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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Io dissento rispettosamente sia da te che dall'amico Giorgio. Fin da quando ero bambino (e parliamo dell'ormai lontano 1969, purtroppo, mica dell'altro ieri ) io detestavo il fatto che le storie si interrompessero a metà albo, se non addirittura a poche pagine dal suo inizio, ed ora che finalmente mi hanno accontento, non posso che augurarmi che continuino così. ::evvai:: Si vede che sei digiuno di politica ed organizzazione editoriale (non che io ne sappia molto di più ma a furia di frequentare addetti ai lavori qualcosa ho finito con l'imparare). Comincio con una semplice considerazione: un qualunque disegnatore che cominci a lavorare su una storia destinata alla serie regolare oggi, giugno 2011, sarà pubblicato non prima del 2014. Per forza di cose la redazione deve lavorare proiettata nel futuro. Seconda considerazione: il prossimo anniversario, quello dei 70 anni, cadr? tra poco più di sette anni, nel settembre 2018. Le decisioni al riguardo (storia ed autori) dovranno essere prese più o meno tra 4/5 anni. A quel punto, tenuto conto sia dei tempi ordinari di lavorazione di tutte le storie in ballo e dei singoli autori coinvolti, si dovr? necessariamente decidere di che lunghezza dovranno essere le storie ancora da realizzare per arrivare al fatidico n° 695, tenendo conto anche del fatto che di l' a cinque numeri ci sarà anche il n° 700. Organizzare le storie in multipli di 110 pagine permette una migliore programmazione nonchè una migliore gestione delle emergenze (i casi in cui un disegnatore ha, per qualsiasi ragione, problemi di consegna). Infine, chi vi ha mai detto che le vecchie storie non fossero a durata programmata? Lo erano, se devo dar retta a quanto mi raccontano in Redazione, ed erano quasi sempre calibrate sul disegnatore che doveva realizzarle. Avete mai fatto caso al fatto che le storie per Muzzi erano quasi sempre molto brevi o che quelle di Civitelli erano sempre di 252 pagine?Infine, cosa non da poco, il vecchio sistema costringeva i disegnatori a disegnare periodicamente una cosiddetta ?striscia di raccordo?, che unita all'ultima di una determinata pagina componeva la prima pagina di ogni al bo successivo a quello di inizio. Queste strisce venivano spesso realizzate dalla Redazione imitando lo stile del disegnatore di turno (Quando era ancora un promettente allievo di Franco Bignotti, Claudio Villa ne ha realizzate diverse per Mister No e Zagor, ad esempio). Io continuo di gran lunga a preferire l'attuale sistema.
  2. Carlo Monni

    Della Coralit? Texiana

    Io farei attenzione quando si parla di coralità. A mio modesto avviso, non basta che in una storia ci siano molti personaggi, perchè si possa parlare di storia corale, ma occorre che questi personaggi abbiano un ruolo importante e che gli eventi non ruotino esclusivamente intorno ad uno solo. Da questo punto di vista, per me Tex è stata una serie corale per la maggior parte della sua esistenza editoriale, perchè narrava le vicende di quattro personaggi, di cui uno aveva sè un ruolo preminente, ma mai tale da mettere in ombra gli altri tre, che avevano una loro automia e non erano dei meri satelliti. Negl ultimi tempi ques'aspetto si era un p? perso ma vedo che Boselli sta provando a recuperarlo. Nelle storie di Boselli, poi, c'è anche un altro tipo di coralità che a qualcuno da fastidio, ma non certo a me. Le storie di Boselli non sono solo storie di Tex, ma anche la storia di qualcun altro. In "Cercatori di piste" abbiamo sia la storia di Mickey Finn e della sua vita violenta che la storia del sergente Torrance che si intrecciano sino ad un epilogo dove Tex non è certo spettatore ma risolutore. Ne "Gli Invincibili" abbiamo sia la storia di un'amicizia ritrovata che di un'amicizia tradita e così via. Inutile ripetere che io ho sempre adorato questo tipo di storie chiunque le scrivesse. P. S. Mi piacerebbe dire qualcosa anche sui Dalton e sugli altri personaggi storici incontrati da Tex, ma preferisco lasciare la cosa ad un momento in cui sarà meno stanco. > zzzz
  3. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Grazie, sarei felice se anche minimamente avessi contribuito a mettere in luce certi aspetti della sceneggiatura e delle relazioni tra i personaggi dei quali si finisce per non discutere mai. Per me sei stato bravissimo. Mi sarebbe piaciuto fare un post simile al tuo, per questo parlavo di benevola invidia. ::evvai:: Non posso dire di conoscere il dirirtto militare, men che meno quello americano, ma credo che la cosa non sia automatica. Sicuramente un ufficiale della Riserva sarebbe reintegrato in servizio con l'ultimo grado che aveva, oppure con quello eventualmente raggiunto con le promozioni per anzianit? maturate, se il sistema le prevede. Nel caso di un ufficiale in congedo effettivo, è molto probabile che ci voglia l'approvazione degli alti papaveri del Ministero della Guerra, Il caso di Parkman, poi, è ancora diverso: se non si fosse dimesso spontaneamente è quasi certo che avrebbe affrontato la degradazione e la radiazione, quindi dubito che un'eventuale domanda di reintegro sarebbe accettata. D'altra parte, è lui stesso a non volerlo, vuole sè rientrare nell'esercito, ma stavolta dalla parte della truppa. Un altro modo di espiare le sue colpe, lui che era abituato a comandare ora dovr? obbedire. Anche in questo caso, però, credo che il benestare degli alti gradi sia necessario per i motivi detti sopra. Per come funzionavano le cose nel West all'epoca (Ma in tutti gli USA a dire il vero), Parkman non avrebbe avuto bisogno dell'aiuto di nessuno per farlo, gli sarebbe bastato andare in un qualunque centro di reclutamento dell'Esercito e dare un nome falso. Nessuno avrebbe fatto domande sul suo passato. No, lui vuole farlo proprio come Eddie Parkman, quindi vule che tutti sappiano chi è e cosa ha fatto, cosa che peraltro gli dovrebbe rendere la vita difficile sia con i compagni di truppa che con gli ufficiali e sottufficiali. Un altro modo di espiare insomma. Poi magari sono io che faccio troppe elucubrazioni e Borden a questo non aveva proprio pensato. laughing
  4. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Perchè? Non l'ho mai fatto?? :deserto Comunque splendido post! clap Quoto in pieno il buon Borden. Un post veramente da incornicare e che mi riempie di benevola invidia. clap
  5. Carlo Monni

    Della Coralit? Texiana

    Bont? tua.... > Ti si doveva chiedere il permesso di aprire questo topic è :shock: Certo che no, come non si deve chiedere a te il permesso di intervenire. Personalmente non sentivo affatto il bisogno di un altro topic ad personam e non ho alcuna inte nzione di farmi trascinare in un'altra sterile discussioen in cui se affermer? che a me il Tex di Boselli va bene così com'?, sarà tacciato di cieca partigianeria, di non essere capace di riconoscere verità evidenti o, peggio ancora, di non volerlo fare apposta. Tanto per chiarire una volta per tutte come la penso: a me le storie corali, ricche di personaggi ben caratterizzati, sia tra i comprimari che tra gli antagonisti, piacciono molto. Non credo affqtto che Tex venga messo in secondo piano o sminuito e non penso nemmeno che Tex debba essere costantemente al centro della scena, purch? il risolutore finale dell'intreccio sia lui. Diversamente da altri, io non ho la granitica certezza di rappresentare la maggioranza dei lettori, ma di certo lo spero. Mi chiedo... e se davvero fosse così? Se davvero la maggioranza dei lettori (non parlo dei quattro gatti che bazzicano i forum, campione non molto attendibile, ma dei 220.000 che ogni mese comprano l'albo inedito regolarmente) apprezzasse il nuovo corso, con le trame complesse di Boselli, la violenza disincantata di Manfredi, le cacce all'uomo condite di ironia di Faraci ed il western venato di noir di Ruju, allora cosa fareste? Io so bene cosa farei se invece fosse vero il contrario e si passasse ad un altro tipo di storie: quello che ho già fatto con altre serie che, per un motivo O per l'altro non mi interessavano più, smetterei di comprare una serie con cui non sono più in sintonia,. Una cosa è comunque sicura: non mi auguro di certo che Boselli smetta di scrivere le storie che piacciono a me per scrivere invece quelle che piacciono a voi. Detto questo, tenetevi pure il vostro angolino e divertitevi quanto volete, io passo.
  6. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Perfettamente d'accordo. E non ho problemi a ribadirlo. Possiamo avere talvolta idee diametralmente opposte, ma ne abbiamo sempre discusso con civilt? e rispetto reciproco. Non sono proprio sicuro che sia superfluo e mi fa piacere che tu me lo dica. Oh, in un certo senso si può anche dire che io abbia dei pregiudizi. Per esempio, se un autore in genere mi piace, di solito mi aspetto che anche le sue nuove storie mi piacciano. Se, al contrario, le sue storie mi hanno deluso, il mio atteggiamento sarà più scettico. Alla fine, però, il mio vero giudizio me lo faccio quando leggo le storie. In ogni caso, e questo vale per Nizzi come per qualunque altro autore, odio i giudizi precostituiti. Tanto per dirne una, considerati anche i miei gusti personali, tutti i precedenti mi fanno temere che "Inferno bianco", l'ultima storia di Nizzi, disegnata da Filippucci, sarà un'altra delusione, eppure continuo sperare che stavolta l'autore mi sorprenda positivamente. Se lo dici tu... Nessuno, detta così Io odio le etichettature. Non mi piace definire qualcuno per schemi predefiniti. A volte, purtroppo, accade. Cosa molto tipica. Nei talk show politici accade di peggio. Colgo l'occasione per una piccola precisazione. L'abuso che indubbiamente (per me almeno) Nizzi ha fatto di certi classici artifici narrativi non significa e non può significare che bisogna bandirli definitivamente. Se in una storia futura accadr? che Tex otterr? informazioni da qualcuno che ha ascoltato una conversazione, oppure sarà costretto ad arrendersi slacciandosi anche il cinturone e la cosa avrà una logica giustificazione narrativa, chiunque sia l'autore della storia e ci dovesse essere chi grider? alla Nizzata, confesso che sarà molto irritato Non parlo per nessuno se non per me stesso ed io sono molto irritato dal continuo insistere di qualcuno su certe cose con incredibile pervicacia. Non tanto per quel che dice, ma per come lo dice e per la sua insistenza. Bene, Mi fa piacere che tu lo dica. Credimi: a differenza di quanto sembra pensare qualcuno, io ne sono capacissimo. Tieni presente, comunque , che in genere a me le storie corali piacciono. Certo, è chiaro che la presenza di molti personaggi non è di per se indice di una bella storia... ma nemmeno del contrario. No, nulla del genere. Magari è solo che non ho affondi da fare. Comunque raccolgo volentieri la sfida, così torniamo in topic e la cara Cheyenne non mi cancella tutto il post dopo la faticaccia che ho fatto per scriverlo. laughing Premetto che ho trovato eccellenti i primi due albi per quanto riguarda la sceneggiatura, con alcuni dstinguo di cui dir? più avanti. è sul terzo albo che, ahimè, la tensione cala e non tuti i nodi vengono al pettine come avrebbero dovuto a mio parere. Cominciamo col dire che come titolo di lavorazione questa storia avrebbe dovuto avere: ?Il ritorno di Parkman° e non ?Il ritorno di Laredo? . Lo scout di Fort Apache, infatti, svolge nella storia un ruolo minore, assolutamente non paragonabile a quello che aveva in ?Sulla pista di Fort Apache?. Parkman, d'altro canto, è il vero deuteragonista della vicenda, il suo travaglio interiore ed il suo percorso di redenzione sono narrati benissimo da Boselli Quello che mi ha deluso è stato l'antagonista. Le aspettative che avevo su Revekti sono andate davvero deluse. Personaggio dalle grandi potenzialità si rivela quasi del tutto privo di spessore. Altro personaggio mal riuscito è Ethan Cunningham, che sembra quasi sempre solo la macchietta del vigliacco. Anche Miles Cunningham non si rivela nel terzo albo all'altezza di tutte le aspettative create dai primi due. Moses, il suo servo di colore, ha più spessore psicologico di lui pur dicendo poche battute. Sul resto ho poco da dire. Il finale anticlimatico e antiepico è una scelta narrativa, può non lasciarmi del tutto soddisfatto, ma la rispetto. Sul perdono a Parkman ho poco da dire. Forse sarei stato più soddisfatto se fosse morto, ma mi piace essere colto di sorpresa come è accaduto qui. In ogni caso, Parkman ha mostrato di essersi pentito e tanto basta, me ne farà una ragione. Alla fine resta una storia gradevole, decisamente qualche gradino sotto rispetto a ?Sulla pista di Fort Apache?, ma non per questo da bocciare. Sono ancora una volta d'accordo e con questo mi fermo.
  7. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Tu mi hai accusato, neanche troppo velatamente, di usare due pesi e due misure nel giudicare le storie di Boselli e quelle di Nizzi. Hai detto che secondo te io avrei stroncato spietatamente questa storia se a scriverla fosse stato Nizzi. Io ti ho risosto che non era vero e tu hai insistito. Se per pregiudizio intendiamo che in genere le storie scritte da Boselli mi piacciono e che quindi mi aspetto che anche quelle nuove mi piaceranno, allora sè: ho un pregiudizio, ma ce l'ho anche verso le storie di Faraci, Manfredi e perfino Ruju. Per quanto riguarda Nizzi, visto che da almeno 10 anni mi sarà capitato forse un paio di volte di leggere una sua storia almeno accettabile per i miei gusti, confesso di avere ormai scarse aspettative nei suoi confronti, eppure ogni volta che sta per uscire una sua storia mi trovo a sperare che almeno stavolta mi possa stupire positivamente. Sono stato anche tra i pochi a parlar bene di "Attacco alla diligenza" almeno sino al deludente finale. Posso davvero dire di avere pregiudizi, oh si si. Io, caro Giacomo, ti consiglierei prima di affermare certe cose di ricordarti di una certa parabola che parla di pagliuzze e travi negli occhi. Ci risiamo: ecco che di nuovo assurgi i tuoi gusti personali a parametri oggettivi. Certo che considero "Matador" migliore di "Fuga da Anderville" (ho davvero detto "molto superiore"? Davvero non lo ricordo) e non ho difficolt? a ribadirlo. In base a quale criterio che non sia l'insindacabile volont? dell'utente che si fa chiamare Don Fabio Esqueda io non potrei/dovrei apprezzare "Matador" più di "Fuga da Anderville"? Qualcuno me lo spieghi, se ne è capace. Sia chiaro che trovo "Fuga da Anderville" un'ottima storia, tanto è vero che l'unico appunto che mi sento di farle è che Ticci fa tutti i personaggi sempre uguali sia nelle sequenze ambientate durante la Guerra Civile che in quelle nel "presente". :generaleS: Questo non credi che dovrei essere io a dirlo? Io mi sono sentito offeso e questo è uno dei pochi punti fermi. Mi astengo dal commentare. E chi te lo nega? Almeno finch? le considererai non la verità rivelata, ma, appunto, delle opinioni Ne sei proprio convinto? Definire baggianate le opinioni che non condividi è essere rispettosi delle suddette' Buono a sapersi Ah, beh se i miei sono solo piagnistei per te, che bisogno c'è di andare oltre? Dunque il tuo sarebbe un atteggiamento da adulto? Un motivo in più per me per rimpiangere di non essere più adolescente. P. S. Di persona sei veramente differente, affabile, simpatico, alla mano, ma quando scrivi qui la tua arroganza raggiunge livelli incredibili. Me ne dispiace davvero.
  8. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Se posso intromettermi, io credo che Don Fabio non avesse nessuna intenzione di accusare di malafede proprio nessuno, o di mettere in discussione la tua onesta' intellettuale,Carlo.Oh, forse lui credeva di non farlo, ma è esattamente quello ha fatto, mi dispiace. Ha detto. Ovvero mi ha accusato di basare i miei giudizi sul nome dell'autore e non sulla qualità oggettiva della storia. Non è dire che sono in malafede questo? Alla mia pronta replica con cui lo smentivo categoricamente, affermando senza problemi che se questa storia l'avesse scritta Nizzi il mio giudizio sarebbe stato identico, lui ribadiva. Con un interessante artificio retorico ben noto a chi fa la mia professione, nel momento in cui si dice convinto che io sia in buona (anzi buonissima, a sentir lui), in realtà ribadisce le sue accuse e permettimi di ribadirlo: a me non sta bene. Non posso dire che mi sono sentito e mi sento tuttora offeso da questo comportamento? Strano concetto della libertà di parola che hai. Ecco il mio post incriminato. E lo ribadisco senza problemi. questa storia è contestabilissima, per carit?, ma da qui a giudicarla la peggiore o la più assurda ce ne corre e tanto. Chiunque abbia fatto simili affermazioni deve essere così accecato dalla sua partigianeria da far impallidire i sostenitori di qualunque altra causa. Ed io potrei ribatterti che io trovo impossibile che tu o Capelli d'Argento non troviate mai qualcosa che vi vada bene nelle storie di Boselli, almeno da quando io sono su questo forum. Davvero proprio nulla del suo stile può essere salvato? Detto in altri termini non apprezzare Boselli è legittimo, apprezzarlo no? Mi ricorda tanto cosa succedeva su un altro forum con un altro autore alcuni anni fa e non è un ricordo piacevole. Liberi di esprimere il proprio pensiero purch? sia critico nei confronti di Boselli? Mi spiace, ma non fa per me. Quello che ti sfugge, caro amico, è che a me piace lo stile di Boselli, mi piace il modo in cui costruisce le situazioni e fa muovere i personaggi. Le storie possono essere più o meno belle, ma è proprio l'impostazione che apprezzo. Quanto alle mancate critiche, ecco cosa ho scritto qualche pagina fa, così ti risparmio di cercare. Chiaramente queste per te e gli altri sono troppo blande per essere vere critiche. In ogni caso, questa sorta di doppiopesismo per cui se io dico di apprezzare Boselli sono partigiano, mentre invece chi lo vedrebbe volentieri licenziato o simili non lo ?, non mi piace affatto. Se io mi azzardo ad ipotizzare che forse la ritrovata salute di Tex anche da punto di vista delle vendite potrebbe essere anche merito delle storie di Boselli sono partigiano. Se però qualcun altro afferma con assoluta sicurezza che Boselli non c'entra niente, allora non è parigiano. Davvero un bel punto di vista. Se di punto in bianco mi ritrovo in un forum dove per essere apprezzati e non essere tacciati di partigianeria, malafede o quant'altro bisogna essere necessariamente antiboselliani, beh vi dico che non ci sto ad essere un "compagno che sbaglia" e forse dovrei riconsiderare la mia presenza qui A dire il vero, spero sempre che la maggioranza di chi qui dentro è in disaccordo con me sia capace di accettare che esistono opinioni diverse dalle proprie e che hanno pari dignit?. Mi auguro di non sbagliare.
  9. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Inizio con questa citazione di Don Fabio per dire che concordo al 100% con la sua affermazione. Sia chiaro che non gli ho affatto perdonato l'accusa che mi ha rivolto in precedenza di essere in malafede nel giudicare le storie di Boselli e Nizzi, anzi la cosa mi brucia e non poco, ma ho decisamente abbastanza onest? intellettuale da dare ragione a chi ritengo che ce l'abbia. Confesso che la vignetta incriminata ha fatto storcere il naso anche a me... anche perchè mi ha ricordato un'analoga scena de "I predatori del deserto" in cui Tex metteva ai voti coi pards se andare o meno a salvare una ragazza. La situazione era comunque diversa, è vero, ma non ci voleva un genio per capire che a qualcuno avrebbe, per riutilizzare l'espressione, fatto storcere il naso. Sempre per onest? intellettuale, mi sono chiesto se non stessi giustificando la cosa per una sorta di pregiudizio favorevole nei confronti l'autore (proprio la cosa di cui, a torto, mi accusa Don Fabio), ma alla fine ho raggiunto la stessa conclusione di Don Fabio (e lui non lo si può proprio accusare di avere pregiudizi in favore di Boselli). Passando ad altro, mi sento in dovere di fare alcune considerazioni in risposta ad alcuni post precedenti. Personalmente adoro la narrazione corale e mi piacciono molto le storie ricche di personaggi ben definiti. Questo è sicuramente uno degli elementi che mi ha portato ad apprezzare le storie di Boselli su Tex e su qualunque altra serie abbia scritto. Si tratta di uno stile che viene più incontro ai miei gusti, tutto qui. A differenza di alcuni di voi, io non ho mai pensato che Tex venisse messo in ombra dai vari comprimari ed anzi l'ho sempre trovato all'altezza della situazione e risolutore quando era il momento. Sempre a differenza di qualcuno di voi, io non credo che i personaggi comprimari od antagonisti creati da G. L. Bonelli fossero monodimensionali. Semplicemente il vecchio GLB preferiva che i suoi personaggi fossero definiti dalle loro azioni piuttosto che da lunghi monologhi interiori o altri artifici narrativi. Penso a gente come Barbanera, Lucero o Ruby Scott, per dirne solo alcuni. A proposito del meticcio Ruby Scott, forse sarebbe il caso di smentire una leggenda metropolitana: a quanto ne so, Sergio Bonelli non ha imposto a suo padre di scrivere una storia in cui Tex fosse, almeno temporaneamente, sconfitto, ma glielo ha solo chiesto ed io sono ben lieto che l'abbia fatto, perchè così abbiamo avuto una delle più belle, intense, drammatiche storie di Tex in cui si respira va un'arai da tragedia che a Shakespeare non sarebbe dispiaciuta per niente.
  10. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Sul primo punto sono perfettamente d'accordo. Nel momento in cui si giudica è del tutto ovvio porsi su tale prospettiva. Non esisterebbe la critica. Un conto è essere convinti delle proprie idee, un altro è trattare le opinioni altrui come se non valessero niente ed accusare gli avversari di essere in malafede solo perchè non ti danno ragione e non riconoscono quella che tu consideri l'evidenza di ciò che dici. Se certi difetti fossero davvero evidentissimi, non dovrei forse notarli? Se non lo faccio allora non posso che essere in malafede. Bel modo di ragionare. L'idea che quelli che tu consideri difetti per un altro possano essere pregi non ti sfiora nemmeno. Non si è d'accordo con te, quindi si deve essere in malafede per forza o magari non si ha la caratura mentale per cogliere ciò che dici. Non so cosa sia peggio. Quando tratti praticamente come spazzatura intellettuale le idee di chi non la pensa come te? Quando pensi che il tuo interlocutore sia in malafede se non ti da ragione? Quando dai per scontato cose e non accetti le smentite dell'interessato? Scegli tu. Scelgo Longway. Il mezzo scalpo è un metodo semplice per permettere di identificarlo e collegarlo ad un odio per gli indiani decisamente viscerale. Il suo comportamento durante il secondo albo ce lo presenta poi come una carogna senza scrupoli e con un carattere ribelle ed insidioso. La sua presenza serve anche a far risaltare meglio, per contrasto, il percorso psicologico di Parkman. Personalmente sono stato deluso dal modo in cui è morto, troppo rapido per uno come lui. Rispetto a tanti altri personaggi, però, non direi che la sua è nulla come caratterizzazione psicologica. Avessimo parlato di Revekti... P. S. Chiedere scusa non è proprio nel tuo DNA, eh? Peccato davvero.
  11. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Mi dispiace, amigo, ma per una volta sono d'accordo con Virgin (e fuori non sta piovendo ), ma per me tu hai, inconsciamente o meno, la tendenza a considerare le tue opinioni come una sorta di verità assodata e, volente o nolente, sembri accusare chi non la pensa come te di essere sostanzialmente in malafede o di non essere capace di vedere la verità. Ebbene, con sommo dispiacere, debbo ribadirti che non è così. La verità nuda e cruda è che a me il modo di scrivere di Boselli piace, così come mi piace quello di Faraci, quello di Manfredi e mi è piaciuto quello di Ruju ne "La prova del fuoco". Se ti prendessi, inoltre, il disturbo di controllare cosa ho scritto di alcune delle ultime storie di Nizzi qui o su TWO o SCLS, noterai che ho dato un giudizo non negativo di storie come "La rivolta dei Cheyennes" o "Dieci anni dopo" o la prima parte de "L'ultima diligenza" discutendo anche con chi ne lamentava difetti per me non esistenti. Quelli che tu chiami lampantissimi difetti non sono sono affatto lampanti per me ed anzi spesso li considero pregi. In parole povere, l'uso di molti personaggi, l'approfondimento psicologico, le trame intricate e complesse, un certo romanticismo alla Ford o Hawks sono tutte cose che apprezzo in una storia. Non guardo alla quantit? della presenza di Tex, ma alla qualità, che per me nelle ultime storie di Boselli, Faraci e Ruju è sempre stata abbondantente oltre la sufficienza piena. Finora Boselli (e con lui anchre Faraci, Manfredi e Ruju) mi ha dato non solo il tipo di storie che mi piacciono, ma il tipo di storie che mi piacerebbe scrivere se fossi capace di farlo. Pazienza se ogni tanto qualche storia è meno soddisfacente di altre (come quest'ultima, di cui, a quanto pare, non ti sei accorto che ho criticato più di un punto), purch? il livello medio sia alto e per me (ripeto: per me) lo ?. Vedi di fartene una ragione, se ne sei capace. Quanto a me, non credo di aver nessun dovere di giustificare le mie opinioni, perchè hanno piena cittadinanza quanto le tue e quelle du?i chiunque altro. Oppure adesso solo quelli che pensano che Boselli non è capace di scrivere il vero Tex hanno diritto di parola e gli altri che non sono capaci di vedere questa "evidente verità" debbono starsene zitti in un angolo? Se fosse davvero così, allora questo forum non fa più per me. Per quel che ti riguarda, invece: quando avrai imparato a non demonizzare o a non trattare sprezzantemente le opinioni diverse dalle tue ne riparleremo, non prima.
  12. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Che granitiche certezze che hai, ti invidio. :malediz...
  13. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Francamente, trovo fastidiosa questa affermazione che tieni a ripetere ogni volta. Fastidiosa e inutile ai fini della discussione. Bene, perchè io, da parte mia, è da tempo che sono infastidito ed irritato dalle continue giaculatorie di Capelli d'Argento. Ora sai come mi sento. No: significa solo che molto probabilmente nel prossimo futuro io mi godr? le storie di Tex e tu invece no. Mi pare ovvio che non ci sia da parte mia alcuna pretesa di maggior valore delle mie opinioni, tanto ovvio che non perder? nemmeno tempo a discuterne. Certo che ti sbagli e parecchio anche. Mettiamo in chiaro una cosa che tu non sembri voler capire: io giudico la storia e non l'autore. Se questa storia, così com?? l'avesse scritta Nizzi, avrei dato, parola per parola lo stesso identico giudizio, comprese le perplessit? sul finale e sulla caratterizzazione di Revekti (ma a proposito: tu l'hai letta davvero la mia breve recensione? In questo caso avresti dovuto accorgerti che era tutt?altro che entusiastica, bench? positiva). Giacomo, ti ho conosciuto e so che sei un bravo ragazzo e mi sei risultato davvero simpatico, ma qui tu mi stai accusando di malafede e questo, detto chiaro e tondo, mi offende e non poco
  14. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Io ho un solo appunto da fare ai vari Don Fabio Esqueda, Anthony Steffen, Capelli d'Argento ecc... è chiaro che la mia visione di Tex e la vostra sono assolutamente inconciliabili. Niente di male, ovvio, è solo una constatazione. Vorrei, però, obiettare a chi mi accusa di avere preconcetti positivi verso Boselli, che casomai io un preconcetto positivo nei confronti di un certo aprroccio narrativo più che verso un autore specifico. Mi limito a far notare, tra l'altro, che ho apprezzato praticamente quasi tutte le storie di qualunque autore che abbia scritto Tex a parte il Nizzi degli ultimi 11/12 anni e forse il caso di notare che considero "Caccia all'uomo", scritta da Guido Nolitta, una delle migliori storie di Tex in assoluto. Se poi quello che cerco in una storia di Tex non è quello che cercate voi cosa ci possiamo fare? Incidentalmente parlando, leggo frasi come: "Aridatece Tex" o sento parlare di deriva boselliana. Mettetevi il cuore in pace: nel caso siate, come io personalmente mi auguro, una ristretta minoranza, questo è il Tex che avete ora ed avrete in futuro. Il che a me va più che bene.
  15. Carlo Monni

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Una sola osservazione a quei pochi che sembrano considerare questa come la peggiore storia di Tex di tutti i tempi o quasi: ma che diavolo avete in testa? :capoInguerra: Non ho difficolt? ad ammettere che questa non è una delle storie meglio riuscite di Boselli ma da qui a definirla la più assurda o simili ce ne corre e tanto. Non ho timore di affermare che in confronto a "Moctezuma" o "I fratelli Donegan" o "Oltre il fiume" questa storia ci fa tranquillamente addirittura la figura del capolavoro. A capelli d'Argento non è piaciuta soprattutto a causa delle sue idiosincrasie personali che io non condivido assolutamente. Altri non ne sono rimasti soddisfatti perchè hanno comunque problemi con lo stile di Boselli. Altri ancora hanno trovato insoddisfacente il finale. Tra questi, almeno in parte, ci sono anch'io, perchè ho trovato almeno due personaggi decisamente poco sviluppati (e ciò in contrasto con gli altri personaggi ben definiti anche da una sola battuta o azione) ovvero Revekti ed il suo presunto fratellastro Ethan Cunningham. Il primo mostra vero spessore solo nel duello verbale con Cunningham ma per il resto è decisamente al di sotto delle sue potenzialità. Il secondo è ignorato per tutta la seconda parte. mentre nella terza sembra fare solo la figura del vigliacco e risulta spesso stonato in tutto mil contesto. Cunningham sembra un gran personaggio per circa tre quarti della storia, ma poi commette una serie di errori da dilettante. non dando ascolto a consigli di evidente saggezza e portando così i suoi uomini al massacro. Si riscatta quando si lascia di nuovo catturare pur di non abbandonare il figlio Ethan, che pure dava mostra di disprezzare. La sua stessa morte avrebbe potuito essere più epica, se vogliamo, mentre non riesce a suscitare partecipazione emotiva almeno in questo lettore. La rapidit? dela morte di Revekti non mi ha affatto disturbato, mentre invece confesso che avrei preferito che Longway non se la cavasse tanto facilmente. Per quanto mi riguarda l'alleanza di Tex e soci con quel che rimane degli uomini di Cunningham, Carver e Parkman compresi, mi è sembrata del tutto logica e naturale in quelle ciorcostanze ed anche se non ci viene detto esplicitamente, non ho mai avuto dubbi sul fatto che Tex tenesse comunque gli occhi aperti, ben sapendo che tipi fossero i suoi alleati. E veniamo al cosiddetto Tex "perdonista". Premesso che Tex non si è mai dato scrupolo di "graziare" qualcuno quando lo riteneva opportuno, ammetto che un p? sono rimasto irritato e deluso dal fatto che Parkman se la cavi come se l'? cavata. In effetti, nel suo caso (ha comunque partecipato, sia pure da subordinato,) ad un massacro di pacifici indiani) ci si sarebbe aspettati quel tipo di morte eroica e catartica che invece è riservata a Carver. D'altro lato, potrei anche dire di aver apprezzato il fatto che Borden abbia evitato un classico clich? Confesso. però, di essere rimasto sorpreso dalla morte di Mazay ma non della decisione di Goyaklee di sostituirlo: chiaramente la sua decisione è dovuta al desiderio di onorare la memoria del fratello morto. Ultima notazione su Laredo: in effetti qui il suo ruolo è decisamente più defilato e per me almeno è stato un peccato. Spero neklla prossima volta, se ci sarà. Quanto ai disegni, nonostante qualche incertezza qua e l', triovo Yannis Ginosatis veramente bravissimo per essere un esordiente. Se è possibile che nel terzo albo ci sia stato un calo della qualità, dovuto sia alle scadenze incombenti che a certi suoi problemi personali, il sottoscritto non ha notato differenze apprezzabili. Promosso a pieni voti. In sintesi una bella storia, piacevole e divertente, ma che non decolla del tutto. Se però questa è la mediocrit? per Boselli, ci faccio volentieri la firma.
  16. Carlo Monni

    Il Nome Indiano Di Tiger Jack

    Massè, massè, conosciamo il pard navajo da tanto di quel tempo che oramai il nome Tiger Jack ci è diventato familiare. E mi ci sono affezionata (parlandone come di una persona reale) con quel nome, ma questo non mi impedisce di pensare che c'era tanto di quello spazio per giocare di fantasia con i nomi indiani che un Jack la Tigre preso in prestito dai conquistatori bianchi mi sembra un cicinin limitativo. Da evidenziare inoltre che Montales ha un suono spagnolo, che Gros Jean è un meticcio franco-canadese che potrebbe benissimo aver ricevuto Jean come nome di battesimo (il Gros viene per logica evidenza haha ), e che Rayakura sembrer? anche un personaggio di Kurosawa ma ha comunque un suono esotico. E devo ammettere che è più difficile inventare un nome come Rayakura che non Bisonte Grigio o Zampa di Cervo.Beh, ma anche questi nomi hanno comunque una traduzione nella loro lingua nativa e uno che ne sa se nel dialetto Chiricahua Rayakura non significhi magari "Quello che pesta la coda ai cavalli"? laughing Quanto agli altri, può essere un giochino divertente chiedersi quale sia il nome di battesimo di Montales od il cognome di Gros Jean. Ci sono dei Talebani che direbbero che siccome G. L. Bonelli non ha mai pensato a dare dei nomi completi a questi personaggi nessuno deve azzardarsi a farlo. Per me la cosa è abbastanza indfferente. Tornando a Tiger Jack, sicuramente ha anche un'altro nome e magarin c'è anche una storia dietro al perchè lo chiamino Tiger Jack, ma dal momento che non coinvolge Tex, visto che Tiger era chiamato così ben prima di conoscerlo, perchè raccontarla?E poi gli Indiani di tutte le culture usavasno in genere il nome che ritenevano più appropriato e spesso avevano anche un nome segreto o comunque più di un nome . Tra i Navajos pare che non fosse considerato opportuno rivolgersi a qaulcuno usando il suo nome "principale". Anche in famiglia si preferiva usare solo: "Padre", "Madre" "Figlio", "Fratello", quindi perchè stupiorsi che il nostro usi solo Tiger Jack ormai?
  17. Se solo metà delle cose che mi hanno raccontato di questa storia coloro che per motivi professionali l'hanno già letta (se non addirittura scritta, come lo stesso Manfredi. o disegnata, come Ticci) sono vere, le mie aspettative personali saranno pienamente soddisfatte mentre le tue andranno molto probabilmente deluse. Diciamo pure che tu e tutti quelli che si lamentavano del gran numero di personaggi delle storie di Boselli e delle loro caratterizzazioni "estreme" qui avranno pane per i loro denti. Prendilo come un amichevole avvertimento, se poi, salter? fuori che invece la cosa ti soddisfa, meglio per tutti. Temo che tu sia davvero sfortunato, amico mio, prima Tex non ti piaceva per via di Nizzi, ora non sopporti lo stile di Boseli, ma a differenza di Nizzi, Boselli è ben saldo al suo posto, perchè gode non solo del sostegno (sia pure mugugnante come nel suo stile) del suo editore e di quello (a quanto si dice, senza riserve) del suo direttore editoriale, ma anche del conforto dei numer, i che dicono che dal 2008 ad oggi le vendite di Tex sono diventate sostanzialmente stabili e non più in costante caduta come nel recente passato. Ok, forse un lettore o due lo perderanno da qui a qualche mese, ma a prescindere dal fatto che spero che non sia così, credo che alla SBE se ne faranno una ragione. P. S. M i sono ripromesso solo un messaggio suilla polemica sul Tex di Boselli a topic e qui ho già dato. Magari quando si passer? ai commenti sulla storia vera e propria potrei fare uno strappo alla regola. laughing Ah... è sia chiaro che quello che Capelli d'Argento chiama l'oltraggio boselliano, a me è sembrata uan gran bella storia. clap
  18. Peraltro, se la memoria non m'inganna, è la prima avventura ambientata in Louisiana e la prima del filone "grande città". Uhm, spero di non gettare acqua sul fuoco del tuo entusiasmo, ma, secondo praticamente tutti coloro che si sono o ccupati della questione ghost artists su Texd, qui le matite di Galep sono inchiostrate da Muzzi e l'intera sequenza al locale di Milton (pag 88/98 del n° 38) vedrebbe le matite del solo Francesco Gamba con chine di Muzzi.
  19. E invece hai fatto benissimo ad intervenire, perchè scrivi cose sempre accettabili sul piano contenutistico anche se le idee non sono sempre condivisibili. E' sempre un piacere leggerti. Beh... grazie. Come vedi, sollecitando la mia vanit?, hai ottenuto di farmi rispondere ancora una volta. Incidentalmente posso dire lo stesso di te, perlomeno la maggior parte delle volte (non ti nascondo che certi tuoi interventi un p? velenosi sul topic di "Caccia infernale" e su quello di Boselli mi avevano sorpreso ed irritato, poi, per fortuna ti sei chiarito). Quest'affermazione è mia e la rivendico con orgoglio. Mi dispiace, caro Ymalpas, che ti abbia fatto storcere il naso, ma così stanno le cose. -_nono Storcere il naso è un modo di dire, mi piace usare un linguaggio colorito . Detto questo, sono stato a lungo a pensare se fare una citazione vera e propria oppure riportare il contenuto così come lo ricordavo, in maniera anonima, perchè era l'idea in se ad essere interessante e a prestarsi ad un'ampia discussione. Per il resto il topic nasce da una triplice influenza, tra cuii un messaggio letto su TWo e uno sul forum di Baci&Spari. Ma no, assolutamente no. però Tex è una creatura GlBonelliana e il modello di riferimento deve essere Bonelli. Nessuno poi contester? certe aperture ( vedi che sono d'accordo su Lena e Donna ) ma bisogna stare molto attenti anche alla forma. Su questo punto differiamo almeno in parte, anche se sospetto che la differenza possa essere soprattutto sull'interpretazione. Se quando parli di forma, tu intendi che Tex dovrebbe agire in un certo modo ed usare certe espressioni quando parla, allora possiamo essere d'accordo, ma se intendi che gli autori dovrebbero usare lo stesso stile di scrittura di G. L. Bonelli, con i suoi tempi, il suo uso delle didascalie ecc... allora non ci siamo. A mio parere ognuno ha diritto di scrivere secondo le sue inclinazioni ed il suo stile, a me basta che non stravolga i personaggi. Del resto, caro Ymalpas, non ti sei accorto che Manfredi ha uno stile diverso da quello di GLB, uno stile fatto di narrazione serrata, rapidi cambi di scena e praticamente nessun uso delle didascalie, oppure eri troppo assorto a gustarti i "Tizzone d'Inferno" e l'ordinazione di bistecche per accorgertene? Qui risponde per me Cheyenne, quoterei tutto il suo ultimo messaggio. Ah ma io non contesto certo l'uso di certe espressioni o situazioni. Contesto (ed anche molto vigorosamente) la loro riduzione a clich? ed il fatto che siano considerati da qualcuno paradigmi della texianita che devono essere presenti in ogni storia perchè sia considerata texiana. Il rischio di essere tendenziosi è concreto. Molto concreto, purtroppo. Questo è ovvio. Ma se certo non mi aspetto che ci sia consenso unanime sulle sue storie (e del resto ho sempre trovato noioso, per così dire, che tutti abbiano le stesse idee), però mi piacerebbe che non ci si muovesse sulla scorta di veri e propri pregiudizi (come a mio parere accade a quelli di baci & Spari, dove ho letto critiche a Boselli qualunque cosa facesse). Bene, mi fa piacere saperlo. resta il fatto che se qualunque altro utente approfitter? di questo spazio per lanciarsi nel solito pistolotto sulla non centralit? di Tex nelle storie di Boselli e similia, io mi asterr? dalla polemica. Perchè non riconoscere che probabilmente Mauro Boselli oggi è il più importante autore di fumetti in Italia ma non rinunciare a delle critiche motivate è Suggerirgli altre possibili soluzioni narrative, riportare alla sua attenzione il fatto che i lettori di Tex guardano anche fin troppo alla forma, può essere utile è O sono critiche sterili perche Mauro non accetter? mai di mettersi in gioco e riconoscere la validit? di alcune nostre rivendicazioni è Io non credo, vedo in Boselli un nostro attento lettore. Ma è chiaro che le critiche costruttive sono necessarie, anzi indispensabili. Gli autori è bene che siano criticati e si mettano in gioco. Gli Yes Men e gli adulatori fanno più male che bene. Mi pare, però, legittimo che l'autore stesso ritenga che non tutte quelle critiche siano fondate. Qui Carlo dici una cosa sulla quale sono in molti a non essere d'accordo. Per me il miglior Nizzi vale il miglior Boselli. E' il peggiore Boselli ad essere superiore all'ultimo Nizzi. Preciso: io non metto in dubbio il valore delle storie del primo Nizzi, è solo che preferisco lo stile narrativo di Boselli a quello di Nizzi. Tutto qui. Due autori che hanno fatto bene nella loro unica prova su Tex. Io avrei dato qualche possibilità in più anche a Canzio e Medda. Per tacere di Civitelli, che come soggettista è stato a dir poco eccellente. Qui il discorso è diverso per ciascuno di loro: Canzio si è ritirato volontariamente, Medda è stato praticamente allontanato e per quel che riguarda Civitelli... io gli avrei dato anche la possibilità di sceneggiare una storia tutta sua. Davvero non capisco questa idiosincrasia di Sergio Bonelli verso gli sceneggiatori/disegnatori, idiosincrasia che peraltro pare limitata solo a Tex. Perchè Paolo Morales può scrivere storie di Martin Mystere anche non disegnate da lui, Gigi Simeoni può scrivere e disegnare storie di Nathan Never e regalarci veri e propri capolavori nei Romanzi a Fumetti, Carlo Ambrosini ha avuto una serie ed una miniserie tutte per lui ma ad un disegnatore di Tex questo non è concesso? Per carit?, magari il disegnatore in questione potrebbe anche non saper sceneggiare, ma perchè escludere la possibilità a priori?
  20. Avevo deciso di non intervenire in questa discussione, ma visto che sostanzialmente sono stato tirato in causa, non potevo esimermi da un breve, mi auguro, intervento Quest'affermazione è mia e la rivendico con orgoglio. Mi dispiace, caro Ymalpas, che ti abbia fatto storcere il naso, ma così stanno le cose. -_nono Di certo non ho mai inteso affermare che Manfredi scriva come Boselli, ci mancherebbe, solo che il suo stile, a mio modesto parere, non è affatto G. L. Bonelliano. Inoltre da come lo dici parrebbe che appartenere alla scuola dei D'Antonio, Berardi e Boselli sia un titolo di demerito mentre per me è vero esattamente il contrario. Detto questo, cari Ymalpas e Capelli d'Argento, a me pare che voi tendiate a privilegiare la forma sulla sostanza. Per realizzare una buona storia di Tex non basta inserirci una certa quantit? di "Peste", "Vecchio Cammello "Bistecche e patatine" ed altri rassicuranti cllich?, ci vuole anche la sostanza, quella sostanza che ho trovato e non dubito di trovare ancora nelle storie di Manfredi, così come la trovo (diversamente da voi) in quelle di Boselli. Resta il fatto il fatto che Manfredi non appartiene alla scuola di G. L. Bonelli e non scrive come G. L. Bonelli. il giorno che smetterete di guardare il dito e vi accorgerete della luna allora ne riparleremo. P. S. certe affermazioni di Capelli d'Argento mi fanno temere che questo possa diventare, quali che fossero le reali intenzioni di chi lo ha aperto, un altro topic di attacco a Mauro Boselli ed io mi rifiuto di farmi trascinare nel giochino. Chiariamo subito quindi: che per me il peggior Boselli è comunque superiore al miglior Nizzi, che uno dei miei rimpianti è che Gino D'Antonio non abbia accettato di scrivere Tex sin dal 1980 quando gli fu proposto la prima volta, che secondo me Manfredi dovrebbe scrivere Tex più spesso e dovrebbe farlo anche Berardi. Detto questo, vi saluto.
  21. Carlo Monni

    Tiger Jack

    Questi aneddoti sono sempre divertenti da leggere, almeno per me -ave_ Conoscevo il nome di Jean Ray perchè devo averlo letto nella biografia di G. L. Bonelli che usc? in allegato all'Almanacco del west 2002. Ma sono comunque sicuro che tu stesso l'hai citato tra le tue fonti di ispirazione per la storia di Dampyr ambientata in Belgio, disegnata da Luca Rossi, in cui compare per la prima volts Hanneke. Dico bene?Jean Ray che prende spunto da G. L. Bonelli e non il contrario sarebbe gradioso. ::evvai::
  22. Ne sei davvero sicuro? Sono contento per te, che hai certezze così granitiche. Scherzi a parte, potrei comunque riconoscere che non hai tutti i torti. Questo per un motivo semplicissimo: non siamo più negli anni 50 e 60 e nessuno degli sceneggiatori attuali è il GLB di quel periodo. Gli sceneggiatori odierni (tutti gli sceneggiatori, nessuno escluso) sono figli di culture e sensibilit? diverse semplicemente perchè sono più giovani e ciò inevitabilmente si riflette sul loro modo di scrivere, che non è e non può essere quello di G. L. Bonelli (ma del resto, nemmeno lo stile del GLB degli anni 40/50 era o stesso degli anni 60 o degli anni 70). Lamentarsi di questo sarebbe in definitiva, come lamentarsi del fatto che "I predatori dell'Arca Perduta" è solo ambientato negli anni 30 e non è un vero film degli anni 30. Mi hai citato proprio il peggior esempio che potevi citare: una delle peggiori storie scritte da un autore all'epoca ormai totalmente bollito, storia in cui, per quasi unanime giudizio (scusami Don Fabio) Tex fa tutto quello che non dovrebbe fare e non fa tutto quello che dovrebbe fare (?Fabio Civitelli ). Io preferisco, invece, citare storie come: "La grande invasione" o flashback come il primo incontro con Mickey Finn in "I Cercatori di piste" o quello con la Banda degli Irlandesi in "Gli Invincibili". Qui il carattere del Tex giovane ?, secondo me, pienamente rispettato Qui siamo d'accordo: Clay da solo non ha molto senso... Clay con Myra ne potrebbe avere di più, però.
  23. Credevo di aver già elencato tutti i personaggi di cui mi sarebbe piaciuto vedere il ritorno, ma mi accorgo di averne dimeticati alcuni. :shock: Innanzitutto faccio mie le richieste di Cheyenne: neanche a me dispiacerebbe rivedere Nashiya, la figlia di Nuvola Rossa, con tanto di figlio mezzo Ute e mezzo Navajo, ed anche Myra Solano. ::evvai:: Mentre, però, Nashiya potrebbe anche riapparire brevemente all fianco del padre. in una scena ambientata nella Riserva Navajo. pur senza essere lei la star della vicenda, Myra deve necessariamente riapparire in una storia che ne giustifichi la presenza. In altre parole: ci deve essere un motivo specifico e valido perchè nella storia ci sa proprio lei e non un'altra. Personalmente la immagino in California o Nevada a gestire un qualche locale e al vedrei bene in una posizione ambigua tra alleata e nemica. Mi piacerebbe anche qualche racconto in flashback che ci mostri: 1) Il giovane Tex assieme al padre, il fratello e Gunny Bill. 2) La resa dei conti tra Tex e lo sceriffo Mallory adombrata nel finale de "Il passato di Tex". 3) Tex (e magari anche un Carson ancora dai capelli neri) assieme al nero Jethro de "La grande invasione" andare in Alabama per chiudere i conti con i membri del Ku Klux Klan che hanno massacrato la famiglia di quest'ultimo. Boselli ce l'ha promessa ormai da 9 anni, è ora che mantenga quella promessa. Ce ne sarebbero probabilmente anche altri, ma per ora può bastare. Ultima annotazione: mentre mi astengo sul possibile scrittore, dico invece che per un eventuale ritorno di Nashiya vedrei bene ai disegni: Ticci, ovviamente, oppure Venturi. Un eventuale ritorno di Myra Solano lo vedrei, invece, volentieri disegnato da Garcia Sejias. voi che dite? P. S. Io comunque non ho rinunciato ad un ritorno di Tesah, Marie Gold e Lupe Velasco, sia chiaro. ::evvai::
  24. Carlo Monni

    Tiger Jack

    Ho visto solo ora questo topic, quindi scusatemi se comincio con citare un post di quasi due anni fa. laughing Ehm... due semplici i osservazioni: i navajos dell'epoca non usavano cognomi: Tiger Jack è un nome unico (Jack la Tigre) o mi verrai a dire che nella "carta d'identit?" del suocero di Tex scriverai: "Nome: Freccia, Cognome: Rossa"? Sistemato questo dato un p? goliardico, io mi chiederei: qual'? il vero nome di Tiger Jack, visto che questo è evidentemente un nomignolo datogli dai bianchi esattamente come fu per il capo Apache Geronimo? Non penserete davvero che Tiger Jack sia un nome Navajo? Una vollta ricordo di aver letto un intervento di Boselli (ma non ricordo dove) in cui diceva che non sentiva il bisogno di affrontare il problema. Sostanzialmente sono d'accordo con lui: non tutto ha bisogno di una spiegazione. Certo, non mi scandalizzer? se un giorno un qualunque autore penser? di risolvere questo "mistero" Dissento in maniera netta. Da "Furia Rossa" apprendiamo che Tex e Tiger si sono conosciuti immediatamente prima che nascesse Kit. Di sicuro in tutta la storia non si fa il minimo cenno al fatto che Tex e Lylith abbiano figli. Nella mia cronologia (che dovr? prima o poi decidermi ad aggiornare) ipotizzo che Kit sia nato durante il periodo in cui Tiger era in "ritiro" sui monti e che sia per quello che Kit Carson non l'aveva conosciuto prima de "la banda dei Dalton" Essendo generosi e dando a Tiger circa 18 anni di età all'epoca del suo primo incontro con Tex (ma io gliene darei anche 20, visto che è già un valente guerriero). tuenuto conto che attualmente Kit Willer ha non meno di 18 anni, arriviamo alla conclusione che Tiger ha tra i 36 ed i 40 anni. Una cosa che vorrei far notare è che l'importanza di Tiger cresce piano piano nell'economia delle storie di G. L. Bonelli. Se ci fate caso, nelle prime storie il suo ruolo è in genere piuttosto marginale. Lo vediamo coprotagonista solo di una manciata di storie, perchè GLB preferisce nettamente la triade Tex, Kit e Carson.. A mio parere (opinabilissimo come tutti) Tiger fa il salto di qualità da copmprimario, sia pur di lusso, a pard a tutti gli effetti in "La gola della morte" (nn° 39/40).. Negli ultimi anni, per tutta una serie di ragioni è finito in secondo piano, ma ora lo si vede sempre più spesso e la cosa mi fa molto piacere. ::evvai::
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