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Don Fabio Esqueda

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Tutto il contenuto pubblicato da Don Fabio Esqueda

  1. Beh, io in realtà non ho detto proprio questo !Non abbiam mai conosciuto (a parte Carlo e gli autori) Sergio Bonelli dal vivo, ma, avendone lette le storie e colta la passione per la sua attività, il dispiacere per la perdita umana e la preoccupazione per il futuro di Tex di fatto vengono a coincidere. Cheyenne parla di "spirito imprenditoriale", ma penso che il profitto sia stata davvero una piccola componente delle scelte di Sergio: non vorrei che per i successori divenisse la componente maggiore, o addirittura unica!
  2. Hai ragione. Ma il momento, forse, imporrebbe qualche giorno di "silenziosa" riflessione...... Mah, non mi sembra proprio nulla di irrispettoso nel parlare!Come ho scritto ieri, penso si debba accettare il duro destino di finire sotto un metro di terra: è così per tutti. Quel che è fondamentale è non dimenticarsi di chi non c'è più, rendendolo vivo leggendo quel che ha pensato e ha scritto. E preoccuparsi di quel che sarà la casa editrice, e dunque quel che saranno Tex e gli altri personaggi, mi sembra un implicito attestato di stima per Sergio, di cui penso sarebbe soddisfatto!
  3. Sinceramente non capisco quale sia il problema di riflettere sul futuro della casa editrice. Sergio Bonelli lascia un grande vuoto in tutti i sensi: è normale che noi appassionati ci si interessi di quel che verr? dopo, e penso che Sergio per primo ne sarebbe felice.
  4. Don Fabio Esqueda

    Sergio Nelle Eterne Praterie

    Io penso che il miglior modo per ricordare una persona (senza troppe tristezze: prima o poi, che ci piaccia o no, si finisce tutti a dormire sotto un buon metro di terra zzzz ) sia proprio conservare le sue idee e i suoi racconti! Se hai appena cominciato a leggere Tex, Nino, magari non conosci storie come "El Muerto" (n.190-191), "Contro tutti" (n.236-239) o "Giungla crudele" (n.250-252). Il mio consiglio è recuperare gli albi e leggerti queste bellissime avventure: son convinto che il buon Sergio ne sarebbe contento!
  5. Don Fabio Esqueda

    Sergio Nelle Eterne Praterie

    E' una notizia che ha dispiaciuto molto anche me. Come detto, non ero per nulla al corrente della malattia e stamattina son rimasto un po' sbigottito. Come Cheyenne, mi auguro anch'io che i successori sappiano aver la stessa cura per i personaggi. In ogni caso, impariamo da Tex, che sa essere fattivo nel momento di sconforto: teniamo viva la persona continuando a leggere le sue storie: io comincio da "Sasquatch" !
  6. Penso che il discorso di Ymalpas sia invece chiaro e tocchi in realtà fondamentalmente un punto: la personalit? dei nuovi disegnatori. E' normale che ogni autore costruisca il proprio tratto a partire dai modelli che ha amato, o direttamente dei suoi maestri. E' un discorso che vale per lo stesso Galep, per Letteri, Ticci, Nicol'. E tuttavia, ognuno di questi artisti del "primo" Tex si è trovato nella contingenza di dover creare -con personalit?- un proprio Tex: quando il giovane Ticci disegn° "Vendetta indiana" non poteva contare su un Tex di Giolitti. Il valore intrinseco dei disegni di questi pionieri ?, a mio giudizio, nella capacità di ricreare i nostri personaggi ex nihilo: i Tex di Letteri e Ticci non hanno nulla a che vedere col Tex di Galep, eppure son riconoscibilissimi. Serve tanta arte per giungere a questo risultato. Una piccola rivoluzione. Le "leve di mezzo" hanno sicuramente tratto ispirazione dai disegnatori classici (con Ticci modello maggiore: Villa, Ortiz, De La Fuente, Monti e tanti altri), ma sapendosi rendere autonomi: pur influenzati da Ticci, i Tex di Villa e Civitelli sono precipui, perfettamente distinguibili dai modelli di riferimento. Al contrario, alcuni nuovi disegnatori (in particolare Rossi con Civitelli, Piccinelli con Villa e Bruzzo con Ticci) mi sembra difettino proprio in questo: si limitano a seguire un modello in modo pedissequo ma senza brio. Mascherando questa poca personalit? "all'esterno della vignetta", con dettagli un po' barocchi. Son disegnatori, come detto anche da Roger Goudret nel topic della nuova storia, sicuramente bravissimi tecnicamente: e tuttavia manca quell'impronta personale che me li faccia amare. Come osservato da Paco, il primo Ticci -si pensi a "Sulle piste del Nord"- è ricchissimo di dettagli, eppure non si limita ad essi: ha costruito un suo Tex, un suo Carson, un suo Kit e un suo Tiger. In altre parole: se l'innovazione si limita alla cura dei "bordi della vignetta" manca il coraggio di fondo nell'affrontare l'universo-Tex. Per quanto, ripeto, consideri il lavoro di questi nuovi autori di buonissima qualità.
  7. Sinceramente devo dire che anch'io, come Paco, ho trovato piuttosto sgradevole il giudizio di Jason. Del tutto legittimo non apprezzare l'ultimo Galep, nonostante a mio giudizio il suo tratto avesse conservato tutto il suo fascino, ma qui si apre a un giudizio sulla persona che, per quanto altrettanto legittimo, trovo assolutamente aleatorio, oltre che poco rispettoso per il padre di Tex (che Jason si appresta a superare!) .
  8. Don Fabio Esqueda

    [397/399] Topeka!

    Forse sono il solo, oltre al diretto interessato, a saperlo, ma il V. Pellegrini dell'articolo non è altro che il nostro collega L' Ammiraglio !
  9. Don Fabio Esqueda

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Come dice lo stesso Tex...
  10. Don Fabio Esqueda

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    In effetti, la cosa sembra incomprensibile (al di l' del fatto che il riconoscimento senza ombra di dubbio del cadavere di Carson, quando Carson non ?, mi pare una forzatura bella grossa. Chiara l'esigenza di creare suspence, ma il tutto risulta inverosimile...) .
  11. Don Fabio Esqueda

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Non so che dire, di sicuro non pretendo che le mie idee sian condivise da tutti!Vi assicuro che non sono un "cercatore di cavilli" : anzi, sono il primo a rompermi i cabasisi nel leggere certe osservazioni su "UBC" o "Baci e Spari". Tuttavia, il dettaglio lo osservo, e trovo stucchevole il continuo uso del "tu" tra i pards e i comprimari, quando non vi è ragione di tanta confidenza.
  12. Don Fabio Esqueda

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Non c'è proprio nulla di pretestuoso, Carlo!Il "tu", di cui in effetti (e per fortuna) qui Boselli non ha abusato, tra pards e comprimari tende a irritarmi: lo sento come fasullamente mieloso. E' fastidioso sentire Carson dare del "tu" a un perfetto sconosciuto, così come David King dare del "tu" a un altrettanto sconosciuto, per quanto responsabile della morte dei tre fratelli. Preferisco un molto più pudico (e texiano) "lei" o "voi".
  13. Don Fabio Esqueda

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Ho terminato la lettura ieri sera. La storia in sè, pur non certo priva di difetti, non mi sembra male. Ha il pregio (non scontato, data la firma della sceneggiatura) di essere una storia di Tex e la vicenda tiene abbastanza sulle spine il lettore (il riconoscimento del cadavere di Carson, senza che Tex abbia dubbi sulla sua identit?, in un primo momento mi ha indotto a pensare a un flash-forward texiano, considerando il recente romanzo di Boselli: avviso che se fanno morire il nostro Kit arrivo in via Buonarroti con un camion pieno di tritolo). I comprimari non sono particolarmente approfonditi, ma tutti funzionali alla trama, il che è un bel passo in avanti rispetto a storie come la recente "Caccia infernale". Simpatico e ironico lo scambio di battute tra Tex e Carson ringiovaniti a pag.26 ("Tu finirai per farmi venire i capelli bianchi, satanasso!", dice un Kit dai capelli corvini all'amico). Tra le note negative, mi ha infastidito un certo patetismo (vedasi la reazione di Kit jr a pag.71) esasperato quanto per nulla texiano. Fastidiosa la rappresentazione dell'oste Ned, coi rigoli di sangue dopo un "massaggio" di Tex: scelta, per quanto più verosimile del classico occhio nero, truculenta che, nel dettaglio, snatura il nostro Willer sr. Infine, stucchevole il continuo darsi del "tu" tra i pards e i vari comprimari (compreso David King/McCanles morente: dove nascerebbe tale confidenza tra lui e Carson° Mah. ). I disegni di Brindisi, la cui rappresentazione dei pards mi è parsa piuttosto mutata rispetto alle prove precedenti, mi sembrano assai buoni, pur non essendo secondo me particolarmente adatti al genere western e al colore. Già, il colore, vera nota dolente. E' pensabile che sia curato in un modo tanto approssimativo? Se le scene notturne sono ancora accettabili, le diurne, con quel perenne, fintissimo cielo azzurrino, sono inguardabili. Forse non userei i toni di Anthony, ma è certo che un tale disinteresse verso gli "aficionados" texiani lascia a bocca aperta. Altresè orrenda la grafica, perfetta, come giustamente detto da AtTheRocks, per i titoli di coda di un telefilm western anni '60 o, al massimo, per l'ultimo spettacolo del circo Orfei. Soggetto: 7Sceneggiatura: 6Disegni: 7,5Giudizio complessivo alla storia in sè (da * a *****) : ***Progetto complessivo Tex-Color : 4
  14. Don Fabio Esqueda

    La Biografia Di Tex Willer

    Ci sarebbe anche questo flashback suggerito da Pedro Galindez da aggiungere! Nell'albo n.191 si parla esattamente di cinque anni: dunque la sfida a Pueblo Feliz data 1880 !
  15. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    A me quella non sembra proprio una piccionata, ma una dimostrazione di coraggio- al limite, anche di incoscienza. Ma sono cose che Tex ha sempre fatto:come giudicare il recente Tex di Ruju nella scena dell'attacco degli indiani se non con "coraggioso/incosciente"? O il Tex di "Caccia infernale" nell'ultima scena suicida?Una scena molto simile è quella che Nolitta racconta in "Grido di guerra", con Tiger che implora il pard di mettersi al coperto!Per quanto riguarda il discorso di Ymalpas sul fatto che Tex si debba far convincere a proteggere le donne, credo che Manfredi abbia risposto a eventuali critiche in merito proprio per bocca di una di esse:Emma- ultima vignetta di pag.64. Anch'io ho pensato alla scena di "Grido di guerra", nonostante l' il rischio sia minore ( c'è un ponte distrutto di mezzo) e Tex, nonostante i timori di Tiger, conosca il rischio. Più calzante mi sembra il paragone con la scena in "Destini incorociati" di Faraci-Bruzzo in cui Kit esce allo scoperto di fronte agli Apaches. Se qui tuttavia l'incoscienza appare connaturata con la giovane età, la scena del texone -pur IMHO bellissimo- ha fatto storcere il naso anche a me. Tex è un coraggioso ma anche un saggio e freddo calcolatore, che riconosce il momento buono per osare ma anche quello per starsene dietro il carro. In tal senso, le esibizioni di coraggio simili mi sembrano davvero poco consone col personaggio, che, come dissi in un vecchio topic, è secondo me un Odisseo, astuto prima che temerario.
  16. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Scusate il parziale off topic, ma approfitterei delle conoscenze di Carlo!Avevo sempre pensato che, nella scena iniziale di "Il mucchio selvaggio", Pyke Bishop/William Holden e soci fossero travestiti con le divise dei rangers. Invece, sono andato a rivedere e si parla di "soldati". Considerando che il film è ambientato nel 1913, si tratta quindi delle uniformi dell'esercito regolare? Quando le 'pance blu' son diventate "giacchette brune" ?
  17. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Una scena, criticata da alcuni, e secondo me invece molto interessante nel suo probabile realismo, è quella del capannello di rangers sotto il comando. Abbiamo sempre immaginato la figura del ranger simile a quella dell'agente segreto, con Tex e Carson convocati dal Comando un po' come James Bond da M. Uomini in genere silenziosi e imperturbabili. Manfredi ne fornisce una presentazione diversa, con uomini vocianti che assomigliano molto più a semplici cowboy impegnati in un rodeo. Una presentazione forse più aderente alla realtà storica, considerando che i compiti svolti dal Corpo non erano unicamente di spionaggio o di indagine, bensì anche di forza paramilitare (pensando al ruolo che ebbe nella guerra contro i Cherokee), ma anche di guide. Quantomeno, un'interpretazione, se non vera, verosimile.
  18. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Penso, caro Janbob, che sia assurdo perdere il proprio tempo a spammare, con interventi inutili e sgrammaticati. Ed è anche irrispettoso nei confronti degli altri, che invece si interessano alla discussione!
  19. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Che vi sia una profonda umanit? in Tex (nonostante il nostro in alcuni episodi, anche fondamentali come "Il giuramento", abbia agito in modo diametralmente opposto) è fuori discussione. In ogni caso, la storia (della quale dir? in modo più approfondito dopo aver letto qualche commento in più) a me è piaciuta molto, se non moltissimo !
  20. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    La sequenza segnalata da Paco sotto spoiler è invece una di quelle che mi han convinto meno.
  21. E' un discorso che capisco poco, sinceramente. Fermo restando che ognuno di noi è condizionato dal momento in cui nasce, cosa significa che " una storia deve esser giudicata per quello che ?. Una normale storia a fumetti" è C'è fumetto e fumetto, storia e storia. Non capisco il senso del considerare ogni "racconto disegnato" uguale all'altro. Quanto al discorso sulle anteprime, qui concordo del tutto con Paco e mi riprometto di non visitare più il topic !
  22. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Doc, sinceramente non ho capito questo tono polemico. Io, come Cheyenne, non avevo capito una tua frase, peraltro non per colpa mia, visto che era incomprensibile. Quanto al mio attendere qualche commento in più prima di dire la mia in modo esaustivo, mi sembra una cosa normale (mentre è molto meno normale che tu la definisca, con intento derisorio, "brillante"). Infine, quanto al condividere o non condividere le idee, non mi sembra proprio che Cheyenne abbia messo in discussione il tuo diritto a giudicare la storia in modo opposto al tuo. Mah.
  23. Don Fabio Esqueda

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Il caldo ha colpito anche me, Cheyenne !Ad ogni modo, sto aspettando di leggere qualche commento in più prima di esprimere le mie idee. Posso ad ogni modo dire che, capolavoro o no, questo è un gran bel Tex. E mi sorprende come qualcuno abbia avvertito una certa freddezza nel rapporto tra i due pards: al contrario, io mi son sentito con due amici di cui sentivo da molto tempo la mancanza. Questa deve essere l'originalità texiana: un tocco di Storia, un tocco di spaghetti-western ( Kevin Fletcher e zio), un tocco di commedia, ma allo stesso tempo pards energici, ironici e sempre nel centro della narrazione. E' un Tex diverso da quello GLBonelliano, ma assai fedele nella diversit? a tale modello. Come notato da Jack65 nel suo bell'intervento, un po' eccessiva la figura di Bisonte Bianco. Ad ogni modo, prima di dire la mia in modo esaustivo, attendo di leggere qualche opinione in più!
  24. Sam, il punto secondo me è che non si capisce dove la storia vada a parare. E penso che un tale alone di mistero nei confronti di Revekti e tutto ciò che evoca la sua figura (con tanto di importantissimi precedenti culturali), senza che sia uno dei perni dell'asse portante della narrazione (l'altro dovrebbe essere l'altrettanto nullo Tex), costituisca un enorme limite della storia. Senza che peraltro i personaggi che ne prendono le veci nel centro della narrazione siano minimamente caratterizzati.
  25. Uhm, non ho mica capito cosa c'entra con quello che ho scritto prima! Evocare con tanto alone misterioso un nemico, senza che poi il personaggio abbia un bench? minimo spessore, è veramente un enorme punto debole (IMHO, visto che di questi tempi bisogna specificarlo!). Ymalpas ha parlato di una sorta di catartica discesa negli Inferi: ma che Inferi sono con un personaggio tanto debole (la cui misteriosa 'divisione' consiste in un po' di vernice!!!) è Non ho ben capito che c'entri il discorso su coprotagonisti, antagonisti, Rayado e Golden Eye. Forse non hai capito il senso della mia osservazione, o forse mi son spiegato male. Ho parlato di sufficienza intesa come voti dal 5,5 al 7. Figuriamoci se non è giusto osare! Tuttavia, quando si osa tanto (e qui si è osato tanto, dati i precedenti culturali di un soggetto-base simile), o si riesce nell'impresa (e ci si merita un 9 o un 10) o si cade più fragoroisamente di quando si osa poco ( e ci si merita un 3 o un 4). Io la vedo così! E spero che la metafora sia abbastanza chiarificatrice! A me Parkman non è affatto antipatico, ma mi sembra che il suo sviluppo psicologico sia assai improbabile, o quantomeno tanto repentino da essere inspiegabile. E francamente questo grande senso di colpa, dopo che il giorno prima ha massacrato senza eccessivi problemi i Pima, mi sembra un po' fasullo. Posso dirti la mia idea? Doveva morire per mano degli Apache come Henry Fonda in "Il massacro di Fort Apache". E non perchè sia un brutto personaggio, ma perchè, ben calato in "Sulla pista di Fort Apache" (che, se non si è capito, giudico agli antipodi di "Caccia infernale"), non era molto sensato un suo ritorno. L' avrebbe davvero trovato la catarsi, come Fonda/Turner nel film di Ford.
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