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Lucafil

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Tutto il contenuto pubblicato da Lucafil

  1. Lucafil

    Le tre migliori storie di sempre

    1. Il figlio di Mefisto 2. Il passato di Carson 3. Il solitario del West
  2. Lucafil

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Tra i vari ferimenti di Tiger mi pare che anche nel Texone "Gli assassini" viene bastonato a lungo e poi quasi impiccato. Lo libera Kit Willer (che però ha ricevuto due pallottole nella schiena). Non ho in mano statistiche, ma Tiger mi pare in genere il pard più abile a schivare agguati e trappole. Anche qui, il più "pollo" è Kit. Ripeto, a me sta benissimo che Kit sia il più inesperto e commetta più errori, ma alle volte ritorna nelle storie una ingenuità un po' troppo carica, come se tutte le esperienze fatte non lo avessero fatto quasi progredire. Ecco perché apprezzo storie come la trilogia di "La mano del morto". Perché Kit è perfettamente all'altezza di suo padre.
  3. Lucafil

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Bellissimo Texone, con una trama classica che più classica non si può (l'inseguimento di alcuni criminali, un'evasione, un agguato degli Apache, una sparatoria in un pueblo) ma narrata magnificamente, con tutti i personaggi che interagiscono con loro alla perfezione. Sono rimasto ammetto di stucco dal fatto che Tiger decida di decapitare uno degli Apaches allo scopo di gettare nel panico i rimanenti. Un particolare macabro, che però ben dimostra quanto Tiger sia spesso trattenuto dai pards nella sua indole un po' più violenta. Inutile dire che mi è dispiaciuto vedere ancora una volta come sia Kit Willer il costante anello debole: è l'unico che non impiomba il suo avversario e che si fa ferire nel duello (epico) finale. Preferisco le storie in cui dimostra più abilità e maturità. Disegni incommentabili perché perfetti e ineccepibili.
  4. Lucafil

    [Texone N. 29] L'orda Del Tramonto

    Un Tex molto buio, immerso in una atmosfera cupa e quasi onirica. La trama è interessante, un po' diversa dal solito, con uno sguardo che si spinge al confine con l'est Europa, prendendo un po' del materiale letterario vampiresco. Lo stesso villain della storia, che vede nel buio e pare invulnerabile, è un tratto da quell'immaginario. Forse non c'è un grande approfondimento dei personaggi, che restano tutti poco sviluppati seppur funzionali alla trama. Tex e Carson funzionano bene insieme, con ottimi dialoghi che rivelano la grande complicità tra i due pards. Una sceneggiatura di mestiere, solida, che avvince e non delude pur non appassionandomi. I disegni sono secondo me tra i peggiori di tutti i Texoni, rivaleggiando forse con l'albo di Ambrosini. Anche qui è forte l'impressione di tirato via, di non completato, di tirato via. In alcune tavole le facce dei pards sono prive totalmente di lineamenti. In altre, in cui i personaggi sono in piedi, sembrano impala ti, immobili e rigidi, senza alcuna naturalezza. Insomma, una prova secondo me non convincente.
  5. Lucafil

    [Texone N. 23] Patagonia

    Texone davvero all'altezza delle aspettative. La trama scorre benissimo benché non fosse facile: quando Tex si trova a dover fare i conti con la Storia, anche Tex deve soccombere. Eppure, mentre in "Capitan Jack" Tex pareva trascinato dagli eventi senza poter fare nulla, qui è proprio il suo opporsi agli eventi a scolpire la sua caratura morale, di uomo che insegue la giustizia ad ogni costo. I dialoghi li ho trovati bellissimi e alcune scene - su tutte l'abbraccio con Kit - sono magistrali: epiche ma profondamente umane insieme. Un Tex che lascia trasparire i suoi sentimenti è secondo me bellissimo. Rende il personaggio più reale. I disegni di Frisenda sono ottimi, anche se qualche appunto sui visi dei pards lo avrei, per il resto rimangono tavole molto belle, cariche di drammaticità ed espressività. Voto complessivo: 9 pieno
  6. Lucafil

    [Texone N. 20] Canyon Dorado

    Devo dire che ne conservavo un ricordo peggiore. La trama non è sicuramente tra le migliori mai scritte, ma nemmeno tra le peggiori. Cochise mi pare un personaggio ben tratteggiato in fondo. Tex e i suoi pards non fanno altro che rimbalzare da un gruppo di avversari ad un altro e paiono troppo spesso essere in balìa del destino più che escogitare dei veri e propri piani. Inesistente è il rapporto tra i pards che non comunicano tra loro se non per cenni e con qualche battuta incolore ogni tanto z davvero il minimo storico. Però oggettivamente la trama in sé è passabile, non certo peggiore del Texone che lo ha preceduto. I disegni non li ho trovati così tremendi, anche se certo la fisicità dei nostri è quantomeno criticabile. Per contro i paesaggi non sono male e quindi non trovo le tavole così inadatte.
  7. Lucafil

    [Texone N. 14] L'ultimo Ribelle

    Il 14esimo Texone è una buona storia, ma nulla di più francamente. La prima parte è effettivamente molto efficace, ma la seconda, benché sostenuta d'animo dialoghi, non lo è altrettanto: molto parlata e oggettivamente con poca azione. Tex e Carson sparano i loro primi colpi oltre pagina 200 ed è curioso che, mentre per quanto riguarda altri Texoni, ci sia chi si è lamentato spesso della "mancanza di azione", non si ritrovi che anche questo ha lo stesso difetto, al netto di una sceneggiatura comunque buona. Ben tratteggiato il personaggio di Fremont e, dalle pur poche battute che dice, anche il generale Jackson, fanatico del Sud ma comunque uomo d'onore. Mi unisco al coro di chi dice che non c'è un vero cattivo in questa storia, dal momento che Corbett è molto evanescente come personaggio. È già stato detto che Fremont è maggiore all'inizio della storia (resoconto di Davis) e poi invece diventa capitano? Ho notato questa incongruenza. Buoni i disegni di Wilson anche se I pards non si levano il cappello nemmeno per un secondo. Carson se lo tiene in testa persino mentre è da solo nella sua stanza d'albergo. Evidentemente temeva una insolazione. Non mi ha convinto appieno il volto di Fremont, ma si tratta forse di una mia idiosincrasia personale. Voto complessivo: 8
  8. Lucafil

    [Texone N. 10] L'uomo Di Atlanta

    Storia che, partendo da un buonissimo materiale, non mi ha convinto appieno e non mi è facile spiegare perché. Mi dà l'idea che la trama non entri mai nel vivo, che i personaggi siano poco approfonditi, come delle marionette. Anche i dialoghi non sono mai spiritosi, né epici, né qualsiasi cosa: sono piatti e monotoni. Peccato perché il materiale era ottimo e la storia, nella sua semplicità, sarebbe anche piuttosto bene organizzata tra fughe ed evasioni, però, ripeto, mi ha dato l'impressione di un non - finito, di rintuzzato. I disegni di Bernet a me sono piaciuti l: spigolosi, sintetici, ma di grande dinamismo e capaci di trasmettere emozioni. Storia da 7, disegni da 8.
  9. Lucafil

    [Texone N. 31] Capitan Jack

    Texone "anomalo" sotto tanti aspetti, l'albo speciale n. 31 tenta la difficilissima operazione - tentata alle volte - di coniugare la Storia con la Vicenda, rendendo Tex protagonista di un episodio realmente accaduto. Devo dire che l'operazione per me non è granché riuscita e, come rilevato da altri, pare più una storia al servizio del disegnatore, che non una storia con una trama ben precisa. I dialoghi sono irrisori, Tex è coinvolto in una delle sparatorie più lunghe che io ricordi tra quelle apparse sui Texoni, il tutto senza mai dire una parola, ma accompagnato da uccelli premonitori. Inoltre, se si voleva esaltare il realismo di certi personaggi davvero vissuti, perché non approfondire la psicologia di Capitan Jack o di Hooker Jim? Invece nulla, appaiono piatti, pedine di un gioco più grande di loro. Peccato perché il risultato poteva essere decisamente migliore. Le tavole di Breccia sono magistralmente evocative, più da sogno crepuscolare che non da realismo western. Però il suo modo di interpretare i volti, francamente non mi ha convinto. Tutti i personaggi mettono in mostra dentature terribili e labbra inesistenti: sembrano dei teschi con un po' di pelle e dei capelli attaccati. I volti di Tex e Carson, con quei nasi aquilino, sono irriconoscibili e, sarà pure un tratto "particolare", ma non mi è andato giù. Voto complessivo: 7,5.
  10. Lucafil

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Bellissima storia, che Nizzi confeziona in modo secondo me magistrale, gestendo al meglio tutte le relazioni e i movimenti dei vari personaggi. Ben tratteggiati sono Jesus Zane, Sheewa e Nat, ma svolgono un ruolo molto interessante anche il cognato di Naso Gobbo e il padre della missione. Tutto funziona alla perfezione, con il faccia a faccia tra Tex e Jesus che avviene solamente alla fine. Ottime poi le ambientazioni così come, secondo me toccante ed epico è il finale, quando Tex, forse con una riflessione non proprio in linea con il personaggio che odia fare della filosofia, parla della tragedia umana che è toccata in sorte ai protagonisti della vicenda. Interessante è anche il fatto che la conclusione della storia sia un sostanziale fallimento di Tex, il classico finale con l'amaro in bocca. Ho trovato i disegni buoni, ma non eccelsi, anche se la qualità delle tavole rimane la stessa lungo tutto l'arco della storia. I volti non sono sempre ben rifiniti, ma risultano comunque più che passabile e i paesaggi potevano essere resi ancora meglio, specie per una storia ambientata nelle meravigliose foreste canadesi. In ogni caso una buona prova del disegnatore. Voto complessivo (soprattutto per la trama): 9.
  11. Lucafil

    [Texone N. 08] Il Soldato Comanche

    Forse è una delle poche storie in cui Tex e Carson sono "in vacanza", ritirati in questa oasi naturale. Poi, di colpo, il puma, la caccia, la lotta, il volo, il tuffo... e l'avventura comincia. Ho trovato la sceneggiatura di Nizzi lineare, ma non priva di una certa drammaticità e di una notevole capacità di costruire una storia interessante. Le indagini di Tex e Carson sono indubbiamente "facili", però non in maniera esagerata e alla fine si è contenti di vederli prendere parte ad una investigazione vecchio stile. Non mancano poi sequenze gustose - le scene nella locanda -, alcune drammatiche - il racconto del sergente e la rivelazione finale - alcune tenere - il sergente col piccolo Charlie Kid e il finale sulla tomba di Elizabeth. Tutti i personaggi mi paiono sviluppati bene, il che giova alle pagine che scorrono via scorrevoli. Ho trovato le tavole di Capitanio bellissime, ma poco fumettistiche. Alcune tavole paiono delle incisioni e ogni tanto pare che manchi quel dinamismo di un tratto magari meno preciso, ma più incisivo. Si tratta però di disegni di altissimo livello, a cominciare dagli interni - il bordello è semplicemente meraviglioso - ma anche da certi paesaggi, come il laghetto iniziale. Voto complessivo: 8
  12. Lucafil

    [Texone N. 12] Gli Assassini

    È stato il primo Texone che abbia mai letto, per questo vi sono particolarmente affezionato. Di questo albo mi colpì tutto: il formato gigante, i disegni di Font e, soprattutto, la miscela esplosiva di personaggi. Per me è il Texone con la trama più avvincente e meglio costruita di sempre, con personaggi tutti molto ben caratterizzati, dialoghi sempre perfetti, Tex e Carson in forma smagliante, ma allo stesso tempo solo parte di un gioco a incastro più grande di loro, dove tutti, compreso il cavallo Lenny, hanno un ruolo ben preciso. Bellissima la figura di Mitch, i combattimenti interiori di Lisa, ma ottimi anche i protagonisti di Frisco e della palestra di Lefty; un Carson spiritoso ma non macchiettistico; un Tex che dà prova di essere eccellente, ma non infallibile, specie con avversari così ben organizzati. C'è poi una sequenza, quella della sparatoria iniziale con Tiger e Kit Willer, che secondo me mostra tutta la drammaticità di cui è capace Boselli. Il tutto in una sarabanda infernale che si snoda tra New Mexico, Arizona, California e Colorado senza mai perdere ritmo. I disegni di Font li trovo, ancora oggi, ottimi: un tratto duro e mercato, ma mai tirato via e con diverse tavole ben rifinite e particolareggiate, con una buona dinamicità. Forse sarà perché per me questo albo ha rappresentato tanto, ma il mio voto finale è 10 spaccato.
  13. Lucafil

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Nizzi confeziona per il tredicesimo Texone una storia molto lineare e semplice nello sviluppo della trama, ma che mostra un notevole disegno psicologico da parte dei personaggi, in virtù di una discreta rete di sottotrame che ben si incastrano l'una nell'altra: il difficile rapporto tra il vecchio McLean e suo figlio Guy mostrano la difficile convenienza tra una generazione abituata al duro lavoro e una nuova basata su un cieco arrivismo; la codardia dello sceriffo e del giudice, disposti a calpestare QUASI ogni dignità pur di compiacere il potente di turno; l'amore quasi incestuoso che pare legare la giovane Maud e il giovane Norman; la simpatica e rigidissima infermiera e il suo paziente Buddy... Certo, niente di incredibile, ma piacevoli condimenti di una storia che procede lineare dall'inizio alla fine e che ha il grande merito di avere dialoghi molto ben riusciti. Belli i disegni di Milazzo (anche se il volto di Tex non mi convince appieno) che mostrano come il tratto sintetico, se adoperato da un maestro, riesca a conferire ai personaggi un dinamismo ed una espressività innate, e che non dà mai l'idea di "non finito" o di "tirato via", al contrario dei disegni di Ambrosini nel Texone N.19.
  14. Lucafil

    [Texone N. 21] Il Profeta Hualpai

    Un Texone perfettamente nella media. La trama è classica e lineare, senza grandi colpi di scena e vede l'ennesima - poi scongiurata - rivolta Indiana da contrastare guidata da un dissidente, che in questo caso è anche 'veggente'. Un nemico come ce ne sono stati a centinaia e che per tutto il Texone non mostra mai gli artigli: la sceneggiatura ce lo mostra come un invasato, in folle, ma nei fatti si comporta da mite imbecille. Non prova nemmeno a fare resistenza quando Tex e Tiger lo rapiscono. Tant'è che non si capisce perché questo pavido personaggio dovrebbe essere il cattivo intorno al quale ruota la storia, è un ectoplasma. Per catturarlo, Tex e Tiger hanno diversi scontri con gli Hualpai e anche qui è sconfortante vedere Tex cavarsela sempre grazie ad una fortuna sfacciata: nessuno vuole la pelle di Tex, ci mancherebbe, ma un minimo di realismo in più non guasterebbe. Ad un certo punto affronta addirittura due puma inferociti, ma nulla, uno gli piomba addosso senza nemmeno provocargli una leggera escoriazione. Vabbè. L'altro filone della vicenda, cioè quello che vede il coinvolgimento di Carson e Kit è molto più interessante. Il vecchio cammello è addirittura arrembante in questo Texone ed è bello vederlo, spogliato della a volte soffocante presenza di Tex, prendere decisioni improntate ad una maggiore prudenza e ad un notevole buonsenso. Inoltre mostra doti notevoli di atletismo ginnico scalando la facciata di una casa, segno che i suoi reumatismi sono solo una scusa per lamentarsi. Kit, lo scavezzacollo, lo è meno stavolta: frenato sempre con grande decisione dallo zio putativo, mostra un grandissimo rispetto per l'esperienza del pard più anziano, seguendo sempre le sue indicazioni. Nel complesso, un Texone che si legge bene, in modo scorrevole, ma senza guizzi, senza sequenze degne di nota e con una trama in fondo banalità, sebbene non disprezzabile. Belli i disegni di Mastantuono, sempre ben rifiniti, sintetici ma non abbozzati, dinamici ma precisi. Ottimo. Voto complessivo: 7,5
  15. Lucafil

    [Texone N. 26] Le Iene Di Lamont

    Un Tex decisamente anomalo questo, in cui mancano in maniera totale il respiro epico, le cavalcate, le sparatorie. Tutto si dipana in una anemica cittadina del Montana, tra stradicciole, calessi, visite a banchieri e risse al ristorante. Ricorda per certi aspetti "Piombo rovente", ma là l'azione era frenetica. La trama non sarebbe nemmeno male, sebbene molto lineare, perché piuttosto ben costruita, ma non c'è il minimo brivido nel leggerla: Tex parla, parla parla, parla, e non agisce mai, se non alla fine, in una sparatoria brevissima nella quale muoiono, vedi a volte la fortuna, proprio i due ricercati. Per i "cattivi" invece c'è solo un mega-processo, nemmeno un pugno in faccia. Nulla. Ed è un peccato perché la sceneggiatura e i dialoghi, sebbene lunghi, sono ben fatti e diversi personaggi sono interessanti, a cominciare dalla vedova Vera, bellissima e senza cuore. Un momento di rara bellezza è però la mega rissa al ristorante, un pezzo di vero Tex che mancava da troppo tempo. Belli i disegni, con i personaggi sempre molto espressivi. Purtroppo, non essendoci esterni, panoramiche, vedute della prateria era giusto che ci si concentrasse su questo aspetto e Seijas lo ha fatto meravigliosamente. Voto complessivo: 6,5
  16. Lucafil

    [Texone N. 32] Il magnifico fuorilegge

    Benché io non sia un fan delle avventure del giovane Tex, bisogna riconoscere che "Il magnifico fuorilegge" non è solamente un omaggio alle primissime storie dell'eroe di casa Bonelli, ma si spinge a focalizzare la sua attenzione su due grandi temi: l'amicizia e la giustizia. Per quanto riguarda la prima, il giovane Tex ripete sovente il suo essere un solitario, di preferire la compagnia di un cadavere a quella di un vivo, di fidarsi solo del prode Dinamite. Eppure per tutto l'albo Tex vorrebbe disperatamente fidarsi di qualcuno, smettere di essere solo e cominciare ad avere degli amici su cui contare. Va letta in quest'ottica il patto di sangue con Cochise, il primo essere umano ad incontrare la sua fiducia, e il rapporto tribolato con Will, giovane inesperto ma con un grande cuore. L'ultima tavola dell'albo dimostra proprio questo: Tex ha capito che la fiducia nel prossimo rende gli uomini meno soli e proverà ad avere dei pards. L'altro tema è la giustizia: Tex è un fuorilegge, certo, ma "magnifico": non spara alle spalle, non tradisce, ha una sola parola. Non è vendicativo, ma solo giusto, indipendentemente dalla legge scritta, il suo codice morale è superiore, inscritto in un cuore puro privo di debolezze, ripensamenti, dubbi. Tex è proprio quell'eroe che è eroe a tutti gli effetti, senza tentennamenti, e che vede bontà e male senza sfumature. In questo ricalcando alla perfezione il primissimo Tex di G.L.Bonelli. Un Tex che si muove con l'agilità di una antilocapra, che spara rapido come il fulmine e che pesta più duro di Bud Spencer. Tanta azione dunque in questo albo, ma anche spazio, come dicevo, ad una riflessione sui temi Western che caratterizzano il nostro eroe. Nella la sceneggiatura, che non si sfilaccia mai e che mostra nel suo ordito una grande ricchezza. I disegni di Andreucci sono sempre ottimi, ben caratterizzati tutti i volti dei personaggi, con un Tex dal viso più "duro", proprio perché non ha ancora incontrato chi sa farlo sorridere, ovvero il fedele Carson. Tale cura non lesina nulla in dinamicità, motivo per cui le tavole risultano sempre di eccellente fattura. Voto complessivo: 8,5 (ma solo per una mia idiosincrasia con il "giovane Tex").
  17. Lucafil

    [Texone N. 06] La Grande Rapina

    Storia che presenta al suo interno tutta l'anima del western: i treni polverosi, cavalcate a rotta di collo, esplosioni con dinamite, assalti alla diligenza, rapine, agguati, inseguimenti, ghost towns. Aver tenuto insieme tutto questo con una trama ben sviluppata e personaggi ben caratterizzati è un autentico miracolo. Tra i Texoni è indubbiamente uno dei migliori di tutti i tempi. Impossibile non emozionarsi mentre gli eventi si susseguono uno all'altro senza soluzione di continuità fino a terminare in modo solenne, con una sepoltura a base di oro. Finale epico eppur romantico. A me Ortiz è sempre piaciuto, grazie ad un tratto sporco e fumoso che rende perfettamente le atmosfere western. Ho notato un piccolo errore al momento dell'uccisione del banchiere, visto che, benché gli venga sparato un solo colpo al petto, alla fine è riverso a terra con due buchi. Ma poco importa, questa storia è un vero gioiellino. Voto complessivo: 9
  18. Lucafil

    [Texone N. 18] Ombre Nella Notte

    Ho trovato questo Texone "godibile" : sebbene la trama ricalchi in maniera perfetta il romanzo di Stevenson su Dr. Jekyll e Mr.Hyde, e si richiami in maniera anche esplicita a "Diablero!", ha comunque il pregio di essere narrativamente ben orchestrato. Tutto appare già scontato fin dalle prime pagine, ma l'arrivo sotto la pioggia sferzante, l'attacco notturno del mostro, il travaglio interno del dr. Stevens, sono elementi che sollevano parecchio una sceneggiatura non sempre ispirata e, ripeto, non troppo originale. Ridotta ai minimi termini è l'interazione tra i quattro pards: Tex ordina, gli altri eseguono. Gran parte dei dialoghi sono tra Tex e Thomas, che è il vero pard di questa storia, mentre gli altri spariscono per metà della sceneggiatura, mandati a compiere una missione perfettamente inutile. Peccato. Pregevolissimi sono i disegni di De Angelis sia nelle tavole più "mostruose", sia in quelle classiche, con paesaggi sempre ben rifiniti, volti espressivi, ottime ambientazioni (la sequenza sotto la pioggia a Tubac è a dir poco evocativa). Voto complessivo: 7,5.
  19. Lucafil

    [Texone N. 28] I Pionieri

    Storia di spirito classico, con un respiro pienamente epico, come meglio si addice alle avventure di Aquila della Notte. Boselli riesce a unire perfettamente i diversi fili della trama in una grande sinfonia, con diversi personaggi secondari tutti molto ben caratterizzati: mamma Wilkins su tutti, una donna capace di sfidare qualunque ostacolo si frapponga per ricongiungersi al figlio perduto. Si tratta di una storia in cui le sequenze di azione, tutte molto ben scritte, si susseguono l'una all'altra, sempre in maniera scorrevole, senza salti. Dovessi dire quella che è l'unica pecca è il finale (l'attacco piute) risolto in maniera troppo sbrigativa, ma dopo 237 pagine senza tirare mai il fiato, si può anche accettare di buon grado. Bellissima la collaborazione e l'affiatamento tra i quattro pards: tutti hanno il loro spazio, la loro indipendenza, eppure agiscono in perfetta sintonia quando sono insieme. Eccellenti. Bellissimi i disegni di Venturi, che già avevo apprezzato in diverse sue scorribande su Tex e che qui ha dato il meglio di sé: disegni dinamici, ma sempre ben rifiniti, volti espressivi ma mai grotteschi, davvero un grande lavoro. Avercene! Voto complessivo: 9 pieno.
  20. Letta oggi. Non spoilero nulla, ma dico che ho notato un bel miglioramento nella colorazione delle tavole e sono contento che si sia dato spazio a degli sceneggiatori esordienti. Sinceramente prediligo storie più lunghe per apprezzarne maggiormente la sceneggiatura.
  21. Lucafil

    [Texone N. 19] Il Prezzo Della Vendetta

    L'impressione generale che mi ha fatto questo Texone è di una storia "buttata là": l'idea di fondo non è male, molto classica, ma in fondo nemmeno brutta da sviluppare. Ma proprio perché percepita come forse troppo lineare, la storia inserisce diversi personaggi del tutto inutili al fine della risoluzione della trama, che ruota intorno a due personaggi (Nathan e Lupo Rosso) che solo nelle ultime pagine si rivelano come importanti. Per tutto il resto del Texone è una caccia ai vari comprimari, del tutto dimenticabili. Resta per me un mistero, dopo tanti Tex letti, come Tex e i suoi pards possano arrivare al villaggio Cheyenne senza essere avvistati da delle sentinelle. Il finale drammatico riscatta un po' una storia scialba, mal sceneggiata e del tutto priva di mordente. I disegni li ho trovati molto sintetici, spesso poco più che abbozzati, con zero drammaticità nei volti di tutti i personaggi. Tex ha sempre la stessa faccia, che si irriti con qualcuno o che assista ad un funerale. Forse un omaggio alla frase "ha due espressioni: col cappello e senza". Voto complessivo: 6
  22. Lucafil

    [Texone N. 27] La Cavalcata Del Morto

    Bellissima storia, con una sceneggiatura accurata, ben preparata, che parte lenta e accelera nel finale, ma senza buttar via nulla. Eccellenti le sequenze di Eusebio nella terra dei morti e di Kit e Tiger nelle Badlands. Peccato per il personaggio di El Morisco, che secondo me è del tutto sprecato dal momento che di fatto non serve a nulla nella trama, limitandosi a fare da contraltare scientifico alle superstizioni di Eusebio. Belle le tavole di Civitelli, che immerge il lettore in un'atmosfera cupa. Devo però ammettere che, pur riconoscendo la maestria del disegnatore, non sono mai riuscito ad appassionarmi al suo tratto, che considero troppo pulito e statico (sebbene curatissimo) per la dinamicità del nostro Ranger. Voto complessivo: 8,5
  23. Lucafil

    [Texone N. 17] Mercanti Di Schiavi

    Un Texone che spreca tante delle ottime premesse con una sceneggiatura sfilacciata e piena di dei ex machina. Tex e Carson sono messi in condizione di battere i cattivi anche non facendo nulla, tanti sono gli aiuti esterni che ricevono. Tutto sembra insomma congiurare contro i cattivi, con Tex e Carson che non devono far altro che fidarsi di emeriti sconosciuti per minare ogni piano degli antagonisti. Peccato perché l'idea poteva essere sviluppata molto meglio e l'accelerazione nelle ultime trenta pagine dà l'idea di una dannata fretta di far uscire la storia. Ho trovato buone le tavole di Sommer, nella media dei Texoni, ma molto inferiori a quelle di Brindisi che l'aveva preceduto. Voto complessivo: 6
  24. Lucafil

    [Texone N. 05] Fiamme Sull'arizona

    Tra i Texoni è forse quello con la trama più complessa e particolareggiata. I cattivi mostrano di essere più intelligenti di Tex, ordendo un piano che definire machiavellico è poco. E non è un caso se alla fine Tex viene messo sulla pista giusta grazie al deus ex botilla Matias, personaggio dei peggiori bar di Caracas. Peccato perché in fondo sarebbe stato bello vedere Tex sbrogliare la matassa con le sue forze, ma probabilmente occorrevano un centinaio di pagine in più per farlo. Azione ce n'è, ma è comunque subordinata all'intreccio, anche se non se ne sente la mancanza tanto si è avvinti dalla sceneggiatura. Il tratto di De la Fuente è molto particolare, ma, una volta che il lettore ci si abitua, si può accorgere di tavole davvero magnifiche, sempre curate pur nello stile particolare dell'artista. Voto complessivo: 9
  25. Lucafil

    [Texone N. 30] Tempesta Su Galveston

    Texone molto divertente e dinamico, con un buon numero di colpi di scena, tanta azione, alcuni personaggi molto ben riusciti. Ho trovato la sceneggiatura buona, anche se alcuni risvolti della trama sono sviluppati assai poco. Bella la figura della maliarda, che forse poteva essere sfruttata di più, e del colonnello, crudelerrimo. Peccato perché la "tempesta", mi riferisco a quella naturale, svolge un ruolo molto marginale nella storia e interviene solamente alla fine giusto per spazzare via il mazzo di carte (peraltro fasullo) che stava maneggiando il colonnello. Disegni nella media, niente di spettacolare, con alcune tavole che meritavano qualche rifinitura in più. Voto complessivo: 8
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