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Diablero

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Tutto il contenuto pubblicato da Diablero

  1. Due storie abbastanza dimenticabili, specie la prima. Più divertente la seconda, anche il il fatto di essere un avventura in solitario di Pat (la prima) e quindi essere una storia piena di sganassoni e "papagni"... Insomma, due storie semplici e abbastanza "telefonate", ma la seconda ha sia la novità del protagonista che l'humour che la salva (secondo me Mignacco, pur non essendo mai stato uno sceneggiatore che mi esaltasse troppo, nelle storie umoristiche se la cava un pochino meglio), e pure i disegni di Dotti. Della prima la cosa più benevola che si può dire è che "si legge senza annoiarsi" che più che una vittoria è un pareggio (ci sono tante cose che si possono fare senza annoiarsi...). Niente di scandaloso, quando pubblichi tante storie all'anno non tutte potranno essere belle e ci sta qualche storia fiacca ogni tanto, ma l'eccesso di produzione di storie per Tex fa sì che le collane "collaterali" tipo Almanacco e Maxi siano troppo spesso dedicate a storie come queste... Sugli articoli: ho apprezzato "Rick e i suoi fratelli" di Colombo, soprattutto perché contiene i manifesti dei film-dentro-al-film da "C'era una volta ad Hollywood) (quando al cinema è apparsa quella sequenza di manifesti in puro stile spaghetti-western, arrivati a "Uccidimi subito Ringo, disse il Gringo" ero piegato in due dal ridere...), oltre ad un sacco di manifesti veri dell'epoca (i manifesti cinematografici attuali non possono davvero competere) mentre mi ha lasciato abbastanza perplesso "Taglia forte = Caccia Grossa" di Luca Barbieri, nel suo mischiare in un unico elenco un accozzaglia di personaggi storici con personaggi di film telefilm o fumetti (e riuscendo a citare davvero di tutto, compreso Star Wars... senza però citare nemmeno un cacciatore di taglie di quelli apparsi su Tex...)
  2. Negli anni 70 in cui la Bonelli smise di vendere arretrati per posta, le edicole venivano rifornite direttamente dal distributore di scatoloni di "serie" di Tex (tutti i numeri in fila), io la mia prima "collezione" di Tex la completai così: andavo in edicola e compravo il numero 1, il giorno dopo il numero 2, il giorno dopo (o quando riuscivo a farmi dare i soldi) il numero 3 (e se all'edicola qualcun altro aveva già comprato il tre di quello scatolone, c'erano altre edicole e altri scatoloni) Quegli albi, comunissimi negli anni 70 (probabilmente tutti quelli che si sono fatti una collezione allora senza stare a guardare se erano spillati, non censurati o no ne hanno un sacco) erano una ristampa identica della collana tre stelle... senza le tre stelle. (e quindi come tali, erano preferiti ai tre stelle "primissima edizione" perchè non avevano le tre stelle in costa). Nessuno cancellava le tre stelle, li stampavano così. Quindi, non solo esistono tre stelle stampati senza le tre stelle, ma credo siano più comuni dei tre stelle prima edizione. (e molta gente è convinta di avere dei Tex "originali" perchè non hanno le tre stelle, senza sapere che hanno una ristampa di una ristampa...) Altra caratteristica di quegli albi è che man mano che li ristampavano, la qualità peggiorava (credo che ogni volta o quasi invece di riutilizzare le lastre facessero copie degli albi già pubblicati, per quanto sembri assurdo), quelli da 350 lire per esempio sono stampati molto meglio di quelli da 800 o 1000 lire. ------------- Riguardo invece agli albi d'oro, posso dare direttamente una brutta notizia a Letizia: sono censurati. Molto meno che non i Tex Gigante, ma lo sono. Quindi se Mercury ha usato scansioni di quelli, sono censurate anche le sue finto-anastatiche (Mercury ha fatto un casino pazzesco con i termini, chiamando "anastatica" qualunque tipo di ristampa, anche se totalmente modificata, i suoi albi spillati erano meno "anastatici" del Tex Tre stelle...) Per questo la Golden Comics Club andò incontro ad un "infortunio": quando fecero le ristampe anastatiche di Tex (VERE anastatiche, non quella roba mista sverniciata che ha fatto la Mercury), fecero prima la serie dei Tex Quindicinali, e solo dopo iniziarono a fare le anastatiche degli albi a striscia. Ora, probabilmente credendo che la serie quindicinale fosse non censurata, nella SECONDA serie a striscia utilizzarono credo gli stessi materiali di stampa, ristampando la serie con alcune piccole censure (e quindi, non è totalmente fedele alle strisce originali) Qualcuno glielo fece notare (forse io, che glielo segnalai ad una mostra, ma da come risposero dovevo essere il ventesimo che glielo diceva...) e dalla terza serie le anastatiche tornarono ad essere fedeli (la prima serie a striscia della Golden Comics Club a quanto ne so è identica alle strisce originali, non so se è perchè anche gli albi d'oro non erano ancora censurati, o se per quella non utilizzarono i materiali delle anastatiche dei quindicinali)
  3. Anch'io, e non è certo l'edicola più vicina (ce ne sono almeno altre 5 più vicine), ma è quella dove mi danno il servizio migliore. Per esempio, mi sanno dire se un fumetto è uscito o no, e anche se l'hanno finito me lo procurano in pochi giorni (se il distributore locale ne ha ancora) o al massimo in una settimana o due.. Appunto. Mi meraviglia invece che navajo warrior sia così "fedele" ad un edicola... che gli dice che Tex non è arrivato (mentre probabilmente ha finito le copie... io penso sia impossibile che nessun altro abbia chiesto Tex nel frattempo, e quindi se fosse vero se le sarebbe già fatte mandare dal distributore) Dopo una cosa simile io più che dirgli "questo numero prendilo altrove" gli direi "prendi TUTTO altrove, in un posto dove ti trattano meglio"... Proprio in un momento come questo, in cui le edicole sono in difficoltà e un sacco chiudono, credo sia più opportuno premiare chi lavora meglio, anche se magari non è l'edicola più vicina... Non è detto che le edicole delle stazioni siano le più fornite, ormai... la gente passa il tempo sullo smartphone lungo i viaggi in treno, e per esempio dalle mie parti sono state le prime che hanno chiuso (forse anche per gli affitti alti) Beh, secondo altri autori Bonelli... sì! Smetti di prendere il giornale! L'ho letta ormai in diverse interviste e interventi in forum e social, ci sono testate che vanno male, e la colpa la danno al calo delle edicole (perchè è ovvio che se una persona non è disposta a fare lo sforzo di andare in un'altra edicola, non è mica colpa del fumetto che per lui non vale quello sforzo, noooooo.... ) A me pare che sia più ovvio e sensato che siano le edicole a chiudere perchè non si vendono più giornali (anche per colpa della liberalizzazione nei supermercati), più che i giornali a chiudere perchè chiudono le edicole...
  4. Tieni presente comunque che al momento gli arretrati sono solo 15 albi (contando anche lo speciale), tutti ancora disponibili ed ordinabili (direttamente o tramite la tua edicola o fumetteria), se ti piace la serie non è un problema recuperarli.
  5. Diablero

    Migliore storia del 2019

    Direi che ormai è un plebiscito per queste tre! (le ho votate anch'io... )
  6. Se leggi il mio commento, anch'io ho giudicato la storia tutto sommato sufficiente (con un primo albo e mezzo che facevano sperare qualcosa di più), soprattutto sul fattore "si legge bene, è dinamica, non annoia e non mi ha fatto arrabbiare) ma... dire che è "buona" mi pare eccessivo, per una storia dove TUTTI i personaggi agiscono senza alcun senso... Gli indiani attaccano in maniera assolutamente suicida (conta anche tu i morti, come ho fatto io: auto-citandomi: "nella fuga di Tex e Carson nella notte ne muoiono 7, altri 6 li ammazzano Tex e Carson quando inseguono i soldati, altri 6 li hanno ammazzati i soldati in precedenza) senza scoraggiarsi un minimo. Questi hanno perso 20 uomini per... cosa? Per qualche scalpo? Per uccidere gli ultimi 3-4 soldati dopo che hanno già vinto la battaglia mettendoli in fuga? Perché non vanno ad assaltare qualche fattoria meno difesa? Sembrano folli o suicidi. - Nella battaglia finale, sempre per parlare dell'eccesso di "Tex spara e indiano fa Aaaaahhh", ho contato TRENTANOVE indiani uccisi, quasi tutti da Tex... se all'inizio erano "una cinquantina" (come detto a pagina 65), a quel punto c'erano una dozzina di indiani (per l'esattezza Filippucci ne disegna 13 in fuga), superstiti dopo la morte di 59 loro compari, uccisi quasi tutti dallo stesso uomo, che continuavano ad assaltare senza il minimo dubbio un gruppo di superstiti che ormai era quasi più numeroso di loro... " Insomma, erano 32-33, e ne muoiono circa 20. E rimangono lì. Arrivano altri 40 indiani, attaccano di nuovo allo scoperto e in pieno giorno, da indiani suicidi da film anni 20, e ne muoiono altri 39, siamo a circa 60 morti, e gli ultimi TREDICI continuano ad attaccare senza alcun senso, e fuggono solo quando arrivano i soldati (perchè? Fino a quel momento erano votati al suicidio per uccidere i bianchi, chissà perchè... e in quel momento e solo allora si ricordano di voler rimanere vivi? Ma con gli altri personaggi non è meglio. Il Gambler si innamora della ragazza. Perchè?Si sono parlati pochi minuti. Soprattutto, lei si innamora di lui e agiscono come se fossero fidanzati da tempo. Perchè? il figlio impazzisce e si suicida attaccando gli indiani, e lì magari un motivo potrebbe avercelo, ma tutta la scena comunque suona gratuita. Idem per l'azione del padre alla fine. Non c'è motivazione, costruzione, nulla, nelle azioni di questi personaggi. Fanno cose solo "per smuovere la trama", e basta. Il "mestiere" di Nizzi si vede ancora, nella costruzione delle singole scene, e nei dialoghi (che ho apprezzato, a differenza di Andrea67), e quindi anche per questo dicevo che la cosa migliore di questa storia è che "si legge bene" (e non fa arrabbiare), ma dietro questa patina... non c'è nulla. La storia non mi ha lasciato nulla, e me la dimenticherò credo in pochi giorni (cosa che è comunque un miglioramento rispetto a certe storie di Nizzi del passato che ricordo bene e mi fanno ancora arrabbiare dopo anni... "non mi sfuggirai, o non mi chiamo più Tex Willer"... "Oh, mi è sfuggito...")
  7. Diablero

    [Tex Willer N. 14 / 15] Paradise Valley

    Insomma, il Tex della serie regolare sarebbe stato inseguito per due albi dallo sceriffo? Notare che in questa storia i mormoni "cattivi" sono scenografici e si fanno odiare bene, ma non presentano grandi problemi per Tex. I problemi gli vengono dallo sceriffo e dai suoi vice che, ignorando completamente una ragazza rapita con rapitori che hanno lasciato chiarissime tracce di un carro, insistono a dare la caccia a Tex, aiutando i rapitori (inconsapevolmente, ma in realtà se ne fregano, il vice NON VUOLE sapere...) , per incassare la taglia. Serie regolare: anche se Tex fosse da solo senza i pard, se lo sceriffo non corre a fare il suo dovere, gli strappa la stella e gli fa mangiare la polvere, con la piena autorità di farlo per legge (che questa cosa è un po' strana, è vero che è una tradizione dai tempi di G.L. Bonelli e che Tex è un ranger "speciale", ma davvero Tex ha l'autorità per rimuovere sceriffi e agenti indiani come fa in un sacco di storie?), e la storia durava 30 pagine... Insomma, i punti chiave della storia sono: - Tex DEVE stare in incognito e non farsi notare, per questo aiutare i mormoni è un grave rischio. - Lo sceriffo dovrebbe inseguire i rapitori, ma se ne frega PER INCASSARE LA TAGLIA SU TEX. - Tex, come ricercato, non solo non ha alcuna autorità sullo sceriffo ma qualunque cosa dice non viene creduta. - Tex dovrebbe FUGGIRE per non essere UCCISO O ARRESTATO, invece sceglie di rimanere e di cercare di salvare le donne. Una scelta "eroica" che lo è SOLO PERCHÈ È RICERCATO, altrimenti era il suo lavoro. "Storia che si poteva fare tale e quale con il Tex famoso Ranger con autorità su tutti gli sceriffi"?
  8. Diablero

    [Tex Willer N. 14 / 15] Paradise Valley

    Letto anche il secondo albo. Giudizio finale più che positivo, anche se Sulla storia non ho altri commenti, è una classica "Tex arriva e sbaraglia tutti", ben scritta e ben disegnata, con un bel cast di personaggi ben caratterizzato (persino le diverse reazioni delle due prigioniere...). Di quelle che lasciano il lettore soddisfatto anche se magari non vinceranno mai le Pattumiere D'oro riservate ai fumetti pallosi ed educativi... Due righe in più sul formato: Il formato di questa serie mi sta piacendo sempre di più. Alla Bonelli di questi tempi le stanno provando tutte, fra l'aggiunta di costosi e inutili colori, formati pseudo-"comic book" che gli edicolanti non sanno dove mettere (così come gli audace) ma in generale sembrano puntare a scuse per giustificare prezzi più alti. Invece il formato di Tex Willer mi sembra una buona idea, e forse più adatta ai tempi. Quando si è diffuso il formato "Bonelli" i lettori stavano passando dall'infanzia senza una lira all'avere più soldi, più tempo e più voglia di conservare i fumetti. il passare dalle strisce a volumoni "collezionabili" è stata un ottima idea, ma oggi invece la gente ha sempre meno tempo e case sempre più piccole e scansie sempre più zeppe. Io vedo che i Maxy li leggo dopo settimane "quando avrò tempo", e diventa sempre più difficile trovare posto per i volumoni in libreria. Questi Tex Willer invece li leggo subito, appena comprati, e li posso mettere nella stessa scansia dei Tex della serie regolare. Ovvio che la qualità della scrittura e dei disegni conta parecchio (e se non mi piacesse il fumetto che contengono, non lo prenderei e basta, il problema del quando leggerlo non si pone nemmeno), ma anche la praticità del formato ha la sua importanza...
  9. Diablero

    [Texone N. 16] I Predatori Del Deserto

    "i magnifici sette" era un film americano che si "ispirava" ad un film giapponese di cui la stragrande maggioranza del pubblico non aveva mai nemmeno sentito parlare. Non si sono rimessi a rifare "Ombre Rosse" scena per scena... È vero che "dipende come lo fai". È un remake dichiarato? È una risposta all'opera originale (magari cambiando il finale)? È un "rendere propria" una componente che ti piace di un film (come faceva per esempio Nolitta con il mostro della laguna nera, prendendo l'immagine e l'habitat ma cambiando tutto il resto e rendendo "Nolittiano" - cioè umano - il mostro?) No, l'operazione di questo texone è stranissima, e non appartiene a nessuna di queste categorie. Totalmente "nascosta" (non c'è traccia di ammiccamento ironico al lettore, che potrebbe benissimo non accorgersi di nulla, cioè come tecnica pare un plagio), e totalmente palese (la cosa è smaccatissima, davvero scena per scena, e non potrebbe essere più palese di così per chi ha letto la Ballata). Ho quasi il dubbio che Nizzi l'abbia fatto come provocazione, per vedere (1) se se ne accorgevano e (2) come reagivano (Bonelli e Canzio, intendo)
  10. Diablero

    [Texone N. 16] I Predatori Del Deserto

    Stavo leggendo l'interessantissimo articolo di Ymalpas su Tex Willer Magazine 14, e riguardo a questo texone leggo... "Nello scrivere la storia, senza dirlo all'editore, Nizzi si diverte infatti a ricalcare intere sequenze e personaggi di "Una ballata del mare salato" di Hugo Pratt, che per lui è la più bella storia a fumetti. Ne Sergio Bonelli, ne i lettori, si accorgono di niente." Eh... gli piacerebbe... i lettori se ne accorsero, eccome! (magari non la maggioranza, visto che probabilmente la maggior parte dei lettori di Tex non ha mai letto Pratt, ma abbastanza da postare un sacco al riguardo su vari forum e protestare negli incontri con il pubblico...). Più che altro il fatto che non se ne accorsero nè Bonelli nè Canzio, che di sicuro "la ballata" la conoscevano, fa capire con quale attenzione seguissero le trame dei Tex di Nizzi (e fa capire come Nizzi riuscisse a far passare tante nizzate...), mentre magari controllavano cose tipo la simiglianza dei visi o la lunghezza delle gonne... Impressionante anche il fatto che ricordo diverse recensioni di "critici" che scrivevano su riviste cartacee all'epoca che non notarono la cosa, assolutamente evidente dalle primissime pagine...
  11. Diablero

    [Texone N. 01] Tex Il Grande!

    ----- Più che altro, l'articolo di ymalpas spiega un peculiare "mistero": come mai molti disegnatori di "Texoni" che poi sono passati alla serie regolare, lì disegnavano meglio, o comunque, come mai diversi dei primi Texoni non sfruttavano assolutamente il formato. Paradossalmente il primo, non essendo stato pensato per una data di pubblicazione precisa, è uno dei più curati, nonostante fosse pensato per la serie regolare. I successivi sono stati fatti in tutta fretta, a ridosso delle scadenze, e purtroppo spesso si vede (non si vede giusto in quello di Zaniboni, disegnatore che probabilmente su Diabolik era abituato a disegnare ancora più in fretta, e che con il Texone realizza uno dei suoi fumetti più belli). Dall'articolo i primi fatti mettendoci il suo tempo sono quelli di Ortiz e Magnus...
  12. Diablero

    [Texone N. 01] Tex Il Grande!

    Scopro con ritardo l'interessantissimo articolo di ymalpas, con un sacco di notizie che non conoscevo! Sul primo texone... anche se capisco le perplessità dei tanti lettori che conoscevano solo Tex o al massimo i fumetti Bonelli e si trovarono spiazzati da Buzzelli, non le condivido minimamente. Anche perchè... 1) io ero già un fan di Buzzelli, da quando l'avevo scoperto su "Alter Alter", avevo cercato tutte le sue opere a partire da "La rivolta dei racchi" (probabilmente la prima vera e propria graphic novel italiana...) e i suoi fumetti li compravo già a scatola chiusa. 2) Sapevo dell'esistenza di una storia di Tex disegnata da Buzzelli da prima ancora che l'avesse finita, e l'idea che fosse relegata in un cassetto mi pareva assurda. (e la cosa era generalmente nota, tanto che Bonelli era tormentato dai fan che gli chiedevano "quando pubblicherete la storia di Buzzelli?) Quindi quando mi trovai il texone fra le mani, nessuna sorpresa, nessun spiazzamento, ho solo pensato "finalmente!" e mi sono letto e riletto la storia più volte (che anche la storia è una delle mie preferite del Nizzi pre-crisi...)
  13. Diablero

    [120/121] Dugan, Il Bandito

    Per chi dice che questa storia è una "banale" storia dei "soliti" banditi che "come al solito" cercano l'oro dei Navajos, vorrei ricordare che, come hanno già scritto altri, questa è la PRIMA apparizione del tesoro dei Navajos, e la prima spiegazione di come faccia Tex a non avere mai problemi di soldi... in quanto tale, è una delle storie fondamentali per la "costruzione" del personaggio, forse ancora più del "Passato di Tex" (che alla fine ci dice solo che Tex da giovane era già Tex...) (e poi a me è sempre piaciuta anche come storia a sè) Essendo la prima, fa da impostazione a tutte quelle che la seguono, ponendo già il problema base di queste storie: NESSUNO DEVE TORNARE VIVO. Nessuno deve poter svelare il segreto dei Navajos (impostazione rispettata da tutti, fino a Nizzi, che con la sciattezza e faciloneria che caratterizzava le sue ultime storie, in una fa vedere Tex semplicemente consegnare allo sceriffo banditi che sanno perfettamente l'ubicazione del tesoro e potranno raccontarlo alle migliaia di assassini e rapinatori di diversi penitenziari...)
  14. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    E visto che la limited marrone è una variant cover (e di solito vengono considerate separatamente) e probabilmente è stata fatta successivamente da una parte della tiratura "messa da parte", la VERA PRIMA EDIZIONE del Texone è la Rossa-marrone. Che dovrà essere identificata dai dettagli interni, come i non censurati prima edizione! (a collezionare i Tex alla fine si finisce sempre così...)
  15. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    E soprattutto dovranno esaminare le differenti copie per trovare le differenze! "Aguzzate la vista", altro che la Settimana Enigmistica! Ci sono dunque come minimo 3 diverse edizioni della unlimited (una per ogni volta che hanno stampato una limited) che potremmo definire "rossa-marrone" (la rossa stampata insieme alla limited marrone), "rossa-rossa" e "rossa-blu". Quindi adesso ad un collezionista compulsivo servono queste 3 versioni, più le tre limited, più la versione nel box in due volumi più la regolare di febbraio... bisogna comprare 9 volumi diversi! Per identificare le varie edizioni, si devono aprire le tre limited (e non tenerle chiuse per rivenderle dopo...), confrontarle, e trovare le differenze interne presenti anche nelle corrispettive unlimited...
  16. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Sì, credo che sia ovvio che le copie mandate a Lucca (limited e unlimited) siano state stampate assieme, e cambi solo la copertina (per questo dico che la limited non è che una variant cover). Mentre invece le limited rosse e blu sono state stampate dopo. Ma a quel punto, dubito che abbiano stampato solo quel numero di copie per le limited successive, senza stamparne altre unlimited (non ho idea comunque di quanto influisca oggi sui costi di stampa avere una tiratura di 699 copie invece di, per esempio, 2.000. Anni fa avrebbe fatto parecchia differenza, ma oggi, non so...). A proposito, qualcuno sa quante copie hanno stampato finora della limited? (immagino di no...)
  17. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Una domanda.. tipografica per Borden (o per chiunque sappia la risposta): Il cartonato del Texone di Villa (quello non limited) è stato stampato in più riprese? In particolare, è stata fatta una prima stampa per Lucca e una successiva per le librerie? Perchè un mio amico che ha comprato il volume a Lucca si è lamentato con me che i "neri" nel volume erano grigi. Ora, la mia vista non è più quella di una volta, ma il mio volume per me non presenta questo problema, ma non l'ho comprato a Lucca, l'ho comprato a fine novembre in fumetteria. Non posso fare un confronto diretto perché lui si è procurato una limited blu e ha rivenduto la unlimited, e mi dice che comunque la limited blu (che è ovviamente una stampa successiva) è stampato meglio. Si era ritrovato una copia fallata o esistono diverse "stampe" anche della unlimited?
  18. Beh, "quattro gatti" lo dice Tex agli assediati, e si riferisce alla possibilità di un attacco al "fortino" difeso da diverse persone. Nei disegni Filippucci si vedono ad un certo punto 12 inseguitori, più uno (minimo) rimasto di sentinella e i due storditi dai pards. Anche ipotizzando che quello steso da Carson sia uno dei due e che non ci fosse proprio nessun altro inquadrato in quella vignetta, sono minimo 14 avversati, in campo aperto, e visto che non li hanno certo potuti contare con precisione uno per uno per loro potrebbero anche essere una ventina. Se facciamo Tex e Carson che non hanno la minima preoccupazione contro venti avversari allo scoperto, allora questo non è più un western e perde un sacco di situazioni tipiche del western (per esempio niente più assedi al forte, basta che escono Tex e Carson e fanno fuori 40--50 indiani come niente mettendo in fuga gli altri...), per diventare un fumetto di supereroi o di fantascienza (per impensierirli dovrebbero esserci solo avversari vampiri, alieni o con superpoteri) Più che altro ad un certo punto pare strano che gli indiani abbiano perdite pesantissime (nella fuga di Tex e Carson nella notte ne muoiono 7, altri 6 li ammazzano Tex e Carson quando inseguono i soldati, altri 6 li hanno ammazzati i soldati in precedenza) senza scoraggiarsi un minimo. Questi hanno perso 20 uomini per... cosa? Per qualche scalpo? Per uccidere gli ultimi 3-4 soldati dopo che hanno già vinto la battaglia mettendoli in fuga? Perché non vanno ad assaltare qualche fattoria meno difesa? Sembrano folli o suicidi. (La mia spiegazione è che Nizzi abbia semplicemente messo troppe scene "tipiche" tipo "Tex spara e un indiano cade facendo "aaahhhh!" per riempire pagine, senza contare quante volte le ha usate e che razza di strage assurda stava avvenendo. Si fosse limitato un po' con quelle scene la cosa sarebbe parsa meno da suicidi.) Eh, qui la cosa è parsa strana anche a me. Capirei se Carson dovesse andarsene di soppiatto senza fare troppo rumore e ci fossero ancora sentinelle, ma l'indiano ha gridato quando lo ha attaccato e non si è fatto vivo nessuno. Idem per l'idea di non far capire troppo presto che qualcuno era fuggito, impossibile ormai con la sentinella uccisa. Perchè non ha disperso i cavalli per ritardare un eventuale inseguimento? Su uno contro venti... avviene in una città, piena di nascondigli e ripari, contro sgherri da poco e non contro una banda di predoni, e Tex viene costretto a combattere (e alla fine quasi ci rimane secco, avendo bisogno di cure mediche e non lasciandoci le penne per pura fortuna), non sceglie lui di affrontare venti avversari... ------------ Aggiungo.... Nella battaglia finale, sempre per parlare dell'eccesso di "Tex spara e indiano fa Aaaaahhh", ho contato TRENTANOVE indiani uccisi, quasi tutti da Tex... se all'inizio erano "una cinquantina" (come detto a pagina 65), a quel punto c'erano una dozzina di indiani (per l'esattezza Filippucci ne disegna 13 in fuga), superstiti dopo la morte di 59 loro compari, uccisi quasi tutti dallo stesso uomo, che continuavano ad assaltare senza il minimo dubbio un gruppo di superstiti che ormai era quasi più numeroso di loro... (mi ricordano gli orchi di certe partite di D&D dove il GM non tira mai per il morale e combattono sempre fino all'ultimo. Quelli dei videogames insomma) A quei ritmi a Tex bastavano altre 3 pagine per ammazzarli tutti, Carson poteva pure arrivare dopo...
  19. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Beh, nel caso della copertina del Texone rosso, avrebbe spiccato di più con quello sfondo... (ultimamente alla Bonelli è arrivata questa moda delle copertine scontornate, vedi anche volumi di Zagor, che mi lascia molto perplesso....)
  20. Ho dovuto fare uno sforzo per iniziare a leggere questa storia. E pensare che invece negli ultimi mesi Tex è uno dei primi fumetti che leggo della pila che riporto a casa ogni volta dall'edicola... Il problema è il nome dello sceneggiatore. Claudio Nizzi. La persona che è andata più vicina a farmi abbandonare definitivamente Tex. Solo a leggerlo torna la rabbia per vent'anni di cinturoni slacciati, botte in testa, origlioni, salvataggi di Tex da parte di bambini e vecchi paralitici, e il Tex più imbecille e imbelle mai rappresentato a fumetti. Vent'anni sono tanti. Tanti da avermi fatto ormai dimenticare le prime storie, quando accolsi Nizzi praticamente come un liberatore dal Tex piagnucolone di Nolitta... (a proposito, sento dire che Sergio Bonelli costringesse Nizzi a scrivere come G.L. Bonelli... io mi ricordo un incontro con Nizzi, il primo per me, da Alessandro a Bologna, primi anni 90 credo, comunque era poco tempo dopo che il suo nome era stato svelato. E parlando con noi Nizzi disse che Sergio si lamentava che il suo Tex fosse troppo invincibile, troppo sbruffone, e secondo Sergio i lettori volevano un Tex più "moderno" e fallibile, che prendesse anche delle botte in testa... insomma, Nolitta spingeva per un Tex più simile al SUO, e se spingeva per una somiglianza con quello di G.L. Bonelli, era solo nel dire ogni tanto "satanasso" o "vecchio cammello", e fra i due era Nizzi quello che avrebbe scritto in stile più simile a quello di G.L. Bonelli. Come si vedeva del resto anche con il suo Larry Yuma, "eroe" classico e non certo fragile e tormentato alla Nolitta... e direi che l'evidenza di vent'anni di botte in testa fatte passare tranquillamente dimostra che comunque a Sergio Bonelli le botte in testa a Tex non dispiacessero, mentre invece intanto continuava a censurare e modificare i dialoghi di suo padre per "ammorbidirli" anche negli anni 90 e ben oltre il 2000, con la ristampa del Massacro di Goldeena...) Le ultima storie di Nizzi non le avevo lette. Ad un certo punto mi ero reso conto che non aveva senso leggere cose che mi facevano solo arrabbiare. Le prendevo solo per non avere "buchi" nella serie (all'epoca ancora seguire Tex costava molto meno di oggi...), e mi sono chiesto se non era meglio che lo facessi anche con questa. Certo, mi fidavo che con Boselli a revisionare non ci fossero più certe "nizzate", ma l'ultimo Nizzi, oltre alle alle Nizzate, aveva anche storie noiose e scritte molto sciattamente. Non aiutava il fatto che fosse disegnata da Filippucci. Filippucci che, quando era su Martin Mystere, era uno dei miei disegnatori preferiti. Mi piaceva persino quando faceva pornazzi (qualche pornazzo l'ho comprato da qualche bancarella solo perchè ho visto che era disegnato da Filippucci...). Ma aveva un tratto troppo "pulito" e "plastico", per il western, e infatti ha dovuto "sporcare" il suo tratto per Tex, e quindi peggiorarlo, e, almeno secondo me, snaturarlo. È un Filippucci quasi irriconoscibile questo. Per lo stesso motivo i suoi Tex e Carson "non assomigliano": in realtà, Tex ha un viso così privo di tratti distintivi riconoscibili, che inconsciamente lo riconosciamo dallo stile con cui è inchiostrato. Filippucci può fare un Tex che ha il volto come Tex, il cappello di Tex, tutte le caratteristiche fisiche di Tex... ma non è Tex. Intendiamoci, non è certo peggiore di altri disegnatori attuali di Tex come Cossu o Danubio, ma è inevitabile il confronto con la maniera in cui disegnava cose tipo il Docteur Mystere, e il vedere come metterlo su Tex non valorizza nè lui nè Tex. Capisco che ormai Martin Mystere non abbia più un gran futuro (anch'io ho smesso di comprarlo da tempo), ma possibile che la Bonelli non abbia serie più adatte al suo stile? (Tempo fa speravo nelle Storie come collana in cui valorizzare autori particolari, poi dopo un buon inizio quella collana ha preso tutta un altra via e oggi è un mero contenitore che non valorizza nessuno...) Insomma, poca voglia di leggere questi due albi,e quindi ho aspettato fino a ieri. E sono rimasto piacevolmente sorpreso. Certo, non è una storia che sarà ricordata negli annali, ma almeno per un albo e mezzo fila liscia, non solo senza "nizzate", ma anche senza spiegoni (la maniera in cui il bandito fa il riassunto dei precedenti in maniera molto veloce parlando con l'oste per me è stata gestita bene, in qualche modo quelle informazioni il lettore doveva averle, e quella era una maniera abbastanza naturale, in un momento in cui raccontano eventi a qualcuno che non li conosce. Il Burattini attuale ci avrebbe messo sei pagine in cui Tex e Carson si raccontavano a vicenda tutti i dettagli...), una vicenda che "prende" abbastanza e un cast vario di personaggi. Alla fine la storia non mantiene tutto quello che promette. i vari personaggi rimangono in gran parte solo abbozzati a grandi linee, e in generale sono caratterizzati da azioni totalmente impulsive (il gambler e la ragazza che dopo poche ore che si conoscono si comportano come fidanzatini, il figlio che di punto in bianco per esigenze di trama diventa un folle, un momento che avrebbe voluto essere "drammatico" ma arriva piatto. Idem per il comportamento alla fine del padre: si capisce l'intenzione di Nizzi di rappresentare un uomo disperato e distrutto e ormai pronto a tutto, ma... non arriva. Leggendolo, mi pareva un comportamento semplicemente incoerente con tutto quello che sapevamo di lui, messo lì per fare un "colpo di scena" finale. Ma il vero "colpo di scena", almeno per me, è che ho letto due albi in fila di Nizzi, e non ho trovato nulla che mi abbia fatto incavolare... (a parte un dettaglio di cui parlo dopo). Insomma, forse la "guerra" è davvero finita, e possiamo tornare a leggere storie di Nizzi senza metterci l'elmetto... Nota di merito per i dialoghi fra Tex e Carson (la cosa in cui Nizzi comunque più eccelleva, prima della sua crisi), non solo per la loro riconoscibilità senza cadere nel "manierismo" (io direi "nel copia-incolla") del metterci tremila "tizzone d'inferno" o "satanasso" (invece usati qui con adeguata parsimonia e maggiore varietà), ma anche perchè sono dialoghi che hanno una funzione nella trama, a parte lo spiegare cose (troppo spesso nelle vecchie storie dell'ultimo Nizzi, e nelle storie anche di altri autori, Carson viene trattato come il Dr Watson di turno, con dialoghi che servono solo a Tex per spiegare cose al lettore - facendo passare Carson per scemo - e per il resto Carson è una mera appendice a Tex). Qui invece Carson non solo ha idee e iniziative sue, ma espone un punto di vista diverso (e alla fine ha pure ragione...). Nota di demerito (ed è il dettaglio come mi ha fatto un po' irritare di cui parlavo prima) per l'arrivo della cavalleria letteralmente all'ultimo secondo. perchè è un clichè ormai insopportabile. No, non l'arrivo della cavalleria (quello era ovvio nel momento in cui Carson è partito), ma il fatto che arrivi SEMPRE "all'ultimo momento", come se questo dovrebbe dare chissà quale "tensione" al racconto (non la dà, troppo prevedibile) Nei film, non sopporto più quelle scene dove la bomba viene OVVIAMENTE disinnescata quando manca un secondo. La cosa ormai è tanto ovvia da poterci mettere a punto l'orologio. ("Che ora è?" "mancano 27 secondi al disinnesco della bomba, possiamo tranquillamente parlare di calcio senza guardare il film per i prossimi 26 secondi..."). Deve esserci un tasto "disinnesco bomba all'ultimo secondo)" nella scrivania degli sceneggiatori (in questi tempi di postmodernismo fighetto e pretenzioso, sospetto che gli sceneggiatori mettano questi momenti nei film non perché siano scarsi, ma perchè sono scarsi e presuntuosi, e "citano" questi clichè per far vedere come sono superiori a cose per il pubblico bue tipo tensione, drammaticità e passione, e scrivono per gente superiore come loro che non si appassiona mai ad un film preferendo sentirsi superiore al resto del pubblico...) Sarebbe meno drammatica la scena se la bomba fosse disinnescata quando mancano 27 secondi? No, dico, giusto per metterci qualcosa di inaspettato e che il pubblico già non prevede venti minuti prima? Allo stesso modo, in questa storia, sappiamo tutti che Carson arriverà con la cavalleria, e siamo CERTI che arriverà quando anche Tex sta per soccombere... e quindi il suo arrivo proprio in quel momento non è per nulla una sorpresa, anzi, risulta un clichè. Invece di spacciarla per una inesistente "sorpresa", Nizzi avrebbe potuto seguire in parallelo i due pards, facendo vedere anche gli sforzi di Carson per arrivare in tempo (è vero che anche il fatto che Carson arriverà in tempo è ovvio e scontato, ma... non so, io non ho le parole per spiegarlo, forse ci sono studi che la spiegano meglio, ma se non cadi in certi clichè, come lettore stai DENTRO la storia, e al fatto che Carson ci riuscirà sicuramente, in quel momento non ci pensi, e ti godi la storia. È come un patto implicito fra autore e lettore, il lettore per un po' si "dimentica" che Carson ci riuscirà di sicuro, e l'autore in cambio scrive una scena appassionante e drammatica. Quando l'autore ricade in uno stantio clichè, è come si mi strappasse da dentro la storia. Viene meno al nostro patto, e anch'io "non ci credo più", e la scena da drammatica diventa noiosa), oppure avrebbe potuto giocare sul destino di qualche comprimario, facendo arrivare Carson in tempo per salvare lui o lei (cosa meno ovvia e scontata del fatto che arrivi in tempo a salvare Tex)... e invece no, la scena è un po' scritta "con il pilota automatico", ricadendo nel solito clichè... Insomma, forse alla fine più ombre che luci, e un finale un po' "meh" per una storia che era partita meglio. Ma alla fine, è una "normale" storia mediocre, come ne abbiamo lette tante. La cosa importante è che non è una "nizzata", e forse (forse, non sono ancora al 100% convinto) possiamo accostarci a future storie di Nizzi con meno timori...
  21. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Ma... ma... chi è l'assassino che ha ritagliato digitalmente l'immagine togliendo lo sfondo per la copertina del cartonato? Il disegno originale di Villa è molto più bello! Non volevano fare la copertina del cartonato troppo bella per non danneggiare le vendite delle limited???
  22. Diablero

    [Tex Willer N. 14 / 15] Paradise Valley

    Se poi andiamo dalla realtà alla rappresentazione nelle opere di fantasia, da Sherlock Holmes (che ebbe a che fare con assassini Mormoni) a Trinità fino allo stesso Tex (che combatté contro i Daniti Mormone e difese invece più volte indifesi Quaccheri), la differenza è ancora più difficile da ignorare... Quaccheri: non violenti fino al punto da non uccidere nemmeno per difendersi. Mormoni: ti vengono ad ammazzare di notte, incappucciati e armati fino ai denti. (entrambe sono visioni parodistiche e derisorie, ma fanno capire quanto sia pericoloso confonderli se sei in una storia al cinema o nei fumetti... )
  23. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Beh, se li rivende subito su ebay, sì, ha fatto un affare. Dico "subito" perchè dubito che mantengano le valutazioni attuali a lungo. Le variant cover raramente mantengono la loro valutazione, passato il momento dell'hype (è psicologia spicciola: quando il valore di qualcosa cresce, la vogliono tutti. Quando cala, tutti la vogliono vendere. Quindi la gente tende a comprare a tanto e rivendere a poco. Pare assurdo ma è la dinamica base del collezionismo, non solo dei fumetti. ). Se invece del fare un affare non gliene frega nulla e preferisce avere i volumi in libreria, buon per lui!
  24. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    L'impresa l'ha fatta chi è riuscito a vendergli la stessa storia 4 volte... (in realtà, procurarsi le tre limited non è per nulla difficile, su ebay le trovi tutte e tre. Pagando....)
  25. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Si parlava delle date di uscita e questo commento invece è più sui contenuti, ma mi è venuto in mente vedendo citare le differenze nella comunicazione di oggi e quella di allora. Avendo smesso di seguire i forum "texiani" anni fa, mi ero perso tutte le anticipazioni sull'arrivo della figlia di Satania. Quindi ho letto l'albo senza sapere già chi era il "cattivo", scoprendo man mano dai vari indizi, insieme a Tex, il suo legame con la sua vecchia nemica. Ed e stata una "sorpresa" piacevolissima, leggendo l'albo. L'albo successivo meno lo sono goduto un po' meno perché nelle varie recensioni online qualcuno si era lasciato scappare che appunto la storia riguardava "la figlia" di Satania, svelando quindi il legame di parentela. Non sono un talebano anti-spoiler, ma credo che sia indubbio che una volta le storie ce le godevamo più "nell'attimo", senza tante anticipazioni, ed era molto meglio. Almeno per me. Ma era un altro mondo, e non credo che si possa più tornare indietro (a meno di non scollegarsi completamente rifiutando ogni contatto non solo con i forum e le interviste ma pure con tutte le anticipazioni dell'editore). Oggi gran parte del marketing dei fumetti si basa sull'anticipazione sullo spoiler programmatico (far sapere prima una sacco di cose di quello che accade nei numeri 399 e 400 di Dylan Dog, per esempio, per attirare curiosi che leggendo troveranno conferma di quello che sanno già che avverrà), e tutti siamo dominati e vittime allo stesso tempo della nostra curiosità. Sappiamo che ci fa male (almeno, al gusto che avremo durante la lettura) ma non riusciamo a resistere al darci una sbirciatina...
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