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TWF - Tex Willer Forum

PapeSatan

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Tutto il contenuto pubblicato da PapeSatan

  1. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Leggendo le dichiarazioni di Nizzi riportate da autorevoli membri del forum, sembra che "lettore medio" di Tex significhi "lettore facilone, dozzinale, con poche pretese", e che il "lettore superiore", cioé quello che vuole fare un'analisi critica e segnalare anche i difetti e le storture, sia solo un rompiballe azzeccagarbugli da ignorare (anche se si chiama Gino Strada). Non é un bel complimento né per il lettore né per il meraviglioso personaggio creato da Bonelli padre e animato dal sontuoso Galep. Personaggio che dura da 75 anni perché ha una solidissima, profonda e matura connotazione creata dai suddetti. Io continuo a ritenermi un lettore medio di Tex ma non nell'accezione nizziana, bensí nel senso di "moderato", "equilibrato", senza estremizzazioni, "né dotto né ignorante", interessato alle storie tecnicamente ed emotivamente in egual misura.
  2. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Assolutamente no, ma da tifoso e presunto esperto di calcio ho inteso paragonare Bonelli padre alla grande Olanda (cioè la creatività, la fantasia, il "fuoriclassismo") e Boselli al Milan di Sacchi (cioè il solido, studiato e armonioso costrutto delle sue "trame di gioco"). Non a caso: mi pare di ricordare che Boselli sia proprio milanista.
  3. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Premesso che non ho nessun pregiudizio verso Nizzi, come si può facilmente rilevare leggendo altri miei interventi in questo forum, ho detto che Nizzi IN QUESTA STORIA (ed è esclusivamente questa a cui si riferisce il mio commento) appare come se, dall'alto del suo nome e della sua carriera, avesse sceneggiato per inerzia e clichè, cioè non ci avesse messo quella maestria e cura particolare che ci si aspetta da un autore reputato essere l'anima di Tex. Fregandosene del risultato. Infatti, è una storia disseminata di così tanti difetti che, se non fossero deliberati o almeno stati sottoposti a uno sforzo autoriale per eliminarli, dovrebbero portarci a concludere che un tal sceneggiatore è una schiappa: infatti, è deliberato o è Nizzi dilettante quando Kit Willer chiede "dove avranno condotto Parker?" e Tiger Jack risponde "devono averlo portato in un posto dove possano nasconderlo e sorvegliarlo"? E' deliberato o è Nizzi ridicolo quando Holmer dice "si dà il caso che il notaio sia andato a Boston, sua moglie è andata a trovare certi suoi parenti a Chicago e che quindi nel suo studio, che tu ben conosci perchè ci sei stato UNA VOLTA, non ci sarà nessuno a parte un ANZIANO maggiordomo SORDO" (mancava solo che fosse cieco e paralitico e che Holmer avesse la chiave di ingresso)? Evito di ripetere tutti gli altri difetti che ho elencato nel mio primo post, ma ribadisco che se non fossero deliberati o frutto di presuntuosa superficialità, se non di deliberata scelta per screditare Tex o altri (ipotesi che posso anche rifiutare), allora denoterebbero l'incapacità di scrivere un Tex anche solo da sufficienza. Almeno in QUESTA storia. E ribadisco che il mio giudizio è relativo a QUESTA SPECIFICA STORIA, visto che non appartengo a nessuna setta pro o contro qualcuno (eccezion fatta per la mia fede calcistica). Rispetto il giudizio di chi ha apprezzato questo Maxi, così come può essere piaciuta una partita di calcio in cui il pallone rimbalzava su uno spelacchiato campo di patate, l'arbitro non ha concesso tre rigori clamorosi, le difese hanno fatto acqua da tutte le parti e ciononostante gli attaccanti si sono mangiati mezza dozzina di gol. Magari mi sarei divertito anch'io, ma se avessi dovuto scrivere un articolo con l'analisi tecnica della partita avrei detto che è stata una partita da 3 in pagella in cui in campo non ho visto nè la grande Olanda di Cruyiff nè il grande Milan di Sacchi.
  4. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Non ritiene affatto di autosabotare le proprie storie, reputando di avere una onorata carriera alle spalle e più nulla da dimostrare. Forse un campione di calcio agli sgoccioli teme di rovinarsi la reputazione per qualche partita a fine carriera giocata al risparmio, con supponenza e remando contro l'allenatore che lo ha relegato in panchina a vantaggio del giovane fuoriclasse emergente?
  5. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    A chi non è capitato di essere professionalmente scavalcato da un valente giovane che la presunzione (e invidia) non ti fa riconoscere avere grandi capacità e ulteriori potenzialità? E quindi da quel momento cominci ad operare, a parole e nei fatti, in modo da metterlo in cattiva luce, reputandoti il migliore in assoluto. Il giovane, al contrario, ne riconosce l'esperienza e gli dà carta bianca o quasi, comunque lo rispetta al punto da non stravolgere le sue proposte, anche a rischio di inficiare l'immagine del prodotto che cura. E il "vecchio" ci gioca su, infarcendole deliberatamente di castronerie, o comunque non curando più come prima il prodotto. Ma poi si arriva al limite, non si può non intervenire, sforbiciare, correggere... e il "vecchio" te le rinfaccia tutte e sbatte la porta. Da osservatore esterno ho percepito questo.
  6. PapeSatan

    [750/751] Ritorno a Redrock

    Esattamente. Un'altra opera prima che non ha nulla che la riallacci alla precedente, semplicemente la clona. Se però avesse avuto titolo e nomi dei personaggi differenti, qualcuno avrebbe potuto ricordarsi di averla già letta.
  7. PapeSatan

    [750/751] Ritorno a Redrock

    Mi permetto di rispondere da una posizione neutra e neutrale, ma che converge sul medesimo giudizio finale. Da quanto ho capito leggendo @Diablero e @Letizia non è il ritorno in sè a non essere piaciuto, ma il modo con cui si giustifica questo ritorno. Un modo che fa passare da perfetto imbecille un Tex che invece, nelle chiare intenzioni di GLB, aveva tutti gli elementi per considerare davvero chiusa la faccenda. Ho riletto "Taglia: duemila dollari" subito prima di "Ritorno a Redrock", quindi con mente fresca e attenta, e non ho avuto il minimo dubbio che GLB l'avesse considerata chiusa lì. Certo, si poteva benissimo escogitare un ritorno (ne abbiamo già visto qualcuno di inaspettato) ma con motivazioni che rappresentassero una conseguenza, una evoluzione, uno sviluppo spazio-temporale credibile e originale degli eventi chiusi da GLB. Invece la motivazione è semplicemente che la solida e credibile conclusione data da GLB è stata banalmente sconfessata (il morto non è morto ma si è goduto la bella vita, Spring non è stato condannato ma l'ha fatta franca per insufficienza di prove), e qui la vicenda è come se ripartisse da zero, perfettamente identica a sè stessa. Quest'ultima è esattamente la mia impressione dopo aver riletto l'opera prima di GLB e questa a strettissimo giro di posta. Ecco perchè mi sforzo di giudicare questo albo non come un ritorno, ma come un'opera prima bis (che presa a sè stante non si presta affatto a soverchie critiche di sceneggiatura). Se ho frainteso, mi scuso e correggetemi pure nella pacata dialettica.
  8. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Io, te e altri apparteniamo alla categoria di chi ha espresso un giudizio di gradimento su questa sceneggiatura anche e soprattutto in base ad elementi narrativi, logici o di aderenza al canone texiano. Altri hanno espresso un giudizio più istintivo, basato principalmente sulla sensazione complessiva che la storia ha procurato loro, reputando di non dare troppa importanza a quegli stessi aspetti formali che per noi invece importanza ce l'hanno. Sono due diversi approcci alla lettura: quello esegetico e quello passionale. Io su Tex mi lascio in genere trasportare dal secondo, ma quando invece mi prevale inconsciamente il primo significa che la storia è davvero riuscita malissimo. Impubblicabile non direi, credo ci siano anche impegni redazionali o comunque valutazioni che tengono conto di tutte le parrocchie. Ciò non toglie che anche un tema mal riuscito, non emotivamente ma contenutisticamente, debba comunque essere consegnato e che lo "speriamo che io me la cavo" possa valere 7 per un professore comprensivo e sentimentalista e un 3 per un professore analitico e interpretativo.
  9. Non sono un ingegnere di "placchette magnetiche adesive", perciò mi domando e mi rispondo: 1) Costava tanto attaccarle direttamente dietro ogni minicopertina? Risposta: e poi come avrei costretto a far comprare anche l'albo che le contiene? 2) Non si potevano fare della stessa dimensione delle minicopertine? Risposta: se abbiamo miniaturizzato in francobolli le copertine, perchè non avremmo dovuto ridurre ulteriormente una calamita adesiva che pur sempre costa? E se anche non costasse, perchè sforzarsi di dare una veste dignitosa a un'iniziativa raffazzonata?
  10. PapeSatan

    [750/751] Ritorno a Redrock

    Concordo pienamente. Infatti ho precisato che la mia chiave di lettura è esattamente quella di trattarla alla stregua di un'opera prima (in quanto di per sè autoconsistente), non un sequel, che altrimenti si dissolverebbe nel nulla, come ha simpaticamente estremizzato @Diablero per rendere l'idea. Per la cronaca, a "Taglia: duemila dollari" ho dato voto 8.
  11. PapeSatan

    [750/751] Ritorno a Redrock

    Ci sono "ritorni" o "séguiti" che riescono anche meglio dell'opera prima: "...Continuavano a chiamarlo Trinità" è uno di quelli. Ma non è il caso di "Ritorno a Redrock". Non ho citato a caso l'esempio del secondo "Trinità": è un séguito costruito con sequenze che richiamano, ricalcandole ma non copiandole, analoghe sequenze dell'opera prima, "Lo chiamavano Trinità...". Anche migliorandole o comunque perfezionandole nella costruzione. Si inizia là con Trinità che attraversa un deserto, qua con Bambino che attraversa un altro deserto (ma con "mezzo di trasporto" diverso). Là Trinità arriva al punto di ristoro (una bettola) e si ristora gratis "facendola pagare" ai delinquenti lì presenti, qua Bambino arriva al punto di ristoro (un bivacco) e si ristora gratis "facendola pagare" ai delinquenti qui presenti (scena ulteriormente "specchiata" poco dopo con Trinità). Là un maggiore prepotente, qua un facoltoso trafficante d'armi (entrambi eleganti, raffinati e coi baffi, ma due personaggi diversi). Là i mormoni da difendere, qua i frati. Là i desperados messicani di Mezcal a spalleggiare il maggiore, qua i banditi messicani di Gonzales a spalleggiare il capo dei trafficanti. Là l'umiliazione inflitta ai due pistoleri professionisti fatti scappare in mutande, qua l'umiliazione inflitta al giocatore professionista Wild Cat Hendriks preso a ceffoni ritmati. Là Sarah e Giuditta invaghite di Trinità, qua la figlia dei contadini sul carro invaghita di Trinità. Potrei continuare con le situazioni specchiate ma mi fermo qui. Perchè questo lungo preambolo? Per sottolineare che quello sopra descritto è un "uno-due" magistralmente riuscito, in cui non c'è nulla di già visto in quanto situazioni analoghe non sono copiate ma duplicate e variate: per uno stesso eccellente risultato si cambiano gli ingredienti e quindi il sapore che si ottiene è diverso. In "Ritorno a Redrock" si potrebbe probabilmente ottenere lo stesso effetto, ma la scelta stilistica va in un'altra direzione, quella di riproporre la stessa storia: infatti, non c'è una duplicazione variata degli ingredienti ma una semplice riproposizione per copia. Ritroviamo esattamente gli stessi protagonisti, lo stesso paese, la stessa concessione da usurpare, gli stessi apaches ribelli ora capeggiati da caio al posto del defunto tizio. Ho dunque la sensazione di stare rileggendo per la seconda volta l'opera prima, "Taglia: duemila dollari", letta di fresco proprio nel weekend in preparazione a questo séguito. Rileggendola una seconda volta, sì, ma senza la incisiva concisione e il ritmo serrato dell'opera prima. Mi sforzo dunque di non approcciarla come se fosse un séguito ma direttamente una "prima", che peraltro si legge e si comprende perfettamente anche senza aver letto l'originaria "prima". Considerata così, la parte di storia narrata in questo primo albo è discreta, l'intreccio e i personaggi sono vari e differenziati (ma qui il materiale lo ha fornito GLB), ci sono alcune varianti quali SPOILER SPOILER SPOILER Sander sceriffo, il vicesceriffo corrotto, un misterioso nuovo nome proprietario della ex banca di Holmer, che facilmente ipotizzo possa essere lo stesso Holmer (dato per morto e quindi redivivo sotto altra identità) o un suo semplice prestanome. Poco altro, come novità, se non che Sander nel frattempo ha messo su famiglia. FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER Capitolo disegni: ottimi, tratto netto e pulito, i nettamente contrastati chiaroscuri mettono in risalto i particolari, ma con un difetto: la non immediata identificazione delle figure in lontananza nei campi lunghi, bisogna quindi affidarsi ai testi e immaginare. I miei voti solo a conclusione della storia, ma posso fin d'ora affermare che la sceneggiatura (al netto dell'approccio per "ricopiatura") è tecnicamente priva di lacune o ridicolaggini, profuse invece a bizzeffe nel contemporaneo Maxi che ho avuto la sventura di leggere.
  12. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Se questo Maxi va giudicato per il divertimento (inteso come comicità o, meglio, ridicolaggine) che procura, allora è da 8 in pagella. Il commento di @Poe è ineccepibile al riguardo. Ma se lo giudichiamo per quella che deve essere una storia degna del Tex vero, duro e puro, con una sceneggiatura all'altezza, allora mi spiace ma per me è un albo da 3 secco. Basta leggere la sfilza di emerite topiche che sono state ben individuate e descritte da vari commentatori, oltre a me stesso. Se compro un biglietto del cinema con l'aspettativa di gustarmi un western di John Ford o di Howard Hawks (di tal lignaggio alcuni reputano che Nizzi debba considerarsi ancor oggi) non posso poi ritrovarmi a sorbirmi "Ciccio perdona... io no", divertentissimo film nel suo genere, per carità, ma non mettetemelo in una rassegna di cinema Western con la W maiuscola come deve essere Tex. Sono davvero amareggiato dopo aver letto questo Maxi, perchè pur riconoscendomi (e l'ho pure scritto nel mio post) nello spirito leggero, di puro svago, con cui @Leo approccia la lettura di Tex, mi sono sentito trattato da lettore allocco a cui si può rifilare qualunque boiata buttata lì a caso, senza idee, tanto chi se ne frega...
  13. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    In coda al mio intervento precedente, la rilettura di "Taglia: duemila dollari" propedeuticamente a "Ritorno a Redrock" mi fornisce l'esempio, per curiosa combinazione, di come una stessa identica sputata situazione - agguato a Tex al ristorante da sicari piazzati fuori - sia trattata magistralmente da GLB in "Taglia: duemila dollari" e puerilmente da Nizzi ne "La grande congiura": nel primo caso Tex schiva il colpo, mettendosi poi al riparo, perchè compie un improvviso gesto di richiamo verso il cameriere e ciò lo sposta dalla traiettoria di tiro (casualità motivata), mentre nel secondo caso Tex, a figura intera spianata di fronte ai sicari, esce indenne dalla gragnuola di proiettili sparati dai molti tiratori scelti... scelti, sì, ma al luna park nello stand della pesca miracolosa dei bambini (casualità immotivata). Non è da questi particolari che si giudica un giocatore... ma uno sceneggiatore sì.
  14. PapeSatan

    [226/227] Taglia: Duemila Dollari

    Ho fatto come @Diablero : ho riletto questa storia in previsione di "Ritorno a Redrock", momentaneamente parcheggiato per dare precedenza all'autoconclusivo Maxi "La grande congiura" (e mal ne ne incorse). Sarà forse che dopo aver nuotato nella melmosa pozza di uno stagno stantìo un bel bagno in una tradizionale e profumata vasca da bagno con acqua cristallina ti fa sentire in paradiso, ma concordo al 100% con l'intervento di @Diablero. Una storia incalzante e divertente, dialoghi sapientemente calibrati in base alla circostanza e mai stereotipati. Due fulgidi esempi: Tex che al ristorante ordina per sè e per Carson "due bistecche fuori serie" (per quelli che credono che GLB usasse sempre e solo l'altezza di due dita) e la stupenda didascalia (aaahh, una goduria ormai scomparsa) che contrappunta un destro di Tex al malcapitato di turno con le parole "un ultimo pugno misericordioso lo spedisce in un mondo dove tutto è pace e silenzio". Quando una trama è tradizionalmente classica, sono lo stile e i dettagli a fare la differenza. E qui la fanno. L'imminente lettura di "Ritorno a Redrock" mi fa temere il peggio, perchè reputo arduo restare all'altezza di questa storia, come spesso capita ai séguiti rispetto ad una riuscitissima opera prima. Spero sinceramente di sbagliarmi. I miei voti: sceneggiatura: 8 disegni: 8
  15. Chi ti dice che non facciano ugualmente il doppio acquisto in due edicole diverse? Scommetto che c'è almeno uno che si vergogna di comprare due albi uguali dal proprio edicolante, che lo potrebbe giudicare "smodato" se non bada (l'edicolante) alle minicopertine, oppure un pollo cascato nella trappola se vede gente che impazzisce per due francobolli di plastica.
  16. PapeSatan

    [Maxi Tex N.32] La grande congiura

    Comincio dalla fine, cioè con il mio voto alla sceneggiatura: 3. Vado a motivare. Quando c'è stata l'occasione, non ho mai mancato di elargire a profusione lodi sperticate ma assolutamente meritate (l'ultimo caso si è verificato con il cartonato "Pearl", peraltro quasi unanimamente giudicato in questo forum come un albo superbo), ma qui purtroppo mi sento di dover stroncare "La grande congiura" senza "se" e senza "ma". La definirei "La grande delusione". Il motivo è che una storia può anche essere telefonata (e questa lo è), può anche sapere di dejá vú (e questa lo sa), ma comunque trasmettere emozione, coinvolgimento, curiosità, interesse, empatia, insomma una qualche sensazione positiva, quindi risultare comunque apprezzabile e apprezzata. Ma con questa storia più andavo avanti nella lettura e più il fastidio aumentava. E quando, finalmente giunto alla fine, mi sono reso conto di averla letta per inerzia (seppur, ci tengo a precisarlo, con molta attenzione e senza distrazioni, anche perchè la trama fila via liscia), ebbene, una storia che si legge senza provare il piacere della lettura è da insufficienza grave, anzi gravissima. Nello specifico, vediamo cosa non è mi è andato giù, premettendo che leggo Tex come svago, non mi ritengo affatto un esegeta critico o pignolo come altri, quindi se espongo una dura critica è perchè davvero ho trovato insopportabile questa storia. * SPOILER *** SPOILER *** SPOILER * 1) La sagra della fortuna (o della casualità) Le situazioni "deus ex machina", i jolly già confezionati, le semplificazioni risolutive di comodo, che non costano sforzo creativo all'autore, si sprecano: ● I rapitori di Parker fanno abilmente sparire le loro tracce, Tex brancolerebbe nel buio o comunque spenderebbe tempo prezioso per ritrovare la loro pista, ma ecco che appare la versione spione dell'origlione, il bambino pastore che tutto vede e tutto riferisce a Tex. Soluzione di comodo, troppo comodo. ● Si pianifica un attentato a Tex all'uscita del ristorante, i banditi reputano infallibile il piano (e lo sarebbe anche...), invece Tex scansa tutti i colpi e fa fuori gli attentatori, l'unico bandito superstite si dà alla fuga e invece di inseguirlo e catturarlo quale testimone per incastrare il mandante, Tex dice di lasciarlo perdere. Questo esito è in palese contrasto con il finale dell'albo, dove il capo della congiura Wallace viene incriminato non quale mandante della congiura (che, ricordiamolo, avrebbe previsto l'uccisione di Parker e una guerra indiana con chissà quanti morti) ma come semplice mandante di un furto in villa costato la vita alla padrona di casa e al suo maggiordomo; e come viene inchiodato Wallace? Grazie alla testimonianza dell'unico sgherro prezzolato sopravvissuto all'irruzione in villa. ● Il capo della congiura, Wallace, dice di essere venuto a sapere FORTUNOSAMENTE il nome del notaio dove Parker ha depositato il memoriale che lo incastrerebbe. Inoltre, sempre Wallace dice di aver pagato i segretari del notaio per farsi dire che il memoriale è nella cassaforte di casa, non in quella del suo studio. Ma Wallace è l'orditore di una sofisticata congiura o un babbeo che non sa dove i notai tengono i documenti scottanti? Come se non bastasse questo a stendere i tappeti rossi al progetto di Wallace di impadronirsi del memoriale di Parker, "si dà il caso che il notaio sia a Boston per affari e la moglie è andata a trovare certi parenti a Chicago. La sua casa sarà dunque vuota ad eccezione dell'ANZIANO maggiordomo SORDO. Tu [rivolgendosi al complice] ci sei già stato una volta per portargli dei documenti, dunque troverai lo studio A COLPO SICURO". ● Il ladro scassinatore, gravemente ferito nell'incursione in casa del notaio dal maggiordomo ANZIANO e SORDO, ha bisogno urgente di un dottore e chi incontra nel cuore della notte, nella strada isolata e deserta fuori paese? Il dottore! ● Il capo indiano riferisce a Tex che "il covo della banda di Corvo Rosso è stato scoperto da un pastore della nostra tribù PER CASO, mentre inseguiva una pecora che si era allontanata dal gregge." ● Kit Willer deve far giungere un messaggio a Parker nello scantinato dove è tenuto prigioniero: "Nelle tasche ho sempre della carta e una matita". ● Bisogna trovare il nascondiglio dove è prigioniero Parker. Il bandito che lo ha condotto là parla nel sonno e dice "solo io so dove si trova Parker", la prostituta che è nel letto con lui (ma con tutto quel ben di dio che si vede nella vignetta, quello dorme?) ascolta e lo va a riferire a Carson, attratta dalla taglia per chi fornirà informazioni utili al ritrovamento di Parker. Il bandito, sorpreso nel sonno da Carson, sfugge all' inebetito vecchio cammello, che gli spara a una gamba, ma quello cade dal balcone e muore sul colpo! Addio informazioni. Ma il peggio deve ancora venire: saputo della fine del suo uomo, Wallace si rende conto di non avere più nessuno che sappia dirgli dove è tenuto prigioniero Parker! Ma come! Il mandante che ordina un rapimento non si fa dire dai suoi prezzolati dove avrebbero nascosto il suo pericoloso e odiato avversario? ● Kit Willer è svenuto dopo uno scontro con alcuni assalitori, sotto il sole cocente sta per tirare le cuoia ma ecco che un vecchio di passaggio in quel luogo sperduto trova Kit, lo cura sul posto dall'insolazione con una pomata che ha con sè e infine lo conduce a casa sua per la convalescenza. 2) La sagra della ridondanza Innumerevoli vignette sprecate a dirci, in telecronaca mentale, quello che l'immagine già ci mostra con chiarezza. Esempi: "Appesantirò il biglietto con un sasso" mentre si vede Kit che avvolge un sasso con un foglio di carta. "Sta bruciando il biglietto perchè non glielo trovino addosso" mentre si vede Parker che brucia il messaggio lanciatogli col sasso da Kit. "In questo punto ci sono delle fessure in cui si può piazzare la dinamite in profondità" mentre si vede Tex che piazza i candelotti. "E' una miccia a combustione lenta, avrò tutto il tempo di mettermi al riparo": fosse anche stata a combustione rapida, essendo la dinamite collocata in zona nascosta e senza necessità che scoppi ad un preciso momento, Tex avrebbe potuto predisporla lunga quanto bastava; ma a che serve farci sapere una cosa non solo visibile ma anche totalmente scontata? 3) La sagra dell'inutilità Nel corso della storia, le domande banali e inutili con risposte altrettanto inutili non si contano. Una tra tutte: ● Tiger: "Dove avranno condotto Parker?" Kit Willer: "In un luogo dove possano nasconderlo e sorvegliarlo". Quando certe domande/risposte non sono banali sono scontate e comiche: ● Tex (prima di partire d'urgenza nel cuore della notte): "Prenderò con me della dinamite" Carson: "Dove trovi la dinamite a quest'ora di notte?" Tex: "Vado a tirare giù dal letto il proprietario dell'emporio" Carson: "Già, me lo immaginavo..." 4) La sagra del piccione ● Tex in mutande disarmato che chiede scusa ai banditi non è stato sufficiente. Ora vediamo anche Carson che, dopo un "toc toc" alla porta della sua stanza d'albergo nel cuore della notte, non solo non chiede "chi è?" per rassicurarsi o in caso contrario prendendo precauzioni, ma anzi va direttamente ad aprire la porta in mutande e disarmato. ● Carson in questa storia è proprio maldestro: mentre sta penetrando di soppiatto nel covo dove è prigioniero Parker, spezza con un piede l'unico rametto secco presente nel raggio di miglia e il "crack" allerta i banditi, che danno il via allo scontro a fuoco con i nostri. Scontro duro? Macchè! I banditi, rinforzati dai numerosi complici di ritorno dai pascoli richiamati dagli spari, vengono fatti fuori come tordi uno dopo l'altro da quattro gatti accerchiati e barricati in casa, di cui peraltro sparano solo in due (i due Kit): i pochi superstiti se la danno a gambe. ● La banda di indiani ribelli che aveva assalito il treno e preso Parker viene catturata senza colpo ferire, anzi, in quanto addormentati per la sbronza presa vengono comodamente trasbordati, ancora dormienti, dal loro accampamento alle canoe per essere condotti dai militari con cui Tex si era impegnato. * FINE SPOILER *** FINE SPOILER *** FINE SPOILER * Capitolo disegni: lo stile di Alessandrini è molto personale e non richiama a mia memoria nessun disegnatore storico di Tex, ma a me non piace. Il tratto è troppo "martinmysterico": Parker sembra spesso il sosia di Java, Tex in alcune vignette iniziali sembra la versione mora del biondo Martin Mystere e si distingue dal figlio, quando appaiono insieme, solo per la diversa altezza. Le vignette sono comunque pulite e leggibili. Voto specifico ai disegni: 5
  17. Concordo, è sgraziata. A me ricorda il gestaccio del portiere dell'Argentina dopo aver ricevuto il premio di miglior portiere al termine della finale dell'ultimo mondiale di calcio. Per decenza non allego l'immagine.
  18. Forse si sta verificando quello che ho letto da qualche, non ricordo se qui o altrove, ossia che altri editori concorrenti incolpavano Sergio Bonelli di "dumping" commerciale, cioè di praticare prezzi molto più bassi della concorrenza per accaparrarsi il mercato, ed ora si sta procedendo a un riallineamento pianificato dei prezzi, mascherato dai gadget e motivato con l'aumento del costo della carta. Esattamente come tutti i paesi dell'Europa dell'est, una volta entrati nell'UE, stanno progressivamente allineando i loro prezzi a quelli dei paesi occidentali per una dinamica di mercato comune e intrecciato. Chi, essendo una società con fini di lucro e stimando di avere margine sui prezzi per aumentare le entrate e quindi i profitti, non lo farebbe? Ora, io non acquisto altro che Tex, in tutte le sue uscite inedite, quindi non conosco i livelli di prezzo della concorrenza, però credo che bisognerebbe fare qualche confronto, non solo oggettivo sul piano economico ma anche fornendo degli elementi di comprensione del cosiddetto rapporto qualità/prezzo, che personalmente su Tex giudico ancora molto favorevole nonostante gli ultimi aumenti. Senza dimenticare che quando si parla di passione e attaccamento al proprio fumetto storico, il prezzo, se ce lo si può permettere, passa in secondo ordine.
  19. Evidentemente l'editore ha constatato che l'aumento di due anni fa non ha comportato un calo delle vendite, oppure ha comportato un calo ampiamente compensato dall'aumento delle entrate. Ecoo quindi che oggi riesegue l'operazione e se risulterà ancora con saldo positivo si predisporrà per ripeterla una prossima volta. E così via, fintanto che il beneficio supera l'eventuale calo.
  20. Finalmente mi sono divertito a leggere Zenone, Cicerone e Keynes fusi in uno stesso discorso che fila via bene, mi sento appagato
  21. La critica costruttiva e circostanziata è sempre legittima, fornisce punti di vista differenti e aiuta a migliorare le cose. Però, fuori dall'analisi razionale, per me il fumetto rimane un piacevole viaggio nella fantasia, mi fa sentire eterno ragazzo. In un mondo sempre più tecnologico e computerizzato, spersonalizzato e omologato su fattori ludici spesso effimeri, provo una sempre piacevole sensazione andare in edicola, comprare e leggere Tex in tutte le sue uscite inedite. Non dimentico mai che quello che per me è svago nasce dall'impegno e dalla passione di riconosciuti professionisti della narrazione e del disegno, ciascuno con i suoi caratteri tipici e i suoi stili, che possono piacere di più o di meno. Tutto creato a mano (e non al computer) su carta che si tocca, si annusa, si sfoglia e si conserva gelosamente! Perciò, non smetto mai di ringraziare chi, dopo 75 anni, mi fa ancora leggere le storie di una serie a fumetti che adoro da quando comprai quel primo albo (il nr. 248) che mi folgorò. Certo, ci sono alti e bassi, storie più o meno riuscite per il mio gusto, ma vi assicuro che se Bud Spencer & Terence Hill, l'Ispettore Derrick, George & Mildred, Happy Days, Agente Speciale e tante altre storiche serie, da me amate, continuassero ancora oggi non me ne perderei una puntata, ben sapendo che non sempre potrebbero raggiungere i fasti più alti. Tex è come la squadra di calcio per cui si tifa: può avere alti e bassi, si applaude o si fischia a seconda dei casi, ma si ama per quello che è e ti trasmette, anche se oggi si gioca il triplo di partite di 40 anni fa e i biglietti costano uno sproposito di più rispetto ai fantastici anni '80 (se ce lo si può permettere si va ogni settimana allo stadio, altrimenti si riducono a malincuore le presenze).
  22. Più che l'aumento del singolo albo colpisce il rilevante numero di uscite, che determina il reale incremento di esborso da parte di chi segue Tex (di gran lunga quello con più uscite) o più di un personaggio. Aumentare l'offerta (dato oggettivo) non è di per sè un male assoluto, purchè non vada a scapito della qualità percepita (soggettivo). Più che altro è alla luce di questi inevitabili aumenti che appare fallace l'iniziativa delle minicopertine. L'editore aveva la possibilità di indorare la pillola amara con un gadget di qualità che mitigasse il disappunto per gli aumenti (anche riducendo il margine di guadagno immediato ma preservando o aumentando la fiducia del cliente sul medio-lungo periodo), invece ha sortito l'effetto contrario: con la modesta qualità e la distribuzione in doppioni di albo, ha irritato persino i fedelissimi della casa, secondo quanto si legge su questo e altri forum, nonchè sulla pagina fb della casa editrice. Inoltre, è probabile che più d'uno, per ribadire le proprie critiche, si lascerà guidare per un bel po' dal sentimento di "fastidio" verso la combinazione aumenti+minicopertine, finendo per giudicare negativamente, con pregiudizio, anche storie che in altre circostanze avrebbe giudicato con maggior obiettività e benevolenza, oppure non comprando affatto albi magari ottimi.
  23. Visto oggi pomeriggio l'albo dei Tre Bill in un centro commerciale: il cellophane non mi ha impedito di tastare la minicopertina e piegarla (fuori da occhi indiscreti). Mi aspettavo una dimensione e una consistenza almeno pari a quella di una carta di credito o bancomat, invece la qualità che ho percepito è scadente (mi è sembrata semplice carta plastificata) e la dimensione è poco più di un francobollo. Aspettiamo conferme o smentite da qualcuno che ce l'abbia in mano senza cellophane (personalmente l'avrò in mano quando uscirà Tex 750), ma una iniziativa così insulsa non credo abbia precedenti e serve solo a indorare la pillola degli annunciati aumenti di prezzo.
  24. Posso rispondere per Torino, sperando che i tuoi 100 km da Milano siano in direzione Torino. Ci sono due eventi, molto diversi tra loro. Il mercatino specifico per collezionisti o semplici appassionati è la fiera del fumetto di Piazza Madama Cristina che, cessata l'emergenza covid, si tiene 4 volte l'anno a cadenza trimestrale, di domenica. In due di queste 4 date si spartisce gli spazi con la fiera del disco, risultando virtualmente dimezzata la presenza di bancarelle dedicate ai fumetti. Trovi un po' di tutto, da pezzi rari per collezionisti a generici albi per lettura, con prezzi che oscillano di conseguenza. Se hai voglia di passare una giornata nella sempre più bella Torino, prendi il treno a Milano, scendi alla stazione di Porta Nuova e in 10 minuti a piedi sei in piazza. Ovviamente raccomando le due date dedicate esclusivamente al fumetto, ma se sei appassionato anche di vinili nelle altre due date troverai meno fumetti ma abbondanza di materiale discografico. Esiste poi il cosiddetto mercatino delle pulci ogni sabato, il Balon, adiacente a Porta Palazzo, ma meglio ancora il Gran Balon ogni seconda domenica del mese. Fino ad alcuni anni fa si trovavano tante bancarelle di venditori di fumetti, dove potevi trovare l'affarone (io trovai un Tex della serie 1-29 in condizioni assai mediocri, ma lo presi perchè lo pagai quanto un caffè!) ma anche tanti albi per il semplice appassionato, oggi purtroppo questo genere di vendite sembra aver virato verso altri lidi (internet ha reso i venditori più consapevoli e ha fornito migliori canali di vendita) e infatti le bancarelle di fumetti non esistono praticamente più e quei pochi fumetti che si trovano sono in realtà in bancarelle che vendono prevalentemente libri usati, riviste, banconote e monete d'epoca. Non ti consiglierei di venire appositamente per il Gran Balon (assolutamente no per il Balon ordinario del sabato, di fumetti non vi è più traccia), ma se una prossima data della fiera del fumetto di cui ho già parlato dovesse cadere nella seconda domenica del mese (e sarà il caso del prossimo 11 giugno) potresti prendere due piccioni con una fava (con precedenza assoluta per la fiera del fumetto, dove almeno hai la certezza di trovare fumetti in abbondanza).
  25. Scherzo, ovviamente: frase lapidaria e ficcante che va dritta al cu...ore anche dei detrattori (pochi, per fortuna) citati da @Mister P
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