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Diablero

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Diablero

  1. Diablero, ti ringrazio! Prego!
  2. Non esageriamo, nella prima pagina si vedono i forzati che si mettono a sedere sulle brande (senza inquadrare i piedi), NON che balzano subito fuori dalla cella, nella seconda Decker è GIÀ fuori dalla cella, è ovvio che è passato del tempo, tempo sufficiente per infilarsi le scarpe... Su Tex che spiega continuamente tutto a Carson, avevo già citato il fatto che Rauch tramite i dialoghi spiega la stessa cosa più volte. Anche se lo fa "abbastanza" bene, la necessità di spiegazioni ripetute come queste è un annosa questione. Da una parte appesantiscono la lettura, fanno sembrare Tex pedante e Carson scemo, dall'altra, se non spieghi una cosa MINIMO tre volte, poi sui social trovi i post della gente che chiaramente non ha capito una mazza. La mia opinione? Che troppi autori Bonelli (non il bos, per fortuna, e infatti viene criticato per le storie "troppo difficili") si preoccupano troppo delle critiche sui social sui "buchi di trama" (presunti) e cercano di evitarle spiegando troppo, e dovrebbero invece preoccuparsi di più di fare storie appassionanti. Non importa quante volte spieghi una cosa, ci sarà SEMPRE qualcuno che non la capisce (principalmente, perchè in realtà non siamo creature razionali, se ci mettiamo in testa un idea poi alteriamo la nostra percezione della realtà per confermarla, e farlo con un fumetto dove siamo noi in realtà ad immaginare gli eventi basandoci su qualche segno su una pagina, è facilissimo), quindi cercare di spiegare tutto più volte per far sì che nessuno possa non capire è una follia, annoi la maggior parte dei lettori e comunque quelli che non capiscono non li puoi eliminare. D'altra parta, io mi ricordo che da bambino trovavo affascinanti le storie in cui non capivo tutto. Leggendo i primissimi albi Marvel ero affascinato dai riferimenti a personaggi che non conoscevo e a storie che non avevo letto. E credo fossero emozioni condivise dalla maggior parte dei lettori dell'epoca (d'altronde, cos'è più interessante e affascinate, un mistero o la sua soluzione? Vedere il finale del Trono di Spade per una dimostrazione plateale...). E non è un caso che uno dei miei "cattivi" preferiti su Tex sia Mitla, di cui non ci viene mai spiegato NULLA, non sappiamo nemmeno perchè voglia vendicarsi, cosa gli sia successo, chi sia, da dove viene, nulla. (e spero che rimanga così, se uno sceneggiatore di Tex mai avrà la balzana idea di andarci a spiegare le sue "origini" lo vado a cercare una notte di luna piena...) La fiction che consumiamo negli ultimi decenni è stata molto banalizzata, tutto deve essere spiegato nei minimi dettagli (non solo i fumetti, penso soprattutto alla TV, dove per esempio negli adattamenti dei cartoni animati giapponesi per Mediaset c'erano indicazioni di eliminare dai dialoghi tutti i "se" e i dubbi o le incertezze, affinché lo spettatore non dovesse mai avere dubbi o porsi domande), e quindi può anche essere che un pubblico abituato ad avere tutto spiegato subito adesso non sopporti di non sapere. Può essere. Ma non credo che sia così. Non si spiegherebbe il successo di storie basate su misteri non spiegati per anni, tipo il già citato Trono di Spade o Harry Potter. Credo invece che siano i social a spingerci a fare i puntigliosi maestrini dalla penna rossa, sempre in cerca di qualcosa da indicare come "errore" per far vedere che siamo più intelligenti degli altri. Ma poi, alla fine, credo che anche quello che poi riempie i social di liste di "non ha spiegato questo, non ha spiegato quello", in realtà poi si diverte di più a leggere una storia che scorre bene, anche se magari non capisce tutto, piuttosto che un enorme massa di spiegoni ripetuti più volte... Detto questo, e tornando alla storia... Rauch viene da Zagor, testata dove attualmente c'è un livello di "spiegazionismo" eccessivo e spesso fastidioso (in uno degli ultimi che ho letto diverse pagine erano dedicate a spiegare come faceva Zagor a sfrondare un tronco d'albero...), spero che con il tempo si "disintossicherà" da queste brutte abitudini, almeno su Tex...
  3. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Invece a me la presenza di vecchi amici di Tex mai visti prima non ha mai dato il minimo fastidio. Forse anche perché sono un lettore d'altri tempi (ma Carlo mi sa che non è molto distante dalla mia età, quindi non vuol dire...), con meno ossessiva continuity, e l'arrivo di personaggi nuovi che i protagonisti già conoscono è sempre stato un caposaldo della narrativa seriale (è l'unica maniera di introdurre in fretta un personaggio simile quando serve: ma vi immaginate se Frank Miller avesse dovuto far incontrare Daredevil ed Elektra in Daredevil 168 anche in fiction, svelando di colpo il grande amore della vita di Matt sin dai tempi della scuola... mai visto nè citato prima in 20 anni di storie? O quando Mefisto di punto in bianco si ricorda che ha un figlio, dovevano farcelo vedere in fasce? Un sicuro vantaggio è che comporta meno contabilità, e meno rischio di errori: se ogni volta lo sceriffo cambia, vuol dire che cambia, punto. Ma se rimane lo stesso, tranne una volta, come nel caso citato da Carlo, diventa un errore... fra l'altro il controllo dei nomi e delle facce degli sceriffi lo dovrà fare borden, sottraendo tempo allo scrivere! (ma mi sa che non gli pesa troppo, visto che ha iniziato lui... ) Concordo con Laredo sul livello delle caratterizzazioni nel texone, io non mi ricordavo di nessuno di quei personaggi, manco dello sceriffo, ma dopo aver riguardato le storie citate in questa discussione, anche se è una simpatica curiosità... non ha aggiunto nulla alla tensione e al "pathos" del racconto. Sono bastate quelle poche pagine per renderli "veri" e quindi far ""sentire" al lettore il colpo della loro morte. Ma questa ottima caratterizzazione non si limita a loro. I 3 fratelli logan sono diversissimi, e anche i membri della loro banda sono ben distinti, dal ragazzino che viene lasciato andare da Tex, a quello che crede di essere l'unico a conoscere la zona. E persino gli indiani, che discutono e non si fanno gabbare dalle "doti di attore" di Carson... (che differenza con i 50 indiani senza faccia e senza nomi dell'ultima storia di Nizzi nella serie regolare, che attaccano a testa bassa senza l'ombra di un piano per tutta la storia) E persino i 4 pards, mostrano benissimo in questa storia carattere e differenza. Tiger è probabilmente il più "sacrificato", visto che appare solo nell'ultimo terzo dell'albo e non si infiltra fra i messicani come Carson e Kit, e forse per questo Boselli nelle poche pagine che ha per lui enfatizza molto gli aspetti che lo hanno sempre caratterizzato: il fatto che fra i pards è quello che meno "perdona" (gli altri avrebbero lasciato andare Alamito, lui no), il senso dell'onore, e anche nella scena della testa mozzata, discussa anche troppo prima. Ma che dire di Carson e dei battibecchi con Tex? Negli ultimi decenni, forse sull'onda dei film action anni 80, sono diventati onnipresenti i protagonisti che sdrammatizzano ogni situazione con battute divertenti. Al cinema può funzionare (anche se spesso anche lì è fastidioso) perché hai meno tempo per ragionarci su e sei un fruitore molto più passivo, ma nel fumetto di solito questo tipo di dialoghi, invece di essere un alleggerimento, appesantiscono terribilmente la lettura nella loro artificiosità. Quando vedo applicato questo tipo di dialogo a Tex e Carson, suona "sbagliato", il loro battibecco continuo non è questo. È la familiarità di due amici che amano scherzare e magari sfottersi bonariamente, ma senza nascondersi i rischi che incontrano. Carson non è il mangione fifone in cui è stato ridotto in certe storie dell'ultimo Nizzi (OK, adesso dopo il suo ritorno devo cominciare a dire "penultimo"). Carson è incosciente e si butta nei rischi esattamente come Tex (anche più di Tex, quando si lascia andare a rischi inutili come il nominare sè stesso e Tex con i messicani). Tex quando era felice con la moglie e un figlio per qualche anno ha smesso di fare il giramondo e si era accasato. Carson avrebbe anche una donna (ma probabilmente più d'una) e una figlia (anche qui, probabilmente più d'una...), ma preferisce ficcarsi nei guai con gli altri pards. Anche se ha più di dieci anni più di loro! Altro che "vecchio saggio", Carson è il più incosciente di tutti! Questa storia mostra benissimo il lato... teatrale di Carson, sia quando racconta storielle e fa battute con gli indiani che vogliono torturarlo, che quando fa finta di essere stato catturato per ingannare gli Apaches (che non ci cascano, con suo grande smacco). Oppure quando "gioca" con i messicani, nella scena che ho già citato prima. Carson è guascone, buffone, teatrale e gioca con il suo "personaggio", fa previsioni pessimistiche e tetre, ma poi si butta lo stesso con gli altri, e non lo fa malvolentieri ma con entusiasmo: il suo pessimismo è uno spettacolo per gli altri. Come meravigliarsi che sia anche quello che ha più successo con le donne? OK, non sto a fare una filippica simile per Tex e Kit, ma potrei farla. Villa è come sempre spettacolare per la spettacolarità dell'azione e la "fisicità" dei corpi, ma qui, finalmente alle prese con una sceneggiatura lunga di Boselli, dimostra quanto sia abile anche a rappresentare emozioni, atteggiamenti, espressioni. I suoi personaggi "recitano" davvero come attori, con i movimenti, con l'espressione, con un sottile sorriso o una goccia di sudore. Spero di vedere presto altre storie di Boselli e Villa: non pensavo che l'avrei mai detto, ma un "narratore per immagini" simile, è sprecato a fare copertine...
  4. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Accidenti che memoria che avete! Io ero ancora rimasto ai tempi in cui ogni volta si incontravano sceriffi diversi e finita l'avventura non me li ricordo più... Più che gli "avvistamenti" più recenti dei vice, mi fa impressione il fatto che nel 1994, mentre scrive quella che per quello che ne sa potrebbe essere l'unica storia di Tex, Boselli si preoccupi di mettere a Tucson lo stesso sceriffo che c'era in una storia di G.L. Bonelli del 1978 (sapendo benissimo che Bonelli non l'avrebbe fatto, si sarebbe inventato un nuovo sceriffo e via) Mi chiedo se borden non abbia da qualche parte uno schedario con tutti gli sceriffi, i ristoratori, i dottori e gli stallieri mai apparsi nelle storie di Tex, suddivisi per città e periodo storico... Poi, scopriamo che dal 2002 infila le facce dei vice in ogni storia ambientata da quelle parti, in preparazione del momento in cui il Texone di Villa sarà finito (se sarà finito...) e verranno ammazzati... senza che poi la maggior parte dei lettori (suppongo) si renda conto di tutto questo... (come dicevo, io non mi ricordavo nulla) Bisognerà fare i volumi con le annotazioni al Tex di Boselli, come quelli del Lega Degli Straordinari Gentleman...
  5. Diablero

    Il prezzo degli albi di Tex

    Bisogna tenere conto che oggi, l'aumento di spesa per seguire Tex non `e dovuto solo all'aumento di prezzo, ma anche all'aumento del numero di uscite. È un aumento quadratico. Domanda: quanto dovrebbe spendere oggi, per proseguire la sua "collezione completa di Tex", un lettore in un anno? Facciamo i conti: 12 albi della serie regolare = 3,90 x 12 = 46,80 Euro 12 albi di Tex Willer + 1 speciale: 3,20 x 12 + 6,90 = 45,30 Euro 1 Texone da 8,90 Euro 2 Color Tex da 6,90 Euro = 13,80 Euro 2 Maxi Tex da 7,90 Euro = 15,80 Euro 2 cartonati formato "francese" da 9,90 Euro = 9,90 x 2 = 19,80 Euro 1 Tex Magazine da 7,50 Euro (e non sto considerando copertine variant, limited, ristampe in albo e in volume, allegati, giochi e ciarpame vario) Il totale è di circa 160 Euro all'anno, cioè 13,33 Euro al mese (e questa è una media, se il lettore va in edicola una volta al mese a prendere la serie regola e "già che c'e" si prende anche gli altri usciti, gli può capitare di pagare 20 euro in una botta) È questa la cifra da paragonare alle 200 lire di una volta. E paragonare poi alle retribuzioni. Il vero incremento di prezzo del mantenimento di una "collezione di Tex" si deve moltiplicare quasi per quattro rispetto al semplice prezzo di copertina. Vogliamo parlare del posto che occupano? Ad occhio e a spannazza, gli albi elencati sopra occupano quasi 40 cm di scaffale. uno scaffale da 80 cm (un modulo tipico per librerie) lo occupi in 2 anni. In 10 anni ti serve una nuova libreria (per fare un paragone, i miei vecchi Tex stanno in quasi 100 in un modulo da 80 cm, cioè per riempire uno scaffale ci volevano 8 anni... (qui c'è sempre qualcuno che dice "ma vuoi che qualcuno smetta per problemi di spazio?", ed è giusto arrivata la testimonianza di Virgin di ieri. Se un texiano come Virgin si è dovuto arrendere per lo spazio, quanti "comuni lettori" l'hanno fatto? (io personalmente ho finito lo spazio da un pezzo, ogni fumetto che entra in casa deve prendere il posto di un altro fumetto che rivendo su ebay, per fortuna ho un sacco di fumetti da rivendere prima di arrivare ai Tex...) Per questo per me il problema principale non è tanto il prezzo del singolo fumetto, ma QUANTI FUMETTI VENGONO PUBBLICATI. Anche perchè aumentando la produzione la qualità media tenderà a calare, finiti gli autori che hai devi aggiungerne altri magari non adatti... E mentre sul prezzo di vendita di un fumetto non possiamo dire niente (non sappiamo quanto sia costato produrlo, stamparlo, distribuirlo, quindi non sappiamo se un aumento è una bieca speculazione o una dolorosa necessita), sul NUMERO DI ALBI PUBBLICATI possiamo dire subito una cosa: "ma valeva la pena comprarlo?" Purtroppo, si è diffusa la mania di paragonare i fumetti alle pizze (una follia, poi per forza si fanno scelte sbagliate, se pensi che il concorrente del tuo albo da leggere da solo in casa tua debba concorrere con l'uscita con gli amici e/o ragazza o moglie, e non con un abbonamento a Netflix...). Io conosco lettori anziani che in pizzeria non ci vanno mai, come faccio a dirgli che devono rinunciare a 40 pizze margherita per Tex? No, facciamo un paragone più sensato, con le paghe. un pensionato con l'assegno sociale prende circa 500 Euro al mese, 16,66 Euro al giorno, il giorno che va in edicola a prendere il Tex (nell'esempio che ho fatto prima) gli va via il budget di tutta la giornata...) "Ma, Diablero, pensi davvero che ci siano molti pensionati al minimo a leggere Tex?". No. Non lo credo. Non più. È da un pezzo che questa politica editoriale li ha allontanati tutti. Adesso probabilmente sta allontanando gli strati più "popolari" rimasti. È una mutazione epocale del fumetto: per decenni il fumetto era "il cinema dei poveri", avventure a bassissimo costo, stampate in tirature altissime (e nei primi anni 70 tutti leggevano fumetti, dal barbiere trovavi fumetti, non riviste di motori (e dal parrucchiere, fotoromanzi). L'avvento della TV commerciale ha già dato un forte colpo a questo modello, rendendo il fumetto non più concorrenziale con la TV, ma non è solo questo che ha reso il fumetto "meno popolare". Il calo di lettori fra la "gente comune" ha fatto aumentare la percentuale e l'importanza dei lettori "appassionati" che erano disposti a spendere un sacco per il loro hobby, ma voleva formati più costosi, pregiati, e contenuti sempre più di nicchia e per "fan". il fumetto, da media "popolare" per eccellenza, è sempre più diventato un ossessione per pochi appassionati pieni di soldi. Bonelli ovviamente da solo non poteva fermare questo processo, che è probabilmente inarrestabile, ma l'ha rallentato il più possibile nelle sue testate, cercando di mantenere i prezzi più bassi possibili e il massimo di leggibilità. Questo mentre il resto del mondo del fumetto, ormai composto in gran parte da quei pochi appassionati pieni di soldi, abbracciava entusiasta questo cambiamento, anzi accusando Bonelli di voler fermare il "progresso" con quei prezzi bassi. Vedendo le mosse attuali della Bonelli,, della Panini e di altre case, mi sa che ormai gli entusiasti del "fumetto per pochi" hanno stravinto. Bisogna vedere se saranno tanto felici quando conteranno quei "pochi"... (apro una parentesi: da bambino ero appassionato di fumetti Bonelli e di fumetti Marvel-Corno. Per un breve periodo difficoltà economiche familiari fecero sì che il mio budget per i fumetti fosse esattamente 200 lire al mese. Come passione Tex e la Marvel erano alla pari, Tex stravinse solo per un motivo: con 200 lire avevo la storia completa, magari dovendo aspettare qualche mese per le puntate successive.Con la Marvel no. Oggi, compro ancora Tex, ma la Marvel l'ho completamente mollata da più di 15 anni. Il livello di nerdismo era insopportabile. Se la Bonelli continuerà a seguire i passi della Marvel, c'è caso che molli anche loro. Attualmente le uniche testate Bonelli regolari che seguo sono quelle di Tex, in passato invece seguivo anche 8 serie regolari contemporaneamente...) P.S.: anticipo un obiezione: "Diablero, ma chi ti costringe a comprare tutto? Puoi anche prendere solo la serie regolare" Certo. È lo stesso ragionamento che ho fatto per altre testate Bonelli. Con Zagor per anni ho preso tutto, albi di Cassaro e Chiarolla compresi. Poi mi sono detto "ma perchè questi non li salto?". Poi già che c'ero ho smesso altri autori. Poi gli speciali. Poi, un po' per volta, sono arrivato a comprarli una volta ad ogni morte di Papa (e a rivendere gli ultimi 200 numeri che avevo comprato, per far posto all'iperproduzione di Tex). Idem per Dylan Dog, Martin Mystere, Dampyr, etc... ogni volta lo smettere di comprarli TUTTI ha portato in breve tempo a smettere di comprarli, punto. È sempre piuttosto pericoloso dire ad un lettore "ma guarda che puoi vivere benissimo anche senza comprarlo!". È un attimo che lui applichi lo stesso concetto a tutta la tua produzione... P.PS.: sento dire da molti che le variant sono state un "affarone" per la Bonelli, e a breve termine indubbiamente lo sono state. Oltre 2000 copie, vendute in gran parte direttamente ai lettori a 65 euro senza passare da negozi e distributori. Non so quanto hanno speso, ma hanno ricavato, lordi, circa 130.000 Euro. Solo che 1 lettore di Tex in un anno ti compra, come abbiamo visto, 160 euro solo di inediti senza contare ristampe, gadget, allegati, etc. In cinque anni ti compra quindi 800 Euro di roba. In cinque anni, 180 di questi lettori ti fanno ricavare, lordi, 144.000 Euro. 180 lettori sono 1 lettore su mille. Se questo "scherzetto" ha allontanato 1 LETTORE SU MILLE, in cinque anni ti sei bruciato tutto il guadagno (è vero che le percentuali di guadagno sul lordo saranno diverse, ma questo al massimo allunga un po' il tempo da considerare). In 10 anni ti sei giocato una cifra superiore al guadagno iniziale. Questo, in un periodo in cui, già fisiologicamente, Tex pare (da vecchie dichiarazioni, non so adesso come va) perdesse 5.000 lettori all'anno, quindi non è che ci voglia molto a dare una spintarella ad altri 180 e fare 5.180... Siamo sicuri che alla fine questa politica sia tanto lungimirante?
  6. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Letizia, secondo wikipedia (che non è sempre la fonte di verità che tanti credono, finché facciamo chiacchiere fra noi è un conto, ma quando segnali sbagli in una pubblicazione non credo che "l'ho letto su wikipedia" sia una prova sufficiente) un bowie knife può superare i 20 cm di sola lama, fino a 30,, senza contare l'impugnatura (con l'impugnatura può raggiungere i 45-46 cm). Non era un coltellino svizzero, insomma. Inoltre, i coltelli che Tex e i pards portano non hanno come uso principale "far secco un nemico" (per quello hanno già fucili e pistole), il loro uso principale è tagliare le carcasse degli animali uccisi dopo la caccia, e quindi DEVONO essere abbastanza affilati da tagliare carne e cartilagini (come quelle delle vertebre del collo). E non penso che quindi Tiger sarebbe "schifato" dal suo coltello dopo aver tagliato una carcassa, visto che probabilmente lo fa quasi tutti i giorni... Sulla difficoltà di tagliare una testa non ho trovato link "autorevoli", solo gente che ne discute magari sparando cazzate come noi, ma almeno un paio testimoniano che con un coltello affilato e sapendo quello che si fa, ci si mette meno di un minuto: https://boards.straightdope.com/sdmb/showthread.php?t=477872 (poi, non capisco tante pive per una decapitazione, che è una cosa che avviene anche nella realtà, e nessun problema per il clichè delle botte in testa per stordire che non ha alcun fondamento nella realtà e si vede praticamente in tutte le storie di Tex....)
  7. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Tiger lo dice più tardi, ad un prigioniero legato a cui vuole fare paura. Non lo dice ai suoi pards. Io mi fiderei il giusto... (poco prima Carson ha detto agli stessi indiani che Tex può volare come un aquila, non so se mi spiego...) Non sono un medico, non so che forza sia necessaria per tagliare una testa con un coltello. Per quello che ne so è perfettamente possibile farlo con un bowie. E se invece non è possibile farlo, per quello che ne so Tiger può aver mentito al prigioniero per fargli paura. Insomma, in ogni caso, la scena non presenta particolari problemi nè motivi per lambiccarsi troppo. Forse hai frainteso. Non sto dicendo che gli indiani erano maniaci omicidi che non riuscivano a controllarsi, e quindi l'aver "addomesticato" Tiger, insegnandogli a leggere e scrivere l'abbia reso "umano" (???) e quindi immune (???) a questi istinti sanguinari... Sto dicendo che il rapporto che gli indiani (e, per estensione, i bianchi che condividevano quelle esperienze come Tex e Carson) avevano un rapporto con la violenza, il sangue (e il gore) e il corpo molto diverso da quello di un ragioniere di Milano di oggi che le coltellate le ha viste al massimo nei film. I pard incontrano REGOLARMENTE nelle loro avventure gente torturata a morte, divorata dalle formiche rosse, con lo stomaco squarciato da colpi di fucile, con la testa spappolata e pezzi di cervello sparsi ovunque... ed è vero che su Tex certe cose non ce le fanno mai VEDERE (come non fanno vedere stavolta i dettagli della testa mozzata), così come in "sentieri selvaggi" non ci viene mai fatto vedere cosa accade alle due donne uccise nei primi minuti del film... ma la reazione di John Wayne (così come il fatto che i vestiti di entrambe NON siano insieme al loro corpo) fa capire molto chiaramente cosa gli può essere successo. Se vai a vedere già nel primissimo numero di Tex ci sono persone torturate a morte, una ragazza sepolta viva a morire sotto il sole, Tex lascia un bandito a morire arso vivo (questi mi dispiace sia stata ret-con-ata recentemente...), una ragazza si suicida dopo varie violenze per porre fine alle proprie sofferenze... e mi vieni a dire che adesso Kit Carson potrebbe diventare cannibale dopo che sul "buonissimo Tex, fumetto per parrocchie e chierichetti privo di ogni atto di violenza", qualcuno taglia la testa ad un cadavere? Tex ha GIÀ, diverse volte, PERSONALMENTE, profanato resti umani (ti ricordi quando ha usato uno scheletro per terrorizzare Brennan? Era comunque un corpo, anche se già "ripulito"...) Perchè Tex invece con corpi più... "freschi" si comporta diversamente, e perde tempo magari per seppellire anche il più feroce criminale? (o meglio, lo fa oggi, il Tex di G.L. Bonelli non sempre si poneva il problema. E il fatto che lo faccia sempre oggi diventa a volte per me un problema, perchè lo si vede perdere tempo a scavare fosse quando magari ci sono ostaggi in pericolo o pericolosi criminali in fuga: non dovrebbe pensare prima ai vivi?). Perchè nella sua cultura, c'è un tabù sui cadaveri, che sono in un certo senso "sacri" e vanno seppelliti con quella che è in pratica, anche senza salmi e preti, una cerimonia. Ma perchè mai Tiger dovrebbe preoccuparsi di essere un buon cristiano? (notare che Tiger in passato ha già ucciso prigionieri disarmati che si erano arresi, ha sparato a tradimento ad un povero vecchio a distanza (vabbè, era Mefisto...), senza provocare nessuno scompiglio fra i lettori. il fatto che lo faccia ora che fa una cosa che non arreca nessuna sofferenza ad nemico già morto fa capire quanto questo sia un illogico tabù nella NOSTRA cultura: Tiger ha infranto un tabù CRISTIANO e quindi... e quindi cosa? Ce lo devono far vedere andare in chiesa a confessarsi adesso? )
  8. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    1) Chi ti dice che Tiger abbia usato il suo coltello? Gli Apaches erano armati di accette, potrebbe avere usato quella dell'indiano ucciso. 2) Io l'ho trovata una scena molto efficace, anche perchè è una cosa "non da Tex"... e a quanto ne sappiamo noi, in quel momento a cercare di salvare Carson c'è solo Tex. Certo è una "sorpresa" che dura poco, anche prima che si mostrino si immagina che siano gli altri pars, ma in quel momento è un ottimo "colpo di scena". 3) Tiger troppe volte (specie da Nizzi) è stato utilizzato come "un pard come gli altri solo un po' colorato". Hai un idea di che robe facevano gli indiani all'epoca? Tiger si "controlla" un po' di più per rispetto per Tex e gli altri, ma se fosse da solo e in una situazione disperata... credi davvero si farebbe più scrupoli di quelli che si fanno gli Apaches? O pensi che gli anni passati a uccidere centinaia di "cattivi" con i pards l'abbiano reso impressionabile alla vista del sangue? In generale, trovo che caratterizzare maggiormente le differenze caratteriali fra i pards, invece di trattarli come un unico essere a 8 gambe, sia una cosa molto POSITIVA, non un "difetto"... 4) A chi si lamenta per "sproporzioni anatomiche": a parte che non le ho viste (forse ero troppo immerso nella lettura), IL DISEGNO NON È UNA FOTOGRAFIA. E lo sanno bene proprio i disegnatori, che spesso vedono disegni "anatomicamente corretti" che appaiono "sbagliati". Deformazioni stilistiche, per caratterizzare un personaggio o un inquadratura, un movimento, non sono "errori". Sulla "gabbia" bonelliana... ...ma credete davvero che sia una catena, un imposizione, una roba che provoca sofferenze ai lettori? Il più grande sceneggiatore di fumetti in attività, Alan Moore, quando ha scritto quello che è la sua opera più famosa, Watchmen (da più di 30 anni ininterrottamente nella top 20 dei volumi più venduti ogni mese in america, oltre 2 milioni di copie vendute nei primi 15 anni solo negli USA, molto prima che ne facessero un (pessimo) film, poi hanno smesso di dare le cifre), ha usato una rigidissima gabbia di 9 vignette per pagine. Perchè? Per la leggibilità. A volte, "rompere la griglia" è utile, quando un inquadratura richiederebbe più spazio, o per altri motivi. Ma spesso, troppo spesso, è solo un "vezzo" del disegnatore, uno sfoggio (o, peggio ancora, un abitudine immotivata) che rende semplicemente la lettura più difficoltosa e la comunicazione con il lettore peggiore, senza avere nulla in cambio se non dare l'idea a qualche lettore di essere "più moderno"... La maggior parte dei più grandi fumetti della storia (dal citato Watchmen ai paperi di Barks) usavano una griglia regolare. Non è un caso. I fumetti più letti della storia (con cifre che fanno andare a nascondersi quelle dei manga) sono stati pubblicati come daily strip. Ci sono ovviamente anche grandi opere che invece la gabbia l'hanno infranta, tipo lo Spirit di Eisner o Moebius... ma c'era sempre un motivo (o più motivi) per farlo. Non lo facevano solo "perchè è più moderno"...
  9. Diablero

    Erasmo Dante Spada

    Non ho ancora letto l'albo di Spada quindi specifico che NON sto parlando di lui, anche se posto in questo thread, ma di una tendenza generale a cui potrebbe anche essere estraneo, non so. Sono totalmente d'accordo con il post di virgin, e non solo: sono convinto che quelli albi "senza sfondi" fossero DISEGNATI MEGLIO di tanti di oggi, e PROPRIO perché non appesantivano i disegni con dettagli inutili. Pensate alla letteratura. Ad un dialogo secco, deciso, che va dritto al sodo (non faccio esempi perché immagino che tutti amiamo qualche autore che li scrive). Pensiamo a prendere quegli stessi dialoghi... e di aggiungici una minuta descrizione, per pagine e pagine, della stanza in cui si svolge. "Slim estrasse la pistola... senza notare il quadro con la natura morta, di dimensioni 35 x 55, appeso alle sue spalle, cornice economica, un segno di polvere sul lato superiore, e un piccolo graffio su quello inferiore. Sulla sinistra la credenza, con i piatti riposti su tre scaffali alti rispettivamente 25, 25 e 20 cm. Davanti ai piatti, un soprammobile di ceramica raffigurante una mucca. L'intonaco nella parete alle spalle era di colore..." e così via, per pagine e pagine e pagine. Cheppalle, eh? Non dite "ma è un di più, e sempre meglio avere di più, al massimo le descrizioni le salti", eh? I disegni non sono un immagine fotografica o di una pellicola di un film, in cui lo sfondo c'è sempre ma lo metti fuori fuoco. In un disegno i segni sono da leggere, decodificare e interpretare. Appesantiscono SEMPRE la lettura. Poi, a seconda dei casi, può valerne la pena (lo sfondo serve ad inquadrare la scena e far capire cose importanti sul luogo, per esempio), o può essere fatica sprecata (lo sfondo non fa che ripetere cose già "dette", cioè mostrate, nel fumetto) Anni fa Castelli e Silver realizzarono un agile manualetto "come si diventa autori di fumetti" allegato ad Eureka. Una cosa contro cui si scagliavano era il "terror vacui" che prendeva certi disegnatori all'idea di lasciare un cm di disegno bianco, e ridicolizzavano questa cosa con l'esempio di qualcuno che riempisse quegli spazi di ragnetti (esempio meno paradossale di quanto sembri, questa cosa l'ho vista fare...). Ecco, temo che molti disegnatori moderni quel volumetto non l'abbiano mai letto, o se l'hanno fatto, non hanno capito la battuta... Faccio un esempio di un disegnatore che viene considerato spesso (a torto) uno dei "riempitori compulsivi", ma che invece capisce bene questi problemi e non fa questi errori: Claudio Villa. Andate a dare un occhiata al suo Texone (chi ce l'ha già, gli altri ci facciano caso quando lo leggeranno fra alcuni giorni). Villa disegna ambienti iperdettagliati. quando qualcuno entra in un Saloon ti disegna alla perfezione fino all'ultima bottiglia, vero? OK, guardate quanti sfondi mette nelle scene d'azione. Perchè Villa capisce che ci sono momenti in cui serve mostrare bene certi dettagli, e altri in cui rallenterebbero solo la lettura, appesantendola. Nelle scene d'azione vuoi che anche il ritmo di lettura sia rapido, senza stopparlo per guardare i quadri alle pareti. Non vedo la stessa consapevolezza in molti disegnatori "moderni", che riempiono a tal punto le tavole di dettagli da rendere la lettura faticosa, lunga e spesso anche abbastanza pallosa, e a volte fai puyre fatica in tutto quella massa di dettagli a capire qual è il punto importante della scena (poi, vai a sapere se è colpa del disegnatore o se quella quantità di dettagli gli viene imposta da sceneggiatore e/o editor). E credo che, oltre naturalmente a tante altre cause sociali, economiche, tecnologiche, culturali, etc, uno dei tanti motivi del calo di interesse (e vendite) verso i fumetti attualmente, è che sono oggi molto più "pesanti" da leggere. Sotto questo aspetto, sono fatti peggio, avendo perso il senso della "sintesi" esaltata in passato da maestri come Caniff e Toth. (ovvio che anche il formato conta. Se hai albi di 48 pagine che escono una volta all'anno ha anche senso far rallentare la lettura per farla durare di più, ma allora anche quello che avviene in una singola tavola deve essere incrementato, per giustificare quel tempo di lettura)
  10. Diablero

    Erasmo Dante Spada

    Quel periodo che "meno male che è passato" è stato il grande periodo d'oro di Tex, quello in cui è passato dalle poche decine di migliaia di copie degli anni 60 (dicono, non ho mai saputo cifre precise) alle oltre 700.000 degli anni 70, sto parlando infatti del periodo d'oro fra il 90 e il 180 circa... È proprio quel periodo quello in cui Letteri aveva pubblicato di gran lunga più pagine di tutti gli altri, realizzando storie come il Signore dell'Abisso, la Regina della Notte, il Ritorno del Drago, etc. Sì, buonanotte.... è come dire "Maradona non valeva nulla come giocatore, l'ho visto l'altro giorno e non riusciva nemmeno a correre veloce"... Letteri era nato nel 1926, stai parlando delle storie realizzate quando aveva quasi 80 anni... Le hai mai lette le storie dal 90 al 180?
  11. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Se dice che "avrebbe rovinato l'albo", può darsi che invece abbia evitato nuove arrabbiature... Io però adesso tremo al pensiero di cosa avrebbero potuto metterci... ...
  12. Diablero

    Erasmo Dante Spada

    Se penso al Letteri degli anni 70... ma quante pagine faceva? (e di quella qualità, poi...). C'è un periodo in cui c'era una storia di Ticci e poi una di Letteri, poi di Galep e un'altra di Letteri, poi di Nicolò e poi un'altra di Letteri...
  13. Diablero

    Miglior Personaggio del 2019

    Beh, io sono stato indeciso fino all'ultimo se votare lui o Kate. Credo che sia stato danneggiato dall'essere presente nella stessa avventura e per il fatto di non essere un personaggio davvero "nuovo" (anche se in effetti... lo è, visto che non corrisponde molto al vecchio Mefisto delle prime storie...) Stavo facendo fra me e me anche un'altra considerazione sui voti. È vero che la cosa magari cambia da storia a storia, e magari un altro anno potrebbe vincere un personaggio della serie regolare... però per me è più difficile. Nella serie regolare, se ci fosse stata una donna come "socia alla pari" di Tex come Kate, ci sarebbero state proteste (basta vedere quelle con il ritorno di Lupe...). Idem per un personaggio che possa fare "ombra" a Tex come Jim Bridger o Doc Holyday.. Non dico che non sia possibile avere personaggi che spiccano, ma lo devono fare in maniera più... subordinata (o come "cattivi" della storia, e infatti la più votata della serie regolare è la figlia di Satania) Un personaggio "spicca" quanto più è inconsueto. Ma quanto più è inconsueto, quanto più sarebbe considerato più adatto ad un Texone, un Maxi, o alla serie Tex Willer...
  14. Diablero

    [209/210] Linciaggio

    Questa discussione mi ha incuriosito (una storia nolittiana da G.L. Bonelli?) e sono andato a rileggerla. Per problemi di spazio (ho davvero troppi fumetti...) ho i Tex in "doppia fila" negli scaffali della libreria, e quindi quelli che si trovano dietro, come questa storia (e le altre di quel periodo) non le rileggo da... credo da quasi quarant'anni. Dopo tanto tempo è come leggerle per la prima volta. Non concordo con chi dice che è una storia amara. È una storia di denuncia. Tex alla fine sconfigge e sbaraglia i "cattivi", uccidendoli, arrestandoli o mettendoli in fuga. Il suo disprezzo alla fine è per tutte le "brave persone" che non erano intervenute prima. Non la trovo assolutamente "nolittiana", almeno per una storia di Tex, per un motivo molto semplice: Tex fa sempre la cosa giusta. non fa lo sbirro ottuso (confrontate il suo comportamento con il prigioniero qui con quello che tiene in Caccia all'Uomo, di Nolitta, pubblicata pochi anni prima: qui appena sente il racconto del prigioniero va subito a verificarlo, a costo di mettersi contro tutto il paese, e non guarda in faccia a nessuno. In Caccia all'Uomo zittisce il suo prigioniero dicendo che non gliene frega niente...) Molta gente va in giro a dire che Bonelli divideva nettamente la gente in buoni e cattivi. È falso e dimostra che non lo ricordano bene (o, in certi casi, non l'hanno proprio letto). Bonelli divide nettamente le AZIONI: una persona può scegliere di fare il male o di agire in modo giusto. E questo tema è squisitamente "western" (il western moderno nasce da una storia in cui gli eroi sono un evaso, un gambler, un ubriacone e una prostituta...). Mentre invece in Nolitta chi ha buone intenzioni può anche causare il male senza volerlo, e la scelta non è mai così chiara, nelle storie di Bonelli la scelta è netta. Ma non è detto che una persona faccia sempre quella giusta, o quella sbagliata. Perchè il gambler dovrebbe rischiare la vita per aiutare Tex? Perchè è giusto. Vede un ingiustizia, e, non importa cosa ha fatto precedentemente nella vita, non sta zitto e fermo in disparte. (aiuta anche il fatto che sappia chi è Tex, tanto da dire che morire al fianco di Tex sarebbe un bel finale). "Perchè un tizio dovrebbe rischiare la vita senza averne vantaggi"? Beh, è il tema dei western, perchè mai un pistolero dovrebbe aiutare gli altri? È il tema di Mezzogiorno di Fuoco e di Un Dollaro D'Onore (che è la risposta di Hawks a Mezzogiorno di Fuoco: Hawks non concepiva il comportamento dei cittadini in quel film, dove lo sceriffo veniva lasciato completamente solo, e fa un film dove John Wayne invece trova l'aiuto di... un alcolizzato, di un vecchietto del west, di un pistolero e di una giocatrice d'azzardo, insomma, sempre gente rispettabile e per bene... ) Qui Bonelli sta più dalla parte di Zinnemann (o meglio, Foreman) che non di Hawks: il fatto che Tex venga aiutato solo da un "gambler" di passaggio rende ancora più evidente la viltà di tutti gli altri cittadini, e rende più "giusta" la punizione dei facinorosi che vengono impiombati da Tex senza tanti riguardi (in altre circostanze Tex si era limitato a spaventare o umiliare i componenti di una folla che voleva linciare qualcuno, qui dopo la morte del gambler fa il tiro a segno con l'intenzione di ammazzarli tutti) La morte di Warren fa parte di questo senso di giustizia: viene condannato dalle sue azioni passate, quando si trova ad avere bisogno dell'aiuto di una delle sue vittime. C'è una "giustizia" in questa fine che non ci sarebbe stata se fosse stato semplicemente impiombato da Tex.
  15. Diablero

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Torno a parlare di Fuga da Anderville nel topic di "tra due bandiere" perché una cosa che ho leggo oggi mi ha fatto tornare in mente un aspetto legato alla "doppia guerra civile" di Tex. Sto recuperando, un po' alla volta e con MOLTA calma, le cose che ho perso negli oltre dieci anni in cui avevo totalmente abbandonato le discussioni texiane online, e oggi mi solo letto "texiani in libera uscita" numero 13, in particolare l'articolo "Guerra civile texiana"., che analizza i riferimenti alla guerra civile nelle storie di Tex. Io sono sempre stato convinto, e l'ho anche scritto in passato, che "Fra due bandiere" fosse non una vera e propria "ret-con", ma una storia anomala, che non aveva posto nella "cronologia texiana" dell'epoca, in cui Tex faceva cose che non avrebbe dovuto fare (l'allevatore???) e veniva spostato cronologicamente di quasi vent'anni: in pratica era una storia totalmente "a sè stante", come un Tex di un mondo alternativo, e inserirla nella cronologia porta a un sacco di problemi (bisogna ipotizzare per esempio che Tex di punto in bianco, dopo che è già stato fuorilegge, rivoluzionario e ranger, abbia voglia di "mettere la testa a posto" e passi qualche anno a fare l'allevatore di cavalli, posticipando la nascita di Kit e quindi, avere un età più avanzata nelle storie "attuali"). E infatti, G.L. Bonelli non l'ha più citata e non ha più parlato di quegli eventi e di quei comprimari. Quell'articolo mostra che G.L. Bonelli ha fatto che di più: ha continuato a citare eventi e date, nelle storie SUCCESSIVE, ancora aderenti alla "prima" versione della cronologia, in cui le storie di Tex coprivano la guerra di secessione e il periodo immediatamente successivo. Storie scritte DOPO "tra due bandiere" mostrano reduci appena tornati dalla guerra, luoghi devastati dall guerra pochi anni prima, etc. (sono sempre stato curioso di sapere cosa pensasse G.L.Bonelli, a posteriori, di questa storia. E come era nata. Si era dimenticato delle vecchie storie, o le aveva ignorate intenzionalmente? Perché aveva voluto scriverla? Fu pubblicata a partire dal marzo 1970 quindi probabilmente fu scritta nel 1969, in piena contestazione contro la guerra del Vietnam. Bonelli voleva "entrare" a suo modo nell'argomento? E poi, perchè la ignorò tornando a scrivere storie con il Tex quarantenne ambientate subito dopo la guerra di secessione? Purtroppo non ho mai letto una sua intervista, o un intervento o una testimonianza al riguardo di qualcun altro che ne parlasse...) Comunque, tornando alla cronologia: per tanti anni, anche dopo, Fra Due Bandiere rimane un corpo estraneo. I riferimenti nelle storie di Tex anche successive, elencati nell'articolo, continuano a considerare in pratica "canonica" la prima versione. Fino a Nizzi, e a "Fuga da Anderville". Già Nizzi, per preferenza personale verso storie più "gialle", poliziesche, urbane, tende a rappresentare un west di un epoca più tarda, con gli indiani già tutti chiusi nelle riserve, ma oltretutto, per la prima volta, inizia a considerare "canone" la storia Fra Due Bandiere. Ed è il primo autore a farlo. Qui sto prescindendo dal valore della storia in sè, sto parlando dell'effetto sulla cronologia texiana. È "Fuga da Andarville" che sancisce, dopo quasi 200 numeri (oltre 15 anni...) che ORA il "canone" è "Tra Due Bandiere", e non, come in tutte le altre storie di G.L.Bonelli, "gli sciacalli del Kansas". La vera Ret-Con, la fa Nizzi, non G.L.Bonelli. Fino a "Fuga da Anderville", sistemare la cronologia di Tex era facilissimo: bastava ignorare Fra Due Bandiere, dire che era una licenza poetica che non toccava le altre storie, e tutti era più facile e coerente. Adesso no, Nizzi ha citato la cosa anche in storie successive, cominciano a diventare tante da ignorare. Le storie "fiacche" dell'ultimo Nizzi sono passate e saranno facilmente dimenticate, ma questo "spostamento di Tex quindici anni dopo" che ha portato... quello è un cambiamento definitivo, che segnerà per sempre la testata. Ogni volta che adesso dovete ingollarvi l'idea che il Tex di "L'eroe del Messico" si sia messo per anni a fare il tranquillo allevatore di vacche (dopo che aveva rinunciato alla sua eredità e a un mezzo ranch pur di evitarlo!), o che rimpiangete i tempi in cui le storie erano più "selvagge" e non ancora ambientate vicino al 1880, date la colpa al vero responsabile...
  16. Diablero

    Miglior Personaggio del 2019

    Qui sono davvero indeciso...Big Nose Kate? Kate Warne? (interessante il fatto che sono entrambi personaggi storici ed entrambi si chiamano Kate...). Ma anche la versione di "Mefisto giovane" apparsa su Tex Willer è notevole... Alla fine dovendo sceglierne uno opto per Kate Warne, ma li vedo tutti e tre praticamente a pari merito...
  17. Però dai, va bene il post-trauma da nizzate per anni, però adesso non è possibile che se Carson fa fuori SOLO un bandito e mette in fuga l'altro, da solo, venga paragonato a Tiger Jack che sente un rumore, mette la testa fuori tipo "cucù" a dire "sei tu, Tex?" e di becca una botta in testa dal primo scalzacani di paese che gli era arrivato a un metro senza farsi sentire... In un fumetto, in generale, c'è una "scala di intensità della piccionaggine": , l'eroe può avere un piccolo momento di debolezza, può magari fare un errore, aumentando la piccionaggine può causare danni di cui si dovrebbe pentire, aumentandola ancora diventa un fallito, aumentandola ancora diventa ridicolo, aumentandola ancora si arriva alla nizzata, l'eroe è sempre ridicolo e ed è beffato da tutti per decenni. Sentire paragonare ogni situazione in cui un eroe non stravinca tutto alle "nizzate" mi fa la stessa impressione del sentire chiamare "un immane catastrofe per tutta l'umanità" un gol sbagliato in una partita di calcio... Sull'evasione, Rauch "bara" un po': non fa mai vedere esattamente DOVE si erano appostati i banditi, a che distanza dal penitenziario, però mi pare strano che sia stato costruito vicinissimo ad una comoda postazione su una collina per sparare ai soldati da breve distanza. A parte questo momento che mette a dura prova la sospensione dell'incredulità, per me la storia fila lisca, almeno per adesso. Ho apprezzato la maniera in cui Rauch è riuscito a spiegare le cose tre volte (il fatto che il galeotto ha probabilmente un tesoretto nascosto) utilizzando dialoghi abbastanza "naturali" senza spiegoni.. Non ho letto molte storie di Rauch su Zagor, testata che compro ormai molto saltuariamente (anzi, credo di averne letto non più di un paio), e quelle poche non mi avevano impressionato favorevolmente, erano storie in cui Zagor e Cico andavano là, combattevano contro un mostro, poi andavano qui, e lo facevano di nuovo, e così via per un bel po' di pagine, sembravano allungamenti del brodo (non arrivava comunque all'infimo livello delle pagine e pagine di "bang bang zip zip vecchio cammello satanasso mangiamo patatine" di Faraci, questo bisogna dirlo) Qui, almeno nel primo albo, se è vero che ancora vedo gente andare qua e là per tutto l'albo, non c'è quell'impressione. Si prende i suoi tempi, fa "respirare" la storia, con le giuste pause fra un accelerazione e l'altra. Il voto per adesso è in sospeso in attesa della conclusione, ma il primo albo mi fa sperare bene.
  18. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    La scelta delle tavolo di anteprima deve averla fatta un fan di Kit Carson (che da oggi diventerà noto anche come matematico, per la sua brillante soluzione per far diventare il 13 un 12...)
  19. Diablero

    [113/115] Tra Due Bandiere

    E infatti a me il Tex di Nolitta non è mai piaciuto... Appunto. Tex non può fare più niente, se non strillare al vecchio e andarsene. Che fa, gli spara? Il vecchio l'ha fregato, e lui lo sa. Il vecchio ha condotto il gioco, ha totalmente gabbato tutti (compreso Tex) e si sarebbe goduto i frutti dei suoi crimini, se non fosse che si è ammalato. Se ne "I delitti del lago ghiacciato" il cattivo riuscirebbe a fregare Tex, se non avesse avuto un colpo di sfortuna (e lo dice pure a Tex, che si considera il "vincitore morale"), comunque il colpo di sfortuna l'ha avuto e Tex l'ha beccato. In Fuga da Anderville, il colpo di fortuna non arriva. Tex viene gabbato e il cattivo vince. Devono passare anni prima che altre circostanze spingano Walcott e chiamare Tex e spiegargli, finalmente, come erano andate le cose. Notare che non sto dicendo che Tex viene ridicolizzato. Erano ancora i tempi in cui Nizzi scriveva bene, quindi il fatto che Tex viene gabbato è comprensibile, non fa idiozie, e non viene salvato da qualcun altro ogni tre pagine. Io sto parlando di COSA TI DICE UN TESTO. Faccio un esempio. Vedi un uomo e una donna che si baciano. Li conosci, sono marito e moglie da pochi giorni. Che fai? immagino che sorridi e te ne vai senza disturbarli. Secondo esempio. La donna stavolta è TUA moglie, e l'uomo è l'idraulico. La scena è esattamente la stessa. Mettiamo pure che le persone siano le stesse. Però è un mondo alternativo dove invece di sposare lui ha sposato te. La scena NON ti provoca la stessa reazione, vero? La lettura NON è un atto puramente passivo. Noi decodifichiamo ATTIVAMENTE i segni che leggiamo. Riconosciamo personaggi, situazioni, luoghi, etc. una persona che legge Tex per la prima volta non "leggerà" (percepirà) la stessa cosa che percepisci tu (lui vedrà un ranger, di cui non sa nulla, nemmeno che è capo dei Navajos, magari sconfiggere un bandito. Si preoccuperà dove tu non lo faresti, ma non riconoscerebbe i tormentoni della serie, e magari non capisce chi è quel "vecchio cammello" che nominano sempre... Quando ho letto per la prima volta Fuga da Anderville, il fatto che Tex venisse effettivamente sconfitto (ed è la principale sconfitta di Tex fino a quel momento in tutta la sua storia. Tex è stato totalmente sconfitto, ingannato, gabbato, e non ci può fare niente), mi ha spinto ad elevare la figura di Walcott come criminale davvero diabolico. Dopo aver visto Tex gabbato da tutti per vent'anni rileggere quella storia NON PUÒ darmi la stessa comunicazione. Walcott sarebbe un genio perchè ha gabbato uno che ormai hanno gabbato tutti nel west? E anche se nella storia non c'è nulla che lo renda ridicolo, TI RICORDA QUANTO SIA IN GENERE RIDICOLO nelle storie successive di Nizzi, e fa la figura del piccione. Hai presente quando, dopo un film pessimo tratto da un romanzo, dicono "il film non ha mica rovinato il romanzo, il romanzo è ancora lì in libreria, uguale a prima". Beh, è una sciocchezza. il libro sarà uguale, ma è cambiato il lettore. Invece di partire da zero o con quello che sa del romanzo, il lettore stavolta sarà influenzato dall'aver visto il film o averne sentito parlare. Immaginerà i personaggi del film, e le voci del film. il romanzo sarà ancora uguale, ma l'esperienza di lettura è profondamente modificata. Leggere Fuga da Anderville CON IL SENNO DI POI, ti comunica cose diverse dalla prima lettura (a me ha comunicato "ammazza, ma Nizzi aveva davvero iniziato presto a far fregare Tex da tutti quelli che passano")...
  20. Diablero

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Avevo postato questo commento come risposta ad un post nel thread su "fra due bandiere", ma ripensandoci, sta meglio qui: ------------------------------ Temo che anni di nizzate mi abbiano rovinato "fuga da Anderville". All'epoca mi era piaciuta molto, ma l'ho riguardata ultimamente... quel finale, con Tex che strilla, impotente e inutile, all'epoca mi era parso drammatico, perchè era una cosa inconsueta, il fatto che fosse un Tex così irriconoscibile e sconfitto dava maggior forza alla scena. Ma a rileggerlo oggi.. ci rivedo il tex imbelle di mille nizzate... ne rovescia totalmente la percezione: se quella è un evenienza rara dà drammaticità. Se è una cosa che capita in tante storie... beh, diventa ridicola, e insopportabile. Mi ha fatto riflettere su quante volte, anche all'inizio, prima della sua crisi, Nizzi ha usato "Tex che viene gabbato, e ci pensa qualcos'altro - la fortuna o il destino - a fare giustizia" come "colpo di scena", come cosa che rendeva particolare e memorabile una storia (anche ne "I delitti del Lago Ghiacciato" per esempio). E come era diversa la reazione del pubblico (e anche la mia) allora. Per quante frottole si dicano oggi sull'argomento, il pubblico Texiano all'epoca era apertissimo anche a storie dove Tex veniva ingannato, o prendeva botte in testa. Sono stati anni e anni di vedere ripetute queste cose in maniera insopportabile a cambiare tutto questo. Fino al punto che adesso, rileggendo le vecchie storie di Nizzi che utilizzano questi elementi, provo solo fastidio. Non penso rileggerò altre storie di Nizzi dell'epoca, preferisco serbarne un buon ricordo.
  21. Diablero

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Temo che anni di nizzate mi abbiano rovinato "fuga da Anderville". All'epoca mi era piaciuta molto, ma l'ho riguardata ultimamente... quel finale, con Tex che strilla, impotente e inutile, all'epoca mi era parso drammatico, perchè era una cosa inconsueta, il fatto che fosse un Tex così irriconoscibile e sconfitto dava maggior forza alla scena. Ma a rileggerlo oggi.. ci rivedo il tex imbelle di mille nizzate... ne rovescia totalmente la percezione: se quella è un evenienza rara dà drammaticità. Se è una cosa che capita in tante storie... beh, diventa ridicola, e insopportabile. Mi ha fatto riflettere su quante volte, anche all'inizio, prima della sua crisi, Nizzi ha usato "Tex che viene gabbato, e ci pensa qualcos'altro - la fortuna o il destino - a fare giustizia" come "colpo di scena", come cosa che rendeva particolare e memorabile una storia (anche ne "I delitti del Lago Ghiacciato" per esempio). E come era diversa la reazione del pubblico (e anche la mia) allora. Per quante frottole si dicano oggi sull'argomento, il pubblico Texiano all'epoca era apertissimo anche a storie dove Tex veniva ingannato, o prendeva botte in testa. Sono stati anni e anni di vedere ripetute queste cose in maniera insopportabile a cambiare tutto questo. Fino al punto che adesso, rileggendo le vecchie storie di Nizzi che utilizzano questi elementi, provo solo fastidio.
  22. Il... "caratterino" di Mauro è ormai leggendario, ma qui ho un filmato di qualcuno che dice, testuali parole, che al confronto dello stare nello "sweatshop" di Berardi, lavorare con Boselli "è il paradiso" (notare la faccia di Civitelli quando sente questo e guarda il pubblico per vedere se si rendono conto della portata dell'affermazione... ) (il discorso in cui viene fatta l'esplosiva dichiarazione va dal minuto 9':35" al minuto 10': 05") https://youtu.be/HzS8apKhQ18?t=574
  23. No, il Color è di gran lunga più inutile... Il Magazine ha il "problema" generale della Bonelli, il fatto che di sceneggiatori capaci di scrivere buone storie di Tex ne hanno troppo pochi per la loro iper-produzione di albi, ma in sè non ha nulla di "sbagliato" come formula (e l'aggiunta delle storie brevi dei personaggi secondari gli dà una certa unicità... a proposito, per "preparare" il suo ritorno ci sarebbe stata bene una storia in solitario di Mefisto...). Il Color è davvero insensato, "perchè non facciamo pagare di più i lettori per pagare una colorazione invasiva che rovini i disegni dei autori?"... Idea! Un bel sondaggio sulla "serie di Tex piu inutile!"
  24. Personalmente (ma è un giudizio estetico personale, non è un problema se a qualcun altro piace...) considero la CSaC un atrocità cromatica e un insulto ai fumetti che hanno sverniciato. Ma a parte queste considerazioni estetiche da purista, c'è un motivo per cui la CSaC si trova su ebay a prezzi stracciati (ne ho viste anche a meno di 1 euro a volume...): molta gente l'ha iniziata pensando che sarebbero stati pochi volumi, mentre alla fine è (1) lunghissima, (2) pesantissima (la carta usata è molto più pesante di quella dei Tex che ristampa) , (4) occupa uno spazio enorme (i volumi sono contemporaneamente più alto e più spessi dei Tex che ristampano), e così molte gente tende a volersene liberare, molti più di quelli che la cercano ora: da qui il crollo a picchiata dei prezzi (che penso peggiorerà con il tempo, con sempre più persone che la vendono). Tra l'altro, per gli stessi motivi, anche i commercianti non la vogliono (occuperebbe un posto sproporzionato per il suo valore). Sono tutti motivi (quello che ho elencato dall'1 al 4 + il fatto che il suo valore continuerà a calare) per cui la sconsiglio decisamente. Visto che oltretutto ristampe meno modificate si trovano comunque a prezzi bassi. (anni fa speravo che, finalmente, un giorno la Bonelli rinsavisse e pubblicasse per la prima volta una vera ristampa fedele del Tex di G.L. Bonelli, ma dopo aver visto gli scempi che fanno sulle copertine degli albi d'oro penso che davvero non ne sarebbero capaci, chissà che macelli farebbero...)
  25. Ah, dimenticavo di aggiungere la SOLITA nota di demerito per il fatto che ogni volta che pubblicano negli articoli scene tratte dai vecchi numeri di Tex (tipo quelle a pagina 141, 143 e 144) continuano ad usare la versione sverniciata e stra-modificata (e a volte pure censurata) della CSAC invece di usare, in maniera storicamente più corretta, l'edizione originale.
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