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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

Ranchero
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Everything posted by juanraza85

  1. A differenza della maggior parte dei passati sondaggi, ho rimandato la partecipazione a questo, per il semplice motivo che di queste minicopertine a me poco importa. Le risposte che ho dato, in effetti, vanno prese come sostanzialmente casuali, ovvero quando andrò in edicola per acquistare gli albi mensili (tranne il Magazine Avventura e SuperTex) credo che, di fatto, pescherò a casaccio: a me interessa la storia che andrò a leggere, non una minicopertina che sa di orpello per edulcorare la brutta sorpresa dell'aumento di prezzo !! Va da sé, dunque, che mi guarderò bene dall'acquistare doppioni degli albi che comprerò (Tex gigante, Tex Willer, il Maxi e Dampyr), e tantomeno mi prodigherò per procurarmi tutte le minicopertine che la Bonelli metterà a disposizione in edicola o sul suo sito.
  2. Man mano che si avvicina alla bocca del leone, aumentano i pericoli per Tex, costretto ora a guardarsi dalla marmaglia americana e messicana al servizio del redivivo Santiago Querquer, mentre in compenso sembra essersi guadagnato il rispetto di Skybuck e degli altri due indiani. Ciò detto, impossibile non constatare e non rimanere ammirati di come il giovane Willer, in qualsiasi circostanza, riesca sempre a cavarsela: se, il mese scorso, era riuscito nel tempo di un amen a convincere i tre rurales a fingere di cadere a terra morti, stavolta riesce a convincere l'arruolatore di Querquer a prenderlo tra i suoi uomini gabbando con la malizia di un esperto avventuriero uno dei suoi sgherri, e riuscendo così a compiere un ulteriore passo verso la conoscenza faccia a faccia del gran capo (il passo decisivo, facile intuirlo, avverrà ad inizio del prossimo numero). Parallelamente, tra l'esercito americano e gli Apaches di Cochise i venti di guerra soffiano sempre più impetuosi, per quanto il capo degli Tsokanende stia facendo quanto nelle sue possibilità pur di evitare lo scontro, dovendosi però scontrare con l'ottuso ed ostinato orgoglio del tenente Bascom. Sono estremamente curiosi di vedere, nei prossimi due albi, come la vicenda di Tex andrà ad intersecarsi con quella di Cochise: sono più che sicuro che ne vedremo delle belle.
  3. Sono tornato a rileggere questo Texone a distanza di diversi anni dall'ultima volta, e come in altre circostanze mi è accaduto, ora che ritengo di aver raggiunto una maggiore maturità come lettore ho potuto rivalutare l'opera con un occhio un po' più critico. Resta il giudizio più che positivo sulla sceneggiatura di Nizzi, sia perché prende spunto da fatti storici realmente accaduti e dalle peripezie di un personaggio storico di peso come John Sutter, ma soprattutto in virtù dell'ottima caratterizzazione che Nizzi riserva agli occasionali comprimari ed agli antagonisti con cui Tex e Carson hanno a che fare. Se rimediano un'ottima figura gli alleati, il dottor Ulrich Winckelried e la moglie Mina Sutter, apparentemente fragile ma a suo modo determinata, meglio ancora se la cava l'autore di Fiumalbo con gli antagonisti: in primis l'astuto e spietato Lucas Bonner, identità fittizia di Victor Sutter, lasciatosi passare per morto in un naufragio anni prima al fine di perpetrare una vendetta senza quartiere contro coloro che, dal suo punto di vista, accecati dal miraggio dell'oro avevano a suo tempo causato la fine della propria famiglia, ponendosi a capo della sanguinaria e fanatica setta dei Vendicatori, tramite la quale colpisce i proprietari delle miniere della Yuba Valley; sua principale alleata in tali deliranti piani di vendetta è la maliarda cinese May-Ling, donna fredda ed astutissima, ed estremamente fanatica, in grado inoltre di esercitare un notevole ascendente sull'ormai anziano John Sutter. Proprio il vecchio Sutter risulta, secondo me, il personaggio in assoluto meglio caratterizzato da Nizzi: stanco e prostrato dalle traversie della sua movimentata esistenza, segnata da varie tragedie familiari e dalla fine della sua ricchezza, all'apparenza sembra il classico personaggio disamorato della vita e colmo di nostalgia per il suo glorioso passato, in realtà è ben consapevole che dietro l'identità fittizia di Lucas Bonner si cela in realtà il figlio Victor, per il quale fa segretamente il tifo. Ben orchestrato, alla luce di tanti altarini, l'epilogo della vicenda: scoperto che May-Ling ha ucciso senza esitazione Victor, John Sutter la fredda a sua volta, privando in tal modo i Vendicatori di una guida carismatica che Wong evidentemente non è, e dunque facilitando Non poco il lavoro di Tex e Carson che, affiancati dal dottor Winckelried e dal domestico Tawan, seppur soverchiati nel numero e pressoché accerchiati, non faticano più di tanto nello strigliare gli avversari, liberando quindi la Yuba Valley da un incubo durato troppo a lungo. Doveroso soffermarsi, infine, sui disegni di Magnus, molto variegati, curati ed espressivi, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione di ogni singolo personaggio (forse, in un paio di caso, persino eccessiva). In ogni caso, la sua firma ed il suo lavoro impreziosiscono non poco l'albo.
  4. A margine della lettura della seconda parte devo ammettere che, pur mantenendosi su buonissimi standard, che almeno per quanto mi riguarda il prosieguo della storia è stato meno frizzante di quanto mi sarei aspettato, di certo meno rispetto al precedente albo. Ed anche un tantino prevedibile, sin da quando Tex e company si fanno sorprendere dai bandoleros e dai loro alleati apaches, salvo venire paradossalmente "salvati" dai chupacabras, per finire allorquando viene svelato l'arcano circa la sorte della spedizione perduta (arcano forse dal sapore un po' zagoriano, ma che ho comunque trovato coerente nel contesto di tale sceneggiatura) e della conseguente eliminazione di tutte le creature. Nel complesso, dunque, per quanto mi riguarda la storia può dirsi promossa, pur essendosi un po' spenta nella sua seconda parte.
  5. Anzitutto, i miei più sinceri e doverosi complimenti al pard @Barbanera per la sua seconda fatica texiana, anche stavolta in veste di soggettista in una sceneggiatura di Pasquale Ruju. L'altra volta il connubio aveva prodotto un risultato finale più che apprezzabile, onde per cui confido possano fare altrettanto bene se non meglio in questa occasione. Inoltre, sono decisamente curioso di vedere come sapranno presentarci l'ex minatore Rick Sander nella veste di sceriffo e, soprattutto, come sapranno valorizzare Sam Spring, antagonista che invero, nella precedente apparizione, non ritengo avesse lasciato particolarmente il segno . Apprezzabile, inoltre, la decisione di aver affidato i disegni della storia a Rossano Rossi, per quanto mi riguarda un graditissimo ritorno.
  6. Altra storia che non rileggevo da tempo, ma di cui conservavo un ricordo più che positivo. In effetti, come anche opportunamente sottolineato dal pard @Condor senza meta nel precedente post, possiamo ben affermare che in questa storia c'è tutta la texianità formato Nizzi (il Nizzi nel suo apice creativo, beninteso): trama abbastanza arzigogolata, colpi di scena, azione, imprevisti, scazzottate ed anche una discreta dose di ironia data dagli immancabili siparietti comici tra Tex e Carson. Fondamentale per l'ottima riuscita risultano, chiaramente, il tratto pulito e preciso e la certosina cura che, dal canto suo, Civitelli conferisce come sua abitudine ai disegni, in grado di valorizzare ulteriormente una sceneggiatura di respiro piuttosto ampio, che inizia in Texas, a Corpus Christi, per poi entrare nel vivo a sud del Rio Grande, tra Matamoros e Monterrey, teatro dell'epilogo. Chiamati in Messico dall'amico Montales, Tex e Carson (inizialmente affiancati anche da Kit e Tiger Jack) sono chiamati ad indagare su una congiura di prossima attuazione, dai cui propugnatori a tratti si ritrovano a doversi soprattutto difendere in maniera più o meno ortodossa, talora ricorrendo alle fedeli Colt, altre volte sfoderando cazzotti, altre ancora travestendosi da frati (memorabili, a tal riguardo, il siparietto in cui i due pards, nel convento, coinvolgono anche il frate, così come la sequenza del treno tra equivoci, imprecazioni, colpi di pistola e salto nel fiume dal ponte della ferrovia), riuscendo però ad uscirne vincitori come al solito grazie alla consueta audacia e risolutezza, oltre che al classico pizzico di buona sorte che, senza guastare mai, aiuta spesso e volentieri gli ardimentosi: in realtà, uscito anzitempo di scena Carson a causa di una brutta ferita alla spalla, è di fatto il solo Tex a sventare all'ultimo - tramite il fondamentale aiuto del capitano Marquez e del tenente Cordoba - un attentato ordito ai danni dei ministri degli Esteri statunitense e messicano, che aveva tra i principali ideatori il capo della polizia militare Velasco, avversario politico di Montales. Con la tipica fortuna degli audaci, Tex ha la faccia tosta di presentarsi sul luogo del compiendo misfatto ancora una volta travestito, stavolta da poliziotto (geniale, quando tutta la polizia di Monterrey cercava lui) e, casualmente, riconosce dietro le sembianze di un impacciato cameriere l'esecutore materiale dell'attentato, dando l'allarme e salvando la vita dei ministri, oltre che inducendo i congiurati ad eliminarsi a vicenda, chi nel tentativo di salvare la faccia e chi per vendetta. Se proprio devo muovere qualche appunto critico, ritengo di dover puntare il dito sulla gestione dei pards, storica croce e delizia di Nizzi: Kit e Tiger sono della compagnia a Corpus Christi, salvo poi essere "congedati" sul più bello con la scusa di dover provvedere al trasporto di vettovaglie da Galveston alla riserva navajo, mentre dal canto suo Carson, forse più spalla che coprotagonista al fianco di Tex, viene ferito dai congiurati ed esce di scena appena prima del gran finale. A voler essere maliziosi, sembra quasi che Nizzi con tali scelte di sceneggiatura abbia in un certo senso voluto rimarcare la propria personale concezione della texianità: Tex protagonista assoluto e leader incontrastato del quartetto, o meglio del duo, visto che alla fine con lui resta il solo Carson, mentre Kit e Tiger vengono destinati a seccature burocratiche, quando piuttosto avrebbe potuto evitare a monte di coinvolgerli nella storia (ne ho tratto l'impressione, appunto, che intendesse deliberatamente fare intendere che li ritiene superflui e non indispensabili alle dinamiche della serie, per come lui la concepisce). Quale che sia la verità, e stante la mia opinione sulla gestione dei quattro pards, trattasi comunque di una decisione legittima, che in ogni caso non compromette l'ottima riuscita della storia. P.S. Aggiungo solo una postilla a margine: quello sì, che era il vero Nizzi!!!
  7. Erano passati diversi anni dall'ultima volta che avevo letto questa storia, che ricordavo per sommi capi, per cui stamani essendo libero da impegni ho deciso di andare a rinfrescarmi la memoria. Per quanto la sceneggiatura sia piuttosto classica, non particolarmente movimentata e lasci indubbiamente un vago sentore di già visto, le vicende narrate procedono spedite e scorrevoli senza annoiare mai, ed anzi a loro modo incuriosendo man mano che la lettura va avanti; merito di Nizzi, soprattutto per la sua intuizione di far rindossare a Tex i panni di "Uomo della Morte", quanto mai utili per impedire un massacro senza a propria volta colpo ferire. Espediente narrativo, questo dell'Uomo della Morte, ben assecondato da Fusco, autore nel complesso di una prova che, se nelle battute iniziali a me era parsa contraddistinta da un tratto piuttosto "rigido", si è poco per volta "sciolta" per tornare sui consueti standard. Altro aspetto piuttosto insolito di questa storia, lo scarsissimo ricorso di Tex e Carson alle armi da fuoco, per effetto di un piano che Aquila della Notte studia nei minimi dettagli, con l'obiettivo di aiutare la tribù cheyenne di Lupo Grigio ad abbandonare l'inospitale riserva in Oklahoma, cercando al contempo di evitare ad ogni costo scontri diretti con i militari di Fort Nelson, guidati dal colonnello Middleton. Un antagonista, il colonnello Middleton, che Nizzi caratterizza piuttosto bene: ambizioso, cinico e guerrafondaio, dapprima decide di sbattere in gattabuia il capo Lupo Grigio onde provocare i suoi cheyennes ed avere dunque il pretesto per dare loro addosso, poi - a seguito dell'evasione del sachem, favorita dall'Uomo della Morte - spreme le sue truppe nel vano tentativo di riacciuffare l'intera tribù, divisasi nel frattempo in due gruppi (Lupo Grigio ed i guerrieri con Aquila della Notte; vecchi, donne e bambini con Capelli d'Argento ed un pugno di baldi giovani). Sconfitto su tutta la linea da Tex senza spari, ma tramite il ricorso all'astuzia ed ad una buona dose di faccia tosta ed ironia, si copre talmente di ridicolo - oltre ad inguaiare sé stesso ed i suoi uomini, per la propria ostinazione nel non voler chiedere supporto ad altre guarnigiorni - da beccarsi una sonora lavata di capo dal generale Davis e, a seguire, rimediando il congedo con disonore dall'esercito. Ma, soprattutto, la morte per mano di Tex (che, infine, non solo è costretto a mettere mano alla Colt, ma suo malgrado deve in un certo senso tenere letteralmente fede al ruolo scelto di Uomo della Morte), dopo avergli sparato alle spalle in un vicolo di Flagstaff, vari mesi dopo i fatti: una fine tanto cercata quanto ingloriosa, in linea con il personaggio.
  8. Lo aveva preso dal (primo) marito, tale Brett Hart. Lei era nata Pearl Taylor.
  9. Riguardo il punto 8, riguardo Il segreto del Morisco la vedo come L'ombra di Mefisto: a mio parere, sono due storie che, nel bene o nel male, sono ormai parte dell'immaginario collettivo di noi lettori di Tex così come sono, per cui non ritengo abbiano bisogno di un reboot. Riguardo le altre opzioni, invece, ribadisco di ritenerle inadeguate a cotanto onore.
  10. Che la storia e i disegni non siano piaciuti è un'opinione personale, e va bene, non si discute, ma dire che Pearl sia un "personaggio decisamente negativo" e che "non si capisce perché Tex e Carson l'aiutino", non è un'opinione, significa non aver capito né il personaggio né la storia! Un minimo di fatti oggettivi esistono, altrimenti uno può dire qualsiasi cosa, persino che secondo lui tutto sommato Mefisto non è poi così cattivo... Del video citato mi ha sorpreso soprattutto questo: che si consigli pubblicamente di non comprare un fumetto che poi neanche si è capito! Chiarisco meglio: sostenere che Pearl Hart sia un personaggio negativo ed arrivista continuo a pensare ci possa stare se considerata esclusivamente di per sé in quanto, ripeto, trattasi di un'opinione soggettiva. Tuttavia non posso che concordare con te che, se la si deve invece considerare nel contesto della sceneggiatura, e soprattutto in relazione all'aiuto che Tex e Carson le concedono, trattasi di una considerazione del tutto sballata che denota una scarsa comprensione della storia e, aggiungerei, una ancor più scarna conoscenza di Tex inteso come personaggio . Sul fatto che poi, pur non avendolo compreso, egli ritenga si poterne sconsigliare l'acquisto, credo che qualsiasi commento sia superfluo .
  11. A mio parere, un conto è fare interagire Tex con personaggi realmente esistiti, un altro è farlo incontrare con altri personaggi letterari: per come la vedo io, sarebbe una trovata assai simile al team-up .
  12. Come potersi sottrarre ad un sondaggio de genere ? Praticamente impossibile, per me, e difatti non mi sono certo tirato indietro, come non intendo esimermi dall'illustrare un po' più esaustivamente le mie risposte. La lunghezza dello stesso e la varietà dei quesiti posti, tuttavia, mi induce ad andare per una volta contro le mie abitudini ed esporre il mio punto di vista in maniera piuttosto elencativa. 1 - Premettendo che, personalmente, non avverto più di tanto l'esigenza di una nuova miniserie sulla falsariga di quella del giovane Tex Willer, se proprio la SBE dovesse decidere di lanciarsi in tale progetto avrei piacere di leggere le avventure di un giovane Kit Carson. 2 - Tra i personaggi femminili da riproporre, da romanticone sentimentale quale sono non ho avuto dubbi nel dare il mio voto a Lena e Donna. 3 - Tra le antagoniste femminili (più o meno esplicitamente tali), pur al netto di qualche indecisione data dalla qualità delle contendenti propenderei per una riproposizione della figlia di Satania (riproporre una volta di più antagoniste o antieroine davvero esistite potrebbe essere un impegno non facile da gestire). 4 - Dei personaggi glbonelliani indicati, la mia preferenza va a Billy Bart, l'unico tra i characters proposti che a mio avviso potrebbe avere qualcosa ancora da dare e da dire in termini di apporto ad una storia di Tex. 5 - Tra i personaggi boselliani, invece, non ho avuto dubbi o indecisioni nell'optare per una riproposizione di Laredo e/o, soprattutto, Liz Starrett (non disdegnerei neanche l'ex tenente Parkman, ma la mia "priorità" va agli altri due). 6 - Sono assolutamente in disaccordo circa l'opportunità di coinvolgere Tex in ulteriori team-up, essendo dell'opinione che sia estremamente complicato riuscire a fare davvero coesistere due primedonne di due serie differenti. Già non mi entusiasmo più di tanto per Tex che incontra Zagor... 7 - Disegni a parte, e pur non citandola certo tra le migliori performances di sempre di Boselli, a me Alaska! non è mai sembrata una storia del tutto da bocciare. Per cui, in linea teorica non mi spiacerebbe rileggerla in una sorta di reboot anche sulla regolare, soprattutto con disegni all'altezza. Ma non è una mia priorità. 8 - Se la SBE decidesse di lanciare una nuova collana annuale con storie riscritte e ridisegnate, personalmente non vorrei nessuna delle storie indicate. L'ombra di Mefisto è ormai parte del nostro immaginario di texofili così com'è, le altre non mi sembrano degne di reboot. 9 - Non farei follie per rivedere Tex in azione in nessuna delle locations indicate. Meglio variare. 10 - Solo per l'importanza che ebbe nell'economia del conflitto, opterei per la battaglia di Gettysburg. 11 - Poiché da anni caldeggio una storia di Tex alle prese con gli skinwalkers navajo (i fantomatici e famigerati naagloshii), e ciclicamente torno a farlo, la mia risposta è piuttosto scontata. La prendo anzi come un'ulteriore occasione di "caldeggiamento" ! 12 - Non conosco in verità nessuno dei criminali indicati tra le opzioni del quesito, tuttavia a naso mi incuriosisce la figura del cacciatore del Wendigo Jack Fiddler. 13 - Nessuna situazione tipica di Tex, a mio parere, è versatile ed aperta a tanti possibili sviluppi quanto uno scontro tra una tribù indiana ed ufficiali ottusi e/o fanatici. 14 - Non che ci sia da aspettare troppo, essendone prevista l'uscita per ottobre, ma se potessi leggerei volentieri anche prima la nuova avventura contro la Tigre Nera. 15 - Sono in programma altri due incontri tra Tex e Zagor e comunque li comprerò quantomeno per fedeltà al Ranger e soprattutto per poter dare un giudizio obiettivo, ma come ho già affermato sono contrario ai team-up. 16 - Essendo stato a tutti gli effetti coprotagonista di una storia tra le più belle ed epocali, ho ritenuto impossibile non optare per un eventuale ritorno di Jim Bridger (e chissenefrega se nel "presente" texiano la sua età è già piuttosto avanzata). 17 - Come avevo a suo tempo scritto nel topic apposito, dal mio punto di vista il ritorno di Nizzi nel 2017 è stato un errore, poiché oramai l'autore aveva poco o nulla di nuovo da dare a Tex, come dimostrano le storie piuttosto anonime, piatte e senza infamia e senza lode che ha realizzato dopo il suo rientro. Per cui, pur non inquadrabile appieno nei contenuti delle opzioni di risposta indicati, il mio personale giudizio è nel complesso negativo. 18 - E' stato per me difficilissimo stabilire se il miglior periodo di Boselli sia stato quello compreso tra Il passato di Carson e La grande invasione o quello compreso tra L’ombra del Maestro e Il trionfo di Mefisto, ma ho infine deciso di optare per il secondo ed ancora attuale periodo, poiché ritengo che negli ultimi anni Boselli abbia raggiunto la piena maturazione artistica in termini di inventiva e di capacità di realizzare trame complesse ma al tempo stesso facili da leggere e comprendere. 19 - Non sono mai stato un amante dei bollini o delle patacche, ma nemmeno uno di quelli che perde il sonno al pensiero di ritrovarseli in copertina. L'importante è che siano presenze non troppo invasive e, dunque, che non risultino di disturbo nel contesto della cover. 20 - Nessuno dei personaggi letterari indicati a me sembra adatto per comparire in una storia di Tex. 21 - Stesso dicasi per i personaggi cinematografici indicati. 22 - Pur avendolo sino all'ultimo soppesare con Brian Carswell, il personaggio secondario della serie Tex Willer che più mi piacerebbe rivedere anche sulla regolare è il crow Cigno Bianco. 23 - Le storie che permettono di approfondire le origini di alcuni comprimari o antagonisti storici e/o del loro rapporto con Tex a me piacciono molto, in quanto le ritengo comunque un arricchimento. Quelle pubblicate sinora mi hanno positivamente impressionato, per cui non vedo perché non andare avanti finché possibile. 24 - Visto che la serie sul passato di Tex di fatto esiste già, mi piacerebbe una mini serie di pochi numeri ambientata nel futuro del Nostro, preferibilmente dopo il 1900 (e, quindi, con un Tex ormai prossimo ai 70). 25 - Personalmente, non vedo la necessità delle strisce.
  13. Come avevo già avuto modo di scrivere tempo addietro sulla chatbox, io ho avuto modo di conoscere abbastanza bene Luca Deejay alcuni anni or sono, in un'altra fase della mia vita, per questioni che prescindevano dai fumetti bonelliani e non, per intenderci molto prima che egli intraprendesse l'attività di recensore di fumetti su Youtube. Posso dire che non avevo mai avuto l'impressione che fosse un cultore del fumetto in generale, tanto meno di Tex di cui, anzi, a me sembrava avesse una conoscenza piuttosto vaga se non superficiale. Aggiungo, inoltre, che fui io a fargli scoprire l'esistenza di Dampyr - che pure sovente mi sembra recensisca - nell'ormai remoto 2013. Con ciò, ritengo di aver anche fornito una risposta al quesito che tra le righe @Loriano Lorenzutti pone e si pone .
  14. Grazie @San Antonio Spurs ! In realtà, dopo aver letto i precedenti post di "recensione della recensione" avevo pensato potesse essere un video di Luca Deejay, e tant'è stato! Legittimo che la storia non lo abbia coinvolto, trattandosi comunque di sensazioni che nascono e si sviluppano soggettivamente, sostenere che Pearl Hart sia un personaggio negativo ed arrivista è anch'essa da considerarsi un'opinione personale ed in quanto tale ci può pure stare, tuttavia asserire che il personaggio di Pearl Hart non regga il peso della storia mi è sembrata una palese corbelleria, al contrario a me è sembrata una protagonista de facto assolutamente pertinente ad una storia impostata su una base tanto insolita (degna, mi ripeto, di un albo che si possa definire davvero Speciale). Allo stesso modo, non sono d'accordo neanche per quanto riguarda la presunta verbosità della storia. Al contrario, io ho trovato i dialoghi piuttosto scorrevoli e ben misurati nel contesto della sceneggiatura di Boselli.
  15. Per pura curiosità, potresti per cortesia postare il link del video in questione ..?
  16. Coerentemente con il voto espresso nel turno precedente, ho confermato il mio voto per Il manicomio del dottor Weyland quale miglior storia del 2022 (niente da fare, quel mix di gotico ed horror mescolato ad un western cittadino mi ha folgorato ) e, parallelamente, Mefisto quale miglior personaggio (dopo che ci ha accompagnato un anno intero in varie salse, mi sembra quasi d'obbligo !!!). Come miglior copertina, invece, ho infine deciso di dare il mio voto a quella di Fort Phantom, volendo premiare la suggestione data dal paesaggio notturno che mostra Tex e Jesse Hawks spiare i Comanche.
  17. Kit c'è, manifesta interesse e viene rimproverato da Carson che conosce bene i flop sentimentali del figlioccio. Certo, è solo una fugace apparizione e quindi il tuo discorso resta valido. I quattro pard insieme hanno un senso nelle storie lunghe. Mea culpa, avevo rimosso la sua fugace comparsata . Del resto, il suo apporto alla trama è stato appunto impalpabile.
  18. Un'altra personale considerazione su questo cartonato è relativa all'epoca fittizia in cui si svolge l'azione di Tex e Carson. Se, paradossalmente, si fa riferimento alla Storia con la S maiuscola per contestualizzare al meglio i ripetuti incontri dei due pards con Lady Bandit, questi hanno luogo nel "futuro prossimo" texiano, tenendo come riferimento "cronologico" la serie regolare: Pearl Hart, infatti, ottenne la grazia nel 1902 dall'allora governatore dell'Arizona Alexander Oakes Brodie (lo stesso che Tex definisce amico suo e di Carson, e che nella realtà dei fatti rivestì la carica dal 1902 al 1905). Un altro elemento che mi piace considerare un ulteriore indizio in tal senso, l'assenza nella storia di Kit e Tiger Jack (probabilmente in altre faccende affaccendati, sempre lavorando di fantasia ). E' ovvio che la mia considerazione intendeva essere un ulteriore attestato di gradimento per questa storia, non a caso pubblicata su una collana speciale che ritengo, per l'appunto, si contraddistingua oltre che per un'impostazione grafica alla francese di per sé già originale, anche e soprattutto per la sua tendenza ad ospitare storie non convenzionali del Ranger, che spesse volte sono state ambientate nel burrascoso passato del Nostro e, personalmente, mi piace avere l'impressione possano essere ambientate anche nel suo "futuro", seppure è probabile si tratti di una mia fissazione al limite della visionarietà o di una fantasia che galoppa un po' troppo .
  19. Il terzo capitolo di questa storia è a mio modesto parere un validissimo esempio di albo a metà strada tra un passo avanti in termini di azione ed una sorta di intermezzo introduttivo, allo scopo di preparare il terreno a ben più appassionanti ed emozionanti vicende. Chiaramente, il mio intende essere un complimento a Boselli, il quale del resto non è che in questo albo sia avaro di soluzioni interessanti: al contrario, il Bos si dipana con la consueta nonchalance tra la vicenda di Tex, impegnato a conquistarsi la fiducia dei tre cacciatori di scalpi affinché lo conducano al covo del redivivo Santiago Querquer (in tal contesto geniali, a mio parere, l'escamotage di Tex nel "disfarsi" dei tre rurales agli occhi dei nuovi compagni, ed i suoi dubbi per una promessa fatta ad Idquahon), e parallelamente illustrando con una certa attinenza alla Storia gli ancor più affannosi problemi con cui è alle prese Cochise, costretto a muoversi sul sentiero di guerra per colpa dell'ostinata ed ottusa presunzione del giovane ed ancora inesperto tenente Bascom, purtroppo un grande classico che, come spesso accaduto nel western texiano, porta con sé gravi conseguenze pronte a ricadere su chiunque viva nella zona del conflitto.
  20. Il primo albo della serie a colori, per quelli che nell'ormai lontano 2011 sembrava dover essere un vero e proprio cambio di paradigma nel mondo texiano, che da sempre poggia sulla classica contrapposizione cromatica tra bianco e nero. Devo ammettere che, allora come anche ora, i disegni del sempre validissimo Brindisi non risentirono affatto della colorazione, ed anzi riuscirono forse a valorizzare ulteriormente la sceneggiatura di Boselli, imperniata su due dei suoi cavalli di battaglia, lo sbalzo tra "passato" e "presente" nell'universo di Tex e, soprattutto, un frequente ricorso a colpi di scena mai banali, assai misurati e ben strutturati. Protagonista, fondamentalmente, ne è Kit Carson, chiamato ancora una volta a fare i conti con il proprio passato; anche per tranquillizzare i fan della prima ora, va però ammesso che, a dispetto del titolo dell'albo dal sapore piuttosto epico (E venne il giorno), la presente storia, per quanto contraddistinta da una trama assai bene curata, non può reggere certo il paragone con Il passato di Carson (e, del resto, ben poche altre storie di Tex ne sono in grado), sia per il ruolo non altrettanto centrale del Vecchio Cammello nell'economia degli eventi, sia per il carisma degli antagonisti di turno, i fratelli King ed i loro fiancheggiatori, neanche lontanamente paragonabili alla Banda degli Innocenti. Sostanziali elementi che, tuttavia, consentono a questa storia di affrancarsi del tutto da paragoni ingombranti quando non scomodi, e ne consentono la meritata ed opportun a valorizzazione. Inoltre, altra (opportuna) differenza fondamentale risiede nel fatto che, in questa circostanza, Carson non insegue il passato di propria volontà, ma piuttosto ne è letteralmente convocato, sotto le sembianze di un tale notaio McCanles di Spokane Falls; recatosi nel lontano territorio di Washington, il Vecchio Cammello, in apparenza destinatario di una grossa eredità lasciatagli dalla vedova di un vecchio amico ranger, scopre di essere stato attirato in una trappola piuttosto ben congegnata, di cui sembra autore Douglas King, ansioso di poter vendicare i tanti anni dietro le sbarre e la morte dei due fratelli Adam e Wayne (tutti eventi di cui il bandito ritiene principale responsabile Carson). La resa dei conti si svolge in un anonimo trading post nei pressi di Spokane Falls, dove dopo aver neutralizzato in maniera più o meno definitiva un buon numero di balordi, Carson si ritrova impegnato in un violento corpo a corpo con Douglas King, corpo a corpo che si conclude con la caduta di entrambi i contendenti da una cascata, in conseguenza della quale sembrano ambedue passati a miglior vita. Raggiunti dalla tragica notizia della morte di Carson, Tex e gli altri due pards non esitano un attimo, pur con un groppone enorme nello stomaco, a recarsi a loro volta a Spokane Falls: riconosciuto Carson dai vestiti (il cadavere, in conseguenza della caduta, è di per sé irriconoscibile), i tre giurano di non lasciare nulla di intentato pur di vendicare la morte, e tramite il vero notaio McCanles la loro ricerca giunge fino ad una vicina concessione aurifera, dove i tre si imbattono a loro volta in una trappola, scongiurata anche grazie all'intervento dei Salish di Tuono Veloce, guidati nella circostanza nientemeno che - indovina indovinello ?! - da Kit Carson, in realtà salvatosi dalla caduta nella cascata e lasciatosi credere morto per ragioni di sicurezza (il cadavere, ovviamente, è quello di King). Il passo successivo è la scoperta dell'arcano: il vero artefice della congiura ai danni di Carson, rimasto per tutto il tempo nell'ombra ed al di sopra di qualsiasi sospetto, non era Douglas King, piuttosto il notaio Daniel McCanles, in realtà il minore dei quattro fratelli King, artefice di un contorto e minuzioso piano per assecondare i propositi di vendetta del fratello maggiore. La congiura, ovviamente, si ritorce beffardamente contro Daniel King, morto dopo una tragica caduta da un tetto al culmine della resa dei conti, ed esito a parte (del resto, non avrebbe potuto essere differente) trattasi di un epilogo all'insegna dell'imprevisto e dell'ennesimo e supremo colpo di scena, coerente con una trama nel complesso ben congegnata da Boselli, e soprattutto fondamentale elemento di valorizzazione della storia.
  21. Appena finito di leggere, decisamente un ottimo cartonato. Boselli sembra decisamente essersi specializzato in storie di questo tenore, veri e propri affreschi di epopea western in cui, al netto di qualche legittima e necessaria "licenza poetica", coesistono armoniosamente sia il substrato che poggia sulla Storia sia, soprattutto, l'impianto fantasioso dell'adattamento della biografia di Pearl Hart all'universo texiano. I più puristi potrebbero forse obiettare sul ruolo probabilmente un po' defilato di Tex e Carson nell'economia della sceneggiatura di questo cartonato, tuttavia i due pards come loro costume sanno farsi valere e risultare decisivi nei momenti che contano, da veri fuoriclasse, e ciò a mio parere sbaraglia qualsiasi obiezione . Sono altresì molto soddisfatto del ritorno sulle pagine di Tex di Laura Zuccheri, anche lei a quanto pare sulla via della specializzazione nell'illustrazione di avventure in cui Tex incontra un pezzo di Storia. A distanza di qualche anno dalla sua precedente prova sul Texone, posso affermare di aver ritrovato ed apprezzato ancora una volta il suo tratto pulito e curato ma al tempo stesso molto attento ai dettagli, a mio avviso ben valorizzato anche in versione color, per merito del buonissimo lavoro dell'esordiente Annalisa Leoni.
  22. Senza dubbio alcuno, ed anzi nettamente di gran lunga, l'avventura di Tex che si contraddistingue per l'atmosfera più cupa e tenebrosa, con una fortissima componente horror e noir, capace di suscitare inquietudine dalla prima all'ultima pagina. Merito sia di GLB, la cui sceneggiatura caratterizza in tutta la loro follia i fanatici satanisti che Tex e Carson si trovano costretti ad affrontare, sia di Fusco, che con piglio e tratto sempre più sicuri valorizza al meglio il lugubre contesto che fa da teatro all'avventura dei due pards. Se la sceneggiatura di GLB, come detto, valorizza abbastanza bene il fanatismo degli adoratori di Satana che popolano il desolato villaggio di Quemado (ai margini della zona desertica del Lava Flow e lontano da tutto), a mio avviso non cura altrettanto la gestione dei due pards, che in più di una circostanza mi hanno dato l'impressione di fare un po' i "finti tonti", o quantomeno di temporeggiare un po' troppo (anche in rapporto alla fulminea risolutezza che in genere dimostrano ed adoperano), consentendo in tal modo ai satanisti guidati dal funereo padre Crandall di creare loro ben più problemi di quanti, sulla carta, questi avrebbero potuto davvero creare a due raddrizzatorti esperti e navigati come loro. In altre parole, pur arrivando a comprendere le "esigenze di copione" che potrebbero avere indotto GLB a dilungare la vicenda, io ho trovato questa sorta di gioco a rimpiattino dei due pards un tantino forzato, quando già in occasione del rinvenimento della catena col caprone indossata da Bart Lennox avrebbero potuto e dovuto rivoltare come un guanto quello sputo di paese, popolato da quattro gatti (tutti uomini, di donne neanche l'ombra a parte i cadaveri decapitati di alcune povere squaws), che tanto non avrebbero certo faticato troppo a dedurre che tutti i pochi abitanti di Quemado fossero implicati in quei macabri e sanguinosi delitti. Viceversa, ho trovato abbastanza azzeccata la caratterizzazione dei leaders dei satanisti: il già citato padre Crandall, lugubre anche nell'aspetto fisico (secco come un chiodo, calvo, sin troppo austero nei modi e funereo nel vestiario), leader assoluto della sanguinaria setta, cui i fedeli attribuiscono vari epiteti tanto inquietanti quanto altisonanti ("voce del grande capro nero", "nobile figlio della Notte", solo per citarne un paio), guida con folle determinazione i suoi accoliti, anche grazie al supporto dell'allevatore Sam Prescott - di fatto, il capo del villaggio - e del burbero barista Turoldo (forse il più "trasparente" tra i tre), ed ordisce una trappola apparentemente perfetta - per quanto, torno a ripetere, Tex e Carson avrebbero dovuto avere buon naso per prevenirla - che, tuttavia, fallisce grazie all'ostinata tenacia di Tex, in grado letteralmente di ricavare una via di fuga dal sotterraneo dell'inquietante chiesa del villaggio, e di condurre il fido pard più lo sfortunato Tom Grady nella sala principale per la resa dei conti con Crandall e soci. Proprio il finale rappresenta il culmine narrativo della vicenda, a mio parere comunque azzeccato e molto coerente con l'andamento della vicenda fino a quel momento: nel momento in cui capisce che i suoi accoliti nulla possono più contro la determinazione dei due rangers, Crandall, ormai giunto oltre la fatidica soglia della lucida follia, decide di onorare comunque a suo modo il Maligno e blocca con una grata l'ingresso della chiesa affinché chiunque si trovi al suo interno, che siano i due pards o i fanatici superstiti, brucino avvolti dalle fiamme che nel frattempo si sono sviluppate. Ovviamente, anche stavolta il lugubre individuo non tiene in debito conto la capacità di reazione di Tex e Carson, che lo affrontano e, dopo aver assistito impotenti ad una trave che lo travolge, fuggono attraverso il rosone dell'edificio, lasciando i fanatici a bruciare da soli (del resto, dal loro punto di vista una morte del genere avrebbe dovuto certo avvicinarli al loro idolo cornuto ).
  23. Impossibile non lasciarsi prendere dall'emozione e da una certa dose di magone nel leggere o rileggere questa storia, di impostazione così tipicamente western ma al tempo stesso così toccante ed emozionale, frutto di un sapiente mix orchestrato da Nizzi in sede di sceneggiatura, a sua volta ispirata da un'idea di Claudio Villa, per di più autore di una prova ottima per quanto riguarda copertine, ed a dir poco superlativa per quanto invece concerne i disegni. Tante, se non addirittura troppe, le sequenze memorabili contenute nei due albi e mezzo di questa storia, scaturite dall'inventiva del Nizzi dei bei tempi, a partire dall'epocale e divertente scazzottata collettiva presso il saloon di Tuba City, alla storica resistenza di Tiger Jack mentre viene torturato dagli sgherri al comando di Simon Gentry. E' tuttavia nel corso della sparatoria presso il covo della banda, quando Kit Willer viene colpito alla testa e cade nelle acque del Little Colorado, che abbiamo la prima sequenza davvero densa di pathos: Tex, da padre apprensivo quale in fondo è, perde per un attimo il suo proverbiale sangue freddo, si scopre troppo e viene colpito alla spalla da Joe Galvez, lo stesso uomo che poco prima ha colpito il figlio; pur ferito in maniera non lieve, Tex trova la forza di rialzarsi ed uccidere Galvez in duello, prima di perdere i sensi a sua volta. Da questo momento, il Ranger ed il giovane Kit diventano i protagonisti assoluti della vicenda: in un'altra scena memorabile, Tex giura sulla tomba della moglie di non lasciare nulla di intentato pur di ritrovare il figlio e, contestualmente, farla pagare all'ultimo superstite della banda che ne ha causato la scomparsa, mettendosi immediatamente sulle tracce di Gentry con il fido Carson; Kit, invece, ha perso la memoria a causa del colpo in testa ed è giunto trascinato dal fiume presso il villaggio ute di cui è a capo il saggio Naso Piatto, raccolto dalla bella figlia di costui, Fiore di Luna, nel cui cuore non tarda a fare breccia. Proprio l'informazione tra i due giovani, opportunamente "strumentalizzata" da Nizzi, consente alla storia di assumere una piega tanto avvincente quanto drammatica: preso a pretesto il fatto di essere stato scaricato a causa di Piccolo Falco (nel frattempo ribattezzato Tonkawa, "portato dalle acque" mano fosse una sorta di novello Mosè ), il bellicoso Falco Nero ordisce per eliminare il Pacifico Naso Piatto ed usurparne in tal modo il bastone del comando, contestualmente convinto dal rinnegato Orso in Piedi e dallo stesso Gentry (i due sono in affari) ad attirare con l'inganno Tex ed i pards nella terra degli Utes. Se lo scontro tra i tre pards e gli uomini di Falco Nero ha in sé poca storia, di ben altro tenore sono gli eventi successivi, a partire dell'incredibile duello tra Tex e Kit, con quest'ultimo che - un po' ossimoricamente, direi - perde ma riacquista la memoria, per poi precipitarsi ad affrontare Falco Nero una volta scoperti il grande inganno. In un continuo crescendo di emozioni, Kit raggiunge Falco Nero e, osservati con apprensione da Fiore di Luna, i due intraprendono un duello che si conclude velocemente con la morte del subdolo ute, ma non vi è tempo di gioirne poiché giunge sul luogo anche Gentry, che spara a bruciapelo all'indirizzo di Kit: il colpo lo centrerebbe in pieno, non fosse per Fiore di Luna che, in un estremo atto di amore, fa letteralmente da scudo all'ambito col suo corpo e muore al posto suo; se il destino toglie, è però subito pronto a restituire in parte con il tempestivo sopraggiungere di Tex che uccide Gentry appena prima che questi spari di nuovo a colpo sicuro su un inerme Kit, sconvolto per la perdita dell' amata. Il culmine della commozione si manifesta nell'ultima sequenza della storia, a dir poco da pelle d'oca, nella quale si svolge il funerale di Fiore di Luna. Quasi nessuna parola, molto silenzio, moltissimo dolore, soprattutto per Piccolo Falco: uno dei momenti più impregnati di pathos dell'intera lunga saga texiana.
  24. Assolutamente vero, pard. Forse tende ad enfatizzare un po' troppo i volti dei personaggi, e talvolta magari conferisce un'interpretazione ai limiti del fuorviante a taluni comprimari o antagonisti di particolare rilievo (il già citato Barbanera, o il Mefisto del 2002, ma è probabile abbia seguito le direttive di Nizzi, sceneggiatore di ambedue le storie), resta tuttavia una delle imprescindibili punte di diamante della SBE. Di certo, il mio disegnatore preferito.
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