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TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

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  1. Il raffinato disegno di Raymond è servito da modello anche per tante copertine della prima serie gigante. Questa è quella del quarto numero... Questa è quella del numero 6... E concludo con questa copertina tratta dall'undicesimo albo: I pugni del Flash Gordon di Raymond fanno male quanto quelli del Tex bonelliano! Serpentoni e mad doctors, valli incantate e nascoste popolate da animali preistorici... a Galep non è mancata mai la documentazione!!! Un'altra immagine di Raymond, che forse non ha mai ispirato realmente Galep, personalmente mi ricorda tantissimo la copertina di "Canyon Diablo"!
  2. Alexander "Alex" Gillespie Raymond, nato a New Rochelle il 2 ottobre 1909 e morto a Westport il 6 settembre 1956 è stato, come il compatriota Hal Foster, uno degli indiscussi maestri di Aurelio Galleppini. Formatosi alla Grand Central School of Art, collabora inizialmente con Russ Westover per passare quindi, nel 1931, nello studio dei fratelli Young, gli autori di Cino e Franco. Nel 1933, la King Features Syndacate gli concede finalmente la possibilità di realizzare tre serie a strisce, che l'autore gestir? contemporaneamente. Nel 1934 nascono così, Flash Gordon, Jungle Jim e Secret Agent X-9 ( quest'ultima serie sarà però abbandonata da Raymond l'anno successivo ). Nel 1944 il disegnatore si arruola nei marines. Nell'immediato dopoguerra egli crea infine Rip Kirby, serie che lo consacra definitivamente come uno degli indiscussi autori del suo tempo. Grande appassionato di automobili, Raymond perder? la vita nel 1956 in un incidente stradale. Era alla guida di una nuova e fiammeggiante auto sportiva... Tra le opere che hanno influenzato Galep, citiamo innanzitutto Jungle Jim ( che il pap? di Tex conosceva con il titolo italiano di "Jim della Giungla" ), una serie ambientata prima in Africa e poi in Asia che vede all'opera una guida turistica con l'hobby dell'investigazione. Il Secret Agent X-9 ( in Italia "Agente segreto X-9" ) era invece un solitario e coraggioso agente dell' FBI, impegnato in una dura lotta contro la malavita. Flash Gordon, infine, è un avventuriero dello spazio alle prese con i malvagi piani criminosi del villain Ming lo spietato. I prestiti di Raymond a Galep. Il Tex guardingo della prima storica vignetta di apertura della serie presenta una forte analogia, anatomicamente parlando con un'immagine tratta dai primi episodi del Flash Gordon. Sempre nel primo albo, a pagina 10, un'altra immagine sembra trovare il giusto suggerimento nell'opera di Raymond.
  3. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Anche se si vocifera che il numero 150 di Repubblica sarà seguito da un numero 151, 152 e così via... Qualcuno Claudio, d' la cosa, ahinoi, per certa.
  4. I lettori di Tex potranno leggere l'albo numero 1000 nel febbraio del 2044.
  5. ymalpas

    [220/223] Sasquatch

    C'è uno Yeti nel Far West di Tex Articolo di Alessandro Mezzena Lona, pubblicato su "Il Piccolo" è 07 novembre 2007. Mica facile far vivere uno come Tex. E inventare per lui sempre nuove storie. Ne sa qualcosa Sergio Bonelli, figlio di quel Gianluigi che con Aurelio Galeppini ha inventato il mitico ranger. Negli anni Settanta, celandosi sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta, si mise a scrivere un po' di sceneggiature non solo per Tex, ma anche per Zagor. Normale tentare di trarre ispirazione dall'immensa biblioteca di casa, racconta Sergio Bonelli. Dove, oltre ai vari libri su Dracula e il Mostro della Laguna Nera, sull'Uomo Lupo e gli zombi, prontamente utilizzati in una serie di storie scritte per Zagor, non poteva mancare lo Yeti. O Sasquatch, come viene chiamato nelle leggende degli indiani d'America. Insomma, quel Big Foot che fa tremare le gambe al solo pensiero di vederlo materializzarsi in qualche zona impervia del nostro pianeta. E proprio ?Sasquatch? si intitola il volume che raccoglie le avventure di Tex alle prese con il mostruoso Piedone, sceneggiate da Guido Nolitta e disegnate dal fiorentino Erio Nicol', che viene pubblicato adesso in grande formato, e a colori, da Mondadori. ?Il misterioso Uomo Scimmia parente stretto dello Yeti era proprio quello che mancava alla mia galleria di mostri, e non esitai a buttar già le prime pagine della sceneggiatura, pensando che il mio Sasquatch sarebbe stato cattivissimo, aggressivo, orripilante, del tutto degno, insomma, di quella sinistra fama di crudele assassino che emergeva dalla lettura di un paio di testi americani?. In seguito, però, Nolitta ha cambiato idea: ?Mi dissi, una volta tanto, una creatura ?diversa? non poteva essere brutta nell'aspetto, ma amichevole e generosa nella sua intima natura??. La storia prende forma nel Far West. A Virginia City, nel Nevada. Uno dei tanti centri, recita la didascalia d'apertura, sorti dal nulla nel volgere di pochi giorni. Una delle famose ?Boom Town° esplose, come dice il loro nome, in seguito alla scoperta di giacimenti di oro e di argento. Come sempre nelle avventure di Tex non possono mancare i buoni e i cattivi, i banditi e quelli che difendono la legge, gli indiani che vogliono solo vendicarsi dell'uomo bianco e quelli che, invece, hanno imparato a fidarsi dei ?visi pallidi? che non intendono far loro del male. Sopra tutti si materializza l'ombra mostruosa di Sasquatch. Che, in realtà, si riveler? molto più assennato di tutti gli umani che lo circondano. E anche a distanza di anni, la ricetta di Nolitta-Bonelli funziona. Perchè questo Sasquatch alle prese con Tex si fa leggere tutto d'un fiato.
  6. ymalpas

    Interviste Agli Autori

    Bonelli: ?Il mio Tex? Cosè il fumetto è penetrato nei musei Intervista di Anna Maria Eccli a Sergio Bonelli apparsa sul Trentino è 14 luglio 2004 <div align="justify">Parte con i ragazzacci del sanguigno Louis Forton, immortalati in una tavola del 1908, e con le rime baciate dei fumetti firmati da Antonio Rubino sul Giornalino della Domenica, l'inconsueta mostra ?Maestri del fumetto europeo?, al Mart fino al 5 settembre: 44 artisti internazionali, i più grandi in assoluto, da Herg? a Molino, da Albert Uderzo, a Pratt, Manara, Serpieri, Sto, Hermann, Bill Tidy... presenti con tavole originali. ?Vi sono i più grandi maestri del disegno francesi, belgi, spagnoli, inglesi, oltre che italiani - dice l'architetto Roberto Festi, curatore della mostra assieme a Odoardo Semellini - quelli che, come si dice, hanno fatto scuola e hanno avuto discepoli?. Una mostra lunga un secolo, racchiusa anche nel bel catalogo con i contributi critici di Piero Canotto, Alfredo Castelli, Maurizio Scudiero e Gianni Brunoro. All'inaugurazione era presente Sergio Bonelli, l'inventore di ?Zagar?, di ?Mr. No?, di molti testi dell'intramontabile Tex Willer. Titolare di una delle case editrici di fumetti più importanti d'Europa (alla quale fanno capo una ventina di testate, da Tex Willer a Zagor, Dylan Dog, Nathan Never, Legs wezwer... Napoleone, Julia...), milanese, figlio di quel Gianluigi che negli anni Quaranta aveva fondato la Casa Editrice Audace e creato, con quel disegnatore sopraffino che fu Aurelio Galleppini, il personaggio di Tex, Bonelli è un uomo chiave di questo mondo fatto di bravura ed impegno: Chi fa questo lavoro non lo fa mai in modo banale, o per danaro, lo rivela la meraviglia delle pagine disegnate dagli artisti; dietro a un album, magari stampato male, magari sporco, stanno vere e proprie opere d'arte?. Scambiamo con lui alcune battute. L'avrebbe mai detto che il fumetto sarebbe entrato nei musei? Se è successo è perchè c'è stato un passaggio generazionale nella stanza dei bottoni. Cinquant?anni fa ne dicevano peste e corna, era considerato il nemico della cultura, era da condannare perchè incoraggiava la pigrizia... Ma io credo che nel fumetto, come nella musica leggera, ci possa essere il banale e l'ignobile, ma anche la poesia e l'impegno intellettuale, letterario. Io faccio fumetti da sempre, mi diverto, non so fare altro e trovo che questo genere sia un mezzo di comunicazione importante. Eppure ho sempre sentito imbarazzo, sapendo che era considerato ?di serie B?. Era una specie di peccato originale che sentivo alle spalle e che mi ha sempre spinto a fare di tutto per uscire dalla strettoia, incoraggiando scambi tra operatori, mostre, cercando di dare dignit? al genere. Riuscendoci. Qualche artista, come Pratt, è stato un vero e proprio battistrada. Che il fumetto abbia guadagnato dignit? lo dimostra il fatto che oggi entra in luoghi prestigiosi, nei musei di Mantova, Milano, Firenze, Genova, Rio e, ora, al Mart. Il coraggio di buttarsi nell'avventura fu di suo padre... Già, era il 1935; allora erano tutti artigiani che provenivano dallo stesso ceppo, quello dei Vecchi, e tutti si conoscevano, tra loro. In Italia arrivavano i fumetti inglesi e americani. Doveva passarne ancora di acqua prima che Umberto Eco scrivesse ?Apocalittici e integrati? (in cui il semiologo, si era nel 1965, considerava il modificarsi degli strumenti culturali nella storia dell'umanit? e svolgeva una prima analisi del linguaggio-fumetto, ndr.). Con il coinvolgimento dell'ambiente universitario e con l'esperienza di ?Linusè qualcosa inizi? a cambiare e nacque la convention di ?fumettari? di Lucca. Non possiamo esimerci dal parlare della fortuna perenne, inspiegabile, di Tex Willer; in fondo questo personaggio non ha alcun rapporto con i nostri tempi. E? un fenomeno irripetibile. E? vero, il personaggio è ?fuori tempo', ma parla il linguaggio dei valori della giovinezza e in lui il lettore trasferisce parte di sè. Nella serie vi sono molte ripetizioni, ma il pubblico le gradisce, è come se fosse compiaciuto nel ritrovare il già noto, nel non doversi aspettare troppe sorprese. Una eterna e rinnovabile telenovela? S?, nella quale insorge una complicità, la dolcezza dell'abitudine. Il mondo di Tex è conservatore e per questo è rassicurante, un antidoto contro il mondo reale che cambia tanto rapidamente... Del resto si sa che il popolo dei fumetti non ama i cambiamenti repentini, le sperimentazioni e gli stravolgimenti.
  7. ymalpas

    Ho Visto Tex Su...

    Tavola di Elena Mirulla, apparsa su "Crazy Tribe" n. 2, rivista edita da Cronaca di Topolinia. Nella rissa che infuoca nel sallon, si notano chiaramente Tex e Zagor, ma sono presenti anche altri celebri personaggi come Lucky Luke, Bud Spencer e Terence Hill, i fratelli Dalton...
  8. ymalpas

    Copertine Inedite...

    Alcune prove per il numero 575 "Sul sentiero dei ricordi".
  9. ymalpas

    Articoli Su Tex

    Tex. E il ranger del West si scopr? pacifista Articolo di Luca Raffaelli apparso su Repubblica è 09 gennaio 2008 <div align="justify">Si entra nell' era d' oro di Tex, il periodo magico del ranger di Bonelli che coincide con la fine degli anni Sessanta e tutti gli anni Settanta. Con il volume di Tex in edicola da domani con Repubblica e L' espresso, saremo accolti nel periodo migliore della storia del personaggio più popolare del fumetto italiano, tra nemici indimenticabili (ci sarà anche il figlio di Mefisto), scenografie accuratissime, e storie appassionanti e sorprendenti come quella che vedrà Tex coinvolto nella guerra di secessione. Sarà allora che Tex mostrer? il suo volto pacifista, maledicendo le guerre e i potenti che le creano. Le ragioni di questo periodo magico sono molte. Il cambio di formato e l' aumento delle pagine, ad esempio, permettono a Gianluigi Bonelli, che continuerà fino alla metà degli anni Ottanta a scrivere tutte le storie di Tex, una maggiore libertà d' invenzione. E poi Gianluigi decide finalmente, dopo aver creato decine e decine di altri personaggi, di dedicarsi solo al suo ranger. ?? stato un cambiamento fondamentale?, dice Sergio Bonelli, figura storica del fumetto italiano, figlio di Gianluigi, creatore di Tex, e a sua volta editore e sceneggiatore del ranger. ?Perchè mio padre entra definitivamente nel personaggio. Oggi, quando scriviamo una storia ci chiediamo: come si comporterebbe Tex? Lui invece non aveva mai dubbi, sapeva sempre cosa avrebbe fatto e detto. Cominciava con un' idea, sicuro che l' avrebbe sviluppata nella maniera migliore. E aveva sempre ragione?. Negli anni Settanta si era creata una squadra di disegnatori formidabili: oltre ad Aurelio Galleppini detto Galep, il creatore grafico di Tex, ci sono Guglielmo Letteri, Giovanni Ticci, Erio Nicol' e Virgilio Muzzi, ognuno libero di disegnare Tex con il proprio stile. ?Questo è stato uno dei grandi problemi che mi sono posto in quegli anni?, afferma Sergio Bonelli. ?Creare una squadra di imitatori di Galep o lasciare a ciascun disegnatore la libertà di interpretare Tex con il proprio stile? Ho scelto la seconda strada e ho fatto bene. Anche se molti lettori allora protestavano, soprattutto per Ticci, che era "troppo americano"?. Il momento magico è tale anche per le vendite. Tex arriva a toccare le 600mila copie. Ma non solo. Anche i media e la stampa si accorgono di lui. ?Le amarezze erano state tante?, continua Bonelli, ?quanti gli articoli che dicevano che i fumetti facevano male ai ragazzi, con le censure preventive, le interrogazioni parlamentari. Negli anni Settanta si cominciava a parlare del fumetto come letteratura popolare. E questo ci ha fatto capire che i tempi bui erano chiusi?. La redazione si riemp? di lettere, con le richieste più disparate. Delle indicazioni si cerca di tenere conto comunque, alternando le storie: da quella con gli indiani a quella fantastica, a quella western. Di fronte a tanta popolarit? alcuni personaggi cominciano a confessare la loro passione per il personaggio. ?Il primo è stato Fred Bongusto?, dice Sergio Bonelli. ?Ed è a causa sua che spinsi mio padre a scrivere una storia in cui c' è anche un pizzico di romanticismo (di questo lui non era affatto contento). In quest' avventura Kit viene ferito e curato da una ragazza di cui s' innamora. Quando il padre torna a prenderlo il giovane Kit si liberer? di questa ingombrante situazione sentimentale con una battuta meravigliosa: "Ci rivedremo di sicuro: solo le montagne non si incontrano mai!"?.
  10. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Claudio, a proposito delle tavole di prova che avevi fatto per Tex, mi sembra di ricordare che questa non è una di quelle, puoi dirmi se ti fu servita la "Plano Quemado" di Toninelli ( 16 pagine ) ?
  11. ymalpas

    [Texone N. 23] Patagonia

    Sul sito di www.baciespari. it è disponibile una recensione della storia contenuta nel texone.
  12. Tex nel museo del fumetto di Lucca!
  13. ymalpas

    Articoli Su Tex

    C' era una volta Tex Articolo di Luca Raffaelli apparso su Repubblica è 13 gennaio 2001 <div align="justify">Se n'? andata anche l'altra metà di Tex. Gianluigi Bonelli, lo sceneggiatore del più popolare personaggio del fumetto italiano, è morto a novantadue anni ad Alessandria, dov'era ricoverato (i funerali si svolgeranno martedì a Milano). Un autore vulcanico, una personalit? esuberante che però non amava farsi vedere, che rifuggiva, secondo le sue stesse parole, i bagni di folla e tutto ciò che ha il marchio dell'ufficialit?. Di lui molto si sa soprattutto attraverso le testimonianze di chi l'ha conosciuto bene: ad esempio di Tea Bonelli, che con lui si era sposata nel '30 separandosi nel dopoguerra, del figlio Sergio, anche lui sceneggiatore e ora leader della casa editrice, e di Aurelio Galleppini, in arte Galep, che di Tex è stato il primo disegnatore. Da anni Gianluigi Bonelli non si faceva vedere, n° concedeva interviste. Le sue ultime fotografie lo ritraevano vestito alla western e si racconta che si divertisse moltissimo a incarnare i panni di Tex nella vita reale, con tanto di saporite esclamazioni. Tex Willer l'ha creato nel '48, a quarant'anni. Da giovanissimo aveva lavorato come impiegato in un'industria di tessuti, ritagliandosi il sabato e la domenica per poter scrivere novelle e poesie. A diciannove anni incontra Tea: le poesie ora sono tutte per lei. Quando tre anni dopo si sposano, Gianluigi ha cominciato a vivere di scrittura, firmando novelle o redazionali per alcuni periodici a fumetti, tra cui Il Vittorioso. Ma che sia uno dal fiuto giusto si capisce fin dal '39 quando, con l'aiuto di alcun amici, Gianluigi riusc? a comprare la testata dell'Audace. Bonelli ruppe con la tradizione che voleva i giornali a fumetti dedicati a tanti personaggi, ognuno con una o due pagine a disposizione e l'avvertenza "continua" in calce. Il pugile italiano Furio, ispirato al Dick Fulmine dei Cossio, si prese tutto lo spazio per scazzottare negri e cinesi. Nacque così per suo merito l'albogiornale, di poco in ritardo sul comic book americano che proprio nel '38 aveva lanciato Superman. Con la guerra anche Furio dovette cambiare atteggiamento, indossè la divisa di pilota e perse i balloon a favore delle didascalie, che fin dai tempi del Corriere dei Piccoli dai genitori italiani sono state considerate meno diseducative. Gianluigi finisce in svizzera, al confino. Il dopoguerra cambia gli orizzonti del fumetto italiano. Non c'è più il Minculpop, e si può sfruttare liberamente il mito americano (Gianluigi per alcune storie si firma B. O'Nelly). Inoltre il limitato costo della carta e della stampa permettono la nascita (e la morte) di decine di pubblicazioni e di personaggi; soprattutto con l'avvento del formato striscia, lo stesso del primo Tex. Gianluigi Bonelli si separa da Tea, che si mette a capo della casa editrice milanese con la sede nella sua abitazione, in via Saffi. Sergio è ancora piccolo, ma quotidianamente respira aria di redazione e di avventure disegnate. Gianluigi è un padre particolare, che fa molti sport, nuota, va in barca a vela e torna spesso, con il viso segnato, dalla palestra di pugilato. Anche in casa viene chiamato per cognome: Bonelli. Nel '48 Tea decide di far partire due nuove serie, Occhio Cupo e Tex, entrambe scritte da Gianluigi e disegnate da Galleppini, arrivato a Milano dalla Sardegna ed ora ospite a casa Bonelli. Il primo (un soggetto cappa e spada alla Dumas) non dura molto. Il secondo regge, senza raggiungere il successo di altri personaggi del tempo, come Piccolo sceriffo. Comunque sembra funzionare bene. D'altra parte le novità di Tex Willer (inizialmente Tex Killer) non sono mica poche. A cominciare dalla fascia di pubblico: Tex punta su quello più adulto, affrancandosi così dal cambiamento del gusto. E poi l'eroe è un giustiziere, che reagisce ai soprusi e alle prevaricazioni. Mantiene l'atteggiamento gradasso dei tradizionali personaggi dei fumetti, ma la novità sta nella finalit? delle sue azioni: Tex non vince per se stesso, per nutrire il suo ego (già abbastanza grande), ma per il Bene del mondo. Lui sa cosa è giusto, anche perchè nelle sue storie la frattura tra il male e il bene è netta, chiara, non ci possono essere fraintendimenti. ?Ancora oggi non saprei trovare i motivi per cui Tex ha funzionato e, per fare un esempio, Yuma Kid si è spento?, ha dichiarato Gianluigi Bonelli in una delle sue rare interviste. ?Nello scriverlo ci ho messo lo stesso impegno. Ma spesso mi sorprendo a pensare che anche la vita dei personaggi dei fumetti sia come quella degli uomini in carne ed ossa: alcuni nascono con i segni di un destino favorevole?. Gli anni Cinquanta sono quelli decisivi per il successo di Tex, ma nel frattempo Bonelli inventa tanti altri personaggi come Il cavaliere nero, Il cavaliere del Texas, Hondo, El Kid, Terry, Big Davy, Kociss del '57. Poi decide che è arrivato il momento di fermarsi. Tex ha bisogno di una cura esclusiva, le sue storie si stanno evolvendo, diventano col tempo più lunghe e più curate. Non devono più accadere incidenti come quello che ha causato il viaggio nel tempo dei primi due episodi: Il totem misterioso è ambientato nella Guerra di Secessione, La mano rossa nel 1898, quarant'anni dopo. Con gli anni la Bonelli, sotto la guida di Sergio, diventa la fucina del fumetto italiano, e si rivolge a lettori sempre più attenti e preparati. Per Tex non bastano più solo Bonelli padre e Galep. Nascono tanti altri Tex, tutti seguono le orme dell'originale, ma con piccole variazioni nei tratti psicologici e grafici. ?Nessuno racconter? mai Tex come l'ho raccontato io?, ha dichiarato Gianluigi. E nessuno sarà mai Tex quanto lo è stato lui.
  14. ymalpas

    Interviste Agli Autori

    Quell' eroe creato da pap? re, delle edicole Intervista di Luca Raffaelli a Sergio Bonelli apparsa su Repubblica è 30 settembre 2008 Sergio Bonelli, lei si ricorda com' erano le edicole negli anni Quaranta? Me le ricordo bene. Una qui a Milano in piazza Brescia aveva una bella vetrinona davanti alla quale mi fermavo a guardare voglioso tutti gli albi dell' Uomo Mascherato o di Flash Gordon. Purtroppo ne potevo acquistare solo uno ogni tanto. E poi ce n' era un' altra a piazza De Angelis. Quando andavo alle elementari e veniva mio padre Gianluigi Bonelli a prendermi mi faceva passare davanti a una pasticceria in via Marghera e mi metteva davanti al grande dubbio: un maron glac? o un fumetto? E allora non avevo dubbi: si andava a piazza De Angelis a comprare Topolino, che costava 50 centesimi. Qual è la principale differenza con un' edicola di oggià Allora erano fondamentali le copertine. Adesso le facciamo belle perchè ci piace, ma un tempo erano determinanti per il successo di un personaggio. Quanto la bellezza di un cartellone per il successo di un film. ? vero che uno dei suoi primi incarichi professionali riguardava proprio il rapporto con le edicole? Mia madre Tea, che era a capo della nostra piccolissima casa editrice, mi faceva fare il giro delle edicole di Milano in lambretta per verificare la vendita delle nostre pubblicazioni. Un lavoro terribile: ero timido, per gli edicolanti ero solo un ragazzino e mi facevo almeno cinquanta chilometri in scooter. Terribile. Quand' è che Tex cominciò a diventare il protagonista delle edicole? Dieci anni dopo il suo esordio, quando lo proponemmo con il formato attuale. Prima il fumetto era letto dai bambini, che gli preferivano Capitan Miki, il Grande Blek e il Piccolo Sceriffo e non amavano i lunghi dialoghi tipici della scrittura di Bonelli padre, che si ispirava alla letteratura popolare di Rider Haggard, o di Conrad o di Zane Grey. Per questo venne creato Kit Willer, il figlio di Tex? S?. Un po' perchè Gianluigi era appassionato dei moschettieri e voleva ricreare la squadra dei quattro pards, un po' per avvicinarsi ai più piccoli, tanto che a un certo punto gli venne in mente di creare una serie tutta per lui. Ma fortunatamente non si fece. Io non l' ho mai amato, un po' perchè è un doppio e un po' perchè un ragazzo che spara non mi sembra bello. Quanto è cambiato Tex in questi sessant' anni? ? cambiato ogni volta che è cambiato il soggettista. Già quando ho cominciato a scriverlo io Tex era diverso, più dubbioso. Il Tex di Bonelli padre non aveva mai dubbi, capiva al primo sguardo se uno era un cattivo, e allora per lui erano guai. E forse è stata proprio questa mancanza di incertezze uno dei motivi del suo successo.
  15. ?Io ho trovato nel West la libertà - ha detto Giovanni Ticci - l'uomo davanti alla natura, i cavalli, gli indiani, in fondo un'epopea che è l'ultimo poema epico dei nostri giorni. Naturalmente non consideravo le malefatte del governo americano ai danni dei pellirosse, ma ero affascinato dall'insieme, tutte le avversit? legate alla natura e agli uomini che l'eroe doveva affrontare in questo contesto contando solo sulle proprie forze?.
  16. ymalpas

    Il Mercato Di Tex

    Secondo un articolo pubblicato sul giornale La Repubblica nel settembre 1985, l'inedito di Tex vendeva ancora 600.000 / 700.000 copie e, se si consideravano anche le collane dove vengono ristampati i vecchi episodi, si arrivava alla più che ragguardevole cifra di 1.500.000.
  17. Lilyth muore tragicamente dimostrando la vecchia avversione di Bonelli ad inserire personaggi femminili positivi nei suoi racconti: "Una donna buona non offre mai molti spunti, mentre una cattiva movimenta la trama, combina guai"!!!
  18. Il primo formato dall' albo, la "striscia", era stato pensato come il più comodo per nascondersi nei libri di scuola e nelle tasche ( oltre ad essere il più economico ), prevedeva una sorta di lettura clandestina.
  19. Lo pseudonimo "Galep" nacque a Firenze, durante il periodo de "L'Avventuroso", e fu suggerito all'artista dalla padrona di casa, dove abitava.
  20. Ne la SBE ne Boselli sembrano intenzionati a riproporcele, anzi sembra che sulle due ci sia quasi come un veto. Parlandone con l'autore questa è l'impressione che ne ne ho avuto...
  21. Ho visto che ultimamente il "Tex Miller" è stato venduto su eBay con l'astronomica quotazione di 69,00 Euro. Si lucra su un albetto il cui prezzo sembra essere direttamente proporzionato solo alla sua rarit?. Ricordo infatti che che questo tipo di materiale raramente supera la valutazione dei 5 Euro. E' pur vero che 'sto Tex Miller sembra proprio introvabile!C'è qualcuno sul forum oltre al sottoscritto che ce l'ha ?
  22. ymalpas

    Interviste Agli Autori

    La lunga estate di Tex con il numero 500 e il ritorno di Mefisto Intervista di Antonio Salvatore Sassu a Sergio Bonelli, apparsa su La Nuova Sardegna il 19 giugno 2002 Quale è il segreto di una lunga vita editoriale e di un successo che non conosce crisi? Ne abbiamo parlato con l'editore Sergio Bonelli, figlio di Gian Luigi, uno dei più grandi narratori del Novecento italiano e inventore di Tex e di centiania di altri personaggi, e anche lui sceneggiatore e creatore di grandi eroi di carta. Al grande successo di Tex 500 si aggiunge la spasmodica attesa per il ritorno di Mefisto. Questo vuol dire che è sempre Tex il più amato dagli italiani? ?Confesso che anche io sono stupito, non ricordo un'adesione così totale. Non ci aspettavamo un successo di queste dimensioni per il numero 500, tanto è vero che in meno di una settimana abbiamo dovuto ristamparlo. Questa è la conferma di un fatto irripetibile che fa capire, una volta di più, che c'è molto affetto intorno a Tex, che è tornato il fumetto italiano più venduto, scalzando Dyland Dog, anche se di poco, pur essendo un personaggio che ha un pubblico adulto, maturo, che non suscita più l'interesse dei ragazzini. Ma il successo c'è ed è innegabile e una parte del merito va sicuramente alla stampa che si sta facendo perdonare tutto il malanimo e le aggressioni contro il fumetto italiano di quando io ero ragazzo?. Questo numero 500 di Tex è stato particolarmente curato dal punto di vista tipografico? ?Anche se i colori non sono la nostra specialit?, devo dire che ne sono rimasto soddisfatto?. E come se non bastasse, dopo uno scintillante numero 500, sta per ritornare Mefisto... ?Direi proprio che la gente "frigge" per il ritorno di Mefisto. E questa è una grande preoccupazione per me perchè ho paura di deludere i lettori, anche se Claudio Villa ha fatto un lavoro straordinario e Claudio Nizzi si è dimostrato, ancora una volta, all'altezza del compito di sceneggiatore principale di Tex?. Come mai il ritorno di Mefisto non è firmato, come sceneggiatore, da Sergio Bonelli-Guido Nolitta? ?Come sceneggiatore io sono già in pensione, e poi devo confessare che Mefisto, come argomento, non è proprio di quelli che a me piacciono più di tanto. Inoltre, quando Nizzi mi ha spiegato l'idea, con una buona giustificazione iniziale e con un approccio insolito e diverso da quelli usati precendemente da Bonelli padre, mi è sembrato giusto che questa storia toccasse a lui?. E ne sei soddisfatto? ?Personalmente trovo che mio padre abbia sfruttato abbastanza l'argomento Mefisto, ma il pubblico me lo chiede, me lo sollecita, e allora è quasi un dovere accontentare questo straordinario pubblico che non è severissimo con noi e che ci consente di ripeterciò. Se Tex gode di buona salute, come sta il fumetto bonelliano in generale? ?Tex è il fumetto italiano più venduto, e quindi gode di buona salute, ma non bisogna dimenticare che ogni anno c'è una perdita di lettori del 6,7 per cento e che, rispetto a sette anni fa, le vendite si sono dimezzate. Questo vuol dire che i giovani hanno altri interessi: la televisione, i videogiochi, la birra al bar, gli amici, ma non solo. E poi leggere fumetti è diventato più faticoso, pur non essendo questo il caso di Tex. Quando ero ragazzo io le storie erano più meccaniche ed elementari, adesso sono più verbose e sicuramente più faticose da seguire?. Malgrado la crisi, state preparando qualche novità? ?Questo, per noi, è un momento di riflessione. Negli ultimi tre anni abbiamo proposto diverse testate e in molti ci hanno accusato di voler invadere le edicole senza capire che dietro ogni testata c'erano progetti sofferti e vissuti per anni. Ognuna di queste testate si indirizzava a un pubblico diverso dal quale ci aspettavamo delle risposte chiare. Invece i segnali di ritorno sono scarsi: Julia continua ad andare molto bene, altri sono in calo, altri ancora non sono mai andati bene?. E la crisi irreversibile del fumetto? ?Questo conferma che dobbiamo pensare al fumetto come a un prodotto di nicchia e più caro, e non più di massa e popolare nei prezzi e nell'aspetto. In tutti i casi c'è un interesse per il primo numero e poi un calo pesante, quasi che la gente rimanesse delusa. E questa è colpa di noi editori che non siamo in grado di capire che cosa vuole il lettore che, viziato dal cinema, dai videogiochi, dagli effetti speciali, vuole forse cose superiori a quelle che gli può dare il fumetto legato alla fissit? dell'immagine e alla mancanza di suoni. Noi della Bonelli come tipo di lavoro non siamo mai stati quelli del mordi e fuggi e abbiamo sempre pensato a prodotti che andavano avanti per molto tempo e oggi non sappiamo bene quali debbano essere le proposte per un pubblico che sembra si stanchi molto presto. Oggi, magari, dovremo sfruttare gli eventi e mutarci, forse, in una squadra di predoni. Siamo quindi in meditazione e il nostro pubblico dovrebbe comunque essere contento di sapere che anche così stiamo sempre lavorando per lui?.
  23. ymalpas

    Articoli Su Tex

    Tex Willer ha sessant'anni Articolo di Gianni Brunoro apparso sul Mattino di Padova è 09 settembre 2008 <div align="justify">Mesi prima che, nel 1950, il film L'amante indiana rovesciasse l'ottica del rapporto fra ?visi pallidi? e ?musi rossi?, suscitando sorpresa nella critica, Tex Willer era arrivato al medesimo atteggiamento pro-pellirosse. E? un indice di quanto il personaggio fosse fin dai suoi esordi aperto a tematiche innovatrici. In effetti, in quell'anno il personaggio creato da Gianluigi Bonelli aveva sposato una ragazza Navajo, figlia di un grande capo di quel popolo, diventandone egli stesso un membro col nome di Aquila della notte. Tex ha dunque dimostrato molto precocemente il senso e il valore della sua ?modernit??, per cui non c'è da meravigliarsi se egli è ancora ben vivo oggi, dopo sessant?anni esatti da quel settembre 1948 quando ne usc? il primo episodio. Si trattava allora di un albetto denominato ?a striscia? per il suo formato minuscolo, perchè a quel tempo la carta era troppo preziosa e costosa per poterla sprecare. Niente a che vedere con la lussuosa edizione in edicola proprio da oggi, l'episodio intitolato ?Sul sentiero dei ricordi?, scritto da Claudio Nizzi, massimo erede di Bonelli e suggestivamente illustrato da Fabio Civitelli, uno dei più apprezzati nel gruppo dei disegnatori ?storiciò che realizzano Tex. Un volume che non solo è del tutto insolitamente a colori, ma che ha anche in allegato un prezioso omaggio dell'editore ai lettori, che hanno fatto la fortuna della casa editrice. Si tratta di un vero e proprio romanzo di Tex, intitolato ?Il massacro di Goldena?, pubblicato nel 1951 dallo stesso Bonelli. Il quale, prima di ?cadere prigioniero? di questa sua fortunata creatura, aveva ambizioni di romanziere (con alcuni titoli già al suo attivo), tanto da autodefinirsi ?uno scrittore prestato al fumetto e mai più restituito?. Sono alcuni degli elementi capaci di spiegare il ?fenomeno Tex?, vale a dire un eroe di carta praticamente unico al mondo. Innanzitutto per longevit?, perchè sono abbastanza rari quelli che superano i pochi anni di presenza sul mercato. Ma soprattutto per giungere oggi ai sessant?anni di vita editoriale senza mostrare segni di invecchiamento. Ci sono infatti in edicola più collane di ristampe, compresa una in allegato al quotidiano la Repubblica. Il numero oggi in edicola è celebrativo anche di un suo particolare aspetto. Perchè Tex, dopo avere sposato Lilyth, la figlia del capo Navajo, ne è anche rimasto precocemente vedovo dopo pochi anni (a causa di una epidemia di vaiolo, intenzionalmente diffusa da certi loschi trafficanti di whisky, nei cui confronti la vendetta di Tex si abbatter? poi implacabile). Dunque in quest?ultimo episodio, corrispondente al n.575 della serie, durante una lunga cavalcata di trasferimento, Tex è insieme ai suoi ?pard', vale a dire il figlio Kit, il ?collega? di sempre Kit Carson e il fedele amico pellerossa Tiger Jack. E, trovandosi una sera di fronte ai ruderi di una antica missione, essa gli suscita un'ondata di ricordi, da lui rievocati in un lungo flash-back. E? appunto una pericolosa avventura vissuta insieme a Lilyth. E fra l'altro, l'occasione del ricordo gli mette addosso un certo spleen, che ce lo fa vedere sotto una luce inattesa, nel senso che l'episodio si conclude con un Tex crepuscolare, in preda a un momentaneo accesso di malinconia. Molto fugace, si presume. Il mese prossimo sarà di nuovo in pista contro delitti e fuorilegge. - Gianni Brunoro
  24. ymalpas

    Le Storie Fuori Serie Di Tex

    In un'intervista concessa a SCLS il bravo Marcello Toninelli ha dichiarato di aver realizzato una sceneggiatura inedita di Tex di sedici pagine intitolato "Plano Quemado" che doveva servire per le prove degli aspiranti disegnatori! Una sceneggiatura che non vedrà mai la luce!
  25. In un'intervista rilasciata a SCLS il bravo Marcello Toninelli ha dichiarato di essere rimasto deluso dalla storia del ritorno di Mefisto di Nizzi e Villa.
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