vigliacchi. È evidente che questo albo ha la funzione di gettare le fondamenta per quello che sarà il vero fulcro della storia, che vivremo nel secondo albo: si tratta quindi di un'ottima prima parte interlocutoria. Certo, con Nizzi riecco anche il Carson piccione, che si fa sfuggire Bulder da sotto il naso per poi essere rimproverato da Tex con un "non l'hai preso..." con quei tre puntini di sospensione odiosi. Con Boselli e Ruju Carson è spesso un drago, ora Nizzi torna alle antiche abitudini a me del tutto indigeste! Come indigesto è anche per me l'effetto "total white" di molte, troppe vignette, che a mio parere il disegnatore dovrebbe rivedere.
  10. Come già detto a Virgin, venti storie consecutive di questa fattura non potrei sopportarle, ma neanche dieci. Una tantum, però, ci sta, anche perché c'è in effetti tanto GLB in questa avventura, dal sapore fortemente classico. Sono d'accordo invece sull'eccesso di miele nel dialogo da te riportato su Tex e Carson. Più che amici, questi due ormai sono fratelli, vivono insieme e cavalcano insieme da decenni, dividendosi il pane, il sonno, i pericoli. Farebbero uno sconquasso l'uno per l'altro, senza dubbio, ma la loro amicizia virile non ha bisogno di parole, che suonano troppo sdolcinate.
  11. Leo

    [Speciale Tex Willer N. 01] Fantasmi di Natale

    Costa troppo? Forse sì. Mi sono pentito di averlo acquistato, soprattutto visto l'"esorbitante" prezzo pagato? No, decisamente. S P O I L E R La storia principale è appassionante. Il suo ritmo è sì rallentato dalle storie di fantasmi raccontate dal vecchio, ma questo è un rallentamento voluto, che contribuisce ad aumentare la tensione dei tre banditi. Questi sono dei gran brutti tipi, e uno di loro non nasconde le sue intenzioni di stuprare il bell'ostaggio, una trasparenza abbastanza rara in Tex, per quanto del tutto legittima. Le tre fecce d'uomo però sono soggiogate dalla capacità affabulatoria del vecchio, che narra storie di fantasmi innervosendo i banditi ed al contempo irretendoli nella sua sovrannaturale rete. Bella la storia del cowboy nel saloon, che mi ha ricordato Shining (con l'oste fantasma che parla al cliente, come nel film di Kubrick) ma anche Una pura formalità, di Tornatore, in cui uno spaesato Depardieu viene interrogato in un commissariato per un omicidio, non sapendo che la vittima dell'assassinio è lui stesso; meno bella, perché meno d'atmosfera e più d'azione, la storia del licantropo, che peraltro trovo anche un tantino troppo lunga; di nuovo bella, e soprattutto funzionale al prosieguo della storia, quella dell'ombra, che fa da prologo all'ottima conclusione dell'avventura. Conclusione avvincente, col vecchio che scompare misterioramente e con la ragazza costretta a inginocchiarsi nel gelo, fino all'intervento risolutivo dei nostri. Trovo che questo primo speciale, numero dichiaratamente sperimentale, sia perfettamente riuscito nel suo intento, cioè quello di divertire il lettore proponendo una trama inconsueta ma al contempo classicamente natalizia (per la tradizione anglosassone). Mi è piaciuta l'inusuale storia, mi è piaciuta la copertina, mi è piaciuta la costa rossa della stessa (che fa molto Natale). Mi è piaciuta molto anche la colorazione e la trovata di colorare solo il lembo destro dell'ultima vignetta prima dell'avvio di ciascun racconto da parte del vecchio. Quasi uno spazio di confine, un limbo tra realtà e immaginazione, ben evidenziato dai primi accenni di colore nella vignetta appunto antecedente ai racconti. Mi sono piaciuti tanto, ma davvero tanto, i disegni di un Ghion superlativo. Non lo conoscevo, ma è magnifico. Le sue donne sono decisamente bellissime e sexy, i suoi paesaggi, i suoi interni e esterni eccezionali. Complimenti!
  12. Leo

    Tex Willer n°16

    Beh, Ymalpas parla di "voci che si sentono", non credo che Frediani abbia scritto che le vendite di Texwiller sono vicine a quelle di Tex. Ribadisco che se così fosse sarei il primo ad esserne felice
  13. La tua idea di eroe, la tua estetica. Il terzo poema epico della tua formazione. Le trovo tutte affermazioni azzeccate, anche per me è stato lo stesso, solo che non avrei saputo dirlo così.
  14. Leo

    Tex Willer n°16

    Davvero i numeri sono questi? Mi sembra francamente esagerato anche se, beninteso, ne sarei felicissimo ovviamente
  15. Leo

    [357/358] La Mano Nella Roccia

    Ho inoltre trovato strano che Tex e Carson non si chiedessero che fine avessero fatto i cavalli dei banditi (nascosti dallo svitato Lomax) e non avessero quindi compreso che c'era un terzo uomo in quella città morta (altra stranezza è la profusione di proiettili che Lomax riserva ai suoi ex amici ora avversari: dove aveva trovato le munizioni per ricaricare il proprio fucile, in quella città deserta?). Ma, a parte la "piccionaggine" dei pards e la loro totale inconsistenza nel determinare le sorti dei banditi, credo che la storia sia veramente bella: l'appagamento della lettura mi fa quindi ben accettare che Tex e Carson, una volta tanto, restino in ombra e facciano da spettatori, loro quanto noi, di questa divertente vicenda profondamente western. Come non quotarti? Giolitti ti porta letteralmente a respirare la polvere della ghost town, è semplicemente strepitoso. Con Tex e Carson non è il massimo, ma il resto è un vero spettacolo.
  16. Decisamente diversi Al di là della qualità scadente delle recensioni che oggi si trovano in rete, ho un ricordo della tua intervista decisamente positivo. Bello che i tuoi studi matti e disperatissimi tu li abbia fatti con il nostro Willer
  17. Sì, è possibile, anche se io l'ho trovato un po' stridente. Ma probabilmente nel West, soprattutto in buchi di paese come doveva essere Federation, funzionava così. Devi essere più indulgente con il ragazzino che eri anni fa. Ricordo una tua bella intervista sul TWM a Boselli che mi colpì per la qualità delle domande, e sì che all'epoca dovevi essere veramente un poppante. Di talento. Non è poco, ma non è neanche tanto. E' una storia riempitivo, del tutto fisiologica nella narrativa seriale. Comunque è buona, l'ho già detto.
  18. Sono fondamentalmente d'accordo sulla tua bella disamina su Letteri, così come concordo circa la glbonellianita' della storia. Che continuo a ritenere, come già scrissi anni fa, una buona storia, ma fondamentalmente un riempitivo, una di quelle storie che, sì, ti fa passare un'oretta e mezzo in compagnia degli amici Tex e Carson, e ti propone personaggi comunque efficaci come il malinconico maggiore e lo sfortunato scout apache, ma che in fin dei conti resta sostanzialmente modesta. Ho notato peraltro una sorta di "discontinuità" in relazione al personaggio di Stievens. All'inizio lo vedo impegnato in qualità di oste e padrone dell'emporio, salvo poi scoprire che è un padreterno proprietario di mezzo e più paese. Ma voi ce lo vedete un "boss" come si rivela essere Stievens nel secondo albo, passare le sue giornate a fare l'oste e a scacciare via gli ubriaconi che frequentano il suo saloon? È vero che Federation è un buco e anche la ricchezza di Stievens deve essere in fin dei conti modesta, ma mi resta la sensazione di aver visto due persone diverse durante la storia: prima il modesto oste (o commesso di emporio), poi il capoccia del paese. Tu no? PS il Tex di Letteri è sempre un bellissimo Tex, forse il più bello insieme a quello di Ticci (e oggi di Villa), il suo Carson invece mi è sempre piaciuto poco.
  19. Leo

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    ottima notizia
  20. Motivi personalissimi: Kit Willer? scherzo anch'io, so che anche tu scherzavi
  21. non c'è nemmeno, se non marginalmente, in Fuga da Anderville e ne La grande invasione. Non c'è per niente ne Il Colonnello watson e c'è ma era meglio che non ci fosse in Oklahoma. E sono tutte storie che appartengono al mio personale Pantheon texiano. Credo che mi freghi l'ambientazione non western, invece. E me ne dispiace, perché mi rendo conto essere una grande storia di Boselli che io, probabilmente per un mio limite personale, non riesco proprio a farmi piacere.
  22. Leo

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Eppure io l'ho letto a letto (scusate il gioco di parole). Ce la si può fare Sono d'accordo con te in merito al fatto che il lettore possa scegliere. Io sono felicissimo dell'edizione rossa, e ritengo il prezzo pagato del tutto congruo con il grosso e spettacolare tomo che posso stringere tra le mani ogni volta che voglio. Quello che mi è dispiaciuto è la mancanza di contemporaneità tra l edizione rossa e quella normale: non è giusto che chi non voglia sostenere una spesa più grossa debba attendere a febbraio. Mi è sembrata una mancanza di rispetto per il lettore ma anche una cavolata a livello di marketing.
  23. Storia che non ho mai saputo amare, mannaggia
  24. per me, dopo quella frase sul Passato di Carson, puoi bannare anche grande Tex. Ma poi ti auto-banni però ok?
  25. D'accordo con te. Il Letteri di questa storia era già calato molto, ma sia qui che ne La lunga pista, riusciva comunque ad essere efficace. Il Letteri dei primi anni 90, invece, era ancora nel pieno delle sue forze, eppure non era considerato da Nizzi troppo western. Questa considerazione, per riprendere il mio commento da cui ha avuto inizio questa mini-discussione, mi ha amareggiato un po', perché la ritengo ingenerosa nei confronti di uno dei più grandi disegnatori della saga texiana.
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