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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

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Messaggi pubblicato da Condor senza meta

  1. <span style="color:red">14 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

    Perchè sul "no" non hanno aggiunto "mi fa ca*are"? 

    Se ci fosse ancora Virgin con noi, desumo che la sua risposta non si sarebbe tanto discostata da ciò che hai scritto. :P:D

    Comunque, adesso che mi fai pensare, anche l'uso igienico della carta potrebbe giustificare l'aquisto. Hai voglia con seicento pagine e rotti! :P:D

     

    P.s. Prima di essere linciato dai nolittiani inferociti, specifico che sto scherzando e che tutto sommato, sebbene la storia sia pesante e noiosa, le diedi una stiracchiata sufficienza quando la commentai nell'apposito topic. Ma non chiedetemi di sborsare altri soldi, mi bastano gli albi della regolare. 

    • Haha (0) 1
  2. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Exit dice:

    Il fatto stesso che il soggetto sia stato proposto da  un non professionista (con tutto il rispetto) è un segnale di crisi di candidati.

    Quindi penso che il curatore non possa essere eccessivamente esigente. Anzi mi domando quanti via libera abbia concesso incrociando le dita.

    A mio avviso questa affermazione è viziata da un pregiudizio di fondo. 

    A differenza di una sceneggiatura, che necessita una determinata esperienza e padronanza del mezzo, il soggetto è solo un'idea di base e non vedo perchè, se ne arriva una buona, un curatore la debba scartare a priori se proposta da un esterno.

     

    E' vero che le uscite sono aumentate e le difficoltà di portare avanti una testata crescono, ma detta così sembra che il curatore metta nel pentolone tutto ciò che gli capita senza selezione e non è affatto vero. Mauro è molto selettivo e attento alle tematiche da pubblicare (lo so per esperienza personale) e se alcuni utenti del forum hanno superato il suo giudizio, lo hanno meritato. Magari rischia di più con le idee partorite da certi professionisti, ma questo son certo che non lo ammetterà mai in questa sede. :D

  3. <span style="color:red">14 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

    Gli interventi sj queste prime storie possono anche essere pochi, qualcosa ho scritto anch'io, ma cosa dire dopo @Carlo Monni ?

     

    Potremmo soltanto ripeterci ...

    Siamo pochi su questi topic è vero, ma in buona compagnia caro Jeff. :)

    In effetti i commenti di Carlo sono davvero ben articolati e molto interessanti. D'altronde è risaputo di quanto Carlo sia un utente preparato e prezioso; si impara sempre molto con le sue chicche e curiosità. Davvero una preziosa risorsa per il forum.

     

    Tuttavia spiace che le storie degli esordi vengano disertate dai più, a mio avviso meritano più attenzione e non credo che il problema sia solo per evitare eventuali ripetizioni. (Su altri argomenti le famigerate "ripetizioni" o prese inamovibili di posizione, si accumulano a centinaia da anni :D

  4. Continua la mia rilettura dei mitici albi delle origini della saga. 

     

    Non nascondo che mi fa un po' effetto constatare come siano pochissimi i commenti di questi episodi pioneristici del mitico Bonelli.

    Commentarli dopo un'esigua lista di utenti, mi dà l'impressione di passeggiare in punta di piedi su un massetto di calcestruzzo appena gettato e di lasciare distinte orme in un terreno alquanto "vergine".

     

    Mi chiedo a cosa sia dovuto questo fattore: mi rifiuto di credere che gli episodi in questione siano sconosciuti ai più, forse è solo una questione di preferenza o poca voglia di recensire storie nel formato a striscia, tuttavia sarebbe davvero un peccato che un appassionato scegliesse arbitrariamente di non leggere quelle strisce che contribuirono a costruire il successo della ormai quasi ottantennale saga.

     

    "Old Pawnee Bill" è un episodio molto valido, che si fa apprezzare per l'intreccio e la caratterizzazione alquanto sfaccettata dei personaggi.

    Dietro la consueta guerra di allevatori, si cela il desiderio del bieco Gideon d'impossessarsi del terreno del vicino collega Lower, poichè il ritrovamnto di un frammento di mappa indica che sui Monti Superstizione è presente una ricca miniera.

     

    Per ottenere il proprio scopo, il villain si serve della banda dei "Cavalieri della Notte" capitanati dal deciso Kiowa, per danneggiare l'avversario e discostare da se i sospetti.

    I piani si complicano con l'arrivo di Tex al ranch di Lower, infatti il nostro eroe, appena appresa la situazione, non ci pensa due volte ad appoggiare il povero allevatore vessato.

     

    La trama si arricchisce ancor più con l'arrivo della figlia del defunto Desmond, ex proprietario dei Monti Superstizione e l'autore delle due parti della mappa, donate ai figli per permettergli uniti di ottenere la sua "eredità" e il ricongingimento familiare, dopo le liti e gli screzi del passato. Ancor più interessante la figura del misterioso "Old Pawne Bill" una sorta di eremita che vive selvaticamente sui monti a preservare il segreto dell'ex padrone (Desmond) e a scoraggiare gli eventuali scocciatori a caccia della miniera.

     

    Tex, dopo un movimentato incontro-scontro se lo farà alleato e riuscirà con l'aiuto dei pards a smantellare l'organizzazione criminale di Gideon.

     

    Se non fosse per un finale un po' accelerato, come spesso accadeva con quel formato, l'episodio sarebbe eccellente. Ho trovato pure alquanto interessante lo scontro fra Gideon e Kiowa, con quest'ultimo che appena scoperto di essere stato "sacrificato" dal complice, si vendica incendiandogli il ranch. Gideon nell'intento di eliminare tutte le tracce che potrebbero portarlo sulla forca, finisce col scontrarsi con Tex e finirà la sua scellerata esistenza con un morso di rettile. 

     

    Ricongiuntasi i due fratelli Desmond, e trovato l'accordo per lo sfruttamento minerario col galantuomo Lower, Tex e soci si apprestano al commiato, virando le proprie vele verso nuove avventure. Storia davvero piacevole e scoppiettante che mostra un Bonelli sempre più saldo al timone della saga e pronto a fare l'inevitabile salto di qualità.

     

    Meno curata la parte grafica, evidentemente la grossa mole di strisce da produrre costringeva Galep in alcuni frangenti a dover correre di più. Prezioso e visibile l'apporto di Gamba ai disegni, ma rispetto ad altre volte appare più marcato il contrasto tra i due stili. Nulla di così disturbante, ma, avendolo notato, mi andava di specificarlo nel commento. Il mio voto finale è 8

  5. Dopo aver divagato in altri commenti, finalmente mi ritrovo a esprimere le mie impressioni, alla conclusione della lettura dei due albi che compongono la storia in questione.

     

    Mi spiace che Antonello (alias Barbanera) non sia più presente sul forum, mi sarebbe piaciuto che partecipasse anche lui alla discussione, che in parte lo riguarda visto che “Ritorno a Redrock” prende spunto da una sua idea di soggetto, ma ripeto che la sua decisione, così come dibattuta sul topic apposito, va rispettata e spero che continui a leggerci da ospite esterno. Oltre a rinnovargli i complimenti (non è roba da poco passere le “forche caudine” del severo ma giusto giudizio di Mauro per i soggetti), spero che possa in futuro tornare ad apparire sui crediti di episodi del nostro amato ranger; la stoffa c’è e la nostra stima è doverosa. :clapping:

     

    Chiusa la premessa, anche il sottoscritto non reputa “Ritorno a Redrock” una storia memorabile e da ricordare. L’idea di far ritornare personaggi di una vecchia storia di Bonelli (storia peraltro andata in edicola nei giorni in cui venivo alla luce nel lontano ’79 :rolleyes:) poteva pure starci ma per evitare il senso di “reprise” occorreva osare di più e Ruju sotto questo aspetto è parso deficitario stavolta.

     

    La trama fila via senza troppi sussulti e non rimane particolarmente impressa nella memoria.

    Senza il richiamo alla vecchia vicenda di Bonelli, un lettore potrebbe pensare che la trama, sebbene non originalissima, faccia parte della consueta routine di un autore per contribuire a riempire la folta programmazione della serie, ma dovendo essere un sequel, rimarcare senza troppo fantasia l’ossatura dell’episodio precedente, diviene un difetto.

     

    Non basta ritrovare Sander sceriffo e sposato come variante, se poi si recuperano tutti i suoi vecchi nemici (Holmer salvato dalle acque, Sam Spring da un processo iniquo). Anche la banda degli apache con Mandero, il fratello del defunto predone creato da GLB, poteva essere tranquillamente bypassata.

     

    Davvero poco incisive le presenze dei villain per lasciare il segno; la trama segue dei solchi ben predefiniti con la trappola ordita dal vicesceriffo corrotto, il processo sventato da Tex e il piano dei due banchieri per impadronirsi di “capre e cavoli” e alla fine si legge con un pizzico di delusione e noia.

     

    Non basta la caratterizzazione della moglie di Sander o l’interessante clima di ipocrisia dei paesani che cambiano giudizio sul galantuomo sceriffo a secondo di come tira il vento, per lenire quel senso di incompiutezza della sceneggiatura di Ruju. Stavolta lo spunto di Antonello poteva andare sfruttato meglio e magari l’autore sardo non lo ha sentito nelle sue corde a tal punto per partorirne un’opera interessante.

     

    Tirando le somme, episodio non da bocciatura ma poco accattivante, i ritorni necessitano una verve creativa maggiore per non essere schiacciati dal confronto con le storie originali.

     

    Rossano Rossi se la cava abbastanza bene nel comparto grafico, ma il suo stile continua a essere troppo simile a quello del maestro Civitelli delle origini, e personalmente questo inevitabile paragone lo penalizza un po’. Buono il bilanciamento delle vignette e la pulizia dei disegni, non mi dispiacciono le sue rappresentazioni dei pards e gli sfondi cittadini. Una prova altamente adeguata per la regolare e di egregia fattura.  Il mio voto finale è 6  

  6. <span style="color:red">8 ore fa</span>, gilas2 dice:

    Questo lo pensi tu ;)

     

    Ovviamente Gilas, è un pensiero soggettivo che non ha la minima pretesa di ergersi a verità suprema. :)

     

    Ti dirò: anche non amando particolarmente Nolitta su Tex, non ho mai avuto difficoltà a lodare quelle storie che per un motivo o per l'altro mi hanno appassionato. Che quasi mai centrasse il personaggio e che spesso ho assegnato una sorta di "sei politico" per valutare le sue opere è un altro discorso.

     

    Comunque ha ragione @Jeff_Weber, forse è il caso chiudere l'OT e tornare a parlare di "Ritorno a Redrock" (che spero di poter recensire al più presto) :)

  7. Confrontare sceneggiatori di livello (non possono essere altrimenti quelli transitati su una saga gloriosa e mitica come Tex) e volerne stilare per forza una graduatoria di merito quasi calcistica, a mio avviso lascia il tempo che trova. 

     

    Ogni autore ha caratteristiche che lo contraddistinguono e lo rendono adatto a determinate tematiche. Poi, così come affermato da @Diablorojo82, ogni lettore, a secondo dei propri gusti, preferisce un Boselli o un Bonelli o chiunque sia, senza necessariamente dover dire che il primo è più bravo del secondo o viceversa.  

     

    Gian Luigi Bonelli era un autore di classe, il patriarca riconosciuto del fumetto italiano e il personaggio più famoso è creato a sua immagine e somiglianza e questo ha contribuito al grande successo editoriale. Come autore era oggettivamente più preparato del figlio (e a foltissime schiere di suoi successori!), eppure su Zagor era noioso e inadatto e parecchie sue creature si son perse nell'oblio senza lasciare traccia. Sergio a sua volta su Tex non ne beccava una, eppure Zagor e Mister No si sono ritagliati una buona fetta di gloria nella storia del fumetto e il merito è suo.

     

    Boselli ha il suo personale stile, più complesso, moderno e introspettivo e non vedo perchè dovrebbe snaturarsi per copiare Bonelli. Sarebbe come costringere un mancino a scrivere con la mano destra.

     

    Nizzi su Tex è stato più manierista e per lunghi tratti poco ispirato (da giallista prediligeva Nick Raider, da lui creato).

    Forse Tex lo ha davvero sempre scritto controvoglia e sentendo poco il personaggio, eppure parecchie storie importanti le ha sfornate pure lui. Ridurlo solo agli origlioni e alle patatine è un'estremizzazione ingiusta e reiterata.

     

    Ruju manca di epicità e pathos, forse i capolavori non sono nelle sue corde, eppure è un autore concreto e duttile capace di svariare con risultati apprezzabili da Tex a Dylan Dog, da Martin Mystere a Dampir, da Nathan Never a Cassidy, passando per Demian. Scusate se è poco. 

     

    L'arte non è uno sport in cui vi è un vincitore e un vinto. Poi ovviamente la qualità alla lunga viene fuori e gli autori migliori emergono e vengono consegnati alla storia, ma la soggettività incide molto in ogni valutazione. 

     

    • Grazie (+1) 1
  8. Le storie pioneristiche nel formato striscia, seppur accomunate da una qualità medio alta, non riescono tutte ad appassionare allo stesso modo.

    Alcune intrattengono ma non ti lasciano un vivido ricordo, alcune si dilatano troppo e annoiano un po', altre sono segnate da finali troppo compressi e accelerati, ma alcune sono davvero molto coinvolgenti e appassionanti.

     

    La storia che mi appresto a commentare, a mio avviso è catalogabile nell'ultima lista sopra indicata.

     

    Non è affatto un capolavoro, non è esente da pecche e lievi imprecisioni, ma il sottoscritto si è divertito molto a rileggerla.

     

    Il presunto prestigiatore, che condiziona una tribù indiana con i propri trucchi, non è di certo uno spunto di soggetto unico nella saga; nell'episodio in questione il famigerato "Coyote Nero" si prende pure il lusso di gabbare inizialmente Tex, che stranamente non sospetta che lui e l'innocuo Sanders siano la stessa persona. Spesso si discute sulla presunta infallibilità dell'eroe nella gestione bonelliana, ma è un concetto errato, visto che pure il creatore spesso fa commettere alcuni errori di valutazione (umanamente comprensibili) al suo personaggio. Qui ne vediamo alcuni e solo il caso e il ritrovamento del vecchio portafoglio appartenuto al vero Sanders lo indirizza sulla traccia giusta.

     

    Molto forte e d'impatto emotivo la presenza della rupe in cui vengono uccisi dai Pueblos gli avversari del Coyote Nero e fra i tanti resti capeggia pure quello del vero Sanders, eliminato dall'impostore che ha architettato tutto il piano criminoso. Particolare l'idea degli assalti compiuti dalla misteriosa banda che, alla resa dei fatti, si scopre essere composta da indiani travestiti. Sorvolando sulle trovate che permettono al villain di apparire a sorpresa alla platea degli indiani e ai suoi presunti poteri ipnotici e da ventriloquo, da notare come il Coyote risparmi la giovane nipote del vero Sanders e i motivi, sebbene non approfonditi, appaiono chiari agli occhi di un lettore adulto.

     

    La sceneggiatura è ben calibrata con i tempi e tiene un livello di tensione narrativa costante che intrattiene piacevolmente il lettore. Dopo varie peripezie e il miracoloso salvataggio dal fiume sotterraneo (scena che a Bonelli piaceva spesso riproporre), Tex riesce a passare al contrattacco e sgomitare la banda dei Pueblos e sconfiggere il famigerato Coyote Nero. Sui titoli di coda fanno apparizione pure i due Kit, che congiungendosi a Tex si preparano alle nuove avventure.

     

    Molto ben resa la parte grafica da un Galep in pieno stato di grazia realizzativa. Il mio voto finale è 7 

  9. Storia alquanto atipica per il periodo in cui fu pubblicata.

    Bonelli per l'occasione imbastisce una trama a tinte "gialle", con un Tex che agisce in solitaria per poter discolpare un innocente, su cui pende un'accusa ingiusta di omicidio.

     

    Definire l'episodio un vero giallo, non lo reputo del tutto corretto, visto che fin dall'inizio il lettore è consapevole che Bill Dutton non è per nulla colpevole e in fondo lo è pure Tex, che capisce subito che qualcuno ha studiato il tutto per far incriminare il ranchero.

     

    In effetti il losco Jim Lenders, in combutta con il ladro di bestiame Black Kerry hanno tutto l'interesse a far fuori Dutton per poter accaparrarsi le sue terre e avere via libera al transito del bestiame rubato lungo il confine. Ma i due non fanno i conti con Tex, che con arguzia e decisione scopre l'inghippo e si spende per far valere la verità e far naufragare i piani criminosi dei due villain.

     

    Un po' fanno sorridere alcune scene d'indagine del nostro ranger, a esempio quella in cui si procura una sorta di "dima" dello stivale di Dutton per verificare il suo alibi nella sera del delitto; non meno ingenua la sequenza in cui da un impronta del terreno, Tex riesce addirittura a capire quanto tempo prima è transitato il cavallo da quella pista. A voler essere pignoli, anche il capo di imputazione basato solo sulla presenza di un gilet maculato particolare e un cappello è debole come un grissino, ma in fondo Bonelli ha solo interesse a costruire l'impalcatura su cui sviluppare il vero leitmotiv della trama, ovvero la travolgente azione condita da ben sceneggiate sparatorie e molto dinamismo (vedi l'assalto alle prigioni) che accompagna il lettore fino allo smantellamento della banda.

     

    Episodio non trascendentale ma piacevole da leggere. Da notare come ancora è presente un'abbozzata continuity visto che Tex si trova ancora a Las Vegas e non perde occasione di far visita al povero tenente Floyd, ferito nella storia precedente. Peccato però che l'autore, preso dall'incedere dello sviluppo della trama, finisce col far perdere nell'oblio il povero ferito. Non male la pericolosità di Lenders che si mostra a tratti un valevole avversario, mentre convince molto meno la caratterizzazione di Black Kerry e anche la sua scelta di affrontare sui titoli di coda Tex per vendetta, non appare molto credibile, visto che banditi di quella risma, appena vedono l'aria che tira, decidono di far perdere le tracce, piuttosto che rischiare la pelle per vendicare un complice. Riconosco tuttavia che si tratta in fondo di un errore alquanto veniale e nell'economia della storia può anche passare inosservato. 

     

    Su Galep, nulla da aggiungere rispetto ai precedenti commenti. Lodevole, come sempre, il suo impeccabile lavoro e molto funzionale e possente il suo comparto grafico. Il mio voto finale è 7

  10. Le mie nozioni di balistica sono pari a zero, le diottrie mi stanno abbandonando ma per ciò che riguarda il mio gusto personale, la copertina di Villa stavolta è STREPITOSA. Anche lo sfondo bianco aggiunge un tocco vintage e di eleganza, che avvalora ancor più la posa drammatica dei nostri eroi. 

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  11. Noto che, dopo pagine e pagine di commenti, critiche sulla presunta texianità della trama, battibecchi sulla sceneggiatura e su Nizzi, provocazioni, liti e chi più ne ha più ne metta, abbiamo tutti trascurato quanto è stato straordinario il contributo del maestro Ticci. Come sempre la sua opera di narrativa grafica è da urlo. :)

     

    P.s. Perdonate l'ovvietà dell'intervento, ma era un modo come un altro per tornare in topic e stemperare i toni. Qui sul forum siamo tutti una grande famiglia virtuale: ci sta che di tanto in tanto si litighi o voli qualche straccio, ma l'importante è sempre riuscire a rappacificarsi e trovarsi più uniti di prima. Si suol dire che "In amore scappa chi fugge" ma un tale assioma non è valido per una comunità virtuale; abbandonare il forum solo per divergenze di opinioni o contrasti di carattere non è mai la strada giusta. Propongo una stretta di mano pubblica fra Valerio e Diablero, per mettere da parte dissapori e scaramucce. In questo forum entrambi le presenze sono importanti e sarebbe davvero un peccato compromettere tutto solo a causa di reazioni focose di carattere. Se poi proprio non ci riuscite e volete sfidarvi a duello, fatelo almeno fuori di qua. :P:D.  

    • +1 1
  12. <span style="color:red">5 minuti fa</span>, Augustus McCrae dice:

    Se qualcuno, già "tentennante", per diversi motivi ha bisogno di serenità e passa dal forum per trovare un po' di leggerezza in un luogo che dovrebbe essere pieno di "compagni di passione" (quella per Tex), è comprensibile (naturalmente non necessariamente automatico) che trovandosi coinvolto in un accanito flame, e sempre sui soliti argomenti, si chieda cosa resta qui a fare...

     

     

    Osservazione che condivido.

    I toni sono importanti quanto (se non più) dei contenuti e lo ripeto da mesi. Se viene meno il rispetto del parere altrui, le conversazioni cessano di essere stimolanti e rischiano di diventare un continuo terreno di scontro. Situazione per nulla ideale per far crescere un forum tematico come questo.

     

    Ammetto che anche il sottoscritto (sebbene sia un grande appassionato del forum da anni), per esperienza personale passata su alcuni argomenti preferisco defilarmi o tacere per evitare le solite dispute inutili, ma questo potenziale vincolo non reputo sia affatto positivo. 

     

     

     

     

  13. <span style="color:red">14 minuti fa</span>, valerio dice:

    Beh, ottanta non esageriamo.

    Comunque le emorroidi si possono avere ben prima di quella età. E te lo dice un esperto mondiale.

    Ovviamente scherzavo, comunque Carson una decina d'anni in più di Tex dovrebbe averli, quindi il rapporto non lo reputo così esagerato. :D Sicuramente gli tocca la pensione di ranger e se la gode in riserva a giocare a tressette con Tex, Tiger e il Medicen-man. :D

     

    P.s. Se cominciamo a parlare di acciacchi e colesterolo alto, mi deprimo. Meglio troncare qui l'O.T. :lol2:

  14. Con Tex settantenne e Carson abbondantemente sopra gli ottanta (la strega papago ha predetto che supera i cento, quindi niente funerale prima) più che una riserva quella Navajo, diviene una casa di cura. :D

    Voglio poi vedere come ingurgitare bistecche alte tre dita da sdentati e cavalcare con le incontinenze urinarie ed emorroidi a gogo. :P:D

     

  15. Storia troppo breve (solo tre albetti a striscia) per ambire a una valutazione alta.

    C'è un buon spunto, quello dell'impostore che prende il posto di Carson per raggirare il tenente incaricato del trasporto dell'oro, ma il tutto viene sviluppato rapidamente, così come il giovane Kit troppo facilmente riesce a scoprire il nascondiglio di Carson.

     

    Storia che, con un adeguato sviluppo di sceneggiatura, poteva essere ancor più carina; così si fa leggere ma è troppo esile e lascia la stessa sensazione che ha un assetato dopo aver bevuto meno di mezzo bicchiere di acqua e finita la sua azione, si rende conto di essere rimasto comunque con la sete.

     

    Con la sparatoria finale, Tex si becca un "raffreddore di piombo" e si trova costretto a separarsi dai pards, rimanendo a Las Vegas dove è pronto a vivere in solitaria la prossima avventura.

     

    Da notare come di colpo, Bonelli in quelle storie non parla più di Guerra Civile e continua a prediligere una stretta continuity fra i vari episodi.

     

    Galep sempre validissimo e funzionale, tuttavia, rispetto all'episodio che lo precede, è visibile come il tratto sia più rapido e le vignette con sfondi meno curati; evidentemente la realizzazione della breve storia è caduta in un periodo di fretta delle consegne e ciò ha costretto il grande disegnatore ad adeguare i tempi di realizzazione. Esito comunque più che soddisfacente. Il mio voto finale è 6

  16. <span style="color:red">12 minuti fa</span>, Leo dice:

    Però direi di finirla qui, come chiesto dallo stesso Borden. 

    Saggio consiglio. Oltretutto ormai è saltata la mosca al naso a entrambi e si rischia di perdere del tutto il controllo e andare incontro a spiacevoli scenate ed eventuali provvedimenti disciplinari.

    Non credo sia il caso litigare e battibeccare per dei diversi punti di vista, d'altronde queste dispute di solito non hanno mai nè un vinto, nè un vincitore. La cosa migliore è riprendere fiato e far sbollire la rabbia. Calmate le acque tutto rientra nei binari e si comprende che è inutile "alzare i toni".

     

    Anch'io come te Leo, penso che il tutto è amplificato dal mezzo social. Son certo che dinanzi a un bancone di bar, certi dibattiti finirebbero con un brindisi e un sorriso, qui si rischia il ban.

     

    Non credo affatto che Valerio sia un troll, così come son certo che gente ferrata, sanguigna e appassionata come Diablero (che qui spesso rischia di rendersi presuntuoso e pedante) incontrata di persona, diviene un interlocutore piacevole e interessante; purtroppo conversando da dietro una tastiera viene meno il contatto umano e bisogna star ancora più attenti a evitare fraintesi e incomprensioni. 

    • +1 2
  17. Ero sicuro che Mauro avrebbe risposto così.

     

    Benchè si dica, FDA ha il suo indubbio spessore (lo ha anche deliberatamente ammesso!). Suppongo che qualche piccolo editing nei panni di curatore lo avallerebbe, sfumando nel possibile qualche passaggio meno convincente, ma onestamente scartare una sceneggiatura di questo calibro, dopo aver visto episodi controversi come il "Pistolero vudù", sarebbe da TSO :D 

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  18. In questa breve storia sono condensati parecchi elementi che hanno reso grande la saga: epicità, azione, tensione narrativa, scene al cardiopalma e sequenze dall'alta liricità compositiva (l'eccidio dei coloni con il salvataggio di Dick nella canna fumaria del camino ne è un fulgido esempio) Troviamo i consueti portatori di stellette ottusi, che in nome di freddi regolamenti mettono a repentaglio la vita dei propri sottoposti e nella pipa il buon senso, personaggi simpatici come Puzzy che "familiarizzano col lettore" e ti lasciano un alone di tristezza con la loro morte.

     

    Assedi, piani di difesa, e valanghe di piombo si susseguono senza soluzione di continuità e nonostante l'intreccio di trama non sia così intricato, ti lasciano il segno grazie al grande valore narrativo dell'autore. Unica nota dolente che riscontro, un finale troppo compresso in poche vignette ma nel complesso la storia è davvero splendida.

    Quelle sceneggiature che ti trascinano per potenza e finezza narrativa e ti tengono davvero ancorato alle pagine. Lettura davvero soddisfacente.

     

    Per ciò che concerne il comparto grafico, il lavoro di Galep è prezioso e raffinato. Rispetto ad altre prove del periodo, ho riscontrato una qualità ancora più sopraffina, con sfondi e vignette molto più accurati. Una vera delizia per gli occhi, nonché un valore aggiunto alla storia.

    Proprio di recente si è discusso sulla controversa pratica dell'uso delle AI nel mondo del fumetto: quando la tecnologia riuscirà a creare il pathos espressivo raggiunto in sequenze come l'eccidio dei coloni (citato pocanzi), mi ricrederò sull'argomento, ma permettetemi di dubitare: l'autore riesce a far "recitare" divinamente le sue creature cartacee e c'è molto più della semplice tecnica in quei volti tratteggiati a punta di pennino, un'anima che un computer non potrà mai possedere. Il mio voto finale è 8

  19. Ammetto di essere un lettore di seconda fascia, che dinanzi a una storia molto bella e coinvolgente come FDA, mette da parte le considerazioni sulla texianità (per una volta) e si sente libero di affermare che, a personale giudizio, è una prova di notevole spessore. Al contempo, non amando Nolitta su Tex, non mi sogno minimamente di dire che storie come "Giungla Crudele" non siano meritevoli.

     

    I puritani storceranno il muso dinanzi al mio giudizio? Perdonatemi, ma non me ne frega un'emerita cippa!

    Ognuno ha la sua sensibilità e i propri gusti e non permetto mai a nessuno di influenzare i miei pensieri. In fondo cosa dovrei fare, dare ragione a chi la pensa diversamente solo per farlo contento o per manifesti complessi d'inferiorità?

    Piuttosto, se viene meno la tranquillità di poter esporre il proprio punto di vista senza essere etichettato ingenuo o peggio, e occorre allinearsi a certe correnti di pensiero per essere considerati veri lettori di Tex, forse per la prima volta, dopo cinque anni, mi passa realmente la voglia di scrivere sul forum. Un sito come questo deve essere un "salotto" inclusivo, non divisivo. Le fazioni lasciamole alla politica e agli ultras calcistici.

     

    Tex in questa storia è un perdente e mostra debolezze fuori canone? E' un reato proporlo? Non credo. Tutti coloro che lo hanno apprezzato non sanno distinguere il verbo texiano? Forse è così ma è anche grazie a quei lettori che la saga è arrivata a festeggiare le settantacinque candeline. O credete che tutti amino l'eroe tutto d'un pezzo e infallibile?

    Quante volte Nolitta ha proposto un antieroe agli antipodi con gli stilemi? E dire che alcune di quelle storie (vedi quella di Jason) piacciono a tantissime persone: sono allocchi o ognuno ha le sue preferenze come giusto che sia?

     

    In Apache Kid, GLB per non cambiare le reali sorti del personaggio storico, è costretto a far fare tanti passi fassi a Tex e alla fine lo stesso è uno spettatore sconfitto, Bonelli voleva umiliare Tex? O per una volta ha voluto rendere più umano il suo personaggio? 

     

    Per esperienza so, che forse avrei dovuto evitare d'intervenire nella disputa in un simile argomento, ma ci tengo sempre e comunque a dire la mia. 

     

    P.s. Mi perdoni Letizia, ma nella vignetta citata da Leo, anch'io ho sempre tratto sensazioni positive; in un semplice gesto, la bevuta con un fraterno amico, non è l'alcol il fulcro della scena, bensì la compagnia e la condivisione. Si può brindare per celebrare una vittoria, per rendere meno amaro un boccone indigesto o per sfogarsi, ma ciò che più conta in quei casi è trovarsi accanto una persona che ti vuole bene e divide con te quei momenti importanti. In fondo siamo uomini che condividiamo tutto lo stesso amaro destino (l'inevitabile morte) e sulla terra non c'è nulla di meglio che circondarsi di persone amate durante il tragitto che è la vita. Tex non può farlo? Non può dividere col suo fratello di sangue certe emozioni? Non è texiano essere umani o per una volta fallibili? Forse, a voler essere rigidamente tradizionalisti, ma liquidare così sommariamente le intenzioni di un autore non è molto edificante.  

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  20. <span style="color:red">13 ore fa</span>, Augustus McCrae dice:

    Per quanto mi riguarda una "arte" così possono tenersela e mi cala veramente poco o punto venir tacciato di conservatorismo, porterò l'accusa come una medaglia. :laugh:

     

     

    Siamo sulla stessa fequenza di pensiero pard: anzi reputo che una ricostruzione virtuale come quella prodotta dalle AI con l'arte vera e propria ci azzecca ben poco. Artisti e disegnatori passano una vita a studiare e affinare la tecnica, evolvendo il tratto e cercando sempre la sintesi perfetta, ma alla base vi è sempre il talento e la dote naturale. Un grafico che maneggia un AI, non avrà bisogno di tutto questo, gli basterà solo padroneggiare il mezzo e tanti saluti.

     

    Non metto in dubbio che un domani l'esito sarà pure migliore dell'originale, ma il tutto mi sembra innaturale. Se io programmo e faccio creare un'illustrazione con lo stile di Leonardo, mica l'esito sarà farina del mio sacco, quindi che forma di arte è? Potrò mai dire che sono più talentuoso di Leonardo? Che senso ha, se non quello di cercar di speculare? (poichè gli editori ne approfitteranno per pagare pochi spiccioli e avere illustrazioni e quant'altro per le loro pubblicazioni, è inutile girarci intorno!)

     

    Poi ovviamente questo è il mio punto di vista. Un domani magari anche la musica verrà eseguita e composta artificialmente, ma le emozioni di un concerto saranno mai paragonabili a una forma così fredda di esecuzione? 

  21. Beh, rispetto tutti i pareri, ma io rimango ancorato al mio.

    A me questa cosa mette una melanconia infinita. E non credo che l'eventuale l'abbattimento dei costi possa bastare a giustificare un simile innaturalezza.

    Preferisco, fin che posso, pagare per la mia passione sapendo che il mio denaro speso aiuta a sostenere professionisti che debbono sbarcare il lunario e mandare avanti le famiglie, anzichè finanziare programmi virtuali che finiranno col lucrare sulle opere altrui, non riconoscendone nemmeno un cent di royalty, arricchendo editori con pochi scrupoli.

     

    Sarò di strette vedute, ma questa tendezza a disumanizzare ogni settore creativo non mi va affatto giù.

    Va bene la tecnologia come ausilio all'opera umana, ma quando arriverà a sostituirla del tutto, significa che per l'uomo non ci sarà più spazio. 

    Poco mi importa se in un vicino futuro le AI impediranno di distinguere un reale disegno di Villa da una rielaborazione virtuale, d'altronde quella rielaborazione sarà sempre e solo un freddo clone dell'opera dell'autore e se al fumetto togliete la componente magica (e fondamentale!) del disegno, che senso ha leggerlo? 

     

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