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Diablero

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  1. Diablero

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Mi sono riletto recentemente, dopo quasi 40 anni, Fuga da Anderville, che non rileggevo interamente, dall'inizio alla fine, da quell'epoca. Ci ho trovato tanta, ma tante di quelle cose... "di cui parlare", che... paradossalmente farlo diventa impossibile. Anche solo elencare una per una tutte le cose, produrrebbe un messaggio tanto lungo che non lo leggerebbe nessuno. E inoltre, mi sono reso conto di una cosa: Fuga da Anderville, come MITO, non è criticabile. È una storia letta da bambini o letta comunque decenni fa quando si aveva un diverso rapporto con Tex, e con Nizzi. È il simbolo di quell'epoca favolosa (e immaginaria) in cui "Nizzi scriveva benissimo". Negarlo è come negare l'esistenza del paradiso. In chiesa. Di fronte ai fedeli più accaniti. È come negare che da bambini si è stati felicissimi e senza problemi. È come negare che la Mamma era perfetta. Insomma, significa dire "guarda che non te la ricordi davvero", e so già che questo sarà preso come un offesa personale e non spingerà nessuno a rileggersela. Quindi? Quindi ho rinunciato. Finché stasera Leo mi ha provocato con un paragone che non doveva fare... Però, per i motivi visti prima, so già che nessuno accetterà un giudizio negativo complessivo sull'opera. Se criticherò la caratterizzazione mi risponderanno lodando il pathos, se mostrerò che che il Pathos è totalmente assente, mi citeranno il realismo storico. Quando dimostrerò che non c'è alcun realismo, parleranno di poesia e di impegno. Etc etc etc... Insomma: svicoleranno, e sarà completamente impossibile farli concentrare sui singoli aspetti. A meno che non lo impedisca prima. Impostando la discussione su UN ASPETTO PER VOLTA. Non potrei mai far ammettere che Fuga da Andrville non è un capolavoro, non più di quanto riuscirei a dimostrare ad un credente l'inesistenza del suo Dio (qualunque esso sia) Però posso SMONTARE IL GIOCATTOLO, prendere un pezzo per volta, e mostrare quanto siano malfatti. Criticando i pezzi, non il "mito" che ormai è uscito dal mondo delle cose criticabili. Allora, iniziamo? Iniziamo con una sfida. Voglio una cosa molto semplice, che tutti quelli che adorano quest'opera saranno ovviamente in grado di fare senza problemi. Siete in grado di trovarmi un "sudista" bianco di qualunque tipo (militare, civile, contadino, politico, proprietario di saloon, guardia, etc) in questa storia che non sia un totale e assoluto pezzo di merda, crudele, razzista e spregevole? Qualcuno che non trovi bello e divertentissimo l’impiccagione di un "negro"? Ovvio che non mi riferisco ai passanti che si vedono in una vignetta e non dicono nulla (anche se molti di essi sono mostrati incoraggiare ed apprezzare qualunque malvagità), parlo di quelli che fanno qualcosa nella storia. Fra le DECINE (contatele...) di persone del Sud con cui Tex interagisce in questa storia, non credo che vi sarà difficile indicarmi una singola persona bianca del sud (a parte ovviamente John che è la mosca bianca designata come martire e che spara addosso ai suoi compaesani) che non sia un sadico assassino, no? Non parlo di gente che, indottrinata, ripete a pappagallo propaganda governativa, come Rod in "Quando tuona il cannone" ma non farebbe male ad una mosca. No, parlo proprio delle DECINE di personaggi che in questa storia APPENA VEDONO UN NEGRO vogliono impiccarlo, ammazzarlo, torturarlo, vessarlo (ci si chiede come facessero a sopravvivere gli schiavi nelle piantagioni senza che la popolazione bianca li sterminasse in una settimana) Vi sarà facile trovare, in una storia di tre albi, almeno un abitante di queste nazioni che non sia personalmente un serial killer, un sadico torturatore, un assassino, o una combinazione di questi simpatici tratti caratteriali, no? OK, ditemene uno. (e non svicolate a parlare del sesso degli angeli, ci sarà tempo per parlare di OGNI aspetto della storia, per adesso rispondete nel merito a questa semplice domanda)
  2. Quindi sei d'accordo che un personaggio secondario ben personalizzato può oscurare la figura di Tex. Prima di tutto quoto il brano che già ti rispondeva nel post a cui hai replicato, che stai continuando ad ignorare: E infatti... questo mischiare mele con pere sta già facendo un gran casino in questo thread. Se alla protesta "qui Tex non è protagonista" si risponde con considerazioni sulla caratterizzazione... mi sembra qualcuno che risponde alle lamentele sulla strega di Ruju dicendo "ma anche GL Bonelli metteva streghe". Cioè, ignorare il problema e buttare la palla in tribuna. Poi a quelli che si lamentano che Tex è caratterizzato male cosa gli rispondi, che va bene perchè Tex comunque è il protagonista? I problemi di molti Tex attuali sono TANTI, dai due già citati fino a quello dello schema ossessivamente "per colpi di scena" al non rispetto dei vincoli dell'ambientazione (vedi strega di Ruju) al citazionismo... per VEDERLI bisogna DISTINGUERLI, altrimenti si fa un bel mischione con "tex non mi piace più, chissà perchè, chissà perchè questo albo mi piace e questo no, che inesplicabile mistero, deve essere l'ascendente e l'oroscopo..." Chiarito questo, passiamo a rispondere al tuo argomento TOTALMENTE DIVERSO e di cui NON AVEVO PARLATO (ma che avevo citato per chiarire che non c'entrava una ceppa con quello che dicevo) Come fa ad oscurarla? Cancella Tex dalle pagine? Se Tex "scompare" dalle pagine... vuol dire che non c'era dal principio. Non è un problema dei personaggi secondari che non gli devono fare troppa ombra sennò sparisce, poverino. È un problema di come è trattato Tex nella storia. L'evitare di caratterizzare i personaggi secondari per paura di far ombra ad un piccolo, esanime e poco visibile Tex, non è un "rimedio", è un raddoppiare il problema: dopo hai una storia in cui non spicca nessuno. I due esempi che fai, a questo proposito, sono completamente errati. "Apocalypse Now" non è un film avventuroso. Non lo guardi come Indiana Jones. È proprio una bestia diversa di una specie diversa, e il cosiddetto "protagonista" DEVE scomparire in quel tipo di film appunto perchè "farebbe ombra" a quello che interessa veramente. Lo spettatore NON DEVE assolutamente appassionarsi alla sua impresa perchè è un mero pretesto per farlo girare per la Giungla. (insomma, hai citato il basket mentre si discuteva di calcio, "ma lì toccano la palla con le mani tutto il tempo, non è vero che nel; calcio non si può...") E nel film di Nolan... mi pare ovvio che il Joker è il vero protagonista del film! Batman non solo reagisce e basta, ma lo fa da pugile suonato e stordito. A Nolan interessano chiaramente solo il Joker e Two-Face. P.S.: da questo thread sono spariti diversi messaggi a cui rispondevo, e sono persino spariti i quote di quei messaggi nei miei post...
  3. Ti ho già risposto nel primissimo paragrafo del messaggio a cui hai risposto. (qui rischiamo di generare un loop... )
  4. La caratterizzazione è un problema diverso. Che se manca dà origine ad una lamentela diversa ("non è Tex" oppure "cattivi anonimi" se non solo caratterizzati i cattivi) Qui mi so concentrando sul problema "Tex non è il protagonista". Se non ci abituiamo a considerare un problema per volta finisce che facciamo solo un gran mischione e ci confondiamo. Il protagonista nella letteratura occidentale e in particolare nelle storie avventuro è chi fa, chi agisce, chi vuole compiere un impresa e raggiungere un obiettivo. Leggiamo la storia per capire se ci riuscirà, ammirandolo o temendolo (ci sono protagonisti negativi alla Diabolik: osserva come nella stragrande maggioranza delle storie Ginko, anche è "il buono", non è il protagonista. Anche nelle rare volte in cui sventa il colpo. Anche se Diabolik forse non è un buon esempio oggi perchè è così "addomesticato" che non fa più paura a nessuno...). L'antagonista può essere un avversario o una montagna o un pescecane, ma conta solo come qualcosa che ostacola l'impresa del protagonista. Per tornare ai supereroi, mi pare ovvio che il protagonista di "Infinity war" è Thanos. È lui che compie l'impresa mentre gli eroi cercano di fermarlo (fallendo). È soprattutto questo, più che il fatto che "vince", a renderlo memorabile (il fatto che "vince" sottolinea solo quanto sia meritata la considerazione dello spettatore per questo protagonista). A parte i (reali) problemi di caratterizzazione di Thanos nel film successivo, il motivo principale per cui gli spettatori dicevano che era "sminuito" era il fatto che in quel film, era stato "declassato" ad antagonista. In quel film erano gli eroi che erano lanciati nell'impresa impossibile. Se Tex si limita ad impedire l'impresa di qualcun altro, nella storia ha l'importanza di un ostacolo da superare. Se si limita a permettere l'impresa di qualcun altro (come in questo caso), è un deux ex machina ma non un protagonista. Anche negli esempi che fai: - Ne "la mano rossa", Tex non ostacola un bel niente. Arriva che la Mano Rossa ha già ucciso e ha già rapinato. Raccoglie le ultime parole di un morente e gli giura che compirà un impresa: sgominerà da solo la Mano Rossa uccidendoli tutti. E da quel momento gli dà una caccia implacabile, tendendogli trappole o agguati. Sono quelli della Mano rossa che attendono terrorizzati le prossime mosse di Tex. - Idem per la banda dei Dalton: Tex è nel paese ma non impedisce la rapine e non salta la donna e sua figlia. Ma si getta nell'impresa di sterminare, praticamente da solo o quasi (con Tiger Jack e poi Carson) una banda di 10 uomini. Guarda invece un contro-esempio, di un NON TEX che NON AGISCE DA TEX: la storia di El Muerto. Chi è il protagonista di El Muerto? Chi mette in moto la storia? Chi ha sempre l'iniziativa? Chi vuole ottenere qualcosa? E chi invece si limita a fare resistenza passiva (molto passiva) fino al duello finale che il protagonista ha cercato e progettato da anni? Se Tex deve essere il protagonista (e non è detto che debba esserlo sempre, nel "passato di Carson" chiaramente il protagonista è Carson, ma un conto è fare una storia ogni tanto cedendo il ruolo del protagonista ad un altro con consapevolezza, ben altro conto e non rendersi conto del problema e farlo sempre...), allora la storia deve basarsi su quello che Tex vuole fare, non su quello che vogliono fare altri, le loro imprese, le loro avventure, con Tex infilato come deus ex machina...
  5. Tornando all'albo bis e alla sua "Texianità"... Come ho detto tante volte, il personaggio è anche il suo mondo (puoi fare un Tex fedelissimo nei comportamenti ma se gli cambi il mondo attorno, per esempio invece di usare la precisione delle colt di fantasia ci metti quella reale oppure se fai comportare la gente comune come in "il giudice Maddox", il lettore non lo riconosce lo stesso) Idem per la struttura della storia. Tex deve essere il protagonista, non L'ANTAGONISTA e nemmeno una funzione narrativa utile a risolvere, tipo deus ex machina, il finale di una storia altrui. Cosa intendo per essere l'antagonista? Tempo fa leggevo un articolo di qualcuno (uno sceneggiatore cinematografico che però non conosceva molto i fumetti) che sosteneva che un problema dei film e dei fumetti di supereroi (e in generale dei fumetti seriali), è che l'eroe non è il personaggio che muove gli eventi (che invece è il supervillain, che agisce per conquistare il mondo o cambiarlo, e quindi il supervillain è l'eroe che parte nell'impresa, il supereroe è l'antagonista che cerca di fermarlo e di impedire qualunque cambiamento, risultando una forza passiva che con la sua vittoria fa finire la storia senza conseguenze per poi ripartire il numero dopo dallo status quo). E quindi, sosteneva, un film o fumetti di supereroi deve avere Villain interessanti, mentre l'eroe può essere anonimo. È un punto di vista condiviso da molti (quante volte avrete sentito dire frasi simili sul fatto che quello che conta non è l'eroe ma avere un buon arcinemico?), ma in realtà abbastanza smentito anche da una superficiale conoscenza dei meccanismi dei fumetti seriali. Davvero i fumetti di Paperone vendono solo per la Banda Bassotti? Certo che no. E come mai? Perchè Paperone non è l'antagonista. Nei fumetti di Batks è LUI che prende l'iniziativa, che ha progetti, che si lancia in imprese per trovare il tal tesoro, e i Bassotti da antagonisti cercano di fermarlo e di rubargli i soldi. Anche nei fumetti di supereroi, ormai è sorpassata l'idea del protagonista che sta fermo ad aspettare che qualcuno cerchi di rapinare una banca per fermarlo. Gli autori migliori creano eroi che guidano sempre la storia (il miracleman di Moore che altera l'intero status quo mondiale, diventando il Dio-Imperatore del pianeta Terra, nella sua ricerca delle sue vere origini, o il Batman di Frank Miller in Year One, che deve... diventare Batman), ma anche quelli che si rifugiano sempre nei cliché più banali hanno imparato che PRIMA si fa avvenire la rapina, l'omicidio o il misfatto e POI l'eroe diventa il protagonista della ricerca o del salvataggio... Ho detto molte volte anche che il "lettore medio" magari sbaglia a diagnosticare i problemi, e li attribuisce a cazzate, ma se si diverte o no a leggere una storia lo sa benissimo, ed è assurdo che l'autore cerchi di "convincerlo" che una storia gli dovrebbe piacere (vedi recenti esempi Zagoriani..). È la situazione di un paziente che sente un dolore misterioso: se si fa la auto-diagnosi probabilmente la sbaglia completamente e pensa che invece di una peritonite sia una fattura di una strega, ma che sente mai è innegabile, è un fatto. Allo stesso modo vedo molti lettori lamentarsi che nelle storie recenti Tex non è "protagonista" magari perchè occupa solo il 66% delle pagine invece di un numerino magico sotto cui non scendere, tipo il 77,7%, che come "diagnosi" pare quella della fattura della strega Bagobalù (e ha la stessa validità, rileggetevi il primo albo del Figlio di Mefisto quanto comprare Tex...). Diagnosi farlocca, ovviamente. Ma un "male" di partenza che sentono nella lettura, reale. In molte storie recenti (non si Boselli, almeno di solito, è più un problema di Ruju e altri), Tex non è il protagonista... semplicemente perchè non lo è. È una comparsa (o un antagonista) in una storia dove potrebbe anche non esserci o potrebbe esserci qualcun altro. E rimarrebbe non protagonista anche se comparisse nel 100% delle pagine e parlasse esattamente come il Tex di GL Bonelli! Se tutto quello che fa Tex nella storia è salvare le povere vittime, alla "arrivano i nostri", e fermare i biechi piani del criminale, allora Tex non è il protagonista, è l'ANTAGONISTA. il vero protagonista è il criminale. In questa storia succede una variante di questo: i veri protagonisti sono i criminali e le due donne, la sfida è fra di loro. Tex è un generico uomo di legge che cambia l'equilibrio delle forze in campo permettendo alle vere protagoniste (le due donne) di vincere. Se c'era un generico ranger, era lo stesso. È il problema di TUTTE le storie che partono con "ho una bella idea, ci sono tre personaggi x che fanno questo, c'è la bella Y che fa questo, e si scontrano, e poi passa Z e poi... oh che bella storia, adesso ci devo infilare dentro Tex, cosa gli faccio fare? Qui potrebbe essere lui a salvare Y, qui potrebbe essere lui a parlare con Z... che bella storia di Tex questa in cui ho infilato Tex alla fine senza modificare la storia..." Non so esattamente come GL Bonelli scrivesse le sue storie, che tecniche usasse per farsi venire le idee o per realizzare in pratica le sceneggiature, ma mi pare chiaro che si immedesimava in Tex e si chiedeva "e qui Tex cosa farebbe?" invece di chiedersi "e qui come faccio a far fare a Tex questa cosa che mi serve per far avvenire questi eventi come volevo?" Guardate le sue storie: in molte di essere, Tex non è l'eroe che riporta lo status qui: in molte Tex è il CRIMINALE che DISTRUGGE lo status quo. Tex arriva in paesi dove lo status quo è fatto di prepotenze e soprusi. Non un mondo dove tutto va bene finché non arriva un criminale che turba tutto, e Tex si limita a fermarlo. Nel mondo di Tex (che è essenziale per caratterizzarlo, molto più dei satanasso e delle patatine) la maggior parte della gente è fatta di brave persone, tiranneggiate da prepotenti che le sfruttano e le umiliano con la forza e spesso con la legge dalla loro parte. Tex è il criminale che arriva e prende a botte il potere costituito, fa volare dalla finestra il banchiere e riprende i soldi che restituisce alle sue vittime, è quello che arriva e brucia il ranch dell'allevatore prepotente, è lui che muove gli eventi ed è lui il protagonista. Questo NON accade qui (e purtroppo non accade in tante altre storie pubblicate), per questo questa non è una "storia di Tex", al massimo è una storia "con Tex". Perchè Tex qui è il deux ex machina ma non è il protagonista, avendo un ruolo puramente reattivo per cui basterebbe un qualsiasi agente della legge.
  6. Io ho un opinione diversa. Secondo me non è la conoscenza di Tex il problema (tranne che nel caso di Nolitta, che incredibilmente ne sbaglia totalmente la caratterizzazione dopo averlo pubblicato per decenni), ma sta proprio nel "saper scrivere", almeno quel tipo di personaggio e quel tipo di avventure. La riprova sta nel fatto che di questi personaggi non ne fanno più. Non solo Tex, non vengono pubblicate avventure di quel tipo di NESSUNO, nonostante un tempo fossero quelle che vendevano di più. Eccessive velleità autoriali? Nerdismo congenito con associata tristezza e depressione? Incapacità di capire il genere a causa di occhialoni a culo di bottiglia di postmodernismo? Gioventù bruciata e degenere? Maledizione azteca? Vallo a sapere il motivo, ma non è che non sanno scrivere solo Tex. Non sanno scrivere manco Zagor, non saprebbero scrivere la Pattuglia dei Bufali, non saprebbero scrivere Capitan Miki, non saprebbero scrivere Steve Canyon, non saprebbero scrivere Sandokan e non saprebbero scrivere Allan Quatermain, ed evidentemente (basta vedere i risultati negli ultimi anni) non sanno scrivere manco Conan. I fumetti "popolari" sono diretti discendenti del Pulp, ma gli autori pulp non esistono più. Non ci sono più venditori di sogni e di avventure. Esistono letterati frustrati che si "adattano" al fumetto o fanzinari che scambiano l'enumerazione con l'avventura, esistono "artisti" che come scopo hanno "l'educare" il pubblico, o il renderlo cosciente del tal annoso problema, o dei gran geni che magari, colpo di scena, hanno scoperto che il mondo è brutto e cattivo e vogliono spiegarlo a tutti, convinti che non se ne sia ancora accorto nessuno perchè nessuno è intelligente come loro. Se ci fossero ancora dei veri creatori di sogni, ce ne sarebbero alcuni più adatti a Tex per stile e temperamento e altri meno, ma a quel punto basterebbe scegliere quelli più compatibili. E pagarli per leggersi la serie se non la conoscono già. Quella sarebbe la cosa più facile. Per questo non credo che basti aver letto tutti i Tex e poi "sciacquare i panni nel Pecos", altrimenti oggi Boselli avrebbe l'imbarazzo della scelta fra centinaia di aspiranti autori... il problema è che prima di saper scrivere Tex, bisogna saper scrivere quel tipo di storie.
  7. Ah, una cosa facilissima, davvero... Mi dici che scrivere Tex è facilissimo, basta saper scrivere e conoscere Tex Ti faccio un post in cui spiego come mai sia invece estremamente difficile perchè per "conoscere Tex" non basta sapere com'è fatto un costumino e come funzionano i poteri, ma bisogna restituirne sulla pagina l'intera personalità. E mi rispondi che è facilissimo, basta farlo agire esattamente come Tex! Cioè, tu sostieni che scalare l'Everest sia facilissimo, basta saper scalare e sapere dov'è l'Everest. Io ti rispondo che saper scalare (saper restituire un costumino e dei poteri) è una cosa, saper scalare l'Everest è ben altra cosa... ...e la tua risposta è "non è vero, basta che sappia scalare l'Everest e l'Everest lo scala!" Ma se il blocco, la difficoltà, è PROPRIO QUELLA! Il fatto che praticamente NESSUNO riesce a far comportare Tex "come Tex"... Nizzi deve TUTTA la sua fama al fatto che ha scritto Tex. È l'unica cosa per cui è noto. Altrimenti sarebbe stato dimenticato come tutti gli altri sceneggiatori del "Giornalino", molti più bravi di lui... Un fuoriclasse non è famoso solo perchè ha giocato 10 stagioni alla Juventus (facendo fra l'altro più autogol che gol e facendo precipitare la squadra in classifica). Se uno sconosciuto diventa famoso solo perchè si parla di lui nelle formazioni della Juventus, è la Juventus che è famosa, non lui. Quando arrivò su Tex, il suo era un nome totalmente sconosciuto fra i lettori. Prima di arrivare alla Bonelli (su Mister No) il suo lavoro principale era alla FIAT, non nei fumetti. Fuoriclasse de che? Dei trattori? Nizzi frigna ancora adesso per i pochissimi anni in cui non ha potuto firmare le storie (quando autori molto più grandi ed importanti di lui non le hanno potute firmare mai, vedi Carl Barks o Guido Martina), come se avesse dovuto fare un gran sacrificio, rinunciando "al suo nome" per Tex, ma in realtà se il suo nome è noto, è SOLO perchè per decenni è stato stampato sulle pagine di Tex.
  8. Diablero

    [Strisce Anastatiche di Tex]

    Come dicevo alcuni post fa, quello che viene chiamato "tasso di inflazione" non solo è una media di tanti prodotti che hanno meccaniche dei prezzi molto diversi e a volte contrastanti (prodotti con i prezzi in calo, come per la vera e propria "falsificazione" del tasso di inflazione quando ci mettevano la precisa marca e modello di un computer, che dopo 1 anni magari costava meno della metà perchè intanto era uscito il nuovo modello con il processore più potente, e si faceva per abbassare artificialmente il tasso di inflazione da comunicare ai giornali e mascherare l'inflazione reale), ma è pure calcolato sulla base di "panieri" che cambiano in continuazione e che sono influenzati da scelte politiche ed economiche (ai tempi della Scala Mobile se sceglievano un paniere abbastanza farlocco potevano ridurre l'aumento degli stipendi in tutta l'Italia). Se da domani il Tex Gigante e tutti gli altri fumetti aumentassero del 10.000% costando 440 Euro a numero, per l'ISTAT non ci sarebbe nessuna inflazione: non sono nel paniere (come non ci sono rotocalchi e parole crociate, ma ci sono invece i libri, che vendono molte meno copie e quindi rappresentano una percentuale minore delle spese degli italiani: ecco un esempio di come "valori pedagogici" e pregiudizi influenzano quello che viene spacciato per un numero "agnostico"...) Matematicamente, no. Negli anni 60 il tasso di inflazione dell'intero decennio fu circa del 50%. Secondo le tua tesi, il fatto che Tex nel corso del decennio abbia avuto un aumento dello 0% (15 anni di prezzi stabili fino all'aumento a 250 lire) vorrebbe dire che sarebbe "aumentato di più" rispetto ad un aumento pari al tasso di inflazione (quindi a 300 lire) I prezzi che aumentano meno sono quelli che aumentano meno. Punto.
  9. A parte che sbagli Bonelli (GLB non era nemmeno in redazione e non avrebbe potuto comandare nulla a D'Antonio, non aveva un ruolo decisionale nella casa editrice ma era un collaboratore esterno pagato a pagina e a royalties), proprio questo esempio per me mostra che ti sbagli. Anche senza Bella, anche se lo facevi capo dei navajos, anche se lo facevi diventare ranger, Bronco non sarebbe mai stato scambiato da qualcuno per Tex. Sarebbe stato comunque totalmente diverso come personaggio. Il fatto di essere ranger, capo Navajo, agente indiano, sono "incrostazioni da continuity", come il fatto che è stato sposato. Sono paletti sulle trame (non si può fare una storia in cui si dice che non si è mai sposato o una storia in cui combatte contro il capo dei navajos) o opportunità, ma Tex rimane Tex ANCHE SENZA QUESTE COSE. Come faccio a dirlo? Perchè è stato largamente dimostrato: la prima volta che Tex agisce come agente indiano è nella collana "navajo", cioè dopo 50 ALBI GIGANTI, cioè dopo QUASI 700 ALBI a striscia, cioè dopo quasi 15 ANNI! Non era Tex prima? Non sono le "incrostazioni da continuity", gli eventi che capitano man mano, a caratterizzare un personaggio, a meno che non lo stravolgano completamente rendendolo un personaggio nuovo. Un personaggio è caratterizzato soprattutto da come si muove, come agisce, come parla, e dal mondo che abita (importantissimo: il mondo non è mai separato dal personaggio: Cocco Bill non funzionerebbe nel mondo di Tex e viceversa, e anche se questo è un esempio esagerato, la stessa cosa avviene fra Bronco e Tex) Se "tutti possono fare Tex", perchè NON CI RIESCE NESSUNO? (Per me Boselli fa un Tex "riconoscibile", cioè un personaggio che anche se si muove, parla, agisce in modo un po' diverso, ancora riesco a riconoscere. Ma non è ovviamente lo stesso Tex, e non solo per una questione di stile. Nolitta per esempio non c'è mai riuscito, il "Tex" che aveva in testa, indipendentemente dallo stile, non somigliava nemmeno al personaggio Se basta fare un personaggio western che è un agente indiano capo dei Navajos, perchè quello di Nolitta non ci appare identico al Tex di GL Bonelli? Dopotutto, è un agente indiano ed è il capo dei Navajos. Se fosse così semplice non dovremmo essere in grado di capire la differenza fra il suo Tex e quello di GL Bonelli... Idem. Nizzi NON AVEVA CAPITO NULLA di Tex, per questo pensava che i suoi lettori volessero solo le patatine fritte... Letizia, scusa, ma c'è un problema di fondo quando quello che scrivi è in totale contrasto con la realtà osservabile. Quando una tua convinzione viene totalmente smentita dalla realtà, l'approccio corretto non è "ignorare o negare la realtà" (scrivendo che non è vero che pochi riescono a scrivere Tex o che è facilissimo scrivere Tex). L'approccio corretto è mettere in dubbio la tua convinzione (se viene smentita dai fatti, vuol dire che come minimo non stai tenendo conto di fattori importanti) La realtà, osservabile, è che ad oggi nessuno tranne Boselli è riuscito a scrivere con continuità un Tex almeno "riconoscibile". E ci hanno provato in TANTI (Nolitta, Nizzi, Medda, Canzio, D'Antonio, Segura, Faraci, Ruju, Recchioni, Rauch, etc.) Il fatto che non siano tutti bravi come GLBonelli o Boselli secondo la tua tesi non dovrebbe contare nulla, se fare Tex è "facile"... come mai non ci sono riusciti? Non sono le patatine (Tex era Tex anche quando mangiava una minestra, se lo scriveva GL Bonelli), non sono l'essere Ranger o capo dei navajos. Non è, insomma, una ricettina facile e spiegabile in tre righe (deve essere un ranger, capo dei navajos, etc...) È farlo agire, parlare, muoversi come Tex. Per certi personaggi, anche all'apparenza più complessi, è più facile, o perchè quelli hanno caratteristiche così "forti" da coprire tutto il resto (Capitan America basta che lo fai patriottico a fare discorsi patriottici e te la cavi, lo hanno scritto praticamente come un rivoluzionario di sinistra o come un conservatore di destra, ma si riconosce lo stesso, basta che faccia un bel discorso sulla bandiera. E poi aiuta il costume...). Tex è difficile proprio PERCHÉ NON HA UN COSTUME. Non ha superpoteri. Non ha una frase tipica (anche se Nizzi ha cercato di dargliene). Non ha caratteristiche molto appariscenti che a prima vista facciano subito dire "ah, è Tex". È invece un personaggio che si veste normalmente (gli danno sempre gli stessi vestiti perchè altrimenti sarebbe persino difficile dire chi è Tex in una vignetta, ma comunque non è un costume), che cambia faccia da disegnatore e disegnatore (e quindi ha sempre gli stessi vestiti), che non ha superpoteri o doni mistici o spiriti guida. È la cosa davvero, davvero più difficile da caratterizzare: un uomo normale. Che quindi deve essere caratterizzato con il carattere, con la maniera di agire, con la maniera di parlare, senza le facili "scorciatoie" del costumino e dei superpoteri. È una cosa tanto difficile che non mi meraviglia che praticamente tutti gli sceneggiatori attuali, abituati a "citare" e a personaggi descrivibili da costumi o poteri, non ne siano assolutamente capaci.
  10. Diablero

    [Strisce Anastatiche di Tex]

    C'è da dire che se non ricordo male il conio più piccolo della lira nel 1950 era di 5 lire, quindi fare un aumento di meno di 5 lire era impossibile... Ho trovato una pagina con vari prezzi del 1950, purtroppo non indica chiaramente le fonti e non ho voglia e tempo di controllare se le dice altrove e se comunque è un sito affidabile, ma sperando che lo sia, risulta che nel 1950 20 lire era il costo di un quotidiano. Oggi un quarto del prezzo di un quotidiano sarebbe vicino a 0,50 Euro. (Tenete presente che erano albi a 32 strisce. un Tex Gigante conteneva 480 strisce, sarebbe dovuto costare 300 lire nel 1950 mentre invece ne costava solo 200 negli anni 60. Costavano così tanto perchè vendevano poco, anche 20 lire erano una cifra per i bambini dell'epoca, Tex a striscia vendeva poche migliaia di copie, cedo che anche nel momento del massimo boom non abbia mai superato le 50.000 - 60.000 copie in quel formato) Una tazzina di caffè al bar costava 30 lire. Ma nessuno della mia famiglia (genitori, zii, nonni, etc) credo abbia mai bevuto anche un solo caffè al bar prima che arrivasse la mia generazione, molto tempo dopo... all'epoca era davvero un lusso per "i signori"... Un litro di benzina costava 116 lire, un chilo di pane 100 lire, un chilo di pasta 130 lire (notate come i rapporti fra i prezzi siano totalmente sballati rispetto ad oggi, per questo l'indice I'STAT può essere descrittivo - cioè darti un informazione più o meno media - ma non è predittivo, non puoi usarlo per stabilire quanto costa oggi un bene in base al prezzo dell'epoca o viceversa). Un operaio guadagnava 25.000 lire al mese (immagino al nord, e comunque i contadini guadagnavano molto meno), e con quelle 25.000 lire (800 lire al giorno circa, tolte le quote per affitto e bollette) dovevano bastare per famiglie di 4-5 persone se non di più... quante famiglie pensate potessero dare ad un bambino 80-100 lire al mese (Tex era settimanale) per seguire le avventure di un cowboy?
  11. Argomentazione MOLTO pericolosa per la sopravvivenza di Tex... In realtà, si applica a TUTTI i fumetti. Nessuno ci obbliga. Viviamo benissimo anche senza, e in ogni caso ne abbiamo tanti in casa che se li rileggiamo anche solo una volta ciascuno andiamo avanti ancora per anni. Il mercato del fumetto si basa su una auto-illusione: che noi "dobbiamo" comprare il nuovo albo, di Tex o del fumetto di turno. Perché è Tex. Perché abbiamo la serie. Perché poi ne parliamo con gli amici. Senza questa auto-illusione QUANTI davvero comprerebbero un fumetto quando a casa hanno come minimo 400 canali che trasmettono in continuazione film e telefilm, senza contare lo streaming? Se fossi il padrone della Bonelli, e vedessi un autore rifugiarsi nella solita frasettina "se non ti piace non comprarlo", lo licenzierei in tronco. Il suo lavoro è convincere i lettori a comprare, non certo convincerli a NON comprare (per quanto gli autori attuali in questo secondo campo sono bravissimi, non è quello per cui sono pagati)
  12. Diablero

    [Strisce Anastatiche di Tex]

    In realtà, no. Il paniere ISTAT registra non "l'inflazione", che non è un numero uguale per ogni prezzo, e nemmeno una "media di tutti i prezzi": è un indice ricavato da un "paniere" di beni e servizi presi come "tipici". C'è una certa componente di statistica, ma anche di arbitrio, caso e di... paraculaggine (il mettere i personal computer o i cellulari mettendo il prezzo di uno specifico modello è stato in passato un metodo per falsificare i risultati al ribasso). E soprattutto presuppone una risposta arbitraria a "tipico per chi?". Sono i consumi di una famiglia che per mangiare spende solo il 18% del reddito (dati ISTAT 2022), e solo il 10% per abitazione, acqua, elettricità e combustibili (quindi questa "famiglia tipo" se spende un 10.000 euro all'anno per affitto e bollette, che non è poi molto, guadagna minimo 100.000 euro all'anno... alla faccia della famiglia tipo o delle bollette tipo...) Ma quelle per cibo, casa, acqua, etc sono spese diverse dalle altre: la spesa per libri, cinema, divertimenti, etc può essere ridotta a zero. Quella per mangiare, scaldarsi e bere no. È la "spesa incomprimibile" Ma OGGI (non nel 1950) le fasce più a basso reddito della popolazione spendono per i consumi incomprimibili dal 50% al 90% di quello che guadagnano, non il 18+10%.. Figurati nel 1950 dopo una guerra! Per fare i conti tondi: se nel 1950 una famiglia spendeva il 90% per quello che oggi costa il 30%, significa che gli rimaneva solo il 10% al posto del nostro 70% Per il paniere ISTAT quelle cinque lire sarebbero oggi "abbastanza arbitrariamente" 9 centesimi, ma in realtà negli anni 50 era una cifra molto superiore rispetto ai soldi disponibili. E già vedere quella cifra ridicola, "9 centesimi", dimostra abbastanza chiaramente quanto il paniere istar sia stata storicamente una misura dell'inflazione reale arbitraria e inaffidabile...
  13. Vuoi numeri? Chi è più esigente, chi non si accontenta, o chi si accontenta e continua a comprare? Non raccontiamoci balle, "i più esigenti" non siamo noi. Sono quelli che HANNO SMESSO. Cioè, circa l'80% dei lettori di Tex degli anni 70. (considerando anche un minimo di ricambio, più facile che sia il 95%). E noi che continuiamo a comprarlo, ci vantiamo l'uno con l'altro che siamo noi "i più esigenti", che gli altri, il 95%, magari ha smesso perchè era troppo di bocca buona e non capiva certe "raffinatezze"...
  14. Sul fatto che "i lettori oggi sono più esigenti"... ..siete proprio sicuri? Da quali studi statistici lo ricavate? Dal fatto che i tanti flop dell'epoca (che mica tutti i fumetti duravano come Tex...) in genere chiudevano prima (vedi Gil, Judan, Bella e Bronco) mentre adesso si trascinano stancamente per più anni? I lettori oggi sono magari più scafati, in genere hanno visto una quantità di film, telefilm e fiction in generale inimmaginabile prima dell'avvento di internet e delle TV commerciali. Quindi magari 50 anni fa Bonelli poteva spacciare il mostro della laguna nera come una sua idea e lo beccavano in pochi, mentre oggi sarebbe sgamato subito sui social (idem per Sclavi su Dylan Dog, comunque). Riesce più facile quindi fare un confronto con altri "passatempi" e valutare il livello di un opera. E, per lo stesso motivo, è più forte la concorrenza, e quindi ci sono sempre meno nuovi lettori (ma a questo punto bisognerebbe ogni tanto chiedersi come mai il fumetto in questa concorrenza perde sempre, quando anche senza soldi ed effetti speciali romanzi, serie e film a volte vincono...) Però io ricordo anche un'altra cosa. Che Tex era il mio fumetto preferito. E bastarono tre storie di Nolitta per farmi smettere di comprarlo. Idem per Zagor: pochissime storie di Sclavi, e avevo già smesso. (e non ero io che ero rapido, gran parte dei miei amici che leggevano fumetti smettevano molto prima di me) Quante storie di Alan Ford non disegnate da Magnus bastarono per farmi smettere di comprarlo? Non ricordo il numero esatto, ma non più di 20. Perchè eravamo così spietati? Perchè avevamo pochi soldi, e c'erano un sacco di fumetti (e film e altri divertimenti) fra cui scegliere. Certo, magari non riuscivi a scrivere una lunga dimostrazione sul fatto che una certa storia di Zagor di Sclavi era scopiazzata da x e y, ma non ti serviva. Bastava che non ti divertiva abbastanza. A quel punto era out. E il mese dopo mi compravo Ken Parker o la Storia del West o gli Eterni o La Compagnia della Forca o Alter Alter. Perché è vero che all'epoca c'era meno concorrenza da film e TV... ma c'erano molti, molti, molti più fumetti appassionanti fra cui scegliere! Oggi è vero che ci lamentiamo perchè un albo non è ad un livello adeguato per divertirci e non incontra le nostre aspettative, ma poi che facciamo? Il mese dopo lo compriamo lo stesso. Per abitudine. Perché avendo molti più soldi in tasca non dobbiamo più essere spietati come allora. E poi un po' anche perchè siamo diventati vecchi e il ricordo dei vecchi albi pesa di più del valore dei nuovi. Abbiamo una collezione da mantenere, cosa importa se un albo poi non lo rileggerai più? L'idea che "oggi siamo lettori più esigenti" è totalmente farlocca. Al massimo siamo lettori più "colti" (nel senso di beccare le citazioni e più abituati a riconoscere certi cliché)) e meno entusiasti. Ma poi che succede? Che ci ACCONTENTIAMO. Altro che "esigenti". "Accontentarsi", il dire "non è come una volta ma lo compro lo stesso per passare il tempo) è IL CONTRARIO dell'essere "esigenti". Fate lo sforzo di ricordarvi come eravate DAVVERO a 13-14 anni. Non il pupazzetto da mulino bianco che vi spacciano per l'infanzia generica di tutti, ma come eravate davvero voi. E pensare all'epoca se avreste continuato a comprare per anni molte cose che comprate ora. "Esigenti" oggi? Non fatemi ridere. Nessuno è più esigente di un ragazzino che ha i soldi per 4-5 fumetti al mese al massimo e non gliene frega nulla della collezione, dell’abitudine, dei ricordi di 40 anni fa, e che vuole solo divertirsi più che può con quei soldi. Pensate che qualcuno dei fumetti di oggi sopravviverebbe se come pubblico avesse quel pubblico "così poco esigente"?
  15. Diablero

    [741/744] Sierra Nevada

    La situazione di Yama è diversa da quella di Mefisto. Mefisto era stato "assunto" come "demone part-time" per un tot di anni prima di andare al suo destino finale (praticamente, uno stagionale, sottopagato. Se deve essere un inferno, che lo sia...) e infatti contattava Yama tramite specchi o altro, ed era intervenuto anche di persona per aiutarlo. Non so se il periodo che passerà ora sulla terra sarà conteggiato fra le ferie o come straordinario fuori sede, ma in ogni caso non è un evaso... Yama invece è imprigionato non perchè abbia fatto un sacco di peccati ma perchè era stato appunto minacciato che lo avrebbero imprigionato se falliva ancora, avrebbe dovuto leggere il contratto... E io infatti da tempo sospetto che i demoni con Tex facciano il doppio gioco e falliscano apposta... (nell'ultima storia il sospetto giustamente era venuto anche a Mefisto...)
  16. Mi pare chiaro che un numero "bis" non ha proprio nulla di straordinario. Facciamo prima di tutto due conti. Ogni anno escono: 12x110 = 1320 pagine della serie regolare 12 x 62 = 740 pagine di Tex Willer ...e 2 maxi, 2 color, un texone, un magazine, uno special, due cartonati e un bis, totale (572+320+224+100+126+110) = 1452 pagine di "speciali". Cioè, da tempo la produzione "speciale" ha superato la produzione "regolare", gran parte dei Tex sono "speciali" e quindi gli speciali sono ancora più "normali" e "comuni" della serie regolare... Poi, alcuni "speciali" lo sono per ragioni di formato o di idea alla base (i Texoni prima di tutto, ma anche gli altri, il color per i color, la lunghezza maxi per i maxi, gli articoli per il magazine, il formato e il colore per i cartonati...), ma il "bis" non è altro che un numero in più, stesso formato e stesse pagine della serie regolare. È, se vogliamo, più "onesto" e chiaro nel suo essere una semplice spremitura, una maniera per vendere 13 albi invece di 12. Inoltre, c'è pure un precedente alla Bonelli: i "bis" sono stati usati su Martin Mystere per svuotare i cassetti dalle storie "fondo di magazzino", quindi per me e per tutti i vecchi lettori dà l'idea dello scarto recuperato, di un qualcosa di scarsa qualità (e da qui si vede come chi dirige la Bonelli oggi non ne conosce la storia e non si rende conto di certe associazioni d'idee...)
  17. Ed è questa la debolezza di base di sceneggiare "a colpi di scena". O fai cose assurde che non erano prevedibili perchè non hanno senso, o fai cose che qualunque lettore un minimo scafato prevede con 20 pagine di anticipo. È una maniera di scrivere adatta a "lettori ingenui". Non a caso ho detto che mi ha ricordato le vecchie storie western dell'intrepido. Perché erano rivolte a lettori di quel tipo, che leggevano poco, distrattamente, e che appena sono arrivate le TV commerciali sono passati a guardarsi "i bellissimi di Rete4" senza più guardare un fumetto. una maniera di scrivere con più frecce al proprio arco. Che invece di usare SEMPRE il "colpo di scena" utilizzi l'approfondimento psicologico (che non puoi usare se sceneggi a colpi di scena, fa capire al lettore come si comporterebbe il personaggio, che è quello che NON vuoi, per questo se sceneggi a "colpi di scena" i personaggi devono essere sagome di cartone che potrebbero fare qualunque cosa), l'anticipazione (far sapere subito al lettore le intenzioni della donna e costruire quindi tensione e dramma su questo), o tante altre tecniche diverse. Un esempio di quanto è limitante usare solo i colpi di scena: come fanno a trovare la mappa nel calcio della pistola? Ovvio, "colpo di scena", una pallottola colpisce guarda caso la pistola proprio nel punto giusto. (le incredibili coincidenze sono l'altro lato dei colpi di scena). È un momento nella storia in cui davvero ti cascano le.... E se invece la donna avesse sempre saputo che la mappa era lì, perchè lo aveva spiato mentre la nascondeva? Per metà della storia solamente lei e il lettore avrebbero saputo dell'importanza di quella pistola. Si poteva usare per creare un minimo di tensione in questa storia ultra-piatta. Ma così si rovinava il colpo di scena...
  18. Diablero

    [Color Tex N. 07] La Strada Per Serenity

    Io direi una storia totalmente priva di qualunque senso, che va ben oltre il limite del ridicolo. Questo è uno dei tantissimi Color che ho preso e non avevo letto. Questa colorazione dozzinale e al risparmio su Tex mi ha sempre fatto un effetto respingente, quindi, mentre altri albi di altre serie man mano le ho letti per curiosità, i color sono sempre rimasti lì. Proprio mi respingono. Ho letto solo il primissimo e qualcuno degli ultimi, prima di smettere di prenderli. Se li guardo in libreria, non è per una vaga voglia di leggerli prima o poi, ma è perchè penso a quanto spazio occupano, e se li rivendessi avrei fatto spazio per albi più meritevoli. Quindi, quando poco fa ho letto il post di Led Zepp, da una parte sono rimasto sorpreso che Recchioni avesse scritto un albo intero del tex "classico" (probabilmente me se sarò accorto all'epoca, ma poi mi sono dimenticato), dall'altra la descrizione della cialtronata paradossalmente mi ha messo curiosità. Tanto ormai l'ho comprata, dopo 7 anni potrei anche leggerla. Letta. Cialtronata confermata al 100%. Qualcuno dovrebbe un giorno spiegare a Recchioni che le storie dovrebbero avere un senso, che le azioni dei personaggi dovrebbero avere una minima logica, anche se commettono errori, e che non basta mettere citazioni e "scene drammatiche" senza un nesso fra di loro per fare una storia. Ma temo che ormai sia una battaglia culturale persa, troppi nuovi sceneggiatori sono così, danno l'impressione di aver letto poca narrativa davvero valida e di aver imparato dai film e dai videoclip. Mi ha ricordato parecchio l'altra cialtronata simile di Nizzi su Tex 500, anche lì con dei banditi che "per non farsi notare da Tex" gli profanano la tomba della moglie (che si era spostata da sola nottetempo a decine di miglia di distanza dal punto in cui si era sempre vista). Stavolta addirittura lo cercano per farsi aiutare, stì' geni. Vorrà dire qualcosa che un idea di base così sgangherata e ridicola sia già stata usata due volte? Per me dice molto sul livello di tanti autori tenuti in palo di mano da tanti fan adoranti... Devo davvero leggermi anche gli altri color, mi sa che libero un sacco di posto in libreria...
  19. Avevo deciso di non comprarlo. Come spiegavo in un post tempo fa, quando cominci a lasciare degli inediti in edicola (perchè ti sei rotto le scatole di farti spremere) la domanda che ti fai non è più "perchè mai non dovrei comprarlo" ma "perchè mai DOVREI comprarlo?", e la coppia Ruju - Freghieri non mi fa proprio scalpitare per leggerlo. Poi, mentre prendevo il Tex Willer, c'era anche quello e senza pensarci l'ho aggiunto. Dovrò ancora lavorare sulle abitudini e i riflessi condizionati. Dopo averlo letto, direi che era meglio se non lo compravo. Non è bruttissimo, anzi, rispetto a diverse delle storie di Ruju recenti, non ci sono quei veri e propri momenti "what the f...". Continua a sceneggiare da un colpo di scena all'altro (che davvero, come tipo di scena è una gamma poverissima, specie in storie come queste dove tutto è stra-telefonato. Sarebbe stato meglio se ci avesse reso partecipe di più dei dubbi della donna, ma dovendo fare l'ovvio e stra-telefonato "colpo di scena" lei come tutti quanti i personaggi è una sagoma di cartone bidimensionale. Se li approfondisci poi come li fai i "colpi di scenetta"?), ma visto il tipo di storia almeno sono colpi di scena plausibili e non troppo strampalati. Solo che... sarà anche per i disegni di Freghieri, ma mi sembrava di leggere un vecchio numero dell'"Intrepido". Non quello "modernizzato" degli anni 90, no, proprio quello degli anni 70. Ce n'erano un sacco di western simili, la vedova che si deve difendere dai complici, il rappresentante della legge che deve difenderla, tutti abbastanza intercambiabili fra di loro... Non c'è nulla di "Texiano" in questa storia (mi dispiace per chi vuole solo i western, ma Mefisto almeno è texiano...), è un western abbastanza anonimo, di quelli "che leggi per passare il tempo". Solo che sono almeno 40 anni che non c'è più bisogno di "fumetti passatempo", e infatti l'Intrepido chiuse 40 anni fa. E se devo darmi un motivo per aver pagato questo albo 4.40 Euro e lasciare adesso che occupi spazio in libreria, anche se probabilmente non lo rileggerò mai, "beh, non fa poi schifo come le storie di Nizzi" non è più un motivo sufficiente. (e nemmeno "non sapevo come passare questa mezz'ora", anzi oggi non ho il tempo di leggere tutto quello che dovrei...)
  20. La storia continua ad essere appassionante, ma Boselli sta abusando un po' troppo del cliché "arrivano i nostri all'ultimo momento"... capisco che non possano arrivare TARDI ma tanto per variare il menù potrebbe qualche volta farli arrivare con un po' più d'anticipo (o trovare un altra maniera di salvare la gente in pericolo) (stavolta tre volte in sessanta pagine, ma in generale è un clichè troppo ripetitivo nella serie) il numero dei personaggi sta iniziando a mettere in difficoltà anche me (ma non ho riletto gli albi precedenti, immagino che a leggerli in fila ci saranno meno problemi), anche se comunque la storia si segue lo stesso senza difficoltà anche se non ricordi esattamente chi aveva fatto cosa fra i vari ranger. Però sarebbe da valutare il mettere qualche schemino con i personaggi negli albi successivi, quando sono tanti (e mappe! Ormai si è persa l'abitudine di mostrare le mappe, non solo su Tex Willer ma anche nella serie regolare, e invece sarebbero utili...) I "cattivi" sono davvero odiosi (la combinazione "potenti con agganci politici - traditori infidi e vigliacchi - agiscono all'ombra della legge - razzisti"), spero che abbiano una punizione adeguata e giustamente violenta...
  21. Diablero

    [03/04] Fuorilegge

    E questo panegirico sul quarto centinaio e Nizzi me lo andate a fare nel thread dedicato ad una delle prime leggendarie storie di GL Bonelli? Come mettersi a cantare ad alta voce Paki nel mezzo di una sinfonia di Beethoven... Non ho mai condiviso l'idea di dividere in "centinaia" con l'affettatrice senza alcun riguardo, dando la precedenza al numerello in costa piuttosto che a cosucce senza importanza come l'arrivo di nuovi autori o radicali cambi di formato e periodicità. Per me il "periodo d'oro" va dalle prime storie pubblicate direttamente nel formato gigante fino alla prima storia di Nolitta (esclusa), e prima c'è il mitico periodo delle strisce, che ha "creato" man mano il Tex che conosciamo (conoscevamo). Sono gli unici due periodi omogenei, poi c’è troppa differenza fra una storia e l'altra, fra multipli sceneggiatori e miriadi di disegnatori, tutti di livello molto diseguale. Tutti i periodi successivi sono caratterizzati da alti e bassi (molto bassi), e non vanno nemmeno vicino ai tempi in cui Tex era perfettamente riconoscibile perchè lo scriveva solo il suo creatore.
  22. Diablero

    [Strisce Anastatiche di Tex]

    Tornando allo scopo per cui ho lanciato il thread... Nelle tre strisce pubblicate questa settimana ci sono le ultime due dell'unica avventura con Lilith e la prima della Caccia ai Dalton e Eugenia Moore (con l'arrivo di Tiger Jack). Nella serie gigante, avendo "tagliato" i redazionali, la morte di lilith viene dichiarata in due righe di dialogo con Carson, ma nelle strisce originali, già alla fine della seconda striscia (con la fine dell'avventura) si annuncia che "dalle memorie di Tex Willer" la moglie morirà in breve tempo di malattia (volevano rassicurare i giovani lettori sul fatto che la moglie si levava dai piedi ), dopo "circa un anno" (e da qui si capisce che all'epoca Bonelli non aveva ancora pensato a dare un figlio a Tex, è un ripensamento successivo) Interessante il fatto che VIENE CITATO L'ANNO IN CUI TEX LASCIA I RANGERS PER VIVERE CON LILITH: il 1889 (da cui, Lilith è morta nel 1890 e Kit Willer allo scoppiare della prima guerra mondiale ha solo 24 anni... )
  23. Diablero

    [Strisce Anastatiche di Tex]

    Non so quando in italiano si è diffuso il termine "razzo", ma i razzi erano già noti al tempo di Tex da secoli... Addirittura, li avevano usati nella guerra del 1946-48 contro il Messico... https://it.wikipedia.org/wiki/William_Hale_(inventore)
  24. Diablero

    [741/744] Sierra Nevada

    Non mi ricordo di aver mai letto Conan dire "lasciatemi" (al massimo un bel "CROM!!!", ma colgo l'occasione per ricordare che l'immagine dei Conan come "un barbaro spaventato dalla magia" è farlocca e successiva, e deriva soprattutto dalla classe del "barbaro" nel gioco Advanced Dungeons and Dragons pubblicato 40 anni dopo la morte di Howard. Il Conan di Robert E. Howard non solo non è terrorizzato dalla magia, ma a volte LA USA (vedere "Beyond the Black River" dove traccia lui stesso sul terreno un simbolo di protezione che effettivamente lo protegge da un demone - anche se questo attirerà su di lui l'attenzione dello stregone che l'ha evocato) Credo sia pagato a pagina, come tutti gli altri. E aggiungo che se fossero pagati a parola i suoi colleghi almeno mi darei una spiegazione del perchè ne scrivano così tante! (Narra la leggenda che Alfredo Castelli in un numero di Martin Mystere disse al disegnatore "e poi mettici x pagine di Martin e Java che menano uomini in nero", e quelle X pagine gli furono pagate come tutte le altre. Un grande! Non ne nascono più di sceneggiatori così...) Ragazzi, posso dirvi che a leggere le varie proposte (serie o meno serie) capisco come mai i nuovi autori siano così prolissi e facciano pronunciare 3 capitoli dei Promessi Sposi ad un poveretto nel tempo che impiega a cadere da 3 metri? Dev'essere un fatto generazionale! (come dimostrano anche i miei post... ) A parte gli scherzi, in una scena simile l'eroe classico non fa discorsi lunghi, non fa minacce e non fa preghiere: o fa come Conan e nomina il nome del suo dio invano (ma tanto Crom non ascolta, deve essere il dio dei toscani...), o ingiuria ("dannato", "maledetto", "pezzo di...") E allora invece della povera vittima del serial killer è il politico gradasso che viene arrestato... È una maniera di reagire che fa capire che la persona è abituata ad avere attorno gente che fa quello che dice, tanto che, in maniera totalmente futile, si mette a dare ordini anche in un caso in cui è francamente ridicolo. Esprime supponenza e impotenza. Mi rendo conto che è una cazzata a cui non avevi manco dato tanta importanza (e infatti anche io nella prima "recensione" non l'avevo citata perchè nemmeno me la ricordavo), l'ho citata perchè così magari la prossima volta che stai per fargli dire "lasciatemi" pensi "no, che poi Diablero mi fa due palle così nel forum!" [Purtroppo, una cosa che non posso dire è che "Tex non reagisce così": se guardi le storie di Nizzi, Tex reagisce SEMPRE così, ogni volta, "lasciatemi, lasciatemi" (glielo faceva dire due volte per rafforzare l'immagine da pallone gonfiato), a volte "lasciatemi spiegare" mentre lo riempivano di botte... quando si trattava di ridicolizzare il nostro ranger Nizzi perdeva tutta la sua tipica sciatteria e tornava a metterci l'impegno di un tempo, e i dialoghi erano cesellati in ogni dettaglio per renderlo il più ridicolo possibile... per quello ho specificato "il Tex di GL Bonelli"]
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