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TWF - Tex Willer Forum

Augustus McCrae

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Tutto il contenuto pubblicato da Augustus McCrae

  1. @MacParland grazie per aver aperto il topic Data la mia lontananza multi decennale dalla collana regolare e la recente "scoperta" di Dampyr, sono un assiduo fruitore dello shop online. Che differenza c'è tra "Esaurito" e "Non disponibile", i primi sono definitivamente fuori produzione e gli altri ogni tanto vengono ristampati? "El Supremo" è una mia spina nel fianco, soprattutto perchè ho i 3 numeri successivi della storia... Visto che viene indicato come "Esaurito" non c'è nessuna speranza che torni mai disponibile? (quindi dovrò attendere la ristampa che a spanne ho calcolato essere nel giugno 2024)?
  2. Io in dose omeopatica sarei favorevole. Le mie condizioni: - Uno speciale (tipo quello su Dickart/Mefisto) o una mini di massimo 4 albi; - Sceneggiatura esclusivamente di Borden; - Il disegnatre giusto. Qui ovviamente si va a gusti personali, per me Dotti, Mastantuono o (dopo l'ottimo lavoro su Tex Willer nella storia sui Seminoles) Rubini.
  3. Augustus McCrae

    Il Tex di Boselli è veramente Tex?

    Mi scuso in anticipo per la lunghezza del post. Da bambini o adolescenti è facile rimanere sbalorditi davanti ad una situazione narrativa, una scena, una storia, solo perchè per mancanza di esperienza (intendo esperienza "culturale") non ne vediamo i debiti, quando non la copiatura totale, da altre opere, siano esse libri, film, cronaca giornalistica o altri fumetti. Quel senso di stupore è irripetibile, come tutte le "prime volte" in ogni aspetto della vita. Ricordo ancora quando un mio compagno di classe mi disse: "sentita l'ultima canzone di John Lennon? Fantastica, il suo ennesimo capolavoro". La canzone era "Stand by me". Quando esplose il fenomeno Dan Brown io lo trovai un minestrone scopiazzato e lessicalmente povero di cose scritte da altri, ma persone che frequentavo lo definirono "intrigante", "ben scritto", "imprevedibile", "zeppo di soluzioni originali". Ognuno di noi ha i suoi parametri e i suoi gusti, che si affinano e cambiano nel corso della vita. Ho letto Tex praticamente dalla nascita (mia, non di Tex) ma l'ho abbandonato nella seconda metà degli anni 80, continuando nel frattempo a leggere alcuni "bonellidi" o ex tali (come Mister No, Ken Parker, Nathan Never, Magico Vento, le mini di Volto Nascosto/Shangai Devil, Saguaro e così via) insieme a tanti fumetti di altro tipo. Perchè lasciai Tex? Probabilmente, e si capisce forse dalle mie "altre letture", perchè in linea generale l'eroe infallibile senza macchia e senza paura mi sta abbastanza sulle balle adesso, figuriamoci a 20 anni , anche se a 12 anni ne andavo matto. Oppure perchè lo trovavo datato nei dialoghi e troppo pulito ed anestetizzato nelle situazioni di "vita quotidiana" rispetto al western che mi piaceva allora (la cosa strana è che ho lasciato Tex ma ho continuato a guardare western, classico e non, senza mai smettere). I maligni potrebbero asserire che nel frattempo c'era stato l'ingresso di Nizzi. Sintetizzando, non mi "piaceva" più. Torniamo al topic: Il Tex di Boselli è veramente Tex? Ho recentemente riletto tre storie del celeberrimo "secondo centinaio" di GLB: "Sulle piste del Nord", "Diablero" e "Il fiore della morte" e le ho trovate tuttora bellissime e magnificamente illustrate. I miei ricordi di bimbo e di adolescente hanno ripreso lucentezza: "non mi ero sbagliato, erano proprio belle". E probabilmente pur restando il mio giudizio complessivo inalterato, a distanza di 40 e rotti anni i suoi motivi sono in parte diversi. Ma anche Boselli ha scritto storie che ho apprezzato moltissimo e sicuramente mi sarebbero piaciute pure 40 anni fa. Devo fare degli esempi? Gli Invincibili, Le Navi perdute, Luna insanguinata, Il passato di Carson. Non gradisco i Ludlum scritti dai suoi successori o gli apocrifi di Sherlock Holmes, ma ho letto con piacere il Corto Maltese di Canales e Pellejeros (non quello "contemporaneo" di Quenehen e Vivès). Questo per dire che i dogmi, i canoni, mi fanno venire l'orticaria e le "guerre di religione" non mi interessano. I tempi cambiano, il mondo cambia, certe cose possono non piacere o essere inaccettabili (e allora non si comprano più, punto e basta) altre possono rimanere gradevoli e, perchè no, evolvendosi anche migliorare. Non leggerei mai un Tex molestatore di bambini, con Kit gender fluid e Tiger di colore. Ma per il bene di Tex mi piacerebbe che si concedesse qualche divagazione con una delle tante belle signore che incrocia nelle sue avventure. E' un essere umano e l'astinenza non ha mai fatto bene a nessuno. Il Tex di Boselli (e più che mail il suo scapestrato giovane Tex Willer) trasuda amore per il personaggio, affetto per il creatore e rispetto per la tradizione. Non è lo stesso Tex di GLB, Nolitta, Nizzi, Ruju, Manfredi, Faraci? Per fortuna no, è il Tex di Boselli. Come tutti i lettori posso criticare una storia, disapprovare una scelta narrativa, storcere il naso su un dialogo, ma di una cosa sono sicuro: senza Boselli non avrei mai ripreso a leggere Tex (quasi) tutti i mesi e certamente non avrei recuperato tutti gli arretrati che ho acquistato negli ultimi due anni. E se in futuro non mi piacerà più, o non mi ritroverò più nel suo Tex, smetterò di comprarlo. Non è così difficile.
  4. Eccomi qui, con qualche anno di ritardo, d'altra parte uno dei vantaggi dell'esser stato decenni lontano da Tex è quello di avere decine di belle storie da recuperare, selezionando accuratamente sceneggiatori e disegnatori e potendo contare sull'aiuto critico dei commenti del forum (grazie a tutti quelli che usano il comando spoiler ). Sono un patito delle storie "lunghe" e questa me la sono divorata, ho apprezzato la gita metropolitana dei due pards, il loro incontro con il telegrafo e il cilindro fonografico, la sceneggiatura "piena di cose" con i suoi rimandi ai feuilleton ottocenteschi, i tanti personaggi ben caratterizzati, il montaggio alternato del quarto albo, la meritata fine del Maestro. E poi Dotti, che ha fatto un lavoro magnifico dando così ulteriore lustro ad una storia ambiziosa e decisamente ben riuscita. Non vedo il sondaggio (o forse sono troppo in ritardo per votare) ma per me è un 9.
  5. Augustus McCrae

    [745/747] Vancouver

    Personalmente non posso che concordare, lo seguo fin da Magico Vento e durante il mio recupero delle storie texiane perse è stato uno dei disegnatori su cui mi sono concentrato. Mi aspetto una buona prova anche su questa nuova storia. D'altra parte de gustibus, almeno finchè si resta nella critica costruttiva ed educata, capisco che alcune sue peculiarità possano non piacere a tutti (succede lo stesso con Breccia, che a me invece piace molto).
  6. Augustus McCrae

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    A causa della lunga assenza da Tex ho saltato praticamente tutto il periodo “nizziano”, tranne i Texoni, compresa la sua produzione post-ritorno. Paradossalmente ho letto più cose sue fuori dall’ambito di Tex (Nick Raider ma anche il Tenente Marlo recentemente ripubblicato in un volume “integrale”) e ritengo sia decisamente più un “giallista”, nemmeno dei più fantasiosi, che un autore western. Di conseguenza non sono un fan di Nizzi, ma non mi interessano le “guerre di religione”, il Maxi l’ho preso non certo per lui, ma un po’ per rinnovata abitudine (le storie di 330 pagine di solito mi rilassano) e soprattutto per Casertano, di cui avevo letto con piacere un paio di “Storie” e che mi aveva abbastanza soddisfatto nel Texone. Ecco la mia sintetica valutazione (spero ci sia presto il sondaggio): Ho sempre trovato condivisibile quanto era solito ricordare quel grande artigiano della fantasia e dell’avventura che era il compianto Stefano Di Marino : siamo nel XXI secolo, abbiamo letto, visto e sentito tutto, quindi gli ingredienti sono sempre quelli ed è l’abilità del cuoco nel metterli insieme, decidere le dosi, indovinare il dettaglio sorprendente a fare la differenza. Diciamo che in questa ricetta ci sono molte “patatine in salsa d’origlione”, coincidenze alla “botta d culo” (perdonate il francese ) e situazioni certo non originalissime, ma nella mia “ingenuità” e “superficialità” ho trovato il soggetto interessante, e la sceneggiatura più che sufficiente, la storia tutto sommato fila, sia pure con qualche momento di noia e quelle che a me sono parse un paio di piccole incongruenze (forse per mia disattenzione). Passando alla parte grafica, le fisionomie di Casertano, che a me fanno sempre venire in mente Magnus (e spero di non scatenare un flame), tendono al grottesco ma allo stesso tempo trasmettono bene le espressioni. A mio parere, sia pure non esente da piccoli errori, trovo abbia fatto un buon lavoro per tutta la lunga durata della storia (si veda la prima vignetta di pagina 223 o la splash di pagina 229, mi è piaciuta anche la sequenza di pagina 205). Alla fine il mio giudizio complessivo sul Maxi è un 6,5-7. Una storia media, solida senza avere troppe pretese e che si fa leggere piacevolmente (burp!) con una buona parte grafica. Ora provo ad usare il comando spoiler per un paio di quesiti, magari potete chiarirmi le idee in merito: Ehi, sono riuscito ad usare lo spoiler!
  7. Augustus McCrae

    [741/744] Sierra Nevada

    Prima di iniziare la mia prima “recensione” sul forum un paio di premesse: L’ Augustus McCrae bambino impazziva per Mefisto e Yama. Gli hualpai, Baron Samedi, il vudù, Mefisto divorato dai topi, il ragno gigante visto dall’oblò (sono aracnofobico, lo ricordo con terrore anche ora ), le sentinelle di pietra che si stringono su Yama… Da adulto amo ancora il gotico e alcuni aspetti del soprannaturale, ma la magia, l’horror e il fantasy non sono più nelle mie corde, inoltre il lungo abbandono del Tex “regolare” mi ha impedito di leggere il ritorno targato Nizzi, direi fortunatamente, e il successivo capitolo targato Boselli, che ho acquistato ma non ancora letto nella riedizione in volume. Ne consegue che non bramavo certo aggiornamenti sui Dickart, ma allora perché sottopormi alla lunghissima prova? Perché Boselli fa parte degli sceneggiatori che leggo (ho anche “assaggiato” Dampyr, non nella regolare ma grazie ai “librotti”) ed ero sicuro che in qualche modo mi sarei divertito, come in effetti è stato. Allo stesso tempo posso tranquillamente affermare che se padre e/o figlio dovessero tornare in futuro sulla regolare mi guarderò bene dall’acquistare gli albi, indipendentemente dallo sceneggiatore e dai disegnatori. Passiamo alle mie personalissime valutazioni. La trilogia iniziale mi è piaciuta moltissimo (legacci di cuoio elastici a parte). Le prime due parti sono esplosive, tutti i personaggi a mio parere sono ben definiti e i Cestaro Bros hanno fatto un lavoro stupendo, che raggiunge l’apice nella riuscitissima resa delle atmosfere cupe e opprimenti, con la nebbia che si sente nelle ossa, ma anche nella magnifica tavola iniziale del 738, in tutt’altra ambientazione. Nella terza parte ho avvertito un leggero calo grafico (che raggiunge il punto peggiore nella famigerata scena della liberazione di Tex) ma ho apprezzato il “baillamme” sceneggiato da Borden che giustifica gli errori di Mefisto costretto ad occuparsi di troppe cose. Era poi ovvio che Mefisto scappasse, altrimenti dove andava a finire la quadrilogia seguente, quindi il finale doveva rimanere “aperto”, ma presa a sé stante un’ottima storia e una buonissima lettura. La quadrilogia finale non è alla stessa altezza pur rimanendo per me, nel complesso, ben oltre la sufficienza. Da sempre la mia opinione su Civitelli è “un’anima divisa in due”. Da una parte mi entusiasma la sua tecnica del puntinato, da un’altra preferisco un tratto più sporco, così le sue prove alla fine mi attraggono e mi respingono allo stesso tempo. In questa occasione all’interno di un lavoro titanico (parliamo di più di 450 tavole) ci sono moltissime cose belle a cui fanno da contraltare alcune rare “cadute”, ad esempio dei “mostri” che generano simpatia più che paura (vedi l’ultima striscia di pag. 87 del 744). Non imputo a Civitelli invece la deprecabile presenza di scontri “magggici” a colpi di spade di fuoco et similia, perché quella è farina del sacco di Borden Le “battaglie di maghi” e il finale da Mulino Bianco con Tex “troppo gggiusto” che salva la vita a Padma toccando la campanella mi hanno lasciato un po’ di amaro in bocca, insieme al poco spazio (un pugno di vignette) dedicato al Trionfo di Mefisto, ma sulla lunga distanza dei 4 albi la mia opinione resta positiva e credo che l'obiettivo originario di "chiudere" in un modo decente la saga mefistiana sia stato raggiunto. Conclusioni: La mia abitudine a leggere tutto insieme ha probabilmente alzato il mio giudizio medio su tutta la storia, se le avessi valutate come due entità separate una sarebbe stata in corsa per “storia dell’anno” e l’altra sarebbe finita nella colonna “buona, ma la dimenticheremo”. Alla fine si tratta di uno sforzo titanico (quasi 800 pagine) che ha provato a sanare un vulnus ventennale e, speriamo, ha messo la parola fine ad un personaggio che personalmente trovo impossibile da gestire, per i motivi già indicati da altri (troppo potente per giustificare le sconfitte continue, gusti differenti dei lettori attuali e così via). La storia delle navi mi è piaciuta di più, ma leggendo questa avventura-fiume ho passato un bel weekend, mi sono divertito… e anche iscritto al Forum 😊 Cosa potrei chiedere di più a un fumetto onestamente? Non tutto può essere Maus (che pure è criticato eccome)… grazie quindi a Borden, ai Cestaro e a Civitelli e sotto con la prossima avventura.
  8. Augustus McCrae

    [741/744] Sierra Nevada

    Buongiorno a tutti e scusate se interrompo il flusso della (accanita) discussione. Seguo il Forum da qualche mese e dopo alcune perplessità ho deciso di iscrivermi. Diciamo che ci voleva la fine della lunga saga Mefistiana per convincermi. Non so se qui è gradita/prevista una presentazione dei nuovi arrivati e se esiste un thread specifico, io provo a metter giù qualche informazione. Ho imparato a leggere con Tex all'inizio degli anni '70 (mia nonna mi leggeva gli albi che mio padre collezionava, nei vari formati, dal 1948), intorno alla metà degli anni '80 la lettura si è fatta meno assidua fino a diventare sporadica, o per meglio dire sostanzialmente limitata ai Texoni. Nel frattempo ovviamente ho letto centinaia di altri Bonelli e migliaia di altri fumetti (USA, franco-belgi, sudamericani, inglesi, italiani). Da qualche anno ho ripreso a leggere varie testate di Tex, in maniera selettiva (nel senso che la presenza di sceneggiatori o disegnatori specifici è fondamentale) e ho recuperato decine di arretrati facendo felice lo store online della Bonelli. Leggo Tex Willer dal numero 1 e sono rimasto molto piacevolmente sorpreso dalla qualità della serie. Mi spiace da ultimo arrivato deludere subito Borden, so quanto tiene alla lettura "a puntate", ma per abitudine e necessità leggo le storie "tutte insieme" e non "mese per mese", la memoria non è più quella di una volta (leggo troppe cose per ricordare da un mese all'altro gli eventi e i nomi dei personaggi). Entro domani finirò la saga (sono al sesto albo) e mi impegnerò ad offrire la mia umile opinione in merito. Scusate ancora il disturbo e buon proseguimento.
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