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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

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Tutto il contenuto pubblicato da Condor senza meta

  1. Condor senza meta

    [209/210] Linciaggio

    Carlo, può capitare di scrivere male una frase e far si di essere frainteso, comunque davvero non avevo intenzione di tirare in ballo Nizzi per alimentare la consueta disputa. Credo che come io la pensi in proposito sia ormai noto sul forum. Che su questo passo possa aver toppato (anche se le reazioni sono sempre troppo veementi a dire il vero), può essere, ma sul fatto di non gradire la situazione della coincidenza dell'incontro, essendo un'opinione soggettiva, non vedo il perchè io debba cambiare idea. Anche se è un espediente usato e riusato, a me, il fatto che Tex a così tanta distanza e milioni di abitanti incappi subito nell'amico e si ritrovi catapultato nel linciaggio, non mi fa impazzire. Non dico che è sbagliato o che sia un buco di sceneggiatura, ma la trovo una scelta di Bonelli non nelle mie corde.
  2. Condor senza meta

    [209/210] Linciaggio

    Diableruccio (permettimi di chiamarti così per ricambiare il fatto che mi hai chiamato "gioia", ma essendo etero preferirei che mi chiamasse così una bella donna, ma apprezzo l'affettuoso sarcasmo) se tu pensi che io sia un difensore a oltranza di Nizzi e mi tiri in mezzo a questa interminabile crociata, lasciati dire che caschi male e presumo non hai mai letto i miei commenti in più di tre anni di permanenza in forum . Son cresciuto con Nizzi, è vero, come è vero che mi sono definito un suo fan, ma così come l'ho elogiato dove ritenevo che meritasse di esserlo, non mi sono tirato indietro a criticarlo (anche duramente) quando mi ha fatto cascare le braccia. Prova il contrario se ci riesci. Oltretutto, non ho mai mancato di rispetto a Bonelli, poichè un lettore di Tex mai potrebbe farlo Non mi metto anch'io a fare il giochino di postare vecchi miei interventi, cercateli se ti va, in fondo non devo dimostrare nulla a nessuno quando si tratta del mio pensiero, però questa cosa ci premevo a specificarla, poichè ho l'impressione che ci sia la tendenza di gettare tutti dentro lo stesso calderone con troppa facilità. Personalmente di difendere Nizzi a me importa una cippa, quindi quale lagne e lagne da parte mia. Il senso della mia frase "incriminata" da te estrapolata non era mirato a fare presunti paragoni fra Bonelli e i suoi successori, ma per chiarire il mio punto di vista che così come critichiamo aspetti di Ruju, Faraci, Nolitta, Nizzi e Boselli (in rigoroso ordine di citazione) ci può stare farlo pure con l'immenso Bonelli se lo riteniamo opportuno. Se mi sono espresso male, mi scuso, in caso contrario, pensala come vuoi, figurati, ma evita di etichettarmi per favore. Ti stimo, trovo stimolante leggere i tuoi interventi, ma così come rispetto gli altri utenti, gradirei che un minimo mi fosse portato pure a me.
  3. Condor senza meta

    [209/210] Linciaggio

    Non capisco cosa c'entri la consueta tiritera dei difensori di Nizzi e via dicendo su questo post. Qui nessuno ha fatto la vittima o cosa, sembra diventato un mantra questo! Così come trovo sempre fuori luogo tirare il ballo la solita questione della "sensatezza" o meno delle critiche a proprio piacimento. Ciò che può apparire sensato a tizio, a caio può sembrare una boiata. E' la vita! Poi qui nessuno ha parlato di errori di sceneggiatura, ma di scelte narrative che possono o meno convincere. Lo si fa con tutti gli autori, quindi non vedo il motivo per cui Barbanera o il sottoscritto non debbano sentirsi liberi di farlo con Bonelli senior o chicchessia se una storia ha convinto di meno. Poi se Diablero o chi per lui non condivide queste critiche, altrettanto libero di dirlo, ma non può definirle insensate. Mi spiace, ma sono questi toni che mi danno fastidio; siamo su questo forum per discutere e confrontare le idee costruttivamente, non per pontificare o ergersi utenti supremi e stilare graduatorie di intelligenza.
  4. Condor senza meta

    [209/210] Linciaggio

    Se in parte può essere giustificabile la spiegazione di Diablero (Tex in fondo poteva benissimo tornare da un'amante segreta in qualche città dell'est e scegliere di evitare di prendere il treno, o essere in missione visto che pure Carson era nei paraggi) ma ciò non toglie che trovo molto forzato che, a migliaia di miglia dal suo raggio d'azione, vada a chiedere asilo giusto appunto alla villetta di un vecchio amico e guarda caso, giunge proprio la stessa sera in cui avviene il tentativo di linciaggio che vede coinvolto il fratello. Onestamente, se un simile pretesto lo avesse scelto Ruju, Faraci ma anche Nizzi o Boselli, avremmo come minimo protestato. Nessuno mette in dubbio la grandezza di Bonelli, ma se si ritiene di non condividere o criticare alcuni suoi passaggi, bisogna pur essere liberi di farlo: per quanto immenso come sceneggiatore, i passaggi a vuoto li ha avuti anche lui, soprattutto negli ultimi anni di carriera. La storia in questione, per quanto bella, la giudico non del tutto "ortodossa" e ho cercato di spiegare i miei motivi nel commento e forse anche il figlio Giorgio la pensa così, se ha risposto a Carlo in quel modo.
  5. Condor senza meta

    [209/210] Linciaggio

    Il fatto che Tex si trovi a transitare in Tennessee senza una spiegazione può starci in fondo, ma che si ritrovi a battere alla porta di uno, che poi si rivela essere un vecchio amico di gioventù trasferitosi là, è alquanto "curioso", a mio modo di vedere.
  6. Puoi in caso citare la più recente fra Sgarbi e Mughini, con qualcuno della redazione bonelli che nei panni di quest'ultimo, intima al livoroso avversario: "se non la finisci, vengo lì e ti prendo a calci in c...."
  7. Leggendo queste azioni alquanto meschine, mi cascano le braccia onestamente. A che livello di bassezza possono portare il livore e l'invidia!
  8. E tutto sommato ti andrebbe comunque bene caro Virgin; pensa un po' se ci fosse ancora Nolitta e toccasse a lui giudicare il tuo soggetto!
  9. Onestamente ho sempre partecipato al post considerandolo una sorta di gioco. Alcuni pards hanno avuto il merito e l'onore di veder presi in considerazione i loro spunti, è vero, ma dubito che sia questa la sede più adatta per proporli. Né tantomeno credo che le poche righe di un thread, siano la forma giusta per un tal fine. Qui, più che altro, ci si diverte a mettersi alla prova e vedere cosa ne pensano gli altri utenti delle proprie idee; non è un caso infatti che Mauro raramente interviene bocciandole o approvandole in diretta. Tuttavia si potrebbe proporre di rendere più interessante il giochino: visto che di solito siamo noi ad assegnare i voti alle sue storie, per una volta potrebbe essere Mauro ad assegnarli (e vendicarsi!) alle nostre idee.
  10. Condor senza meta

    [Maxi Tex N. 11] Fort Sahara

    Fort Sahara non l'ho più riletta dal giorno dell'uscita. Non ricordo un bel nulla della trama, ma non ho affatto voglia di recuperarla e rievocarla. (il mio inconscio me lo vieta ) Questo la dice lunga di quanto mi possa esser piaciuta alla prima lettura.
  11. Tempi durissimi in redazione, visto che anche ogni copertina diviene argomento di critica (sterile!) sui social. Ovviamente nel mio commento non alludo alle preferenze di Franco, che ha espresso un garbato parere soggettivo su una bozza di Villa, bensì su alcuni esagerati commenti su facebook mossi alla copertina del n.739, adesso in edicola, per via della presenza del demone seduto in cassetta. "Troppo horror", "Tex è un western", "Le esagerazioni di Boselli", ma mi chiedo se, chi si prende la briga di perdere minuti preziosi del proprio tempo per scrivere commenti su una pagina pubblica, abbia verificato o mai letto realmente la saga di Tex. Di demoni Galep ne ha illustrato a bizzeffe nelle metafisiche storie di Bonelli, né tantomeno l'horror è la prima volta che appare nella saga, di conseguenza l'ennesima aria fritta per criticare il marchio e gli autori, senza un briciolo di cognizione di causa. Le citazioni non vanno bene, i demoni neanche, le immagini troppo spoileranti non ne parliamo, quelle generiche troppo retrò: ma mi chiedo Villa cosa deve disegnare per far contenti questa platea di pseudo lettori? Fanno prima a lasciarla bianca e ognuno si disegna ciò che vuole!
  12. In effetti nella sequenza finale della storia di Nizzi, Mefisto si prende il lusso di "umiliare" i nostri travestito da lebbroso. Non solo fugge, ma si fa aiutare pure a sistemare il carro. Beh, stendiamo un velo pietoso che è meglio.
  13. In concomitanza con la primavera/estate all’insegna di Mefisto, ho recuperato e letto il secondo capitolo della saga dell’arcinemico. Mi tocca andare parzialmente in controtendenza ma non nascondo di non essere rimasto del tutto soddisfatto, visto che l’episodio a mio avviso non raggiunge la tensione narrativa del precedente. Che Bonelli non si soffermi con inutili flashback per mostrarci come il vecchio stregone venga salvato, narrativamente può starci, anche se uno si chiede cosa ci faccia un mago tibetano in mezzo al deserto americano e guarda caso transitante sul luogo in cui l’avversario di Tex agonizzante rischia di morire di sete. Forzatura presunta a parte, la figura di Padma è potenzialmente interessante, visto i suoi grandi poteri e scrupoli morali per espiare le passate colpe per prepararsi alla reincarnazione futura. Propria in quest’ottica diviene funzionale il contrasto con l’odio smisurato di Mefisto, che lo porterà alla fine a farlo alleare ai nostri: di fatto sarà suo il merito del trionfo. Solo grazie ai demoni da lui evocati, l’ex prestigiatore perderà la ragione e a Tex non rimarrà che accompagnarlo al primo manicomio criminale. Però Padma non è certo un cherubino visto che è a capo dell'organizzazione del Drago Rosso che spenna le attività di Golconda, evidentemente i soldi non compromettono le reincarnazioni. Bonelli tuttavia non approfondisce affatto lo spunto della setta e magari facendolo avrebbe dato un tocco in più al soggetto. Parlavo di parziale insoddisfazione all’inizio del commento, infatti Mefisto nell’episodio in questione non riesce a bucare la pagina come mostrato nell’episodio della “Gola della Morte”. La storia sarà pure più matura della precedente ma a me ha appassionato meno. Considerato Il trucco del travestimento con il consueto gioco di anagramma, o il poco pittoresco covo nei sotterranei del ranch, dove i tre pard si ritrovano imprigionati, dopo essere un po’ troppo facilmente caduti nelle mani del nemico, mi viene da pensare che Nizzi si sia ispirato a questo episodio per proporci la sua brutta prova del ritorno. Tiger qui almeno riesce a scoprire l’identità del dottor Fiesmot, però è al limite del credibile l’ingenuità mostrata da Makua, che spiattella tutto per un sorso di whisky e non ne becca una giusta nemmeno a caso. Anche i “temibili” lupi fungono solo da complemento d’arredo, visto che praticamente non mettono minimamente a rischio i pard e vengono sbaragliati banalmente dal piombo di Tex. L’epilogo vede il trionfo e la rivalsa di Padma, che punisce la ribellione di Mefisto e tronca sul nascere i progetti di gloria di quest’ultimo, che nell’occasione sembra punti più al potere che alla vendetta a dire il vero. Interessante l’idea della follia finale che servirà a Bonelli per gettare le basi alla successiva trama della saga e chiude un episodio che non riesco ad apprezzare eccessivamente a differenza di coloro che mi hanno preceduto nei commenti. Sotto l’aspetto grafico, le quattro mani all’opera si notano eccome. La presenza di Gamba è tangibile e sebbene preziosa per aiutare Galep, rischia di creare un miscuglio stilistico non gradevolissimo. Interessanti le vignette doppie con gli occhi di Mefisto a mo’ di sfondo nei paesaggi per rappresentare le scene in cui lo stregone visiona a distanza i nemici, grazie alla sua magia, ma per quanto pulito e duttile Gamba non è Galep e laddove quest’ultimo è meno presente (soprattutto nella parte finale mi par di vedere) la differenza si nota. Il mio voto finale è 7
  14. Secondo me questa inutile querelle è già stata tirata troppo per le lunghe e mi ha alquanto stufato. Come già fatto notare in precedenza, se Manfredi ha gradito poco la situazione, perchè non ha inviato un messaggio diretto a Mauro chiedendo spiegazioni? Perché usare la sua pagina facebook per aizzare i suoi fans, portando il discorso a senso unico e zittendo chi si è permesso di contraddirlo? Bedlam è un luogo di sua invenzione? No, quindi perchè pretendere che non possa essere usato in altre serie? La copertina di Venturi era del tutto originale? No, è palesemente ispirata a un'opera già preesistente, quindi non vedo perchè non potesse farlo pure Villa, d'altronde l'impostazione della cover è diversa (e per me nettamente superiore!) e l'unica cosa che l'accomuna è la citazione delle braccia che fuoriescono fuori dalle grate, scena già usata in altri fumetti peraltro, come postato da alcuni su Facebook. Dunque che necessità c'era di scatenare un simile putiferio? L'articolo spammato sopra, cita solo i commenti su Fb che fanno comodo, ma perchè non trascrivere quello dell'utente che ha postato le copertine di Zagor (Acqua di fuoco) e Tex (Gli spietati) a cui corrispondono due albi con lo stesso titolo di Magico Vento? Per quell'occasione la direttiva di Canzio, tanta invocata da Manfredi, sull'evitare titoli uguali non era così importante? E se il problema non è il titolo, né tantomeno la citazione in copertina (come spiegato sopra) di cosa stiamo parlando? Mica i contenuti delle storie sono uguali! Guarda caso a questa domanda fatta su Fb, Manfredi ha taciuto. Precisazione d'obbligo: stimo molto Manfredi e in passato ho avuto modo pure di apprezzare direttamente la sua disponibilità, appunto mi spiace che ultimamente la sua pagina facebook abbia preso una simile deriva che non condivido.
  15. Purtroppo, suppongo, che per ragioni anagrafiche, si sia perso lo zoccolo duro di lettori, che negli anni d'oro contribuivano a raggiungere quelle cifre di vendita da capogiro. In molti della generazione successiva, come da te ipotizzato, magari hanno ridotto o abbandonato per l'eccesso di uscite (in effetti al giorno d'oggi è diventato quasi impossibile star dietro a tutte) o per stanchezza, ma ciò che preoccupa è il non adeguato ricambio generazionale, che di certo non è dovuto solo alla qualità delle storie o agli autori. I ragazzini di oggi leggono poco e ancor meno fumetti classici come Tex. Un luogo comune? Non credo, le giovani leve hanno tutt'altri interessi che la lettura purtroppo. Proprio in quest'ottica, i dati di vendita di Tex hanno ancora la loro rilevanza e non è scontato mantenere simili cifre, il crollo di vendita di collane di passato successo come Dylan Dog ne sono la dimostrazione lampante.
  16. Un numero ragguardevole, considerando la situazione attuale del fumetto italiano, tutt'altro che rosea. Se alla regolare sommiamo le tiratura di Tex Willer, delle varie ristampe e degli albi extra, si capisce benissimo come Tex sia la locomotiva della Bonelli. Di contro, proprio questa consapevolezza tende a far incrementare le pubblicazioni, con le problematiche connesse già discusse e ridiscusse. Saremo lontani dai numeri stratosferici degli anni sessanta e settanta, ma è pur sempre straordinario pensare come un personaggio, nato più di settanta anni fa, riesca ancor oggi a tener botta in edicola, in un'epoca in cui usi e consumi sono del tutto rivoluzionati e le giovani leve leggono pochissimo.
  17. Aver ragione è un conto, nessuno mette in dubbio che Diablero sia uno degli utenti più acuti del forum e la maggior parte delle volte son d'accordo con il suo pensiero, tuttavia è davvero antipatico e controproducente per la serena interazione del forum, alludere continuamente alla presunta mancanza di capacità di comprensione dei testi degli interlocutori. (Special modo quando non si condividono i contenuti!). Capita troppo spesso e onestamente lo reputo un atteggiamento arrogante e poco edificante per un utente di spessore, come oggettivamente Diablero è. Perdonate lo sfogo e senza rancore.
  18. Per me si sta mettendo il carro dinanzi ai buoi. Sarà compito di chi di dovere decidere se le storie rimaste in giacenza siano degne o no di apparire sulla regolare. Noi utenti, per quanto possiamo essere scettici sulla qualità delle stesse, non le abbiamo ancora lette e non possiamo affatto giudicarle. Non credo proprio che un curatore scelga per ripicca o vendetta, in fondo non sarebbe nemmeno corretto per i disegnatori che sono all'opera sulle sceneggiature "incriminate". Tanto Nizzi la ripicca se l'è fatta da solo, compromettendo irrimediabilmente il suo proseguo con la Bonelli e non potrebbe essere altrimenti, dopo il suo deplorevole intervento pubblico.
  19. Da quando sono iscritto sul forum, periodicamente esce fuori questo concetto della sudditanza, che ammetto possa pur essere fondato, ma che a mio avviso non riveste grande importanza. Se l'utente X loda l'autore Y a prescindere e l'utente Z non è d'accordo, l'utente X fa un danno all'utente Z? Non credo o tantomeno non reputo si meriti una querela per questo ! Al massimo l'utente Z salta i commenti dell'utente X e finisce lì. Le continue faide e ritorsioni verbali, oltre che fastidiose, sono inutili a mio avviso. In un forum si può incontrare di tutto, da "adulatori" a "bastion contrari", da utenti interessanti e altri un po' meno, da "diplomatici" a "provocatori" ma in fondo l'importante è sempre riuscire a mantenere il livello delle discussioni entro i limiti del rispetto e dell'educazione. Poi ognuno sceglie chi seguire o trascurare, senza necessità di dover per forza alzare i toni o litigare.
  20. "Morte sulla nebbia", a dire il vero è una storia che non ha mai tanto convinto nemmeno il sottoscritto, difatti è una delle poche che non raggiunge la sufficienza nei miei giudizi, ma di contro, episodi come "Missouri", "Deadwood" e "I Giustizieri di Vegas" sono dei veri fiori all'occhiello. Non me ne voglia Nizzi, per quanto abbia stimato la sua carriera negli anni '80 e '90, ma quando nel periodo in cui mandi in edicola storie del calibro di "Oltre il fiume", "I Fratelli Donegan" e "Un soldato ritorna", il collega che accusi di -non sapere scrivere - propone titoli come "Patagonia", o sei verde dell'invidia o sei in malafede.
  21. Quest'anno la sorpresa nell'uovo di Pasqua è stata la rilettura di questo classico bonelliano. Approfittando del weekend lungo festivo e sospinto dall'attuale ritorno sulla regolare, ho tirato dagli scaffali gli albi della storia in questione. Credo di non esagerare sostenendo che l'avvincente episodio segna una svolta importante nella saga, visto che da' origine all'avversario per antonomasia del nostro Tex: quel malvagio e temibile Mefisto, che ancora oggi, dopo più di sessanta anni dalla pubblicazione, attira attorno a se la spasmodica attenzione dei lettori. Per onor di cronaca, la prima apparizione dello stregone avviene nell'altrettanto classico capitolo dell'avventura messicana, dove il perfido villain ci viene presentato come un prestigiatore che sfrutta la sua copertura per fare la spia al soldo del governo messicano. Comunque per quanto interessante la vicenda, lo Steve Dickart del primo episodio non ha per nulla lo spessore e il carisma che assume nella "Gola della morte". Il grande Bonelli, dopo anni di narrazione pensò bene d'inserire nella serie un nemico seriale, una nemesi dell'eroe e per l'occasione stupì tutti ripescando la vecchia spia in calzamaglia. Ben pochi potevano indovinarne l'identità dalla sua iniziale sul medaglione, e se anche il nome Mefisto apparve, come sembra, sulle copertine delle strisce di allora per contraddistinguerne la serie, credo che non furono molti i lettori che ricordarono a primo colpo il prestigiatore. Di personaggi e antri folkloristici Bonelli non aveva lesinato fino ad allora (Il sacerdote dei Figli del Sole nella Montagna misteriosa o Vindex i primi che mi vengono in mente) ma da subito Mefisto si capisce che è destinato a lasciare il segno. Il nemico che si frappone ai nostri ha nel frattempo accumulato sinistri poteri di magia nera e si rivela un avversario temibile, coadiuvato dagli Hualpai, popolazione indigena arcana che fa per la prima volta apparizione nella saga e diverrà sinonimo di tribù ostile. Ma il vero valore aggiunto della prova è il ritmo serrato e la perfetta tensione narrativa che rendono la prima parte dell'episodio un'autentica perla. Il rapimento di Kit, la caccia di Tex e i Navajos fra insidie e dardi avvelenati, il trucco degli Hualpai per mettersi in agguato senza destare sospetti negli inseguitori, l'avvincente marcia di avvicinamento al covo pittoresco di Mefisto. La lotta all'ultimo sangue, il sacrificio di Gentry, le gabbie sospese nel vuoto in cui vengono rinchiusi i due Kit, la scena dell'ipnosi, tutte trovate straordinarie di un Bonelli in stato di grazia, che cesella una sceneggiatura solida e scoppiettante. Davvero molto carica di pathos la scena che chiude la prima parte, con un Tex addolorato che sprona il cavallo lontano dal luogo in cui crede siano rimasti sepolti il figlio e il più caro amico. Quanta classe e poesia nella didascalia e mettendoci nei panni dei lettori di allora, possiamo immaginare quanto divenisse struggente dover attendere almeno una settimana per sapere come proseguivano gli eventi. La seconda parte, sebbene molto piacevole da leggere, a mio avviso non tiene il passo con la prima. Mefisto in fuga dismette gli abiti dello stregone e con le sembianze dell'elegante Dottor Anatas (geniale l'idea di capovolgere il termine di Satana) cerca di mettere in atto il piano B per la sua vendetta. Carson e Kit, ancora sotto potere ipnotico, si trovano a compiere crimini per poi essere abbandonati nel deserto dal perfido nemico, che li raggira, condannandoli a morire di sete, visto che le otri sono piene di sabbia e non di acqua come promesso. Ovviamente Tex riuscirà a scoprire il diabolico piano e sventarlo, salvando da morte certa i pards, mentre toccherà a Tiger sparare il colpo di fucile che per qualche anno convinse i lettori fosse bastato per seppellire l'avversario. Non sarà così, ma quella è un'altra storia! Un po' semplificato sembra il modo in cui vengono scagionati i due Kit, ma evidentemente a Bonelli non interessava andare oltre, d'altronde l'esito dell'episodio era comunque notevole e soddisfacente. Curioso pure il modo in cui Tex e Gentry riescono a individuare il luogo del covo di Mefisto, scorgendolo durante una sua apparizione magica. Un errore fatale (e alquanto banale) del mago che mi ricorda vagamente quello che capita ad alcuni personaggi famosi o influencer odierni, che postando ogni loro movimento o gita, permettono spesso ai topi di appartamento di svaligiarli in loro assenza. Similitudini banali a parte, storia davvero splendida resa in maniera magistrale da un Galep sempre più mattatore tra le vignette del ranger. Il suo elegante tratto e l'indiscusso dinamismo avvalorano alla perfezione la già valida sceneggiatura. Notevoli gli scenari e sempre ammirevoli i volti e la recitazione dei personaggi. Riuscirà in seguito a far ancora meglio, ma già da questa prova parve lampante di quanto nessuno meglio di lui fosse indicato per le storie con queste particolari tematiche e ancora oggi, rimane a mio avviso impareggiabile. Anche stavolta il voto finale deriva da una media matematica: 10 pieno per la prima parte e 8 per la seconda. Il mio voto finale è 9
  22. "Lupus in fabula", dopo la dettagliata citazione di "scorie fisiologiche"
  23. Io continuo a pensare che simili uscite sono tipiche di chi sbrocca: la lucidità è tutta un'altra cosa. Il pensiero di Nizzi è risaputo da tempo, ma quando un grande autore (lo è stato, non dobbiamo dimenticarlo) mette completamente da parte l'eleganza verbale e la diplomazia, usando termini pesanti ed offensivi per ribadire la consueta tiritera (è pur sempre il suo punto di vista non la realtà assoluta) ed ergersi come "Io sono io, voi non siete un ca..." non manca di rispetto solo ai colleghi ma pure a tutti quei lettori, che gli hanno permesso negli anni (sborsando mensilmente soldini per leggere anche ciofeche del livello di "Oltre il fiume") di guadagnare presumibilmente le 100 euro a tavola citate da Carlo. Gli dava fastidio essere sottoposto ad editing dal curatore? Rifiutava l'incarico, mica gli è stata puntata in tempia una colt. Una volta accettato il contratto, devi attenerti alle clausole. Non fece così agli inizi quando scrisse senza potersi firmare? Ho adorato Nizzi, son cresciuto con le sue storie e gli rendo merito per le belle avventure donataci negli anni 80, ma non riesco ad accettare un simile atteggiamento. Non è nemmeno una giustificazione il carattere; avere un caratteraccio non è un'attenuante è casomai un'aggravante.
  24. Nulla da eccepire sull'esauriente disamina di Ymalpas. Il ritorno di Nizzi su Tex non ha certo sortito esiti stratosferici, d'altronde mi sarei stupito del contrario visto l'età e lo stile poco incline ad ammodernamenti. Nessuno gli chiedeva capolavori, magari alcuni svarioni clamorosi (il color breve e la famigerata scena del "mutanda party") erano assolutamente da evitare, tuttavia i suoi indubbi meriti passati e la nomea non sono sufficienti ad esimerlo da una sana autocritica. Un autore dovrebbe pure comprendere i propri attuali limiti e non aver la presunzione di non accettare le dinamiche aziendali o correzioni redazionali. Poi ancor più stonato è "buttare fango" pubblicamente verso colleghi e una saga che tanto ha rappresentato per lui. "I panni sporchi si lavano in famiglia" o quanto meno bisogna concedere il diritto di replica all'accusato. Per ciò che concerne i possibili sostituti per colmare il buco rappresentato dalla assenza di Nizzi, con una programmazione che si moltiplica ogni anno più delle zanzare, non è affatto semplice trovarli. Con Manfredi sempre più defilato e Rauch troppo impegnato su Zagor, in redazione avranno gatte da pelare per trovare la quadratura del cerchio. Onestamente non credo che Medda o Berardi siano papabili candidati, visto i trascorsi. Si può invece auspicare su una piena maturazione di Giusfredi, che lavorando fianco a fianco con Mauro avrà tanto da imparare, tuttavia non mi sembra nemmeno un'eresia considerare un eventuale recupero occasionale di Faraci: visto che l'autore ha mostrato grandi lacune soprattutto nella stesura di soggetti originali e avvincenti, potrebbe essere una soluzione fornirgli spunti esterni (Carlo Monni e Barbanera li vedrei adatti per questo compito). Con buone idee di base e una maggiore attenzione a correggere alcuni clichè abusati nella sua prima militanza, non è detto che l'esito non possa essere superiore a quello del Nizzi 2.0.
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