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juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. Difatti non ho mica detto che Pat sia un castigamatti al pari di Tex o di uno dei suoi pards. Al contrario, è un omaccione dotato di forza fuori dal comune e di grande generosità, ma al contempo incredibilmente ingenuo, goffo e maldestro, e questo credo sia innegabile. Ma, perlomeno dal mio punto di vista, è proprio questo mix di caratteristiche - per vari aspetti diametralmente opposte alla sostanziale infallibilità di Tex - a determinare la buona riuscita del personaggio. Non è certo uno spaccamontagne in grado di risolvere situazioni complicate da solo, come appunto Tex, tuttavia ritengo che nella maggior parte delle storie in cui è apparso sia stato un buon comprimario del Ranger, gestito abbastanza bene appunto perché si è fatta leva sul mix di peculiarità di cui ho scritto sopra, e di conseguenza si è potuto contestualizzare il suo apporto alle varie vicende in cui la sua strada e quella dei pards si sono incrociate. Tralasciando i divertenti siparietti con Carson, che secondo me non sono affatto fuori luogo, ed ammettendo che diverse volte la sua goffaggine ha creato non pochi problemi a Tex, vorrei tuttavia ricordare almeno un paio di circostanze in cui Pat ha fornito un contributo rivelatosi a conti fatti fondamentale, ricorrendo alla forza ed al coraggio che di certo non gli fanno difetto. Ne Gli invincibili, quando si ritrova insieme alla Banda degli Irlandesi a cenare col bandito Carrasco, non esita un attimo ad opporsi alla fustigazione di Karim lanciandosi letteralmente contro i suoi aguzzini, ed in tal modo permettendo al contempo ai suoi compagni di passare al contrattacco ed a Tex di intervenire prima del tempo e vanificare la strategia precedentemente pianificata. In Terra di Confine, invece, non solo non esita un solo istante ad accompagnare Tex sulle tracce di Narvaez, ma addirittura trova la forza ed il coraggio, nonostante sia come sempre pressoché disarmato, di liberarsi dalle corde che lo legano e prendere letteralmente a legnate in testa gli scagnozzi di Narvaez prima che questi possano torturare la squaw Luna (particolare da non sottovalutare, tra coloro che mette fuori gioco vi è il pericoloso braccio destro di Narvaez, abile lanciatore di dardi avvelenati), distogliendo in tal modo l'attenzione da Tex che ha modo di liberarsi e risolvere definitivamente la questione a modo suo.
  2. juanraza85

    [688/689] Il messaggero cinese

    Senza dubbio... Diciamo che in questo caso gli autori hanno forse ecceduto in creatività e sospensione dell'incredulità. Mettiamola in questi termini ...
  3. juanraza85

    [688/689] Il messaggero cinese

    Ricordo vagamente questo cartone, se non vado errato narrava le peripezie di due fratelli in fuga dalla Cina... E soprattutto ho notato che anche tu, al pari del sottoscritto che aveva scritto le stesse cose in tempi non sospetti, abbia trovato poco credibili (io le definii grottesche) le morti di Arana e dello zio Wu (quest'ultima, ripeto, mi ha ricordato una scena de Le comiche con Villaggio e Pozzetto)...
  4. Espressi anche io il medesimo dubbio in tempi lontani, ossia quando uscirono le primissime indiscrezioni sul ritorno del Maestro affiancato da Castle. E come allora, tuttora sono del parere che sia per nulla scontato far coesistere nella stessa storia due avversari del genere, sia pure con peculiarità diametralmente opposte. Ma di contro anche io, come ha poc'anzi osservato @Garet, ripongo molta fiducia nella lunghezza della storia, tale da poter in linea di principio conferire i giusti spazi ed il giusto peso ad entrambi. Oltretutto, nella sua precedente apparizione, Nick Castle, pur dimostrandosi avversario pieno di risorse ed in grado di prendere iniziative sostanzialmente autonome, si era visto ritagliare un adeguato peso specifico quale "referente sul campo" del Supremo, antagonista principale di allora, per cui anche questo mi lascia ben sperare affinché possa coesistere bene con il Maestro (il quale, dal canto suo, potrebbe essere come in passato un'ottima "eminenza grigia" di operazioni criminose). forse in questa storia farà faville...ma si tratta di un personaggio che non mi è mai piaciuto e che ho sempre ritenuto superfluo. molto meglio Gros Jean Anche io sono molto contento del ritorno di Pat McRyan dopo circa 20 anni, non ci speravo quasi più..! Di conseguenza, non posso essere d'accordo sulla sua presunta superfluità: al contrario, sono del parere che nelle sue precedenti apparizioni il buon Pat abbia avuto ruoli tutt'altro che trascurabili, spesso risultando di grande aiuto a Tex con la sua forza bruta e la sua innata generosità. Senza dimenticare i vari siparietti divertenti di cui si rendeva spesso e volentieri involontario protagonista (da solo o con Carson), imbastendo situazioni di rapidissima ilarità utilissime a stemperare un po' la serietà delle vicende in cui è stato coinvolto insieme ai quattro pards.
  5. Sulla cover mi sono già pronunciato nell'apposita sezione, e credo sia inutile ribadire che si tratta di una copertina che rasenta quasi la perfezione, senza dubbio una delle più belle ed evocative mai realizzate da Claudio Villa! Sarebbe davvero un gran peccato se, come tuttavia purtroppo anche io temo, il triangolino che reclamizza le figurine in alto a destra sarà stampato, andando a guastare un disegno così bello... Per quanto invece riguarda i disegni di Dotti, che dire se non che dalle anteprime si prospettano parimenti di altissimo livello, assolutamente degni quindi dell'attesa e delle aspettative che credo tutti nutriamo da tempo per l'ormai imminente ritorno del Maestro. In altre parole, sembrano esserci tutte le condizioni affinché questa storia possa essere la degna ciliegina sulla torta dei primi 70 anni di Tex! Attendiamo estremamente fiduciosi (ma che peccato per quel triangolino)...
  6. Io la troverei una novità molto intrigante e la accoglierei con estremo piacere... Per quanto forse non si tratterebbe di una trovata del tutto inedita: in un certo senso, una storia di Tex narrata dal punto di vista di un avversario potrebbe essere stata Randy il fortunato, contenuta nel Color di storie brevi 2014, nella quale viene appunto raccontata l'ossessione di Randy per Tex dal punto di vista del giovane fuorilegge... Ma veniamo all'argomento del topic, ossia le storie che troveremo nel Magazine celebrativo. Un giudizio potremo darlo chiaramente solo dopo averle lette, per quanto dalle anteprime sembrano promettere bene. Già il solo fatto stesso che ne siano rispettivamente coprotagonisti Lilyth ed il fedele Dinamite, e che i disegni siano stati rispettivamente assegnati a due pilastri dello staff texiano quali Civitelli e Dotti, a mio avviso è una buona garanzia sulla qualità delle stesse, affinché siano degne del 70esimo di Tex...
  7. Forse la miglior colorazione di un albo di Tex a mio parere... Per quanto invece concerne l'anticipazione sulla trama, direi che la posse che insegue la banda di malviventi è un evergreen del mondo western...
  8. juanraza85

    [Color Tex N. 13] Piombo e oro

    Mi accodo pressoché totalmente alle opinioni espresse nei commenti precedenti: buona storia, ma nulla di più. Si lascia leggere tranquillamente, ma né entusiasma né annoia, mantenendosi decisamente piatta per buona parte del proprio svolgimento. Non credo ciò dipenda dalla classicità della vicenda narrata, in quanto sappiamo tutti benissimo come Tex ci abbia deliziati con innumerevoli capolavori marcatamente improntati al western più classico, quanto dall'assenza di guizzi nella caratterizzazione dei personaggi che vi appaiono, in particolar modo gli antagonisti. L'unico tra loro che avrebbe potuto regalare qualcosa in più - ed in tal senso si tratta a mio parere di un'occasione cestinata - è il tedesco Krauser, assai promettente all'inizio, ma purtroppo poco valorizzato in termini complessivi. In altre parole, rispetto ai più recenti lavori Ruju - la cui bravura resta comunque fuori discussione - mi sembra abbia fatto un leggero passo indietro. Discreta anche la prova di Scascitelli, per quanto anche io - da profano del disegno dal punto di vista squisitamente tecnico - ritengo di aver notato una scarsa dinamicità nel suo tratto, abbastanza buona la colorazione curata da Celestini.
  9. Assedio al posto n° 6, n° 27, e Una trappola per Carson, n° 502... Altre non dovrebbero essercene, almeno che io ricordi...
  10. juanraza85

    [695] L'ultima vendetta

    La copertina di Villa è stupenda, superlativamente evocativa pur nella sua apparente semplicità. Quanto a Ticci, in bianco e nero o a colori i suoi disegni sono sempre tra i migliori che un lettore di Tex possa ammirare. Insomma, l'albo promette di celebraare al meglio il 70esimo compleanno di Tex...
  11. Ho letto ieri sera la seconda parte del ritorno di Perry Drayton, e ritengo di poter confermare le impressioni positive che avevo tratto dopo aver concluso la lettura del primo albo. Dopo un inizio apparentemente blando, i colpi di scena si sono susseguiti senza soluzione di continuità, mostrando inoltre a noi lettori la personalità di Proteus nella sua piena autenticità, senza dubbio più in quest'albo che in tutte le precedenti apparizioni dei decenni scorsi messe insieme: un individuo privo non solo di qualsivoglia scrupolo, ma anche di qualsiasi sentimento, le cui uniche emozioni erano la volontà di delinquere, quella di arricchirsi e soprattutto quella di vendicarsi di coloro che riteneva lo avessero intralciato in passato, Tex ed i pards su tutti. Una personalità diabolica e contorta, magistralmente dipinta da Ruju e sapientemente illustrata dal tratto molto particolare e per questo affascinante ed adatto di Ramella, che a mio avviso ha forse risentito degli anni in galera e delle passate sconfitte. Da qui potrebbe aver avuto origine, sempre secondo me, la tendenza dell'ultimo Proteus, riscontrata da molti nei precedenti commenti, a commettere omicidi tanto efferati e spietati quanto a volte evitabili (vedansi lo sposo ed il prete, oltre al vecchio mentore), la cui sola "utilità" risiedeva forse nel provocare e lanciare di continuo nuove sfide al suo acerrimo nemico Tex. Quanto alla ua abilità e spregiudatezza nel travestirsi, anche dopo aver riletto le precedenti avventure direi proprio che in questa occasione Perry Drayton ha saputo superare sé stesso. Una storia che sa di sublimazione di un nemico ricorrente di cui, a differenza degli altri rivali storici di Aquila della Notte (compresa la nemesi Mefisto), si sapeva generalmente assai poco, per non dire nulla (e forse - parlo ovviamente a titolo personale - è anche per l'eccessiva sfuggevolezza del personaggio che non ne sono mai stato mai particolarmente entusiasta). Unica cosa che mi ha lasciato perplesso, Quanto alla conclusione della vicenda, condivido l'impressione che hanno avuto anche altri, ovvero che non è possibile dare per scontato che Proteus abbia davvero preso un biglietto di sola andata per l'altro mondo. In tutta franchezza, per quanto credo ci possa stare che gli autori abbiano optato per una soluzione che lascia la porta aperta ad ogni possibilità, la mia speranza è che tuttavia questo sia stato davvero l'ultimo scontro tra Tex e Proteus. Essendosi trattato, almeno a mio parere, di una storia che ha finalmente regalato una dimensione dignitosa ad un personaggio che dal mio personale punto di vista in passato non è magari stato gestito ed utilizzato al meglio, sarebbe forse poco opportuno riesumarlo ancora, appunto perché in un caso del genere o gli autori compiono un autentico capolavoro o rischiano di rovinare il personaggio.
  12. La mia primissima avventura completa di Tex, e fu amore a prima vista. Insomma, se a tutt'oggi continuo a comprare e leggere avidamente Tex lo devo in buonissima parte a Congiura contro Custer (in realtà, in quei fatidici mesi - fumettisticamente parlando - avevo già letto come singolo albo San Francisco! ed il Texone Il cavaliere solitario, ma una avventura completa della serie regolare converrete che è tutto un altro paio di maniche). Una tripla davvero fantastica ed esaustiva, senza lacune incolmate, che pone Tex e Carson a confronto con tre personaggi che hanno letteralmente fatto la storia del Vecchio West, segnando a tutti gli effetti un'epoca con la celeberrima battaglia del Little Bighorn. Concordo totalmente con Barbanera circa l'immagine che la storia ci ha lasciato del generale Custer, figura molto più complessa e contraddittoria di quanto alcune storiografie non sempre imparziali ce lo hanno descritto nelle decadi successive alla sua morte. Un ufficiale sempre pronto a combattere in prima linea con i propri uomini, ma al contempo troppo avventato e vanaglorioso, oltre che palesemente poco rispettoso degli ordini superiori e delle gerarchie. Assai riuscite anche le caratterizzazioni di altri grossi calibri quali Toro Seduto e Cavallo Pazzo, magistralmente rappresentati come capi carismatici della nazione Sioux in quei giorni difficili: guida spirituale del proprio popolo il primo, ottimo ed accorto stratega il secondo, entrambi accomunati da un grande amore per la libertà ed un profondo ed inestinguibile orgoglio. Simpatico, per quanto non particolarmente rilevante ai fini dello svolgimento della vicenda, il "cameo" di Wyatt Earp nel primo albo: in una storia in cui le leggende del West - vere o immaginarie - pullulano, in fin dei conti ci può stare che gli autori abbiano voluto regalare una comparsata anche a lui . In un simile contesto, diciamo che il rischio che Tex e Carson fossero messi in secondo piano era certamente sensibile, ma Nizzi è stato impeccabile nel saper pore i due pards "super partes", conferendo loro piena autonomia rispetto alle vicende degli altri pezzi grossi presenti, ed anzi integrandoli a meraviglia con le vicende delle Black Hills prima e del Little Bighorn dopo. Inutile, infine, tessere le lodi di Giovanni Ticci, il cui tratto dinamico ed evocativo ha rappresentato graficamente al meglio una vicenda storica che è sfociata nella leggenda.
  13. JohnnyColt, se ho ben afferrato vorresti ricollegare le cartoline che hai postato qui sopra alle storie cui si riferiscono... Le due cartoline di sinistra penso di averle associate con certezza a Il messaggio cifrato (quella di sopra) ed a Il solitario del West (quella di sotto)... Quella in alto a destra ho maturato il sospetto ma non la certezza che rimandi a Il ritorno della Tigre Nera, quella in basso a destra al momento mi sfugge... In caso aggiornerò, e soprattutto spero di non aver frainteso il senso della tua richiesta di aiuto
  14. Ho finito di rileggere per l'ennesima volta questa avventura pochi minuti fa... Il mio giudizio estremamente positivo negli anni non è mutato, tuttavia l'esperienza mi ha aiutato a saper cogliere e dare maggior risalto a dettagli che in passato tendevo a trattare con noncuranza, ad accettare senza arrovellarmici più di tanto. Uno di questi dettagli, che appunto ho sempre notato ma di cui non ho mai pensato di parlare qui sopra, è la sparatoria tra il vecchio Jesse Hawks ed il braccio secolare dei Figli di Horus: l'anziano ranger si finge morto per cogliere di sorpresa i nemici, e questo ci sta tutto, ma a distanza di tanti anni francamente ritengo ancora un errore, da parte degli autori, aver illustrato la scena facendo sì che Jesse capisse esattamente che gli egiziani parlavano di tagliargli la testa affinché il suo spirito vagasse in eterno nel regno delle ombre. Presumibilmente i Figli di Horus stavano parlando tra loro in arabo, di cui dubito che il ranger conoscesse una sola parola. Non essendo certamente stupido, Jesse Hawks aveva senza dubbio capito quali fossero le intenzioni dei nemici, ma da qui a capire esattamente quel che dicevano ce ne passa... Per rendere la scena più realistica, quindi, a mio avviso sarebbe stato più opportuno limitarsi a far reagire Jesse senza proferire parola .
  15. Giusto,perché ormai l aveva inserito.ma se non inseriva l energumeno secondo me la trama non ne avrebbe risentito minimamente Vedi, io parto dal presupposto che nel fumetto, un po' come nei film, nulla accada per caso, né alcun elemento sia inserito tanto per... Per cui ho formulato l'ipotesi che l'inserimento dell'ex socio di Proteus abbia avuto come principale ragion d'essere quella di rimarcare, se mai ce ne fosse bisogno, la personalità oscura, vendicativa e contorta di Drayton. Ma si tratta ovviamente di una mia personalissima ipotesi, che potrebbe anche rivelarsi sbagliata. Quanto ad aver riesumato l'ex compagno di scorribande, sono comunque disposto a convenire che qualora gli autori non lo avessero fatto il leit-motiv della vicenda non ne sarebbe stato sostanzialmente intaccato
  16. Questione di punti di vista,comunque...io l ho trovato invece lezioso e irrilevante ai fini della trama Senza dubbio l'uccisione a sangue freddo del vecchio complice di Proteus non ha un peso specifico particolarmente rilevante ai fini del dipanarsi della vicenda, ma mi viene da credere che sia più che altro da intendersi come un espediente che gli autori possono aver adoperato al fine di accentuare ancor di più l'innata perfidia di Perry Drayton (che, volendo provare per gioco a "pensare come lui", dal canto suo potrebbe anche aver voluto lanciare un'ulteriore sfida alla legge) e, probabilmente, rendere in un certo senso più "realistico" il ritorno a casa del criminale... Pensa se il proprietario de facto del saloon, che Tex e Carson hanno esplicitamente etichettato come un ex complice spifferone di Proteus, non si fosse imbattuto nella vendetta dell'ex capo tornato a Flagstaff: stai pur certo che, se non fosse successo, qualche altro utente avrebbe chiesto conto agli autori di tale "dimenticanza" del caro Drayton , sostenendo magari di trovare strano che un individuo vendicativo come lui (per usare un eufemismo) potesse averla fatta passare liscia ad un ex socio che lo aveva tradito in passato (tanto, grazie ai suoi travestimenti, avrebbe corso il rischio di essere scoperto ed incriminato in maniera molto relativa...). Per cui, ferma restando la validità della tua osservazione, in definitiva sono dell'opinione che l'evento in questione sia comunque dotato di una propria ragion d'essere nel contesto narrativo...
  17. Magari perchè lo aveva tradito ?! Che dici ?! (vedi albo gigante nr.87 "Yuma !",da pagina 8 alla 11). Non ha riservato il medesimo trattamento a Jim Elder in quanto "tu mi hai tradito dopo che io ti ho sparato. Siamo pari". Mi trovo d'accordo con Havasu... Come si poteva pretendere che, dopo il suo ritorno alle origini, un individuo come Perry Drayton potesse tralasciare di regolare i conti anche con i vecchi complici? Fin troppo facile immaginare, piuttosto, che le traversìe che aveva passato negli anni successivi avesse acuito il suo rancore nei confronti di coloro che, a vario titolo, ha ritenuto colpevoli di essersi frapposti tra lui e le sue contorte macchinazioni criminali, pur senza intaccarne l'evidente capacità di fare all'occorrenza oculati calcoli...
  18. Devo ammettere che il primo albo del ritorno di Proteus mi ha lasciato favorevolmente impressionato, e di conseguenza con buonissime sensazioni in vista del numero di agosto. Un ritorno tutt'altro che banale e scontato, in cui anzi sono emersi anche alcuni dettagli del passato e del praticantato crriminoso di Perry Drayton. Ci sta, a mio avviso, un primo albo con poche scene d'azione: in primis, per l'abilità nel travestirsi del nemico, in secundis perché credo possa fisiologicamente starci che, dopo tanti annni dietro le sbarre, Proteus debba comunque sia riprendere le misure con la realtà che lo circonda, ed imbastire un piano che, sulla carta, gli consenta di ottenere la sospirata vendetta su Tex ed i pards, mica antagonisti qualunque. Inoltre, con un arnese del genere ritengo che, più che alle loro infallibili colt, i pards debbano giocoforza ricorrere all'ingegno. In tutto ciò, adattissimi alla bisogna anche i disegni di Ramella, il cui tratto a mio modestissimo avviso poco "dinamico" ben si attaglia ad una simile tenzone, basata come già detto più sui nervi e sul sange reddo che sulla mera abilità con le pistole. Mi è inoltre anche tornata la voglia di andarmi a rileggere le vecchie storie di Tex contro Proteus... Meglio di così quindi...
  19. juanraza85

    [518] Pioggia

    Una storia con pochi fronzoli e sostanzialmente altrettanti punti di interesse, che a mio avviso è stata saggiamente realizzata in via autoconclusiva, tanto è relativamente semplice - perlomeno per uno come Tex - la faccenda da risolvere. Decisamente molliccia, a mio parere, la banda di malviventi che il Ranger si ritrova a fronteggiare: nessun cattivone di particolare valore, tanto che muoiono quasi tutti letteralmente al primo colpo, un capo che fondamentalmente non si riesce a capire come abbia fatto ad emergere come tale (un po' perché, anche giustamente, non viene spiegato, un po' perché non mostra particolari capacità e carisma, palesando al contrario una evidente fragilità psicologica), ed in tutto ciò un ragazzo traviato, Jimmy, che si dimostra di un'ingenuità disarmante. Non tanto per essersi fatto trascinare sulla cattiva strada da un coetaneo, quanto per non saper minimamente mascherare il proprio pentimento per aver effettuato una scelta che non ha tardato a rivelarsi sbagliata, mettendosi in condizione di farsi scoprire senza troppe difficoltà, finendo ostaggio dei suoi ex compari. Molta perplessità mi ha inoltre destato il confronto finale face-to-face tra Tex ed il tormentato capo Ray Sheldon, dal canto suo sempre più preda dei propri personali "fantasmi" con l'incedere della vicenda. Prima Tex, evidentemente accortosi del suo eccessivo nervosismo, fa sì che egli spari tutti i colpi e resti in apparenza disarmato, dopodiché la mia perplessità raggiunge la sua apteosi allorquando Sheldon fa il duro, chiedendo a Tex di essere ucciso, salvo tentare di sparargli alle spalle con una Derringer che teneva nascosta nella giacca. A mio parere, sarebbe stato molto più logico che Sheldon facesse finta di rassegnarsi all'arresto e successivamente tentasse di approfittare di un attimo di distrazione di Tex, magari senza che Jimmy potesse vederlo e mettere il Ranger sull'avviso. Ma nemmeno mi sento di escludere che, piuttosto che di imprecisione dello scenenggiatore, si siano voluti deliberatamente rimarcare la mollezza di fondo e la totale assenza di sangue freddo del bandito...
  20. juanraza85

    [478/479] La Miniera Del Fantasma

    Ahem, mi permetto educatamente di correggerti...Il personaggio controverso è Kurt Weiser, chiamato dai suoi alleati apache Gothlay, mentre è il "Loco" a rispondere appunto al nome di Jacob Stolz. Quanto al dottor Manning che ne prende poi di fatto il posto, direi che vista la carogna che si è dimostrato essere gli è andata anche troppo bene...
  21. juanraza85

    [Texone N. 33] I Rangers Di Finnegan

    Su questo dissento. Narvaez è un vigliacco e basta,lo si capisce fin dalle prime pagine. Un tirannello da strapazzo.E questo Tex lo intuisce quasi subito, perchè ne conosce già le "gesta".La fine che rimedia è del tutto giusta e sacrosanta...e non si poteva certo aspettare qualcosa di diverso Magari non sono stato bravo a farmi capire al meglio, ma quel che intendevo dire - e che probabilmente immaginavo si evincesse - non era che Narvaez alla fine dimostra coraggio e dignità (da intendersi quale un rigurgito di un individuo che sa di avere ormai le spalle al muro), bensì che li dimostra SE SI CONFRONTA IL SUO COMPORTAMENTO CONTRARIO QUELLO DI FINNEGAN No. avevo capito il senso, forse non ho scritto chiaramente la risposta: proprio questa vigliaccheria finale di Finnegan non mi è piaciuta, perchè sembrava essere al contrario un avversario tosto. A differenza di Narvaez che si dimostra un vigliacco dall'inizio alla fine, e cha affronta Tex spinto dal coraggio della disperazione, Finnegan mi sembrava uno con le palle (e il suo curriculum sembrava dimostrarlo): la vigliaccheria finale, pur con le attenuanti addotte da Borden, mi è sembrata esasperata ed esagerata e ha reso ridicolo un personaggio all'apparenza MAIUSCOLO.tutto qui Mi preme anzitutto chiarire che il mio ricorso al maiuscolo voleva essere un mero espediente per mettere graficamente in risalto il concetto che in precedenza avevo creduto di non essere stato bravo ad illustrare . Per quanto invece concerne l'aurea più che positiva che inizialmente ricopriva le figure di Finnegan e del suo squadrone di tagliagole col distintivo, mi pare oltremodo strano che, al di là dei fugaci sospetti di alcuni colleghi e dell'antipatia nei loro riguardi della ragazza del saloon, al comando dei rangers non fosse giunta - almeno da quanto si è potuto evincere - alcuna voce delle bravate del corpo speciale, tale magari da far partire una sorta di indagine interna che consentisse di risolvere la faccenda "in famiglia" e senza troppo baccano. Oltretutto, non ho tratto l'impressione che Finnegan ed i suoi in generale si sforzassero troppo di nascondere la propria tracotanza ed i propri atteggiamenti non esattamente cordiali, né ho tratto l'impressione che vi fosse troppa solidarietà tra i membri del corpo, tale che, nell'ipotesi che qualcuno (magari anche i pards) avessero preso e sbatacchiato uno di costoro, questi avrebbe avuto il sangue freddo di non cantare... Se non ricordo male, perchè i texani pensavano che i messicani fossero sempre sporchi di grasso, od unti... (grease) C'era nel famoso 'dizionario del west' che per diversi anni è stato ospitato nella seconda copertina degli albi di Tex Wikipedia lo conferma: https://en.wikipedia.org/wiki/Greaser_(derogatory) Ti ringrazio, Gilas2 . Sapevo che "grease" in inglese significa "grasso", e dunque immaginavo che letteralmente il termine dispregiativo "greaser" vi avesse a che fare, ma la tua puntuale segnalazione mi ha consentito di inquadrarlo al meglio.
  22. juanraza85

    [Texone N. 33] I Rangers Di Finnegan

    Su questo dissento. Narvaez è un vigliacco e basta,lo si capisce fin dalle prime pagine. Un tirannello da strapazzo.E questo Tex lo intuisce quasi subito, perchè ne conosce già le "gesta".La fine che rimedia è del tutto giusta e sacrosanta...e non si poteva certo aspettare qualcosa di diverso Magari non sono stato bravo a farmi capire al meglio, ma quel che intendevo dire - e che probabilmente immaginavo si evincesse - non era che Narvaez alla fine dimostra coraggio e dignità (da intendersi quale un rigurgito di un individuo che sa di avere ormai le spalle al muro), bensì che li dimostra SE SI CONFRONTA IL SUO COMPORTAMENTO A QUELLO DI FINNEGAN Sicuramente un elemento che manca nella storia:i Comanche avrebbero potuto avere più spazio; certo, non ci si poteva aspettare uno scontro frontale tra Comanche e rangers di Finnegan, perchè questo avrebbe forse potuto portare ad un intervento del governo del Texas contro i Quadi.E questo Tex non lo avrebbe permesso. Effettivamente impegnare i Comanche contro una pur chiacchierata compagnia di rangers - sulla quale, ad onor del vero, fino alle battute finali della storia aleggiavano ancora dubbi - avrebbe avuto non poche scomode implicazioni, su questo ti do ragione . Ma non necessariamente avrebbero potuto essere coinvolti dagli autori fino a questo punto...
  23. juanraza85

    [Texone N. 33] I Rangers Di Finnegan

    Tornando alla storia di cui stiamo discutendo, voglio tornare sull'incontro ravvicinato - definirlo "duello" mi sembra personalmente sbagliato - tra Tex ed il deludentissimo Finnegan. Se ci si riflette bene, da un individuo di così bassa levatura cosa ci si sarebbe potuto aspettare di diverso? Anzi, tornando indietro nel tempo il caro Finnegan è riuscito persino a far fare una figura più che onorevole ad un altro fantoccio come El Diablo Rojo Narvaez, che pur dimostrandosi meschino e vigliacco per quasi tutto l'albo ebbe almeno il coraggio e la dignità, una volta vistosi abbandonato dai suoi uomini finalmente non più succubi della sua cieca ferocia, di battersi in duello con Aquila della Notte, rimediando la morte causa una sprangata in testa. Altra osservazione che condivido, riguarda il ruolo decisamente marginale riservato nella vicenda ai Comanche, che anche secondo me in virtù del fatto che la storia traeva spunto da un vigliacco attacco subìto da una loro tribù avrebbero potuto avere più spazio, e magari la loro presenza avrebbe potuto conferire maggior dinamismo ad una storia che, a dispetto delle aspettative, in molti punti a me è parsa francamente un po' piatta e sonnacchiosa. In tale ipotetico contesto, non mi sarebbe dispiaciuto assistere ad un incontro tra Tex ed il leggendario capo Quanah Parker, dei Quahadi Comanche: nelle pagine iniziali de La grande invasione (citata pur senza rimandi nel Texone), come forse molti ricorderanno il Ranger nell'atto di raccontare l'episodio - la storia era in flashback - disse di conoscerlo personalmente, e soprattutto che in seguito a quelle circostanze erano divenuti mortali nemici, viceversa ne I rangers di Finnegan Aquila della Notte lascerebbe intendere di aver instaurato buoni rapporti con lui. Dunque, assistere ad un incontro tra i due che potesse brevissimamente chiarire i loro trascorsi sarebbe per me stata una piacevole ciliegina
  24. juanraza85

    [Texone N. 33] I Rangers Di Finnegan

    Ricordo perfettamente, se non vado errato di tratta di un termine dispregiativo che i texani adoperavano (e forse ancora adoperano) per definire i dirimpettai messicani. A tal proposito, vorrei levarmi una curiosità: qualcuno saprebbe dirmi come mai i texani iniziarono ad usare questo termine? Grazie anticipatamente
  25. juanraza85

    [Texone N. 33] I Rangers Di Finnegan

    La mia lettura risale a tre o quattro giorni addietro, ed anche io mi sento di dire che, al netto degli ottimi disegni di Majo, non si è certo trattato di uno dei migliori Texoni che abbia avuto la fortuna di sfogliare. Date le premesse iniziali della vicenda, mi sarei certamente aspettato qualcosa di più: in primis, a dispetto del titolo, il corpo di Rangers al comando di Finnegan ha nella storia un ruolo fondamentalmente marginale. O, per meglio dire, ad un certo punto della storia si fa quasi fatica a capire quale sia il vero obiettivo della missione dei pards. Capitolo Kit Willer: anche a mio parere si fa fatica a capire come possa il giovane ma già scafato Kit lasciarsi anche solo in parte trascinare da un individuo come Finnegan, individuo senza particolari doti se non quella di coltivare un odio inestinguibile - per quanto forse, visto da una certa ottica, comprensibile - nei riguardi dei Comanche. Davvero, non si riesce a capire da cosa nasca il suo ascendente, non solo su un Kit più ingenuo del solito, ma su tutti gli uomini della sua squadra, che a dispetto dell'appartenenza ad un reparto d'elite non rendono certo onore al corpo dei Rangers, spesso dipinto sulle pagine di Tex quale espressione di onore e lealtà unite ad un pizzico di sana indisciplina. Invece, cosa traspare di ciò in questa vicenda? Un branco di killers in distintivo, incapaci di ragionare con la propria testa né tantomeno di ribellarsi agli ordini di in capo indegno...
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