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Poe

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Tutto il contenuto pubblicato da Poe

  1. Poe

    La mia personale Top 50 di Tex

    Ho dato un'occhiata alla tua classifica personale e mi sembra che la caratteristica più evidente sia che ti piace soprattutto il filone fantastico di Tex, e come disegnatore Letteri (a proposito, c'è una svista, Diablero l'ha disegnato lui, non Galep). Quindi, per stare al gioco, provo a fare una previsione su alcuni dei tuoi primi 9 posti! Visto il tuo Nickname direi che una storia con Proteus dovrebbe comparire (disegni di Letteri), forse la prima... Poi sicuramente c'è "Sasquatch" (ti piace Nolitta). Direi anche "Il figlio di Mefisto" . Anche se non fantastiche, non possono mancare "Furia rossa" e "Fuga da Anderville" Di Boselli direi "Nei territori del Nord-Ovest" e forse forse anche il Texone "La cavalcata del morto" , ma non sono sicuro. Sicuramente invece c'è "Gli invincibili". Poi, visto che ti piace Nizzi, "L'uomo senza passato" oppure "La leggenda della vecchia missione", una delle due, più la seconda direi. E, se non ho contato male, siamo a 9. Però resta fuori "Colorado Belle" che dovrebbe piacerti... Mmm... Magari al posto de "La cavalcata del morto"? Oppure con un colpo di scena inaspettato, tra le prime potresti mettere un Nolitta che non ti aspetti, non so "Il segno di Cruzado", ma forse no... Eh, non è facile... Chissà se ci ho preso almeno un po'? Magari ho sbagliato tutto! Be' da quel che ho letto girando tra i commenti, le più gettonate di Nolitta fra i frequentatori del forum (non le mie) sono "Il colonnello Watson", "I ribelli del Canada" e "Caccia all'uomo". Qualcuno, ma non molti mi pare, apprezza anche "Sasquatch". Per quanto mi riguarda la mia preferita in assoluto è "Giungla crudele".
  2. "Gravoso" per noi che non siamo sceneggiatori fantasiosi come Boselli, che non credo abbia difficoltà a realizzare una storia simile. "Inutile" dipende dalla storia: qualunque ritorno di un personaggio può essere inutile, se non c'è dietro una buona idea che ne motiva la ricomparsa. Questo mi pare ovvio. Come dicevo in precedenza, io non ho particolare interesse per gli arcinemici che ritornano ma, visto che alcuni invece ce l'hanno - ed è il tema di questo topic -, mi chiedevo perché escludere a priori la possibilità che Boselli faccia ricomparire il giovane Mefisto più volte su Tex Willer. Forse in qualche dichiarazione l'ha già escluso? Eppure l'immagine di Mefisto è stata messa in bella vista anche sul frontespizio della serie... Poi, personalmente, la sola cosa che mi interessa - ritorni o non ritorni - è quella di leggere ottime storie!
  3. Perdonate la mia ottusità, ma non capisco bene perché Mefisto sulla serie Tex Willer potrà ricomparire solo un'altra volta e poi più, e non continuare invece ad essere lui il Nemico principale del nostro eroe. Dopo il loro incontro, che riprenderà la storia bonelliana Fuorilegge/L'eroe del Messico, perché mai Boselli non potrebbe riutilizzare l'espediente di "Pinkerton Lady", cioè far agire Tex e Mefisto in parallelo senza incontrarsi (visto che il loro secondo incontrò dovrà avvenire solo ne "La gola della morte")? Una, due... storie in cui Tex si scontra con criminali, fanatici o quant'altro, senza sapere che dietro le quinte c'è Mefisto e viceversa. Questo permetterebbe, tra l'altro, di farci conoscere come Mefisto, da semplice spia illusionista sia diventato il negromante de "La gola della morte", e che fine ha fatto la sorella, e magari farci vedere anche il giovane Yama e Myriam... Servirebbe, appunto, a completare il quadro dell'evoluzione di tutta l'allegra famiglia di pazzoidi...
  4. Ma al di là del fatto che piacciano o non piacciano gli arcinemici che ritornano periodicamente (a me non piacciono molto), nella serie Tex Willer di carne al fuoco per non annoiare ce n'è già parecchia, visto che il giovane Tex dovrà incontrare tutti i vecchi amici, da Montales ad Arkansas Joe, a Juan Cortina, ecc., dovrà rivivere la rivoluzione messicana, la Guerra Civile, toccare tutte le prime storie, da Bill Mohican a "Uno contro venti", ecc. Per non parlare di tutti i personaggi apparsi nei flashback della serie regolare. Insomma, faccio fatica a vedere lo spazio per inserire un arcinemico. E poi come nemico storico c'è sempre Mefisto, che può fare ancora danni come in "Pinkerton Lady", senza che lui e Tex si incontrino mai (un antagonista e un eroe invisibili l'uno all'altro, perché no?, è una situazione che si può ripresentare anche più volte). Oltretutto la serie mi sembra impostata al realismo (tranne appunto qualche trucchetto del giovane Mefisto) e alla fedele ricostruzione storica, senza tanto spazio per il fantastico (almeno così mi pare), quindi un nemico anche solo "sopra le righe" (tipo il Maestro), non ce lo vedrei tanto. Al massimo un avversario "realistico" che torna qualche volta (tipo Nick Castle nella serie regolare), ma non al punto da considerarlo un arcinemico. Ma se proprio proprio proprio si deve fare, be' allora io opterei per... un'arcinemica! Possibilmente molto carina! Disegnata da Rubini!
  5. Poe

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Grazie! Bradbury è un autore che conosco e che mi piace (soprattutto "Cronache marziane"). "Il popolo dell'autunno" l'ho letto parecchi anni fa e ne ho un buon ricordo, sì, potrei rileggerlo... Anche Dylan Dog ne aveva tratto un bel numero inquietante, "I raminghi dell'autunno", con gli ottimi disegni di Fabio Celoni.
  6. Poe

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Ne “La vendetta delle ombre” la prateria del Kansas è perennemente battuta dal vento, il cielo sempre nuvoloso, plumbeo, carico di pioggia. Queste erano le terre degli indiani Kansa, gli antichi abitanti ormai quasi scomparsi, ma i cui spiriti vagano ancora di notte, sulla collina, alla luce della luna. Dèi del vento, spiriti della vendetta, che sembrano tornati dopo più di vent’anni per chiedere conto di un passato di sangue e di sterminio. E le “ombre” cominciano da una grande casa isolata in mezzo alla prateria, tra le erbe alte, in una notte buia solcata da fulmini, uccidendo i primi colpevoli, due rancheri. Poi gli spiriti riappaiono al vecchio e abbandonato Trading Post di Dry Gulch. Sinistro e spettrale, tra porte che scricchiolano, scale in rovina, specchi infranti, il luogo ideale per i fantasmi... Ci giungeranno anche Tex e Carson per trovarci solo un corpo impiccato al centro della stanza, e degli indizi misteriosi che sembrano condurre verso un inquietante Dark Carnival, una fiera viaggiante di freaks indiani, di carrozzoni circensi, sulle cui tracce i nostri eroi subito si mettono. Lungo il cammino, ancora la prateria del Kansas, ancora nubi nere e pioggia. Tre alberi stenti piegati dal vento in mezzo alla pianura desolata, i tronchi secchi e curvi e un cielo da temporale in arrivo. Non un’anima viva all’orizzonte, tranne una sperduta e malandata fattoria di poveri e anziani contadini Kansa, che coltivano la poca terra cattiva che i bianchi hanno lasciato loro. “Noi siamo Kansa, - dicono a Tex e a Carson - un tempo eravamo numerosi come gli steli d’erba della prateria… siamo ormai pochi e dispersi… Anche se i bianchi ci hanno scacciato dalle nostre terre, i nostri dèi sono ancora qui… questa regione appartiene a loro… “E le ombre faranno vendetta, - aggiungerà più avanti qualcun altro. - Non soltanto per tutti i morti invendicati dei Kansa, ma anche per i Caddo, i Sioux, i Cheyennes… gli altri popoli rossi.” Così, nel corso del viaggio, strani personaggi cominciano ad apparire nella vuota prateria. Sulla collina, dove fa tappa l’Indian Carnival, si manifestano i freaks: la donna ragno, l’uomo tatuato, Skeleton, l’uomo più magro del mondo, il trickster, il lanciatore di coltelli, la chiromante. Arriva l’autunno e, in attesa del grande spettacolo, la parata guidata dall’enigmatico direttore Jack Shado attraversa le strade di Cedar Grove, la benestante e ricca cittadina che nasconde un oscuro segreto. I suoi stimabili cittadini sono infatti uniti dal loro passato, quel passato che è tornato a chiedere il conto al banchiere, allo sceriffo, al proprietario del saloon, al predicatore, al barbiere, ai proprietari terrieri e imprenditori, agli albergatori, ai negozianti, al medico, insomma a tutti i notabili del paese. Tutti responsabili, più di vent’anni prima, della strage di un gruppo di Kansa. “Non c’era stato un vero motivo per scatenare tutto ciò… tanti piccoli incidenti… la diversità tra noi e loro… la verità, alla fine è che volevamo essere padroni a casa nostra.” Incapaci, le loro menti piene di ombre, di comprendere gli altri e tantomeno conviverci. Lo sceriffo Lammer ricorda un po’ il vecchio mormone Moses Boglum della storia “La grande minaccia” (n. 276-277), simile nella sua ipocrisia e nel suo finto rimorso, ma pronto a ripetere gli stessi crimini del passato. In quella storia di Nolitta/Galep si parlava dell’eccidio di Mountain Meadow storicamente avvenuto nell’Utah, in cui i Mormoni insieme agli indiani Paiute, da loro incitati, massacrarono una carovana di innocui pionieri colpevoli solo di attraversare il loro territorio. E anche lì, come ora, c’era chi cercava di giustificarsi in modo ipocrita, fingendo di provare rimorso ma in realtà pronto ancora a uccidere come un tempo, pur di difendere la propria fiorente e ricca comunità fondata nel sangue. E anche in quella vecchia storia c’era chi voleva fare giustizia, come ora Jack Shado, un vendicatore consumato da un “odio senza fine” (per citare un titolo classico), un odio indiscriminato verso tutti gli abitanti di Cedar Grove, sia i colpevoli che gli innocenti, anzi verso tutti i bianchi. Ma ancora una volta gli stimati cittadini, per difendere se stessi, sono disposti a scendere dalla collina dell’antico eccidio, di notte, tra l’erba alta, con le armi spianate verso i tendoni dei selvaggi pagani, per ripetere il massacro di vent’anni prima. Spietati e falsi come allora, ignari però che questa volta saranno loro a rimetterci la pelle proprio nel luogo dove avevano ucciso le loro passate vittime. E’ una notte di ragni, specchi e serpenti, in cui anche i nostri eroi saranno messi in forte difficoltà dagli avversari: Tiger e Kit catturati, Tex e Carson narcotizzati. Tutto avviene in poche ore, nella lugubre cittadina, dove ancora una volta il vento soffia per le strade deserte, la main street è spettrale, gli scantinati e gli interni sono pieni di ombre, e dappertutto sbucano fuori serpenti, mentre “la morte aspetta nel buio”. Alla fine i Nostri ovviamente ce la faranno, lottando contro l’ipnosi e l’odio, grazie anche all’aiuto dei freaks non coinvolti nei deliri di Jack Shado. E così, nell’ultima pagina, la ventosa prateria del Kansas vede proprio loro, i superstiti dell’ Indian Carnival, ripartire verso chissà dove, nel loro continuo vagabondaggio, tentando la sorte lontano dal Kansas e dal suo vento incessante, provando a dimenticare le ombre del passato. Storia magnifica, gotica, autunnale, tesa e appassionante, ben costruita, senza forzature narrative, senza lungaggini, forse un po’ troppa concitata nel finale. Uno dei migliori Texoni di sempre, sia per i testi di Boselli che per i disegni di Carnevale, che ci auguriamo di rivedere prima o poi, sperando che la sua non sia stata solo una fugace apparizione.
  7. Concordo! Io piuttosto preferisco gli amici "seriali", quelli che tornano periodicamente e magari si evolvono nel tempo. E quindi auspico nuovi amici importanti, non so, un nuovo Gros-Jean, per dire, o un nuovo amico indiano come Cochise. Di supernemici, secondo me, Tex non ha bisogno, nè da giovane nè da 45enne... Ogni tanto ha bisogno semmai di nemici tosti che lo mettano in seria difficoltà, ma questo è un altro discorso.
  8. Poe

    La mia personale Top 50 di Tex

    Mah, non direi. Io a "Patagonia" ho dato quattro e ho spiegato molto bene perché, anche dopo diverse riletture. E tutt'ora, dopo tredici anni, non riesco ancora a capire come si possa leggere quella storia provando interesse per ciò che accade... Ok, come non detto! De gustibus...
  9. Poe

    La mia personale Top 50 di Tex

    Giustissimo! Non si può considerare divisiva una storia che quasi tutti reputano un capolavoro (o un ottima storia) sia per i testi che per i disegni. Poi, come in altri casi, c'è sempre qualche burlone che si diverte a dare come voto 1 o 3, o a dire che si è annoiato a morte, e non si capisce mai perché (così, si è annoiato perché si è annoiato)... Anche alla storia "Gli invincibili" - se andate a vedere - qualcuno ha avuto il coraggio di assegnare un 4 come voto e altri addirittura 2!... Mah!... O dei simpaticoni o persone che hanno gusti stranissimi...
  10. Poe

    [651/653] Luna Insanguinata

    Mi stupirei, e non poco, se l'avessi davvero scritto in quei termini. Non è da Tex. Credo che ti sbagli. Anzi, ne sono sicuro. Io che l'ho appena riletta posso confermare che non è detto esplicitamente da nessuno che Ada è stata violentata, ma si capisce bene. Il fidanzato di Ada: "Quello sporco indiano è stato con lei un giorno e una notte... forse l'ha...?" Tex: "Amigo, calma i nervi... o potresti dire qualcosa di cui dopo ti pentiresti." Poi Ada si risveglia urlando e i cowboy dicono: "povera ragazza", e al fidanzato: "adesso potete andare da lei... ha bisogno di voi". Ma il fidanzato non si muove e il giorno dopo se ne andrà alla chetichella, rompendo la promessa di matrimonio.
  11. Poe

    [651/653] Luna Insanguinata

    E' quello che è capitato anche a me: la rilettura di questa storia me l'ha fatta apprezzare ancora di più. Non sempre accade, anzi alcune storie del passato (anche recente) talvolta invecchiano male. Quelle di Boselli, invece, (es. Missouri, I rangers di Finnegan, I sabotatori, La mano del morto, Matador...), nel rileggerle sembra che migliorino...
  12. Poe

    La mia personale Top 50 di Tex

    Che ci sia chi non apprezza molto nè Bonelli nè Galep, ormai si sa. La mia, infatti, era una scherzosa piccola provocazione... Ma che il vero Ticci sia quello da "Gli eroi di Devil Pass" in poi non è vero. Potrai dire che tu lo preferisci, ma certo il Ticci prima maniera - al di là dei gusti personali - è altrettanto valido del Ticci della seconda fase. In "Massacro" e "Sulle piste del Nord" si era già liberato dell'influenza di Giolitti e aveva un suo stile personale, eccezionale e queste due storie sono dei capolavori dal punto di vista dei disegni (e non solo... ma lasciamo stare). Le facce allungate che dici tu compaiono dopo, in "Terra promessa" e nella "Notte degli assassini" che, nonostante questo, sono anch'essi dei capolavori dal punto di vista grafico... E poi, se vogliamo, anche il Ticci della seconda fase, che tu prediligi - e che anche a me piace molto, sia chiaro - ha dei difetti: i volti delle donne poco riusciti, le espressioni dei "cattivi" troppo caricate e direi quasi lombrosiane, con le sopracciglia sempre eccessivamente arcuate e il volto arcigno, e talvolta anche le espressioni dei personaggi in certi momenti troppo enfatiche...
  13. Poe

    La mia personale Top 50 di Tex

    Ehi, non scherziamo!... Il duo migliore era Bonelli-Galep, a pari merito col duo Bonelli-Ticci!! Comunque, è vero, Boselli-Marcello non sono da meno, hanno davvero fatto una sequenza di storie eccezionali tra il 400-500. Io ,se dovessi fare una simile classifica, metterei un sacco di ex-aequo!...
  14. Poe

    [651/653] Luna Insanguinata

    In effetti non ho mai visto il film "The Missing" di Ron Howard - cercherò di rimediare - ma le influenze cinematografiche sono spesso anche inconsce, immagino, e in "Nessuna pietà per Ulzana" c'è proprio una scena simile a quella in cui Tex e Rick Simmons sono nascosti sotto il carro e vengono bersagliati dai Comanches con pallottole e pietre (sì in Ulzana erano Apache, ma i Comanche di Mastantuono assomigliano molto agli Apache). Solo che lì alla fine Burt Lancaster muore. E comunque è soprattutto l'atmosfera tragica e la parte dell'inseguimento che mi hanno fatto venire in mente il film di Aldrich, e poi be' anche "Sentieri selvaggi", all'inizio. Sono suggestioni, probabilmente, più che vere e proprie influenze esplicite.
  15. Poe

    [651/653] Luna Insanguinata

    In questa storia le influenze cinematografiche sono diverse, ma quella che in certi momenti personalmente ho avvertito più forte è quella del film “Nessuna pietà per Ulzana”, capolavoro di Aldrich del 1972. Non solo per la scena di Tex e Rick Simmons nascosti sotto il carro e bersagliati dai Comanches con pallottole e pietre (scena ripresa, appunto, dal film) ma soprattutto per l’atmosfera cupa e drammatica, quasi crepuscolare, che pervade tutti i (quasi) tre albi, così come per la sequela di morti che Tex si lascia dietro nel suo inseguimento all’imprendibile Charvez/Ulzana, per la ferocia dei suoi avversari (lì erano Apaches) e per il senso di un destino tragico che sembra sovrastare i protagonisti. Con la differenza che il film di Aldrich non ha il lieto fine di Tex. L’inizio con la lunga sequenza del salvataggio di Ada sotto la pioggia è eccezionale e il tratto di Mastantuono è particolarmente a suo agio in queste scene notturne e tenebrose. La morte dell’amico Gus e successivamente quella del padre di Ada accentuano ancora di più il tono da tragedia e suggellano una prima parte narrata magistralmente, curata in ogni dettaglio, come nella scena del funerale, con gli sguardi espressivi di Ada verso Tex, o le mani di Rick e della stessa Ada che si uniscono, mentre il Nostro se ne va a cavallo. Il momento più epico ed emozionante, però, si trova secondo me a metà del secondo albo, ossia all’inizio dell’inseguimento a Charvez, con la didascalia che accompagna i nostri eroi, che riporto per la bellezza dello stile secco e suggestivo: “Sei uomini… Sei uomini che seguono una pista difficile in un territorio selvaggio… Sei uomini bianchi che danno la caccia a un numero imprecisato di avversari… E i loro avversari sono Comanches, i più letali, tenaci, resistenti uomini del Sudovest... Capaci di cavalcare per giorni e giorni senza scendere mai di sella… Quasi disperata è la prospettiva di raggiungerli, per questo pugno di uomini bianchi… Anche se alla loro testa c’è Tex Willer, che non perde mai una pista, che non si arrende mai…” Da questo momento parte un inseguimento avvincente, scandito da sempre nuove invenzioni narrative che non fanno mai calare la tensione: prima il ritrovamento dei cadaveri degli uomini uccisi da Charvez, poi i feticci magici e inquietanti, quindi il problema della mancanza d’acqua e - quando il ritmo sembra leggermente calare -, il doppio incubo di Rick (una novità per Tex, un espediente dylandoghiano), e subito dopo l’apparizione di Silent Foot, quindi, senza un'attimo di tregua, l'incontro con i Rurales, la loro strage e così via, in un crescendo di suspense e di paura (grazie anche all’ottima scelta di farci vedere un Tex seriamente in difficoltà in certi frangenti). Insomma una lezione di come si conduce una storia senza annoiare un secondo. Poi naturalmente ci sono i personaggi, e qui di bei personaggi ce ne sono ben quattro, indimenticabili: Ada e Rick Simmons, Charvez e Silent Foot. Ma anche, in secondo piano, Daniel Simmons, il caporale dei Rurales, e tanti altri minori ma ben tratteggiati, a partire da Carl, “quella specie di fidanzato” di Ada. E poi naturalmente c'è Tex, un Tex granitico, determinato, più serioso del solito e con sottigliezze psicologiche spesso non presenti in altre storie (per esempio i consigli al fidanzato di Ada dopo lo stupro). Alla fine, nonostante la cupezza, il bene trionfa (ci si aspettava qualche vittima tra i “buoni”), Rick e Daniel ristabiliscono il loro rapporto padre/figlio su nuove basi e Ada, dopo essere riuscita ad accettare e a superare, dopo anni, il trauma della violenza subita, uccide coraggiosamente il suo incubo, passando dal ruolo di vittima a quello di protagonista della storia, ristabilendo così anche l’armonia familiare infranta. “Anche mio figlio è per metà indiano…”, le dice alla fine Tex cavalcando sulla strada del ritorno, ma l’ultima parola della storia spetta ad Ada, che incita i superstiti ad attraversare simbolicamente “il dannato Rio Grande”.
  16. Poe

    TOP 12 Mauro Boselli

    Più che il vecchio Jack Thunder, mi sembra che l'elemento comune di 3 storie su 4 insufficienti siano i disegni di Font, forse un disegnatore non tra i tuoi preferiti...
  17. Poe

    La collana di Tex senza Mauro Boselli...

    Concordo. "Tex Willer" è interessante come serie non solo per le storie in sé ma anche come formula innovativa (per la Bonelli): 64 pagine, in bianco e nero, più dinamiche, più concentrate, e con un buon rapporto qualità/prezzo, che - considerato anche i futuri aumenti - rimane abbastanza popolare. Poi, sì, resta il solito problema: trovare bravi sceneggiatori di storie d'avventura... "Orfani" partiva da buone idee, secondo me, ma il risultato è stato deludente (anche se Orfani: Terra, la miniserie di Mammucari, non mi era dispiaciuta). E' vero, ma il post è comunque interessante e lucido!
  18. Poe

    La collana di Tex senza Mauro Boselli...

    Sono d'accordissimo su Faraci, ma io non dicevo questo, e neanche ho mai detto che in generale bisogna ridurre al minimo i dialoghi, parlavo solo di quelli con troppe spiegazioni e superflui (e ce ne sono). Solamente per quanto riguarda le scene d'azione ho scritto: "nelle scene d'azione lo sceneggiatore dovrebbe limitare al minimo i pensieri o i dialoghi dei personaggi, per rendere più veloce il ritmo", ma questo non significa riempire la storia di bang, bang, o di fare sparatorie lunghissime e banali! Anzi, le scene d'azione andrebbero ben costruite, calibrate, non usate per allungare il brodo, altrimenti paradossalmente diventano più noiose che mai. Però neanche riempite di troppi pensieri tipo "adesso faccio questo", "maledizione loro stanno facendo quest'altro..." "ecco, devo avanzare in silenzio", o cose così, quando i disegni mostrano benissimo quello che sta succedendo oppure è ovvio che se ti introduci nottetempo in un campo indiano devi fare silenzio! Comunque sì, effettivamente bisognerebbe fare esempi concreti... E poi mi sa che siamo OT.
  19. Poe

    La collana di Tex senza Mauro Boselli...

    A me sembra invece proprio il contrario. I troppi dialoghi o i troppi pensieri dei personaggi rallentano la lettura, se poi addirittura non servono a che scopo farli? Ad aumentare la noia? A rassicurarti che hai capito bene? I fumetti dovrebbero reggersi più sui disegni, secondo me, e soprattutto nelle scene d'azione lo sceneggiatore dovrebbe limitare al minimo i pensieri o i dialoghi dei personaggi, per rendere più veloce il ritmo (sono scene d'azione no?). In generale, nei fumetti Bonelli si parla troppo, poi dipende da caso a caso, naturalmente. Anche Boselli qualche volta eccede in spiegazionismo... Recchioni quando scrisse la miniserie Orfani, se non ricordo male, teorizzò l'opposto, un fumetto con pochissimi ballons e con molte scene mute, un po' come i manga, ma esagerò parecchio (un suo albo lo leggevi in quindici minuti) e non ebbe grande successo, mi pare... Però l'idea di velocizzare la lettura togliendo il superfluo - che spesso c'è - era giusta. La capacità si sintesi, non solo nel fumetto, è una qualità che si sta perdendo. Molti critici letterari lamentano, per esempio, che vengano pubblicati romanzi che hanno centinaia e centinaia di pagine (e loro se li devono leggere tutti per recensirli!) quando ne basterebbero la metà, o anche meno, per sviluppare il racconto spesso esile che hanno imbastito.
  20. Poe

    La collana di Tex senza Mauro Boselli...

    E Patagonia? Dove la mettiamo? E Pinkerton Lady? Lì gli elementi politici c'erano tutti. Ma ci stavano benissimo. Un conto è mettere elementi ideologici o inserirli forzatamente, un altro rappresentare un mondo nella sua complessità. Se fai vedere dei cinesi sfruttati non ci vedo nessun indottrinamento ideologico, se mostri gli affaristi del Guatemala che male c'è? Poi è chiaro che prevale l'avventura e di pistolotti politici non ne abbiamo bisogno. Ma anche qui... Il finale di Pinkerton Lady con Lincoln che parla dei diritti e dell'uguaglianza dei neri dove lo mettiamo? A me è piaciuto molto e non ci ho visto nessun indottrinamento...
  21. Poe

    La collana di Tex senza Mauro Boselli...

    Oggi Tex senza Boselli sarebbe ben poca cosa. Io però nel mio intervento precedente volevo far notare, a chi fa paragoni pessimisti col passato, che nel 2020 sono state scritte ben 5 storie di grande qualità (riconosciuta un po’ da quasi tutti) : i due Texoni (che corrispondono a 2+2=4 albi mensili della regolare), il Maxi dei Tre Bill (che corrisponde a circa 2 albi e mezzo della regolare), “L’agente federale” (corrispondente a un po’ più di 3 albi della regolare) e “I razziatori del Nueces” (corrispondente a un po’ meno di 3 albi della regolare). Totale: 12 albi e mezzo circa della regolare. Questo vuol dire che se le 5 grandi storie del 2020 (scritte tutte da Boselli) fossero state pubblicate sulla serie principale, avremmo avuto per tutti i 12 mesi (e anche un po’ di più!) albi straordinari, degni del periodo d’oro di Tex (o quasi), e grideremmo al miracolo. Pensate: poter leggere uno dietro l’altro sulla regolare “L’inesorabile”, “La vendetta delle ombre” e “I razziatori del Nueces” e poi magari come intermezzo “Nethdahe” che non sarà riuscitissima ma è comunque una storia più che discreta, meglio di certe storie intermedie del periodo d’oro (non so, “Il cacciatore di taglie”, “La dama di picche”, “Dugan il bandito”). Insomma, voglio dire: guardiamo il bicchiere mezzo pieno (io per primo di solito guardo quello mezzo vuoto), e non ci lagniamo troppo. Grandi storie Tex ce le sta ancora regalando dopo 73 anni. Solo che sono sparse qua e là tra le varie serie collaterali, e sono in mezzo a molte altre storie piuttosto mediocri. Nel cosiddetto periodo d’oro avevi solo i 12 albi mensili perché i fuori serie non esistevano, ma anche allora non tutti erano dei capolavori. L’editore non può fare altrimenti che iperprodurre? Rassegniamoci e compriamo solo quello che merita. Per quanto mi riguarda: i Texoni, Tex Willer, la serie regolare (anche quando non brilla) e tutto il resto solo quando mi ispira (il prossimo Maxi io non lo prendo e neanche il Color estivo coi disegni di Cossu, che non amo per niente). Boselli/Maradona ce la sta mettendo tutta, bisogna riconoscerglielo, e si sta ancora divertendo, questo è l’importante. Di goal ne farà ancora parecchi, a cominciare, secondo me, dal prossimo Tex Willer… Quando andrà in pensione non ci saranno successori validi? Pazienza, vorrà dire che smetterò di leggere Tex. La buon anima di mio zio - grandissimo lettore e collezionista, che mi ha avviato alla lettura di Tex - smise nel periodo 300-400 e, amareggiato da un Tex che non amava più, non riprese neanche in seguito e si limitò a leggere e rileggere le vecchie storie che tanto gli piacevano. Ma non credo proprio che correremo questo pericolo nei prossimi anni... P.S.: Un’altra soluzione per aumentare la produzione di Boselli su Tex sarebbe chiudere Dampyr. Sono un lettore affezionato di Harlan Draka sin dal primo numero, ma la serie – mi dispiace dirlo – sta mostrando un po’ la corda negli ultimi anni (nonostante a volte vi siano ancora ottime storie) e non sarebbe così sbagliato, secondo me, farla finire in bellezza con il numero 300… Boselli avrebbe più tempo per Tex, e anche per miniserie occasionali o albi singoli di qualunque genere, svincolati da scadenze od obblighi seriali.
  22. Poe

    La collana di Tex senza Mauro Boselli...

    Be' se si fanno paragoni col centinaio d'oro (100-200) ogni periodo risulta inferiore! Ma se il confronto lo facciamo per esempio col centinaio 200-300 di storielline debolucce ne troviamo parecchie, anche dello stesso GL Bonelli (I Vichinghi, Bandoleros, La foresta pietrificata, ecc.), così come anche nel periodo 1-100 compaiono diversi albi ben poco memorabili (di solito affidati non a caso a Gamba o a Muzzi). Diciamo che nel 2020 quelli che hanno po' deluso sulla regolare sono stati i due pezzi forti (Guatemala e Netdahe), da cui ci si aspettava qualcosa di più. Inoltre ricordo, per obiettività, che "L'agente federale" doveva essere pubblicato in origine sulla serie principale; il fatto che poi sia stato spostato su Tex Willer chi se ne frega, ce lo siamo gustato lo stesso. Detto questo sono d'accordo che la regolare andrebbe curata maggiormente, non c'è dubbio, e concordo anche sul fatto che si pubblica troppo (ma non solo su Tex e non solo nel fumetto). Questa però è la legge dell'economia oggi, si sa. Almeno che l'iperproduzione su Tex serva a dare lavoro a disegnatori che altrimenti resterebbero inattivi... Da altre parti (per es. la pubblicazione di certi libri) l'iperproduzione è utile solo agli editori. E consoliamoci col fatto che si scrivano ancora storie - dopo 73 anni - di alto livello, pur se meno frequenti che in passato! Quest'anno sono state ben 5: i 2 Texoni, il Maxi coi tre Bill, e le 2 di Boselli su Tex Willer. Tutto sommato non è poco... Be' dai, non è detto, di soggetti improbabili che poi si sono rivelate ottime storie Tex è pieno! Vediamo: uno scimmione con machete a cavallo di un destriero nero, dinosauri ritrovati negli abissi di un mondo perduto, fiori che sparano aculei mortali, un extraterrestre nel west, un castello medievale nelle paludi della Florida protetto da guerrieri neri seguaci del vudu, rovine dove si celano misteriosi tesori protetti da un gigantesco anaconda, una piramide misteriosa con tanto di pupazzi d'argilla che si trasformano in bestie feroci, ecc. ecc. Insomma diamo fiducia a Ruju, potrebbe stupirci (speriamo)!
  23. Poe

    La collana di Tex senza Mauro Boselli...

    Non si è mai visto un personaggio dei fumetti la cui serie principale viene trascurata a vantaggio degli speciali o delle serie collaterali. A parte i collezionisti storici, è sempre la serie principale che traina il resto. E infatti le storie migliori - tranne qualche Texone e un paio di Maxi - vengono sempre dirottate verso la regolare. E sarà ancora così, basta vedere il prospetto delle storie in lavorazione, dove tutte le future storie di pregio di Boselli sono sulla regolare. Per ora Boselli è imprescindibile, d'accordissimo. Per il 2044 ci penseremo, abbiamo 23 anni per trovare una soluzione... Cioè quei pochi che ci arriveranno! E che magari nel 2044 avranno altre priorità che non quella di trovare il sostituto di Boselli.
  24. Poe

    La collana di Tex senza Mauro Boselli...

    Non capisco bene il senso di questo topic. Secondo me non c'è bisogno di un sondaggio per capire che senza Boselli la serie di Tex sarebbe già colata a picco da tempo. Credo che lo pensino tutti, questo. Per quanto il bilancio degli altri sceneggiatori mi sembri un po' troppo severo (molte storie non sono così terribili come detto sopra), è chiaro che Tex, senza Boselli, perderebbe l'anima, l'originalità e la qualità che lo contraddistinguono, e sarebbe letto solo dai super appassionati o comprato dai collezionisti. Ma la conclusione qual è? Vogliamo solo storie di Boselli sulla regolare e su Tex Willer? Eh, magari! Sarebbe bello, ma ha già risposto lui in un post ieri. Cito il post di Boselli: "Non sono più gli anni Settanta., Per stare a galla dobbiamo aumentare l'offerta. E questa ahimè è una legge commerciale imprescindibile. Si ottiene qualcosa di paragonabile a prima con il doppio del lavoro. Così diamo lavoro a più autori. Tralasciando gli sceneggiatori, parlo soprattutto di disegnatori eccellenti che altrimenti resterebbero presto o tardi a casa." Quindi il doppio di storie, quindi altri sceneggiatori, quindi metà delle storie che saranno fisiologicamente debolucce... Ma questo si sapeva già da un pezzo, o no?
  25. Poe

    [724/725] Il monaco guerriero

    Che la sceneggiatura di questa storia sia debole, non c'è dubbio, e che l'unico motivo di originalità (il monaco guerriero) sia stato poco sfruttato, è altrettanto evidente. Ma non è detto che Zamberletti non abbia margini di miglioramento. Chissà... In ogni caso, la sua presenza sulla serie regolare mi sembra abbastanza casuale e probabilmente non destinata a ripetersi (vedi il tabellone delle storie in lavorazione). Sono altri i successori di Boselli (Rauch e Giusfredi, oltre a Ruju). Quello che non farei, comunque, è approfittare di storie deboli come questa per invocare il ritorno del vecchio "usato sicuro", che di "sicuro" non ha niente e che certamente non potrà migliorare. Ecco: a parte i tempi della sceneggiatura, non vedo che altro ci si può aspettare... Se proprio dobbiamo invocare un ritorno, io preferirei di gran lunga quello di Gianfranco Manfredi, che di cartucce da sparare ne ha ancora qualcuna, mi pare...
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