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TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

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  1. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Dall'intervista portoghese, la tavola numero 20 della storia "Eagle Pass".
  2. ymalpas

    Domande A: Claudio Villa

    Ancora una volta mille grazie Zeca
  3. ymalpas

    Tex In Libreria

    Claudio Paglieri Non son degno di Tex Vita, morti e miracoli del mitico ranger 1997, Marsilio Editori Prezzo: è 6,00 Pagine: 139 Ultima edizione aggiornata al 2003. Un viaggio nel mondo di Tex, tra umorismo e statistica, per contare e raccontare i morti ammazzati, gli agguati, i pestaggi, le ferite di striscio alla tempia. E ancora le trame più belle, le battute più celebri, le finestre sfondate, i banditi pentiti. Chi lo conosce e lo ama ritrover? in questo libro tutte le avventure del mitico ranger "minuto per minuto", quelli che non lo conoscono si divertiranno lo stesso. Qualche estratto... Sul personaggio di Cochise... ( pag. 122 ) Il capo degli apaches chiricahuas, personaggio mitico della Resistenza indiana, non fa inizialmemente una grande figura accanto a Tex: quando ci viene presentato è gia da tempo in pensione, e l'unico suo merito sembra quello di essere fratello di sangue del ranger. Aquila della Notte va spesso da Cochise a chiedergli consiglio, perchè lo ritiene molto saggio e molto informato, ma al lettore il gran capo sembra piuttosto una specie di rasta che passa le giornate imboscato in montagna, a dormire e fumare calumet della pace; un vecchietto distrutto dai reumatismi e dalla sciatica, che non ha nessunissima voglia di fare la guerra ed è pronto a firmare qualunque trattato di pace in cambio di due coperte e un guscio salvatelecommando. Ogni volta che si tratta di scortare Aquila della Notte in qualche missione pericolosa, Cochise dice che ha dimenticato il rubinetto del gas aperto e gli spedisce il figlio Tahzay, che deve essere un altro tipetto alla Kit Willer. Finalmente però, nei numeri 378-380, avviene un clamoroso cambiamento di rotta: da povero mucchietto di ossa con i capelli bianchi, Cochise diventa di colpo un culturista albino, scende sul sentiero di guerra e salva la vita a Tex e Carson. La Tigre è ancora viva! Sulla dieta di Tex e dei suoi pards... ( pag 53 ) Per concludere, abbiamo chiesto a un noto dietologo a quali conseguenze porterebbe un regime alimentare simile a quello seguito da Tex: pemnicam e gallette quando è in viaggio, selvaggina quando sta al villaggio navajo, bistecche e patate durante le visite in città. Ogni tanto uova e torte di mele. Molta birra, molti superalcolici e caff?. "Il signor Willer - spiega il professor Y - si nutre in modo schifoso, sia per quantit? sia per qualità. Tralasciamo gli aspetti legati al bon ton ( ci sarebbe da rabbrividire ). Il fatto è che non consuma verdure, non mangia frutta fresca, ignora i benefici della dieta mediterranea e del pesce. Qualunque uomo moderno, sottoposto forzosamente a una dieta come quella del signor Willer, diventerebbe un rudere nel giro di pochi mesi. Sicuramente, Willer soffre di gotta causata dall'eccesso di carne e selvaggina; di scorbuto a causa della mancanza della vitamina C; deve avere un colesterolo superiore a 400, perchè le patattine fritte sono micidiali; il fegato è senz'altro ingrossato, potrebbe esserci una cirrosi in atto; è probabile che i fagioli gli provochino flatulenze, e il troppo caff? avvicina il rischio di infarti".
  4. ymalpas

    Tex In Libreria

    Si lo consiglio, ma non vale il prezzo a cui spesso è venduto. 20 euro sono già troppi. Però interessante è interessante, questo va detto e ripetuto. Ci sono delle parti che si potevano risparmiare, tipo la fantomatica intervista finale a Tex, ma il resto delle pagine sono ottime, con una nota di merito per l'analisi strutturale.
  5. ymalpas

    Tex In Libreria

    Rispolvero questo vecchio topic per parlarvi di un vecchio libro datato 1979, edito da una piccola casa editrice e oggi quasi introvabile. La domanda da porsi, prima di spendere 30 oppure 40 euro su un' asta ebay, è se veramente valga la pena di aggiudicarselo. Difficilmente troverete in rete una scheda che ve lo descriva sufficientemente bene. Ci provo io per voi. Innanzitutto i due autori. Rudi Bargioni e Ercole Lucotti sono due emeriti sconosciuti. Il loro libro fu però il primo vero saggio della storia texiana. Erano due giovani universitari i due che si accingevano a commentare le gesta dell'eroe del più popolare fumetto italiano. La lingua usata ne risulta pertanto buona ( se non ottima ) e l'analisi sempre interessante. Le pagine sono circa 140, spesso corredate da molte vignette che ne illustrano il testo. L'ultima storia presa in esame ?, se non ricordo male, l'allora inedito "Sasquatch". In effetti questo è uno dei grandi limiti del testo, che si limita ad analizzare solo la prima parte della lunga storia texiana, soprattutto quella glbonelliana, ma riesce a cogliere in pieno anche tutte le peculiarit? del nuovo Tex nolittiano, che allora era ancora, vale la pena ricordarlo, uno sconosciuto ghost writer. Questi sono gli argomenti trattati dal libro: - Breve analisi dei personaggi principali della serie - Tex il superuomo - Tex, l'ordine, la legge - Tex e il personale - Tex e gli indiani - Tex e la magia - Abbozzo di analisi strutturale Riporto parte della presentazione al libro, dalla quarta di copertina: Ma chi è in realtà Tex Willer è Qual'? la sua ideologia, quali i suoi principi, quali i suoi sentimenti è E il rapporto con gli indiani è E quello con le donne è Cosa sott'intendono le sue azioni, il linguaggio che usa, il suo concetto di giustizia, di libertà, di legge e di ordine sociale è Quale messaggio ideologico trasmette Tex alle centinaia di migliaia di suoi fedeli lettori ? Con ironia ammiccante, ma soprattutto con la serietà che merita un personaggio immortale, questo libercolo analizza Tex in tutti i suoi aspetti e sott'intesi, finendo per essere il primo trattato di "texologia" di tutti i tempi, un divertente saggio destinato - oltre che ai texofili di ogni età, intelligenza e cultura - anche ai rari disgraziati che non ne hanno mai seguito le mirabolanti avventure. Se avete domande, resto a vostra disposizione per chiarire tutti i vostri dubbi
  6. ymalpas

    Psyco Tex

    Riprendo questa frase di Daniela per soffermarmi sul problema del sesto senso di Tex, sulla sua infallibile capacità di giudicare un uomo per quello che ?. E' vero che l'eroe di Nizzi è sempre stato dubbioso. Nella storia "Fuga da Anderville" crede colpevole John Walcott fino al momento in cui quel bastardo di Howard Walcott non gli rivel' la verità. Ma in questa storia Nizzi gioca finemente con la psicologia dei personaggi e i sentimenti e l'operazione gli riesce alla perfezione ( vorrei un commento articolato del buon Jim nella discussione dedicata a questa avventura, sono sicuro che l'attenta rilettura da parte di un professionista potrebbe darci molti spunti di riflessione ). Nella storia "I predatori del grande Nord" l'intuizione texiana fa cilecca un'altra volta, allorch? il guercio Lou Caudill, dopo essersi fatto pestare per bene, gli tende una trappola che fa onore al suo ingegno, tanto è ben congegnata. Questo è il punto. Tex Willer lo si può anche fregare, ma per riuscirci si deve architettare qualcosa di speciale e allora nessuno avrà nulla da eccepire. Se prendiamo l'ultimo esempio della figura da merlo che fa nella storia attualmente in edicola, nell'ufficio dello sceriffo ( Texf non spoilerare, ormai è un particolare che ti è noto ), qui non ci sono scusanti. Qui l'eroe non ha nessun sesto senso, e se il sospetto gli viene, è solo per dubitare degli integerrimi abitanti di Paradise. E qui sta tutta la vergogna dell'albo. Comunque dell'ultimo Nizzi preferisco non parlarne, tanto è penoso. Vorrei sottoporre alla vostra attenzione un ulteriore esempio, cambiando però sponda, quella boselliana di "Spedizione in Messico". Per Boselli, quella messicana, è sempre stata terra nemica e ostile, come un tempo lo fu anche per Gianluigi Bonelli. In questa avventura il Ranger fa nuovamento sfoggio della sua intuizione e nella trappola che era loro destinata ( ci sono anche i suoi pards ) finiscono per cadere gli stessi rurales che l'avevano preparata. Boselli sorprende il lettore solo in parte e soprattutto ci mostra la capacità extra-sensoriale di Tex solo a cose avvenute ( anche se a dire il vero, qualche indizio pesante Boselli l'aveva disseminato lungo tutta la sceneggiatura ). Con G. L. Bonelli Tex capiva subito chi aveva di fronte ed erano subito botte da orbi. La percezione del sesto senso era immediata nel lettore. Con Boselli è annacquata, comporta uno sforzo maggiore nella lettura che consiste ( per il lettore ) nel rimettere a posto, come in un mosaico, tutti gli elementi sparsi nelle pagine precedenti, che permettono una loro rilettura diversa che ne dia il senso esatto, o se era parziale, completo. La scrittura di Mauro Boselli è estremamente complessa e si situa all'estremo opposto di quella lineare di Bonelli e Nizzi, tanto è ramificata. In molte discussioni di questo forum ho affrontato questo aspetto, che è una delle cose migliori della modernit?, ma che paradossalmente rischia a mio parere anche di allontanare quei lettori che tutti questi spunti riescono a percepirli solo a meta, come se guardando le lancette di un orologio, ne apprezzassero solo la precisione della meccanica, ignorando tutto il lavoro degli ingranaggi nascosti che la permettono. Quindi, riassumendo, quello del Tex di Boselli, è un sesto senso che per essere gustato pienamente dal lettore comporta una fatica, quella della profonda riflessione. Ed è la stessa riflessione che Tex ha già fatto prima di noi. Come dicevo, con G. L. Bonelli non è mai stato così, la differenza c'è e non si può non notarla: con Boselli la capacità dell'eroe nell'individuare la colpevolezza di un uomo non è mai innata, Tex è soltanto "bravo" nel saper cogliere e dare un significato a tutti gli elementi che incontra nel suo percorso...
  7. ymalpas

    Psyco Tex

    Complimenti ragazzi per la qualità degli interventi, la mattina è un piacere accedere al forum e trovare articoli di questa portata. Sul tema della "esagerazione" vorrei proporvi, se non l'avete ancora fatto, l'interessante lettura de volumetto di Claudio Paglieri "Non sono degno di Tex" che l'analizza in chiave ironica. E' un libro imperdibile. La psicologia del personaggio varia moltissimo da autore a autore, fermo restando certe caratteristiche in comune. Sul tema sempre caldo del Tex delle origini vs Tex di oggi, vorrei ricordare che è esistito anche il Tex di Nolitta, duro, prepotente, arrogante ( forse anche più di quello paterno ), ma allo stesso tempo umanissimo, tanto da sembrare ai più quasi un anti-eroe... Un uomo a tratti debole e insicuro, come quando si tratta di giudicare Andy Wilson, oppure un padre fin troppo apprensivo quando il figlio parte alla volta della Colombia, per finire con il "lone ranger" che si becca due botte in testa ne "I dominatori della valle" e si risveglia per vedere l'esile corpo di una donna, in lontananza, appesa a un albero... Cosa ne pensate del Tex nolittiano ?
  8. ymalpas

    Psyco Tex

    Negli anni cinquanta Tex non è che fosse così popolare, c'erano tante altre testate che vendevano assai di più. La vera fortuna di Tex è iniziata negli anni sessanta. Negli anni settanta è diventato addirittura un fenomeno di costume. Oggi è un'icona nazionale. Come si spiega il successo di Tex ?Molto ha contribuito l'invenzione del formato bonelliano, quello a quaderno, ricco e sostanzioso quanto economico. Una vera rivoluzione editoriale della quale il fumetto Tex ha tratto enormi benefici. Negli anni sessanta si sviluppa e prospera anche il grande filone dei film western italiani, che si impongono anche in America. Dato il genere, Tex ne ha sicuramente tratto un enorme beneficio. Negli anni sessanta abbiamo anche l'altra vera rivoluzione: una storia può estendersi su decine, se non centinaia di pagine. Il merito va alla scrittura di Giovanni Luigi Bonelli che va sempre più qualificandosi come vera e propria letteratura. All'estero non funziona così, neanche oggi. Certi disegnatori stranieri rifiutano l'allettante ( dal punto di vista economico ) proposta di disegnare un texone di 240 pagine perchè si ritengono incapaci di realizzare un lavoro di tale portata. Lo diceva Sergio Bonelli: 240 pagine spaventano e non poco. A tutto questo vanno aggiunte quindi le caratteristiche dell'eroe, ben descritte dal Colonnello e da Wasted, alle quali non mi sento di aggiungere una virgola. Riassumendo: un insiemi di fattori concomitanti favorevoli hanno garantito a Tex una vita sessantennale.
  9. ymalpas

    Le Ultime Storie Di Claudio Nizzi...

    No, niente. Comunque, giusto per aggiornare la scaletta, a quanto pare c'è una nuova storia di Nizzi in lavorazione, disegni di Filipucci ( se non ricordo male ).
  10. ymalpas

    Ghost Writers

    Qualche aggiornamento alla discussione... Lo spunto me lo d' l'utente di Two Magic Wind che nell' altro forum raccontava come Sergio Bonelli si sia attribuito la paternit? di altre due storie texiane ( molto probabile che si tratti di semplici spunti per i soggetti ): - L'EXTRATERRESTRE - LA CELLA DELLA MORTE ( solo quest'albo o la storia nella sua integralit? è ) Proseguo con alcune dichiarazioni rilasciate invece in questo forum da Claudio Villa. La prima riguarda la sceneggiatura de "L'uomo senza passato": Lo spunto che mi era venuto per la storia era proprio questo: com'? un eroe quando va in crisi? Se Tex pensasse di aver perso il figlio come reagirebbe? E se il figlio perdesse la memoria e si ritrovasse a combattere contro suo padre, credendolo malvagio... sarebbe una lotta tra Titani... Cosè ho scritto un soggettino della prima parte... non è che ci credessi molto, ma la cosa mi piaceva e avevo deciso di farmi avanti con Nizzi. Lui l'ha letta e gli è piaciuta, così ha cominciato a lavorarci su. Nella mia idea la scazzottata del saloon c'era già stata e la storia cominciava con i quattro pards al galoppo che inseguivano i banditi. Mentre sparavano, dai loro dialoghi avremmo capito cosa era successo prima... Cosa che li avrebbe portati dritti dritti verso il luogo dove Kit sarebbe stato ferito. Dal momento in cui Kit finiva nel fiume le cose si facevano importanti. Sono intervenuto nella sceneggiatura per modificare la scena del duello, che in origine prevedeva una sola tavola con tre striscie sovrapposte: nella prima i due uno di qua e l'altro di l', nella seconda BANG/BANG, nella terza il cattivo che cadeva... Mi sembrava doveroso spiegare meglio come doveva sentirsi Tex, il bandito e Carson. Ho sceneggiato fino alla pagina in cui il bandito cade al "rallentatore" svelando il buco nel medaglione che portava al collo, segno che Tex, ferito o no, ti becca sempre... La storia di Kit avrei voluto che fosse più "difficile", e doveva sfociare in una lotta tra lui e Tex epica, con un numero di tavole sufficiente a far capire quanto fossero "tosti" tutti e due. Kit si sarebbe arreso a fatica, ma avrebbe reso difficile la vita al padre. Chi, se non lui, potrebbe riuscirciò E il suo recupero sarebbe stato doloroso, segnato da continue fitte alla testa e sprazzi di memoria che tornavano. Il finale andava orchestrato bene con un uso del tempo per "incastrare" gli avvenimenti che si sarebbero susseguiti in un crescendo che sarebbe finito con il colpo di winchester preso in pieno da Fiore di Luna... La seconda storia, è quella del ritorno di "Mefisto!". Lascio la parola a Villa: Il finale non è stato tagliato. La storia si è sviluppata "da sola" su tre albi e mezzo... Sono stati fatti interventi solo sul penultimo e ultimo albo con la riscrittura di qualche pagina. Nizzi aveva cominciato a scriverla con la prima parte del soggetto, aveva messo insieme il primo albo in qualche mese e io avevo cominciato a lavorarci su. Con la mia nota e incredibile velocit?, quando sono arrivato a ridosso delle ultime tavole di sceneggiatura in mio possesso l'ho chiamato e lui, che nel frattempo si era dedicato ad altre storie, ha ricominciato a Mefistare... Rispondendo a una mia ulteriore domanda fatta nel topic della storia, nella quale insistevo tenacemente asserendo che il finale sembrava essere stato proprio tagliato, Villa rivela un suo preciso intervento nella sceneggiatura della storia: E pensare che è stato allungato rispetto alla versione originale... almeno di dieci pagine. La tempesta di vento nel deserto l'ho chiesta io a Nizzi... Volevo un finale in crescendo: Mefisto è tornato dall'aldil', ha dei poteri che neanche il mago Otelma... può fare quello che vuole e non doveva limitarsi a fargli "b?!" e poi scappare... Doveva essere tosto, ma tanto... Poi c'era il mago indiano, che ci siamo persi per strada... ma questa potrebbe essere un'altra storia! .
  11. ymalpas

    [501/504] Mefisto!

    Un altro piccolo appunto da aggiungere alla discussione sui "ghost writers". Certo che chi si farà carico della nuova storia di Mefisto dovrà rimettere un bel mucchio di tassellli al loro posto. Narbas, si è fatto fregare, quindi nella prossima storia dovrà per forza di cose rifarsi, magari alleandosi con Tex. Poi c'è il discorso interrotto di Loa, anche lei abbandonata sul nascere. Quindi quello ( spinoso ) di Yama. Fallita l'esperienza con la sorella Lily, il vecchio Mefisto dovrebbe puntare su un'alleanza col figlio ( anche se non ha mai avuto molta fiducia in lui )... Sarebbe la prima volta che li si vedrebbe agire insieme.
  12. Gran personaggio più che gran cattivo, soprattutto grandi storie ( anche dell'ultima di Nizzi, grande primo albo! ).
  13. ymalpas

    [567/568] Dieci Anni Dopo

    Verissimo, condivido i giudizi di Magia Nera sui disegni di Rossi, anzi anche Tex ( seppure solo in alcune vignette ) mi ha ricordato il tratto di Magnus. Sulla storia avete già detto tutto voi. C'è solo una "nizzata", quella con lo sceriffo, imperdonabile, per il resto l'albo si trascina stancamente fino all'ultima pagina, senza troppe idee. Una sola parola: noia! Come ben dice Magia Nera, qualunque altro autore non avrebbe sprecato 110 pagine per raccontarci quelle quattro cose. Aggiungo anche che i bisticci verbali tra Elia e i due pards ( ne ho in mente uno in particolare, con Carson ), sono si un evidente tentativo di riallacciarsi alla vecchia storia ( Terra Promessa ), ma mi hanno procurato un notevole fastidio, perchè sono eccessivi e ridondanti. Per concludere questo mio intervento: Voto alla storia: 5 / 10 Voto ai disegni : 7 / 10 ( e qui mi riservo di postarvi qualche pagina per commentare quello che c'è di buono in questo artista e cosa invece proprio non va! )
  14. ymalpas

    [501/504] Mefisto!

    Allora si tratta solo di una leggenda, immaginata chissà da quale buontempone... Comunque il finale sembra proprio tagliato via...
  15. ymalpas

    [423/425] L'uomo Senza Passato

    Grande cvilla !Una storia così sarebbe stata fin troppo bella! Toglimi una curiosità, l'idea di uno scontro "vero" tra padre e figlio è stato bocciato da Nizzi o da Sergio Bonelli ?Ci aiuterebbe a capire fino a che punto i "paletti" redazionali possono intralciare il lavoro di uno sceneggiatore... ne stiamo discutendo sulla discussione dedicata al conservatorismo e alla modernit? su Tex.
  16. ymalpas

    La Dura Legge Di Tex

    Qualche dubbio dovrebbe porselo, specie il Tex delle ultime storie
  17. Si infatti, quando c'era... poi è noto che il ruolo di supervisore che gli fu attribuito negli anni novanta nella seconda di copertina in realtà lui non l'ha mai ricoperto. Un lavoro di supervisione vera e propria dovette invece svolgerlo ( e sempre ) Tea Bonelli, ma non si sa fino a che punto si è protratta tale attività... Comunque in redazione hanno veramente mollato tutto a metà anni novanta, nel periodo successivo alla crisi di Nizzi ovvero alla scrittura delle prime sceneggiature di Mauro Boselli. Lo spartiacque secondo me si situa qui!
  18. Calcola comunque che G. L. Bonelli ha progressivamente abbandonato il personaggio a partire circa dalla metà degli anni ottanta. Tanto che Nizzi l'ha visto solo una volta e per caso, nella redazione di via Buonarroti. Nell'occasione non hanno neanche parlato di Tex, come ha confidato Nizzi in una vecchia intervista, Giovanni Luigi Bonelli si è solo limitato a chiedergli se gli piacevano le donne... Credo di ricordare addirittura che Bonelli padre trascorse parte degli ultimi anni della sua vita in Spagna. Cioè ormai il personaggio Tex era saldamente abbandonato nelle mani del figlio Sergio. Il controllo glbonelliano sulle storie del figlio va dal 1976 al 1983, forse 1984. Non credo di più.
  19. Sergio Bonelli sembra anche dirci che Tex non è più Tex perchè a scriverlo non è più suo padre. Parla dei piccoli cedimenti delle sue storie, ma anche del severo controllo di G. L. Bonelli. Venuto a mancare questo, con l'arrivo dei nuovi sceneggiatori, il divario tra lo storico Tex e il personaggio del ventunesimo secolo si è accresciuto, sotto la spinta sicuramente anche del "politically correct", delle denunce del Codacons, ma più in generale del mutare dei costumi qui in Italia ( la società italiana, lo diceva bene Jim, non è più la stessa di trent'anni fa ).
  20. Il contributo di sergio Bonelli a questa discussione ( tratta dal video di "Repubblica" che ho postato nella sezione dei filmati del forum ): I primi Tex sono, inutile negarlo, abbastanza violenti. Era Killer, lui doveva chiamarsi Tex Killer, perche abbiamo detto che mio padre era... in gioventu è stato persino traduttore di Jack London... per altri ( autori n. d. a. ) di certe novelle e poi era un appassionato lettore della letteratura popolare americana che si leggeva in lingua originale e quindi a lui piaceva molto l'idea del killer e sapeva bene cosa volesse dire... Allora in quegli anni la lingua inglese non era così diffusa e quindi io scommetto che magari l'ottanta per cento delle persone non sapevano che killer volesse dire uccisore, assassino e quindi in teoria avrebbe anche potuto passare inosservato e poi invece quando qualcuno l'ha fatto osservare all'editore, che allora era mia madre, lei che già mal subiva tutti i morti, feriti che c'erano in ogni pagina, beh... ecco, almeno, risparmiamoci almeno che lui addirittura si chiama colui che li ammazza tutti. Beh certo il Tex di oggi, di dieci anni fa, non è lo stesso Tex che mio padre scriveva quarant'anni o cinquant'anni fa. Io stesso che ne ho scritto parecchie storie, mi rendo conto che per quanto io mi sforzassi di imitare mio padre non ci riuscivo e quindi il mio Tex già ha avuto dei mini cedimenti, cioè si notava già qualche cambiamento caratteriale perchè non sempre riuscivo ad attribuirgli quelle reazioni che invece a mio padre sarebbero venute spontanee... Quindi quando io ho incominciato a scriverlo ovviamente l'ho fatto sotto il suo sguardo e la sua tutela severissimi... Quindi, oggi, direi che è diventato più riflessivo, meno istintivo, persino meno violento. Le sue storie rivelano più una ricerca quasi poliziesca e le sue reazioni fisiche sono meno immediate e meno violente di una volta... Insomma l'editore sembra essere ben consapevole dei profondi cambiamenti subiti dal personaggio, per certi versi addirittura stravolto da Claudio Nizzi!
  21. ymalpas

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Dall'articolo di Graziano Frediani contenuto nel texone, prendo la bella descrizione che ha fatto del protagonista Jesus Zane: E' in questa imponente distesa di alberi e acqua che prende forma la figura di Jesus Zane, il mezzosangue che, da astuto e imprendibile antagonista quale si presenta all'inizio, riesce a trasformarsi, pagina dopo pagina, nel vero tragico coprotagonista de "L'ultima frontiera". Divorato da un odio implacabile verso i bianchi, ossessionato dal ricordo di un amore perduto, che pretende di riconquistare anche a costo di ricorrere alla più cieca e ingiustificata violenza, Jesus Zane è uno di quei personaggi che lasciano il segno, per il fascino romantico e "maledetto" da cui sono circondati in ogni momento della loro sanguinaria esistenza, ma anche, e soprattutto, per la folle velocit? con cui corrono a testa bassa verso il loro ineluttabile destino. Il volto magro e affilato, i lunghi capelli incolti, neri come la pece, gli occhi taglienti come due lame di coltello, i gesti nervosi e fulminei, tipici di chi è abituato a sospettare, da sempre, di tutto e di tutti... Non c'è un solo particolare, anatomico o caratteriale, di Jesus Zane che non giustifichi le espressioni usate da Jim Brandon nel presentarlo a Tex: "un demonio uscito dritto dall'inferno". La bella Sheewa, della quale Jesus Zane è profondamente innamorato. Tex e Jim. La Giubba Rossa resta una figura ( quasi del tutto ) estranea alla storia. Con un classico escamotage, il suo ferimento, Claudio Nizzi esclude Jim Brandon dal gioco, lasciando campo libero a Tex, Carson e... Gros Jean! Da non dimenticare la citazione che Nizzi fa all'inizio della storia, di un'altra storica avventura nordica della serie regolare di Tex, quella nolittiana di Fort Whoop-Up! .
  22. ymalpas

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Altro grandissimo texone quello di Boselli, di cui abbiamo ampiamente discusso nei mesi scorsi nel topic dedicato alla storia. Disegnato da Font, artista molto caro a Parlov ( che nelle pagine iniziali dedicate all'intervista, esprime tutto il suo apprezzamento verso il suo stile, dichiarando anche che Font è una delle sue fonti di ispirazione... che nel texone va comunque in larga misura addebitata ai lavori che il grande Hugo Pratt aveva dedicato al Canada: "Wheeling" e "L'uomo del grande Nord" ).
  23. ymalpas

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Nell'intervista rilasciata a Ubc Nizzi si eprimeva in questi termini: ... L'anno prima a vincere ( un referendum indetto dalla rivista Dime Press, n. d. a. ) fu una delle mie storie che considero meno fedeli al modello tradizionale. Parlo del Texone "L'ultima frontiera", disegnato da Parlov. Anche in quella storia il vero protagonista non era Tex, ma il terzetto di giovani (il ragazzo bianco, la giovane indiana ed il meticcio). è chiaro che se riesci a mettere Tex in un angolo, puoi sviluppare in maniera molto più approfondita le vicende dei co-protagonisti, e se queste vicende sono interessanti o commoventi, la storia può risultare più intrigante. Ma, ripeto, è un gioco pericoloso...
  24. ymalpas

    La Dura Legge Di Tex

    Il fatto di intromettersi sempre in fatti che non lo riguardano ( e che invece riguardano da vicino contrabbandieri, trafficanti, speculatori, rinnegati, assassini e outlaws ) trova una sua giustificazione proprio nel suo essere " un ranger ". Altrimenti gli si potrebbe facilmente obiettare i suoi interventi con frasi del tipo: chi sei è che c*****o vuoi è Tolto questo, secondo me si è pure dimenticato l'indirizzo del commando dei rangers, tanto che il vecchio Marshall ( sarà ancora vivo è ) preferisce scrivergli una lettera tutte le volte che ha qualche grana da sbrogliare.
  25. ymalpas

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Vedo che ancora nessuno ha dedicato una riga alla recensione di questo texone, il migliore, secondo solo a quello di Magnus ( e non tanto per la storia ma per i disegni del maestro ). Una storia ambientata nel grande Nord, tra foreste vergini, laghi e mille fiumi, uno scenario da sempre indimenticabile, dove Nizzi riesce nella non facile impresa di creare una storia dove azione e sentimento si intrecciano alla perfezione. Un piccolo capolavoro di idee che nella serie regolare non sempre hanno trovato spazio data la loro natura. Il compito dello sceneggiatore, parlando di temi come la gelosia, la vendetta, l'amicizia violata, la crudeltà.... non era per niente facile, ma la maestria del Nizzi di quegli anni era davvero lodevole, tanto che egli riesce a non cadere nella facile trappola del lacrimevole, ma lascia nel lettore solo una profonda traccia di amarezza, per come sono andate a finire le cose alla fine, per la morte di tutti i protagonisti. Nizzi ha obiettato in una passata intervista il ruolo tutto sommato non centralissimo di Tex nell'azione. E' vero, è un Tex quasi boselliano, ma un Tex comunque sempre sopra le righe. Bellissima la scena del suo duello con Jesus Zane e la tragica fine di quest'ultimo. Vera poesia la pagina finale del texone... da leggere e rileggere!Un ultimo accenno al lavoro grafico di Goran Parlov. Pienamente a suo agio con l'ambiente e l'atmosfera proposta dalla storia, si segnala soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi, in primis Zane ma non da meno gli è la bellissima Sheewa. Ottima anche la sua interpretazione degli altri personaggi: un gran bel Tex, un Jim Brandon e un Gros Jean credibili e realistici. Peccato non abbia più continuato sulla serie regolare di Tex. Ritornando su Gros Jean, da citare la scena in cui accoppa la vecchia domestica, ruba un sorriso al lettore e dimostra ancora una volta che il Nizzi d'annata, con l'ironia ci sapeva davvero fare. E' una cosa che nel frattempo si è persa. Concludo, ... avercene di texoni così!Voto: 9 1/2
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