Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

pecos

Sceriffi
  • Contatore Interventi Texiani

    1027
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    39

Tutto il contenuto pubblicato da pecos

  1. Calma, calma... il Tex sopra le righe ed estremo che descrivi lo trovi solo in questa storia, eccezionale perché eccezionali sono le circostanze.
  2. pecos

    [682/683] Il ritorno di Lupe

    Questa è la discussione che purtroppo ha più risentito della perdita di dati che ha colpito il forum. È davvero un peccato, io non avevo partecipato alla discussione perché ho letto il secondo albo soltanto qualche giorno fa e non posso ora conoscere le opinioni che tanti di voi avevano espresso su questa storia. Sarebbe bello che chi ha visto perso i suoi messaggi volesse riproporre il suo commento alla storia. Per quanto mi riguarda, credo che al termine della lettura il mio giudizio si allinei a quello della maggior parte dei lettori: stupenda la prima parte, deludente la seconda. Il primo albo è davvero un tuffo nel passato: il ricordo della prima avventura con Lupe (bellissima la tavola a pagina intera di Piccinelli che ne rievoca con alcuni flash i momenti fondamentali), combinato con un secondo incontro tra i due giovani amici, in cui riviviamo lo stesso spirito rocambolesco dei primi albi. Tex e Lupe combattono fianco a fianco: che spettacolo! È proprio così che doveva essere il ritorno di Lupe, perché questo è quello che è sempre stata: una compagna d'avventure. Boselli spreca fin troppe parole per spiegare al lettore che tra i due non c'è mai stato niente; non ce n'era davvero il bisogno, se non per spegnere i bollori di quei lettori che fantasticavano su chissà cosa... Anzi, tutti questi dialoghi e accenni tesi a ribadire e esplicitare quale sia stato il rapporto tra Tex e Lupe sono dettagli da soap opera che avrei volentieri evitato. Poche chiacchiere, tanta azione: questo avrebbe dovuto essere per me il ritorno di Lupe. Con il secondo albo, le cose cominciano a non funzionare anche dal punto di vista della costruzione della storia stessa. Credo siano due i difetti principali: 1) Ricardo, forse il peggior personaggio che sia mai uscito dalla penna di Boselli da quando scrive Tex. Qui siamo ben al di là dei personaggi "grigi", dei cattivi che si riabilitano, o dei buoni che nascondono un'anima marcia; qui siamo nella più totale incoerenza, un personaggio schizofrenico che sembra cambiare personalità da una pagina all'altra. La sospensione dell'incredulità non può giustificare il comportamento di un tale personaggio. 2) La Lupe del secondo albo, come ammette Boselli stesso, è imborghesita, non è più se stessa; la vorremmo sempre a cavalcare a fianco di Tex, invece quasi scompare. Per me è inspiegabile poi come in tutti questi anni non si sia mai messa in contatto con Tex, anche solo per fargli sapere di essere ancora viva. Forse c'è una giustificazione, ma non la vedo. Per concludere, a fronte di un primo albo decisamente bello, il secondo non soddisfa le aspettative. Forse Boselli si è fregato a causa dell'attesa creata per questa storia; quando le aspettative sono tanto alte, anche una storia di buon livello finisce necessariamente per deluderle. Questa tutto sommato è una storia di buon livello e ben raccontata, ma con grossi difetti a livello di coerenza della trama che pesano sul valore complessivo.
  3. pecos

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    Il maxi sta riscuotendo consensi quasi unanimi (a parte le critiche di quelli che parlano senza averlo letto). Come ho scritto qualche post fa, per me entra nel podio dei migliori Maxi Tex. Un aspetto non secondario, di cui poco si è detto, è la caratterizzazione di Ken Willer. Per me è il personaggio più riuscito dell'albo; credo che alcuni tra i momenti migliori siano quando Boselli gli fa enunciare quelli che saranno i valori fondamentali di Tex (l'uguaglianza tra tutti gli uomini, la fedeltà alla moglie morta...). Capiamo come la figura paterna sia stata davvero fondamentale nel formare il giovane Willer. Ken è un personaggio vero, esce dalla nebbia in cui lo aveva lasciato GLB e acquista una personalità a tutto tondo. Altro personaggio riscoperto, seppur siano poche le pagine a lui dedicate, è Gunny Bill. La scena in cui lui e Jim Bridger scherzano sui racconti delle loro avventure è bellissima.
  4. pecos

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    Ah, dimenticavo: bella l'introduzione all'albo che ha scritto Borden!
  5. Lo vorrei anch'io. E magari, in occasione di avventure con personaggi storici (come quella di Mano Cattiva), qualche cenno alla realtà storica sarebbe più che gradito. Un po' come succedeva con la Blizzard Gazzette su Magico Vento. Ma questo è chiedere troppo, lo sappiamo.
  6. pecos

    [684/685] Wolfman

    Per ora il primo albo riporta Ruju sugli ottimi livelli a cui ci aveva abituato fino a qualche tempo fa. Da un lato c'è un avversario che sembra davvero tosto e in grado di mettere in difficoltà Tex nell'uno-contro-uno; dall'altro una trama da giallo, un assassino nell'ombra e diversi personaggi che sembrano avere qualcosa da nascondere. Ho respirato - in parte - le atmosfere di "Orrore", la storia di Medda di ormai vent'anni or sono: il micromondo del piccolo paese sperduto, con i suoi diversi personaggi caratteristici - il baro, le ragazze del saloon, il fratello della ragazza, lo sceriffo... -, una minaccia incombente e un killer misterioso che potrebbe essere il più insospettabile tra loro... A proposito, fortunatamente non ho letto l'anticipazione del prossimo numero, quindi ancora brancolo nel buio su chi sia davvero l'assassino! Soggetto che forse, tenuto conto anche della velocità di Font, avrebbe potuto svilupparsi in più di due albi (eh sì, sono uno di quelli per cui le storie che non si dimenticano sono quelle lunghe). A proposito di Font: al di là dei gusti personali - ci sono quelli che non lo possono vedere, io sono tra quelli che lo apprezzano, anche se non è certo il mio preferito - ripeto quello che ho scritto in occasione della sua storia precedente, "Winnipeg": le storie cittadine piene di personaggi non gli si addicono, e chi non lo può vedere lo troverà ancora più indigesto in questo contesto. Siamo lontanissimi dalle tavole di "Colorado Belle", che ritengo il suo lavoro migliore su Tex. Lamentela finale: ma il pard indiano proprio War Cry si doveva chiamare? Ma i bei nomi di una volta come Piccola Volpe, Cavallo Giallo, Grosso Tuono ecc. non usano più??
  7. Devo dire che ho fatto anch'io queste riflessioni e mi trovo in sintonia con il pensiero di Ymalpas. A volte certe tavole viste in anteprima (ma il discorso si può allargare alle anticipazioni in generale) possono avere effetti negativi. Non si parla certo di rovinare la lettura di un albo, ma comunque a volte può venire a mancare la sorpresa nello sfogliare le pagine. Ma sono i tempi moderni... Sicuramente sono per evitare gli eccessi, limitare le tavole in anteprima, mostrare solo quelle prive di dettagli spoileranti.
  8. pecos

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    avviso di SPOILER per chi non ha ancora letto la storia... Il maxi Tex di quest'anno è un grande romanzo western. Qui troviamo l'epica della frontiera, l'incontro della Storia con la Leggenda, l'Avventura, tutto racchiuso in un viaggio di 280 pagine attraverso le vallate del giovane Texas. Sembrerebbe quasi di leggere uno dei primissimi episodi della "Storia del West", ma qui, al posto dei MacDonalds, ci sono i Willer! Dalla penna di Boselli e dalla matita di Del Vecchio prendono vita Ken e Mae Willer, lasciati soltanto sfumati da GLB, ed è una stupenda caratterizzazione quella dei due pionieri. Riguardo alla struttura della storia, è molto bello e riuscito l'espediente per tenere insieme i vari episodi che compongono questo lungo affresco della Frontiera, ovvero la presenza di Jim Bridger, figura eroica di un West mitico che entra in scena anche nel mondo di Tex e lo accompagna in alcuni significativi episodi della sua formazione. Insieme a lui tanti altri personaggi accompagnano il giovane Tex, ed è un piacere rivedere alcuni amici storici - in particolare "Damned" Dick e il mentore Gunny Bill. Ho notato in particolare lo sforzo da parte di Boselli di risolvere tutte le situazioni senza che Tex debba uccidere alcun avversario, per mantenere coerente la storia del personaggio. È un compito assolto benissimo dallo sceneggiatore, e ne risulta che il tono del racconto, in cui le scazzottate prevalgono sulle sparatorie e sui morti ammazzati, è meno violento rispetto al solito e si avvicina a quell'estetica del western "classico" il cui recupero è uno dei punti di forza di questo speciale. Una menzione d'onore è doverosa per i disegni di Del Vecchio, davvero bravo a catapultarci nell'atmosfera della Valle del Nueces. Con il suo stile chiaro e preciso interpreta magistralmente la sceneggiatura. Non è uno di quei disegnatori che si fa notare per uno stile particolare (infatti viene raramente nominato nelle discussioni di confronto tra i vari interpreti grafici del ranger), ma è un vero artigiano che in questo malloppone di pagine non ha proprio sbagliato un colpo! Se devo muovere un appunto, è quello di aver voluto narrare anche questa storia in flashback, con il "solito" espediente di Tex che racconta ai pards davanti al fuoco del bivacco. Questo obbliga lo sceneggiatore a "incorniciare" gli eventi del passato e a creare un collegamento col presente, che risulta però un po' scontato dato che la struttura narrativa è tale e quale a quella della recente "Jethro!" o del ritorno di Lupe: appena tornati nel presente, si è subito capito che la conclusione della storia avrebbe visto Tex correre in aiuto dell'anziano Jim Bridger, allo stesso modo di come correva in aiuto del vecchio compagno Jethro nell'omonima storia. L'ultima parte del maxi risulta per questo un po' scontata; per me è addirittura superflua, sicuramente per il fatto di aver riciclato la stessa struttura narrativa già vista e rivista. Poteva essere benissimo una storia vissuta in "presa diretta", senza incorniciarla dagli eventi del presente texiano. Ma questo non inficia una storia che entra tra i capisaldi della saga e sale sul podio delle migliori storie apparse sul maxi, seconda solo alle mitiche "Oklahoma" e "Nei territori del Nord Ovest".
  9. pecos

    [Maxi Tex N. 21] Nueces Valley

    Borden... è un capolavoro!
  10. pecos

    Passato o no?

    Anzitutto è una cosa che fa dannatamente piacere che Borden ci venga a chiedere una cosa del genere. Vuol dire che tiene bene in conto quello che pensano i lettori. E io come lettore sono felice di avere il privilegio di potergli rispondere Detto questo, mi allineo ai pareri di chi ha risposto prima di me - le scorribande nel passato di Tex sono più che ben accette. Sia nella forma di episodi completamente ambientati nel passato, come l'ultimo, magnifico texone, sia con il recupero di qualche vecchio personaggio di cui non abbiamo più saputo nulla, come Lupe. Personalmente, ho trovato sempre oltremodo affascinanti le storie che mettono in luce qualche episodio del passato dei personaggi (parlo in generale, non solo di Tex), sono storie che se ben pensate e raccontate hanno una marcia in più. GLB ha lasciato davvero tanto spazio che può essere riempito con nuove avventure. È evidente che sono lì che aspettano di essere raccontate. Mi permetto soltanto di aggiungere due riserve. La prima è forse ovvia e non ci sarebbe nemmeno bisogno di specificarla, se alcuni lettori non continuassero invece a paventarla: ovvero che non si sconfini nel riscrivere il passato di Tex, non si costruisca un nuovo eroe che si discosti via via dal personaggio di GLB. Nonostante le avventure della giovinezza di Tex raccontateci dal suo creatore siano, a ben guardare, decisamente poche, il giovane Tex è un personaggio perfettamente codificato. A questo ci si deve attenere. Ma non corriamo rischi: se il texone che abbiamo appena letto sarà il prototipo delle avventure che verranno, allora andiamo sul sicuro, perché quel giovane Tex è perfetto. Ovviamente sarei contrario ad operazioni del tipo "reboot" del personaggio, che sono comuni invece nei fumetti americani - ma lo dico ben sapendo che non è questa l'intenzione del curatore. D'altra parte credo che il vero reboot della saga di Tex l'abbia fatto GLB stesso con "Il passato di Tex". Si tratta solo, quindi, di "riempire i buchi" che GLB ha lasciato. La seconda riserva - su questa forse alcuni non saranno d'accordo, è una mia opinione personale - è che le escursioni nel passato debbano comunque rimanere sporadiche, una tantum, non la regola. Le storie "normali", quelle che siamo abituati a leggere, devono rimanere la maggioranza. La continuity non deve diventare troppo stretta, con personaggi minori che riappaiono di continuo - alla Dampyr, per intenderci. Un'altra idea, infine - che non c'entra niente con la domanda di Borden, ma la butto lì lo stesso: perché non fare anche qualche sequenza di 2-3 storie concatenate? Una storia che riparte là dove la precedente si interrompe, magari durante qualche viaggio (esotico?) di Tex... Anche questo sarebbe in qualche modo un recupero del vecchio Tex dei primi albi, di esempi ce ne sono stati. Probabilmente l'incertezza della programmazione e le tempistiche dei disegnatori sono un serio ostacolo, ma magari...
  11. pecos

    [Texone N. 32] Il magnifico fuorilegge

    Il magnifico Texone! Eh sì, finalmente ho tra le mani l'albo speciale e dopo un rilassante, caldo sabato mattina in sua compagnia non posso che fare i complimenti agli autori! Questo albo è puro western, con tutte le situazioni più classiche e amate del genere - duelli, inseguimenti, agguati, cavalcate nel deserto, saloon, indiani e fuorilegge... Un'avventura rocambolesca che nelle intenzioni ci vuole riportare alle atmosfere di quei primi cinquanta numeri, ovviamente riviste alla luce di un linguaggio espressivo più moderno e a un formato che non è quello delle strisce. L'omaggio ai primi numeri non si esaurisce alla sola prima (bellissima) tavola, a Dinamite, o alla battuta di Carson "si è mai sentito di un uomo solo che ne minaccia venti?" - che comunque mandano in visibilio i vecchi lettori. È notevolissimo lo sforzo di recuperare quel giovane Tex scanzonato, irruento, spregiudicato dei primi numeri, che a volte cade anche ingenuamente in trappole e tranelli e prende qualche botta in testa in più del solito, ma d'altra parte così era nei primi numeri. Storie così non si possono fare tutti i mesi, è ovvio, questo albo rimane un unicum, un divertito omaggio a GLB e un prezioso regalo a tutti i lettori di Tex! Un texone memorabile anche dal punto di vista dei disegni. Andreucci si rivela un grande interprete del West, e se il suo tratto non è una sorpresa per i lettori di Tex, per lo meno ci mette ai ripari da ardite e non gradite interpretazioni come quella vista lo scorso anno. Ottimo il suo Tex giovane, che diventerà un riferimento per i disegnatori alle prese con le prossime storie ambientate nel passato; bellissima la recitazione dei suoi personaggi, le pose tipicamente western (vedi il Tex appoggiato al bancone del bar, o alla staccionata aspettando il suo giovane rivale), e stupende le ambientazioni. Seppure non arrivi al vertice visto su questa collana (il texone di Frisenda), le sue tavole sono un piacere per gli occhi, e mi auguro di rivederlo il prima possibile sulla serie regolare. Grande Borden!
  12. pecos

    [Texone N. 32] Il magnifico fuorilegge

    Io ripasserò dall'Italia nel weekend... è da un mese che mi sto mangiando le mani nell'attesa di poter leggere il texone! Finalmente tra un paio di giorni lo avrò tra le mani
  13. pecos

    [Texone N. 32] Il magnifico fuorilegge

    Questi trailer sono spettacolari!!! Me ne aspetto uno anche per Lupe!
  14. pecos

    [678/679] Jethro!

    Finalmente siamo tornati a parlare di Jethro... Mentre le polemiche continuano su altri lidi, lascio invece anch'io due parole sul secondo albo di questa bella storia, che non avevo ancora commentato. Abbiamo atteso quindici anni per sapere com'era andata quella volta che gli eroi di Fort Quitman hanno accompagnato il nero Jethro a fare giustizia degli assassini della moglie; oggi finalmente Boselli ce l'ha raccontata, ci ha riportati con la fantasia là dove si era fermato quindici anni fa, questa volta per mettere la parola fine a quella che in fin dei conti è la storia di due uomini capaci di dare una svolta alla loro vita: uno, finora vessato dalle ingiustizie e dall'odio razziale, che infine riesce a riprendersi la sua vita e quello che gli appartiene; l'altro, non propriamente uno stinco di santo, che si riscatta grazie alla sua fede nell'amicizia. E tutto avviene per merito di un terzo compagno formidabile, il giovane Tex Willer. Tutto è racchiuso nelle ultime pagine, che per me sono assolutamente bellissime nella loro malinconia e suggellano splendidamente la conclusione di una storia del passato che è ancora vivida nella memoria e nei racconti dei protagonisti. Gli eventi del presente, con la difesa della fattoria di Jethro, fanno da cornice al dipinto ben più cupo dello scontro con i fanatici del Klan. Tra i campi di cotone del Mississippi respiriamo un'atmosfera violenta ed opprimente, come ormai siamo abituati a trovare nelle storie di Mastantuono, efficacissimo nel coinvolgere il lettore in queste ambientazioni con il suo tratto spigoloso, con i suoi neri che qui diventano le tenebre dell'ignoranza e del fanatismo. Molto appagante anche la lettura del secondo albo, anche se devo osservare che non mi ha molto convinto la scena centrale della sparatoria che inizia nella sala da pranzo di Stevens e si conclude con lo scontro con gli uomini del Klan. A mio avviso una scena troppo confusa e caotica, eccessiva, Corbett viene colpito due volte ma alla fine sembra non avere nemmeno un graffio... E non amo molto il Tex che si lancia all'impazzata con le due pistole in pugno contro i nemici con le pallottole che miracolosamente sembrano scansarlo, troppo "supereroe"... Nel sondaggio sul miglior personaggio, in assenza di Corbett ho votato Landon Stevens, un cattivo convincente e originale soprattutto nella sua tattica di ingraziarsi gli avversari per poi colpirli a tradimento. Ma senza dubbio il personaggio meglio riuscito è Glenn Corbett, su cui si è detto molto ma che credo sia uno dei più riusciti nati dalla penna di Boselli, caratterizzato alla perfezione dalla scena dell'uccisione a sangue freddo che è a tutti gli effetti un colpo da grande narratore: in una sola tavola ci viene mostrato tantissimo del carattere di Corbett, in perfetto accordo con il personaggio visto nella sua prima apparizione; allo stesso tempo l'assenza di Tex, che non assiste e non sa dell'assassinio, permette ai due di rimanere uniti nel seguito dell'avventura. Nessuno scandalo che Tex si accompagni a questo elemento, anzi a questo proposito è doveroso riportare le parole di Ymalpas, che così scriveva qualche giorno fa in una delle sue analisi (che forse meriterebbero più attenzione di quella riservata ad altre polemiche): In conclusione, la storia è molto buona, coinvolgente, e pur non essendo un capolavoro conferma come ormai da alcuni anni, e per qualche anno a venire, possiamo andare ogni mese in edicola fiduciosi di leggere delle belle storie d'avventura.
  15. pecos

    [678/679] Jethro!

    Sposo in pieno il bellissimo intervento di James. Riguardo a Texan, mi dispiace la deriva che ha preso il suo atteggiamento. In altre occasioni era stato un interlocutore che portava un punto di vista diverso e a volte anche interessante, ma si è fissato sulle sue posizioni che sembrano dettate dalla paranoia. Così diventa impossibile dialogarci. È fissato sulla sua visione di Tex e non prende atto di tutti i dati che gli abbiamo messo sotto gli occhi, anzi li ignora deliberatamente. Potrei fare un lungo elenco delle sue affermazioni che non hanno riscontro nella realtà delle storie, che lui sostiene con argomenti come gli articoli di Cofferati, Luca Raffaelli e il gioco Clementoni. Peccato.
  16. pecos

    [678/679] Jethro!

    Ma no. Sei tu che ti metti contro tutti. Non mi sembra che di là le tue posizioni abbiano avuto maggior sostegno... E perché un autore non dovrebbe difendere le sue scelte, di fronte a chi ne travisa il senso?
  17. pecos

    [678/679] Jethro!

    Ci hai visto lungo, non ha risposto...
  18. pecos

    [678/679] Jethro!

    Fai un discorso globale che inspiegabilmente non trova riscontro in nessuno dei tuoi interlocutori. E, soprattutto, non trova riscontro nei dati. I dati sono LE STORIE DI TEX. Punto. Le interviste di Cofferati non c'entrano un fico secco. Anche un discorso globale deve avere riscontro nei dati, altrimenti non sta in piedi. E sui dati, sulle storie che ti citiamo, sulle vignette che ti postiamo, non rispondi. Comoda fare discorsi generici e pretendere che siano veri... Non vuoi ammettere che la percezione di Tex che è cambiata è solo la TUA. Poi ci sono tante altre voci che dicono che Tex è cambiato, ma lo fanno con argomenti totalmente diversi. Questo tuo discorso "globale" finora l'ho sentito solo da te.
  19. pecos

    [678/679] Jethro!

    Ma che c'entra??? Ma chi lo ha mai letto Luca Raffaelli! Ma guarda che l'avere qualche anno in più non rende più autorevoli le tue opinioni! E sì, forse Magic Wind te lo può insegnare a buon diritto "Tra due bandiere", visto che continui a fare orecchie da mercante anche di fronte alla tavola che ti ha postato... Ah, e quindi adesso la svolta revisionistica di Tex sarebbe tutta da parte degli indiani. Quindi storie recentissime come "Luna insanguinata", "Carovana di audaci", "Furia Comanche" non sono mai state scritte... ps: questo topic sta diventando ridicolo. Forse è il caso di fare un po' di pulizia.
  20. pecos

    [678/679] Jethro!

    Ma questo non ti fa venire qualche dubbio? Se tutti - TUTTI - i lettori di Tex sui forum ti danno contro, magari c'è qualcosa da rivedere nella tua impostazione... Mi piace anche leggere i tuoi interventi, che sono sempre scritti benissimo, a volte dici cose giustissime, ma molto spesso li trovo davvero privi di fondamento...
  21. Curioso anche che Nizzi descriva come "Storia tipo Il mucchio selvaggio" quella che disegnata da Ortiz diventerà poi il sesto texone. Immagino che il riferimento sia alla scena delle rondelle di ferro al posto dei dollari d'oro, che evidentemente è ispirata dal film, ma credo che le somiglianze tra le due storie finiscano qui. Eh già, anche a me non sarebbe dispiaciuto leggere qualche altra sua storia. "Bande rivali" non mi ha mai davvero entusiasmato (forse anche per i disegni di Blasco), ma "Orrore!" l'avrò riletta 20 volte.
  22. pecos

    [678/679] Jethro!

    Permettimi di dirti che a me sembra, leggendo i tuoi post, che questo Tex che non ti piace più è una proiezione che ti sei costruito. Ho l'impressione che hai fissato alcuni presupposti - Tex è cambiato, Tex è diventato di sinistra, il West di Tex non è più quello di Ford ma quello di Tarantino, ecc. -, tu parti con quest'idea che questo non sia più il tuo Tex e non ti schiodi da questa impressione, che però precede la lettura: è una convinzione che ti sei fatto, una categoria di pensiero a cui vuoi a tutti i costi adattare la realtà del fumetto che leggiamo tutti i mesi. Ci sono senza dubbio degli aspetti veritieri in quello che scrivi: ad esempio è legittimo che non ti sia piaciuto, e che anzi ti abbia infastidito, un personaggio come Glenn Corbett. Ma altre cose ce le vedi solo tu: pensiamo ad esempio alla questione della politica, che infili nel 50% dei tuoi interventi. E sulla base di che cosa ci sarebbe una svolta a sinistra in Tex? Quali argomenti porti a sostegno della tua tesi, fatta solo di vaghe affermazioni generali? Un articoletto di di Cofferati che si permette di scrivere due righe, nemmeno tanto interessanti, su Tex! E di conseguenza - al lupo! al lupo! - Tex è svoltato a sinistra! Ma dai! E cosa faresti se ti dicessi che persino Guccini leggeva le strisce di GLB??? Nell'ultima storia Tex si schiera dalla parte della minoranza nera e combatte il KKK, e tu ci vedi della politica? Ma la difesa dei diritti di tutti è un principio universale, non appartiene certo alla sinistra, in questa storia io ci vedo solo il buon vecchio Tex che non esita a sfoderare le Colt di fronte all'ingiustizia! Dici che Tex "non è un personaggio in conflitto, ma uno che risolve i conflitti", "un eroe solare, un personaggio positivo, schiettamente votato al Bene." Niente di più vero! Anzi è una definizione bellissima, come bellissimo il tuo messaggio di poco fa sul Tex "giustiziere"! Ci hai preso in pieno! Ma ora ti chiedo, dove e quando Tex non è più così??? Dove trovi in "Jethro!" una contraddizione con questo? È un'immagine che ti sei creata, ma è lontana dalla realtà dei fatti. Dalla tua recensione di Salt River non sembra proprio che tu la storia "te la sia fatta piacere", ma che ti sia piaciuta davvero! La stessa cosa per "L'onore di un guerriero" di Ruju. Qualche giorno fa ti consigliavo di andare a leggere "La lunga pista" (n. 473/474), che secondo me è decisamente nelle tue corde. Rinnovo il consiglio
  23. pecos

    [678/679] Jethro!

    Ehm... riprendo l'invito del pard Virgin, non è il caso di continuare a discutere qui sui gusti cinematografici di Texan. Lo farete (nelle discussioni dedicate) se e quando il nostro amico si paleserà anche di qua.
  24. "Il pezzo di carta che vedete qua sopra per me è un piccolo cimelio. Me lo consegnò Claudio Nizzi nel 1993 o giù di lì, quando mi fu chiesto di scrivere Tex, per evitare che proponessi idee già sfruttate nelle storie in lavorazione. Se contate le sceneggiature in mano a Nizzi, noterete che erano ben tredici. Stava lavorando a quel ritmo pauroso da anni. E lo avrebbe fatto per molti anni ancora." Così scriveva Michele Medda qualche anno fa mostrando questo curioso pezzo di carta che probabilmente molti appassionati conoscono già. Le ultime quattro storie diventeranno ovviamente Texoni.
  25. pecos

    [678/679] Jethro!

    Ragazzi ricordatevi di segnalare gli spoiler però per piacere!
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.