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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    TWF Magazine 19

    Ragazzi, a prima vista sembra un numerone pazzesco!!! Complimenti a tutti, me lo centellinerò in spiaggia.
  2. "Uno dei motivi" (cit.), non la sola motivazione Parliamo di due affiatamenti diversi. Tu parli di affiatamento tra la persona Tex e la persona Tiger, e su questo non ci sono dubbi che i due siano affiatati. Io invece, per "affiatamento", intendevo non solo quello tra le persone, ma quello tra i personaggi: penso che per uno sceneggiatore sia più facile - e credo anche più stimolante e divertente - mettere insieme la coppia Tex e Carson invece che la coppia Tex e Tiger. Tex è il protagonista, e come tutti i protagonisti ha bisogno di una "spalla" che sia diversa da lui: Tex è ottimista, Carson pessimista; Tex è morigerato, Carson libertino; Tex è stoico, Carson brontolone. Carson è la parte "umana" di Tex, ed è questo - credo - che piace molto ai lettori. Tiger: troppo silenzioso, troppo simile a Tex quanto a "stoicismo", o morigeratezza. Entrambi hanno un passato tragico alle spalle, una storia d'amore che li ha segnati, laddove invece il Vecchio Cammello svolazzava di fiore in fiore con una certa disinvoltura. L'aura cupa o semplicemente silenziosa di Tiger può andar bene in qualche storia, ma poi il personaggio Tex ha bisogno del personaggio Carson. Ha bisogno del suo complementare. Anch'io non voglio convincere nessuno, do solo una mia personale interpretazione circa le motivazioni che hanno spinto Nizzi (ma anche tutti gli altri sceneggiatori) a prediligere il Vecchio Cammello quale co-protagonista da mettere al fianco di Tex. Certo, quello che dici tu l'ho detto dopo anch'io ("per altro verso, è chiaro che Tex è il protagonista ed è a lui che spetta il ruolo di guida e leader"). Il mio riferimento all'età è per giustificare, agli occhi dei tanti fan del Vecchio Cammello, l'inferiorità di Carson: non solo perché, ça va sans dire, non è lui il protagonista; ma anche perché è sette-otto anni più anziano di Tex, e quindi è più accettabile per i carsoniani doc come me che il vecchio ranger non faccia determinate cose (per quanto Tex lo sottoponga sempre a strapazzi pazzeschi ) Qui ti capisco poco. Io non ho difeso Mauro Boselli, che non ha bisogno di difensori d'ufficio. Io ho difeso il personaggio Carson, che a tuo dire "è stato rovinato", potrebbe avere "più spessore" e non fare "figure barbine". Io ho risposto che, fortunatamente, il Carson degli ultimi 25 anni non è così: mi dici che c'entra con questo mio commento la tua uscita sul difensore d'ufficio di Boselli o su Patagonia? Ed è legittima. Ti ho esposto le ragioni per cui la penso diversamente da te. Io spero sempre nella presenza di Carson. Tranne che nella serie "TexWiller", ovviamente, la prima cosa che faccio è vedere se nella storia ci sarà Carson o meno. Quando non c'è già mi deprimo. Fortunatamente, questo non succede da tempo. E se è così, qualcosa vorrà pur dire...
  3. Beh, dire che Carson è stato rovinato come personaggio significa non tenere conto, come giustamente rimarcato da Borden, della rivalutazione del Vecchio Cammello avutasi negli ultimi 25 anni, grazie soprattutto allo stesso Boselli, a partire da Il Passato di Carson. Ne' mi convince la tua perplessità in merito all'affiancamento del solo Carson come unico pard di Tex: l'affiatamento tra i due è una componente essenziale della saga, i loro siparietti uno dei motivi che mi spingono a comprare l'albo in edicola. La verità è che Carson non può essere forte quanto Tex perche è più attempato e quindi meno spericolato e leggermente meno agile fisicamente; per altro verso, è chiaro che Tex è il protagonista ed è a lui che spetta il ruolo di guida e leader; tuttavia il vecchio Carson ormai da tempo non fa più figure barbine come quelle che gli faceva fare il Nizzi fuori forma di vent'anni fa (ed è comunque da dire che i siparietti più belli tra i due pards ce li ha regalati proprio Nizzi comunque).
  4. Leo

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    Beh, una gran parte della "condanna" l'ho già scontata;)
  5. Leo

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    Sei ingeneroso. Nel mio precedente post ho snocciolato venticinque anni di personaggi boselliani così di getto, e ora ti attacchi a due personaggi secondari che non ricordo? Avvocato, la cito in giudizio per gravi offese sa? Mai cura fu più gradita
  6. Leo

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    Li ho letti, ed ora ricordo... quando ho sentito la parola "ranger", ho pensato solo a Marshall; avevo dimenticato il vecchio ranger dei cartonati, di cui non ricordo il nome. Strano, perché per le storie ho una certa memoria... Bene per Carson. Non vedo l'ora. Non che il giovane Tex non mi stia soddisfacendo (anzi!), però io ho un debole per il Vecchio Cammello...
  7. Leo

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Tutte bellissime, con menzione speciale per le prime due
  8. Leo

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    A proposito, Cortina dice che Tex ha amici fra i rangers: ma in questa fase già li ha? A dicembre mi appassionai molto alla cronologia di Tex, e sposai senza riserve quella alternativa del romanzo, solo che ora non la ricordo bene e non ho il libro con me. Come è che Tex già aveva avuto a che fare con i ranger? Quando? E poi, a proposito di ranger, chiedo a Mauro: quando vedremo su questa collana il volto sorridente del mio avatar? È vero Natural: oltre a boselli e Brindisi, è doveroso citare un Dotti che contribuisce molto a impreziosire gli albi con le sue eccezionali cover
  9. Leo

    [Tex Willer N. 05 / 09] I due disertori

    Barbanera, avevo di nuovo ragione io cosa avevamo scommesso? C'è poco da fare: senza offesa per Borden, ma lo conosco troppo bene ormai... lo "conosco" da venticinque anni: ho adorato il "caro, vecchio Ray", i banditi irlandesi, il tormentato Mickey Finn; considero un vecchio amico Glenn Corbett, così come il tenente Parkman, o il fuggiasco Frank Harris. Vogliamo parlare di Mondego, Juan Raza o Mitch? O di Moss Keegan, del quale mi sono divertito a tratteggiare la psicologia in un lungo post? La verità è che sono cresciuto a pane e Tex boselliano, ed è difficile oggi sorprendermi. Sapevo, non ho dubitato neanche per un istante, che Miguel non era un traditore. Borden ha un modo tutto suo di "affezionarsi" ai suoi personaggi, quasi di "volergli bene". Lo vedi, lo percepisci dalla sua scrittura, chi ama e chi no. E io vedevo che Borden "amava" Miguel (su Pedro avevo qualche riserva in più). Ottima conclusione di una bellissima avventura. Ho solo una piccolissima riserva: Contreras coinvolge Ortega perche ha bisogno di lui per recuperare il tesoro. Col senno di poi, questo coinvolgimento pare però un po' forzato, perché Contreras di fatto si mette contro Ortega, constatatane l'inutilità e anzi la dannosità. Non è un'incongruenza, è solo una contraddizione, che può essere vista come una presa di coscienza postuma dello stesso Contreras peraltro. Quindi alla fine mi va bene così. La mossa disperata di Tex che spera in Cortina è davvero disperata: se il desperado non ci fosse stato, l'errore di valutazione del nostro sarebbe stato gravissimo. Ma va bene così, in fin dei conti in questa collana Tex può ben compiere qualche errore "di gioventù", soprattutto se messo alle corde come in questa avventura. A un certo punto, Ortega ha cominciato a starmi simpatico, mi ha ricordato il Capitano Barbanera, il personaggio, non l'utente del forum (che pure mi sta simpatico, beninteso). I disegni si confermano bellissimi, con una Tesah che è veramente un gran pezzo di figliola. Tex è davvero un fesso, a lasciarsela scappare
  10. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    Sì sì, non cambia nulla. La delicatezza della scelta è encomiabile
  11. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    Un'osservazione che mi pare non sia ancora stata fatta. Nella storia originale di Satania, Carson si paralizza di fronte a Gombo. Dopo aver sparato allo scimmione, e aver constatato l'impotenza delle pallottole, Carson perde il suo sangue freddo ed è terrorizzato; non riesce nemmeno più a sparare. Bonelli lo spiega chiaramente, nella didascalia. La scena riproposta ne "La Maschera di cera" come un ricordo di Tex è sostanzialmente fedele all'originale: anche qui, c'è Carson con la pistola che fronteggia l'orrido gorilla. Però Boselli fa il revisionista, viene a patti con i nuovi tempi, tiene conto dell'affetto dei lettori verso Carson; affetto che, ai tempi di Satania, il vecchio GLB non poteva nemmeno immaginare. Cosa fa? Semplicemente, aggiunge dei "click click" alla vignetta in cui Carson e Gombo sono l'uno di fronte all'altro. Quasi a dire che il giovane Carson non è paralizzato dal terrore e non ha perso il suo coraggio, è solo la pistola che fa cilecca. La scena è identica. C'è solo, in più, il suono onomatopeico della pistola che spara a vuoto. Due volte. Un piccolissimo, quasi invisibile, accorgimento, ma dal grande significato: non c'è paura, in Kit Carson. Ciò che settant'anni fa a Bonelli sembrava possibile (il terrore del Vecchio Cammello), oggi non è più ammesso. Molti carsoniani non lo accetterebbero. Basta un "click" in più
  12. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    DOVEVA esserci? E perché mai? Che poi te ne freghi è più che legittimo Un orangutan del Borneo ammaestrato: è perlomeno improbabile. Ci tengo a ribadire che trovo non corretto che si dica che lo scimmione dovesse esserci per forza, che non poteva non esserci, che contestarlo significa non conoscere Tex, che non è sindacabile. Sono tutte affermazioni talebane, che non condivido per nulla. Il buon Gombo (che poi Gombo non è) è una scelta narrativa, legittima, che può piacere o meno. PUO' PIACERE O MENO. Non scomodiamo, per favore, imperativi assoluti o misconoscenze texiane. I talebani pure in Tex? E ddai! A me Gombo nun me piace; la storia invece mi sta piacendo eccome.
  13. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    L'orango è glbonelliano e perfettamente in linea con Tex. Io ritenevo - e ritengo ancora - poco opportuno riproporlo nel 2019, è un espediente narrativo accettabile in un contesto come quello degli anni 50, mentre adesso mi dà l'idea di superato. Però a tanti di voi l'espediente è piaciuto e non si può che prenderne atto. Vuol dire che Borden - nei cui confronti ho stima infinita - non sbaglia un colpo e ne sono contento. Tuttavia continuo ad esprimere le mie personalissime riserve su una soluzione narrativa a me sgradita, e non c'entra la conoscenza del personaggio (che conosco fin troppo bene) o la texianita' di una scelta narrativa. Quando Nizzi ha riproposto Mefisto e Boselli Yama, sconfinando nel fantastico, non ho proferito parola, perché Tex è anche questo, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Tuttavia, quelle erano storie dal taglio dichiaratamente irrealistico, già dal titolo, dalla copertina, dal tema, il lettore lo sa. I misteri di villa diago avevano come fulcro della storia proprio il carattere mutante degli antagonisti, era una storia che dell'arcano faceva l'asse portante, così come quella dei fiori della morte: possono piacere o meno, ma sono pure storie texiane e hanno un tema prestabilito sin dall'inizio. Quella di questo mese è invece una storia di stampo realistico, magari leggermente esotico per via della presenza dei malesi e della maschera. La presenza di un orango ammaestrato la vedo come un elemento stridente rispetto al taglio della storia, né mi convince francamente il fatto che il buon Gombino fosse presente 70 anni fa. Non è certo quello che fa il canone bonelliano! Poi, ribadisco, sembra che io sia minoranza nel forum: non so se è così fuori dal forum (vedi l'edicolante sopra citato), ma ne prendo atto tranquillamente, anche perché la storia la sto apprezzando. Ma apprezzarla non significa condividerla in pieno, e della texianita di Gombo mi frega meno di zero: semplicemente, non mi piace
  14. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    Tanto peggio per noi allora e per tanti altri come noi, su questo sono pronto a giurarci. Ma in fin dei conti, la storia è bella, quindi va bene così Sì, è possibile. L'edicolante sessantatreenne di Carlo sta lì a dimostrarlo appunto. Restano i gusti. Resta da capire se il mio modo di vedere le cose è maggioritario o meno. Non lo sapremo mai. Ma poco male.
  15. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    i confini GLBonelliani sono quelli, nessuno discute. Borden, utilizzando un novello Gombo, è perfettamente nel solco della tradizione. Viene incontro pure a determinati gusti, quindi ha ragione lui. I miei discorsi sull'opportunità di riproporre simili soluzioni narrative vanno a farsi friggere. Perché il grosso dei lettori sono vecchi lettori affezionati, e quindi apprezzano un Gombo e i suoi echi del tempo che fu. Magari per un nuovo lettore può essere diverso, per uno nato sotto Nizzi (come me) pure. Io le vecchie storie faccio fatica a leggerle.
  16. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    Il confronto era con il Tex degli anni '50, la seconda metà dell'ottocento c'entra poco (ma questo ovviamente lo sai... ) A me non convince. Ribadisco che non parlo di tradizione texiana, che anzi viene rispettata. Parlo di opportunità a riproporre oggi determinate situazioni. Parlo anche di gusti personali.
  17. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    un orangutan ammaestrato a rapire una fanciulla bianca? e da dove sarebbe entrato poi? Per me non è solo grottesco, ma anche fantastico... Ma nessuno lo mette in dubbio, anzi lo abbiamo rimarcato. Ciò che a me e a Jim Brandon stona è la sua riproposizione in un'epoca diversa da quella in cui scrisse GLB. Nessuno ti ha mai accusato di tradire: anzi, ciò che qui in qualche modo contestiamo è l'eccessiva fedeltà, che porta a recuperare situazioni meno proponibili per il lettore attuale, a nostro modo di vedere. Assolutamente d'accordo.
  18. Leo

    [Color Tex N. 15] Un capestro per Kit Willer

    Ragazzi, questa storia celebra il ritorno di un vecchio amico. In un'estate di ritorni bonelliani (Jerry e Ned), possiamo riabbracciare anche l'uomo che, in un periodo delicato della vita del ranger, ha salvato Tex e che in seguito ci ha regalato ore e ore di storie bellissime. Senza far torto a Torti , questa storia è una rimpatriata, una festa in famiglia, un abbraccio caloroso.
  19. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    È più facile trovare due gemelloni giganteschi che un novello King Kong però
  20. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    Acc.! Mi tocca nuovamente fare i conti con la sospensione dell'incredulità. Ma 'sto patto tra autore e lettore è unilaterale però: non l'avrei mai sottoscritto, io! Si possono ancora fare? E' chiaro che dipende sempre dai gusti individuali, ma da Satania alla Maschera di cera sono passati suppergiù settant'anni. Vedere un novello King Kong sulle pagine del ranger nel 2019 a me fa un certo effetto. Non condivido la vostra imperturbabilità sul punto Le storie glbonelliane potevano essere anche molto ingenue, e il più delle volte si rivolgevano a un pubblico inevitabilmente più naif dell'attuale. Ciò che poteva andar bene negli anni '50 potrebbe stridere un po' nel ventunesimo secolo ormai - ahinoi - inoltrato... Se ben interpreto il tuo pensiero, dico che non sono d'accordo. E' giusto che Mauro se ne preoccupi, invece. Mi è parso ingeneroso - lo dico francamente - l'aggettivo "offensivo" rivolto a Letizia, i cui commenti nel forum sono sempre semi-seri ma mai offensivi. A meno che Mauro, dicendo "siete offensivi" al plurale, non ce l'avessi anche con me, che poco prima avevo scritto che era importante che voi autori faceste attenzione a certi aspetti, perché ci vuol poco a trasformare il nostro eroe preferito in un "impostore": forse è solo una mia "coda di paglia", ma ho pensato che potessi avercela anche con me perché nel messaggio di Letizia non avevo ravvisato nulla di offensivo, mentre nel mio ho utilizzato il concetto dell'impostura che è un po' forte e senz'altro ingeneroso. Se così fosse, chiedo scusa per un termine esagerato e non consono; a mia discolpa, dico che quando una storia usa scorciatoie evidenti o non tiene conto di elementi importanti (quale può essere quello di una voce maschile-femminile), mi sento un po' "truffato" dall'autore. Dico ciò per giustificare il mio post, consapevole che magari Mauro neanche pensavi a me quando hai utilizzato il termine "offensivo" (ma se eri rivolto alla sola Letizia, allora hai preso un granchio, non è stata offensiva la lady del forum...). Il mio post peraltro era una considerazione "in generale", visto che ancora non avevo letto l'albo di questo mese. L'ho letto stamattina e posso dirne un gran bene, nonostante la presenza indigesta di King Kong. Albo che fila bene, interessante, con un bel giallo circa l'identità del personaggio misterioso che si cela dietro la maschera. Il dottore e sua figlia, mooolto circospetti, cosa c'entrano in tutto questo? Ci sarà dietro la figlia di Satania, come sembra suggerire la presenza del novello Gombo? O il Principe Sumankan, data la presenza dei sicari malesi? E che fine ha fatto Mac Parland (la cui vicenda mi ricorda quella del capo della polizia di Frisco ne La Congiura?). Quando un albo diverte, intriga, incuriosisce e si legge bene, cos'altro chiedere? Vabbé dai, sospesione dell'incredulità accordata
  21. Leo

    [705/707] La maschera di Cera

    È così. Gli appassionati sono rompiballe per definizione, e male sarebbe se così non fosse. So che per il trono di spade (mi pare) i fan hanno chiesto un'altra conclusione ed è quasi scoppiata la rivolta armata; per un anime in onda su Netflix, la stessa Netflix ha dovuto eliminare l'audio in italiano dopo che i fan inferociti hanno rimproverato al doppiaggio italiano di aver chiamato "angeli" delle creature che invece si chiamano "apostoli". Voi, caro Mauro, non fate nulla di serio, ma siete obbligati a farlo in modo serio. E in definitiva non c'è niente di più serio delle passioni della gente, che' la gente ha un bisogno feroce di evadere, di visitare altri mondi col pensiero, di aggrapparsi all'amico virtuale ed eroe di turno, che si chiami Tex Willer o Uomo Ragno o Paperino. O di aggrapparsi ad un ideale spesso malinteso, qual è quello delle squadre di calcio idolatrate oltre ogni debita razionalità (e parla un grande tifoso del Milan). Ma se l'eroe, o la storia in cui esso si muove, non è credibile, o è fallace, ecco che l'eroe diventa un impostore, e l'appassionato si incacchia. Altro che rompiballe!
  22. Leo

    [Texone N. 34] Doc!

    Per me tra i migliori ci sono Fiamme sull'Arizona e La Grande Rapina, due veri e propri film entrambi molto western (il secondo è poi impreziosito dai disegni di un Ortiz spaventosamente ispirato). Poi c'è L'Uomo di Atlanta, con i disegni poco texiani ma per me indimenticabili di Jordi Bernet (peraltro anche questa è una storia che ha a che fare con la Guerra Civile, come L'ultimo ribelle, che a quanto ho capito ti è piaciuta). Poi consiglierei Sangue sul Colorado, storia con bei personaggi illustrata splendidamente dal grande Ivo Milazzo. I texoni sopra citati sono tutti di Nizzi e a mio parere sono tutti bellissimi. Tra quelli di Boselli segnalo Gli Assassini, con un co-protagonista notevole, e La cavalcata del morto, illustrata magnificamente da Civitelli. Anche quella dello scorso anno, I ranger di Finnegan, merita. Discorso a parte Il Magnifico Fuorilegge, sempre di Boselli stavolta in coppia con Andreucci, un capolavoro che può considerarsi il precursore della collana oggi in edicola Texwiller incentrata sulle avventure del "giovane fuorilegge", che ti consiglio caldamente. Infine, ti segnalo Verso l'Oregon, unica comparsata - molto felice a mio modo di vedere - di Manfredi sui texoni. Mi scuso con tutti per l'OT
  23. Leo

    [Texone N. 34] Doc!

    Tra detestare e disprezzare, in termini pratici, non ci vedo una grossa differenza. Mitchell lo hai inquadrato bene: è un folle, ossessionato da un uomo che probabilmente ammira e al contempo odia. E forse lo odia proprio perché è consapevole che Sophie, la ragazza nera che gli aveva fatto perdere la testa generando un corto circuito nella sua mente bacata di razzista (Doc alla fine dice che "non poteva ammetterlo neanche con se stesso"), è invece innamorata di Doc. Da qui un odio quasi inconsapevole ma inestinguibile, sopito dall'amicizia ma riesploso a causa del rancore per l'abbandono di Doc. Il rancore è stato il vero detonatore di un'esplosione di odio e follia che hanno portato mitchell a fare ciò che ha fatto. Il rancore, e quel sentimento morboso, tormentato e represso, di cui probabilmente si vergognava pure, provato per quella bambinaia nera che non lo corrispondeva. In effetti, a un'analisi "psicologica" più approfondita, è un gran bel personaggio, Mitchell. E a chi pensa che queste elucubrazioni siano esagerate, e che Tex non è un trattato di psicologia, e che è un western fatto di elementi semplici come voleva il suo creatore, rispondo: avete ragione in generale, ma anche in questo caso (come anche nel caso del co-protagonista del numero 695, per cui venni accusato di ricamarci troppo sopra), è lo stesso autore a suggerire quanto detto sopra, con la frase mormorata dal morente Doc sulle ragioni che hanno mosso Mitchell, e sul fatto che non poteva ammetterle...
  24. Leo

    [Texone N. 34] Doc!

    Ecco il link
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