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Poe

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Tutto il contenuto pubblicato da Poe

  1. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    Scusa, Diablero, se mi intrometto nella discussione tra te e Boselli, ma in realtà lui non nega le retcon, semplicemente le giudica poco importanti e quasi inevitabili. Per il resto, sono d'accordo con te che modificare il primo incontro tra Mefisto e Padma è stato sbagliato e inutile. Ma è anche vero - aggiungo - che il problema di "Sierra Nevada" non è certo questo. Boselli modifica anche le sue, di storie, in base alle esigenze, basti vedere per fare un esempio l'improbabile cambiamento di Jack Thunder da "I sette assassini" a "Winnipeg", che non sarà una retcon - come la chiami tu - ma certamente un cambiamento sostanziale del carattere di un personaggio. Però lui se ne frega perché - dice - l'importante è che sia funzionale alla nuova storia. Penso, comunque, che l'insoddisfazione di alcuni per "Sierra Nevada" nasca forse anche dal fatto che il punto di riferimento delle storie di Mefisto è - almeno per i lettori con memoria storica - "Il figlio di Mefisto" e questa, per certi versi, è invece il suo opposto.
  2. Poe

    [Maxi Tex N. 04] I Due Volti Della Vendetta

    A mio parere, il peggior Maxi di Segura, che ci ha regalato storie avvincenti e riuscite come "Il cacciatore di fossili", "L'oro del Sud", "Lungo i sentieri del West" (magari non del tutto texiane, e chissenefrega), ma che in questo caso ha scritto due avventure piuttosto deludenti, scalcinate e insufficienti. L'unica scena memorabile (che contrariamente ad altri a me non ha dato fastidio) è quella in cui Tex, morso da un serpente a sonagli, inizia a delirare e gli sembra di vedere Lilyth e di camminare con lei nelle celesti praterie, "finalmente di nuovo insieme". A me non è parsa sdolcinata né fuori luogo, anzi in mezzo a questo western splatter e macabro, tra cimiteri, cripte, cadaveri ovunque, morti uccisi in tutti i modi possibili, bruciati vivi, impiccati, mitragliati, con parricidi, fratricidi, suicidi, e così via, in mezzo a questo inferno in terra sadico, strampalato e demenziale, il sogno di pace di Lilyth mi è sembrata l'unica cosa sensata (e poetica). E' anche vero che Tex e Carson, alla fin fine, non se la cavano male, ma è tutto il resto che non funziona. Questo è anche l'unico Maxi di Segura (e non credo sia un caso) affidato non ai disegni di Ortiz, ma di Repetto, autore secondo me sopravvalutato, che a me personalmente non piace troppo, e che, obiettivamente, è di un livello inferiore rispetto a Ortiz. Basti vedere soprattutto i visi dei protagonisti, le loro espressioni caricate e i personaggi fotocopia: qui il villain della prima storia sembra il fratello gemello del padre del villain della seconda, a parte i baffi leggermente diversi. Insomma, un Maxi molto lontano per esempio dallo splendido "L'oro del Sud", dove anche la violenza aveva un senso e una sua tragicità.
  3. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    La mia risposta è che forse è meglio non fare queste domande ai lettori, visto la loro confusione di idee! Che decida l'autore in base alle sue esigenze personali e alla sua fantasia. A me lo speciale "Le origini del male" è piaciuto molto, ma non in quanto colmava buchi, semplicemente perché è un bell'albo, con o senza Mefisto.
  4. Poe

    [745/747] Vancouver

    E non dimentichiamo che Mastantuono ha anche disegnato un Texone ("Il profeta Hualpai"), all'epoca accolto da tutti come una magnifica prova grafica (la storia un po' meno). Inquadrature mozzafiato, dinamicità, paesaggi stupendi, atmosfera ecc. ecc. Al di là dei gusti personali, se ti fanno disegnare un Texone vuol dire che sei un grande. Se poi Boselli ti affida le sue migliori storie della fascia 600 ("I giustizieri di Vegas", "Jethro", "Luna insanguinata"), un buon motivo ci sarà. A me, a dir la verità, su Magico Vento non aveva fatto impazzire, forse anche perché c'erano dei fuoriclasse come Frisenda e Parlov che mi piacevano molto di più. Invece su Tex ha sempre convinto, ha fatto notevoli progressi ed è diventato uno dei migliori, attualmente. Le mie aspettative (a rischio di restar deluso ), sono alte. Se non sbaglio, sulla serie regolare sarà la seconda più lunga di Ruju (dopo "Guatemala"), visto che è di 3 albi e non di 2 come di solito sono le sue storie. In più, se non ho capito male, ci saranno tutti e quattro i pards, e anche questo è abbastanza insolito in Ruju. Ci si aspetta quindi che sia un'avventura ambiziosa e non di routine. "Guatemala", non del tutto convincente, aveva alti e bassi. Ma il soggetto, l'ambientazione e le tematiche almeno erano originali. L'ottimo Color di quest'estate lascia ben sperare. P.S.: la copertina è indubbiamente bella, ma Villa non so quante volte ha scelto di rappresentare Tex di spalle o di profilo in atteggiamento statico e contemplativo. Niente di male, notavo solo questa cosa.
  5. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    Condivido pienamente. A me le storie corali con molti personaggi piacciono ma il rischio, a volte, è di esagerare. Per esempio la storia di Cortina su Tex Willer. Come dici tu, non è solo la difficoltà di ricordarsi i vari comprimari (quella si risolve tornando indietro a rileggere), ma ancora di più quello di affezionarsi a loro, che dopo un po' sembrano (anche se non lo sono) simili tra loro. E in qualche caso lo sono davvero, dei "doppioni". Prendiamo la solita, stracitata "Gli invincibili": da questo punto di vista, invece, è perfetta, perché gli irlandesi che affiancano Tex sono tutti, oltre che ben caratterizzati, ben distribuiti nell'arco dei tre albi, così alla fine il lettore è contento perché Tex ha un ruolo di primo piano ed è fondamentale (chi dice il contrario non se la ricorda), ma allo stesso tempo si è affezionato anche agli altri, in particolare a Shane O' Donnell. Purtroppo questo equilibrio non avviene in tutte le storie. Non è per niente facile dare adeguato spazio sia a Tex che agli altri comprimari. E il rischio è appunto che molti bei personaggi, per esempio nella storia di Cortina, si perdano nel mucchio, e si perda anche l'aspetto epico e così il coinvolgimento del lettore. Il pericolo è che venga fuori una storia tecnicamente e storicamente ben costruita, ma piuttosto fredda. IMHO.
  6. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    La spiegazione è a p. 78 del quarto albo. Narbas dice che Padma gli ha insegnato a schermare e a confondere i poteri di Mefisto, ma questo funziona solo a distanza ravvicinata. Lo stesso senso di tutte le precedenti, ad esclusione della prima. Bisognerebbe far risorgere Mefisto un'altra volta (e già questo sarebbe ridicolo: di resurrezione ne basta e avanza una). Ma poi chi avrebbe interesse a farlo? Yama no di certo (a parte il fatto che è fuso). E anche Lily si è rotta le scatole di un fratello che le ha rovinato la vita, senza mai azzeccarne una. Altri personaggi interessati alla resurrezione di Mefisto non ce ne sono. Poi, se anche fosse, bisognerebbe far perdere un'altra volta Mefisto, con i demoni che non ne possono più neanche loro di essere evocati inutilmente. Rischierebbe di essere una parodia! Tutto ciò che inizia finisce. Anche Mefisto.
  7. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    Hai proprio ragione. Non so come ma me l'ero scordata, tra le belle storie di "magia" degli ultimi anni. E pensare che era piaciuta molto anche a me. Bisogna che me la rilegga. Ecco, "La vendetta delle ombre" è un perfetto esempio, secondo me, di come dovrebbe essere usato il fantastico in Tex oggi. Con moderazione, mantenendo comunque una cornice realistica e western, con una giusta atmosfera (certo ci vuole anche il disegnatore adatto, e qui Carnevale è stato perfetto), con un bel ritmo e una sceneggiatura agile, senza tante spiegazioni, con un forte sense of wonder e persino con un contenuto metaforico e un messaggio sociale (in questo caso il rispetto del diverso). Gran bella lettura. Un mio pallino sono anche le storie di fantasmi. Spero che prima o poi Boselli torni a deliziarci (dopo "Colorado Belle") con un soggetto di questo tipo (magari coi disegni dei Cestaro)....
  8. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    Ok, Leo, però adesso non drammatizziamo troppo. Per chi non ama Mefisto ci sono state tante altre "consolazioni" in questi 7 mesi: "Tex Willer", Maxi, Color, Cartonati, Texoni... e chi più ne ha più ne metta. Un bel po' di roba con cui sfuggire a Mefisto. In passato, quando c'era solo la serie regolare, sì che sarebbe stato un tormento, se non ti piace il genere... Pensa come dev'essere stata dura per i lettori sopportare per mesi e mesi quella maratona che è "Il segreto del Morisco" di Nolitta, senza alcuna alternativa. Un incubo.
  9. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    Sì, l'avevo capito, ero anch'io ironico. E comunque, non sarai uno sceneggiatore - come tutti noi - ma almeno sai disegnare bene! Io neanche quello! Da Lily Dickart, invece, penso che Boselli potrebbe tirare fuori una buona storia. Ci vuole una idea interessante, ovviamente, ma il personaggio potrebbe ispirarlo. In fondo Bethanie, ne "I sabotatori" è stata un'ottima dark lady e ricordo che molti lettori all'epoca erano un po' dispiaciuti della sua precoce dipartita, perché ritenevano potesse essere riutilizzata. I maghi saranno anche di moda, ma non va tanto di moda il western + la magia, perché è di questo che si parla, non dei maghi in generale. E non credo che siano solo i nizziani a preferire storie realistiche (o non troppo fantastiche). Di fatto anche Boselli ci ha abituato più a storie western che a storie sovrannaturali (anche se ne ha scritte diverse), tanto è vero che tutti i suoi capolavori sono realistici, da "Il passato di Carson" a "Gli invincibili" a "Patagonia", "Nueces Valley" ecc. e nelle classifiche di gradimento di Boselli non c'è quasi mai una sua storia fantastica. Personalmente penso che il sovrannaturale in Tex vada benissimo, ma dosato, non troppo esibito (meno si vede meglio è), e meno naif di uno stregone come Mefisto che invoca demoni oscuri nascosto in un antro sperduto. Come ho scritto più sopra, preferisco - tra le storie più recenti - "Omicidio a Bourbon street", "La cavalcata del morto", "Colorado Belle", dove il fantastico è più ambiguo e amalgamato col western. Non tutto del passato può essere riproposto anche oggi. Uno scimmione con una scimitarra che cavalca tagliando teste, per esempio, oggi sarebbe meno accettato rispetto ai tempi de "La voce misteriosa" (storia che tra l'altro a me piace molto). La stessa terna di Mefisto disegnata dai Cestaro è stata più interessante proprio perché si distaccava da quelle classiche, a partire dalla location in un manicomio. E in ogni caso ormai Mefisto è all'inferno (si spera per sempre) ed è inutile discuterne (almeno per me). Di sicuro Tex può fare benissimo anche senza di lui. D'altra parte è vissuto più che bene senza arcinemici per tanti anni fino a "La gola della morte". Sul fantastico in Tex... Secondo me sarebbe interessante discutere su quale tipo di fantastico oggi è più adatto a Tex, senza rifiutarlo a priori oppure volere che sia uguale identico a quello del passato. Vedremo come saranno le storie previste in futuro: ho un po' di timore per quella degli extraterrestri sul Monte Rainer (anche perché non mi è piaciuta la prima di GL) e quella di Burattini sui Chupacabra. Ma visto che la filosofia che va di moda adesso è quella di non farsi troppe illusioni per non rimanere delusi, non mi aspetterò niente. No, in realtà sono d'accordo in questo con Diablero: E questo vale per qualunque cosa...
  10. Poe

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    Dimentichi un particolare: che questa è la storia di un autore da parecchio tempo in fase calante (eufemismo gentile) e paragonarla con GL Bonelli al suo meglio (hai fatto l'esempio di "Sulle piste del Nord") forse non è molto corretto. Anche GL Bonelli ha avuto la sua fase calante, diciamo dopo il numero 250, e anche lui in quel periodo, a fine carriera, non ha scritto storie particolarmente brillanti o memorabili, storie piuttosto stanche e ripetitive, coi soliti cliché, diversi da quelli di Nizzi, ma sempre cliché. Questo per amore di obiettività. E sempre per obiettività, anche nelle storie dell'ultimo GL Bonelli, Carson a volte non era il massimo. Spesso troppo brontolone e poco perspicace, sempre a chiedere conferma a Tex su cosa fare o su come giudicare un evento. Gli esempi ci sono. Anche se, certo, non era il Carson goloso di Nizzi... Questa in fondo è una storia di routine, di ordinaria amministrazione, come faceva anche GL Bonelli, ogni tanto. Come hanno fatto Ruju e Faraci (non solo sui Maxi). Con la differenza che Nizzi usa cliché diversi che a qualcuno piacciono e ad altri no (a me no). E con la differenza che ci sono ogni tanto assurdità narrative che in GL Bonelli non c'erano (Tex e Carson che trovano in due minuti le tracce che nessuno era in grado di seguire; Tex e Carson che credono alla bugia del capostazione, che neanche il fesso più fesso...) Sul confronto tra gli sceneggiatori... A me non sembra strano che qualcuno nella sua classifica personale preferisca Nizzi o Boselli a GL Bonelli. Ci può anche stare, soprattutto in un lettore giovane. Quello che mi stupisce è che un lettore di Tex non apprezzi per niente (o poco) GL Bonelli. Come si fa ad apprezzare, non so, "Sioux" e invece non "Sangue Navajo"? "I predatori del Grande Nord" e non "Il tranello"? La "Mefistolata" e non "Il figlio di Mefisto"? "Nelle paludi della Louisiana" e non "Il clan dei Cubani"? "La porta chiusa" e non "La voce misteriosa"? "La leggenda della vecchia missione" e non "Santa Cruz" e "Arizona"? "L'uomo con la frusta" e non "Il tranello". "La croce fiammeggiante" e non "Linciaggio". "Messaggero di morte" e non "L'uomo della morte" "Gli spiriti del deserto" e non "La gola della morte" Io ovviamente preferisco le seconde, ma se a uno piacciono le prime, come fa a non apprezzare anche le storie da cui più o meno derivano? Boh.
  11. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    Potrebbe essere questa l'idea giusta, perché no. Qual è la caratteristica principale di Lily? La capacità di sedurre e manipolare uomini importanti. Affaristi, soldati, politici. E creare magari un'impresa criminale. Perché per una storia simile inventare un nuovo personaggio se ce l'hai già pronto? E d'altra parte la tua obiezione potrebbe valere per qualunque ritorno: perché far tornare allora Nick Castle? O Barbanera? Perché non creare dei nemici nuovi? Ripresentare un personaggio che il lettore già conosce presenta comunque dei vantaggi. Non lo vedi, anzi non lo vediamo perché noi non siamo degli sceneggiatori. Ecco, lo vedi che non sei un bravo sceneggiatore! Lily è ormai un'anima nera, senza rimedio.
  12. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    El Morisco ha una funzione ben precisa e chiara. Vi lamentate che ci sono troppe spiegazioni e poi non capite. Questa è la dimostrazione che più si spiega, più uno si stufa a leggere e meno comprende la storia. El Morisco ha lo scopo di aiutare Padma a mettersi in contatto con Narbas, che è prigioniero nei sette cerchi inferiori degli abissi, e liberarlo. Da solo Padma non ce la farebbe, ha bisogno delle arti magiche di El Morisco per evocarlo e fare un incantesimo di necromanzia, che gli permetta di viaggiare nell'aldilà (un po' come Yama aveva bisogno di Loa ne "Il figlio di Mefisto). Senza El Morisco, niente Narbas. Perché El Morisco non li aiuta anche nel gran finale? Padma lo dice: perché è esperto di magia bianca, non di magia nera, e quindi non sarebbe di nessuna utilità né come mago, né come uomo d'azione. Anzi lui ed Eusebio sarebbero solo d'impedimento. Sul fatto che questo o è un capolavoro o una ciofeca, avrei da ridire. Per me è una via di mezzo, con cose buone (un po' in tutti i quattro gli albi ci sono delle belle scene) ed altre meno. Un 7, o forse anche qualcosina in più, se lo merita. Quello che mi stupisce è che molti lettori improvvisamente schifano la magia in Tex e trovano fuori luogo le arti magiche di Padma, considerandole ridicole, mentre fino a pochi anni fa elogiavano "Il segno di Yama" (che in fatto di scene di magia non è da meno) o le storie di El Morisco, sia di Boselli che di GL Bonelli. Basta leggere qui i rispettivi topic e a quasi tutti è piaciuta la "Piramide misteriosa" che , seguendo lo stesso criterio, bisognerebbe considerare una cavolata: lo stregone egiziano, gli animali di terracotta che diventano vivi, il nome segreto di Rakos al contrario... Oppure anche giudicare penoso "Il risveglio della mummia" che invece è stata piuttosto apprezzato. Insomma, forse semplicemente questo tipo di storie ha fatto un po' il suo tempo e ha cominciato a stancare, così come ha stufato Mefisto. Ma questo capita a tutti i Grandi Nemici: chi non s'è rotto le scatole di Xabaras, Hellingen, Myrna, ecc. ecc.? Dopo un po' i ritorni degli arcinemici diventano ripetitivi e poco esaltanti. (Personalmente penso che Tex non abbia bisogno di arcinemici ma solo di avversare tosti e in gamba che lo sappiano mettere in difficoltà: Lucero, Charvez, Mondego e Bethanie, Langdon. Oppure di amici/nemici in gamba Ray Clemmons, Shane O' Donnel, Glenn Corbett, Bronco Lane, ecc.) Qui Boselli ha cercato in tutti i modi di trovare nuove soluzioni e contemporaneamente mettere ordine al casino delle storie precedenti (non è colpa sua se ci sono resurrezioni, lama tibetani demoni degli inferi, ecc.). Per fortuna non ha messo Aryman! Il soggetto, secondo me, è valido (contrariamente alla Mefistolata di Nizzi, che ha un soggetto insignificante e non da storia fantastica, che lui non sapeva fare, non era nelle sue corde). Quello che qui non funziona - ormai l'hanno detto tutti - è una sceneggiatura con troppe spiegazioni sulla magia, ma non tanto la magia in sé o le scene di magia, secondo me. E tra i personaggi, quello che non funziona è il solo Yama, mentre gli altri invece sono tutti ben tratteggiati. I dissidi interni tra nemici e familiari, i voltafaccia che facilitano i Nostri (criticati da molti), in realtà sono un classico (non solo di Tex). Qui semmai sono rovinati ancora una volta dalla stupidità del personaggio Yama. La tripla dei Cestaro, comunque, anche se imperfetta resterà come pietra miliare. Lily da sola, senza più i familiari al seguito e senza magie, potrebbe diventare un personaggio ancora più interessante, con un'idea giusta.
  13. Poe

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    Ma io non li metterei sullo stesso piano. Non farei questo paragone. Gli origlioni di Nizzi (il loro abuso) sono un modo per portare avanti una storia nel modo più facile, senza fare troppa fatica a trovare un espediente narrativo diverso (ma secondo me sono anche una sua ossessione personale, forse da piccolo lo spiavano di nascosto ). Le patatine e le torte di mele servono un po' per riempire le pagine e arrivare a 114 o anche per far contenti quei lettori che amano queste gag, perché li fanno sentire "a casa". In Boselli l'utilizzo di molti personaggi (tra cui spesso anche nemici "grigi") è, all'opposto, un modo per rendere più interessante una storia, per differenziarla dalle altre che l'hanno preceduta, per rendere più complessa la trama e la psicologia dei villain di turno e non annoiare il lettore. Boselli si complica il lavoro con tanti comprimari e sottotrame, Nizzi se lo facilita. Quello di Boselli è un suo stile narrativo, un modo di raccontare una storia, quelli di Nizzi sono puri cliché (riferito sempre solo agli origlioni e alle patatine). Poi, il fatto che Boselli fa sempre personaggi negativi che poi si redimono non è vero. A volte sì, a volte no: nei 7 albi della Mefistoleide nessuno si redime, per esempio. In generale, le redenzioni a me non danno fastidio, a meno che - come può qualche volta capitare - siano improbabili e non ben preparate.
  14. Poe

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    Nessuno ha parlato della splendida prova di Casertano. Ancora non ho letto la storia, ma ho guardato i disegni - il motivo principale per cui ho comprato questo Maxi - e non posso che essere ammirato dal talento e dalla professionalità di Casertano, che ha disegnato velocemente ben 330 pagine senza un minimo calo nella qualità, neanche nel finale, come invece spesso capita ad altri. Lui no, è perfetto dall'inizio alla fine. Sinceramente, prima del Texone pensavo che non fosse adatto a disegnare il genere western e invece piano piano sta diventando una colonna portante della serie. Anzi, non tanto piano, visto i suoi ritmi di lavoro. Quello che colpisce di più sono i visi, la loro espressività, i bellissimi primi e primissimi piani, la caratterizzazione che fa di tutti i personaggi, ognuno con una faccia molto diversa da quella degli altri. Spesso i disegnatori definiscono bene solo i personaggi principali e abbozzano quelli secondari, facendoli a volte somiglianti tra loro, magari con un po' di barba o baffi per distinguerli, o comunque senza dargli una personalità caratteristica. Casertano invece li differenzia tutti, ad ognuno dà un volto ben preciso, si sforza continuamente di contraddistinguere anche le comparse (gli avventori del saloon, per esempio), non solo come viso, espressione, tratti facciali, taglio dei capelli, ma anche come abbigliamento, con cappelli, abiti, calzoni molto diversi tra loro. Una galleria di volti e varia umanità. Il tutto in paesaggi e in un'atmosfera classicamente western. Forse l'ho già detto, ma dopo il Sud-Ovest sarebbe bello vederlo all'opera anche in una storia cittadina (Boston, New York, Chicago), dove potrebbe fare ancora meglio. In quanto alla storia, ancora non l'ho iniziata, ma ho già notato diverse scene attorno a tavole imbandite...
  15. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    Be', tra i giochini di parole della letteratura fantastica non dimentichiamo il Golem, che viene portato in vita grazie alla parola EMET (verità) e poi, se si cancella la prima lettera, resta MET (morte) e così il Golem si distrugge. L'associazione di idee tra Lily e New Orleans è semplice: Lily è abituata a fare la bella vita, ha vissuto a Parigi col marito, quindi in una qualsiasi cittadina del West non ce la vedo proprio. E tra le grandi città, tolto San Francisco, New Orleans è quella più adatta per una seduttrice senza scrupoli, abituata ai loschi traffici! Magari incontra anche la gazza ladra, quella dell'ultimo Color!
  16. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    SPOILER SPOILER SPOLIER SPOILER SPOILER SPOILER In realtà gli attriti e i voltafaccia non nascono di punto in bianco: i conflitti e le gelosie di Yama sono stati preparati da tempo, l'atteggiamento di Lily in disaccordo con Mefisto e rancorosa verso di lui per essere stata scarcerata tardi e non aver finora ottenuto niente si è visto fin dall'inizio del secondo albo. L'unico vero voltafaccia lo fa Ruth, ma la psicologia di Ruth viene spiegata bene da Lily: "è solo una fraschetta facile all'adorazione dell'uomo potente di turno" che in parte si fa plagiare da Yama, in parte, essendo una calcolatrice, punta sul giovane Yama contro il vecchio Mefisto, contando che sia lui a vincere. Insomma, forse eravamo noi ad aver sopravvalutato Ruth, che non è una Lily 2, ma una semplice gregaria cinica opportunista. A mio parere, l'unico personaggio troppo "meccanico" ed eccessivamente stereotipato è Yama, lui sì infantile nel disobbedire al padre per principio. Le uniche due volte che mi è piaciuto Yama è stato nel capolavoro "Il figlio di Mefisto" (personaggio azzeccatissimo) e all'inizio de "Il segno di Yama", quando con malvagità diabolica assiste alla morte della madre quasi con soddisfazione. Invece sono d'accordo sulla magia: qui troppo meccanica e spiegata, poco misteriosa e affascinante. Per esempio il demone evocato, più che inquietante appare annoiato da Mefisto). Ben detto! Da quel che si capisce, sarà così: Mefisto non tornerà più (almeno finché Boselli sarà curatore) e ci sarà, credo, qualche storia su Mefisto più giovane in "Tex Willer", come lo speciale di quest'anno. Forse. Tornerà solo Lily, ma senza la parentela, e in un contesto diverso. E a me l'idea piace: una cinica calcolatrice e seduttrice come lei potrebbe combinarne parecchie. Io la vedrei bene bazzicare New Orleans!
  17. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    Stiamo vivendo davvero strani tempi. Cioè, Jonas, tu ti iscrivi a un forum di fumetti alle 5 di mattina e il primo intervento che fai - in una delle storie più importanti di Tex - è contestare un congiuntivo sbagliato che invece non esiste. Una questione che tra l’altro è già stata spiegata pazientemente dallo stesso sceneggiatore in modo chiaro. La frase di Tex “E anche se col favore del buio dovreste riuscire a nascondervi, c’è sempre la possibilità che vi sorprendano.” è corretta. Il congiuntivo avrebbe dato un altro senso, più ipotetico. Da quel che so, - ma aspettiamo il dotto Virgin - dopo il “se” di solito c’è un congiuntivo ma a volte anche un condizionale, a seconda del senso che si vuole dare alla frase. Esempio: “Anche se non dovrei perdere tempo con queste cazzate, c’è sempre la possibilità che servano a qualcosa”. Oppure: “Anche se dovremmo occuparci di cose più interessanti, parliamo pure della posizione dell’inserto pubblicitario del film di Dampyr, che se è all’inizio dell’albo è “bieco marketing”, se viene messo nel mezzo o in fondo invece è tutto ok.” (A proposito, io ho l'albo originale di Tex "I cacciatori di scalpi" dove la pubblicità del primo numero di Mister No era proprio nel mezzo, 2 paginette, e neanche si potevano ritagliare). Oppure: "Anche se dovrei smettere, temo che continuerò".
  18. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    Può non interessare il film su Dampyr, ma dire che farne pubblicità è "una porcata", "mancanza di rispetto" e "bieco marketing"... La Bonelli per la prima volta nella sua storia produce un film tratto da un suo fumetto e non deve farne pubblicità sui suoi albi? Deve tenerlo nascosto ai suoi lettori, se no è "bieco marketing"? E poi avete già dimenticato "Il giornale di Sergio Bonelli", ossia le pagine in fondo all'albo (che si potevano togliere, come questa) in cui si pubblicizzavano le altre testate della casa editrice? Non è la stessa cosa? Su Tex c'era la pubblicità di Dylan Dog e Nathan Never, ecc. E allora? Era una "porcata", "mancanza di rispetto"? Non mi sembrava che rovinassero gli albi, e se non piacevano le si tagliava. Manco ci avessero messo una pubblicità di saponette o lassativi! A proposito invece di "Sierra Nevada" SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Lily non solo si salva, ma le viene dedicata l'ultima pagina. Direi che un suo ritorno è praticamente sicuro e scommetterei anche che Boselli ha già un'idea. D'altra parte si vede che gli piace, come personaggio, visto che l'ha sviluppato molto bene su "Tex Willer". Chissà, magari ci potrebbe essere anche un ritorno al Manicomio di San Francisco, dove Yama potrebbe venire rinchiuso... (Anche se io spero che Yama sparisca).
  19. Poe

    [741/744] Sierra Nevada

    Non mi ha convinto del tutto. "Sierra Nevada" nel complesso è una buona storia, ma molto meglio la trilogia dei Cestaro (ottima nonostante il terzo albo non eccelso). Anche il finale, per quanto ben orchestrato e pieno di suspense, non mi ha entusiasmato. Qualche forzatura, e ancora una volta il personaggio di Yama che non convince... SPOILER SPOLIER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER La scelta di non uccidere Padma solo per far dispetto al padre e carpire i segreti del lama tibetano non è molto credibile, sembra un po' forzata, solo un espediente per non farlo morire e permettere a Tex di vincere (un po' come il coltello arroventato a due centimetri da Tex, nella storia dei Cestaro). E di fatto è questa "trasgressione" di Yama che fa fallire i piani di Mefisto, che altrimenti - senza Padma - avrebbe partita vinta su Tex e gli altri. Dispiace anche che Yama sia sopravvissuto, è un personaggio che non ha più nulla da dire, secondo me, anche piuttosto ridicolo, meritava di finire la sua strada qui, come avvenuto a suo tempo con Proteus. Spero comunque che non venga mai più ripescato. Però non sono d'accordo con Dario63. Che doveva fare Tex se non mandare un pazzo, anche se pericoloso omicida, in un manicomio criminale?! Cercare di farlo impiccare a tutti i costi? Esiste una legge e Tex la applica: quanti pluriomicidi, o responsabili di stragi, Tex ha consegnato alla giustizia nel corso delle sue avventure? A suo tempo anche Mefisto è stato rinchiuso in un manicomio criminale: si spera che siano bravi a non farlo fuggire! Tex fa quello che ha sempre fatto. Il "trionfo" di Mefisto era prevedibile e alla fine il titolo dell'albo, invece di suscitare sorpresa (chi mai poteva pensare che Tex perdesse?), ha dato un indizio su come sarebbe finita la storia. La vera sorpresa, invece, è stata la non-morte di Padma. In extremis si salva, mentre tutto lasciava pensare il contrario, ma anche qui il modo non mi ha convinto. E non l'ho neanche capito bene: perché Padma, "usando il male per sconfiggere un male più grande viene dannato" e invece Tex è "il giusto" che gli permette di tornare in vita? Non ha senso, sia perché Padma ormai è morto (al massimo Tex poteva salvare la sua anima), sia perché Tex è sì un giusto, ma anche lui non usa forse le armi per sconfiggere il male? Non è mica San Francesco. Quanti nemici ha ammazzato, anche se per far trionfare la giustizia? Che differenza c'è tra il "giusto" Padma che utilizza la sua arma segreta, il dorje, contro il male e il fucile del "giusto" Tex che sfoltisce gli avversari? Non mi è chiaro quest'aspetto "filosofico". (Senza contare che Tex non è proprio un'anima "pura" perché sappiamo bene che in passato ha ucciso anche per vendetta.) Ma forse sono io che non ho ben capito. Alla fine si torna a una situazione simile a com'era prima della Mefistolata di Nizzi: Mefisto nell'aldilà e Yama fuori di testa. Si salvano anche Lily e Ruth. Sono bei personaggi, ma se torneranno spero che avvenga in un contesto senza più Yama e Mefisto. Belli i disegni di Civitelli, ma non sempre, e secondo me non del tutto adatti per questo genere di storie: i limiti si vedono in certe scene fantastiche, per esempio i demoni e gli angeli neri del finale, che a me non sembrano il massimo. Nel complesso, quindi, una buona avventura, memorabile (ma non un capolavoro), che però evidenzia il fatto che le storie di Mefisto a mio parere hanno fatto il suo tempo. Andavano bene in passato, negli anni '60-'70 (e ci hanno regalato autentici capolavori), ma ora non più: un arcinemico simile, con poteri così immensi, con tali elementi demoniaci e di magia nera, alla fine stride con Tex e company, che infatti sono costretti a servirsi di tutta una serie di comprimari magici (Padma, Narbas, El Morisco) per avere la meglio, facendo un corso accelerato di esoterismo e occultismo. Non mi dispiace il fantastico in Tex, ma diverso da questo (o dalla strega col pistolero vudù!). Meglio storie come "Omicidio a Bourbon Street" o il Texone "La cavalcata del morto", o il fantasma di "Colorado Belle".
  20. Kit Carson che esce dal saloon con atteggiamento spavaldo, sotto la luce della lampada, sapendo di avere tre avversari invisibili nel buio che stanno per sparargli, posizionati in tre direzioni diverse è sicuramente divertente da leggere, ma strategicamente (diciamo così) indifendibile. Niente di grave, eh, ma di solito i Nostri fanno l'esatto contrario, sparano subito alle lampade e ai lampadari (o spengono il fuoco in un bivacco) per non fare da bersaglio agli avversari. Qui invece Carson addirittura si mette in bella vista lasciando l'iniziativa ai nemici, che se non lo sforacchiano per bene appena ha messo il naso fuori dalla porta è solo perché così ha deciso la sceneggiatura. Ripeto: niente di grave, per carità, ma non vorrei che si passasse da Tex e Carson "umani" che prendono continuamente botte in testa e si fanno fregare, a un Tex e Carson supereroi che si gettano volutamente tra le pallottole che fischiano, tanto loro non muoiono di sicuro. Sui colori: io di solito preferisco il bianco e nero, ma quando sono fatti bene i colori sono altrettanto belli. Non tolgono niente e non migliorano, semplicemente rendono i disegni diversi da prima. Nell'intervista sul sito Gomez dice che quando ha visto le sue tavole colorate ha provato una forte emozione, come se guardasse qualcosa di nuovo rispetto a quello che aveva disegnato lui, qualcosa che non si aspettava. In certi casi sarebbe bella un'edizione speciale che avesse entrambe le versioni, in b/n e a colori. (In questo caso sarebbero solo cento pagine.)
  21. Poe

    [Maxi Tex N. 13] Lungo I Sentieri Del West

    Non ricordo più il motivo per cui a suo tempo non ho acquistato "Lungo i sentieri del West", forse ne avevo sentito parlar male, comunque sia oggi ho posto rimedio all'errore. Un errore perché questo Maxi è a mio parere allo stesso livello dei primi due di Segura e Ortiz, cioè ottimo. Certo, è piuttosto atipico, non molto texiano, ma essendo una storia fuori serie ci può stare, una libertà maggiore allo sceneggiatore si può perdonare. Qui non c’è il Tex di GLB, né quello di Nizzi e neppure di Nolitta, questo è il Tex di Segura e Ortiz, un eroe imperfetto, coperto di polvere, sporcizia e sangue, che deve affrontare infinite avversità, che combatte con gli uomini e con la natura, che può sbagliare ed essere sopraffatto, ma che alla fine, nonostante tutto, risulta sempre eroico. L’episodio che alcuni hanno criticato (Tex preso a sediate da un gruppo di contadini) non è affatto umiliante, al contrario, Tex si fida di loro, li ha aiutati, e viene colpito alle spalle: è una scena grottesca per certi versi, ma allo stesso tempo tragica, triste, perché Tex prende botte e sediate in testa da coloro che prima erano brave persone e ora, accecati dall’oro, si sono trasformati in belve. Tex qui non è un fesso, è un eroe tradito, leale e generoso, che resiste e combatte fino all’ultimo. La storia è una specie di epopea e Tex un personaggio quasi leggendario, che attraversa il West a cavallo, in una caccia all’uomo interminabile, e che durante il viaggio cerca di aiutare tutti coloro che incontra. Come detto da molti, l’aspetto più apprezzabile - oltre al ritmo vorticoso delle vicende che si susseguono - è la grande quantità di personaggi secondari che popolano queste pagine, la loro varietà, la loro umanità, una vera e propria carrellata di uomini, donne e bambini del vecchio West. Un western crepuscolare, crudo e violento, pessimista e senza nessuna idealizzazione. Quasi tutti i personaggi sono sostanzialmente dei falliti, in cerca di ricchezze che non trovano, in un west dove i grandi ideali sembrano svaniti e ciò che conta è l’interesse personale, o la pura sopravvivenza. Tante comparse, alcune tipiche, altre insolite: - il vecchietto iniziale che ora caccia lupi perché si sente in colpa per aver in passato fatto il cacciatore di indiani - il barista che beve e si addormenta ubriaco, dicendo che “tutti in paese sono vigliacchi, come me” - l’assassino che dopo aver ucciso si accorge che le vittime gli ricordano i suoi genitori - i cittadini della città fantasma, impazziti per l’esaurimento della miniera dell’oro, ma generosi con i viandanti - l’indiano che vuole diventare come i bianchi per il bene dei suoi figli, ma alla fine cambia idea - la madre col figlio muto aggredita da indiani bambini, con Tex che li manda via a pedate (l’episodio più surreale di tutti) - Tex che prende in braccio un bambino per salvarlo dal tornado (immagine di Tex mai vista prima, credo) - le donne della carovana, coraggiose e leali verso Tex anche quando i loro mariti impazziscono - Tex e un indiano che si mettono a fissare un cane per conquistarne la fiducia - e poi tanti altri animali di contorno, puma, lupi, cavalli, bisonti, cani. Comparse, più che personaggi, uomini e animali tutti presi nella lotta per la vita, mentre Tex cavalca e se li lascia alle spalle, senza più incontrarli.
  22. Poe

    [Tex Willer N. 47/49] Ai confini della Louisiana

    Come non detto. Pensavo fosse un giovane disegnatore esordiente, o quasi. Diciamo allora che anche a 59 anni si può sempre migliorare... Soprattutto nelle espressioni dei visi (ma non solo).
  23. Poe

    [Tex Willer N. 47/49] Ai confini della Louisiana

    Anch'io ho avuto la stessa impressione. Assomiglia al primo Andreucci, quando disegnò i suoi primi Zagor. Mi sembra un autore ancora acerbo, ma se diventerà come Andreucci vale la pena aspettare la sua maturazione! L'albo resterà nella storia per un Tex completamente nudo davanti a una fanciulla. Ovviamente lei è "una brava ragazza", e Rauch lo sottolinea ben due volte in due vignette, a scanso di equivoci...
  24. Letto e gustato. Strepitosi disegni di Gomez, un'autentica gioia per gli occhi. Bella anche la prova di Giusfredi. Forse qualche dialogo in più e qualche scena d'azione in meno sarebbero stati meglio, ma noi lettori non siamo mai contenti, di solito ci lamentiamo del contrario. Un cartonato che merita, uno dei migliori. Gomez deve tornare assolutamente. Per lui e per Breccia è doveroso scrivere altre storie. Il dialogo: Kit Carson a Tex: "Dovresti fidarti sempre del mio istinto" Tex: "Più di così? Tu sei il mio faro. Il mio maestro da più di vent'anni, ormai" Carson: "Spudorato mentitore! Suonare il violino non è mai stato il tuo mestiere. Sei molto più intonato quando fai cantare le colt".
  25. Poe

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    "Verso l'Oregon" è uno dei miei Texoni preferiti, sia come storia, che come disegni. Manfredi e Gomez non sono solo bravi, sono in sintonia tra loro. I personaggi, ben delineati, recitano come attori di un film. Tex, un po' diverso dal solito, sembra John Wayne, Kit Carson non è una semplice spalla, è un personaggio autonomo non dipendente da Tex, perfettamente reso da Gomez in tutta la gamma delle sue espressioni: a volte determinato, a volte riflessivo, oppure beffardo, protettivo, preoccupato, persino malinconico nel finale. Non sempre Manfredi fa esprimere Carson a parole, ma gli sguardi che gli conferisce Gomez sono più eloquenti di tante frasi. E' lui che convince Tex a proteggere la carovana delle donne, che salva Brenda all'inizio, che tiene testa a Tex nei battibecchi, che si interroga su tutti, anche sul pard ("di rado ho visto Tex così preoccupato", pensa osservando l'amico), e che si dimostra sensibile e cavaliere con le donzelle ma senza fare il galante (non era questa la storia in cui farlo, visto il destino poco allegro che avranno le ragazze). Interpretazione memorabile, questa di Carson, anche graficamente. Quella di Tex un po' meno. Questo Texone è un riuscito mix di western classico e western moderno, in certi momenti crepuscolare, con personaggi alla John Ford insieme a tipi invece piuttosto insoliti (il killer psicopatico e l'indiano Bisonte Bianco, altrettanto folle). Le sei ragazze da marito sono l'aspetto più originale: forse potevano essere maggiormente approfondite, ma si sarebbe rischiato una storia alla Ken Parker, quindi alla fine Manfredi ha fatto bene così. Ognuna di loro ha comunque una sua personalità, anche se a spiccare è soprattutto Emma. Nell'interpretazione di Manfredi Tex e Carson sono fondamentalmente una coppia di rangers. Questo in quasi tutte le sue storie (vedi anche l'ultimo Texone o il Maxi "Mississippi Ring"). Sono come due agenti in missione, dei professionisti. Qui la vicenda inizia infatti nel comando dei rangers, quasi una centrale di polizia, dove i Nostri ricevono l'incarico di acciuffare il killer, e con cui restano sempre in contatto durante il viaggio con telegrammi che aggiornano sulla missione o che li informano sul passato del killer. Di solito i nostri, invece, se ne fregano di riferire ai superiori e fanno i rangers "indipendenti". Strano che l'autore di Magico Vento non abbia mai messo in luce l'aspetto indiano di Tex, o quello "anarchico", ma prevalentemente quello dell'uomo di legge (ovviamente in difesa dei deboli). Gomez è bravissimo. Da lui ci si aspettano ancora grandi cose, a partire dal cartonato sceneggiato da Giusfredi.
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