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Laramie

Cowboy
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Tutto il contenuto pubblicato da Laramie

  1. Riguardo al tema portante del topic, ovvero cosa consigliare a un ipotetico nuovo lettore, il mio consiglio è e sarà sempre uno e uno soltanto: l'albo inedito in edicola (meglio se è l'inizio di una storia, se è il finale va bene lo stesso, gli albi di mezzo meglio evitare). Ommioddio, orrore, dirà qualcuno. Le motivazioni in realtà sono molteplici: 1) il presunto nuovo lettore deve leggere il Tex che esce OGGI perché è quello che tiene in piedi la baracca. Sono gli inediti, a prescindere dal loro formato, che devono essere venduti. Le ristampe, le riedizioni, eccetera, sono un di più. 2) si può anche indottrinare il lettore con il Tex di GLB e Galep, poi però va a leggere l'inedito e trova un Tex che, per grammatica generale, è lontano anni luce da quello che gli è stato fatto leggere. Begli amici! Meglio puntare direttamente al nuovo e poi, se piace, recuperare il resto. 3) Tex è una serie quasi del tutto priva di continuity interna (e meno male) e l'albo inedito può e deve essere letto liberamente. Nel giro di due o tre storie il nuovo lettore ha già più o meno chiaro l'ambiente in cui si muove Tex (sì, ci sono le eccezioni come i sette albi filati di Mefisto, ma sono, appunto, eccezioni). Poi, visto l'andazzo degli ultimi anni, dopo qualche storia apparirà un personaggio che dirà "Sono il cattivo del numero 72, sono tornato, bwa ha ha ha" e allora, se vuole, il lettore può andarsi a ricercare il numero 72. Riguardo al secondo tema, strettamente collegato al primo, ovvero come far interessare un nuovo lettore a Tex, la questione è vastissima e non ho risposte precise. Fermo restando che uno non è obbligato e il fatto di non interessarsi a Tex (o ai fumetti in generale) non lo rende una brutta persona in automatico, intercettare i desideri di un nuovo lettore è un'impresa difficilissima perché il pubblico di riferimento è immenso e l'azione istintiva è quella di sparare nel mucchio sperando di beccare qualcuno. Non esistono "i giovani", esistono tantissimi giovani con gusti e interessi diversi, ma, e qui sta il nocciolo, con il profondo desiderio di una loro identità. Ci sono quelli che si sentiranno realizzati nel fare parte della propria generazione e seguiranno i prodotti di massa e poi ci sono quegli altri, gli outsider, quelli che vogliono ritagliarsi il loro spazio al di fuori di ciò che propone loro il mainstream. Tex è, a modo suo, un disadattato come loro: in bianco e nero, fuori moda, lontano dalle logiche moderne. Non ha superpoteri, non colleziona donne a destra e a manca, non è privo di macchia. Per me presentare Tex in veste pedagogica è il modo peggiore per invogliare il pubblico a leggerlo. Presentarlo come un outsider, uno lontano anni luce da ciò che circola nei salotti buoni (o le spiagge di Capalbio) è il modo migliore per attirare nuovo pubblico. Però, come ho detto, è comunque una risposta vaga (cosa fare è abbastanza chiaro, come farlo è un altro paio di maniche), quindi mi taccio.
  2. Direi un buon primo albo. Apparentemente introduttivo (e in parte lo è), ma in realtà piuttosto denso di avvenimenti come da tradizione degli albi di Boselli. Ci vedo un po' "l'effetto Mefisto family" con il ritorno di tutti i personaggi legati all'universo della Tigre Nera più vari comprimari texiani come Devlin e MacKennet, ma il preannunciato viaggio in Borneo mi fa pensare che ben presto ci sarà una bella sforbiciata. Disegni di Venturi molto, ma molto belli. Un gran peccato che sia un disegnatore parecchio lento (anche se 4 albi non sono facili da disegnare) perché questo lo ha "condannato" ad essere una presenza abbastanza sporadica sulla serie. Riguardo all'escamotage usato per la "resurrezione" (NO SPOILER) posso solo dire che OVVIAMENTE non è credibile, ma allo stesso tempo posso dire che su Tex questo non è mai stato un problema. Lungi da me offrire sponde al tipo che sta spopolando su un altro topic, ma il ruolo stesso di Tex che è contemporaneamente ranger, agente indiano e capotribù dei navajo è un intrico di contraddizioni insanabili. Quello che conta è che l'escamotage abbia un senso all'interno del racconto e per me ce l'ha, anche sul piano simbolico. Mi fermo qui, rimando eventuali approfondimenti per i prossimi albi.
  3. Laramie

    [755] La cavalcata del destino

    Per puro divertimento e senza alcuna pretesa di autorialità o voglia di rubare il lavoro a chi di dovere, ho elaborato un soggetto che potremmo chiamare "La cavalcata del destino - Alternativ verscion" (errore volutissimo, chiaro). Tex e i suoi pards vengono chiamati da Ely Parker, il quale sospetta di essere preso di mira da qualcuno intenzionato ad eliminarlo. Mentre i cinque stanno parlando, un cecchino spara e ferisce Parker, ma nella sparatoria che segue il cecchino rimane ucciso. In lui Parker riconosce un bandito di nome Mark Gabler, uomo alle dipendenze di Steve Rivers, pezzo grosso dell'Oklahoma. Mentre Ely Parker rimane in convalescenza, Tex e i pards si dirigono in Olkahoma e raggiungono i possedimenti di Rivers. All'inizio Tex e i pards, non sapendo se Rivers sia davvero il mandante del tentato omicidio oppure no, si presentano come onesti tutori della legge, tentando di far commettere a Rivers un passo falso e questi sembra quasi tradirsi. Tex capisce quindi che Rivers è davvero il mandante, pur ignorandone ancora i motivi e quella sera organizza un raid nel ranch dell'uomo fingendosi un bandito mascherato. Ne brucia le proprietà e gli fa fuggire tutti i cavalli dal corral e poi fa confessare Rivers: egli prende ordini dal senatore Kurtzmann e ha provato a eliminare Parker perché il suo ufficio stava conducendo indagini sugli affari del senatore. Rivers confessa che Kurtzmann vuole sgombrare le riserve Cherokee, ricche di petrolio, provocando epidemie di vaiolo tramite coperte infette. Dato che l'ultimo carico è già partito, i quattro pards cavalcano ventre a terra in una corsa contro il tempo verso le terre Cherokee, ma arrivano tardi. Il carico è già stato consegnato e l'epidemia è appena iniziata. Tex organizza le operazioni mediche: fa isolare i primi malati e chi è entrato in contatto con il materiale infetto, brucia le coperte e tutti gli averi di chi ha contratto il morbo e manda Kit Willer ad avvisare l'agente indiano. Nel gruppo dei malati vi è anche la giovane Teh-Ka-Yeh, moglie di Jack Danuwoa, futuro capo della tribù. Quella situazione colpisce Tex, che in essa rivede ciò che lui ha vissuto con Lilyth molto tempo prima. Mentre Tiger Jack rimane con i Cherokee a gestire l'emergenza sanitaria, Tex e Carson si lanciano sulle tracce degli uomini che hanno portato le coperte infette. Jack Danuwoa vorrebbe unirsi a loro, ma Tex gli dice di rimanere accanto alla moglie perché, se dovesse accadere il peggio, in futuro si pentirà di essere stato lontano. Gli uomini che hanno portato il carico di coperte infette sono tre manigoldi e Tex e Carson li raggiungono al loro covo dopo un paio di giorni al galoppo. Nello scontro a fuoco i tre banditi vengono uccisi. Tex e Carson tornano al villaggio dove ritrovano Kit e Tiger. Nei giorni seguenti, i quattro pards, tutti con le bende sul volto per proteggersi dall'infezione, assistono i malati della tribù. L'epidemia è stata fermata in tempo: la giovane Teh-Ka-Yeh guarisce e le vittime fra i membri della tribù sono limitate. Nel frattempo, Parker trova le prove del complotto di Kurtzmann e ne ordina l'arresto. Il senatore, vistosi perduto, si suicida. Tex e i pards si congedano dai Cherokee. Epilogo con Tex sulla tomba di Lilyth al tramonto. Tex: "Erano tre balordi, Lilyth. Tre balordi come Higgins, Sherman e Tucker che portarono la morte nella nostra riserva. Gente pronta a vendere la propria anima in cambio di denaro. Hanno tutti pagato per le loro colpe e la riserva Cherokee è salva. Non sono riuscito a salvarti, ma laggiù, in Oklahoma, vi sono due giovani sposi che possono ancora amarsi e questo riscalda il mio cuore e vorrei che tu fossi qui con me per vederli vivere. Chiusura con Tex in piedi, il cappello calcato sugli occhi e il volto in ombra per non far vedere gli occhi lucidi. In cielo le nubi delineano la figura di Lilyth. Fine. Ed è subito Gran Guinigi.
  4. Laramie

    [755] La cavalcata del destino

    Adesso non esageriamo, "Il giuramento" è un capolavoro di portata galattica. Ovvio che ci sono scene non-sense, contraddizioni, eccetera, ma di fronte a tanta magnificenza scompare tutto. Mi viene in mente un aneddoto relativo a John Byrne che fece una storia dei Fantastici 4 in cui compariva il padre di Reed Richards tramite un escamotage riguardante i mondi paralleli o roba simile. I lettori gli fecero notare l'illogicità di certe robe e lui se ne uscì con un commento del tipo "Vi sto raccontando un'emozione e voi vi attaccate a certe cose", di fatto mandando al diavolo i lettori (e per me fece benissimo, sia chiaro). Il problema de "La cavalcata del destino", per me, è proprio l'assenza di emozione, una freddezza di fondo che diventa calore solo nella scena del sogno di Tex e in essa si esaurisce. Questa freddezza è indirettamente confermata da Boselli che ha ammesso di aver scritto una storia di mestiere. In altre occasioni Boselli ha rimarcato di non trovarsi a proprio agio con i soggetti altrui e questa storia ne è la prova provata. Anche perché altri speciali come il 600, il 700 e il 70ennale sono tutti farina del suo sacco e sono di tutt'altra caratura.
  5. Laramie

    [755] La cavalcata del destino

    Lungi da me voler fare il democristiano, ma per me sono valide sia "Il giuramento" che "La cavalcata del destino". Esse rappresentano due punti di vista diversi, ma entrambi validi. C'è il punto di vista di GL Bonelli, che noi non conosciamo e non possiamo conoscere, al massimo possiamo intuirlo leggendo. Ne "Il giuramento" la fine di Sherman e Higgins è lasciata sul vago. La scena della lancia per me ha sempre significato che erano morti tutti, ma, allo stesso tempo, accettavo l'ambiguità di fondo. Io ho sempre sostenuto la predominanza delle figure di Brennan e Teller rispetto agli altri, difatti il ritorno di Higgins non mi scandalizza (mi scandalizza semmai perché è del tutto inutile ai fini della vicenda. Come ho già detto, potevano metterci mio zio e sarebbe stato uguale se non meglio), ma dalla scena della lancia è evidente che dal punto di vista di GL Bonelli sono morti. Ma, e qui sta il punto, Boselli ha ragione: manca l'habeas corpus. L'interpretazione che siano tutti morti è la più probabile e la più ovvia, ma non è l'unica. L'ambiguità rimane. E qui si innesta il punto di vista dell'autore odierno, in questo caso Boselli e Frediani, che vede l'ambiguità oggettiva della fine di Sherman e Higgins e vi sviluppa un nuovo racconto. Visto l'esito finale, sia della storia in quanto tale che delle polemiche (benché su altri lidi stia spopolando), per me si poteva evitare, ma hanno visto una possibilità e l'hanno colta per un albo celebrativo. Piaccia o non piaccia, il margine di manovra c'era. Hanno sbagliato come svilupparlo, ma questo è un altro discorso. I due punti di vista, again, non si escludono. Perché un autore odierno non potrebbe sfruttare una possibilità offertagli, sia pure involontariamente, da una storia di oltre 50 anni fa? Perché si andrebbe a toccare un classico di GLB? Ma questi sono pensieri da nerd. Lo ripeto: un conto è l' universo narrativo e un conto sono le singole storie. Una storia è una storia. Ne "Il giuramento" Higgins muore nel deserto. Ne "La cavalcata del destino" è vivo. La Tigre Nera è morta davvero sfracellandosi contro gli scogli. A prescindere da cosa succederà il mese prossimo. Mefisto è davvero stato impiccato ed è davvero morto precipitando da una rupe. E via andare anche per tutti gli altri.
  6. L'universo condiviso a me va benissimo, a patto che questi eventi rimangano una tantum e solo su pubblicazioni extra, come ad esempio lo Speciale Tex Willer che è un contenitore perfetto, e che la psicologia dei personaggi non venga stravolta. Per il resto, citando il buon Cico Felipe Cayetano Lopez Martínez y González: "Vía libera alla fantasia!"
  7. Laramie

    [755] La cavalcata del destino

    Boh. Io sarò naif, sarò molto terra-terra, ma a me la storia in fondo è piaciuta. Non sarà un 10, ma un 7 sì. Poi sì, c'era bisogno di far ritornare Higgins? No, come non c'è bisogno della Tigre Nera, di Zhenda, di Mefisto, ma neppure di Tex, di Zagor, di Nathan Never, della Bonelli e dei fumetti. Di fatto, tolto il cibo e l'acqua il resto è un di più. Sarebbe stato meglio se il destino di Higgins fosse rimasto nel dubbio? Sì, ma in fondo anche estiqaatsi. L'avevo già scritto e lo ripeto: il fatto che Higgins si salvi non rende meno epico "Il giuramento" e non lo riscrive. Un conto è il fittizio universo fatto di continuity, ortodossie, texianità varie e altre cose che valgono fino a un certo punto e un conto sono le singole storie, più o meno collegate, che iniziano, si sviluppano e finiscono. Personalmente ritenere che Tex sia responsabile della morte dei Cherokee è un'assurdità: Higgins viene assoldato da qualcuno che vuole ripetere l'epidemia, ma se non fosse stato lui sarebbe stato un altro. Viene detto chiaramente alla fine. Questo casomai getta un'ombra sulla reale utilità di Higgins in questa storia: si poteva far fare il lavoro sporco a un Signor Nessuno e Tex sarebbe intervenuto comunque e forse la carica drammatica sarebbe stata anche più alta. Ma tornando a Higgins, non ha senso dire che Tex, non uccidendolo, provoca la morte di innocenti. Higgins si è salvato, poteva filare in Messico, suicidarsi, andare ad allevare coccodrilli in Louisiana, fare il gigolò, ballare il tango, invece ha scelto di riprendere, anzi di continuare la strada del crimine. Higgins è adulto , vaccinato "al naturale" e responsabile delle proprie azioni, non è sensato attribuire a Tex la responsabilità per la morte dei Cherokee. È lo stesso discorso che ho fatto per la storia "La palude del morto" di qualche mese fa per un caso analogo. Venendo alla storia in quanto tale, ripeto che a me è piaciuta, ma, al netto di qualche scena davvero intensa, ho percepito una certa "freddezza" nella scrittura. Per carità, siamo sempre in un western di Tex, quindi non si può prescindere dal momento spaccatutto, ma vista la particolarità della tematica mi sarei aspettato (e avrei preferito) un altro approccio. Per esempio, non condivido il modo in cui viene gestita la fine di Higgins, il quale arriva a togliersi la vita, di fatto reso folle dai fantasmi e non ucciso per mano di Tex. E, aggiungo, l'esiguo spazio dedicato a Lilyth. Avrei preferito qualche scena in più ambientata nel passato, ma prendo atto della decisione di Boselli. Alla fine della fiera questo albo celebrativo è la solita storia degli speculatori senza scrupoli con la presenza di Higgins come "guest star", niente di più. Poi per me è scritta bene, disegnata magnificamente (ma in bianco e nero forse avrebbe reso di più, alcuni effetti della colorazione non mi sono piaciuti) e scorrevole. Alla fine il 7 per me se lo porta a casa.
  8. Laramie

    [753/754] Wolfman è vivo!

    SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Finito ora il secondo albo. Sì, una storia migliore di quella dei mesi scorsi, ma, nel complesso, poco convincente. Wolfman mi ha sempre dato l'impressione di essere un personaggio da "una storia e via", a meno di una forte idea che ne giustifichi il ritorno in scena. E questa idea stavolta non c'è. Wolfman è sopravvissuto e fa le stesse cose che faceva prima, solo che sembra stia andando con il pilota automatico e la storia in generale mi sembra giri un po' a vuoto. Aggiungo che diventa quasi comico il finale dove il possibile colpevole della morte di McGriffin cambia a velocità pazzesca (mancava solo che i sospettati fossero Tex e Carson e avevamo toccato tutti i personaggi). Poi oh, la storia ha dei bei momenti e Del Vecchio è sempre un piacere da leggere (anche se il duecentomilionesimo gambler sosia di John Carradine mi ha frantumato gli zebedei, ma va detto che ha dovuto riprendere la fisionomia tratteggiata da Font), ma nel complesso non vado oltre un 6 abbondante.
  9. Laramie

    [755] La cavalcata del destino

    Sto dalla parte di @Poe perché quella che descrive è la realtà. Un seguito può anche essere bruttissimo, ma non per questo si ama di meno il capostipite o lo si "rovina". Bisogna distinguere l'opera singola dal FINTO universo fatto di continuity, ortodossie e texianità varie ed eventuali. Non smetto certo di rileggere i primi 100 numeri di Nathan Never pur sapendo come andranno i quasi 300 successivi. Anzi, per certi versi li apprezzo di più. Poi sarò onesto: non ho mai visto Higgins come quel personaggio così fondamentale, nel senso che la vera vendetta di Tex è indirizzata contro Brennan e Teller, è a loro che dà la caccia implacabilmente. Brennan viene di fatto ucciso a sangue freddo, mentre a Higgins viene concessa una possibilità, per quanto una su un milione. Poi noi possiamo discutere allo sfinimento, ma alla fine sapremo come stanno le cose fra meno di un mese.
  10. Laramie

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Un utente di Facebook mi ha fatto notare tramite messaggio privato che ci sarebbe un'evidente contraddizione tra questo Texone e "Tra due bandiere" (specificando che comunque è roba di poco conto). Nel Texone Carson incontra Tex e Damned Dick durante la guerra civile poco tempo dopo la battaglia di Shiloh. Ergo, quando Tex incontra di nuovo Dick all'inizio di "Tra due bandiere" Carson dovrebbe riconoscerlo. Invece, subito dopo la scena della rissa, Tex presenta Dick ai pards (presentazione che avviene fuori campo), poi nella vignetta successiva Carson commenta "Così voi due eravate insieme durante la guerra", lasciando sottintendere che per lui fosse una novità! Invece nel Texone interagisce con lo stesso Dick più volte. Sono andato a controllare al volo sull'app e in effetti è così Sia chiaro che è davvero una robetta di poco conto (Carson ormai ha una certa età e la sua memoria inizia a fare cilecca) che non inficia in nulla il valore enorme di questo Texone che non vedo l'ora di rileggere (prestato oggi a mio nonno per la consueta lettura, fino a sabato non lo rivedo).
  11. Laramie

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    Per me è un Texone stupendo! Boselli tocca l'apice dell'attuale fase storica della sua carriera con uno spettacolare romanzo nel west pieno di personaggi tridimensionali e con una narrazione costruita con il metronomo. Qualità dell'intreccio impressionante, sviluppo della vicenda da manuale di sceneggiatura. Solo io ho notato una velata stoccata ad alcuni lettori nella scena in cui Kit Willer domanda "Ho perso un capitolo?" Disegni di Dotti di altissimo livello, senza dubbio la sua prova migliore su Tex. L'impegno del Texone deve averlo stimolato ancora di più perché il risultato è ottimo. Ora, io non amo le hit parade, però mi sento di dire che questo Texone rientra di diritto nella top ten e forse anche nella top five.
  12. Laramie

    [752] Fratello di sangue

    Premesso che "l'affaire Carson/Lena/Donna" e i suoi possibili sviluppi sono estremamente interessanti e meritevoli di sviluppo e approfondimento, chiedo agli amministratori se non sia possibile spostare il tutto in un topic apposito, visto che è appena appena OT p.s. Io sono pro-rivelazione, sia chiaro
  13. Laramie

    [752] Fratello di sangue

    SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER A me questo albo è piaciuto molto. Chiaro che non ci troviamo davanti al capolavoro del secolo, ma l'ho comunque trovato una lettura piacevolissima e scorrevole. La semplicità del soggetto non è un problema, così come non lo è lo sviluppo classico della vicenda, ciò che ho trovato davvero forte è il non-detto, ciò che sta fra le righe. Questa è una storia sull'elaborazione del lutto. Soprattutto di Tiger Jack. Intanto la storia si apre con una vicenda luttuosa: la morte di un giovane Navajo amico di Kit Willer. Una morte per mano di una manciata di balordi qualsiasi. Per Kit l'evento è tragico, ma viene elaborato in due fasi: la prima legandosi ad un giovane morente divenendo suo fratello di sangue. La seconda fase attraverso il racconto di come Tex e Tiger sono diventati fratelli di sangue. La vicenda è ambientata quando Tex è già vedovo e lo si capisce dal fatto che Kit Willer non è un infante, ma un bambino che studia dai frati. Ergo, sia Lilyth che, ovviamente, Taniah, sono morte e sepolte. Tex apparentemente ha risolto il lutto della morte di Lilyth (ci torniamo dopo), ma Tiger? Ok, va bene, è stato sui monti a riflettere e a soffrire, ma quando si imbatte nella giovane emigrante ferita in lui scatta qualcosa. Lo si vede dalla dedizione con la quale si prende cura di lei e da come la protegge (sì, Tiger è un eroe classico e lo farebbe comunque, ma consideriamo il contesto), forse se ne innamora anche un po', salvo poi riportarla a al proprio fidanzato, o presunto tale. (mi sbaglierò, ma la ragazza si è rivelata abbastanza fredda nei confronti del giovane svedese) Tiger, che non ha potuto salvare Taniah, si dedica anima e corpo alla cura della giovane emigrante per fare sì che almeno lei torni viva alla propria gente. Tiger, con la meditazione sui monti, forse ha superato il dolore per la morte di Taniah, ma non il senso di colpa per non essere potuto arrivare in tempo per salvare. Salvando la vita alla ragazza e riportandola al fidanzato, Tiger chiude idealmente il cerchio del lutto e ritorna alla vita. Per Tex la questione è più complessa: il giovane ranger probabilmente è ancora in lutto, anche se non lo dà a vedere. La sua volontà di sacrificarsi per il resto della carovana, però, svela il complesso. Diciamolo, la situazione, seppur difficile, non è COSÌ disperata da giustificare un sacrificio estremo per guadagnare un po' di tempo che chissà se sarebbe servito oppure no. Eppure Tex si espone a testa bassa ed è Tiger che gli ricorda che lui adesso ha un figlio a cui pensare. Glielo ricorda Tiger, e non Carson, perché ormai Tiger è andato avanti, ha superato la sofferenza per la morte di Taniah ed è tornato alla vita, consapevole della fragilità di quest'ultima. Tex invece non si è lasciato tutto il dolore alle spalle. Ci vorranno una barca, una banda di tagliagole, una macabra messa in scena e degli squali a chiudere per sempre il dolore di Tex. In quanto al resto, sì, la storia omaggia un po' la serie "1883", contiene una citazione abbastanza sfacciata di "Giungla crudele" ed è disegnata benissimo. Su questo punto voglio essere chiaro: io sono il primo ad ammettere che lo stile di Font è invecchiato e che non è più quello di una volta. È normale, specialmente per un autore di 77 anni. Tuttavia io qui ho ravvisato un notevole brio, un grande impegno da parte di Font a dispetto dei tempi stretti di lavorazione. Ci sono alcune vignette che presentano un vistoso calo, è vero, ma altre ancora vedono un Font in gran forma, quasi ringiovanito rispetto alle sue prove recenti. Difetti della storia? Bah, più di uno, a voler essere pignoli, che però, a mio avviso, scompaiono di fronte ai pregi. Se proprio dovessi indicare qualcosa che non mi è piaciuto, sono i numeri da circo equestre che Tex fa nel corso dell'attacco alla carovana, delle acrobazie che sono tanto fighe nei film contemporanei (e che mi piace vedere IN QUELLI), ma che, per me, stonano tantissimo in un fumetto classico e storico come Tex, peraltro considerando il tono generale dell'albo. Giusfredi non è nuovo a queste cose: non ci ho fatto caso nella storia di Tex Willer, ma su "La leggenda di Yellow Bird" ci sono un paio di scene così che mi hanno fatto un po'storcere il naso. Ripeto: sono scene un po' tamarre che in qualche storia possono anche essere divertenti e fare scena, ma le storie di Giusfredi non sono quasi mai leggere, hanno tutte una forte componente drammatica di fondo e queste scene che, in teoria, dovrebbero alleggerire la tensione, per me sono semplicemente stonate. Meglio, ma molto meglio, Carson che si finge sbronzo per ottenere la confessione dei criminali. Non do voti, dico solo che per me è stata una bella storia che conferma le qualità di sceneggiatore di un Giusfredi in piena maturazione e che, ne sono convinto, nei prossimi anni migliorerà ancora. Abbiamo anche un Font tornato su livelli migliori rispetto alle sue ultime prove. Per me davvero un buon albo.
  14. Considera che due mesi dopo "Gringos" uscirà "La città corrotta" sempre disegnata da Civitelli. Mi sembra difficile pensare che abbia realizzato le due storie insieme in quel lasso di tempo, forse la storia di cui parla GLB è proprio "Il medaglione spagnolo". A meno che "La città corrotta" non sia una storia, benché finita, rimasta per un bel pezzo nel cassetto in modo da dare a Civitelli il tempo di dedicarsi a un soggetto più corposo.
  15. Laramie

    [347/349] Zhenda!

    Ci penso io a chiudere l'OT dicendo che, dopo aver letto "Pueblo Bonito qualche giorno fa, ho recuperato anche il seguito. Avevo letto la storia per la prima e unica volta intorno al 2005/2006, quindi dire che non ricordavo niente è un eufemismo. Orbene, alla fine è un buon seguito, almeno per tre quarti. Nizzi recupera la vecchia strega, di fatto annullando la profezia della storia precedente. E questa è la dimostrazione che a Nizzi le storie magiche non venivano bene: nella storia originale c'erano diversi elementi oscuri e misteriosi (il teschio parlante, l'Antico, la profezia) che qui vengono razionalizzati: non più magie arcane, ma tecniche da ventriloquo (mmmh, che bello...), mentre a Zhenda viene lasciato almeno il potere di vedere attraverso gli occhi delle pantere. Detto questo, per i primi tre quarti è una buona storia, disegnata benissimo, con l'unica eccezione del fatto che Tex conosca Walcott per il fatto di averlo già pizzicato un paio di volte in passato, ma con il trafficante ancora a piede libero. Che Tex lo abbia spedito al fresco già una prima volta e poi ne sia uscito ci sta, ma la seconda volta avrebbe potuto provvedere lui stesso a porre fine alle malefatte del bandito. Vabbè, comunque, ripeto, per un bel pezzo la storia tiene benissimo. Molto bello l'inizio, ottimo lo scontro di Tex con i mercanti d'armi e, come al solito in quel periodo, i dialoghi fra Tex e Carson. La cattura dei pards, per quanto telefonata, è resa molto bene e con una trovata originale (quanto sia attendibile scientificamente non lo so, però pazienza), il che non è affatto comune. Poi la storia crolla miseramente sul finale. La scena ad alto tasso di dramma in cui Sagua scopre che Ua-Ni-Tah è stata uccisa da Zhenda si risolve con il guerriero grande e grosso che corre via piangendo. Le sorti del finale si risollevano durante la lunga e adrenalinica fuga dal villaggio dei Sinaguas (anche se qualche esclamazione tipo "Dietrofront!" poteva essere evitata, per i miei gusti) fortemente debitrice di "Indiana Jones e il tempio maledetto", ma poi si arenano nella scena coi varani e, infine, nella conclusione in cui Zhenda se ne va in esilio volontario sulle montagne. Boh, capisco tutto, ma non solo questa è recidiva, ma ha soggiogato un'intera tribù di poveretti, ha ammazzato un'innocente, ha ingannato il proprio figlio e ha messo in piedi un piano megalomane e se ne va per i fatti suoi? Disegni di Civitelli bellissimi come sempre: abituato come sono a leggere il Civitelli attuale, con il puntinato preciso e lo stile meticoloso, ci sono rimasto di sasso nel leggere questa storia in cui, benché sia sempre lui, si esprime con un tratto diverso. Da penna rossa la scena dello scontro fra Tex e Koster in cui quest'ultimo utilizza il classico trucco del cappello e Tex, che a sua volta ha usato il medesimo inganno decine di volte, prima dice "Non mi freghi" e poi ci casca con tutte e due le scarpe!!! In conclusione, una storia che poteva essere un capolavoro al pari della prima, ma che, a causa dei punti sopra citati, perde qualche punto per strada, pur essendo comunque una lettura godibile.
  16. Aggiungo un po' di pepe alla questione, pur rischiando l'OT. Avete notato che dopo il famoso incidente sugli sci, databile tra il 1974 e il 1975, GLB non scrive quasi più per Galep? Mi spiego: "Cacciatori di scalpi" è proprio del 1975, quindi probabilmente è una storia già scritta o addirittura già terminata al momento dell'incidente. "Tex 200" e "Tex 300" sono due albi celebrativi che era ovvio avrebbe fatto Galep. "I figli del sole" è una storia di Yama, anche qui era ovvio che avrebbe dovuto farla Galep. L'unica storia che sembra riallacciare la vecchia coppia al di là di quelle che dovevano "per forza" fare insieme è "L'aquila e la folgore", peraltro una delle mie storie preferite del celebre duo (forse un po' troppo lunga, ma ok). Per il resto Galep ha disegnato storie di Nolitta prima e Nizzi poi. Con GLB quasi solo storie "obbligate", mi si passi il termine. Mi sembra molto improbabile che i due avessero litigato (colleghi affiatati per decenni e poi uno scaxxo da anziani? Possibile, eh, però insomma...), così come faccio fatica a immaginare Sergio Bonelli che dice "adesso questo me lo prendo io". Uno dei tanti misteri di quel periodo destinato a rimanere insoluto, credo.
  17. Laramie

    [70/72] Pueblo Bonito

    Bellissima e iconica storia che ho finito di rileggere proprio oggi. Mi stupisce che questa storia non sia annoverata tra i classici di GLB perché per me è stata una lettura affascinante. Tex si trova ad affrontare una minaccia inaspettata: Sagua, figlio di Zhenda e Freccia Rossa, fomentato dalla madre punta a spodestare Aquila della notte e a diventare il nuovo capo dei navajos. Una storia ricca di scene iconiche una dietro l'altra, ma tutte inserite in pieno nella trama e rese epiche dalla capacità di scrittura di GLB. L'oscuro inizio, la battaglia di Pueblo Bonito, il viaggio di Kit Willer e Big Elk, l'attacco al ranch, la controffensiva di Tex e dei navajos e, infine, l'epico finale dove svetta la figura di Sagua, personaggio tridimensionale che sembra uscito da una tragedia di Shakespeare. Ai disegni troviamo la coppia Galep/Gamba in ottima forma. Molto suggestivo l'inizio con gli oscuri presagi di Ta-Hu-Nah e l'introduzione di Zhenda, fino a tutti gli snodi chiave. Difficile trovare dei punti deboli per i disegni realizzati da questa coppia molto affiatata. A breve mi metterò sotto con il seguito. Non ricordo quasi niente perché saranno quasi 20 anni che non la riprendo in mano. Nel frattempo posso dire di aver speso benissimo il tempo che ho dedicato a questa storia.
  18. Una storia della fase calante di GLB, a tratti anche noiosa, ma che, nel complesso, non mi è affatto dispiaciuta. Soggetto classico e raccontato con il consueto mestiere, perlomeno fino alla conclusione dove si assiste all'inverosimile scena di Rick Roswell che spinge uno dei malcapitati operai giù per una scalinata senza essere visto da nessuno. Che il colpevole fosse lui era evidente anche al più distratto dei lettori (mentre all'interno della storia Tex deve indagare su una dozzina di lavoranti, ci sta che non individui subito Roswell anche se qualche dubbio sul ricco finanziatore gli viene), ma che riesca a farla franca in quel frangente è davvero assurdo. Finale, ehm, "nolittiannizziano" che chiude una storia tutto sommato più che sufficiente. Un onesto Letteri disegna una storia che sembra concepita apposta per lui. Professionista di prima grandezza.
  19. Laramie

    [Texone N.39] Per l'onore del Texas

    La copertina mi ricorda moltissimo quella de "La vendetta delle ombre", il Texone di Massimo Carnevale, però è bellissima lo stesso. I disegni interni sono molto curati e la vicenda si preannuncia interessante. A questo punto, come ogni anno, tocca appostarsi fuori dall'edicola sin dall'alba.
  20. Laramie

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Spero che la motivazione sia meramente redazionale (ad esempio per via dei tempi di lavorazione, ecc.), o comunque per ragioni pratiche e non per eventuali polemiche che possono esserci state per la lunghezza delle storie. È vero che si possono fare ottime storie anche solo con due albi a disposizione (vedi alcuni Speciali), o addirittura con uno solo, però è innegabile che le storie più apprezzate di questa serie siano quelle dai quattro albi in su e che queste lunghe avventure siano un po' la cifra stilistica di Tex Willer e che contribuiscono a differenziarla dalla serie classica. Auspico quindi un ripensamento, sia pure a partire dal 2025.
  21. Laramie

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Non mi ricordo la storia, credo sia "Vigilantes", ma ce n'è una in cui Tex lascia che i cittadini lincino a morte uno o più banditi. A dirla tutta un po' ci prova a fermarli, ma poi non ricordo se il sindaco o lo sceriffo gli dice di lasciar perdere e lui, pur con reticenza, accetta e lascia fare.
  22. Laramie

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Ben mi sta che ho risposto senza prima andare a controllare, chiedo venia In effetti è lo stesso Kirker a confessare apertamente a pag. 63 e durante la lettura dell'albo avevo anche avuto pietà (si fa per dire) per il poveretto per il modo in cui si è scavato la fossa da solo.
  23. Laramie

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Sulla questione di Cochise concordo, anche se è spiegabile, pur con un po'di sforzo. Tex fa il nome di Kirker, il quale alla fine è quasi un calco fonetico dallo spagnolo all'inglese (Querquer si pronuncia "kerker") e Cochise, essendo persona intelligente, nonché pacifista e non violenta, si dice "Uhm, gli altri li ammazzo, ma questo lo lascio in vita che voglio vederci chiaro". Poi, nello spazio bianco tra una vignetta e l'altra (semi cit.) Tex gli rivela che Kirker e Querquer sono la stessa persona. È un'arrampicata sugli specchi degna dell'Uomo Ragno, però per me fila. Riguardo alla questione tortura, io la vedo nell'ottica del Tex giovane: è un eroe in divenire, quindi magari è proprio la morte atroce di Kirker (che di certo non è stata né rapida né indolore) a far nascere in lui il rigetto per simili pratiche.
  24. Laramie

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Mi sono letto il nuovo albo sia appena uscito che dopo aver ripreso in mano tutti i capitoli precedenti. La sensazione è stata quella di "leggere un film", se mi si passa l'espressione. La ritengo un'ottima storia, come quasi tutte quelle di Tex Willer, sicuramente fra le migliori fra quelle scritte da Boselli (seconda solo alla saga dei Seminoles). La narrazione segue prima un solo snodo narrativo, poi due, poi tre, poi sostanzialmente due nei capitoli finali fino alla conclusione. A ogni linea narrativa è dedicato il giusto spazio e il fatto che più di un punto (la guerra degli Apache e la ricerca di Felix Ward) sia rimasto in sospeso è in linea con lo stile narrativo del Tex giovane. Tra l'altro mi sembra che in Tex Willer Boselli riesca ad essere più conciso e andare dritto al punto di ciò che vuole raccontare nonostante le centinaia di pagine a disposizione. Per dire, sia nella quadrupla "Alla ricerca delle navi perdute" che in "Sierra Nevada" ho avuto l'impressione che tagliuzzando un po'alcuni passaggi si sarebbe potuto ottenere un risultato migliore. Qui no, affatto. Al contrario, forse alcuni passaggi del numero conclusivo avrebbero reso meglio con qualche pagina in più a disposizione (più che altro la fine di Kirkner) e, soprattutto, non ho avvertito il senso di allungamento durante i capitoli precedenti. Leggo che dopo questa ci sarà una doppia di Rauch: ci sta che a una saga lunga e impegnativa si alterni una vicenda più breve per rifiatare. Ciò non significa che sarà per forza meno bella, sia chiaro. De Angelis ottimo come sempre, ormai sempre più inserito nel mondo del West al punto che potrebbe fare qualsiasi cosa. Mi piacerebbe vederlo alle prese con i pittoreschi costumi di Comanche e Sioux, sono convinto che ne uscirebbe qualcosa di memorabile.
  25. È uscito un brossurato Mondadori diversi anni fa che racchiudeva questa storia suppongo in versione tagliata. Era un ciclo di brossurati dedicato alle storie con El Morisco simile a quello che la SBE sta facendo uscire ultimamente su Mefisto. Presumo che la storia pubblicata fosse quella tagliata. Forse, e dico forse, una volta finito di ristampare le storie di Mefisto pubblicheranno quelle su El Morisco.
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