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Geronimo

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  1. Credo che il problema dei due esempi postati, sia nella presa di posizione dei due autori. Non volete più comprarci, ce ne faremo una ragione. La casa editrice aumenta il prezzo di quasi 1 euro (o almeno così si dice) e nonostante questo gli autori, stante il calo di un milione di copie vendute all'anno, continuano a dire che con i lettori rimasti si continuerà a navigare dritti verso la meta. Il problema è che la casa editrice non azzecca più un personaggio dal 2013 (o meglio dal 2007 con Dragonero). In libreria ha cominciato a pubblicare materiale tradotto, per ridurre i costi (non si sa con quale successo) e i progetti multimediali di cui si è tanto parlato, hanno prodotto un solo film (che su Netflix è andato molto bene, ma non al cinema), e due o tre serie a cartoni animati che non ho idea di quanto successo abbiano avuto e le serie TV sono sparite dall'orizzonte di una produzione imminente. I bilanci sono solidi, ma le copie vendute diminuiscono inesorabilmente (quante copie ha davvero perduto Dylan Dog grazie alla cura Recchioni? Lo sapremo mai?- visto che si è corsi al riparo cancellando tutto quel che aveva fatto senza nemmeno attendere la fine della miniserie 666). E a livello di qualità molte delle serie sia da edicole che da libreria vivacchiano e non c'è ricambio autoriale o dirigenziale per cercare di invertire la tendenza. A questo aggiungo che la mancanza di grafici sia per le copertine (molte delle cose che produce la Bonelli sono appaltate a studi esterni) che per il merchandising, per una casa editrice che si occupa di fumetti è un problema serio e sarebbe proprio da quello che si dovrebbe ricominciare a costruire.
  2. @Condor senza meta però mio nipote (13 anni) legge manga. Io credo che il problema sia l'assenza di fumetti avventurosi. Sostituiti da un sacco di libri Young Adult che viene poi trasformata in film o in serie. Non mancano le storie, ma è il format fumetto, in occidente (occidente intendo Italia, Francia, Usa e Sudamerica), che non riesce a sfornare roba interessante di genere avventuroso. Le GF di cui tu parli sono cose molto intimiste. Romanzo di formazione e scoperta di sé stessi (alcuni belli, altri due palle!). Forse in Italia c'è qualcosa che vira verso l'horror e il fantasy, ma fumetti avventurosi, fantascientifici, storici, western c'è zero. E negli USA la situazione è identica. Solo supereroi e poche eccezioni ma di autori ormai in là con gli anni (Ennis, Millar), o qualcosa che vira verso l'horror... Specifico che questa mia disamina è molto superficiale. E quindi? Secondo me molti degli autori che lavorano in Italia, come diceva in un'intervista Antonio Serra, ai tempi dell'uscita di Gregory Hunter, vorrebbero scrivere i supereroi, ma siccome in Italia non si producono, cercano di scrivere all'americana, scordandosi quello che che si venderebbe. @MarrFarr Non ci sono nuovi autori? Forse è vero. Alcuni autori hanno scritto per tutte le testate, si sono dimostrati inadeguati per tutte eppure continuano a pubblicare.
  3. Giustissimo. Però ha chiuso. E tutto il settore Bonelli Kids ha chiuso. Vedi anche le tristissime versioni kidz degli eroi normali. Era una buona idea la Bonelli Kidz? Certo. Però è stata gestita male. Anche la linea Audace poteva essere una buona idea, e anche quella è finita malissimo. Di chi è la colpa? Anche lo sbarco in Libreria è una buona idea, e ci sono arrivati con anni di ritardo, ma anche lì sembra che oltre Tex, Zagor e DYD il resto tiri molto poco (poi magari sbaglio io, ma mi sembra che solo i cartonati di Tex e i brossurati che raccolgono le storie lunghe vengono ristampati). Il deserto dei tartari è andato bene ed è stato in classifica per un po' di tempo, ma non mi sembra che stiano producendo altro materiale simile.
  4. @Il sassaroli sul discorso dell'Audace ti risponderei Insomma. E anche sui Kids e sui cartonati da Libreria. Hanno cercato altre soluzioni, ma andando nella direzione sbagliata. L'unico formato che ha sempre venduto in Italia è quello Bonelli. Cercare di cambiare formato, andando in direzione dei fumetti americani, che in Italia hanno sempre venduto molto meno dei Bonelli, e che a oggi la Panini vende a 4euro per 32 pagine, mi sembra un errore marchiano. Creepy Past e le prime Dragonero Adventures (poi tornate nel formato 16x21) e Four Hoods (che poi sembrava che per un periodo la Bonelli non potesse fare a meno di Recchioni: curatore di DYD- che ha perso un sacco di copie- autore di Orfani, Four Hoods e Chambara da libreria, quasi tutte chiuse in fretta e furia) andavano in quella direzione. E anche i fumetti per "Kids" li hanno fatti scrivere sempre ai loro autori, quelli che scrivevano i fumetti normali, non hanno selezionato nuovi autori che avrebbero dovuto occuparsi del nuovo settore. In libreria, invece, prendono la direzione del fumetto Francese che, a parte pochissime eccezioni (le solite Blueberry, Asterix e forse Lucky Luke), non ha mai venduto granché. Non so quanto vende Nero, che viene pubblicato anche in Francia e in Belgio, ma non credo faccia sfracelli, altrimenti ne avremmo sentito parlare, magari nelle classifiche che escono su Fumettologica tutte le settimane, o perché la Bonelli ce lo avrebbe comunicato (una serie a fumetti che vende, faccio un esempio, 30mila copie, sarebbe un evento). La stessa cantonata presa per i colori. Facciamo tutto a colori perché i lettori, dopo la CSAC, vogliono i colori. Fateci caso le ultime due serie pubblicate in edicola sono state due bagni di sangue. Mercurio Loi (chiuso dopo 16 numeri- dopo essere passato a bimestrale), fumetto molto intellettuale e anche interessante è stato pubblicato, non si sa per quale ragione, a colori. Con 1 euro tondo in più rispetto a Tex. Non ci voleva molto per capire che, un fumetto del genere, bisognava venderlo al prezzo più basso possibile, per poterlo tenere in edicola più a lungo. La seconda serie è Odessa. Che come design dei personaggi si presenta come la brutta copia di Nathan Never (capelli bianchi, spolverino lungo). Magari è un fumetto bellissimo. Il problema è che non si trovano recensioni da nessuna parte. Nemmeno sui forum di fumetti c'è una discussione che vada oltre il primo numero (nonostante lo abbiano fatto ripartire da 1 per 4 volte). Forse sul forum di Nathan Never c'è qualcuno che ha recensito l'ultimo numero. Chiaro che se queste sono le proposte, il lettore scappa. Il formato giusto lo hanno beccato per caso, come diceva @Diablero, con Tex Willer, ma in quel formato non ci hanno pubblicato nient'altro. Meno pagine, più dinamico e prezzo più basso. A me preoccupa che nemmeno in libreria stia uscendo nulla di nuovo. Come a dire alziamo le barricate e restiamo con questi.
  5. @joe7 qui più che un problema della Bonelli credo che sia un problema tuo. Io trovo ancora un sacco di cose interessanti da leggere. Certo non tutte cose nuove perché (a quel che mi sembra) escono pochi fumetti avventurosi nuovi ( quasi tutti giapponesi o francesi) mentre altrove ci si sta focalizzando su fumetti intimisti e realistici. Però giusto per fare un esempio Adam Wild e Saguaro, usciti pochi anni fa, avrebbero potuto avere miglior sorte se non abbandonati a sé stessi. Saguaro aveva una scrittura solida, ma un parco disegnatori di basso livello (opinione personale) ed è stato abbandonato in edicola perché bisognava puntare su fumetti gggiovani come Orfani (e comunque è durato 35 albi). Adam Wild aveva bisogno di tempo, come tutte le serie di Manfredi e anche di una struttura redazionale che aiutasse Manfredi a non eccedere in alcuni suoi eccessi. I fumetti belli potrebbero esserci, il problema è dargli il tempo di crescere e maturare... Speriamo possa accadere ancora...
  6. Non intervengo sul discorso edicole, perché non so cosa potrei dire. Però a livello generale, mi sembra che la Bonelli sia molto confusa. E' sbarcata in Libreria e mi sembra che non abbia racimolato nessun grosso successo (forse qualche volume unico?). Le prime serie sono arrivate a conclusione e si sono fermate (K-11, Sottosopra, Quei 2), altre sono state sospese (il confine) e da un annetto le uniche che vanno avanti sono Nero, Eternity e la Divina congrega (a parte Senz'anima che comunque ha il traino di Dragonero). Nessun annuncio di serie nuove (l'unica cosa annunciata è il fumetto su Rocky Marciano) e la presentazione di serie francesi. Perché tutto questo discorso in questo topic? Perché se la Bonelli avesse azzeccato una serie da Libreria, da 100mila copie a numero, forse avrebbero potuto attendere per questo aumento, o per la riorganizzazione delle testate. Trasferire il formato da edicola in libreria, è stata una strategia fallimentare. Non basta aggiungere il colore e tenere lo stesso tipo di narrazione dilatata da serie da edicole. Spero che questi mesi di silenzio, senza alcuna novità in libreria (e per novità parlo di nuove serie) servano per aggiustare il tiro. E per raggiungere finalmente un successo...
  7. Quello che avete tutti sottolineato, in questo bellissimo topic, è uno solo: Quello che rendeva memorabili le storie di GLBonelli era la scrittura brillante. Cosa vuol dire? Tutto e niente. Forse è solo il modo in cui tiene avvinghiato il lettore alla pagina. E se notate tutti i grandi successi Bonelliani sono caratterizzati dalla stessa caratteristica. Una scrittura diversa, ma sempre brillante e mai noiosa o statica.
  8. Io avevo di Mondadori Il giuramento, il passato di Carson e qualche altra cosetta. Il formato era quello Bonelli standard.
  9. Ciao @Carlo Monni, ma poi il Texone a Pedro Mauro non è più stato assegnato?
  10. @Diablero il giornale di SBE, in coda al numero 3 (o al numero 4 di MV) parla di 180mila copie. Manfredi, nell'intervento di @Poe a pagina due di questo topic confermava (170 o 180), ma in quel periodo anche il numero 1 di Napoleone (la serie migliore della Bonelli di quegli anni, per scrittura- secondo me) vendette 130mila copie (credo fosse scritto sulla quarta del numero 3 dello stesso Nap). Detto questo se per arrivare a mettere a fuoco la serie ci metti un po', e siamo abbastanza concordi (più o meno tutti) che il botto arriva con il numero 16, mi sembra normale che un po' di lettori li perdi per strada. Noto che sulle altre serie scritte da Manfredi siamo più o meno d'accordo. Volto Nascosto è un grande affresco, molto interessante che sorprende e spiazza, ma il resto lascia un po' a desiderare. Credo che il grosso problema delle miniserie Bonelli, sia stato il successo di Brad Barron che ha convinto tutti che gli episodi singoli, fossero quelli consigliabili per miniserie da 15-16 episodi, invece di storie compatte che potessero sorprendere il lettore. Dopotutto i primi albi di Shanghai Devil hanno lo stesso tipo di narrazione degli episodi singoli (addirittura tra il numero 2 e il numero 3- mi sembra passi un anno). Altre informazioni sparse. @borden da qualche parte in questo stesso forum dichiarò che DYD arrivò a vendere 470mila copie (per pochi mesi- secondo me tra il numero 70 e il numero 80 - credo che in tutte le scuole si sia letto, sotto i banchi il lungo addio e credo che il numero 100 di Dyd sia stato uno dei numeri più venduti, perché tutti lo volevano comprare per rivenderselo a peso d'oro negli anni successivi), che poi, assieme alle varie ristampe superava il milione. Sulle altre vendite non mi pronuncio, ma credo che Nathan Never sia rimasto stabile, per un bel po' di anni. Credo almeno i primi 10 anni. OFF TOPIC Tra i primi 10 albi di Dylan Dog, secondo me ci sono almeno due chicche non indifferenti. Gli Uccisori e La bellezza del Demonio. La bellezza del demonio porta tutti i semi che poi diventeranno il vero DYD di Sclavi. I personaggi sconfitti, il tizio con la mamma cicciona, Larry Varedo (hai una cicca ragazzo?), Mala, il giovane ispettore Bloch, il bellissimo racconto in prima persona che apre la storia con l'impiccagione e una copertina di Villa meravigliosa.
  11. Siccome sembro un fenomeno da baraccone, che ricordo i primi numeri, spiego perché: Non appena uscì Magico Vento andai all'Università. I fumetti e i libri restarono a casa dei miei, e io avevo solo le uscite del mese da leggere (a parte qualche libro che mi portavo avanti e indietro). Ricordo molto bene quel periodo di Tex, Zagor, MV, Napoleone, i primi 15 di Julia (che non poteva essere così noioso se era scritto dall'autore di KP), e Dampyr. Non avevo la TV a casa, il mio coinquilino comprava solo Metal Shock e io conoscevo pochissime persone. Quindi il Magico Vento, il Napoleone, il Dampyr venivano consumati dalle riletture. E peccato che Ristampa Dago arrivò alcuni anni dopo, altrimenti ricorderei benissimo anche quelli. Un'unica correzione @Diablero, Frisenda arriva subito a disegnare MV, suoi sono il numero 4 e il numero 8. E Parlov arriva appena finisce il texone (numeri 11 e 16) e Mastantuono disegna il 5. E Barbati e Ramella che sono il cuore pulsante della serie ne disegnano una 10ina tra i primi 30. Sul finale di Magico Vento (che ho finito di leggere e che ho apprezzato molto poco) io credo che sia un insieme di fattori. Il passaggio alle 132 pagine non giova secondo me alla serie. Manfredi non si abitua subito alla nuova dimensione e ci mette qualche numero per ingranare, ma secondo me le pagine restano troppe per il singolo episodio di MV e con la bimestralità le storie doppie vengono più difficili (ci sono, sì, ma è l'autore a renderle meno doppie- nel senso che spesso hanno una conclusione interna che lascia più o meno soddisfatti e alcune vicende riprendono nel numero successivo). Inoltre restano Barbati, Ramella e Perovic, ma tutti gli altri lasciano. Frisenda, Mastantuono e Milano passano a Tex (come poi farà Biglia), Parlov se ne va in America, Milazzo va per la sua strada, e di nuovi arriva solo Siniscalchi. Credo che Manfredi fosse deluso dalla cosa e anche per questa ragione decide di chiudere sperando che Shanghai Devil possa andare bene come Volto Nascosto e invece delude molto (anche noi lettori). Sul resto della produzione di Manfredi mi sono già espresso. Aggiungo solo alcune cose che mi sono tornate alla mente. Da Shanghai Devil in poi manca la supervisione di Queirolo sulle serie di Manfredi (lo dice forse in una intervista che ha riportato @Poe sul topic di MV in questo stesso forum che stava per andare in pensione) Per Adam Wild Manfredi stesso fece lo scouting dei disegnatori, trovando Lucchi, Laci e altri. Adam Wild è una serie che ci mette un sacco a ingranare. Le copertine erano le più respingenti della Bonelli, i personaggi, solo negli ultimi 5-6 numeri sembra che si fossero amalgamati e Amina è il personaggio più antipatico di Manfredi e della storia del fumetto. Le storie sembrano dei western ambientati in Africa. E Adam Wild vuole essere simpatico, ma ogni battuta che fa ride solo lui. Io credo che la mancata supervisione di Queirolo che, a conti fatti, metteva un freno a Manfredi (vedi la storia disegnata da Marcello -annunciato nel giornale SBE-, Il ragno e il coyote, che fu scartata al momento dell'uscita e recuperata per lo speciale, per non lasciarla in giacenza) si sia fatta sentire in una serie di scelte che non hanno premiato la serie. Però se fosse continuato per un'altra decina di numeri secondo me avrebbe ingranato. Certo la crisi e tutto, ma Dragonero, uscito solo due anni prima, macina ancora un sacco di pagine al mese. Mujiko e Coney Island non so come commentarle, così come anche l'Inquisitore, tutte storie acquistate per fiducia in Manfredi ma di dubbio gusto. L'inquisitore contiene anche una incongruenza storica bella grossa, i templari nel sedicesimo secolo, ad esempio. Cani sciolti è un memoir che parte in maniera interessante e si blocca al numero 3, quando i sessantottini vanno in vacanza. Anche qui credo che ci siano stati due problemi: il primo era la mancanza di un supervisore con cui discutere i soggetti e una foliazione ancora differente. Ho come l'impressione che Manfredi avesse bisogno di tempo per abituarsi ai propri personaggi per capire cosa avessero da dire (MV parte come un western Horror ma diventa altro e AW parte come un liberatore degli schiavi, ma sarebbe diventato altro) e al numero giusto di pagine per poter raccontare le storie dei suoi protagonisti. L'unica volta in cui non ho avuto quest'impressione è stata su Volto Nascosto, ma secondo me per una ragione diversa. Non era una serie infinita, come MV e AW, ma una storia in 14 capitoli che proseguiva di albo in albo e che quindi doveva portare subito al dunque. I personaggi respingenti o meno, restavano uguali a sé stessi e li si accettava all'interno della narrazione. Shanghai Devil aveva invece un numero di capitoli iniziali lentissimo, arriva in Cina, impara il cinese, va a salvare la ragazza sensibile... Tanto che la rivolta dei boxer comincia intorno al numero 8 o 9, mentre prima apparecchia la tavola. Vabbè, smetto di tediarvi
  12. @Magic Wind grazie a proposito della memoria. Ma i primi 50 sia di MV che di Dampyr li ricordo molto bene. Li lessi in diretta uno al mese e non a blocchi come fatto in seguito. Sul finale: mi ha estenuato l'inseguimento a Hogan che secondo me aveva già dato tutto e lo aveva tolto di mezzo svariate volte. Le storie di Magico Vento hanno dei finali molto stringati, alle volte sbrigativi, invece quella serie di albi a un certo punto smise di appassionarmi. Io (da lettore) lo avrei eliminato e avrei cominciato la questione Apache anche prima per raccontare della cattura di Geronimo. Sulla chiusura: oltre alla questione disegnatori, c'era la questione che Volto Nascosto aveva venduto 65mila copie, mentre MV ne vendeva 40mila. L'idea di Marcheselli e Manfredi era di proseguire con quello (l'intervista a Manfredi l'ho letta qualche giorno fa in cui dava questi dati). Peccato che la scelta non si sia rivelata lungimirante perché credo che poi Shanghai Devil sia piaciuta poco ai lettori di Volto Nascosto (io non ho mai finito di leggerla e nemmeno comprarla) e pochissimo a quelli di Magico Vento... E inoltre c'era l'impossibilità per lui da solo di lavorare su due serie...
  13. @Magic Wind su Magico Vento ti rispondo insomma. Vado a memoria. Il numero 1 era una "sorta" di mostro del mese, così come il numero 2, il numero 4 e il numero 5 (che pure lascia intravedere il potenziale della mitologia indiana). nel numero 3 parte quella storia segreta dell'America, di cui parli. I numeri 6 e 7 dovevano aprire qualche porta che poi rimase chiusa. Addirittura il giornale di SBE, diceva che Beaumont doveva essere il primo grande nemico. E i numeri 9 e 10 presentano una storiella doppia poco incisiva (primo momento in cui pensai di mollare la serie). I numeri 8 e 11 ancora mostri del mese. Il 12 un bel noir disegnato da Ortiz (Cielo di piombo- ma ancora una storia diversa dalle precedenti e quindi abbastanza disorientante). Il 13, il 14 e il 15 mitologia indiana, danza degli spettri, mescolati con lo spaghetti western del numero quindici. E il numero 16 fa il botto e si comincia a intravedere l'architettura. Poi dal 22 si parte e non si torna più indietro con la prima saga che davvero mette le ali a Magico Vento e anche Hogan comincia ad assomigliare a un personaggio tridimensionale. Tra il 16 e il 22 alcune storielle (L'uomo dei gatti, il collezionista, Bedlam) e alcune storie notevoli (la mano sinistra del diavolo. Dopo si corre fino al numero 100, con qualche numero a vuoto, in mezzo (il mistero della diligenza, L'amore e il sangue, spedizione di soccorso, Agorafobia, il lago del terrore) che ci stanno in una saga così lunga e qualche numero meraviglioso, ma che non va più da nessuna parte "Il pozzo degli antichi". Chiusasi la saga delle guerra di Toro Seduto ( ma perché Magico Vento a un certo punto va ad aiutare Capo Giuseppe e noi quelle storie non le abbiamo mai lette?- se non ricordo male la cosa è riportata solo in una didascalia del numero 101) La serie prosegue con albi più o meno belli, anche se perde tutti i disegnatori migliori, eccetto Barbati, Ramella e Perovic che continuano a reggere la baracca fino alla fine. Il finale di MV, invece mi deluse molto e tutta la storia del triangolo amoroso Lozen, Estrella mi ha annoiato. Chiedo perdono, Siniscalchi non mi è mai piaciuto. Magico Vento resta una grande serie, che come tutte le serie regolari ha avuto tantissimi alti, qualche basso e si è chiusa in sordina. La prima miniserie di 4 l'ho letta, ma non la ricordo, la seconda devo ancora acquistarla. Secondo me è stato un errore chiudere la serie. si poteva mollare Hogan e proseguire con le guerre Apache. Volto Nascosto resta la migliore miniserie Bonelli ed è quella che avrebbe dovuto servire da modello per le altre, invece si scelse il "bromurico" Brad Barron. Credo che sia una storia inedita che parla del primo processo alle BR. La Aglietta decise di fare la giurata, dopo che centinaia di persone rinunciarono. P.S. Ovviamente le recensioni fatte con l'accetta di MV (un aggettivo per ogni storia), sono solo opinioni.
  14. @Dee Brown GFM su Facebook cercava sempre di essere molto goliardico e lanciava una serie di freddure sarcastiche che a volte funzionavano e a volte no. Aveva discusso anche con Sergio Bonelli, quando scriveva Dylan Dog, sul fatto che Groucho dovesse essere un personaggio che faceva battute, ma non che dovesse sempre raccontare barzelette (questo lo ha detto in un paio di interviste). Su Magico Vento parte molto lento e il primo capolavoro è il 16. In tutta sincerità io stavo per mollare. Prima di questo albo qualche episodio notevole (Lady Charity, Cielo di piombo, per esempio, ma con un Ortiz che mi sembrava tutto fuorché a suo agio con la serie). E anche i personaggi non sembrava sapessero dove andare. Poi si parte e non ci si ferma più , a parte qualche numero a vuoto tra il 50 e il 70 (fill-in in cui MV e Poe sono agenti segreti o si presentano così, per Fulton). Però davvero una grande serie. Volto Nascosto bellissima miniserie. Forse l'unica vera miniserie Bonelli in cui non ci sono episodi leggibili a sé stanti, ma un unico grande romanzo, peccato che le successive miniserie invece di rifarsi a questa, si rifacessero a Brad Barron. Shanghai Devil non sono mai riuscita a finirla di leggere. Questo però è un problema mio. Sono sinologo e ho abitato in Cina per una decina d'anni. La sua rappresentazione della Cina, anche quella passata, non mi ha mai entusiasmato. Abbandonata presto, in quanto lettore e mai finita (ma per dirla tutta mi lasciò freddino anche l'episodio di Magico Vento Vampiri Cinesi). Coney Island è a casa, ma anche di questo mi sono fermato al primo numero. Era l'argomento che non mi interessa affatto. Adam Wild la sto recuperando. Più che una serie sull'Africa, mi sembra una serie western ambientata in Africa. Abbastanza divertente, ma risente dello stesso problema iniziale di Magico Vento: ci mette troppo tempo per mettere a fuoco i personaggi e Amina la principessa Bantu, è antipatica come poche cose al mondo. Cani Sciolti mi è sembrato un memoir completamente fuori fuoco. Li ho tutti ma non sono riuscito ad andare oltre il primo albo. Per Tex ha scritto cose buone, meno buone e pessime (e sinceramente alcune le dovrei rileggere). Verso l'Oregon e 7divise nella polvere sono delle ottime storie, Oro nero, molto meno. I miei ricordi dei suoi Dylan Dog e Nick Raider sono sfocati e non potrei aggiungere nulla a quanto già detto.
  15. Magic Wind sono d'accordo con te. I rilanci gli sconvolgimenti dello status quo, non hanno mai funzionato. In Italia ancor meno che negli Stati Uniti. Mister No e Nathan Never, citi giustamente, ma anche Martin Mystere con le nuove avventure a colori, mi verrebbe da aggiungere, oltre a DYD. L'unico modello che ha funzionato è stata la cura Boselli-Burattini su Zagor, un ritorno alle origini con una nuova odissea. Castelli quando gli dicevano che MM perdeva colpi diceva che gli sarebbe piaciuto trovare la coppia B&B che si prendesse cura del suo personaggio. Uno dei due autori di quella rinascita è il curatore di Tex. L'unico problema è che le uscite sono forse triplicate, ed è difficile stare dietro a tutte. L'unico modo per rilanciare Tex sarebbe ridurre le uscite.
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