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TWF - Tex Willer Forum

Leo

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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    I personaggi grigi di Claudio Nizzi

    Leslie era un fanatico, uno che per la causa confederata avrebbe sacrificato anche sé stesso. Tex per lui era una spia nordista che si muoveva in territorio confederato, non dimenticarlo. Leslie è un buono a tutto tondo, per me è l'unica lettura possibile del personaggio. Forse sì. Ma nella storia di Nizzi Barbanera sta dalla parte dei nostri sin da subito. Non lo considererei tra i grigi. Sulle altre storie, come ho detto ne dubito, ma se saprai smentirmi ne sarò felice
  2. Leo

    [416/418] Cercatori Di Piste

    Non sono d'accordo. Finn è un malvagio, ma la caratterizzazione psicologica che ne fa Boselli nel flashback può farlo annoverare - con un po' di buona volontà - tra i grigi. Bos è un appassionato dell'Irlanda e della sua storia. Me lo ha detto lui in un'intervista per un articolo sul TWM. Il mio viaggio in Irlanda di ormai tredici anni fa lo devo alla passione che Bos ha saputo ispirarmi tramite la Banda degli Irlandesi.
  3. Leo

    I personaggi grigi di Claudio Nizzi

    In numerose interviste, Nizzi ha ripetuto sempre lo stesso concetto, e cioè che un autore chiamato a gestire un personaggio non suo deve fare un bagno di umiltà e conformarsi allo stile e alla sintassi del medesimo personaggio, senza stravolgimenti o personalismi. Ha rimproverato spesso ai nuovi sceneggiatori di non seguire l’ineludibile modello di Tex, che è quello del suo creatore. In un’intervista a Ubc, ha affermato che "nelle sceneggiature di G. L. Bonelli, come nelle mie (ma anche in quelle di Sergio Bonelli), Tex è assolutamente centrale nella storia. È lui il protagonista indiscusso. Tutto gira attorno a lui, anche i cattivi. Tex è la colonna portante della narrazione. È chiaro che se riesci a mettere Tex in un angolo, puoi sviluppare in maniera molto più approfondita le vicende dei co-protagonisti, e se queste vicende sono interessanti o commoventi, la storia può risultare più intrigante. Ma, ripeto, è un gioco pericoloso ”. E poi: "Il mondo di Tex è sempre stato manicheo. Quello che è bianco è bianco, quello che è nero è nero: Tex di fronte al grigio resta spiazzato, non sa cosa fare. Non è psicologicamente costruito per affrontare il grigio”. Questa è la poetica di Claudio Nizzi. Sarebbe interessante capire a quali alludi, perché io non ne ricordo così tanti. In realtà credo che ci si debba sforzare un po' di più per rendere l'idea di "grigio": ad esempio, i due cugini Walcott, protagonisti della storia più "grigia" propostaci da Nizzi (non a caso Tex ci si arrovella per anni, proprio perché non è psicologicamente costruito per affrontare il grigio), sono anch'essi personaggi grigi, oppure no? Per tutta la storia i sospetti si appuntano su di essi, si potrebbe pensare che il colpevole della sparizione dell'oro sia Leslie, poi John, poi di nuovo non ci si capisce più nulla. Ma essi alla fine si rivelano dei buoni a tutto tondo. Non possono definirsi "grigi". Ancora, e per fare un esempio opposto: Macready de "I delitti del lago ghiacciato", che il lettore crede un buono per tutta la storia, può definirsi un personaggio grigio? No, lui è un cattivo e basta. E la ragazza de La locanda dei fantasmi? Non è grigia, essa è noir, con problemi psichici, alla Psyco appunto. Barbanera, come ha detto Barbanera (scusate il gioco di parole), è più un simpatico canaglione, che non un personaggio veramente grigio. Galindez è un traditore. Chi resta? Sempre Nizzi, nel libro di Guarino, afferma: "nelle sceneggiature di Boselli certi cattivi non sono del tutto cattivi, talvolta si ravvedono, Tex non sempre è al centro della scena...i personaggi sono troppo numerosi e si possono confondere, il lettore rischia di perdere il filo. Nella stragande maggioranza i fan di Tex non hanno una grande cultura fumettistica. Lo zoccolo duro dei lettori non è quello di chi frequenta le mostre dei fumetti e partecipa ai forum su internet ( ), ma di quelli che leggono Tex con la semplicità con cui le donne di una volta leggevano i fotoromanzi del Grand Hotel. Tex viene letto con l'innocenza e l'incultura fumettistica con cui lo si leggeva nel 1948". Non so se Nizzi abbia ragione, se questo è davvero il fedele ritratto del lettore medio di Tex; fatto sta che, essendo io uno che partecipa ai forum ( ), sono più contento delle storie boselliane che di quelle nizziane. Faccio davvero fatica ad individuare un grigio (un vero grigio) nizziano. Chi resta, dicevo prima? Ebbene, io credo che si debba distinguere tra serie regolare e Texone, perché Nizzi è in quest'ultima collana che scioglie un po' le briglie della sua fantasia e si slega dai lacci che si auto-impone sulla regolare. Sul Texone abbiamo secondo me i suoi personaggi grigi più riusciti: - il figlio di Sutter de La Valle del Terrore (storia bella ma tuttavia riuscita in parte) - la bellissima Lola Dixieland de L'Uomo di Atlanta: il primo dei grandi personaggi grigi dei Texoni - Jesus Zane de L'Ultima Frontiera, un gran cattivo che però diventa tale per il vissuto violento in età giovanile - il vecchio ranchero di Sangue sul Colorado, che non è mai veramente un cattivo (il cattivo è infatti il figlio) - lo splendido Freemont de L'Ultimo Ribelle: qualche tempo fa, Ymalpas ha scritto che Nizzi non andava fiero di questa storia. Io non so da dove Ym abbia attinto l'informazione; so però di essere totalmente in disaccordo con l'autore dell'affermazione, anche se esso fosse lo stesso Nizzi. Per me questo è uno dei più bei texoni dell'autore modenese e forse il Capitano sudista è il suo personaggio grigio più riuscito. - il personaggio del Predicatore de I Predatori del Deserto, texone per me molto sottovalutato (alcuni lo reputano una copia di Una ballata del mare salato, ma lo stesso Nizzi ha spiegato essere invece solo un omaggio a quella che ritiene la più bella storia a fumetti mai pubblicata). Vedete bene insomma quanti personaggi grigi nei Texoni, probabilmente più di quanti possano riscontrarsene nella regolare. Chi troviamo, infatti, nella regolare? - l'amico di Kit Willer de I Lupi del Colorado (storia per nulla riuscita, a mio modo di vedere) - il vilain de La Maschera dell'Orrore, storia indubbiamente bella - il cattivo dell'ottima storia breve Pioggia - la donna di Walker in Puerta del Diablo (storia che peraltro all'epoca apprezzai tantissimo; essa fu scritta in collaborazione con il ghost writer Mauro Traversa in qualità di soggettista in incognito). Non ne ricordo altri, a meno che, come ho detto in premessa, non si debbano considerare grigi anche i cugini Walcott, personaggi non grigi di una storia, essa sì, grigia. Ma se anche facessimo questo sforzo, non credo che troveremmo molti altri casi (sarò felice se mi smentirete). In conclusione, non sono d'accordo con gli enunciati di Nizzi da me riportati in questo post. Se avesse voluto proporre più personaggi grigi, probabilmente la saga ne avrebbe giovato. Il calore dei personaggi grigi boselliani ha mantenuto alta la qualità della collana e la capacità della stessa di attrarre vecchi e nuovi lettori. Per dire, senza Boselli io avrei abbandonato Tex da tempo, proprio dal periodo della crisi di Nizzi, il cui nome sul tamburino alle volte mi faceva venire i nervi (perché speravo di trovarci "Boselli"). Nizzi non era sceneggiatore per personaggi grigi. Quelli che ci ha dato sono buoni, segno che li aveva anche nelle corde, ma non aveva la volontà di proporli .
  4. Leo

    I personaggi grigi di Claudio Nizzi

    Bella discussione. Qualche anno fa, scrissi un articolo sul Twm su Fuga da Anderville, in cui mi soffermavo proprio su questo aspetto. Non appena rientro da lavoro, andrò a recuperare il Twm e a ripescarne alcuni stralci, che possono dare un contributo a questo bel Topic
  5. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Guarda, il fatto che indaghino, parlino e non sparino a me va benissimo, soprattutto in un'avventura di quattro albi. Forse non sono stato chiaro, ma il ritmo che ho definito "dilatato" a me è piaciuto molto; preferisco questo tipo di storie a quelle fatte da tanti bang bang. Un'altra simile che mi viene in mente è I Giustizieri di Vegas. Quando ti accusano, anche qui, di "verbosita'", non mi trovano quasi mai d'accordo. Quindi, continua così! Sulla tazza di caffè, Letizia ha già spiegato che era solo un'iperbole, senza alcuna accezione negativa. Quoto ogni singola parola
  6. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Ken Parker credo sia uno degli esiti più alti della letteratura mondiale. Mescola terra e cielo, prosa e poesia, abiezione e grandezza. Il tutto in uno stile "verista", alla Verga, antieroico, antiepico, solo vero. Penso non si discosti molto dalla storia del West di D'Antonio. È una delle opere che mi ha emozionato di più in assoluto.
  7. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Ahimè pecos, la storia del West no. È uno dei miei crucci, sto aspettando una qualche ristampa, non saprei come altro recuperarla, anzi se avete suggerimenti sono ben accetti. Di Magico Vento ho letto tanti episodi, ma confesso che non amo le storie inverosimili, e questo mi ha spesso allontanato dal fumetto di Manfredi. Lo so che può sembrare paradossale per uno che ha amato - e tanto - Dylan Dog, ma mentre l'elemento horror non mi disturbava nella grigia Londra, non amavo vederlo molto nel West. Per la stessa ragione mi torna indigesto Zagor (ovviamente so che i due fumetti sono incomparabili, per tante ragioni).
  8. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Non è una questione di soldi. Oggi non lesino risorse sulle mie passioni. Il problema è che, crescendo, ho capito di non amare la fantascienza (e qui se ne va un bel numero di fumetti americani), mentre con Zagor e Diabolik non ho mai avuto feeling, neanche quando li leggevo, appunto perché gratis. Dylan Dog l'ho perso strada facendo, perché lo ritengo il pallidissimo ricordo di quello che era e che ha rappresentato per me , mentre altri fumetti che oggi comprerei anche a costi elevati non li fanno più, come Ken Parker e Mister No. Non sono appassionato del medium fumetto; sono appassionato di ogni forma di parto della fantasia, dai fumetti ai romanzi, dalle serie televisive ai film. Non mi importa il mezzo con cui le storie vengono veicolate, mi importano invece i temi. Se un tema mi affascina, tendo a leggerlo, sotto forma di fumetto o romanzo, o a vederlo, sotto forma di serie o film. Ad esempio, Le Storie lo compro spesso, a seconda del tema proposto di volta in volta. In conclusione, non è che vivo di solo Tex; vivo di sole passioni, quale che sia il medium con cui mi vengono proposte. Nella presentazione del numero zero, "Due Manifesti", Boselli spiega che il nome prende spunto dagli avvisi di taglia che in quel periodo, nel Sudovest, recavano il nome di Tex Willer. Non credo quindi che dietro ci sia un tentativo di umanizzazione; si tratta di un puro rimando alle vecchie avventure. A questo proposito, vorrei fare i miei più grandi complimenti a Mauro per l'introduzione "Due Manifesti": un pezzo di prosa che, nella sua linearità, mi è piaciuto davvero tanto. Troppe volte ho letto prefazioni o editoriali scialbi o non interessanti. Invece il numero zero parte bene già dalla prefazione. Un giovane e aitante ranger, con un pizzico di indecisione, guarda due manifesti in una ghost town. Non sappiamo cosa farà lui, ma sappiamo cosa faremo noi, che non abbiamo una precisa missione affidataci da Marshall. Veramente un gran bel pezzo, questo e l'altro, "Quando il West era giovane", il cui ritmo galoppante sortisce l'effetto voluto di far salire l'adrenalina e moltiplicare le aspettative... Beh, nell'ultima storia i ritmi sono abbastanza dilatati, soprattutto dall'arrivo a Manhattan in poi. Ma anche queste scene, talvolta, vanno fatte. A me tutta la parte in città, con il teatrino del vecchio Carson in albergo è piaciuta un casino.
  9. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Ma anch'io lo sono. Non vedo l'ora di leggerlo
  10. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Io non condivido i tuoi timori. Borden ha già dimostrato di saper replicare i ritmi serrati di Bonelli ma con una scrittura moderna. Hai dimenticato Il Magnifico Fuorilegge? Il fatto che salterà su e giù da cavallo non vuol dire che le trame siano solo movimentate. Non siamo più negli anni '40, lo stile forse sarà un po' vintage, ma vedrai che la scrittura sarà in linea con le esigenze del lettore del 2018. Io credo e spero che anche nella nuova serie Borden mantenga queste sue peculiarità, che qui hai ben riassunto. solo "niente male"? Speravo meglio...
  11. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Sono letteralmente cresciuto in un'edicola, di proprietà di una zia di mia madre che per me è stata una seconda nonna. Ho letto di tutto, Topolino, Tex, Dylan Dog, Zagor, Mister No, L'Uomo ragno, Alan Ford, Diabolik, ecc. Li leggevo aggratis, capirete bene che potevo leggere tutto. Eppure, ho abbandonato tutto, restando ancorato al solo Tex. A differenza di te, ripongo le più alte aspettative nella nuova serie; soprattutto, da dove hai tratto l'idea che sia scritta in maniera "adolescenziale"? Conoscendo Borden, mi aspetto un prodotto del tutto diverso da quello da te immaginato...
  12. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Me lo chiedo anch'io. Aspetto l'espulsione dai moderatori
  13. Leo

    Galleria Di Luca Vannini

    Allora, Ken mi sembra tutto fuorché morto...ha la faccia distesa e beata mentre un harem di donne lo sta massaggiando con unguenti profumati...e infatti anche loro sorridono... E poi, sappiamo che Ken muore a sessant'anni... Su Tex: non so perché si sia divertito a ritrarlo defunto, ma il fatto stesso che a farne le onoranze funebri sia Ken testimonia che il mio desidero di team up è esteso a tutti i livelli, anche all'interno dello staff Bonelli
  14. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Io non l'ho acquistato. Del collezionismo non me ne frega nulla, guardo solo al contenuto, alle storie. Oggi l'Avvocato Monni ha detto che non ricordare Giungla Crudele o Il Tiranno dell'Isola è imperdonabile per un texiano (e ha ragione, sia chiaro), e ora scopro che ho quest'altra macchia. A quando la mia cacciata dal forum?
  15. Leo

    Il volto di... Tex!

    Non è molto texiano, ma non è malaccio...
  16. Leo

    [676-677] Il ragazzo rapito

    Io purtroppo continuo ad averlo pessimo. Qualche giorno fa, Bob Rock mi accusò (con simpatia) di aver sovra-interpretato L'Ultima Vendetta. Ebbene, il commento di Texfanatico è nel solco di quel mio post bonariamente contestato: Sono d'accordo che il bello di fumetti e libri sia anche questo, ma devo ammettere che qui mi sento tanto "Bob Rock", nel senso che a me pare che la tua lettura degli eventi sia nettamente più bella dell'originale propinatoci da Faraci; per parafrasare il suddetto Bob, se l'avessi scritta tu la storia avresti fatto meglio dello stesso autore A parte gli scherzi, io di questa storia ricordo delle spaventose voragini narrative; soprattutto, per me durante lo svolgersi della trama non deve MAI vedersi l'autore. Se la vicenda fila, l'autore diventa invisibile; se invece non funziona, ecco che l'autore si materializza, diventa esso stesso un personaggio (negativo), come quando "organizza l'appuntamento" affinché buoni e cattivi si incontrino nel finale di questa storia per la resa dei conti. Non c'era nessuna logica in quell'incontro-scontro finale, se non quella dell'autore che doveva fare andare avanti la storia, come illogico era anche il desiderio di vendetta di Bowen, motore (!) della storia. Secondo me, Texfan, eri proprio in crisi di astinenza texiana Riconosco però che la lettura non fu malvagia, e che io sono un insopportabile pignolo. L'ho già detto, è il mio modo di leggere, non è bello essere un talebano ma d'altro canto posso assicurare che, se quando una storia non mi piace arrivo veramente a detestarla (come in questo caso), quando invece ne apprezzo una la goduria sale all'ennesima potenza. Per quanto la tua lettura sia bella (ma per me non convincente), la parte che più mi è piaciuta del tuo post è la seguente: Non scrivevi sulle storie da tanto; ti do ufficialmente il bentornato non solo come Admin ma anche come utente commentatore
  17. Leo

    Il volto di... Tex!

    Questa tua osservazione mi induce a riflettere... Come ho già detto, penso che il mio disegnatore preferito, e il mio Tex preferito, sia quello di Villa, eppure se penso a Tex il primo volto che mi viene in mente è quello di Ticci: può essere che, inconsciamente, anch'io sia influenzato dalla mia prima storia (che è stata La leggenda della vecchia missione)? Certo, tu dici Galep, che era molto più frequente nei tuoi primi anni rispetto a Ticci nei miei, quindi tu sei più legittimato di me a sentirti influenzato dal periodo delle origini della tua texianita'. Io molto meno, con Ticci, però non posso escludere che, a livello subliminale, la prima lettura non abbia inciso anche su di me. Insomma, il Villa de L'uomo senza passato a mio parere è l'esito grafico più alto mai raggiunto nella saga, però per me Tex e Carson hanno e avranno sempre il sorriso spavaldo del grande disegnatore toscano. Ed è un po' strano che l'interprete che io reputo il migliore non coincida poi con la scelta finale: segno che, in queste considerazioni, entrano in ballo altri fattori, che vanno al di là del puro gusto o della razionalità.
  18. Leo

    Il volto di... Tex!

    Riprendo questo post perché mi piacerebbe che rispondeste a questa domanda: quale volto associate immediatamente a Tex? Se improvvisamente, durante la giornata, vi capita di pensare a Tex o di parlare di Tex, quale fisionomia vi viene in mente per prima? Insomma, se non state troppo a pensarci su, qual è il vostro Tex? E il vostro Carson? Personalmente, sarei indeciso tra il Tex di Galep e quelli di Ticci, Letteri e Villa. Non parlo - ribadisco - delle mie preferenze sul disegnatore, ma del solo viso, di Tex e anche di Carson. Delle loro fisionomie. Alla fine, io credo di preferire - su tutti - Villa, ma il mio Tex (e anche il mio Carson) penso sia quello di Ticci. Voi che ne pensate?
  19. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    No, no, mi sembrava di aver fatto gol
  20. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    No, figurati Bob, nessun peccato mortale. Anzi, grazie per la stima Grazie, pards, lieto che il commento vi sia piaciuto. Soprattutto, approfitto dell'assist di virgin per ribadire che a mio parere non ho "sovrainterpretato" nulla.
  21. Leo

    La biografia di Tex

    Vabbé, mi rassegnerò . Ricercato per tre volte? Non era solo per due?
  22. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Grazie. Senz'altro aveva agito a livello inconscio. Devo dire la verità: io sono un lettore molto pignolo. Spesso rimprovero agli autori aspetti minimali che non riesco a digerire facilmente. Sono fatto così. Ma francamente, in diversi anni di militanza comune nel forum, non ho mai avuto l'impressione che tu sia un "lettore decisamente superficiale"... Bob, questa non l'ho capita. Non è che sto continuando a "trovare elementi di interesse nel comportamento di Keegan giustificando ogni suo comportamento". Il discorso è più semplice: tu dici che è un personaggio non riuscito; io invece l'ho trovato felicissimo e ho riportato, punto per punto, gli indizi che Borden ha disseminato durante la narrazione per tratteggiarne gli aspetti caratteriali. Non giustifico niente, espongo quello che mi è piaciuto. A me Keegan è piaciuto, che cce posso fà? Ma questo non significa che io voglia convincerti che Borden "non possa sbagliare un personaggio": dove l'avrei detto? Ho detto che questo mi è piaciuto, ti pare la stessa cosa? Sono un estimatore di Borden, un grande estimatore. Mauro, lo dico pubblicamente, per me sei un mito. Ma, proprio per l'"affetto" e la stima che gli porto, non mi perito di dire quello che non mi va: tu citi Lupe, dicendo che il personaggio del marito è banale? No, caro Bob, io rilancio, per me l'intero secondo albo di Lupe è sbagliato. Profondamente. Non ti dico quanto ho detestato lo spreco di un bel personaggio come il Tenente Parkman, quando nella storia che doveva riscattarlo si macchia di una strage di indiani indifesi. Non parliamo di Hamatsa, o dell'"eccellente" Espectro, personaggio senza motivazioni né storia né nulla. E posso continuare. Non ho problemi a dire che Borden sbagli i personaggi, accade anche a lui (di rado), quindi non posso essere accusato di piaggeria. A me Keegan è piaciuto, punto. E quelle sono le MIE motivazioni, non voglio convincere nessuno. Per me gli indizi c'erano, e li ho letti in quel modo. Non te la prendere, Bob. Borden sta solo difendendo il suo punto di vista, e il suo lavoro. Per la storia "Gli Schiavisti" avemmo un "piccolo" diverbio perché io lamentavo l'assurdità del personaggio di Espectro, uccisore di indiani senza alcuna motivazione. Forse Espectro, insieme con Hamatsa, è il peggior personaggio - a parer mio - generato dalla penna di Boselli. Lui mi rispose che Espectro era in perfetto stile GLB, che non c'era bisogno che le motivazioni fossero spiegate o rese evidenti, ecc.ecc. Io lo "rimproverai" (bonariamente, s'intende) dicendo che non eravamo più ai tempi di GLB, che i lettori di oggi sono molto più esigenti, e che il principale responsabile di queste accresciute pretese era proprio lui, che in Tex aveva introdotto i suoi grandi comprimari. Fu una chiacchierata "movimentata", ma non per questo abbiamo tirato in ballo il diritto di critica
  23. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Non l'ho studiata né ho mai letto alcun libro di psicanalisi, però penso di essere un soggetto da psicanalizzare, da tanti punti di vista (e non sto scherzando) Grazie per l'"eccellente", ma la mia disamina credo non abbia nulla di originale. E' quello che tra le righe hanno voluto farci leggere sia Borden che Ticci (Ticci è importante quanto Borden, in questo caso: ci torno dopo). Se leggi i miei topic a questa storia, io ne sono stato veramente, sinceramente, entusiasta. Per la storia e per lo splendido personaggio di Keegan, che mi appare del tutto diverso da quello che tu tratteggi così: Ciò che mi ha portato a dare quell'interpretazione di Keegan sono gli indizi disseminati lungo tutta la storia. Questo è quello che scrivevo qualche post fa: Contraddittorio, ma non un verme. Keegan è un personaggio umanissimo, a cui Boselli vuol bene. Anche Wasted lo aveva definito "lurido", e io gli ho risposto che era solo un debole. Un uomo che "ci parla" (come dice Occhi): un eroe del rodeo, acclamato da tutti, che a un certo punto si vede sistematicamente sconfitto. Dovunque vada, quando prima acclamavano lui, ora lo danno per finito, perché c'è quel Tex. E' amareggiato, si dà all'alcool. Un incidente lo mette fuori gioco per sempre dall'unico lavoro che sa fare, e a salvargli la vita è proprio l'uomo causa di tutta quell'amarezza. Non sa perdere, dice Don Fabio, ed è vero. E' pieno di risentimento e amarezza. Più tardi, tempo dopo, a lui, alcolizzato e disoccupato, gli offrono un bel mucchio di soldi per aiutare la legge a riacciuffare il criminale Tex. Un uomo che nel frattempo ha ucciso degli uomini, è braccato dalla giustizia. Proprio l'uomo che, indirettamente, gli aveva rovinato la vita. E ora ha la possibilità di una sorta di rivalsa, per giunta dietro pagamento di lauto corrispettivo e facendo un favore alla legge (Mallory è uno sceriffo, e Keegan chiede a Coffin garanzie di legalità nell'operazione). Nel prosieguo, Keegan si rende conto che in realtà sta partecipando ad un vero e proprio agguato ai danni del suo ex rivale, ma non riesce a sottrarvisi, ormai è in ballo, ha bisogno di quei soldi, e Tex è un assassino. Ed è anche quello che indirettamente lo ha portato alla rovina. C'è un processo interiore che si svolge nell'animo di Keegan. Boselli non lo fa vedere, ma lo rende evidente con le azioni successive di Moss: alla fine scarica i suoi "datori di lavoro" e salva Tex. Per questo dico che Keegan è un personaggio strutturato, pur nella brevità dello spazio consentito. Per questo ho applaudito Boselli e la sua bravura. E ha ragione Occhi nella Notte a dire che ci parla, perché le sue contraddizioni, la sua meschinità, la sua redenzione, sono deliziosamente umane. Bravo Mauro! Parlo di processo interiore, parlo di Keegan come personaggio strutturato. Dico anche che "Boselli non lo fa vedere, ma lo rende evidente con le azioni successive di Moss". Ebbene, ho sbagliato: Borden lo rende evidente non solo con le azioni successive, ma anche con i tanti indizi: 1) quando Keegan scaccia via in malo modo Tex, il commento del ranger durante il racconto ai pards è: "era pieno di amarezza; in fondo mi sembrò comprensibile". Tex lo ricorda come un uomo amareggiato, e in qualche modo ne capiva i motivi. Non c'è malanimo, da parte di Tex, e Tex è un buon giudice di uomini. 2) l'incontro con Coffin. Quando questi, meschinamente, gli ricorda che fu Tex a far bere Keegan la sera prima della gara, Keegan protesta: "Tex Willer? Ma fu lui a salvarmi la vita", e quando Coffin, suadente e persuasore, gli sussurra che la sua disgrazia dipendeva da Tex, e che da quel giorno Keegan pensava alla vendetta, quest'ultimo lo interrompe bruscamente, urlando: "che cosa vuoi da me?" Lo interrompe, e bruscamente: segno che Coffin ha toccato un nervo scoperto. Keegan ce l'ha ancora con Tex, ma prova stizza a sentirselo dire. Sa che il suo sentimento negativo è mal riposto, e infatti un secondo prima aveva protestato l'innocenza di Tex, che anzi gli aveva salvato la vita. E' eloquente, questa scena. E' parlante, Keegan è un uomo combattuto, un relitto rovinato da un uomo nei confronti del quale vuole vendicarsi ma che non riesce ad odiare sino in fondo. 3) l'incontro con lo sceriffo Mallory. Una canaglia direbbe: "vi porto io da quel bastardo di Tex". E invece Keegan tiene il seguente sermone: "io, se Tex è un assassino, è giusto che venga arrestato, consegnato alla giustizia. Deve essere processato per i suoi delitti, non per quello che ha fatto a me. Non voglio vendicarmi, ma collaborare con la legge". Un vero e proprio discorso, in cui parla di giustizia, di giusti processi, di assenza da parte sua di desideri di vendetta. A chi fa questo discorso, Keegan? A Mallory? A Coffin? Sì, certo. Ma soprattutto lo fa a sé stesso, è del tutto evidente. E Borden lo fa a noi lettori; ci dice: attenti, questo è un povero Cristo, sta cercando di trovare alibi con sé stesso pur di autorizzarsi a compiere un'azione contro l'uomo che gli ha salvato la vita. Si sta auto-convincendo che Tex è un criminale, e che lui renderà solo un servigio alla giustizia, se contribuirà al suo arresto. Questo ci sta dicendo, Borden, con il sermone fatto pronunciare a Keegan a beneficio soprattutto di sé stesso. Inoltre, Keegan chiede a Coffin rassicurazioni sul fatto che l'azione sarebbe rimasta entro i confini della legge. Perché un bastardo dovrebbe chiedere queste rassicurazioni? Perché tutti questi dubbi? La verità è che Keegan non è una canaglia, ed è Borden a dircelo, a farcelo capire, da subito, con gli indizi di cui sopra. 4) la storia che Keegan racconta a Tex sul fatto che Mallory vuole costituirsi: Tex non ci crede nemmeno per un istante, ma un uomo più ingenuo e per di più versante in uno stato di estremo bisogno è meno accorto, meno furbo, tiene la guardia abbassata. Può benissimo averci creduto, alla storiella di Coffin e Mallory, ma con delle riserve. Riserve che saranno decisive per il finale. 5) Ticci. Conosco Ticci in tutte le sue sfaccettature, e solitamente alle canaglie conferisce un sorriso maligno da faina che Keegan non ha mai avuto. Non sottovalutate l'aspetto grafico, non pensate che non sia importante. Ticci non dipinge mai su Keegan la tipica smorfia da bastardo che solitamente l'artista senese riserva ai malvagi. Esattamente. Quelli di Borden sono indizi, non spiegoni. Ti fa intuire, ma poi il lettore si fa delle domande, e si dà delle risposte. Indotte dall'autore, in modo sottile e quasi invisibile, ma indubbiamente indotte dall'autore. Borden, in verità, non è un grande baro. Dissemina sempre le storie di indizi. Solo un suo personaggio, per me, è stato un pugno nello stomaco: "il caro, vecchio Ray"...
  24. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Direi di no, che non è la stessa cosa. Sfumature, anche qui. Ma a furia di sfumature, rischiamo di sfumare nell'OT
  25. Leo

    Nuova collana con il Corriere della Sera

    Questi sono gli aspetti peggiori della collana. Purtroppo entrambi voluti, credo. Minimo sforzo per le copertine (davvero molto, molto scialbe) e massimo guadagno in termini di albi venduti: ad esempio, io, per avere Gli Invincibili, ho dovuto comprare quattro albi!
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