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TWF - Tex Willer Forum

Leo

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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Sì, e ha fatto un bel lavoro, ma il fascino del Carson del mio avatar penso sia insuperabile. La ritengo l'immagine più suggestiva e il miglior Carson dell'intera saga.
  2. Leo

    [Tex Willer N. 0]

    Felicissimo che il protagonista della copertina del numero zero sia quel bel ragazzo con baffo e pizzetto neri...
  3. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Ottima sintesi! D'accordissimo anche su questo. Se penso che per anni la storia più bella di Tex è stata considerata El muerto, dove del Tex di GlB non c'è nemmeno l'ombra, mi viene da ridere (preciso che la storia piace tantissimo anche a me, come mi piace Il Giudice Maddox, altra storia con poco Tex). E poi contestano Boselli che, sia pure con il suo stile, propone un Tex fedele alla tradizione al 100%: semmai sono le trame ad essere diverse, a volte più profonde, alcune quasi liriche...ma non il personaggio.
  4. perché ha perso il cavallo; il capobanda sa che, nel deserto, senza cavallo, sei finito, né potevano affaticare un altro cavallo portando due corpi invece che uno. per fare in modo che la ferrovia devii il proprio percorso: la trama è proprio quella. a seguito di un'esplosione che lo travolge: la caduta da cavallo è proprio poca cosa... Per la verità non lo aiuta... Se Tex non si fosse svegliato e non gli avesse rifilato un pugno, chissà cosa ne avrebbe fatto, Gus, di Tex. Anche nel prosieguo, non saranno mai amici, ma solo temporanei alleati per sopravvivere insieme nel deserto... che sta cercando una pozza d'acqua, per questo sono lì. In effetti però qui concedo che ci sia una lieve forzatura, non un'incongruenza è l'ultima pagina, che non inficia per nulla sulla storia. Se ci pensi, potrebbe finire anche alla penultima pagina. L'ultima pagina è ininfluente, e comunque a me è piaciuta. Tutto questo per dire che non credo che quelle suddette siano incongruenze, ma scelte narrative, che possono piacere o meno. Finalmente siamo d'accordo, pard ;). E' meravigliosa! Non voglio fare l'avvocato d'ufficio di questa storia, ma ho letto anche il post di nk e lo commento: Non capisco l'osservazione. Tex ha fatto fuori due rapinatori e ne ha portato i cadaveri nel paese più vicino. Che c'è di strano? Per non sfiancare i cavalli, lo dice Tex. Ma l'elemento è del tutto ininfluente per il prosieguo. Qui c'è una "piccionata". D'accordo con te. Lo segue subito dopo la sepoltura in realtà. Questo è il punto che mi trova meno d'accordo. E se Carson fosse arrivato in paese da poco e non abbia voluto avventurarsi per il deserto di notte? Io sono stato positivamente sorpreso da Dixon, invece. In poche pagine, una storia densa. Non è poco. Mi piace la più piccola dimensione dell'astro. Tuttavia, non l'avrei fatto trasparente, ma avrei mantenuto l'idea originaria della copertina (l'astro si vede dietro Tex)
  5. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Non potrò rispondere compiutamente fino a stasera perché sono al cellulare e non so quotare e faccio fatica a scrivere. Dico solo che se Tex gliel'ha giurata, a maggior ragione dovrebbe lasciarlo uccidere. Tex è alla mercé dei suoi avversari, è finito. Senza keegan muore. Se keegan ha paura di Tex, lo lascia uccidere, o lo fa lui stesso, come potrebbe fare. Fine. Invece Keegan è un buono, e lo salva. E lo è dal momento in cui salva Tex, non da quando ormai è un vecchio storpio. Non ho capito il commento sul piattume delle storie: puoi spiegarlo meglio?
  6. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Leggendolo frettolosamente dal cellulare, il messaggio di Occhi nella Notte mi aveva divertito. Certo, è un messaggio ambiguo: ad esempio, il fatto che Keegan passi dall'inimicizia all' "arrendevolezza che si trasforma in resa incondizionata, nell'amicizia da bandiera bianca" la definisce l'"assurdità ultima". Per me è tutt'altro che assurdo. Spesso accade, nei fumetti come nella vita reale (ho esempi concreti), che da inimicizie iniziali che vedono prevalere l'uno sull'altro, si finisca col diventare amici, con il riconoscimento della superiorità da parte del "perdente". Proprio per questo, quando Occhi dice "Quanto ci parla Moss Keegan. Quante volte nella nostra vita incontriamo tipi da Tex", ritengo abbia ragione, ed è questo che mi ha divertito. Le sue conclusioni però paiono sbagliate anche a me: Esatto. Tex è Tex, vince perché è superiore, e vince lealmente. Qui sbaglia Occhi nella Notte, nessuno parteggia per Keegan. (a proposito, ciao Don Fabio, non ti leggevo da un po' ). Nello stesso commento in cui avevo definito il messaggio di Occhi nella Notte divertente, ho anche detto che questo suo post dimostrava la bontà del personaggio Keegan, che definisco "contraddittorio". Ymalpas, invece, dice: Contraddittorio, ma non un verme. Keegan è un personaggio umanissimo, a cui Boselli vuol bene. Anche Wasted lo aveva definito "lurido", e io gli ho risposto che era solo un debole. Un uomo che "ci parla" (come dice Occhi): un eroe del rodeo, acclamato da tutti, che a un certo punto si vede sistematicamente sconfitto. Dovunque vada, quando prima acclamavano lui, ora lo danno per finito, perché c'è quel Tex. E' amareggiato, si dà all'alcool. Un incidente lo mette fuori gioco per sempre dall'unico lavoro che sa fare, e a salvargli la vita è proprio l'uomo causa di tutta quell'amarezza. Non sa perdere, dice Don Fabio, ed è vero. E' pieno di risentimento e amarezza. Più tardi, tempo dopo, a lui, alcolizzato e disoccupato, gli offrono un bel mucchio di soldi per aiutare la legge a riacciuffare il criminale Tex. Un uomo che nel frattempo ha ucciso degli uomini, è braccato dalla giustizia. Proprio l'uomo che, indirettamente, gli aveva rovinato la vita. E ora ha la possibilità di una sorta di rivalsa, per giunta dietro pagamento di lauto corrispettivo e facendo un favore alla legge (Mallory è uno sceriffo, e Keegan chiede a Coffin garanzie di legalità nell'operazione). Nel prosieguo, Keegan si rende conto che in realtà sta partecipando ad un vero e proprio agguato ai danni del suo ex rivale, ma non riesce a sottrarvisi, ormai è in ballo, ha bisogno di quei soldi, e Tex è un assassino. Ed è anche quello che indirettamente lo ha portato alla rovina. C'è un processo interiore che si svolge nell'animo di Keegan. Boselli non lo fa vedere, ma lo rende evidente con le azioni successive di Moss: alla fine scarica i suoi "datori di lavoro" e salva Tex. Per questo dico che Keegan è un personaggio strutturato, pur nella brevità dello spazio consentito. Per questo ho applaudito Boselli e la sua bravura. E ha ragione Occhi nella Notte a dire che ci parla, perché le sue contraddizioni, la sua meschinità, la sua redenzione, sono deliziosamente umane. Bravo Mauro! Per questo dico che non ho dubbi che Boselli voglia bene a Keegan che, se dovesse tornare nella saga, sarà sempre nelle inequivocabili vesti dell'amico. Keegan è, ormai, un amico. Borden, dai, rispondici su questo punto.
  7. Leo

    Nizzi sta lavorando su 6 nuove storie lunghe...

    La cosa che non mi piacque fu la parte iniziale, quella della congiura: la trovai molto forzata e poco verosimile. La seconda parte era nettamente migliore, anche se c'era poco Tex. Comunque la rileggero'
  8. Leo

    Nizzi sta lavorando su 6 nuove storie lunghe...

    Concordo in tutto con Carlo circa la disamina sulle singole storie, non con la cronologia della decadenza. E condivido anche la fiducia sul futuro: spero che questo ottantenne ci riservi una sua nuova primavera di belle storie.
  9. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Sono al cellulare e non posso rispondere come vorrei, ma la disamina di Occhi della Notte, molto divertente, secondo me conferma la bontà della storia. Perché Moss è un gran bel personaggio, e il suo essere contraddittorio nasce proprio da quello che Tex rappresenta per lui (un vincente contro il perdente), anche se non risulta mai, a noi lettori, "francamente odioso".
  10. Leo

    Nizzi sta lavorando su 6 nuove storie lunghe...

    Rispondo ma poi finiamola perché altrimenti i moderatori ci rimproverano per l'OT (non è un topic su Nizzi, anche se il suo ritorno e le sue "storie in lavorazione" ci hanno consentito di parlarne). La storia di Custer non l'ho mai molto amata. Non la ritengo riuscitissima. Opinione personale, magari me la rileggerò.
  11. Leo

    Nizzi sta lavorando su 6 nuove storie lunghe...

    Beh, che si tratti di citazioni (scopiazzatura pare brutto), o di soggetti non suoi (ma le sceneggiature sì!), o di storie compresse in due albi e non in tre (ma comunque buone), si è trattato sempre di belle e corpose letture. E avevo dimenticato il Texone di Parlov, che però per me non è inferiore agli altri Texoni da me citati, Sangue sul Colorado, ma soprattutto L'Ultimo ribelle (molto molto bella) e L'Uomo di Atlanta. Se tornasse quel Nizzi, lo preferirei a Manfredi...Devo dire che, nonostante il suo periodo post 500, sarò contento di rileggere sul tamburino "Claudio Nizzi": il mio amore per Tex gli deve molto, e io sono un nostalgico...
  12. Leo

    Nizzi sta lavorando su 6 nuove storie lunghe...

    Manfredi su Tex non ha avuto un'esperienza significativa. L'ultima storia, di cui non ricordo nemmeno il nome, era illeggibile. La considerai all'epoca un vero infortunio: pasticciata, incoerente, se non marcatamente insensata. Per la serie regolare ha brillato soprattutto per "La grande sete" e per "Sei divise nella polvere". Il suo apice l'ha raggiunto col bellissimo Texone "Verso l'Oregon", che è ormai datato. Insomma, non so se essere contento o meno per il ritorno di Manfredi. Lo sono molto di più per il ritorno di Nizzi, il cui periodo infelice non può essere datato dopo il n.400, come hai fatto tu, Mister P. Lo trovo ingeneroso, francamente: storie come Delitto nel porto, Gli Uomini che uccisero Lincoln, Sangue sul Colorado, Il Presagio, La maschera dell'orrore, e capolavori come L'Uomo senza passato, L'Uomo di Atlanta, l'Ultimo ribelle, Le colline dei Sioux, vanno dal 400 al 500. In quel periodo - seppur con performance discontinue - il miglior Nizzi non aveva nulla da invidiare a Manfredi.
  13. Ma infatti io sono ben contento che Gus non si sia rivelato un personaggio luci e ombre e sia invece rimasto coerente con il bastardo che era. Quello che intendevo dire è che, in sole 46 pagine, Dixon ha saputo proporre un personaggio come Gus, sul quale il lettore, fino alla fine della storia, poteva porsi tutte le domande che ho posto prima (mi autoquoto): Se una storia riesce a destarti queste curiosità, ha colto nel segno. Sono d'accordo con te anche sulla rappresentazione cruda del West, della meschinità degli uomini e dell'"antiepica" morte di fuorilegge (Gus e gli altri) e amici (il giovane Vice-sceriffo). Certo, questi erano personaggi per un giorno, incomparabili con quell'autentico pugno nello stomaco che è stata la morte di Ken: lì i due autori sono stati crudeli oltre ogni limite, per quanto, al di là dell'esito tragico che può piacere o meno, anch'io debba ammettere che anche da una simile soluzione narrativa traspare l'autore di razza. Sì, ero giunto a questa conclusione. Ma il "click" solitamente nei fumetti indica che le pistole fanno cilecca, almeno così mi pare di ricordare. Comunque grazie per la risposta
  14. Leo

    Gli ottanta ruggenti.Auguri a Claudio Nizzi

    Beh, sarebbe indelicato da parte della SBE. Io gliene manderei una copia tutti i mesi. Sono contento che abbia continuato a leggerlo. Tex non è una sua creatura, ma lui è un suo padre adottivo.
  15. Leo

    Gli ottanta ruggenti.Auguri a Claudio Nizzi

    Sì, ma lui è un fior di professionista. Si sta rimettendo a scrivere Tex a ottant'anni: è vero che lo conosce come le sue tasche, ma gli ultimi dieci anni li ha vissuti, texianamente parlando, oppure no? Il fatto che abbia detto che il suo Tex tornerà a sorridere allude al fatto che sa che il Tex attuale è meno ironico? E poi, la SBE per riconoscenza glieli manda a casa, o deve andare in edicola come un comune mortale?
  16. Leo

    Gli ottanta ruggenti.Auguri a Claudio Nizzi

    Sappiamo che Nizzi sta scrivendo nuove storie per Tex. Ma, secondo voi, Nizzi ha letto Tex in tutti questi anni di allontanamento? Glielo recapitano a casa? O deve andare a comprarlo in edicola? I ben informati potrebbero soddisfare questa mia curiosità?
  17. Aggiungi ai commenti sopra citati anche il mio: questa è la terza storia del settantennale che mi lascia soddisfatto. Francamente io ci vedo Tex. A parte la citazione simil-fleminghiana, che mi ha fatto storcere il naso non tanto per essa in sé quanto per la mancata reazione della gente al sentire un nome così famoso (siamo in Arizona) non capisco perché il nostro non si comporti da Tex. Dove non lo fa? Non è una domanda retorica né polemica, è solo per capire, perché a me è parso che il personaggio sia coerente con sé stesso. Dove si vede che il personaggio non è ben "metabolizzato" dallo sceneggiatore? Sicuramente Dixon conosce poco Tex, ma in una storia di sole 46 pagine e con un soggetto puramente western ha avuto gioco facile a tenersi nei giusti binari texiani. Fosse stata più lunga, e con un soggetto di diversa ambientazione, forse i suoi limiti di conoscenza sarebbero venuti fuori, ma qui non ce li vedo francamente. Non capisco bene neanche perché la presenza di Tex, e poi di Carson, appaiano forzate a Cinnamon Wells? Tex era reduce da una caccia all'uomo, lo si dice all'inizio. Quante volte i due pards si danno appuntamento in qualche luogo del West per partire per qualche altra avventura? In Tex è sempre stato così. Trovo più assurde le chiamate dei due in Montana o in Canada, ad esempio, ma non me ne sono mai curato. Ora sono addirittura in Arizona... Ho trovato strano che Tex corresse verso il luogo in cui ci sarebbe stata l'esplosione; in seguito non ho capito bene la scena in cui lui e Gus si sparano e le pistole fanno entrambe cilecca (cosa voleva dire? non l'ho capita proprio), ma a parte queste situazioni non nitide (una strana e l'altra per me incomprensibile) non ho visto un Tex che si fa uccellare. La morte del ragazzo aggiunge un tocco di drammaticità alla vicenda, e la cosa mi è piaciuta. Non è che Tex porta sfiga, è solo fortunato perché la pallottola poteva toccare a lui Sulla posse sono d'accordo con te, anche se posso capire che dei normali cittadini abbiano paura ad affrontare il deserto, e d'altronde è proprio per questo che i banditi imboccano quella strada, lo dicono esplicitamente. Il finale l'ho trovato simpatico, per quanto non preparato prima. I banditi non la fanno franca, questo conta. Le motivazioni dell'apache non le si conoscono? A mio parere non è importante, l'ultima pagina non aggiunge e non toglie nulla alla storia, è solo un (per me) simpatico siparietto, quasi a dire che dove non arriva Tex arriva la giustizia divina. . Che ballino solo una breve estate, è comprensibile, in 46 pagine. Ma io concordo con Gilas2: - c'è la storia del giovane vice-sceriffo, che con la morte di Ben perde un padre, e che senza Tex non avrebbe saputo cosa fare. La sua morte, come ho detto sopra, alza il tasso drammatico della storia; - c'è la storia degli uomini che fanno saltare il lago, che restano uccisi in un buon duello, movimentando un po' la trama (sono peraltro necessari per la trama perché è per colpa loro che tutti si trovano senz'acqua, compresa la micro-carovana costretta a fidarsi di Tex); - ci sono i banditi, che non si fanno scrupoli ad abbandonare Gus e che poi, a margine della storia principale, vengono fatti fuori (per chissà quale motivo, ma chi se ne importa) dagli apaches; - e poi c'è la storia di Gus, il "fulcro della storia", già. Non sono poche le vignette in cui i due si guardano con diffidenza. Bella in questo senso è pagina 39. Cosa accadrà tra i due? Gus è forse un personaggio "boselliano", in chiaroscuro? Tex lo perdonerà? Sarà eroico alla fine e si riscatterà? Resterà un bandito e andrà in prigione, con una buona parola di Tex? Morirà ucciso da qualche avversario? Morirà ucciso da Tex? In sole 46 pagine, Gus è un personaggio costruito proprio bene. Sì, è il fulcro della storia. Concordo. Mi ha ricordato, per la sua concentrazione costante (si accompagna pur sempre a un bandito, magari pronto a farlo fuori) e per la storia in solitaria, il Texone di Kubert, dove Nizzi lo aveva tratteggiato in un modo - sempre texiano - ma che risultasse gradito anche al pubblico americano, cui la storia era destinata. Il fatto che Dixon sia americano può quindi spiegare questo "Tex raccontato in modo diverso", di cui tu parli. Ma al di là di questo, io ritrovo Tex. Non ho dubbi. L'improbabile volo, al di là della citazione filmica che non avevo colto, secondo me è funzionale solo a sintetizzare al massimo la morte di tutti i componenti della banda, con gli uccelli spaventati dagli spari. Una soluzione se vogliamo anche banale e più volte usata. Io l'ho trovata bella. Alberti, infine: troppo stilizzato anche per me, l'ho trovato un po' milazziano. Questo vale per i personaggi. Per le ambientazioni, promosso a pieni voti: un western come piace a me.
  18. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Chi ti dice che fosse nella piena legittimità? I Pima hanno bisogno dell'acqua per sopravvivere. Ci sono diritti naturali inalienabili, non si può deviare impunemente un corso d'acqua condannando un popolo a morire di fame. Le carte in regola di Robards erano legittime solo per via della corruzione: l'agente indiano era il primo corrotto (lo si dice esplicitamente), ma non saranno mancati neanche i politicanti, com'è nella tradizione di Tex. E' veramente così importante per te, Wasted, sapere come quel furfante di Robards abbia ottenuto le terre? C'è davvero bisogno di uno spiegone, di un antefatto, per una situazione del genere? Vuoi davvero vedere le carte bollate? Robards è il prototipo del faccendiere, ottiene le cose col sopruso e con le amicizie influenti, avrà fatto così anche stavolta, come lo hanno fatto centinaia di volte i tipici nemici texiani. Che importanza ha una carta scritta? Robards è un tipico nemico texiano, ha corrotto un agente indiano e chissà chi altri e si è impadronito di un corso d'acqua, condannando un popolo a morire: davvero non ti è sufficiente, Wasted, perché Tex stracci le carte e non rispetti la legge??? Borden può aver esagerato, ma i vostri commenti non sono facili da digerire. Come ho detto, anch'io ho criticato, e duramente, molte storie di Borden, o di cui Borden è stato il curatore, ma il vostro stile è davvero "strong". Se uno poi si incazza, eviterei di fare così l'offeso. La storia è piaciuta a molti, altri l'hanno detestata. Per me era quanto di più texiano potesse esserci, per voi no. Ci siamo presi tutti una bella incazzatura. Dormiamoci sopra e domani se ne riparla.
  19. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Pagina 88: Carson dice: "Riassumendo...i tizi che hanno cercato di ucciderti erano al soldo di un allevatore di nome Robards che ha fatto deviare l'acqua dal Gila per i suoi pascoli". Robards è un assassino (almeno potenziale) e un prevaricatore. Ripeto l'esempio di Fontamara di Ignazio Silone: lì la deviazione dell'acqua, a danno dei poveri contadini abruzzesi, era del tutto legale da un punto di vista formale, avallata dal potere fascista dell'epoca, ma ciò non toglie che fosse un sopruso, dal punto di vista della sostanza, che è ciò a cui ha sempre guardato Tex. Subito dopo si scopre che il padre del ragazzo è stato ferito da quegli stessi criminali, e quando Moss ha cercato di rivolgersi alla legge, loro gliel'hanno impedito. Condannando il popolo Pima a morire, come dice Tiger poco dopo. E con l'agente indiano complice in tutto questo. Robards è un intrallazzatore, che non si fa scrupoli ad impadronirsi dell'unica ricchezza dei Pima (l'acqua) costringendoli a morire, accaparrandosi le terre tramite chissà quale complicità con il politicante di turno. E' come in Fontamara. E come in tante altre storie di Tex, il nostro bada alla sostanza, e fa il giustiziere, non il giudice ligio ad un codice né l'ingiustiziere, come dice Wasted Years. Abusa della sua stella, come altre volte ha già fatto perché costretto a farlo. Non sono un moderatore, ma non mi spingerei a chiedere un intervento. I punti di vista sono diametralmente opposti, per me è la storia perfetta per il settantennale, per loro tradisce lo spirito di Tex. Ognuno si fa il proprio Tex, hai detto tu stesso qualche post fa. Anch'io sono stupito che un'azione così "ortodossa" appaia a loro scandalosa, ma non credo che i due pards siano in malafede. Wasted Years e Kershaw, per quanto a volte sgradevoli nei toni (passatemi il termine, credo ne siate consapevoli anche voi), hanno storia (il primo) e competenza (entrambi). Definirli trolls è ingeneroso. Invocare un intervento esagerato. E ora che mi sono inimicato tutti, scontentando ciascuno, consiglio di tornare tutti a più miti termini, tornando a parlare della storia argomentandola (come ha sempre fatto WY) e a concludere con la presa di coscienza di una divergenza di opinioni che non può però assumere i toni di una crociata.
  20. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Espediente abusatissimo in Tex, mica dal solo Boselli. Serve sempre un'occasione per dare il la alla vicenda. Questa mi pare più che credibile: una vecchia conoscenza chiede aiuto a Tex, noto amico degli indiani, per difendere la causa dei Pima. Più lineare penso non potesse essere. Altre volte il pretesto per far intervenire Tex e Carson è stato molto, ma molto più forzato. Tex fa il gradasso e l'arrogante spesso, e "macchiandosi" di ricatto e di estorsione, come dici tu, sta solo cercando di far vincere la Giustizia per come la intende lui, in barba alla legge. Tex ha sempre difeso i più deboli di fronte ai soprusi, e la deviazione dell'acqua lo è: ricordi Fontamara, con l'acqua deviata in maniera "perfettamente" legale? o la "Grande sete" manfrediana, opportunamente citata da Ymalpas?. Un sopruso è tale anche quando è ammantato di regolarità formale. Sembra che non conosciate Tex, da simili osservazioni, e sì che lo leggete da sempre. Che sia contraddittorio è evidente. Lurido non lo è mai, forse debole, ma si riscatta alla fine. Hai fatto bene, Kershaw, a ritirare la parola "seguaci" (per la verità hai parlato anche di bradipi). L'hai sostituita con fans, e mi hai fatto venire in mente che spesso questo forum è definito "Fan's club", con accezione spregiativa. Io sono un fan di Tex, e un fan di Borden. Sono un suo fan per Il Passato di Carson, per Gli Invincibili, per il fatto che quando sono andato a trovarlo a Milano in un raduno del forum ha firmato il mio albo di Colorado Belle. Gliene sono grato. Lui è spigoloso nelle risposte, non ha ancora esaudito il mio sogno del team up con Ken Parker, ma è una persona franca ed è un grande scrittore di fumetti (non semplicemente un "fumettista", come lo definisce WY). Sta qui a risponderci, e checché ne pensiate, non è poco. Non lo è affatto! Detto questo, nel forum l'avrò criticato mille e più volte, quando la storia non mi piaceva. "Mercanti di schiavi" l'ho distrutta, per il ritorno di Lupe sono rimasto sconcertato e non ho fatto sconti. "Il ritorno del giudice Bean" aveva passaggi talmente forzati (a mio modo di vedere) che non l'ho mai più riletta e sul forum non c'è stata tenerezza da parte mia. Da curatore non capisco come abbia potuto avallare alcune storie tra le ultime che abbiamo letto, sia dello sfortunato (su Tex) Faraci che del pur in gamba ma in caduta libera Ruju. E l'ho sempre detto. Con grinta e convinzione. Con rabbia, alle volte. Si può essere fans, ma critici. Anzi, il fan deve esserlo, critico, per onestà verso la persona di cui è fan. Se, quindi, qualcuno in questa discussione ha difeso Borden (e io l'ho fatto con molti post), non l'ho fatto perché tirato in ballo da lui, né perché sono un suo seguace o un suo fan. Semplicemente, trovo eccessive le vostre critiche. Trovo eccessivo lo "schifo" di cui parla Wasted. E lo dico per convinzione, non perché sia un fan, un bradipo, un seguace.
  21. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Non si tratta di seguaci. Una storia, o una soluzione narrativa come quella del soprastante, può piacere o meno. Impuntarsi su una scena del genere è a mio parere esagerato. Io difendo la storia (non Borden) se la ritengo ben fatta, la critico in caso contrario. Non ci sono seguaci e dei, c'è il rispetto, quello sì, delle opinioni dei lettori e delle scelte del narratore.
  22. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Ok. Ma.considera che Bronson non è un duro e navigato boss di banditi. È solo un viscido ranchero, che già prima della minaccia al soprastante se la sta facendo sotto. Non ha la statura di grande avversario, è solo funzionale al finale della storia, e di fronte alla minaccia della violenza (sia pure perpetrata ai danni di qualcun'altro) e alle urla rabbiose del soprastante (con cui ha anche almeno un minimo di rapporto personale) cede di botto. Si può contestare forse che una simile firma è illegale perché estorta, e che un buon legale possa tutelare in seguito la posizione di Bronson. Ma quella sarebbe un'altra storia.
  23. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Non è un odio inesorabile, è più invidia estrema, gelosia, risentimento per essere stato soppiantato. Non vuole perdere, non sa farlo con sportività. Ma non è questo il punto, non voglio dilungarmi in un'analisi psicologica del personaggio, cosa che sarebbe inappropriata. Il punto è che il personaggio è contraddittorio e incoerente, ma nonostante tutto resta credibile, anche con questo suo procedere ondivago. E non merita, a mio modo di vedere, la stroncatura riassunta nella sintesi di WY.
  24. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Tutte le storie possono banalizzarsi in questo modo. E invece "Pinco pallino" è un personaggio strutturato, per quanto lo può essere quello di una storia a fumetti, peraltro lunga solo 110 pagine. Un "eroe" del rodeo che a un certo punto perde drasticamente la sua popolarità per colpa di un rivale. "Lo odia", dici. Gli rode per essere stato soppiantato, direi, ma l'odio non ce lo vedo mai. "Gli giura vendetta", quando? Lo caccia via in malo modo dal suo letto di convalescente, vedendo in Tex la causa indiretta della sua rovina ma è un momento di amarezza, tanto che Tex lo comprende e non se la prende più di tanto. Più tardi, infatti, non vuole nemmeno vendicarsi di Tex, tanto che chiede garanzie a Coffin che l'azione si svolga in maniera perfettamente legale: avrà pensato che Tex era ormai un fuorilegge, un uomo che aveva ucciso altri uomini e per questo era ricercato; se avesse contribuito ad assicurarlo alla giustizia, in cambio di un bel po' di bigliettoni, avrebbe forse potuto rimettere in sesto la sua, di vita. A spese di quella di Tex, certo, ma lui era ormai un fuorilegge e in definitiva aveva contribuito a rovinargli la vita. Insomma, di scrupoli se ne è fatti (altrimenti non chiederebbe garanzie di legalità a Coffin, non fosse altro che per tacitare la sua coscienza), ma alla fine è vinto dalla bramosia di denaro e, perché no, da un certo desiderio di rivalsa. Salvo poi farsi venire un rigurgito di coscienza alla fine, perché Tex potrà pur essere un fuorilegge e avergli indirettamente rovinato la vita, ma è anche vero che gliel'ha salvata, quella vita, e poi alla fine non vorrà rendersi complice di un assassinio. Letto così direi che si tratta di un personaggio complesso, non facile da rendere in maniera sintetica nelle misere 110 pagine a disposizione. E Boselli c'è riuscito alla grande! Ed essendoci riuscito, ci si esalta per pranzi così saporiti. Diverso ad esempio è il caso dell'Avvocato indiano di Ruju della storia di qualche tempo fa. Un ragazzo laureato, cresciuto in una scuola di bianchi, che decide di mettersi a fare il ribelle indiano con altri tre avventurieri pellerossa dopo essersi sporcata la faccia di terra, ispirato da chissà quale Manito. L'idiozia del personaggio in tal caso era talmente grande da compromettere la storia. Quello è un voltafaccia assurdo, senza senso, per il quale francamente mi sento di rimproverare il curatore Boselli. Il voltafaccia di Keegan, invece, è ben più intuibile, più giustificato, non lo puoi racchiudere nelle tue quattro misere parole; conseguentemente, non mi sento di rimproverare nulla all'autore Boselli.
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