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TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

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  1. ymalpas

    [16] [Almanacco 2009] Capitan Blanco

    Sarà anche la qualità delle immagini nelle prime anteprime, ma in effetti le tavole non sembrano particlarmente brillare. Sommer era un grande, ma la lunga malattia deve avergli fatto pagare il dazio!
  2. ymalpas

    [579/580] Vendetta Per Montales

    Succosa anteprima con quattro tavole dal sito della SBE!
  3. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Ciao Claudio, leggendo l'ultima intervista a Sergio Bonelli pubblicata nel blog portoghese, riemerge ancora una volta la tesi pessimistica legata al futuro di Tex, che a sentire lui, dovrebbe avere solo pochi anni di vita da vivere... Sembra una tesi catastrofica, ma in realtà non è poi così campata in aria, conoscendo gli enormi costi di produzione che stanno dietro a una pubblicazione di successo come Tex, testata nella quale si può trovare il meglio del meglio degli autori, anche a livello internazionale. Vorrei sentire il tuo parere di addetto ai lavori, un'opinione personale e se si può, un'opinione più generale dell'aria che si respira in via Buonarroti a Milano.
  4. Molto carina, Ila, e anche ben disegnata!
  5. Custer visto da Claudio Nizzi Perchè ha deciso di dedicare uno spazio particolare alla figura di Custer all'interno della saga di Tex? Credo che chiunque scriva storie western che abbiano un minimo di attinenza con la realtà dell'epoca desideri misurarsi, prima o poi, con la figura del "generale" Custer. è stato fatto da Gino D'Antonio nella Storia del West (in quella sede, era d'obbligo) e da Berardi e Milazzo in Ken Parker. Ma anche molti altri, da Albertarelli a Serpieri, lo hanno fatto. Per "Il Giornalino", nel 1970, io avevo creato una serie umoristica (disegnata da Lino Landolfi) che si chiamava "Il colonnello Caster Bum" (il vero Custer non c'entrava niente se non per l'eco del nome). Insomma, Custer è un personaggio che affascina gli autori di fumetti ed è facile capire perchè. Nella serie di Tex erano già apparse figure realmente esistite, come Buffalo Bill e il giudice Bean. Custer non era mai apparso e tuttavia la sua presenza già incombeva in altre storie. Non v'? dubbio, per esempio, che nella mia storia in due parti ambientata sulle "Colline del Vento" (e uscita sugli albi 358-362, disegnati da Ticci, e sui numeri 480-481, disegnati da Monti), si adombrasse l'esperienza fatta da Custer sulle Black Hills, le Colline Nere. Nonostante questo, il desiderio di far apparire Custer di persona restava forte. Mettere a confronto una leggenda come lui con un personaggio altrettanto carismatico come Tex era un'occasione davvero appetitosa. Ciò che, per anni, mi ha trattenuto era che non ricordavo se Tex avesse o non avesse già avuto a che fare con Custer. Tutti sapevamo che qualche rapporto lo aveva avuto, ma nessuno (Sergio Bonelli compreso) ricordava di cosa si trattasse e in quale albo si parlasse di questo. Finch? il professor Aurelio Sangiorgio di Rovigo, uno di quelli che su Tex sanno davvero tutto, venne in mio soccorso e mi segnal' che, a pagina 139 del Tex n. 15, avrei trovato l'informazione che cercavo. Vado a vedere e, infatti, nella seconda vignetta della pagina, Tex pronuncia questa frase: "Ho servito come guida con Carson sotto il comando di Custer". Eureka! Era quello che mi serviva. Dal solido piedistallo di quella frase potevo dunque partire. Le memorie di Custer sono sicuramente un affascinante romanzo di Frontiera. Le ha lette per prepararsi alla sua storia di Tex? Lei si riferisce a "La mia vita nelle pianure", il libro autobiografico di Custer che in Italia è stato pubblicato dall'editore Mursia e in seguito ristampato da Mondadori. Quest'opera, in realtà, è la raccolta di una serie di articoli che Custer scriveva durante le sue campagne contro gli indiani per la rivista "Galaxy". Una lettura interessante e istruttiva perchè, con il suo sapore di cronaca "in diretta", consente di vedere certi problemi che per noi sono ormai storicizzati nell'ottica del tempo. Per esempio, il modo in cui Custer dipingeva gli indiani, ovvero come selvaggi da punire, e i bianchi come vittime da difendere. Cosè la si pensava a quel tempo e per molto altro tempo ancora. Ha scelto di raccontare il Custer storico o la sua mitologia? Un po' l'uno e un po' l'altra, come si fa quando, nella fiction, viene utilizzato un personaggio storico. Nella mia trama c'è un impianto di base che rispetta i dati oggettivi dell'epoca e le caratteristiche psicologiche del personaggio, così come ho potuto configurarmelo dalla lettura delle biografie scritte su di lui. Su questa piattaforma di sufficiente fedelt? storica ho naturalmente costruito una serie di episodi di pura fantasia, ma sempre in un'ottica di verosimiglianza. Gli episodi storici che riguardano Custer sono l'esplorazione delle Black Hills nel 1874 (trattato da Manfredi in recenti episodi di Magico Vento) e la sua fine a Little BigHorn due anni dopo. Come ha descritto il rapporto fra Tex e Custer? Era l'aspetto più suggestivo della faccenda perchè, come ho già detto, sono entrambi due personaggi assolutamente maiuscoli. Cosa sarebbe successo mettendoli insieme? Tex avrebbe maltrattato Custer come fa sempre coi militari guerrafondai? Si sarebbero odiati o stimati? Si sarebbero odiati o combattuti? Non star? a dire com'? andata, i lettori lo scopriranno dalla lettura dei tre albi in cui si compone la storia? Quello che posso dire è che Tex ha affrontato il suo rapporto con Custer senza alcuna sudditanza psicologica, così come è logico che faccia un tipo come Tex, che dall'alto del suo carisma non può avere sudditanze verso nessuno. Ma non ha neppure trattato Custer come un manichino da disprezzare, n° ha commesso l'errore di giudicarlo con quel tipo di moralit? che è solo della nostra epoca (a partire da "Soldato blu"), frutto del "senno di poi". Ci sono dei libri o dei siti internet specifici che l'hanno aiutata particolarmente nella sua documentazione sull'argomento? Ho letto diverse biografie di Custer (oggi ce ne sono disponibili davvero tante, anche in Italia), ma i due libri che ho trovato più utili, per chiarezza di esposizione e per il loro sostanziale equilibrio nel giudicare la figura di Custer, sono "Il Figlio della Stella del Mattino", la biografia di Custer scritta da Gualtiero Stefanon per l'editore Mursia, e "Uomini bianchi contro uomini rossi", storie delle guerre indiane, stesso autore e stesso editore. Come si è posto rispetto alla tradizione bonelliana a fumetti precedentemente dedicata a Custer (da Berardi a D'Antonio, passando per Albertarelli)? Diversa è la cifra stilistica degli autori citati. Albertarelli fa pura e semplice divulgazione storica, perciò il risultato non è molto diverso da quello di una biografia. Gli altri due fanno fiction e rivelano, nel modo di trattare l'argomento, il diverso "background" e la diversa impostazione delle rispettive saghe. Berardi sposa le tematiche "vietnamite" del western anni Settanta (da qui la precisa volont? di far vedere Custer che, alla fine del gioco, si pianta una palla nella zucca), mentre D'Antonio, vista la diversa impostazione della sua serie, è più cauto e meno radicale nel giudizio (dopotutto, che Custer possa essersi suicidato è tuttora un'ipotesi e non una certezza). Ci sono dei film che ha rivisto volentieri sull'argomento? Quello di Raoul Walsh, "La storia del generale Custer", con Errol Flynn nella parte del protagonista, spettacolo godibilissimo che però se ne frega allegramente della verità storica e ci d' una versione agiografica di Custer (il film è del 1942, dunque i tempi di "Soldato blu" sono ancora lontani). L'altro è "Piccolo grande uomo", bellissimo sul piano formale (la battaglia del fiume Washita e il massacro finale), ma irritante nel presentarci Custer come un autentico vanesio. Perchè, secondo lei, la sua figura è rimasta così impressa nell'immaginario popolare? Perchè Custer era un personaggio da romanzo già da vivo e lo è diventato ancor di più dopo la sua "ultima eroica resistenza" e la sua morte "gloriosa". Giovane e già famosissimo: si era mai visto un generale poco più che ventenne? Celebre per le sue travolgenti cariche di cavalleria durante la guerra civile. Biondo e bello come un dio, innamoratissimo della sua giovane moglie. Cacciatore di indiani, buon pubblicitario di se stesso con gli articoli su "Galaxy". Aspirante alla carica di presidente degli Stati Uniti. Oggi sugli altari e domani nella polvere. E poi c'è il fascinoso mistero della sua morte. Un argomento su cui non si è ancora smesso di interrogarsi e di scrivere libri. Cos'è successo, veramente, sulla fatal collina? Custer si è comportato da eroe o da vigliacco? è morto combattendo o si è suicidato? Perchè si è tagliato la lunga capigliatura bionda? Una precauzione o un presentimento? Tutti interrogativi su cui gli storici continuano ad accapigliarsi. E la polemica tra i suoi sostenitori a oltranza (tuttora in prevalenza negli Stati Uniti) e i suoi detrattori - a centoventicinque anni dalla sua morte - rimane attualissima. Quale altro personaggio può aspirare a tanto? Ha dato qualche consiglio particolare a Ticci per illustrare la storia? Non ce n'? stato bisogno. Tutta la carriera di Ticci dimostra che era lui la "matita" ideale per questa vicenda. è il sommo disegnatore di cavalli e di soldati, possibilmente di soldati in battaglia. A Ticci ho soltanto fornito un "Album Custer" pieno di fotografie del protagonista (che, tra le altre cose, era un gran vanitoso), ma non mi stupirei se - dopo essersene servito per tratteggiare il "suo" Custer - lo avesse messo da parte. Perchè Ticci è uno di quei rari disegnatori che, per illustrare una battaglia, hanno bisogno unicamente del foglio e della matita. Tutto il resto è nella loro testa. Qual è stato il suo approccio nel cercare di ricostruire la battaglia di Little BigHorn° La descrizione della battaglia l'ho ovviamente ricavata dai libri di storia. Il mio vero problema è stato un altro: fare in modo che, quel fatidico giorno, ci fosse anche Tex sulla collina del massacro. Tutta la storia era nata su questa premessa. Un'avventura in cui si tirava in ballo Custer e che non prevedesse la presenza di Tex nel momento della resa dei conti, mi sembrava un'occasione narrativamente sprecata. L'importante era che la cosa suonasse credibile. Intendo "narrativamente" credibile. E così?
  6. IL TOTEM MISTERIOSO Seconda Serie Gigante N° 1: "La Mano Rossa" Ottobre 1958 Serie a Striscia Prima serie - N°1:"Il totem misterioso" 30 Settembre 1948 Prima serie - N°2:"La roccia parlante" 7 Ottobre 1948 Prima serie - N°3:"Terrore a Calver City" 14 Ottobre 1948 Soggetto, sceneggiatura e disegni Il soggetto e la sceneggiatura sono di Giovanni Luigi Bonelli. Le tavole sono di Aurelio Galleppini che le disegnava durante la notte, nel tempo "libero" lasciatogli dalla preparazione delle illustrazioni di "Occhio Cupo". Un altro artista nato in Sardegna, Angelo "Tatano" Corrias, inchiostra le matite di Galep praticamente dall'inizio, forse proprio dall'avventura "Il totem misterioso". Il lettering, copiosissimo di errori, è di Gino Rognoni, un disegnatore tecnico impiegato presso la Borletti, amico di uno zio di Sergio Bonelli. Copertina La copertina del primo volume della seconda serie gigante è rappresentata da un vecchio disegno di Galep riciclato dalla copertina dell' Albo d'Oro n. 4 (prima serie). La scelta è abbastanza curiosa in quanto nel primo albo Tex, pur affrontando alcuni messicani, non si scontra col personaggio immortalato nella copertina. Franco Bignotti disegna invece il titolo "La Mano Rossa". Il totem misterioso Questa prima avventura si svolge intorno all'anno 1865. Pochi mesi prima Tex ha ucciso Tom Rebo per vendicare la morte del fratello Sam Willer. E' diventato perciò un "fuorilegge", termine con il quale è subito riconosciuto da Tesah a pagina 4, prima che questa parola venga sostituita nelle ristampe successive ( per effetto della censura ) con quella di "giustiziere". Inizialmente G. L. Bonelli pensava a Tex come ad un vero "outlaw" e gli faceva assumere atteggiamenti non troppo benevoli nei confronti degli sceriffi: "Per tutti i diavoli! Che mi siano ancora alle costole è " dice nella prima striscia. Tra i tanti personaggi censurati, Tex è sicuramente uno di quelli che soffre di più nel dover rinunciare ad una certa libertà di linguaggio. Sergio Bonelli racconta un curioso aneddoto legato alla figura di un censore particolarmente bacchettone, ossessionato dalla paura del diavolo. Colorite espressioni come per esempio "Fiamme d'inferno!", "Al diavolo!" che sembrano interpretare formule di invocazione del maligno, vengono sistematicamente cancellate dagli albi di Tex! Se la frase "Per tutti i diavoli!" rester? stampata indelebilmente proprio nella vignetta di apertura, la censura sarà comunque applicata sin dalla prima striscia con la sostituzione nella terza vignetta della parola "scagnozzi" con quella di "uomini". Il termine era allora ritenuto troppo irriverente nei confronti dei rappresentanti della legge. Ma è lo stesso G. L. Bonelli a fare di Tex, nella sua prima storia, un - giustiziere - trasformandolo quindi, in una delle avventure successive, addirittura in un ranger al servizio della legge. Il primo personaggio a comparire in una storia di Tex è l'indianina Tesah. Fa parte di una nutrita schiera di donnine dotate di una carica di sensualit? un po' casereccia, che ricordano, dice Sergio Bonelli, le bellezze di Walter Molino, autore delle copertine del "Corriere della Sera" e di "Grand Hotel". Nella prima edizione non censurata, nella prima pagina, Tesah ha le gambe nude! Alla fine degli anni cinquanta la sua nudit? sarà coperta pudicamente: il vestito, salvo dimenticanze, sarà infatti censurato anche nelle strisce delle pagine successive. Se l'intenzione, nel 1948, era quella di promuovere le vendite del nuovo albetto con una piccola dose di erotismo, c'è da aggiungere comunque che Tesah assolve perfettamente il suo compito a livello narrativo, presentandosi nella parte dell'eroina in difficolt?, come nei romanzi di Dumas dei quali G. L. Bonelli è lettore attento, vittima dei sopprusi del brutale Coffin, l'antagonista della storia e pronta ad essere salvata dall'impavido eroe. L'immagine postata sopra ?, in questo senso, abbastanza esplicita. John Coffin, che vediamo nella vignetta riprodotta sopra nell'atto di schiaffeggiare Tex, scena che nell'interminabile saga texiana sarà destinata a restare unica, vuole impossessarsi dell'oro dei Navajos, o meglio dei Navayos, come recita erroneamente il testo di questo Tex pioneristico. Tesah è una Pawnee e dovrebbe trovarsi centinaia di chilometri più a nord, con la sua tribù nell'Oklahoma. La geografia è incertissima così come è incerta la conoscenza da parte dei due autori dell'Ovest americano, in degli anni in cui latita ancora il ricorso a una documentazione praticamente inesistente. Se il primissimo Tex deriva infatti da un modello cinematografico, Gary Cooper, che appariva frequentemente nel dopoguerra negli schermi delle sale ancora affollate da reduci americani, e la bella Tesah ha le sembianze di un'aitante divetta hollywoodiana, Coffin così come l'altro cattivo della storia, l'indiano Piute Dente di Lupo, presentano il physique du role dei classici vilains, con dei volti che sono lo specchio della loro anima malvagia. In particolare il rinnegato Dente di Lupo è disegnato con uno sgraziatissimo naso adunco dal disegnatore Aurelio Galleppini, naso che potete vedere raffigurato nella vignetta sottostante... Questa primissima avventura di Tex è contenuta in soli tre albetti a striscia, per un totale di 96 strisce pari a trentadue pagine della normale edizione bonelliana a quaderno. Se prendiamo in considerazione lo schema narrativo del linguista Greimas, Tex e Tesah, svolgono entrambi nella prima scena la stessa funzione attanziale. Sono cioè due persone in fuga che cercano riparo nelle gole selvagge del Rainbow Canyon. Nella rappresentazione grafica che ne ha dato Galep, Tex è un uomo smilzo, tratteggiato con delle linee veloci, quasi nervose. La sua attenzione è stata attirata da alcuni spari che rieccheggiano a non molta distanza dal luogo dove sta bivaccando. Teme che i suoi inseguitori l'abbiano raggiunto, ma l'impressione negativa svanisce non appena si accorge che in realtà è una giovane indiana ad essere inseguita dal ladro Coffin e da altri quattro uomini. Agli occhi del lettore Tesah è subito innocente anche quando le apparenze sembrano condannarla ( in effetti si è semplicemente riappropriata del medaglione rubato in precedenza da Coffin ). Cosè anche la colpevolezza del fuorilegge Tex può essere messa facilmente in dubbio per effetto di questo parallelismo che si instaura subito tra i due personaggi principali. Coffin ha rubato il medaglione sul quale sono incisi alcuni misteriosi simboli che permettono di identificare con certezza l'esatta ubicazione di un favoloso tesoro, situato in una cavit? posta sotto un'enorme roccia a forma di totem, venerata dagli indiani navajos ( che peraltro non compariranno mai nella storia ). Tex si fa sorprendere ingenuamente dall'antagonista che lo schiaffeggia e esplode un colpo di pistola che lo ferisce lievemente alla tempia. Il primo Tex è un eroe che si segnala innanzitutto per la sua fragilit?. Solo la caduta nel fiume gli permette di sottrarsi felicemente alla presa degli avversari che altrimenti non l'avrebbero risparmiato. Credendo di aver eliminato il principale ostacolo che lo separava dal tesoro, Coffin si intrattiene a Calver City con il secondo cattivo della storia, il rinnegato Dente di Lupo, un indiano Piute stranamente interessato all'oro, allorch? dovrebbe provare solo indifferenza, se non il caratteristico disprezzo dei nativi verso il metallo giallo. Il seguito dell'avventura si svolge alla Roccia Parlante. Ancora una volta, i nostri due eroi si sono fatti sorprendere. La prima vignetta che apre il terzo albetto intitolato "Terrore a Calver City", carica di erotismo ( si veda l'immagine postata sopra ), mostra Tex e Tesah legati al palo della tortura, in balia di un Coffin che ha appena ucciso il complice Dente di Lupo. Ma è in questa striscia conclusiva della storia, dopo un inizio incertissimo, che l'eore si riappropria delle sue caratteristiche, trasformandosi nell'"uomo mascherato" ( come Superman ) e portando a termine la sua missione. G. L. Bonelli tende a giocare, appena può, con l'identit? di Tex, cammuffandone anche il nome. Il Tex giustiziere de "Il totem misterioso" diventa infatti "L'uomo della tomba". Il tema del travestimento sarà ripreso dall'autore anche nelle storie successive. D'altronde, come ci fa notare Sergio Bonelli" "L'uomo mascherato" è un popolarissimo eroe dei fumetti americano, creato per l'appunto negli anni quaranta e ci sembra quasi impossibile non vederne un perfetto modello di imitazione per il pap? di Tex. Ma l'eroe che si prende la sua rivincita, uccidendo in uno strano modo il rivale, in effetti Coffin è stordito da un pugno di Tex e lasciato morire nel suo ranch in fiamme, senza nesssun soccorso, assurge più che altro al ruolo di divinit? oltre che vendicativa, anche prosaicamente punitrice, lontanissima dunque dall'immagine limpidissima dell'eroe umano e giusto che il Ranger si costruir? nei successivi sessant'anni di vita editoriale! Personaggi Tex Tesah, giovane indiana Pawnee, figlia del Sakem Orso Grigio John Coffin, ladro Uomini del seguito di Coffin Dente di Lupo, indiano Piute, rinnegato Fred, ricettatore, amico di Coffin Locations Le gole selvagge del Rainbow Canyon nei pressi del confine texano La cittadina di Calver City Il Blue River La Roccia Parlante La gola del Black Canyon Il ranch di John Coffin
  7. ymalpas

    Articoli Su Tex

    Tex Willer, il comunista L' editore del fumetto ( Sergio Bonelli ) pubblicizza " IL MANIFESTO " ed e' ancora polemica fra i lettori. MILANO . Ma Tex Willer e' di sinistra? La risposta istintiva in un incallito "texofilo" sarebbe: "E chi se ne frega?". In un "texofilo" di sinistra, o che perlomeno legge il manifesto, invece, la reazione e' , ovviamente, problematica. Per uno, il ranger e' un presunto difensore di deboli e oppressi; per un altro, e' un "lottatore contro i soprusi che in 40 anni non ha mai cambiato linea" (capito hai, Cossutta?). Insomma, e' di nuovo polemica sul quotidiano che si definisce comunista, a neppure 15 giorni da un altro dibattito su un tema appassionante, anzi intrigante, indimenticabile, aperto nientemeno che dal presidente del consiglio di amministrazione dello stesso giornale, Valentino Parlato: avere la colf e' di destra o di sinistra? Non e' chiaro come quella querelle si sia conclusa, anche perche' ieri su il manifesto si e' aperta quella riguardante Tex, dall' esito ugualmente incerto, come ogni fumetto (sia pure impegnato) che si rispetti. Di sicuro vi e' che Tex fa discutere piu' di Dario Fo, Franca Rame e Alba Parietti. Tutto ha inizio il 22 gennaio quando il giornale dedica meta' dell' ultima pagina a Sergio Bonelli, 60 anni, responsabile del' omonima casa editrice che pubblica Mister No, Zagor e i mitici Dylan Dog e Tex. Bonelli, figlio del fondatore Gianluigi, oggi 83 anni, e' ritratto mentre legge Tex con al fianco la scritta: "Leggo sempre il manifesto perche' rivolge particolare attenzione ad argomenti che mi affascinano e che mi aiutano professionalmente, come quelli dell' avventura e del fantastico. Per cui mi abbono. Abbonatevi anche voi". Nei giorni precedenti lo stesso invito era stato lanciato da personaggi e gruppi diversi (Altan, Parietti, Fo, Rame, Siusy Blady, Silvio Orlando, Angese, Paolo Rossi, Gialappa' s band, Avanzi...). Ma nessuno ci aveva badato. Ieri, sul giornale, ecco che sul "testimonial" Bonelli compaiono due lettere contrastanti, che poi diventano una sorta di referendum sul pistolero. Un lettore (Ezio Di Sanza, Napoli) accusa: la cultura di Tex e de il manifesto (e della sinistra) sono all' opposto; un altro (Luca Brasca, Firenze) e' entusiasta. Il quotidiano, astutamente, "spara" il dibattito, titolando a tutta pagina "Ma Tex e' di sinistra?". "Ma che ne so io . sbotta Sergio Bonelli, tra il divertito e lo scocciato (e comunque sollevato per non essere lui l' omonimo primario ospedaliero ferito a rivoltellate lunedi' a Milano) .. Povero Tex, sono 40 anni che gliene dicono di tutti i colori. Nel ' 68 poi ogni parola veniva passata al microscopio. Ma son passati 30 anni, e sono stupito che l' argomento salti di nuovo fuori in tempi di disimpegno, rilassamento generale. Anch' io sarei capace di estrapolare frasi singole dalla Bibbia o dai Promessi Sposi e attaccarvi sopra un' etichetta. E pensare che e' tutta una vita che sto attento a calibrare le parole, le situazioni, a spogliarmi delle mie idee e ideologie per non influenzare ne' offendere nessuno. Io ho solo la presunzione di raccontare storie che appassionino, me per primo, senza voler approfittare mai, per nessuna ragione, della tribuna potenziale che ho a disposizione". Allora come mai ha accettato (gratuitamente) di fare da testimonial' "Ma perche' me lo hanno chiesto. Io, da fumettaro di professione, con il manifesto ho un frequente, simpatico e spesso critico rapporto epistolare perche' esso e' uno dei pochi quotidiani che segua con assiduita' il mondo dei fumetti, della fantasia, dell' avventura. Ma io sono un borghese, lettore di tanti quotidiani (Gazzetta dello Sport esclusa), soprattutto del Corriere. E se Il Corriere della Sera me lo avesse chiesto, sarei stato disponibile". Tex non sara' quindi una tribuna elettorale? "Ma per carita' ! In 35 anni non ho mai abusato della potenza del mio eroe. Non ho mai manifestato le mie preferenze politiche e neppure quelle calcistiche, anche se mi considero un competente del pallone. Ma quante volte sono stato tentato di proporre la formazione della Nazionale...". Costantino Muscau Articolopubblicato sul Corriere della Sera il 29 gennaio 1992
  8. ymalpas

    Articoli Su Tex

    Tex ci invita nel suo saloon L' eroe creato da Bonelli e' al centro di una mostra che ricrea l' atmosfera di un set cinematografico. Naturalmente in puro stile western! Articolo pubblicato sul Corriere della Sera l' 8 settembre 1993 "La ballata di Tex" quattro anni dopo. Torna a Milano, alla Sala Azzurra dell' Idroscalo, la mostra dedicata a Tex Willer, il piu' popolare fumetto western italiano, creato da Gianluigi Bonelli nel lontano 1948. La mostra, inaugurata a Mantova nel gennaio dell' 89, e' gia' stata allestita a Milano, al Palazzo della Triennale, nel luglio di quell' anno. Ma sia l' infelice collocazione nel calendario, sia la sede, forse impropria, non facilitarono l' affluenza di pubblico. Per questo motivo, l' editore Sergio Bonelli e l' Assessorato allo Sport e Turismo della Provincia hanno pensato di riproporla nel contesto di "Estate all' Idroscalo". La mostra ha girato le principali citta' italiane e ha affrontato una prestigiosa trasferta in Brasile. E gia' stata vista da 350mila persone. Grandi e piccoli, lettori di "Tex" di ieri e di oggi, hanno cosi' la possibilita' di vedere, o rivedere, una delle piu' ricche esposizioni dedicate a un eroe di carta. Il curatore Claudio Bertieri, coadiuvato dallo scenografo Gianni Polidori (recentemente scomparso), l' ha concepita come un grande set cinematografico in cui sono ricostruiti i luoghi deputati del genere western: il saloon, la miniera, l' ufficio dello sceriffo, la bottega del maniscalco. Il gioco continua sui pannelli della mostra, nei quali vengono messe a confronto foto d' epoca e il loro corrispettivo ricreato, con realismo o fantasia, dai disegnatori di Tex, in testa a tutti Aurelio Galleppini, in arte "Galep". La mostra e' inoltre completata da una ventina di tavole originali, realizzate da nomi di prestigio del fumetto italiano, ciascuno dei quali ha disegnato Tex "a modo suo". Esposti, tra gli altri, disegni di Crepax, Toppi, Giardino, Staino, Silver, Munoz, Bonvi, Magnus. Avvicinare Gianluigi Bonelli oggi non e' facile, data l' eta' avanzata del "papa' " di Tex. Tuttavia, con l' aiuto del figlio Sergio (anch' egli autore di numerose storie), siamo riusciti a fargli avere alcune domande, cui ci ha cortesemente risposto a breve giro di fax. Per prima cosa, gli abbiamo chiesto se si aspettava, 45 anni fa, che il fumetto appena creato avrebbe avuto tanto successo. "Nessuno di noi immaginava . ci ha risposto . che l' albetto a strisce che stavamo presentando sul mercato avrebbe avuto una vita editoriale tanto lunga. Non ebbi nemmeno la malizia di fare una scaletta per impostare il futuro del personaggio. Un senso di casualita' tipico di quegli anni". Ma il West di Tex e' piu' debitore alla storia o al cinema? "Ho sempre privilegiato il mondo della fantasia. La presenza in questa mostra di set cinematografici mi sembra un doveroso omaggio a quell' ispirazione che, inevitabilmente, mi e' venuta dai film degli Anni ' 40 e ' 50: le pellicole con i cowboys classici, interpretati da attori come Gary Cooper, John Wayne e Randolph Scott. Comunque, piu' che nei confronti del cinema, mi sento debitore verso i grandi scrittori avventurosi degli Anni ' 30. Primo fra tutti quello Zane Grey che, sconosciuto da noi, e' stato invece in America un vero e proprio colosso del genere western, autore di romanzi straordinari". A Sergio Bonelli abbiamo invece chiesto se, col tempo, nelle mani sue e dell' attuale sceneggiatore Claudio Nizzi, il personaggio di Tex sia cambiato e come. "Nonostante gli sforzi . ci ha confessato . qualche cambiamento c' e' stato: e' diventato un po' riflessivo, meno irruente. Questo anche perche' , a nostro giudizio, cinema e Tv hanno creato un tipo di lettore piu' interessato all' aspetto psicologico e, di conseguenza, a trame meno dinamiche ma piu' complesse. Inoltre, si e' cercato un maggior confronto tra fantasia e realta' , per trasmettere, col divertimento, una dose di informazione". Marco Piccardi
  9. ymalpas

    Nel 2008 Dicono Di Tex...

    Sempre dallo stesso forum, altro campionario di idee:rovine: esistono un mucchio di modi per non rovinare quella scena. da manuale c'è il classico: il ragazzo chiede al padre: cosa sono quelle rovine? e tex gli risponde. non cambia molto? cambia tantissimo perchè viene esplicitato un destinatario interno al mondo finzionale e il destinatario non è più così evidentemente il lettore. questa soluzione a me non piace ma permette di non tagliare la (graficamente) piacevole sequenza iniziale della cavalcata di avvicinamento (tra l'altro, hai notato che quando sono ritratti in campo totale i cavalli sono al galoppo e loro piegati in avanti e quando sono invece in piano americano i cavalli sono al trotto e le schiene dei ranger erette? ah ah ah! checcazzo.), n° di aggiungere pagine. esistono altre opzioni, che però implicano l'aggiunta di pagine in quella parte oppure il taglio di altre pagine: i ranger arrivano al monastero (o quel che ?) e, vedendo i segni della furia tettonica (sono ancora di quelle persone che ridono al pensiero del sintagma placche tettoniche) chiedono a tex. i ranger, prima di partire, si organizzano e tex spiega loro qual è la meta. una didascalia in un box in alto a sinistra (non si usa più, lo so, ma non era poi così male). insomma, quasi qualsiasi cosa a parte tex che per prima cosa spiega che il cazzo di monastero dieci anni prima è stato devastato da un terremoto. ultime due note: le mie obiezioni non sono sul personaggio (a parte la questione dei ricordi di lilith), ma sul modo di raccontarlo, che non mi piace. quanto al fatto che una cosa ha successo e quindi è bella, è un'equazione che trovo priva di senso: anche il gioco dei pacchi ha successo, a fin dalla prima edizione lo trovo un programma televisivo intellettualmente mortificante. superman è un giro dagli anni trenta ed è cambiato un casino (be?, un po' alla gattopardo, ?cambiamo tutto perchè non cambi nulla?), o almeno ha ?vissuto? accadimenti che narrativamente hanno reso molto interessante la sua vita editoriale. la mia impressione è che l'affezione del pubblico per tex (pubblico del quale mi piacerebbe avere dati sociodemografici: secondo me tex chiuder? quando i figli del babyboom saranno tutti schiattati) sia analoga a quelle stanche relazioni che si trascinano lungo gli anni nella speranza di un guizzo che rivitalizzi la baracca. qualcosa che io non sarei in grado di sopportare.
  10. ymalpas

    Nel 2008 Dicono Di Tex...

    Dal forum http://afanear. e-allora.net un po' di comicit? gratuita sull'albo del sessantennale:ecco perchè ho smesso di comprare fumetti bonelli (con l'eccezione dei fumetti di enoch): i loro autori mi causano ribrezzo. puro e semplice. ho comprato l'albo qui recensito da a. lep73. prima vignetta, primo fumetto (o baloon, per gli anglofili): parla tex al galoppo insieme ai suoi pards, in vista ci sono delle rovinequella è l'abbazia di san joaquin, distrutta da un terremoto e mai più ricostruita(vado a memoria, protrebbe non essere esattamente così, la battuta). cazzo, possibile che non sappiano dare quella stessa informazione in un altro modo? possibile che in un medium freddo (a l' mcluhan) come il fumetto, nel quale puoi calibrare molto più liberamente l'informazione che veicola il testo verbale perchè hai pure a disposizione quello grafico, nizzi non sia stato capace di fornire quell'informazione in un altro modo?non sono andato avanti (in realtà sè, ma mi sono fermato quando salta fuori che quello stronzo di tex non racconta al figlio della madre perchè ha trascorso con lei pochi momenti e vuole serbarli al sicuro nel cuore: minchia, mazzar? e la sua roba. se fossi il figlio di tex gli sparerei alle spalle e me ne andrei). ogni volta ci ricasco: ne compro uno o due per vedere se sono migliorati, ma non sono mai molto oltre gregory hunter (uno dei peggiori fumetti bonelli di sempre) o brad barron (l'altro). gli unici autori che a mio parere si salvano sono quelli che non si adeguano al vecchio-vecchio-vecchio modo di scrivere tipico della scuola bonelli, anzi, tipico di tex: enoch, berardi (sclavi ha creato un modo di scrivere all'interno della scuola, ma dopo vent?anni non sono ancora stati capaci di rinnovarsi e dylan dog è sempre lo stesso. che noia. manfredi mi piace; nizzi anche, mi piaceva soprattutto in nick raider; castelli? eh, castelli è stato uno dei miei primi amori, ma adesso basta).viva l'albo ?uomini, bestie ed eroi? di ken parker che piglia per il culo tex & pards!
  11. Riflettendo un poco sulla funzione dei forum sull'onda lunga del dibattito lanciato da Tito Faraci nel suo blog, ho provato a vedere cosa dicono i - non addetti ai lavori - dell'ultimo Tex. Parlo di realtà forumistiche indipendenti o di siti non specializzati nel fumetto.
  12. Maah... è un aspetto che non avevo mai preso in considerazione. L'impressione è che sulle tavole di Tex finiscano solo le cose che servono. Cosè, per esempio, vedi una chiesa solo ne "Il marchio di satana", o in qualche sperduto villaggio messicano, meglio se sconsacrata! Per il resto non posso dare un parere tecnico sulla funzinalit? delle cavalle sul piano narrativo, perchè in generale non ho una grande conoscenza di quadrupedi, eccetto le mucche, ma paradossalmente le "studio" solo quando le vedo in... macelleria!
  13. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Auguri Claudio!
  14. Molte espressioni usate dal Tex degli esordi, come "sterco di cavallo" ( poi scomparse in seguito alle censure/revisioni ), denotavano forti accenti scatologici mutuati dalla letteratura americana: G. L. Bonelli voleva cioè imitare le durezze ( volgarit? ) degli amati giallisti d'oltreoceano!
  15. Negli anni cinquanta le vendite delle strisce di Tex non superavamno le 60/70.000 copie... un terzo delle vendite realizzate da testate come Blek o Capitan Miki!
  16. Gianluigi Bonelli si lamentava dei frequanti tagli, parliamo non solo di semplici parole ma addirittura di intere frasi, tagli che venivano effettuati dal letterista delle sue prime storie. Il primo era stato un disegnatore tecnico impiegato presso la Borletti, un tale chiamato Gino Rognoni, amico di uno zio di Sergio Bonelli, che per arrotondare lo stipendio scriveva la notte i testi nei balloon delle strisce texiane!
  17. ymalpas

    [241/242] Ore Disperate

    Sempre Boselli, da una vecchia intervista... Ho realizzato un paio di soggetti che G. L. Bonelli ha approvato e sceneggiato. Di questi mi ricordo soltanto quello da cui è venuta fuori la storia ?Ore disperate? (Tex nn. 241-242). Era una storia normalissima, molto bonelliana, con un ranger che viene impiccato da una banda di vigilantes. Tex e Carson arrivano tardi perchè erano fuori città e lo vendicano, contro gli incappucciati della zona. Se l'avessi sceneggiata io sarebbe stata molto diversa. Io avrei fatto una storia con un po' meno bianco e nero, più grigi nei colpevoli. Bonelli ha preferito fare i colpevoli più ?cattivi? per rendere la storia più texiana. Lui sapeva fare anche dei personaggi complessi, sfaccettati, come Lucero, però sappiamo benissimo che in genere preferiva i toni netti, per essere più popolare. Invece, Nolitta o io stesso o Berardi abbiamo questa fantasie per cui ci piace il cattivo che si redime, il cattivo che ha qualcosa di buono ed il buono che ha qualcosa di cattivo, e così via!
  18. Il buon avvocato Monni ha parlato di un'imminente sceneggiatura di Borden da affidare a... Garcia Seijas!
  19. Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi Disegni: Manfred Sommer e Leomacs Periodicità annuale : Gennaio 2009 Il giovane Scott Henderson, appena uscito dalla scuola militare di West Point e fresco di nomina come tenente a Fort Thomas, si ritrova catapultato in una trappola infernale! Sulle tracce dei sanguinari razziatori comanche di Capitan Blanco, Henderson viene attirato in un micidiale agguato: gli uomini della sua pattuglia, sorpresi da una pioggia di fuoco nemico, cadono come mosche, e i pellerossa sono intenzionati a far sè che nessuno sopravviva e riesca a violare il loro covo sui monti Galiuro! L'unica speranza di uscire da una situazione tanto disperata è riposta nell'intervento di Tex e Carson. Completano l'Almanacco i dossier tutti a colori dedicati ai samurai-western, al pistolero Wyatt Earp e al grande narratore della Frontiera Borden Chase, oltre a una panoramica sui libri, film, telefilm e videogiochi dell'annata Western. © Sergio Bonelli Editore
  20. ymalpas

    Who Is Who

    <div align="center"> Alfonso Font
  21. ymalpas

    Bibliografia Di Tex

    <div align="center"> <div align="left"> Autore: Norman Fernandez Titolo: Tex habla espanol Collana: Editore: Fundacion Municipal de Cultura - Educacion y Universidad Popular Luogo e data di pubblicazione: 2003 Dimensioni del volume: Numero delle pagine: 146 B/n - colore: b/n Prezzo originario: Reperibilit? in commercio: No Contenuto del volume: catalogo in mille esemplari di una mostra svoltasi in terra spagnola a Ayuntamiento de Gij?n. Si apre con il saluto di Sergio Bonelli, cui seguono due articolatissimi interventi di Norman Fern°ndez, in qualità di critico e storico del personaggio, e di Antonio Segura Cervera, che ci racconta come ha raccolto e affrontato l'impegnativa sfida di scrivere al servizio di una saga così carica di anni e di onori come quella di Tex. Infine, una galleria di immagini che ricostruisce per il lettore l'intero percorso espositivo della mostra. ***LIBRO CONSIGLIATO DAL FORUM ***
  22. ymalpas

    [220/223] Sasquatch

    Sasquatch (o Bigfoot, negli USA) è alto fra i due e i tre metri, pesa intorno ai 250 chili e lascia impronte di circa 50 centimetri. Questo bipede è stato avvistato centinaia di volte, a partire dalla metà del diciannovesimo secolo, sulle montagne degli Stati Uniti e del Canada. Secondo alcuni esperti dell'Accademia delle Scienze Applicate di Boston, gruppi di ominidi più vicini all'uomo che alla scimmia vivono nella zone fredde dell'America Nordorientale. Sono onnivori, hanno abitudini notturne e non si insediano in un luogo per più di qualche giorno. Dopo l'Homo Sapiens rappresentano la specie più intelligente in natura. Sono quindi ben consapevoli del fatto si indaghi sulle loro tracce ma pensano che l'uomo rappresenti un pericolo per la loro sopravvivenza: per questo motivo si nascondono. Sasquatch è uno dei nomi indiani: presso i nativi americani si tramandano leggende su misteriosi ominidi che vengono chiamati di volta in volta Omah, Tsonaqua, Bukwas o Selatiks.
  23. ymalpas

    [Maxi Tex N. 12] Lo Squadrone Infernale

    Per chiudere il discorso, tanti di noi finiscono per subire un certo condizionamento nella lettura e determinati elementi della trama che prima passano inosservati, ora balzano subito all'occhio e questo è sicuramente dovuto all'accanito martellamento del nostro intelletto da parte di questi recensori, acciecati ormai dalle loro stesse critiche. Comunque ritornando alla rilettura di questo maxi, è vero che ultimamente Nizzi ha usato risorse narrative che non esito a definire estreme, dal corpo carbonizzato di Rhonda alla violenza delle pagine iniziali di questo "Squadrone infernale". Se è vero da un lato che anche nel suo glorioso passato Nizzi se ne era servito, cito il texone di Ticci, è vero anche che lo faceva con una maggior parsimonia e prudenza. Se l'effetto è quello di voler suscitare l'interesse scioccando il lettore con queste soluzioni radicali sopperendo così alla fragilit? del soggetto o della trama ( tutto sommato questa storia è povera in entrambe ), l'operazione può considerarsi ben riuscita, ma quanto al gradimento, è una questione soggettiva, e non me la sento di condannare la critica della Feltrin, peraltro "rea" per tante altre - balle - ( se mi passate il termine ) che ci propina mensilmente.
  24. La quarta e poi neanche ultima storia di Aldo Capitano, doveva essere come è risaputo "Colorado Belle". Il maestro ne aveva tracciato gli schizzi delle prime dieci pagine iniziali, poi rifatte ex-novo da Font, il disegnatore che gli è succeduto alla corte di Mauro Boselli!
  25. Tex è stato pubblicato in Spagna col nome di Texas Bill, dalla DeAgostini, all'interno della collana "Los Grandes del C?mic".
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