Infatti, non mi ha dato alcun fastidio che la storia sia in continuity, anzi per me è un valore aggiunto dell'approccio di @borden.
E la certosina scelta di cosa raccontare e cosa tralasciare, rappresenta a mio parere il sottile gioco dello sceneggiatore nella gestione del racconto di fantasia immerso in un contesto strettamente storico. Per tutto questo quindi mi congratulo con @borden.
Sono tuttavia d'accordo con @Diablero sulla questione dialoghi e assenza di didascalie esplicative. Si tratta di una problematica generale, quindi non riguardante soltanto questo albo: le didascalie non hanno nulla di obsoleto se devi raccontare storie complesse, articolate e necessarie di riepiloghi temporali. Se invece utilizzi soltanto i dialoghi ... davvero, puoi rovinare tutto. Il lettore s'infastidisce e talvolta può anche "incavolarsi", soltanto per usare un eufemismo.
Mi ha fatto specie al riguardo il commento di @Carlo Monni, per non aver emozionato lui, ciò significa che questo modo artefatto di raccontare, in realtà facilmente emendabile, ha ormai fatto il suo tempo. Pertanto, viva le didascalie !
Per dovere di cronaca e correttezza nei giudizi, segnalo che ad esempio in Dampyr, sebbene cose da raccontarsi le migliaia di personaggi ne abbiano tonnellate in più rispetto a Tex, @borden gestisce i dialoghi con maggiore accuratezza e stile, per quanto qualche didascalia non faccia male neanche in quella testata.
Nella da eccepire sul tratto e stile grafico di Brindisi, garanzia assoluta di qualità.
Piuttosto banale la copertina, avrei dato maggiore spicco alla figura di Jesse James.