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TWF - Tex Willer Forum

Diablorojo82

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Messaggi pubblicato da Diablorojo82

  1. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

    Scrivere Tex oggi, scusate l'ovvieta', è tremendamente difficile. Lo è per chiunque, 75 anni di storie western sono troppe. Incredibile anzi che il nostro riesca ancora a mantenere certi standard. 

     

    Boselli ci prova ad arrestare il declino, chiede l'aiuto di sceneggiatori non texiani e cerca di coltivare nuove leve. 

     

    E così, ecco Burattini per la prima volta su Tex. Un ottimo sceneggiatore, rodato, importante. Ma è un flop che produce un esordio a dir poco deludente. 

     

    Poi c'è Redrock, un ritorno, non me ne voglia Barbanera, incomprensibile. Incomprensibile perché riprende una storia molto debole di Glb replicandola in peggio. 

     

    Poi un altro ritorno, quello di Wolfman, che almeno si salva, preceduto dalla bella storia sul patto di sangue tra i pards. Infine la Cavalcata, su cui non reitero i giudizi già fin troppo severi già espressi in altri lidi, e l'ennesimo ritorno, quello della Tigre, per me ingiudicabile perché non ho ancora letto la storia. 

     

    Regolare quindi che vivacchia sotto la sufficienza. Si dice che la scarsa riuscita delle storie dipenda dalle troppe uscite collaterali. Ne dubito e spiego perché. 

     

    La serie TexWiller non toglie energie a Boselli, anzi le rigenera. Con il giovane Tex, Boselli sta vivendo una seconda giovinezza. È evidente il brio, l'inventiva, il divertimento dell'autore quando affronta le vicende del giovane Tex. La cornice storica, invece di essere una pastoia limitante, paradossalmente sta esaltando la fantasia di Boselli, che attingendo dalla Storia trae ispirazioni nuove, riuscendo a mescolare la fiction con il realmente accaduto in modo davvero straordinario. Lo stesso accade col Texone, un capolavoro. Se non ci fossero state le serie collaterali siamo sicuri che Boselli avrebbe prodotto delle belle storie per la regolare, evitandoci Burattini e Redrock? E se invece il nostro avesse ormai dato quello che aveva sulla regolare? Se invece, come è una certa mia sensazione, non si divertisse più come un tempo? Perché è un fatto che ormai il Bos scriva grandi storie praticamente solo sulla Texwiller, al cui filone può ascriversi anche il Texone di quest'anno, essendo ambientato nel passato. Se così dovesse essere, allora sono le serie collaterali che stanno salvando il personaggio Tex, non il contrario. 

     

    In realtà, la crociata sulle troppe uscite la condivido anch'io. I bis, i magazine, i doppi maxi, i doppi color esauriscono le energie. Ma il problema, quello vero, è la penuria di sceneggiatori che sappiano e vogliano scrivere Tex. È l'arroccarsi sempre su Boselli e Ruju quando ormai anche altri dovrebbero scrivere di più. 

     

    Concordo Leo...Giusfredi e Rauch sono le nostre speranze ad oggi.

  2. Allora...Pearl e il Texone sono due ottime storie per me. Tex Willer si è difeso molto bene tra speciale e regolare, il Maxi non è stato male, il Magazine interessantissimo e coinvolgente.

    Cosa non quadra o soffre ? La regolare di Tex (non ho ancora letto la Tigre però) non ha dato nelle due annate continuità. L'anno scorso Mefisto ha quasi monopolizzato i dibattiti, idem quest'anno La cavalcata del destino. Essendo io ottimista ho trovato cose buone in entrambe le annate. Comunque dopo 75 anni e con la super produzione odierna è dura avere un livello medio alto costante.

     

    • +1 1
  3. Allora...Letto questo Speciale...Partendo dai disegni devo dire che Piccinelli mi piace sempre molto. Primi piani, dinamismo, intensità. Tanta roba. Forse un leggero calo nelle ultime tavole.

    Passando alla storia...Non sono contrario ai team up (ho letto pochissimo di Zagor), questo albo (idem Bandera) non mi è dispiaciuto. Azione, sparatorie, riflessioni e comportamenti dei personaggi. Storia solida. Forse scontata in alcuni frangenti però affascinante.

    Boselli ha un livello di scrittura importante.

  4. Allora...A differenza di molti il color storie brevi mi piace. Lo trovo utile per testare sceneggiatori e disegnatori ma soprattutto per vedere un modo di scrivere peculiare.

    Comparto grafico...

    Non mi hanno convinto graficamente la storia di Boselli con Pedro Mauro (sia il tratto che la colorazione) e quella di Russo con Alessandrini.

    Più di mio gusto i disegni di Russo nella storia della Contu. Così così gli altri due, cioè Mastantuono e Velluto.

    Globalmente la storia che mi è piaciuta di più è stata quella di Russo(I due volti della legge, l'ultima), che in poche pagine ha caratterizzato 3/4 personaggi e dei rapporti familiari.

    Quella di Boselli ordinaria e scorrevole ma penalizzata dai disegni.

    Quella della Contu piuttosto scontata.

    Quelle di Ruju diverse fra loro.

    La prima è una storia di vendetta con un finale interessante.

    La seconda ci racconta un personaggio storico ai più sconosciuto.

  5. <span style="color:red">13 minuti fa</span>, Leo dice:

    Dopo aver letto La Valle dell'ombra, ho un grande rammarico: il viaggio sarebbe potuto durare di più, e avrebbe dovuto omaggiare TUTTI gli sceneggiatori principali della saga. Perché si stanno omaggiando i 75 anni di Tex, e omaggiandoli si doveva celebrare chi li ha resi possibili. Perché limitarsi allora a Glb e a Sergio Bonelli, cancellando Nizzi? Questi è l'unico grande assente dell'albo (anche i disegnatori principali ci sono tutti, con l'articolo loro dedicato). Anzi, Nizzi c'è, ma in negativo, tramite la sconfessione della sua versione di Zhenda. 

     

    Sarebbe bastato che, nell'inquietante tragitto che Tex affronta, incontrasse magari John Walcott, anche solo per pochissime vignette. E perché no, anche Shane O'Donnell, per compendiare nel racconto non solo le epoche di Glb e di Nolitta, ma anche quelle, altrettanto significative e quindi almeno da menzionare, di Nizzi e Boselli. 

     

    Fatta questa tirata, senza intenzioni polemiche ma solo suscitata dal rammarico che la storia non sia stata più lunga (come avrebbe meritato e perché avrebbero meritato anche Nizzi e Boselli di essere almeno citati, dato il valore anche antologico dell'opera), passo ad alcune impressioni sulla storia. 

     

    Commovente e bellissima. Ripercorrerne le pagine, rivivere le esperienze passate di Tex è stato anche per noi lettori un ideale viaggio nel tempo, nella nostra esperienza di appassionati texiani. Un itinerario nei nostri ricordi, con i nostri sensi sollecitati da quei personaggi che tornavano "in vita" davanti a noi e da quei luoghi iconici come l'indimenticabile collina degli stivali. 

     

    Provavo, durante la lettura, una sensazione di amarezza: Tex sembrava aver perso il duello con Rafael Ordonez, sembrava morto e ormai nell'aldilà o comunque sospeso tra la vita e la morte, a seguito di quella che appariva la sua prima sconfitta. Tex sconfitto. Tex ferito mortalmente. Non potevo crederci, sapevo che le apparenze ingannavano ma ne ero comunque turbato.

     

    Ma il sole sorge, e Tex ne sente il calore. Che strana dimensione era, quella, allora? Le parole, bellissime, di Mah-shai in merito al legame tra lei e Tex, legame che giustifica il suo intervento in favore del ranger, fanno scorgere la via. Per Tex si apre una sorta di Odissea, da percorrere prima del ritorno a casa, o quel viaggio nell'inferno dantesco stupendamente richiamato da @Poe

     

    Ma attento Tex, non ti devi guardare solo dai nemici... e già qui, comincia a montare l'emozione per l'incontro che verrà, un incontro che richiama anche il mito di Orfeo e che è destinato a concludersi con altrettanta amarezza...

     

    Poi il dio anaconda, e Ruby Scott, stavolta sconfitto e poi alleato, destinato proprio come un personaggio dell'inferno a ripetere ogni giorno i suoi misfatti, a "vivere" per sempre in uno squallido saloon e ad affrontare instancabilmente sterili duelli tra morti. Tex ne resta turbato, intimorito quasi, preferisce scappare via da quel paese arcano. E lì, in quella circostanza, il nostro capisce ciò che il lettore già sapeva, e cioè che il cavallo con cui viaggia è davvero il suo Dinamite. Struggente, quella vignetta in alto a pag.111, quando il cavallo comincia a girare in tondo e a nitrire, per l'ultimo saluto prima di correre via per sempre, verso l'orizzonte. Addio Dinamite, superbo personaggio delle nostre letture giovanili (che comunque stiamo rivivendo grazie a TexWiller). 

     

    Poco dopo, l'incontro con Lilyth. La Mesa del Sole, il Pueblo del Sole. Quanto è debole, qui, Tex. Crede di poter sconfiggere la morte, di poter riportare Lilyth a casa. Quella forza d'animo, che sempre durante labsua vita lo ha portato a non arrendersi anche in condizioni disperate, qui gli ottenebra la mente. Non capisce, il nostro, che la possibilità di un ritorno a casa vale solo per lui. Non se ne rassegna, per lui sono solo "sciocchezze". Troverà il modo. Quante volte lo hai detto, che troverai il modo, e poi lo hai sempre trovato. Ma stavolta no, Tex. Stavolta no. 

     

    Ci mette un po' a capire. Quindi, decide di restare. Non esiste più suo figlio Kit, non il Vecchio Cammello, e nemmeno il suo fratello di sangue Tiger. Tex resta lì, al Pueblo del Sole. Ma qui Lilyth diventa "madre" e non più moglie (grazie, @Betta 53, splendida analogia), coccola suo marito/figlio, lo inganna a fin di bene. Torna a casa, Tex.

     

    Come dice Nuvola Rossa, è grazie a quel sogno che il cuore del ranger è tornato a battere; è Lilyth che, letteralmente novella madre, ha ridato vita a Tex una seconda volta, lo ha fatto "rinascere". Perché il suo posto è in Arizona, tra i suoi Navajos. È nelle edicole, tra i suoi lettori. È tra le pareti di Via Buonarroti, a soffiare nel fuoco della fantasia dei suoi autori. Perché abbiamo tutti ancora bisogno di lui.

     

    Grazie, Lilyth. Grazie, Mauro Boselli.

    Bella recensione Leo...Eh sì...Boselli poteva regalare qualche altra pagina per Nizzi ad esempio. Detto questo la storia è stata molto bella. Probabilmente sarebbe stata una scelta più saggia (viste le polemiche 😄) invertire questa storia con La Cavalcata del destino. Però il Bos ha le spalle larghe e forse non si aspettava le polemiche.

    • Grazie (+1) 1
  6. Allora...Finalmente recuperato questo classico. Cosa dire...Partendo dai disegni come non restare colpiti dal grande Ticci. Dinamismo, gli indiani, i cavalli, tutto rappresentato in modo efficace. Passando alla storia...GLB parte con una ricca introduziobe dove i nostri entrano in scena dopo un po'. Il vate mette tanta carne al fuoco tra utes/hualpai e mercanti. Piombo, strategie, scazzottate, incendi, veramente c'è di tutto. Cane giallo è un discreto cattivo, Colter un "normale" farabutto. Diciamo che mi ha acchiappato di più l'azione che il peso degli antagonisti. Forse manca un po' di epicità e di "cuore" ma indubbiamente è una gran bella storia.

  7. Allora...Bello l'esperimento di più disegnatori per una storia celebrativa e surreale. Il "viaggio" di Tex è emozionanate, ogni disegnatore dà un ottimo contributo, Boselli crea un'atmosfera accattivante sfruttando pennelli diversi fra loro.

    Un po' di rammarico perchè il Boss avrebbe potuto rendere ancora più ricco il viaggio.

     

    Originale quella di Giusfredi e Ticci. Un omaggio al grande disegnatore.

  8. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Leo dice:

    Io invece non sono più d'accordo con il me stesso stanco di 10 anni fa. Molte storie di Glb non le ricordavo, e le stavo rileggendo la sera, distrutto da orari lavorativi all'epoca particolarmente impegnativi. 

     

    Nel 2020 ho affrontato una rilettura di Glb, e oggi davvero non potrei ripetere quelle mie parole dell'epoca. ;)

    Io invece sono sempre della mia idea come gusti e stile(Boselli) però ciclicamente ho bisogno delle scariche di GLB...😉😀

    • +1 1
  9. Il 22/3/2013 at 14:56, Leo dice:

    Non avevo mai letto questa storia, ma molta era la curiosità dopo aver letto l'appassionato articolo di Paco nel TWM del giugno scorso.

    Riporto per intero la domanda che Paco pone e si pone all'inizio del suo articolo:

    Pu? il Tex di Gian Luigi Bonelli, per definizione fumetto granitico e spacca tutto, che condensa nelle sue avventure azione a gog?, pestaggi, scazzottate e sparatorie a ripetizione, essere un qualcosa di ulteriore, diverso, più ?profondo??
    Pu? quel Tex presentare storie in cui la psicologia dei personaggi, lo scavo nella loro personalit?, il dramma psicologico, risultano importanti quanto e più della componente avventurosa?
    Pu?, insomma, quel Tex, non aver niente da invidiare ai fumetti più moderni e ?autoriali??
    Indubbiamente la risposta è si!

    Sto rileggendo, sia pure la sera e sia pure a fatica (per il sonno), le vecchie storie di GlB, e per ora posso dire che non ce n'? nessuna che mi abbia soddisfatto appieno. Il suo Tex "granitico e spaccatutto" mi diverte, ma (e qui mi aspetto strali) mi rendo conto che non mi appassiona davvero. Anche storie che mi avevano appassionato da ragazzino, oggi le trovo non più soddisfacenti come una volta (una su tutte, Gilas, ma anche pietre miliari come La cella della morte, Terra Promessa, ecc). Il mio non è un giudizio definitivo, ed anzi vorrei rileggere quelle storie, magari in un momento in cui la mia attenzione possa essere più alta di quella che posso prestare la sera a letto già annebbiato dal sonno e dalle fatiche quotidiane. Vero è che rileggere I Giustizieri di Vegas o Colorado Belle mi d' immensamente più piacere che rileggere la Cella della morte, che trovo insopportabilmente allungata. E non ne faccio neanche una questione di "datazione" della storia: Caccia all'Uomo o El Muerto sono altrettanto datate, eppure le adoro. Lo stile di Nolitta mi è molto congeniale, quel Tex più umano (i cui esiti sono meno scontati quindi di quelli di GlB) mi intriga e mi incuriosisce di più, lo sento più vicino. In questo non posso non dirmi d'accordo con l'intervento di Pippo scritto qualche post fa su questo stesso topic, e probabilmente Zagor come eroe mi sarebbe forse più gradito se solo non sconfinasse così spesso nell'inverosimile e addirittura nella fantascienza.

    Questa lunga premessa per dire che La Sconfitta conferma e smentisce al contempo le mie sensazioni, e quindi già per questo è molto particolare: storia al solito divertente nel linguaggio (ma questo tipo di divertimento non mi basta più), si eleva di molto nel finale.

    La conferma sta nel fatto che la storia si eleva con l'intervento di Nolitta, e con il suo suggerimento sulla sconfitta di Tex.

    La smentita sta nel fatto che i personaggi (interamente GlBonelliani) di Keno (che è splendido nelle sue remore morali), Sahuara (personaggio epico) e del vecchio Baker (una mente già probabilmente malata colta da delirio di onnipotenza nel più tragico momento che possa vivere un padre) sono, pur nell'estrema sintesi e asciuttezza delle loro parole e dei loro pensieri, caratterizzati psicologicamente in maniera perfetta, drammaticamente perfetta, e qui non posso non essere d'accordo con Carlo Monni quando parla di psicologie ben scavate e azzarda un paragone con Shakespeare.

    Credo che GlB abbia avuto il grandissimo e insuperabile merito di aver creato il personaggio e il suo mondo, ma credo che le storie più belle non siano state scritte da lui. Amo lo stile di suo figlio, di Nizzi (pur così vicino al suo), ovviamente di Boselli (per il quale ho una predilezione assoluta). Lo stile di Bonelli padre, oggi, mi appassiona poco. Ma storie come La Sconfitta mi fanno ricredere. Mi smentiscono. E, ovviamente, non posso che esserne felice.

    Concordo su molte cose Leo. Ogni tanto leggo (e rileggo) GLB. Sono dialoghi freschi, essenziali, in alcuni momenti divertenti, schietti. C'è tanta azione. Alcune volte mi basta, altre no. In questa storia ci sono anche personaggi di contorno incisivi, c'è un bel cattivo.

    Gli preferirò sempre il Bos però GLB ciclicamente lo devo leggere.

    • +1 1
  10. Allora...Il marchio di GLB con i dialoghi, l'azione e il saper far "respirare" i personaggi. Galep che tratteggia sapientemente Ruby Scott, mezzosangue che batte Tex in duello usando un trucco. Poi solita storia di prepotenti, di figli stupidi e viziati. Forse GLB tira un po' via la fine del vecchio Baker però tra Ruby ed i dialoghi il bicchiere è ampiamente mezzo pieno.

  11. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Visto che si stanno ritrovando cose impensabili negli archivi...  SE esistono ancora le tavole originali, e SE Galep ha disegnato le facce di Tex su foglietti incollati sopra (anche per far prima, riutilizzando più volte la stessa faccia fotocopiata), sarebbe bellissimo vedere pubblicata "la caccia" nella versione originale disegnata tutta da Muzzi. Ecchisenefrega se la faccia "non assomiglia", sarebbe in ogni caso meglio delle facce di Galep incollate sopra...

    Ah...Ecco perchè c'è questa sproporzione tra faccia e corpo a volte.

  12. Allora...Ci sono i pards in puro stile GLB. Dialoghi asciutti, taglienti, poi li vediamo in versione piromani ed infine non mancano duelli, pestaggi e pallottole per tutti.

    GLB ci mette anche qualche personaggio di contorno (la proproetaria della pensione ad esempio) ma il fulcro sono Tex (soprattutto) e Carson.

    Disegni così così...A volte in alcune vignette ci sono un po' di sproporzioni tra testa e corpo. Galep e Muzzi con qualche sbavatura che però non incidono molto su una storia dinamica e diretta.

  13. <span style="color:red">23 ore fa</span>, juanraza85 dice:

    Ho già detto più volte in passato come non mi entusiasmino i team-up tra personaggi di fumetti differenti, seppur in qualche modo affini, e lo speciale di due anni fa, per quanto in sé tutt'altro che sgradevole, ha confermato in toto la mia impressione (Zagor ne esce piuttosto snaturato, poiché a mio avviso troppo "riadattato" nel fisico e nei modi al mondo di Tex).

     

    Di conseguenza, non nutro aspettative troppo diverse per questo nuovo capitolo, anche se devo confessare di trovare interessante il fatto che possa di fatto costituire un prequel per quel capolavoro che è La grande invasione.

    La grande invasione meriterebbe un'edizione speciale...

  14. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Augustus McCrae dice:

    Storia che all’epoca scatenò uno spaventoso flame :help:, soprattutto nel mese intercorso tra il primo e il secondo albo, che portò ad una “auto-sospensione” di @borden che se ne andò sbattendo la porta stanco delle critiche, invero ripetute “a disco rotto”, di alcuni forumisti (aveva ragione Vico, la storia si ripete).
     

    Sullo (scarso) merito della diatriba, che occupa la maggior parte della pagine del thread, non mi esprimo, preferisco parlare della storia, che a me è piaciuta molto a livello di sceneggiatura ed ha fatto impazzire a livello di disegni, ora proverò a spiegare perché.

     

    - Tex e Carson sono dannatamente in parte e la loro gestione del Giudice Bean l’ho personalmente trovata ottima. Non ho visto “deferenza” nel primo albo, più l’assecondare con ironia uno svitato salvo bloccarlo in maniera decisa ogni volta che le sue stramberie rischiano davvero di fare danni, ma allo stesso tempo ho visto il “rispetto affettuoso” per la sua folle cotta per l’attrice.

     

    - Il personaggio Lily Langtry, che poteva “zuccherare” la storia, è gestito dal Bos con sapienza, e il sogno finale è un tocco delicato ed ironico azzeccatissimo.

     

    - C’è un sacco di azione, e anche se gli avversari non sono forse dei pesi massimi sono davvero tanti e Moon in particolare è sgusciante come un serpente.

     

    - Frisenda. Frisenda. Frisendaaaaa! Se non sono bastati Ken Parker, Magico Vento e Patagonia questa prova è un altro motivo per amare Frisenda.

     

    Come sempre strepitoso nel gioco dei bianchi e dei neri, delle ombre e delle luci, guardi le sue tavole e senti la polvere in gola, vedi gli insetti che svolazzano intorno ai bandidos sudati, le pallottole che trapassano i corpi portandosene dietro un pezzetto.

     

    In questa occasione, il suo West non è pulito, non è quello dei film classici, ma non è nemmeno quello scanzonato e iperbolico degli spaghetti western, di Tarantino (regista che amo incondizionatamente) o Lansdale (di cui Frisenda in seguito illustrerà una storia di Deadwood Dick), quanto piuttosto quello del capolavoro “Gli spietati” o della serie TV “Deadwood”. Realistico, sporco, polveroso, violento ma non eccessivo.

     

    Mi manca Frisenda, dov’è Frisenda? (avevo letto da qualche parte che stava disegnando per la Bonelli una riduzione del “Deserto dei tartari” di Buzzati, spero sia vero).

     

     

    In sintesi: ottima storia, fantastici disegni, una pacchia.

     

    P.S.

    Ho anche la versione cartonata “costa rossa” a colori e, nonostante uno sforzo apprezzabile in fase di colorazione, a mio avviso i disegni ne risentono. Se avete perso la versione in B/N tra pochi mesi sarà possibile ritrovarla in Tutto Tex.

     

    Anche io entrambe le versioni e concordo. Perchè quella in b/n è spettacolare.

    Comunque non ricordo la diatriba...Forse scrissi solo il commento senza tornare indietro con la discussione.

  15. <span style="color:red">4 ore fa</span>, Diablero dice:

    Leo, ti devo correggere: GL Bonelli non è che scriveva "soggetti non ben definiti", non li scriveva proprio...  :laugh:

     

    E devo dire che è una delle caratteristiche che rendono le sue storie così varie e poco prevedibili: tu SAI che Zanna Bianca è "un personaggio interessante", così PREVEDI che avrà una grande importanza, così come sai che Tex essendo il protagonista deve apparire entro tot pagine, e la storia deve seguire la falsariga di tutte le storie di questo tipo, COME DICE NIZZI secondo cui "sono tutte uguali".

     

    E invece GL Bonelli se ne fregava. Non faceva le storie con il bilancino seguendo sempre lo stesso schema. improvvisava. A volte la storia riusciva meglio di altre volte, ma in ogni caso, non potevi prevedere che un personaggio sarebbe stato importante solo perchè "in qualunque fumetto" sarebbe stato importante...

    La mia copia deve essere fallata, manca il pezzo in cui Tex si cala le braghe e rimane in mutande chiedendo scusa, così come quello in cui si fa salvare dalla persona che è andato a salvare, o o quello dove il suo intervento peggiora la situazione per tutti...

     

    È incredibile come, dopo tutti questi anni, ci sia gente che ancora non ha capito (o fa finta di non capire) cos'è una "nizzata", e pensa che sia semplicemente non far sempre vincere l'eroe in ogni pagina (cioè, confonde lo scrivere BENE una STORIA e lo scrivere una PARODIA)

     

    Devo ricominciare a spiegarlo per la centesima volta? Servirà stavolta? Se stai solo facendo finta di non aver capito dimmelo così almeno risparmiamo al resto del forum la solita solfa con spiegazioni di cose arci-note ed evidentissime a tutti gli altri...

    Diablero, diablero, diablero...Non ergerti sempre a professore. Tex viene fregato due volte. Ci può stare e anzi mi piace sempre il lato "umano" dei nostri pards in primis Tex. Se naturalmente a mio parere c'è un filo logico, un modus operandi, una dinamica a mio parere costruita bene.

    Non tutte le volte quando i nostri pards sono fregati mi aggradano. Le analizzo ogni volta con il mio punto di vista (con tutti i limiti) e le valuto anche e soprattutto all'interno della storia.

    Ti prego risparmia a me un'altra lezione non richiesta.

    Sei molto interessante nelle tue analisi tranne quando vuoi fare il professore secondo me.

    <span style="color:red">2 ore fa</span>, Grande Tex dice:

    Il che però é necessariamente un tipo di scrittura che puo' risultare spesso non bilanciata e qualcuno puo' non gradire.Non é il mio caso ma a qualche lettore questo " sbandamento" va a infastidire

    É vero

     

    C é una differenza tra " Tex viene fregato" e " Tex fa una figuraccia" come spesso succedeva in Nizzi

    Il problema é che spesso , proprio con le sue storie,questa distinzione non si fa( nel senso che il giudizio su alcune storie viene falsato da ALTRE storie sempre scritte da lui) 

    Appunto...Ci sono molte sfumature di "fregatura", "figuraccia". 

    Poi si analizzano singolarmente e all'interno della storia che è stata costruita.

  16. Il 21/3/2013 at 12:32, Leo dice:

    Io mi chiedo a che pro introdurre un personaggio interessante come Zanna Bianca, un bianco a capo degli indiani, se poi deve fare poco più che la comparsa in un finale peraltro buttato via davvero malamente. Storia che io, a differenza di Sam, non rivaluterei. In questa storia a mio parere è ben visibile (come in tante altre) quanto afferma Nizzi in Tex secondo Nizzi: quando parla di GlB, afferma che i soggetti di Bonelli padre qualche volta avevano delle falle, aggiungendo che la cosa può capitare in un narratore fluviale come lui, che non scriveva soggetti ben definiti ed anzi, come lo stesso GlB ammetteva, erano i personaggi nel corso della storia a dirgli dove andare e cosa fare. In questa storia il soggetto era buono, ma Zanna Bianca è stato buttato via in una sceneggiatura che brucia e si brucia troppo rapidamente. Una scena però mi è rimasta impressa: Tex chiede ad un fuorilegge impaurito se voglia una sigaretta. Quello, un p? rassicurato (perchè ha paura che Tex lo meni), l'accetta e se l'accende, ma non ha fatto la prima tirata che già un formidabile pugno di Tex lo mette al tappeto facendogli ovviamente cadere anche la sigaretta. :DRiguardo a Letteri, era in un periodo il cui stile non mi è particolarmente gradito. Il Letteri Grande e Definitivo sarebbe venuto dopo.

    Sì...Concordo...Personaggio poco approfondito Zanna Bianca. Alcuni dialoghi e scenette sono splendide. Poi Tex beffato due volte in poche pagine lo rende molto molto umano. Essendo GLB non ci sono molte polemiche 😉

    Comunque globalmente storiella scorrevole.

  17. Allora...I disegni di Letteri mi mettono sempre di buonumore e mi riportano alla mia giovinezza di lettore. Non ci sono cinesi ma Letteri è sempre accattivante con il suo tratto "semplice". Passando alla storia vediamo un Tex gabbato due volte (fortunatamente opera di GLB altrimenti sai quante polemiche ;) ), un rivale (Derek) ostico nella sua semplicità, dialoghi sfiziosissimi, ed in generale una storiella forse poco approfondita ma scorrevole.

  18. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

     

    La parte di Kit, Carson in solitaria, la bella figura dello sceriffo McKay, lo stesso personaggio di Alan Foster: è una storia western con bei personaggi e bei dialoghi.

     

     

    Ti dirò che non capisco proprio chi sconsiglia la storia pur non avendola letta. Diverso è l'atteggiamento di sfiducia di chi non ama il disegnatore e decide lui, per sé stesso, di non affrontare la storia. Qui posso capire la posizione, ma si rischia comunque di non leggere una storia che potrebbe piacere e risultare quindi soddisfacente.

    Concordo Leo...

  19. Purtroppo da un po' si è persa la funzione dei voti.

    Non è per una voglia di "giudizio" ma secondo me è utile per avere e dare una bussola (parziale) ai lettori.

    Per recuperare le vecchie storie io guardavo il sondaggio sul forum. Poi la leggevo, votavo, scrivevo la mia e consultavo i pareri degli altri.

    Questo secondo me aiuterebbe i vecchi lettori che non hanno letto tutte le storie e darebbe un'indicazione sugli albi in edicola.

    Ad esempio ad oggi sul Maxi di Ruju/Diso dove siamo, leggendo i commenti, ad un 70/30 tra i pro e i contro.

    Però con il vecchio metodo sarebbe più immediata la consultazione.

  20. Allora...Al netto delle tavole di Diso (artista che non mi aggrada molto) dove ce ne sono alcune belle, altre così così ed altre indigeste, questo maxi di Ruju mi è piaciuto. Basi classiche(vacche, allevatori, zappatori, boss locali, indiani, cacciatori di taglie), molti personaggi, sparatorie, dialoghi texiani.

    Storia che scorre bene, Ruju dà spazio anche a Kit Willer, non nasconde Carson e al massimo forse trascura Tiger.

    Comunque prova secondo me valida dopo qualche scivolone.

    Il 29/10/2023 at 10:22, Leo dice:

    CONTIENE SPOILER

     

    Le prime tavole sembrano proporre la solita storia di una faida tra due famiglie confinanti, a cui poco dopo si aggiunge l'elemento dei ladri di bestiame: due temi classici, che forse non sono estranei alla destinazione di questa sceneggiatura su un Maxi. Pensateci bene: da quant'è che sulla regolare non leggiamo una storia classica, una storia western old style? Forse, tali tematiche sono considerate talmente demodé da non poter più trovare asilo tra le pagine del mensile, e allora ecco che interviene il nostro bel Maxi, per giunta disegnato anche lui da un artista demodé, non fosse che per gli anni sul groppone, ad accogliere a braccia aperte questi "scarti di produzione".

     

    Più tardi, al "festival dell'ordinaria amministrazione" si aggiunge anche, del tutto avulsa peraltro dal resto della storia, la scena del regolamento di conti nei confronti di un baro, con l'unico elemento inconsueto nel protagonista di questa che resta tutto sommato una bella parentesi, Kit Willer al posto del già notissimo baro Tex.

     

    Il ritorno sui binari principali di questa avventura è cupo, con la morte del giovane figlio di Alan Foster: un uomo, quest'ultimo, tutto d'un pezzo, un duro e anche uno dei due contendenti della faida, quello tuttavia destinato a giocare la parte del "buono" agli occhi del lettore: la morte di suo figlio colpisce quindi, sia per le modalità con cui avviene che per le successive scene originate da questa giovane vita spezzata: la madre distrutta dal dolore e i sensi di colpa del cowboy Dixon, uno degli uomini di Templeton. Più volte Ruju indugerà sui rimorsi di quest'uomo, rimorsi che avranno un risvolto concreto nel finale.

     

    Nel frattempo Templeton, l'altro contendente, esce allo scoperto assoldando la posse di Cougar, protagonista di una bella parte in occasione dell'uccisione del ladro di bestiame Corrigan: sorridente, gioca al gatto col topo in maniera spietata e poi si fregia con Tex di stare dalla parte della legge. A proposito di legge, altrettanto riuscita è la scena della deposizione dello sceriffo McKay, anch'essa ordita dall'anima nera Templeton. E sempre a Templeton è legata un'altra bella sequenza, quella in cui Carson (che bello vederlo agire una volta tanto senza Tex!) va a parlargli in tutta franchezza di quello che potrebbe accadere se il ranchero si mettesse contro i pards. 

     

    Il gran finale, in cui i vari nodi di questa avventura si sciolgono, l'ho trovato sbrigativo e un po' confusionario, non all'altezza del resto della storia. Non tale tuttavia da compromettere la riuscita di quest'albo, che con le sue tante belle sequenze e il suo ritmo frenetico si aggiunge ad una ormai nutrita schiera di bei Maxi scritti da @PRuju, che qui cito appositamente per fargli pervenire i miei più sentiti complimenti per l'ennesima bella prova su questa pubblicazione.

     

    Già, il negletto Maxi. Disegnato spesso da Diso e Cossu. Eppure i loro Maxi, grazie soprattutto alla penna di Ruju (ma anche Nizzi e Manfredi non se la sono cavata male), sono stati tra le cose più belle lette negli ultimi anni, e credo di non esagerare se dico che mi sono piaciute moltissimo storie come Il Ponte della Battaglia, Caccia a Tiger Jack, Dopo la Tempesta, Il Boss di Chicago. Storie ordinarie, d'accordo, ma scritte bene, texiane, senza fronzoli o grandi velleità ma comunque oneste, robuste, solide, appassionanti. Le storie vanno lette per essere giudicate. 

     

    Certo, la pregiudiziale sui disegni la capisco. Ma a parte il fatto che anch'essi mi sono parsi tutto sommato adeguati, a mio parere resta apprezzabile una casa editrice che non lascia a terra nessuno, che trova sempre un posticino per coloro che meritano riconoscenza per quanto fatto in passato, che hanno contribuito anch'essi, nel loro piccolo, a mandare avanti la baracca di questo piccolo miracolo italiano. E se il maestro Diso, con tutta la sua veneranda età, non vuole saperne di andare in pensione, e trova ancora autori disposti a scrivergli belle storie e curatori a pubblicargliele, ebbene sappia che trova anche lettori pronti a sciropparsi quei gloriosi e stanchi segni, con affetto e - storia permettendo - gusto.      

    La parte di Kit è stata sfiziosa. Ha miscelato bene gli ingredienti Ruju (forse un po' di spazio in più a Tiger sarebbe stato gradito), poi la storia ordinaria e/o classica se scritta così è godibilissima.

    Il 26/10/2023 at 13:55, Leo dice:

     

    Gli ultimi maxi con Cossu, entrambi di Ruju, non sono stati affatto male. Io ne consiglierei la lettura invece.

     

    Circa la vendetta, sarà che è un sentimento che non mi appartiene, però rendi un pessimo servizio alla SBE (nei confronti della quale personalmente ho sentimenti di gratitudine e non di vendetta) non rendendone uno buono neanche al potenziale lettore, che potrebbe apprezzare, come è accaduto a me, anche gli ultimi vituperati Maxi di Ruju-Cossu e Nizzi-Torti. Ma anche quelli di Manfredi qui furono apprezzati da molti. Quindi, consiglio non richiesto, meglio se ti fai i fatti tuoi :D

    Eh sì...Capita che quelli sconsigliati da qualcuno (letti o non letti) possano essere consigliati da altri.😄

    • +1 1
  21. Il 10/9/2023 at 00:45, Diablorojo82 dice:

    Allora...Dopo una prima lettura (a domani la seconda) devo ammettere che la storia è stata intensa.

    I ricordi, il punto di vista di Lilyth, le evocative tavole di Villa, gli eventi atmosferici, i tocchi alla GLB. Il Boss ha messo tanti ingredienti così da non rendere sterile questo ennesimo ritorno di un "cattivo" (ed in questi mesi ne abbiamo visti).

    Allora riletto Il giuramento e riletta La cavalcata nel cartonato di Villa in b/n.

    Cosa dire dopo qualche pagina di polemiche/confronti...

    Il Boss non lascia nel limbo i due butterati e con il loro recupero (che ci può stare anche se avevano poche possibiltà) certifica che con Il giuramento Tex si è vendicato in tempo reale solo con Teller (e Tucker), in differita con Brennan(by GLB) ed in differita con i due butterati (e la lancia si spezza in modo simbolico per la vendetta compiuta in relazione ai due big Brennan/Teller).

    Si può fare per me ma non lo avrei fatto. Detto questo la Cavalcata è una tipica storia di Boselli con personaggi collaterali ben tratteggiati, è un omaggio a certe trovate di GLB(vedi il teschio), è il tentivo di emozionare (sogno di Tex), è il tentativo di coinvolgere (il tornado e le apparizioni di Lilyth e dei navajos uccisi).

    Sarà merito delle meravigliose tavole di Villa ma ne ho trovate di cose buone in questa storia.

    Però concordo sull'incipit discutibile e trovo comprensibili tante riserve evidenziate.

    • +1 1
  22. Riletta in occasione del discusso (eufemismo) La cavalcata del destino, confermo la bellezza di questa storia. Vignette e scene memorabili(quelle sulla tomba di Lilyth), un finale gustosissimo (e macabro), dialoghi frizzanti e molta azione.

    Solo un paio di cose non mi hanno convinto : Tex che "molla" Brennan a causa di una ferita di poco conto e il disinteresse dei due cattivi per la sorte di Tex.

    Due piccoli difetti per una gran bella storia.

    Boselli voleva omaggiarla e ha recuperato i responsabili di secondo grado dell'epidemia (i principali sono Brennan e Teller naturalmente).

    Scelta discutibile e tirata per i capelli (uno sembra spacciato e l'altro ha poche possibilità).

    Così facendo alla fine Tex non solo ha perso Brennan nel primo tentativo ma anche i due scagnozzi di secondo livello.

    Quindi GLB ha fatto fallire una parte della caccia e Boselli, anni dopo, ha chiuso il cerchio del "fallimento".

    Scandalo? Eresia? Vergogna?

    Non esagererei...Diciamo che con l'ultima vignetta poteva essere tutto finito.😅

  23. Allora...I punti forti di questi tre albi e di questa storia sono i disegni di Gomez(splendidi) e il personaggio di Raza (affascinante). Però globalmente questo trittico soffre per me della bellissima storia precedente(di cui ne è in  parte il seguito) e di forse uno sbilanciamento. Approfondimenti ed "calma" nei primi due albi, chiusura e subito al sodo nel terzo.

    Forse è stata una mia impressione.

    Comunque siamo sempre su livelli validi.

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