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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Beh, io credo che finch? ci sarà Sergio Bonelli, cambiamenti epocali non ce ne saranno (per fortuna!!). D'altronde non si riesce a pubblicare un texone bello e finito da anni, disegnato da un artista internazionale, solo per qualche donnetta più o meno impudica... -_nono Questa è una cosa che non conosco: di che si tratta? In buona parte, di una leggenda che non si riesce a sfatare. Per essere precisi: è vero che Sergio Bonelli non vuole pubblicare il Texone scritto da Claudio Nizzi e disegnato da Ernesto Garcia Sejias e pronto ormai dal 2004 (Sergio ha detto una volta che sarà pubblicato solo dopo che l'ultimo chiodo sarà stato piantato sulla sua bara ) e che il motivo principale sia la presenza femminilie è verissimo, ma non perchè le suddette donne siano impudiche o quant'altro. In realtà, le suddette donne (due, una madre ed una figlia, a quanto ne so) non sono n° svestite n° impegnate in situazioni erotiche (situazioni erotiche su Tex ed in una storia scritta da Nizzi? Vogliamo scherzare?). Al contrario sono fin troppo ben vestite, leziose, con tanto di boccoli, cappellini, ombrellini parasole, sorriso a 32 denti che brilla quanfdo inquadrato o cose simili. Quello che non è andato già a Sergio Bonelli è l'atmosfera troppo in stile "Piccole donne" tutto qui. Della storia non ho sentito parlare troppo bene. I pochi che, perlopiù per motivi di lavoro, hanno avuto l'opportunità di leggerla l'hanno definita noiosa e con pochissima azione. Da quanto ho capito, dovrebbe essere nella media delle storie nizziane del periodo. Qualcuno ha suggerito che bisognerebbe riscriverne alcuni disloghi, tagliarne alcune parti superflue ed aggiungere una robusta dose di azione, ma l'idea viene giudicata impraticabile perchè Nizzi potrebbe risentirsi (Hanno, però, riscritto il 60% di uno speciale di Dylan Dog firmato da Paola Barbato senza curarsi troppo dei sentimenti dell'autrice, mah!).
  2. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Se la storia è davvero collegata ad una vendetta del lontano passato, ne dubito moltissimo.
  3. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Dopo il 4 e prima del 6. Scherzi a parte, mancano "solo" 26 giorni.
  4. Carlo Monni

    Le Domande A Yannis Ginosatis

    Amici, mi dispiace dover postare questa notizia, ma ho appena appreso che qualche giorno fa è morto il padre di Yannis. Il 21 dicembre scorso era morta sua madre. Avendo anch'io perso entrambi i genitori, nello stesso ordine, a pochi mesi di distanza l'una dall'altro, diversi anni fa, posso ben capire come deve sentirsi. Posso solo dirgli che gli sono davvero molto vicino. Qualunque cosa io possa dirti, Yannis, non sarà mai sufficiente, lo so.
  5. A parte il nome del capo.... Bargain _ahsisi http://www.sergiobonellieditore.it/auto/co... ale=64&pers=TEX Bargain... che in inglese significa: "affare" "accordo" ma anche "mercanteggiamento" (sul prezzo). Che tipo di accordo proporr? a coloro che cercano rifugio nel suo villaggio?Con un nome coome il suo in un villaggio che si chiaa: "Gli avvoltoi" io mi sentirei davvero poco sicuro.
  6. Un altro da tenere d'occhio ? Come poi tutto questo si incastrer? con... ... è tutto dq vedere.
  7. Effettivamente è una bella domanda la tua, cara Cheyenne... In merito alla possibilità che sia una storia del passato, a me fa pensare il fatto che In merito al punto che sollevate, vorrei far notare che: Insomma, secondo me la storia si svolge nel ?!presente? e Manfredi ha semplicemente, ahimè, scordato che Tex non è un comune sbirro e che degli ordini che trova ingiusti se ne infischia senza pensarci troppo. Peccato, ma un errore di percorso può capitare a tutti.
  8. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    Per completezza Claudio, la mia non era certo un'accusa di aver copiato qeull'immagine, cosa che so non essere nelle tue corde. Solo che, conoscendo quell'immagine e sapendo che anche Sergio Bonelli la conosce (sempre ammesso che se ne ricordi dopo 21 anni), mi era venuto spontaneo (come pure a malpas, immagino) chiedermi e chiederti se quell'illustrazione poteva essere stata tenuta presente da te o, meglio ancora, da chi ti aveva commissionato la copertina.
  9. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    ricordi benissimo. Ho visto l'originale di quell copertina ad una mostra organizzata a Casal di Pari nel 2007. Decisamente evocativa. Anch'io ci ho ripensato vedendo la copertina del prossimo numero. Incuriosisce anche me la cosa. So che i soggetti di copertina sono in genere scelti da Sergio Bonelli e non ho potuto fare a meno di chiedermi se almeno inconsciamente non si sia ricordato di quella copertina. L'unica cosa che posso chiederti, Claudio, è proprio se Sergio ti ha suggerito di tenere presente anche quel disegno o si è limitato ad inviarti le vignette di riferimento, come sempre.
  10. Lo trovi steso in strada davanti al saloon nella quarta vignetta di pag. 102. :bandito:P. S. I due cacciatori di taglie li trovi, invece nella prima e seconda vignetta, stecchiti anche loro. . a me quello nella quarta vignetta a pag.102 sembra più la guardia del giudice Mc. Kenzie Sai che hai ragione? Sulle prime, visto che entrambi erano stati feriti ad una spalla ed avevano entrambi i baffi, l'avevo scambiato per l'oste, ma è proprio il guardaspalle di McKenzie. Gli stivaloni tolgono ogni dubbio. Scusa. P. S. Comunque non scommetterei molto sul fatto che l'oste si sia salvato.
  11. Carlo Monni

    [Texone N. 09] La Valle Del Terrore

    Ehm, tutti i film con John Wayne, esclusi "I berretti verdi" e "Il pistolero", li ho visti dagli otto agli undici anni, dunque forse mi confondo con i titoli! Ma ho cercato anche delle immagini su Google e ne ho trovate in bianco e nero, perciò non saprei proprio... a meno che non l'abbia confuso con "Il fiume rosso", ma sono così diversi che tenderei a escluderlo. _ahsisi Non per contestare la tua competenza cinematografica (per farlo bisognerebbe che tu ne avessi una... ok questa era davvero cattiva e pure gratuita ), ma dopo il 1953 Wayne non ha più girato film in bianco e nero. Con una sola, notevole, eccezione: "L'uomo che uccise Liberty Valance" nel 1962. Forse ti confondi con quello. P. S. Se avessi avuto la mia età, allora, sicuramente tra gli 8 e gli 11 anni "Un dollaro d'onore" l'avresti visto in Tv in bianco e nero (ed io ho scoperto che era a colori solo a 14 anni), ma alla tua epoca esistevano già le TV a colori, se non erro, quind non pupi avere nemmeno questa scusa. laughing
  12. Carlo Monni

    [Texone N. 09] La Valle Del Terrore

    Ahem... Virgin... non so come dirtelo ma... per tua informazione "Un dollaro d'onore" è stato girato a colori. laughing
  13. Carlo Monni

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Amici, ho avuto il benestare di Gianfranco Manfredi per postare qui alcune sue considerazioni nate da alcuni nostri interventi e che ci siamo scambiati via mail proprio oggi. Manfredi, a quanto pare, ci legge, ma preferisce non intervenire perchè, sono parole sue: ?la partecipazione dell'autore finisce inevitabilmente per snaturare il forum, intimidire i partecipanti, comprimere la libertà della discussione?, anche se aggiunge: ??tutte le discussioni sono utili e soprattutto le critiche, sempre benvenute, per me.?Sono d'accordo solo in parte. Trovo più che giusto che un autore taccia sulle critiche, diciamo così, nel merito alla sua storia, ma qualche chiarimento sui dettagli tecnici, per così dire, è sempre benvenuto. Lo invito quindi a riflettere e magari a ripensarci. Detto questo, parto con gli interventi di Manfredi, cominciando dalla replica a questo mio post: A questo aggiungevo, in privato, la considerazione che forse si trattava di una suggestione inconscia e lui ha risposto: Quanto a queste osservazioni di Ymalpasè Cosè Manfredi risponde: . Oltre a questo Manfredi, ci segnala un sito...http://it. paperblog.com/postille-al-texone-463529/ ... dove ha dato alcuni chiarimenti sul Texone. In particolare mi ha colpito il fatto che per il personaggio di Kevin Fletcher si sia ispirato a John Wesley Hardin (e non a Billy The Kid come si diceva in precedenza e difatti basta leggere la storia per capire che non ci sono affatto punti di contatto). Mi ha colpito perchè proprio a John Wesley Hardin si era ispirato Boselli per il personaggio di Frank Harris ne ?Il fuggiasco?. A quanto pare basta adottare diversi punti di vista e si ribalta tutta la prospettiva. Ci sono anche considerazioni su ?Sei divise nella polvere? ma le poster? a tempo debito nel topic apposito. Spero di avervi fatto una gradita sorpresa. Ora sta a voi. ::evvai::
  14. Lo trovi steso in strada davanti al saloon nella quarta vignetta di pag. 102. :bandito:P. S. I due cacciatori di taglie li trovi, invece nella prima e seconda vignetta, stecchiti anche loro. .
  15. e COME IN "Verso l'Oregon".
  16. Comprato e letto stamattina il primo alboIo di solito non faccio commenti prima della fine della storia. faccio solo una parziale eccezione per Manfredi. Per sicurezza...
  17. Carlo Monni

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Scusate il parziale off topic, ma approfitterei delle conoscenze di Carlo!Avevo sempre pensato che, nella scena iniziale di "Il mucchio selvaggio", Pyke Bishop/William Holden e soci fossero travestiti con le divise dei rangers. Invece, sono andato a rivedere e si parla di "soldati". Considerando che il film è ambientato nel 1913, si tratta quindi delle uniformi dell'esercito regolare?Si Gran bella domanda. Sicuramente dopo il 1890. Sono abbastanza sicuro che durangte la guerra di Cuba fossero usate entrambe le uniformi (o questo o c'è qualcosa di sbagliato nelle illustrazioni che ritraggono Teddy Roosevelt ora con l'una ora con l'altra laughing). Stando a quanto dice Wikipedia,, l'uniforme khaki fu adottata ufficilamente con un regolamento del 1899 (con un cappello simile a quello delle Giubbe Rosse, aggiungo), lasciando l'uniforme blu per le grandi occasioni (cosiddetta Alta Uniforme). Da allora l'Esercito americano ha sempre distinto l'uniforme da battaglia, con colori mimetici (quella in Afghanistan ed in Iraq è quasi bianca per confondersi con le sabbie del deserto, presumo), da quella di servizio, che dal 1956 è verde scuro (l'avrete sicuramente vista in qualche TG o film). Dal 2009 è stata affiancata da una nuova uniforme, pressoch? identica nel diesign, ma nel classico colore blu e con le strisce sui pantaloni, destinata a soppiantarla definitivamente nel 2014. Una sorta di ritorno alle origini, potremmo dire. ::evvai::
  18. Carlo Monni

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Questo perchè nella versione datane da Bonelli Tex e Carson erano dei veri e propri agenti segreti ed i rangers di cui facevano parte erano una sorta di FBI ante litteram inquadrati in un fittizio West Department con sede ai Washington, di cui Mr. Marshall era il capo. solo in seguito furono identificati con i reali e realistici Texas Rangers Che è come dire che non hanno una divisa, cosa vera a tutt'oggi. Se ti riferisci alla cosiddetta guerra del 1839, l' i Rangers ebbero un riuolo decisamente minore rispetto alla Milizia. Estremamente vera, direi. Se all'inizio della loro storia i Texas Rangers ebbero anche dei compiti quasi militari (ma ciò era dovuto principalmente al fatto che il Governo Messicano aveva lascaito i coloni texani sostanzialmente senza protezione dalle scorrerie dei Comanches, ben presto divennero quasi esclusivamente una forza di polizia, l'unica ad avere giurisdizione sull'intero territorio texano (la giurisdizione di sceriffi e marshal si femava rispettivamente ai confini della contea e della città) e praticamenrte l'unica del genere negli Stati Uniti per un bel pezzo (può sembrare strano ai nostri occhi, ma per gli anglossassoni la polizia è un affare eminentemente locale). Una forza di Polizia che agisse a livello statale non fu creata stabilmente negli altri stati dell'Unione prima del 1901 il che l'ho sempre trovato sorprendente. :capoInguerra:
  19. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    Mi dice quello che già sapevo (e sapevamo tutti... tutti quelli che frequentano i topic di anteprime con tanta cura preparati da me e Ymalpas cioè_ahsisi): che c'è una sequenza in flashback. Noto con piacere che Civitelli ha fatto scuola: Brindisi ha ricostruito il look dei personaggi com'era all'epoca. A me questo scrupolo filologico fa solo piacere. Borden mi ha detto che il flashback è ambientato prima della nascita di Kit (e di conseguenza prima de "Il patto di sangue") Carson con capelli lunghi e casacca fuori dai pantaloni lo abbiamo visto tra i nn°8 e 13. Nelle storie precedenti aveva sostanzialmente il look attuale, solo con i capelli neri. La storia dovrebbe, quindi, collocarsi subito dopo "Doppio gioco" e quasi certamente anche prima di "Lupe la messicana"/I]. In quella storia, infatti, Tex è solo ed all'inzio de "Il patto di sangue" chiede notizie di Kit Carson. Staremo a vedere. Intanto posso dire che mi fa molto piacere vedere i nostri due pards in versione giovanile. Un'altra cosa che mi fa piacere è vedere come nelle mani di Boselli e sperabilmente anche in quelle degli altri autori) Carson sia tornato pienamente autonomo. Se in "Caccia infernale" era addirittura assente (ed a me fa piacere pensare che lo fosse perchè in visita ad una certa locanda in Nevada ) qui lo vediamo recarsi a Spokane Falls da solo. La rivalutazione cominciata con "Il passato di Carson" continua imperterrita. ::evvai::
  20. Carlo Monni

    Giovanni Ticci

    Si tratta della Collana "I grandi Western" edita dalle Edizioni La Frontiera di Bologna, che la rilev? da Longanesi. Di più non so dire.
  21. Carlo Monni

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    Stephen Austin non ha solo fondato il corpo dei Rangers, ma si può dire che è uno dei padri fondatori del Texas stesso. Fu lui ad invitare i primi coloni americani a stabilirsi nello Stato messicano di Coahuila y Tejas ed ad organizzare la loro colonia in quello che era un semidisabitato territorio ai confini con la Comacheria. Austin è stato tra i coprotagonisti della splendida storia di Zagor in quattro parti "Fratelli di sangue", intensa epica della frontiera ante Guerra di Secessione realizzata da Boselli & Marcello e paragonabile per intensit? ed emozione a "Gli Invincibili" e "La grande invasione". Uhm... non sono sicurissimo, lo ammetto, ma da quel che ricordo Tex ed i pards li abbiamo visti più spesso a Houston e talvolta a Phoenix. Il comando di Austin fa risuonare le corde della mia memoria, ma non ricordo se per una menzione o perchè ci sono effettivamente passati almeno una volta. Perchè lo ha creato Manfredi in questa storia.. Parli del capitano come se il Corpo dei Rangers ne avesse uno solo. In realtà ce ne erano diversi. attualmente ce ne sono uno per ciascuna delle otto compagnie territoriali, anche se non è raro che a capo di una compagnia ci sia un maggiore. Curiosamente (visto che è superiore in grado ad ufficiali chiamati Maggiore) il capo dei Texas Rangers è chiamato Senior Captain (lo scrivo in Inglese perchè Capitano Anziano non mi soddisfa. Capitano Superiore forse?) ma di fatto è equivalente ad un colonnello. Non era così nelle sue prime storie. Ci sono almeno due storie (sicuramente "Desperados", a cui alludevi anche tu, le altre, ahimè non le ricordo) in cui compare un maggiore dei Rangers ad assegnare una missione a Tex e Carson. Purtroppo non riesco a ricordarne il nome. No Boselli non lo ha fatto, sta pure tranquillo. Boselli ha introdotto il capitano White, visto in "A sud del Rio Grande" e "Vendetta per Montales", che è ormai un personaggio ricorrente di Boselli quando si parla di Rangers, direi. Perchè non c'è niente da cercare. Sono contento che tu la pensi così. Qualche volta mi viene il sospetto che tu sia fin troppo conservatore, poi riesci a sorprendermi positivamente e la cosa mi fa piacere. ::evvai:: Resta il fatto che la scelta a cui alludi è indubbiamente coraggiosa, ma inedita non direi. A me pare che con "Il passato di Carson" Boselli si sia mosso anche il quel senso ed abbia pure osato non poco a vedere certe reazioni (chi ha parlato di Paco Ordonez? ).
  22. "Tra due bandiere" ha l'unico "difetto" di invalidare il contesto storico in cui si sono svolte le storie comprese tra "Gli sciacalli del Kansas" e "L'enigma del feticcio". Non è detto che elimini dal canone quelle storie, che potrebbero anche restare valide in tutto od in parte ancne senza riferimenti alla Guerra Civile (e comunque, ancbe se fossero diventate non canoniche sono pur sempre l' pronte per esser lette e rilette per il nostro diletto). Per il resto è praticamente compatibile con qualunque altra storia di Tex ad essa precedente. Ti dir? che non sono mai stato tra i suoi detrattori e proprio per questo mi ha dato fastidio la sciatteria con cui Nizzi ha affrontato i riferimenti alla storia personale di Tex e Carson. Se lo leggi come storia di Custer indubbiamente si: ottima ricostruzione storiica e notevole "regia" delle sequenze di battaglia. Come storia di Tex, invece a mio parere è piuttosto debole. Nel contesto di Little Big Horn, secondo me, Tex è gestito malissimo. In ogni caso, di tutte le ricostruzioni della fine di Custer fatte in Bonelli la migliore è senza alcun dubbio, "Giorno di Gloria" di Gino D'Antonio sulla "Storia del West", seguita da "La leggenda del Generale" di Giancarlo Berardi su Ken Parker e dalla storia di Magico Vento di Gianfranco Manfredi. Questa storia vene, ahimè, per ultima, anche se disegnata divinamente. . Menzione speciale per l'episodio de "I protagonisti" dedicato a Custer e scritto e disegnato da Rino Albertarelli. Tra l'altro Ticci lo cita e lo omaggia esplicitamente nella pagina finale della storia, riproducendo con estrema fedelt? una delle vignette conclusive di quella storia, in cui Custer è ritrovato sul campo di battaglia (con quello che di fatto è il primo nudo maschile integrale e frontale mai apparso sulle pagine di Tex laughing). P. S. Bill Adams, Ken Parker, Tex, Magico Vento. Se vivessero tutti nello stesso universo narrativo, Little Big Horn sarebbe stato un posto davvero affollato quel 25 giugno 1876.
  23. E qui commetti un errore di prospettiva: non sono i numeri prima del 17 ad essere ambientati prima della Guerra Civile, bensì i numeri dal 17 al 23 ad essere ambientati durante la guerra, è molto diverso. Ogni riferimento cronologico fornito nelle storie precedenti a "Gli sciacalli del Kansas" punta invariabilmente ad un'ambientazione negli anni 70/80 del XIX Secolo. Per esempio: come poteva Tex, nel n° 7, finire nella Riserva Navajo se questa non esisteva prima del 1867? Se "Il tranello è ambientata prima della Guerra Civile (diciamo nel 1851/1853, vista l'età del piccolo Kit allora e nel n° 17), allora Tex sarebbe stato in una nazione (il Dominion del Canada) che non sarebbe esistita fino al 1867 ed avrebbe collaborato con un Corpo di Polizia che non sarebbe esistito sino al 1873. Nel n° 12, parlando del capo Apache Natanis, il comandante di Fort Dennison lo descrive come ex membro della banda del famoso Geronimo. I pochi riferimenti a Custer fatti poi nei racconti sottintendono chiaramente un'ambientazione posteriore al 1876. Se poi vogliamo fare le pulci storiografiche al n° 17, giudicando quello che racconta Mr. Hovendal ai tre pards quando ritornano dalla caccia a Dona Manuela, dovremmo concludere che i suddetti ci hanno messo due anni ad uscire dal deserto e tornare a Santa Fe. Infatti, stando a quanto viene loro raccontato, durante la loro assenza sono avvenuti: l'assalto all'arsenale di Harper's Ferry da parte di John Brown (1859), l'elezione di Lincoln (novembre 1860), la secessione degli undici Stati del Sud (novembre 1860/marzo 1861) e l'inizio della guerra (aprile 1861). Un vero guazzabuglio storico. Per tacere del fatto che la guerra stessa è descritta senza un minimo senso logico, con i Rangers addirittura usati come corpo di polizia neutrale, cosa totalmente illogica in quel contesto. Insomma, bene ha fatto Bonelli a dimenticarsene presto (quietamente, senza chiasso si è presto tornati ad un'ambientazione abituale tra la fine degli anni 70 e quella degli anni 80). A conti fatti, prendere a paradigma per la datazione il n° 17 è assolutamente illogico. Due appunti: 1) l'ambientazione attuale è secondo me, posteriore al 1885, ma è un dato che non va comunque preso in maniera troppo rigida, visto che anche gli autori moderni non esitano a prendersi delle libertà quando lo ritengono opportuno. 2) A maggior ragione se ne ricava che gli eventi del n° 15 sono ambientati dopo il 1876 e tanto basta. I primi 100 numeri sono considerabili quanto i secondi 100 secondo me. Se partiamo dal presupposto che gli eventi dal n° 1 al n° 8 si svolgono nel 1866/1867, quelli dei nn° 8/9 intorno al 1870, quelli dei nn° 10/11 nel 1873/184 e quelli dal n° 12 in avanti dopo il 1882, vediamo che le licenze prese da GLB e continuatore non sono poi tante. Le più macroscopiche sono lo scontro coi Dalton, quello col Mucchio Selvaggio ed ovviamente il contesto storico dei nn° 17/23. Non molto, in fondo, per una saga che non ha pretese di assoluta fedelt? alla storia ed alla storiografia, direi. Per il resto, tutte le altre storie di Tex del periodo 1/100 possono essere senza grossi problemi nel contesto storico prevalente, sia pure con qualche incongruenza qua e l'? esattamente come tutte le successive.
  24. Zapata, Per me Montales era ispirato a Zapata. . Non del tutto vero. Una sorta di logica c'era. Se è vero che la posizione cronologica delle pfime avventure è piuttosto ballerina, alcuni punti fermi c'erano comunque, tra cui il fatto che la maggior parte delle avventure è ambientata dopo la fine delle guerre indiane.
  25. Carlo Monni

    [Color Tex N. 01] E Venne Il Giorno

    se sono onesti, quanto il color fest di dylan dog. in caso contrario per me sono dei LADRI . Storicamente i vari Texoni, Maxi ecc sono sempre costati meno dei corrispettivi su altre serie. Quindi anche stavolta mi aspetto che sarà così. Pertanto: prezzo inferiorie od al limite uguale al Dylan Dog. Color Fest.
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