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Dix Leroy

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Tutto il contenuto pubblicato da Dix Leroy

  1. Dix Leroy

    La fine delle strisce e dintorni

    Probabilmente sono io che sono incapace di farmi capire. Non interverrò più su questa discussione.
  2. Dix Leroy

    La fine delle strisce e dintorni

    Ho riletto: è perfettamente logico che le storie siano state adattate, cosa che si fece sempre, anche solo per togliere i titoletti e i riassunti. Se la storia fosse stata allungata di venti pagine o sforbiciata sarei d'accordo con te, ma si tratta di una cosa modesta e magari l'intervento era stato fatto prima (per la stampa su striscia!). Comunque la prima vignetta di Vendetta Indiana contenente solo il titolo è evidente sia stata fatta apposta perché nelle strisce non era mai stata fatta una apertura del genere, mentre nella seconda vignetta nella parte sinistra è evidente l'intervento per allungare il disegno cancellando il titolo originale. Ma ce ne sono a centinaia di esempi del genere, prima e dopo la chiusura della serie a striscia. Il formato non andava più, tutti i lettori seguivano la ristampa nella "gigante" e non aveva più senso proseguire in quella maniera. La sospensione della striscia avvenne anche per dare fiato ai disegnatori: le storie lunghe sono più impegnative da realizzare. "La sconfitta" è stata scritta/realizzata prima o dopo "Fort Apache"?
  3. Dix Leroy

    La fine delle strisce e dintorni

    Non mi incanti pard. "Vendetta Indiana" dura esattamente come l'albo gigante che la ristampa. Non può essere un caso.
  4. Dix Leroy

    La fine delle strisce e dintorni

    Questo non è esatto: la serie a striscia è uscita in quegli anni, mentre la "gigante seconda serie" viene varata dieci anni dopo la prima striscia. E comunque prima c'erano già le raccoltine, gli albi d'oro e la prima "gigante". Quindi nel periodo 1968/1969 la ristampa degli episodi finisce e poco prima del numero 100 cominciano le storie inedite scritte per quel formato. Forse le edicole erano più intasate da Tex di adesso, ma almeno erano sempre le stesse avventure, per cui uno poteva concentrarsi sulla collezione che più gli interessava. Molti vennero convinti a fare la "Tre Stelle" in quanto pubblicizzata come "L'edizione definitiva"... magari!
  5. Dix Leroy

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Nel Tex ideale, le storie "fiume" (o evento) dovrebbero intercalarsi con avventure più leggere (e corte), in modo da accontentare tutti gli appassionati, che giustamente hanno i propri gusti. Se ogni storia di Tex deve per forza protrarsi per mesi, buttando a ogni nuova uscita nuova carne sul fuoco e ambire a diventare quella più lunga, elaborata e complessa, io mi trovo costretto a salutare e concentrarmi su altre letture, se invece la collana diventa una collezione di episodi fatti "col pilota automatico" con un determinato numero di pagine e osservando scrupolosamente un "decalogo" di regole fisse, sicuramente alla fine ne avrò a noia (vedasi la lunga fase calante di Nizzi). Nel periodo che io definisco "d'oro" c'erano entrambi i modi di raccontare Tex, solo che si riusciva a dosare meglio gli ingredienti; per cui nelle storie epiche non mancavano mai i momenti divertenti e in quella di fascia medio-bassa c'erano ugualmente sequenze interessanti e da ricordare.
  6. Dix Leroy

    La fine delle strisce e dintorni

    La "latitanza" di storie nuove di Tex in edicola venne ricordata per anni, ma non ricordo nessuno che rimpianse le strisce, anche perché erano veramente pochi quelli che le conservavano, per cui comprare i "giganti" per molti non era rileggere, ma leggere per la prima volta le storie, invece di accontentarsi di puntate sparse e raccattate qua e là...
  7. Meno male che in un sito di appassionati è legittimo criticare. Come è comprensibile l'autore se ne risente, ma non porterei avanti la mia "crociata" anti-lungaggini se non fossi convinto di non essere il solo a pensarla così e per far sapere a chi realizza Tex che è possibile correggere il tiro e realizzare qualcosa di ancor migliore. Per rispondere a PapeSatan dico che meno male tanti serial siano terminati, altrimenti non avrebbero più quell'alone di leggenda che li accompagna. I vecchi Bud Spencer e Terence Hill in "Botte di Natale" mi fecero una tristezza infinita (e il sapere che Girotti riprenderà i panni di Trinità mi ha fatto rizzare quegli ultimi e radi capelli che conservo ancora!). Tex è sopravvissuto per una serie di motivi spesso non condivisibili (e molto spesso puramente commerciali) e per noi affezionati è stata sia una fortuna che una sfortuna. Io mi reputo incapace di provare invidia, ma confesso di ammirare come riesci ad apprezzare le storie vecchie e le storie nuove allo stesso modo. Io non ci riesco e faccio comunque sempre un distinguo, anche se ci sono vagonate di vecchie storie che non rileggo più perché mi ricordo come vanno a finire e quindi non ho più lo stesso piacere nel rileggerle. Ma capita in molti settori dei miei interessi, che siano fumetti, libri o film.
  8. Quello che dici è giusto, soprattutto per i fumetti (io i libri di 2000 pagine non li compro neanche a un euro e ne vendono diversi). Le odiate e vetuste didascalie riducevano i tempi e spiegavano in poche righe avvenimenti che accadevano ma non era necessario mostrare. E con l'occasione glorifico Borden che non ha più fatto dire a Carson "Ora ripetetemi quanto è accaduto fino ad ora, perché non ho capito niente". Se il lettore non ci ha capito niente fa prima a tornare all'inizio dell'avventura!
  9. Allora se mi sono espresso male ti prego di scusarmi. Si tratta solo che io non sono un lettore colto (lo ammetto), ma smaliziato si, perché di fumetti ne ho letti tanti. Quindi mi accorgo presto del meccanismo realizzato a posteriori composto da troppi ingranaggi e non mi godo lo svolgersi di cento eventi per sbrogliarne uno. Per dirne una quando mi presenti la camerierina messicana so già come andrà a finire: vuole aiutare Tex, farsi apprezzare e se possibile appiccicarsi come una cozza allo scoglio, poi farà una cretinata e si farà scoprire dai cattivi. Poi Tex è costretto a difenderla, uccidere qualcuno e doversela filare alla svelta, sotto gli occhi del giuda di turno. L'altro autore (che si sappia) non gode assolutamente della mia approvazione, anche se ne riconosco il mestiere almeno agli inizi del suo lavoro per Tex (tutti i suoi "Il ritorno di", mi facevano venire voglia di lasciare in edicola l'albo anche allora)
  10. Capiti giusto a fagiolo amico Jeff. Sono appena andato a contare velocemente le pagine de "Il passato di Tex", che da giovane avevo atteso con trepidazione e alla fine trovai appagante sul mistero della giovinezza dell'eroe e anticipa e fa da fondamento alla nuova collana. Beh, con quella storia di Bonelli padre, che però reputavo lunga per i miei standard da ragazzino si riempirebbero solo tre albi di "Tex Willer" e si trattava di una storia "evento", quasi uno speciale e comunque fuori dalla consueta narrazione. Come anche nei film, ora tutto deve essere un evento epocale, e come vedo, molti vedono il rapporto "prezzo-quantità" come un qualcosa di positivo. Io per dire "Il buono, il brutto e il cattivo" non l'ho mai finito, pur se continuano a riproporlo in tivù. L'impianto è ottimo, la storia avvincente e i personaggi riusciti, ma la narrazione ha il potere di farmi disinteressare piano piano a tutto. Bonelli mi aveva abituato a un altro modo di leggere Tex. La storia cominciava praticamente per caso, i cattivi sembravano spuntarla e invece arrivava Tex che ne inventava una delle sue, risolveva in quatto e quattr'otto e poi se ne andava per i fatti suoi. Quelle storie mi piace ancora leggerle.
  11. Per prima cosa che a nessuno venga in mente di bannare Borden per un commento a un mio commento. Poi, come sempre dico quanto ho scritto è semplicemente la mia impressione dopo la lettura di quanto ho potuto. Già da tempo non leggevo più "Tex Willer" perché non mi divertivo più, trovando le storie sempre troppo intricate e lunghe da finire. Ho ripreso dopo quella (spossante) dei Seminoles e se la trama può anche essere interessante (pur se narrata in cento occasioni è la vendetta di Tex contro gli assassini della sua famiglia), tutto lo trovo allungato. La scena dei Rangers, quella del viaggio di Tex e Jimmy, le scene a El Paso, la fuga dei due dopo l'incidente alla stalla, lo spione, l'interrogatorio dei militari... insomma alla fine posso dire che mi sono stufato e voglio vedere come diavolo va a finire?
  12. Esatto: la lettura di un fumetto deve essere uno svago, se invece diventa un lusso costoso o un impegno (tipo non ho più un mese per leggere la storia altrimenti... mi prendo indietro!) allora passo ad altro. Per esempio con questi ultimi film che richiedono almeno quattro ore del mio prezioso tempo (magari dopo dieci ore di lavoro alle spalle), ho abbandonato senza scrupolo alcuno anche le sale cinematografiche e i loro biglietti da capogiro.
  13. Gli aumenti dei costi purtroppo sono inevitabili e le trovate di marketing sono oggettivamente concepite male, ma quello che spicca è altro. Reputo inconcepibile che un appassionato di Tex DEBBA sorbirsi una tale quantità di pagine all'anno da leggere. Anche se a uno piace leggere molto, ha il tempo e il denaro. Ma si costringe molti lettori a SCEGLIERE (una cosa orribile, nel caso di un collezionista/completista), dividendoli poi in schiere che appoggeranno una proposta piuttosto che l'altra. In questi giorni ho provato a riavvicinarmi alla lettura dei tanti volumi comprati nell'ultimo periodo e ne ho letti due per me inediti (Tex Willer 26 e parte del 27), rendendomi conto, ancora una volta, che anche dalla parte produttiva è evidente l'esigenza di prendersela estremamente comoda, allungando il brodo (il tempo della narrazione) all'inverosimile. Delle ottanta/novanta pagine prese in esame, ce ne saranno forse una ventina che effettivamente portano avanti la trama e la tentazione di saltare qualche dialogo è venuta diverse volte. Sono molto contrariato al fatto di pensare che non vale più la pena appoggiare il mondo del fumetto, almeno quello che mi viene proposto oggi.
  14. Dix Leroy

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Sicuramente l'impazienza nel vedere la fine delle storie è una mia mancanza e uno degli svariati motivi per cui (nonostante i riscontri avuti nel mostrare ciò che sapevo fare) ho deciso che fare il "fumettaro" non era proprio la mia strada. Poi adesso con l'avanzare dell'età la situazione è ulteriormente peggiorata, anche da semplice lettore: mentre ancor oggi adoro le vecchie trame compresse e "spicce" sia italiane sia americane (Stan Lee/Jack Kirby su tutti ovviamente), provo sempre maggior insofferenza per le storie tirate fino all'ultima tavola disponibile, magari con l'aggiunta del volume "defadicante" in attesa del prossimo mega-mattone (o per quanto riguarda i comics, dell'ennesimo tediante crossover). Ed è lo stesso con i telefilm: riguardo volentieri le serie anni settanta/ottanta (pur con i loro difetti) mentre non riesco a farmi piacere quasi nulla sia stato prodotto in questo millennio. Per dire anche "La Mano Rossa" alla fine stroppia, perché in fondo si tratta di un'avventura e del suo sequel all'interno di una singola storia. L'eliminazione della banda riformata per me avrebbe dovuto essere pubblicata in seguito.
  15. Dix Leroy

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Esatto. Peccato che i disegnatori non se la sentano di scrivere sul forum, per mia esperienza personale (anche se non in maniera professionistica), il brutto di disegnare fumetti è che anche la miglior sceneggiatura dopo un po' viene a noia e si vorrebbe aver finito per passare alla prossima. La cosa peggiore è fare le matite e anche le chine (la noia al quadrato!).
  16. Dix Leroy

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Probabilmente anche lui non vede l'ora di terminare questa storia semiannuale...
  17. Storia del West mi arriva per abbonamento in fumetteria (un mese dopo l'uscita in edicola), e la scelta della minicopertina sarà affidata al distributore, visto che sono l'unico a comprarlo. L'unica che mi sarebbe davvero piaciuto avere è la numero 109 della Collana Rodeo.
  18. Secondo me bastava spalmare l'iniziativa in due mesi e la cosa si sarebbe risolta con neanche metà delle critiche. Alla fine gli albi da comprare per avere tutte le "plastichette" sarebbe stato lo stesso, ma i collezionisti non avrebbero avuto nemmeno un albo doppio. Oppure limitare la raccolta alle copertine dei numeri uno, che in genere sono tutti bei disegni così valeva anche la pena sforzarsi e prenderle tutte.
  19. L'intervento di LedZepp è lungo ma condivisibile in ogni frase, i miei complimenti.
  20. Ci sono varie tipologie di lettore, ma negli anni passati la singola serie "Tex" riusciva ad accontentare tutti: da quello che doveva avere tutto, indipendentemente dalle storie pubblicate e quello che comprava saltuariamente, magari invogliato da una copertina più suggestiva o dai disegni all'interno. Oggi ci sono troppe collezioni e questo mette in difficoltà sia quello che prende tutto, venendo letteralmente inondato e quello che vorrebbe prendere ma non sa più bene cosa. Le saghe infinite che si protraggono per mesi e mesi o gli allegati non aiutano in tal senso, almeno per quanto mi riguarda. Ho salutato con immenso piacere l'avvento degli albi a colori e speciali, anche della serie parallela, ma quando tutto è diventato una spesa aggiuntiva e in costante aumento (uscite e euro da sborsare) oltre a una minaccia all'integrità degli scaffali, la scelta è stata sofferta, ma imperativa: la collezione (di Tex e quindi di tutto ciò che esce) è terminata.
  21. E' esattamente il mio pensiero. Voglio anche aggiungerne un altro: oggi il lettore è di fronte a un bivio e deve fare una scelta: appoggiare il personaggio (o la collana), aiutando in questo modo i seri professionisti che lo realizzano, oppure sabotare le iniziative dell'editore speculatore (e non parlo solo delle "plastichette" ma anche della esagerata proliferazione di speciali)? Di questi tempi non è cosa da poco.
  22. Stavolta la figura dell'ingenuo la fai tu. Se la Bonelli ha aumentato le tirature è lampante che si aspetta che i lettori comprino DUE copie dello stesso albo per avere entrambe le "plastichette". Poi si aspetteranno anche che i lettori di Tex prendano anche due volumi dei Tre Bill per completare la mini collezione delle copertine centenarie. E quelle di Zagor no? E quelle allegate alla Storia del West no? L'unica cosa giusta è che non si è obbligati, però ammettiamo anche che fanno di tutto per "invogliarti", che fa pure rima con "imbrogliarti"... Notare il "fanno" e non "fate".
  23. Un Tex 750 potrebbe anche scapparmi, purché si tratti davvero di una storia autoconclusiva.
  24. Dix Leroy

    Copertine Inedite...

    I disegnatori si servono dello specchio essenzialmente per perdere meno tempo a cercare su riviste (o adesso su fermo immagini e foto su Google) e soltanto per trarre spunto per le varie espressioni o la corretta prospettiva e le ombre. Se il ritratto che ne risulta alla fine è un fedele autoritratto di solito non è voluto. Poi ci sono autori (mi viene in mente Paul Gulacy) in cui TUTTI i personaggi hanno la stessa identica fisionomia, e guarda caso è la stessa del disegnatore (magari soltanto un po' migliorata).
  25. Dico la mia: per leggere un buon Tex originale (scritto da Gianluigi Bonelli) bastano quelli dal 100 al 200 nell'edizione "Nuova Ristampa" per avere solo il Tex scoppiettante ma un po' datato degli esordi ovviamente dal 1 al 96 (o la collana "Tex Classic" che è anche a colori) per avere la produzione scritta e disegnata secondo gli standard odierni diciamo dal 601 in poi (o il nuovo mensile "Tex Willer") per avere soltanto un condensato con volumi a colori autoconclusivi bastano i "centenari" (100/200/300/400/500/575/600/695/700)
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