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corvo59

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  1. corvo59

    [Maxi Tex N. 12] Lo Squadrone Infernale

    ferruccio dice Innanzitutto mi domando se esista un modo di usare la penna un po più quieto di quello usato dalla signora di ubc per "allietarci" le festivit? natalizie, devo dire che ,Tex a parte, il linguaggio è quantomeno scadente: perchè Profondo sonno quando poi si scaglia con durezza nei confronti di un ormai anziano scrittore usando termini e partorendo concetti rabbiosi. profondo sonno? ma via.. anche se io e Ferruccio (amico mio da sempre) parliano spesso di queste cose e ne scriviamo assieme, non sono molto d'accordo sui concetti rabbiosi. Secondo il mio parere non sono concetti rabbiosi quelli espressi nella recensione pubblicata su Ubc dalla Feltrin ma semplicemente una serie di cose fuori luogo: nun c'ha preso. :generaleN: conosco penne più velenose e consapevoli. ... lei sta ancora sulla storia di Carson che fa domande: stucco totale Ormai è tempo di riprendere in mano quella ricerca sul Carson bonelliano e dimostrare che il vecchio reprobo le domande le ha sempre fatte. [e non è che ci debbano essere per forza Tex e Carson; allo stesso modo, se il dialogo avviene tra due banditi piuttosto che tra due indiani o due cittadini di Tucson ecc.. uno di sicuro fa le domande].
  2. (Personalmente). Mentre leggevo la storia mi è venuto naturale swicciare da Tex ad altro. Altro qui è rappresentato da "tutt?altro": Ken Parker. :generaleN: Si, Parker più che Dyd o Dampyr, perchè mi sembra che Ken ben si accosti a questo giallo-alchimistico. Anzi, sarebbe stato fantastico. Mi domando se tu conosca davvero Tex e Ken Parker! Ma quando mai c'è stata una storia fantastica in Ken Parker?????? Invece in Tex ce ne sono molte. Ho scritto una storia in linea con la tradizione texiana e sfido a dimostrare DAVVERO il contrario. Ken Parker (!!!!) Dampyr o Zagor non c'entrano una mazza! Borden :capoInguerra: Ehi amico, facciamo lo stesso lavoro solo che io scrivo musica! Però non ho l'abitudine di piccarmi quando qualcuno non la sente come la sento io. E non gli do lezioni di musica. Anzi. Beh, menomale che ho usato le parentesi all'inizio del mio post. La prossima volta ci metto un paio d'occhiali :generaleN: . Tutto il fumetto è fantastico: anche Tex e Ken Parker lo sono stati. Ps comunque complimenti per la storia, cui se non 10 ho dato 9 di sicuro. (già, perchè ho scritto anche questo)
  3. Guarda Anthony, secondo me si riconosce abbastanza il tratto di Corteggi nel volto di Tex ma il fatto è che ne sono sicuro perchè a me Galep ha fatto vedere la "versione" originale (che non era malaccio). Rimpiango solo di non avere la fotocopia del disegno (per la verità, Galep me l'aveva fatta ma io l'ho dimenticata a casa sua). [anchei disegni all'interno sono molto aggiustati da Corteggi]
  4. corvo59

    Stefano Andreucci

    Stefano è di Fiumicino ed una volta abitava a 200 metri da casa mia, abbiamo giocato assieme qualche volta da ragazzi (anche se io appartenevo alla cricca dei "delinquenti" :capoInguerra: ). ... me lo ricordo come uno un pochino taciturno e ordinato nel vestirsi. qualche mese fa Andreucci, mi è ritornato in mente perchè stavo cambiando le gomme alla rimessa del cugino ed ho visto appeso in bella mostra un disegno di Stefano:naturalmente un pit-stop [A Fiumicino, tra l'altro, conosco un paio di disegnatori che di "carriera" non vogliono saperne ma che dispongono di un buonissimo talento]. Gran disegnatore il mio compaesano. Ma proprio grande!
  5. (Personalmente). Mentre leggevo la storia mi è venuto naturale swicciare da Tex ad altro. Altro qui è rappresentato da "tutt?altro": Ken Parker. :generaleN: Si, Parker più che Dyd o Dampyr, perchè mi sembra che Ken ben si accosti a questo giallo-alchimistico. Anzi, sarebbe stato fantastico.
  6. corvo59

    Articoli Su Tex

    Una ballata del deserto dipintoNon dar? giudizi sulla storia. Pregi e difetti di Nizzi sono ormai noti ai lettori di Tex. Mi soffermer? invece su alcune suggestioni, sottolineate soprattutto dall'apporto grafico del bravo Bruno Brindisi, presenti nella storia "I predatori del deserto", Texone estivo del 2002. di MassimilianoClementeNon so se Nizzi lo avesse previsto, ma le analogie con la celebre ballata prattiana si sprecano, e Brindisi ha saputo coglierle al volo. Di seguito riporto i personaggi del Texone con la loro "versione prattiana". Monkey - Rasputin Kirby - Corto Maltese (qui è biondo, ma a parte questo è lui spiccicato) Il Predicatore - Il Monaco Liza - Pandora Kit Willer - Cain
  7. corvo59

    Articoli Su Tex

    Tex in AmericaDal sito del magazinePanorama:Chiamatemi Tex KillerFaccia alla Charlton Heston. Tosto come Clint Eastwood. Ecco l'eroe creato da Bonelli disegnato da Joe Kubert. di MARCO GIOVANNINI 9/2/2001Morto Tex, viva Tex! Come per i re e per i papi, anche per i ranger non c'è tempo per le lacrime. di MassimilianoClemente? appena scomparso (a 92 anni) Gianluigi Bonelli, il suo creatore, e il più famoso personaggio a fumetti italiano si prepara alla più impegnativa delle sue avventure. Per la prima volta varcher? l'Atlantico, sarà disegnato da un artista americano e sarà finalmente pubblicato in Usa, paradiso in terra del fumetto. La storia, intitolata Il cavaliere solitario, il prossimo giugno apparir? prima in Italia, in bianco e nero, in quella serie annuale chiamata Texone (224 tavole giganti), e poi in America, a colori e a puntate, divisa in quattro albi di quel formato conosciuto dagli appassionati come comic book, col titolo The four killers. Per questo esordio è stato arruolato Joe Kubert, 74 anni, uno dei maestri del fumetto contemporaneo. è non solo una bandiera di due delle più grandi case editrici made in Usa, la Dc e la Marvel, ma è anche il rettore di una sorta di universit? internazionale del fumetto, la Joe Kubert school of cartoon and graphic, ospitata nei tre piani di un palazzone di mattoni rossi di Dover, New Jersey. ?In un giorno d'estate un solitario cavaliere avanza in una nuvola di polvere?. Comincia così l'avventura, sceneggiata da Claudio Nizzi. Le prime parole di Tex sono per il suo fido destriero: ?Coraggio fratello, è stata una lunga galoppata, ma tra un paio d'ore potremo tirare il fiato?. Ovviamente non sarà così, perchè nel West di Tex non c'è tempo per battere la fiacca, tanto è vero che, dopo un'infinit? di inseguimenti e sparatorie, solo nell'ultima vignetta può esclamare: ?? dunque finita amici, avevo giurato sulla vostra tomba che vi avrei vendicato e ho mantenuto la promessa. Ora è tempo di tornare a casa?. Kubert, che ha pubblicato la sua prima storia nel ?39, quando aveva appena 12 anni, è un disegnatore classicheggiante che ama il grande Alex Raymond (quello di Flash Gordon) a cui si ispirava anche il più famoso degli illustratori di Tex, Aurelio Galleppini. Ma è anche un duro, stile vigoroso e dinamica violenza: ?Se disegno un pugno, voglio che lo senta sia il personaggio che lo prende sia il lettore?. è interessante stuzzicare il disegnatore su questa icona del fumetto made in Italy, amato da generazioni che comprendono nipoti e nonni. Dopo cinquantatre anni vende ancora, fra novità e ristampe, 350 mila copie al mese. E il quotidiano Il Foglio, in contemporanea con l'elezione del duro George Bush jr. alla Casa Bianca, ha appena inaugurato la rubrica Texana. ?Capisco il suo successo?, dice Kubert ?Tex è un fumetto all'antica, niente a che vedere con i supereroi moderni che hanno bisogno dello psicoanalista e lo rendono indispensabile anche ai lettori?. Kubert aveva preventivato due anni di lavoro, ce ne ha messi cinque, avvicinando il record di Magnus, che dopo otto anni sped' alla redazione un famoso telegramma: ?Finito. Magnusè. Da quando l'editore Sergio Bonelli (figlio di Gianluigi) decise di affiancare al Tex mensile questo speciale d'autore, realizzato da disegnatori famosi, la difficolt? è stata inserirsi nella loro produzione già piena. Da Moebius si è beccato una risposta zen: ?Due anni? Avrei bisogno di due vite?. Fisicamente la nuova edizione del vecchio eroe ritorna un po' alle origini, quando Tex si chiamava Killer e non Willer e faceva più paura. Anche se disegnatore ed editore concordano sul fatto che non ha niente di John Wayne, il re dei cowboy made in Usa, dibattono sul modello ispiratore. ?Psicologicamente ricorda Clint Eastwood, faccia scavata nella roccia e stessa forza interiore?, dice Kubert. ?A me pare Charlton Heston, ossa grandi, zigomo e mascella giusti, occhio da serpente che promette guai?, corregge Bonelli.
  8. corvo59

    Articoli Su Tex

    Addio a G. L. Bonelli"Vi racconto mio padre, Tex" - Gianluigi Bonelli nel ricordo di Sergio Bonelli (in arte Guido Nolitta). di MassimilianoClementeGianluigi Bonelli fa il suo ingresso sulla terrazza di un grande albergo di Cervinia. è l'inverno del ?62 o del ?63. Il creatore di Tex Willer indossa l'amato Stetson a tesa larga, il più famoso fra i cappelloni dei cowboy, e un pendaglio navajo. Un abbigliamento insolito, a duemila metri. Un uomo alto, prestante, gli si avvicina. è Vittorio Gassman. Sta prendendo il sole, spavaldo e indifferente, e tutti gli stanno alla larga, timorosi di disturbarlo. Ma stavola è il "mattatore" a fare il primo passo, vuole conoscere chi gli sta rubando la scena. Bonelli non è un timido e per mezz?ora chiacchiera amabilmente con l'attore: ?Sembravano due amiconi?, ricorda il figlio Sergio, che era presente?. Quanta strada dalla casa di ringhiera di Porta Magenta a Cervinia, poi all'America del Far West, raccontata mille volte e visitata in età matura quasi con distrazione. La stessa America che aveva fatto piangere Arnoldo Mondadori (?Guarda quanta strada abbiamo fatto?), a Gianluigi Bonelli non faceva impressione. ?Era totalmente milanese?, lo ricorda il figlio maggiore Sergio all'indomani della scomparsa, a meno di un mese dal novantaduesimo compleanno. Milanese in tutto. Nella curiosità, nella voglia di scoprire cose nuove, nell'intraprendenza nutrita di lavoro e fantasia, in quella dose di spacconaggine che nei caratteri simpatici si manifesta come gradevole bauscioneria. E come tanti "veri" milanesi, non era milanese per niente. La famiglia, infatti, era di Guastalla e nei bar degli anni Trenta gli uomini lo guardavano con sospetto, Bonelli, perchè parlava solo italiano. Alle donne, invece piaceva. A vent?anni Gianluigi frequenta la balera Monte Rosa di piazzale Lotto, che oggi è un ristorante brasiliano. è un grande ballerino, re del tango, e passa per il Rodolfo Valentino del quartiere. Sergio Bonelli, che Milano era quella di suo padre? ?Quella marginale di Porta Magenta. Si abitava in una casa di ringhiera in via Rubens, nel quartiere di migliaia di operai della fabbrica De Angeli. La Tea, mia mamma, famiglia del Polesine, stava in via Trivulzio?. La Tea. Lina Buffolente, la prima fumettista donna italiana, la ricorda ?come una madonnina di una bellezza incredibile, dolce e delicata?. Gianluigi, come ?un uomo piacente, sempre abbronzato, un po' rodomonte e molto? birbante. Mia mamma lo vide subito?. Riprende il figlio Sergio: ?A mio padre piacevano i bar, dove trovava i personaggi di periferia e immaginava risse impossibili per gli angusti locali di Milano ma buone per i grandi saloon. Boxava in palestra ma non ha mai detto una parolaccia n° bevuto fino a quaranta anni. A diciotto anni mi porta all'hotel Duomo per il mio primo whisky. Credo fosse il primo anche per lui. Poi vede l'attore Buster Crabbe, ex Tarzan, ubriaco. E corre a parlargli?. Nel ?35 Bonelli è impiegato dall'editore di fumetti Lotario Vecchi. ?? redattore, scrive novelle e racconti rosa, è fra i pochi a tradurre dall'inglese. Nel ?37/38 collabora con il Vittorioso di Roma. Per due terzi lo scrive lui, senza firmare nulla. Più di Tex, è questo il periodo che mi sta a cuore. Rileggendolo, si vede che mio padre aveva una marcia in più. Io? Pap? viene a prendermi a scuola, la faccia segnata dai pugni. In palestra, allora, i campioncini volevano emergere. E se quella faccia non piaceva a me, piaceva alle commesse della Standa, dell'Upim?. Suo padre lavorava moltissimo. ?Non lo vedevo molto, però mi ha insegnato a nuotare in piscina, al Lido. Nel ?39, mentre i signori nuotavano alla marinara, lui era l'unico a battere il crawl, sapendo per di più cosa voleva dire. Mi portava a sciare. E in barca a vela, dove non ho mai imparato a tirare una cima. Mi veniva a vedere giocare a calcio, nella Ezio Biondi di via Biondi al Sempione, in lega giovanile. Un vero campionato, con i risultati sulla Gazzetta. Il calcio non gli piaceva, poco maschio. Spesso si andava al cinema, con la mamma, al Nazionale in piazza Piemonte o al Magenta in via Sanzio. Dieci minuti a piedi, il centro era troppo lontano. Film di avventure, King Kong l'avrà visto tre volte?. Gianluigi Bonelli è controcorrente. Si veste da cowboy, inventa Tex, un fumetto per un pubblico maturo, divorzia nel dopoguerra.?Ma non è mai una macchietta. Alle donne fa il baciamano, ha uno stile romantico, tutto dischi francesi, musica tzigana (il mio tormento) e rose rosse. Tutti hanno la Lambretta? Lui gira con l'Isomoto, un motorino carenato che riscalda troppo e si ferma sempre. Invece della Cinquecento compra di seconda mano una Fiat decappottabile, come un'auto americana. Mia madre la chiamava cardensèn, il credenzone?. Il suo ricordo più bello? ?Ne scelgo due. Quindicenne, nel ?47 sono in collegio a Genova, dov?ero sfollato. La mamma poteva venire una volta ogni tanto e il momento più drammatico era la domenica, quando gli altri ragazzi ricevevano la visita dei genitori all'ora di colloquio (il collegio era come una prigione). Ma qualche volta arrivava lui, simpatico, sportivo, ammirato da tutti... Poi il viaggio in America che aveva sempre rimandato, io lui e mio fratello Giorgio, avuto da un'altra donna. Non gli importava della Monument Valley, era contento di stare con i figli, che con storie così diverse gli volevano bene. Eravamo tutti sereni, questa è la parola vera?.
  9. corvo59

    Articoli Su Tex

    Sergio Bonelli, premiato con una Laurea Honoris Causa!Forse è proprio in queste occasioni che si inizia a prendere atto di quanto, e con quali modalit?, il fumetto stia iniziando a diventare parte integrante dell'industria culturale italiana. La laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione conferita a Sergio Bonelli il 26 aprile scorso dimostra un'apertura del mondo accademico nei confronti del medium fumetto e un importante riconoscimento ad un editore, icona dell'industria fumettistica italiana. Per rendere l'idea di quelle che sono le identit? di carta che si celano dietro il marchio Bonelli basta fare solo qualche nome: da Tex, inventato per altro dal padre Gianluigi nel 1948, a Zagor; da Martin Myst?re a Mister No, fino a Nathan Never e a Ken Parker. La consegna della laurea è il coronamento di un'idea nata all'interno dell'?Universit? del fumetto?, iniziativa proposta da ?Romicsè, il Festival internazionale del fumetto e dell'animazione, diretto da Luca Raffaelli e organizzato da Castelli Animati e da Fiera Roma. Per la laudatio a Sergio Bonelli, presso l'Aula Magna del Rettorato della ?Sapienza? di Roma erano presenti il professor Renato Guarini, Rettore; il professor Mario Morcellini, Preside della Facolt? di Scienze della comunicazione e il professor Alberto Abruzzese - presidente anche del comitato scientifico dell'Universit? del fumetto, composto da Sergio Brancato, Orio Caldiron, Stefano Cristante, Gino Frezza. La motivazione ufficiale del collegio accademico, per il conferimento di questo speciale titolo, ha fatto riferimento al contributo di Bonelli alla costruzione dell'industria culturale italiana nella seconda metà del '900: proseguendo il lavoro del padre Gianluigi, Sergio Bonelli è riuscito infatti a creare e a mantenere un'importante casa editrice, diventata nel tempo un vero modello di impresa di comunicazione nel quadro della società italiana. Ma la Sergio Bonelli Editore non è soltanto la casa editrice che da un punto di vista strettamente gestionale è riuscita a crescere e a rinnovarsi nel tempo. La Bonelli, forte di una storia editoriale che dura da più di cinquant'anni, ha contribuito più di altri a formare una coscienza italiana sul fumetto, un immaginario di eroi di carta, di avventure, di storie scritte e disegnate da bravissimi artisti, con eccellenti livelli qualitativi e un ottimo rapporto qualità/prezzo. Afferma Bonelli di aver deciso cosa fare realmente nella vita, quando, interrotta l'Universit?, si è dedicato a ciò che più lo interessava e che era stata la sua passione dall'inizio: i fumetti. All'inizio si occupava anche di scrivere le sceneggiature delle storie, con il celebre pseudonimo di Guido Nolitta ha firmato alcune delle più belle avventure di Tex, Mister No, Zagor; poi con l'aumentare delle responsabilità, ha deciso di dedicarsi a tempo pieno nella gestione della casa editrice. E i risultati non sono tardati a venire: più di venticinque milioni di lettori, ventitre testate pubblicate e l'affetto e il seguito di un pubblico che da anni compra regolarmente i classici bonelliani. Con un susseguirsi di emozioni e di applausi, il suo amato pubblico lo ha supportato anche nella consegna della laurea honoris causa: una testimonianza di fedelt? che dura oramai da più di mezzo secolo. Concetta Pianura
  10. El Morisco è una delle mie storie preferite ed è una delle storie che lessi da ragazzo quindi evocativa al massimo personalmente. Tutto sembra iniziare semplicemente con Tex e Carson a condurre indagini su una misteriosa sparizione di casse di armi ed invece di li a poco ci ritroviamo dentro un movimentatissimo intreccio dominato da elementi esoterici. Il ?Gringo Sapiente?, El Morisco, entra in ballo solo a pagina 110 dell'albo 101, fino a quel momento si vive la storia nei più canonici ambienti cittadini dove comunque accadono morti orribili per mano di un misterioso indio e la sue terribili pietruzze mummificanti. L'incontro di pagina 110 tra i due amici e ?el Brujo?, personaggio già sperimentato nella saga e cui Tex da del ?lei?, passa attraverso la figura inquietante del fido Eusebio (lo spettacolare Eusebio, sottolineo io) che avrà un ruolo importante tra le pieghe dell' intera storia. I pards si muovono in un clich? strutturale tanto caro a Bonelli che prevede lo ?spostamento? dei protagonisti da una ambiente all' altro senza mai staccare la tensione. Molto efficace il momento in cui, nel canneto, durante l'inseguimento dell'indio, Tex finisce tra le sabbie mobili salvato da Carson in una sequenza rappresentata da Letteri in modo superbo: 11 pagine indimenticabili. A proposito, Letteri diventa un gigante della serie proprio a partire da questa storia. Una breve annotazione riguarda l'uso dei balloon del ?pensato?, molto usato dal vecchio Bonelli e amatissimo dai lettori: il vecchio Carson è un vero e proprio fuoriclasse del genere! ?che il cielo ti fulmini, vecchio pidocchio? ?se la prende comoda, il vecchiardo? ?suonato come una campana? Oggi, il balloon del ?pensato? di Carson è quasi completamente in disuso, peccato! Un pizzico per essere vicina al capolavoro, questa storia di Bonelli e Letteri!
  11. corvo59

    [400] La Voce Nella Tempesta

    mi sa che siamo ot: mi rifaccio aggiungendo che questa storia di Nizzi non mi è piaciuta un granch?... senza tirare in ballo la solita tiritera che le storie secche da un album non sono mai il massimo della vita. Questa non mi è piaciuta a prescindere
  12. corvo59

    [400] La Voce Nella Tempesta

    Omaggio alla Sardegna sempre e comunque!! si, quello dello sfondo dovrebbe essere il tacco del perda liana caratteristico per lo spuntoncino laterale. lo sfondo della cover è solo in parte di Galep.... cioè Corteggi ne ha ripreso molti particolari in buono stile secondo me: la roccia davanti al sole è tutta di Corteggi cosi come (ahimè) la faccia di Tex. ad ogni modo, la maggior parte del materiale roccioso in Tex è per lo più di origine dolomitica. :generaleN: Ho un video che mi ha dato Galep dove lui realizza uno spettacolare murales di natura satirico/politica sulla facciata di un edificio di un suo amico sulle dolomiti: SPETTACOLO
  13. corvo59

    Un Nuovo Galep?

    ? quel "tenetevelo pure" che potevi risparmiarti.
  14. corvo59

    [400] La Voce Nella Tempesta

    Bom, dal punto di vista grafico è un' atroce sofferenza non tanto per uno come me che accetta il declino naturale ed incontrovertibile di un grande del fumetto italiano, quanto per Galep al quale ho visto commentare questa storia con tanta amarezza ma anche un pizzico di ironia. " beh, Tex me le ha fatte così" Galep ha "appeso" i pennelli al chiodo nell'agosto del 93 disegnando anche quando non stava affatto bene. Ho visto anche una serie di tavole inedite post 400 nel suo cassetto ma sinceramente ha fatto bene a mollare... ... così come si sente dire che farà Fusco, il grande Fernando Fusco. Ognuno sceglie di terminare la professione alla propria maniera. Galleppini ha tentato di dare tutto fino alla fine, e così Letteri.
  15. una bellissima storia, soprattutto un bellissimo primo albo(notevoli i disegni che secondo me sono "caduti" di tono un pochino negli albi successivi). Dico la verità: è stata un po complicata da seguire e, trattandosi di un giallo alchimistico, non ci si poteva perdere neanche un minimo particolare. Capolavoro? certamente vicina al capolavoro Boselliano e non accostabile ad un capolavoro Bonelliano: ad ognuno i suoi capolavori. Diciamo che a me è piaciuta perchè piace il genere. domanda: sarebbe stata buona anche per qualche altro personaggio al posto di Tex?
  16. Sam, di questa ho una fotocopia dell'originale fatta a casa di Galep: la faccia di Tex è sua, di Galep intendo. effettivamente è strana ma la prova dell'originalità del disegno sta nel fatto ho questa fotocopia (poster? anche questa quando torner? mia moglie: io non sono capace)
  17. 353 IL COVO NELLA PALUDESe non fosse stato per la numerazione troppo bassa di questa cover avrei puntato sulla mano di Villa per quanto attiene il battello e l'albero a sinistra. Sicuramente appaiono i segni di Corteggi (le felci ai piedi di Tex. certo non sarebbe un caso clamoroso se questa copertina l'avessero fatta in tre dal momento che alcune cover dell'epoca d'oro hanno già avuto questo "trattamento" (Dodge City, ad esempio) :generaleN:
  18. N 349 ABISSI Nell'originale non c'era il teschio tra le spire e le spire stesse. sinceramente non so che dire un gran che su questa aggiunta: è difficile attribuirla a qualcuno ma potrebbe essere Corteggi l'autore.
  19. BERSAGLIO TEX WILLERl'originale disegnato da Galep aveva un quadro sopra la spalla destra di Tex che naturalmente non appare nel f. to mensile.(questa Sam non può postarla perchè l'ho io. Quanto prima lo farà)...? pur vero che nel quadro c'era rappresentata una facciaccia della quale parlai con Galep: lui convenne che era grottesca... a dir poco :generaleN:
  20. IL MULINO ABBANDONATOlo sfondo che ha la parvenza di una fibra di legno è stato aggiunto in redazione. La pioggia è di Galep
  21. I PREDONI DELLA SIERRAquesta cover è composta da un disegno quasi "personale" di Galep a cui è stato aggiunto uno sfondo con indiani. Allora, Galep disegna il Tex e lo spuntone di roccia alle sue spalle il resto è affidato a qualche disegnatore di casa Bonelli ma non a Corteggi: la mano del ghost è fluida e talentuosa. Qualcuno aveva sussurrato Ticci. Io non ce lo vedo. Al limite mi ricorda D'Antonio.
  22. Concettualmente perchè un energumeno di quella portata non ha bisogno di un' ascia per battere Tex. Paradossalmente appare "più forte" senza.
  23. TEMPO DI UCCIDEREaltra cover aggiustata da Corteggi e della quale parlai nel mio vecchio libro del 94. Parlai anche con Corteggi a Expocartoon 94 perchè, oltre la faccia di Tiger, mi sembrava che anche la figura di Tex fosse stata montata col sistema del collage redazionale: vi lascio immaginare la risposta.
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